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Il Pepe rosa, (Schinus molle), spesso confuso con il Pepe rosso (Schinus terebinthifolius), è un albero della famiglia delle Anacardiaceae, originario degli altopiani di Perù, Bolivia, Argentina, Brasile e Cile.
Così come il Pepe rosso brasiliano, sebbene il Pepe rosa sia chiamato volgarmente “pepe”, non è imparentato con il Pepe nero (Piper nigrum).
Schinus: dal greco, simile al Lentisco.
Molle: morbido, elastico, flessuoso.
Conosciuto anche come: Falso pepe del Perù, Pepe peruviano, Lentisco del Perù, Pepe molle, Terebinto dalle foglie strette, Peruvian peppertree, American pepper, Escobilla, Rosé pepper, Molle del Perù, Peppercorn tree, California pepper tree, Pirul, Peruvian mastic, Anacahuita, Aguaribay, Pepperina, Faux poivre, Mastic du Pérou, Mollé d’Amérique, Poivrier sauvage, Peruanische Pfefferbaum, Aroeira-salsa, Periquita, Molho.
Coltivato a scopo ornamentale nelle parti più calde del Mediterraneo, anche in Italia, questo albero, che può raggiungere i 15 metri d’altezza, presenta rami flessuosi, chioma folta composta da foglie fitte e pinnate lunghe una ventina di centimetri, e fiori bianco-gialli raccolti in pannocchie pendule, con aroma pepato.
I frutti sono subglobosi di colore rosa vivo brillante a maturità, raccolti in densi grappoli, e contenenti un unico seme legnoso, globoso, dal colore che varia dal verde al rosso, rosa o viola, e che, alla frattura, emana un gradevole odore resinoso e pepato.
In Messico, il Pepe rosa è noto come Anacahuita ed è utilizzato per la preparazione del Pulque, una bevanda alcolica considerata sacra.
Nelle Ande, invece, è chiamato Quechua de Gualeguay.
La Schinus molle è raffigurata in statue a carattere religioso e in numerosi idoli dei nativi amerindi dell’odierno Cile.
Esistono prove archeologiche che l’antico Impero Wari, durante il periodo del Medio Orizzonte (600-1000 d.C.), utilizzava ampiamente le drupe di Pepe rosa, per produrre Chicha de molle, una bevanda alcolica fermentata simile alla birra, preparata solitamente con mais, quinoa, manioca, ecc.
Ma se, miscelata con i semi di Vilca (Adenanthera colubrina), si preparava una Chicha maggiormente allucinogena.
Le sue bacche rosa/rosse vengono vendute come grani di pepe rosa e spesso miscelate con pepe commerciale.
Esse vengono usate per insaporire sciroppi, aceti e varie bevande in Perù; vengono aggiunte ai vini in Cile e sono usate come sostituti (o come adulteranti) del pepe nei tropici.
Il frutto e le foglie sono, tuttavia, potenzialmente velenosi per il pollame, i maiali e probabilmente i vitelli.
Bisogna comunque usarlo con cautela in quanto tossico ad alte dosi, soprattutto per i bambini.
Nelle Ande, le foglie sono utilizzate per preparare una tintura naturale gialla per i tessuti, pratica che risale all’epoca precolombiana.
Gli Incas usavano l’olio delle sue foglie nelle prime pratiche di mummificazione, per preservare ed imbalsamare i loro morti.
Il Pepe peruviano ospita la Bombycommorpha bifascia, “Bruco dell’Albero del pepe”, una falena le cui larve si cibano del fogliame.
Nella medicina popolare, questo albero è utilizzato come analgesico, antimicotico, antitumorale, antispasmodico, diuretico, antisettico topico e per trattare l’ipertensione, le ferite, le infezioni batteriche e l’asma.
Studi farmacologici hanno riportato diverse proprietà come sedativo, antinfiammatorio, antimicrobico, insetticida, antifungino.
Le lesioni alla corteccia dell’albero di Pepe rosa producono un’essudato resinoso (una gommoresina detta Resina Molle o Mastice Americano) la quale forma gocce bianco latte di dimensioni variabili, che con il tempo cambiano di colore per diventare giallo rossicce.
