“Il simile produce il simile”
-Sir George James Frazer-
La maggior parte delle culture del Mondo crede, che i poteri soprannaturali possano essere costretti, o almeno influenzati, ad agire in certi modi per scopi buoni o cattivi, usando formule rituali.
Queste formule sono, in un certo senso, magiche.
Eseguendo certi atti magici in un modo particolare, i raccolti potrebbero essere migliorati, le mandrie di selvaggina ricostituite, le malattie curate o evitate, gli animali e le persone rese fertili, ecc.
Un modo, per ottenere qualcosa in maniera ultraterrena, è la Magia Simpatica.
Essenzialmente, il termine ‘simpatia” indica l’impulso e la capacità di entrare nello stato mentale di un’altra persona o creatura, che sia quello di un uomo o di un animale, e provare sia un’affinità che una compassione per la loro esistenza.
Quindi, la Magia Simpatica si basa sulla connessione di un’immagine, alla cosa o alla persona che rappresenta.
Nel 1189, l’antropologo inglese Sir James George Frazer ha delineato per primo i principi alla base della Magia Simpatica nel suo libro “The Golden Bough”, supponendo che essa si basasse su due principi fondamentali: Legge di Somiglianza e Legge di Contagio (o Contatto).
Il grafico esplicativo era il seguente:
La Legge di Somiglianza dice, che “il simile produce il simile e che l’effetto somiglia alla causa”.
Ci sono due modi in cui possiamo usare questa idea nella magia.
In primo luogo, se desideriamo effettuare un cambiamento, possiamo realizzarlo pre-producendolo attraverso un’azione simbolica come, per esempio, le danze della pioggia di alcune tribù indiane, o quelle eseguite dalle comunità di cacciatori, prima di una grande battuta di caccia.
Nei tempi odierni, potrebbe essere che una “strega” con un talento artistico, che desideri acquistare la casa dei suoi sogni, si metta a cantare o a meditare in uno stato di trance, dipingendo poi un’immagine della casa con se stessa in piedi sulla soglia sorridente.
L’altra regola della Legge di Somiglianza è che cose, che assomigliano ad altre cose, possono produrre effetti simili a quelle cose.
In sintesi, per esempio il fiordaliso, avendo i fiori blu, si riferisce gli occhi di quel colore, oppure la noce ha effetti sul cervello; in realtà concetti che si ritrovano anche nella “Dottrina delle Segnature”.
La Legge del Contagio, invece, afferma che le cose, che una volta erano in contatto, rimangono connesse dopo la separazione e che qualunque cosa influenzi l’una, può ancora influenzare l’altra, e qualunque energia fosse nell’originale rimane nella parte rimossa.
Mentre generalmente si crede che un oggetto, che una volta era in realtà una parte di un oggetto più grande, sia collegato più saldamente di uno che era solo periferico (diciamo un’unghia del piede contro una vecchia scarpa), qualsiasi oggetto, che è entrato in contatto con l’originale, può ancora essere utilizzato in questo modo.
Ci sono due modi principali in cui questi oggetti possono essere usati.
1) Come talismano protettivo, per esempio il dente o l’artiglio di un animale pericoloso.
2) In maniera simbolica: per esempio, un capo di abbigliamento viene immerso in un bagno caldo profumato con erbe curative, per aiutare a guarire il proprietario che è lontano.
Spesso quando si eseguono magie a distanza, vengono utilizzate sia la Legge di Somiglianza che la Legge di Contagio e può essere creato un oggetto, che assomigli a ciò che si vuole ottenere.
La Magia Simpatica è anche la base per l’uso delle bambole Voodoo nella tradizione popolare di Haiti.
Se qualcuno infila uno spillo nello stomaco della bambola, ci si aspetta che la persona che rappresenta, provi un dolore simultaneo allo stomaco.
Si può ferire o distruggere un nemico, ferendo o distruggendo una sua immagine, nella convinzione che, proprio ciò che succede all’immagine, accada all’uomo.
Gli Indiani peruviani modellavano immagini di grasso misto a grano, per imitare le persone che detestavano o temevano, e poi bruciavano l’effigie sulla strada in cui doveva passare la vittima designata.
Questo era chiamato “bruciare la sua anima”.
Una malìa malese dello stesso tipo è la seguente:
Prendi ritagli di unghie, capelli, sopracciglia, saliva e così via della tua vittima designata, abbastanza da rappresentare ogni parte della sua persona, e poi rendili a sua somiglianza con la cera di un favo d’api abbandonato.
Brucia lentamente la figura, tenendola sopra una lampada ogni notte per sette notti e dì:
“Non è la cera che sto bruciando,
è il fegato, il cuore e la milza del Tal dei tali che brucio”.