Masticandole si ammorbidiscono e rilasciano un sapore aspro ed amaro, con un retrogusto simile a quello del Cubebe, il Pepe di Giava, ed un odore sgradevole, e si usano come purgante o da masticare, mentre in Uruguay si usano per il controllo della fertilità, mal di denti, reumatismi e purgante.
In Esoterismo, il Pepe rosa è utilizzato nelle pratiche di Stregoneria, Santeria, Voodoo e Reiki per la pulizia spirituale e la rimozione delle influenze malvagie, come il malocchio, l’invidia ed anche per portare fortuna, prosperità e buona salute.
Esso viene utilizzato nella Magia dell’amore, per accendere la passione tra due persone o migliorare ciò che già c’è.
E’ utile negli incantesimi di allontanamento, protezione e per comunicare con i defunti.
In molte culture sudamericane,è amato per le sue proprietà legate ai vantaggi spirituali, che includono la sua capacità di respingere gli spiriti maligni, purificare il corpo e la mente ed incoraggiare lo sviluppo spirituale.
Le persone spesso vedono l’albero come un simbolo di protezione e lo usano in vari rituali e cerimonie.
Usato nelle pratiche spirituali come la meditazione e la preghiera, si pensa
che il profumo calmante e le proprietà purificanti, contribuiscano a creare un ambiente pacifico e positivo e che, quindi, possa aiutare a promuovere la crescita spirituale e migliorare l’intuizione.
Infatti, molti si sentono più rilassati ed a proprio agio, dopo aver trascorso del tempo vicino all’albero del Pepe rosa, il quale aiuta le persone a connettersi con il proprio lato spirituale, per acquisire un senso più profondo sul significato e sullo scopo della propria vita.
L’uso più popolare del Pepe rosa è quello di fumigare gli ambienti, in uno smudge insieme con Salvia bianca.
Infatti, con il profumo distinto e pulito della Salvia dovrebbe scacciare gli spiriti maligni, purificare la stanza dei malati, allontanare le energie negative.
Insieme sono considerati l’erba più potenti per purificare l’Aura, la casa, gli oggetti), per allontanare i demoni, le malattie ed il cattivo umore.
L’elisir di fiori permette di “prendere coscienza dei propri limiti” e di lavorare su di essi, ed è legato all’archetipo paterno.
Nelle Ande questo albero è considerato il rifugio dei morti ed è sconsigliato addormentarsi alla sua ombra; mentre in Bolivia, si dice che la gente metta ancora rami di Pepe rosa nelle bare.
I curanderos (guaritori) messicani utilizzano i rami di questo Pepe peruviano nelle Limpias, i loro rituali di guarigione: i rami vengono fatti passare lentamente sul corpo del paziente per assorbire il disturbo, dopodiché vengono bruciati.
I grani di Pepe rosa si mettono nei sacchetti Mojo, in ottima combinazione con le foglie di Ruta, per tenere lontano tutto ciò che di negativo possa avvicinarsi a chi li indossa.
Oppure, queste piccole bacche rosa si utilizzano per realizzare collane e braccialetti, sempre a scopo protettivo.
Nelle giungle dell’Honduras si trovano frequentemente pietre, che portano l’impronta fossile di piante, felci e foglie varie e, quelli che conservano una bella e chiara impronta dei grani di Pepe rosa sono amuleti molto ricercati.
PIANETA: Marte
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO:Ariete/Bilancia
CHAKRA:2, Svadhisthana (C. Sacrale)
Isobel Gowdie è considerata come una delle figure più influenti e più famose di Scozia, nella storia della Stregoneria del ‘600, ma andiamo con ordine…
Auldearn era sempre stato un sonnolento villaggio scozzese delle Highland, il tipo di posto da cui potresti passare senza nemmeno accorgertene.
Tuttavia, nel 1645, con la “Battaglia di Auldearn”, nella quale furono uccisi oltre 2.000 Covenanti*, attraversò un periodo turbolento, che gli fece guadagnare il suo posto negli annali dell’oscura storia della Scozia.
*I Covenanti erano i membri di un movimento politico e religioso sorto in Scozia nel XVII secolo, così chiamati, durante la Guerra civile inglese, in quanto seguaci del Covenant, una specie di professione di fede religiosa nazionale.
In seguito, nel 1662, Auldearn divenne teatro di una delle più bizzarre ‘Cacce alle Streghe’, con le confessioni di Stregoneria di Isobel Gowdie, tra le più straordinarie mai registrate.
Per la cronaca, non è stato facile passare le informazioni riguardanti Isobel Gowdie, in quanto probabilmente c’è più mito e fantasia che realtà.
Ma vediamo di saperne di più.
Isobel era una giovane ed attraente donna dai capelli rossi, sposata con John Gilbert, che non ha alcun coinvolgimento nel caso di Stregoneria, alla presumibile età di 15 anni, all’epoca età legale per contrarre matrimonio.
Però, l’età media per sposarsi in Scozia, durante questa epoca, era di ventisei o ventisette anni.
Si presume che, all’epoca dei fatti di seguito narrati, ella avesse un’età indicativa tra i 40 ed i 50 anni.
Isobel e suo marito vivevano a Loch Loy, circa due miglia a nord di Auldearn e, molto probabilmente suo marito era un bracciante agricolo, forse un contadino assunto da uno dei fittavoli del Laird of Park e Loch Loy, un certo John Hay.
Come casale, Hay aveva fornito alla coppia un cottage ed un appezzamento di terreno, dove Isobel aiutava il marito a vendere “manzo” e ragnatele di stoffa, per “argento a buon prezzo” al mercato locale.
Secondo i racconti, la donna trascorreva le giornate mungendo le mucche, cuocendo il pane, diserbando e filando.
Infatti, i registri locali dell’epoca indicano, che gli inquilini del Laird of Park coltivavano lino per la vendita.
Nonostante Isobel non fosse in grado di leggere o scrivere, possedeva una buona immaginazione e sapeva esprimersi in modo eloquente, cosa che probabilmente la distingue dagli altri processi alle Streghe dell’epoca, proprio per il volume della sua confessione.
La descrizione delle sue confessioni scivolò nell’oscurità per quasi duecento anni, fino a quando furono pubblicate nel 1833, in “Ancient Criminal Trials in Scotland” di Robert Pitcairn.
Sebbene le confessioni siano state rapidamente diffuse, i documenti originali sono scomparsi, venendo ritrovati solo due secoli dopo negli archivi nazionali della Scozia, in una scatola di carte non catalogata, un tempo appartenente al padrone di casa di Isobel, il Laird of Park.
Nel giro di un mese e mezzo, Isobel confessò quattro volte la sua Stregoneria.
1) 13 Aprile 1662: La donna descrive un incontro con il Diavolo, da lei organizzato, di notte nella chiesa di Auldearn. In quell’occasione, la donna ha rinunciato al suo battesimo e il Diavolo le ha messo un segno sulla spalla, succhiandole il sangue da essa. Inoltre, Isobel ha parlato di altri partecipanti al rito, tra cui Janet Breadhead e Margret Brodie. Ha menzionato di avere avuto rapporti sessuali con il Diavolo, che ha descritto come un “uomo grande, nero, massiccio” molto freddo. Questo essere aveva piedi biforcuti e spaccati, che occasionalmente erano coperti da scarpe o stivali. La donna ha spiegato che delle scope erano state poste sul suo posto nel letto accanto al marito, per impedirgli di notare che era lei fosse assente. Questa congrega mangiava e beveva il miglior cibo nelle case in cui arrivava, volando in aria su cavalli magici ed entrando dalle finestre. A Downie Hill erano stati intrattenuti dalla Regina delle Fate, conosciuta anche come la regina di Elphame. Inoltre, afferma di essersi trasformata in una taccola (uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei corvidi) e che altri membri della congrega si siano trasformati in gatti e lepri.
2) 3 Maggio 1662: In questa confessione, Isobel ricorda i soprannomi dei membri della sua congrega e di tutti gli spiriti che servono. Il suo stesso spirito servitore, vestito di nero, era conosciuto come il Read Reiver. In questa occasione, la donna rivendica la loro capacità di trasformarsi in animali, con canti individuali usati per trasformarsi in un gatto, cavallo o vari altri animali. Nel corso delle sue confessioni, ha pronunciato un totale di ventisette canti benevoli o malevoli, ovvero più che in qualsiasi altro caso di Stregoneria britannica.
3) 15 Maggio 1662: La trascrizione, come la sua prima e la seconda confessione, inizia descrivendo in dettaglio il suo patto con il Diavolo, dopo che lei lo ha incontrato nella chiesa di Auldearn. Continua, narrando come, mentre era nella forma di taccola, fosse inseguita da un branco di cani, quindi era corsa di casa in casa, finché non aveva avuto l’opportunità di pronunciare il canto, per trasformarsi di nuovo in un essere umano. Dice che, quando una Strega assumeva la forma di una lepre, i cani potevano morderla ma, mentre non potevano ucciderla quando era in fase Mutaforma, i segni dei morsi e le cicatrici sarebbero rimaste visibili una volta ripristinata la forma umana.
4) 27 Maggio 1662: Ultima confessione, nella quale Isobel sostanzialmente conferma le tre testimonianze precedenti, mentre il Tribunale tenta anche di ottenere maggiori informazioni sui membri della congrega, al fine di portare accuse contro di loro. A seguito delle dichiarazioni di Janet Breadhead ed Isobel Gowdie, 41 persone vengono state arrestate.
Naturalmente, Isobel non confessò di sua spontanea iniziativa, ma sembra che almeno sfuggì agli orrori della tortura giudiziaria o della tortura fisica illegale dell’epoca.
Pare probabile che sia stata sottoposta agli orrori della privazione del sonno, anche se si sospetta che possa anche aver subito un’umiliazione di fronte ad un ‘pungitore di Streghe’, uno che all’epoca era noto per essere attivo a Moray e che si chiamava John Dickson.
In seguito, si scoprì che il signor Dickson era in realtà una donna, di nome Christian Caddell, la quale fu deportata alle Barbados nel 1663, per il suo comportamento fraudolento.
Comunque, può apparire strano alla mentalità moderna, che qualcuno si potesse alzare spontaneamente in tribunale e confessare di aver stretto un patto con il Diavolo, o di aver eseguito un rituale o un incantesimo, causando la morte di un bambino, e così firmare la propria condanna a morte.
Eppure molti lo fecero…
Altri invece furono sottoposti alle torture in uso all’epoca:
˜ TORTURA GIUDIZIARIA- era l’applicazione della coercizione fisica nell’ambito del procedimento giudiziario, per estorcere una confessione, ma solo con il permesso concesso dal Privy Council (Consiglio privato di Sua Maestà). Ciò includeva anche l’uso di viti a testa zigrinata e lo stivale di ferro. La maggior parte dei casi di Stregoneria si svolgevano nei tribunali della Chiesa, che però non sono mai stati legalmente autorizzati ad usare la tortura diretta per ottenere una confessione. Nonostante ciò, è provato che i dispositivi di tortura erano usati illegalmente.
˜ MARCHIO DI STREGA O PUNGITORE- questo metodo era considerato legale e c’erano persone appositamente impiegate per ciò. Il pungitore doveva cercare come segno del Diavolo, un punto sul corpo della presunta Strega, in cui uno spillo poteva essere infilato senza sanguinamento o dolore. Ciò era visto come una prova che la Strega aveva stretto un patto con il Diavolo, ottenendo poteri per causare il “maleficium”. Il pungitore iniziava spogliando la vittima e radendola dalla testa ai piedi. Quindi si infilava più volte un oggetto (spesso era una rozza spilla fatta a mano, molto spessa e lunga molti centimetri) nelle carni della vittima, fino a trovare il punto giusto. A volte la vittima sveniva durante l’esperienza ed era incapace di gridare dal dolore. In altri casi, parti del corpo si martoriavano fino all’intorpidimento. E molto spesso, il pungitore di Streghe usava una lama retrattile, in modo che potesse sembrare che lo spillo fosse entrato nella carne dell’accusato, quando in realtà la lama era stata ritirata nell’asta del manico. La maggior parte delle vittime accusate erano donne, che venivano spogliate nude in pubblico e maneggiate su tutto il corpo, un umiliante abuso sessuale. Così tante confessavano pur di farlo smettere.
˜ PRIVAZIONE DEL SONNO- L’imputato era tenuto in isolamento e sorvegliato dalle guardie. Questa non era considerata una tortura, e probabilmente era il mezzo con cui la maggior parte degli accusati di Stregoneria furono dichiarati colpevoli. Uno degli effetti più pronunciati della privazione del sonno erano le allucinazioni.
˜ CONDIZIONI CARCERARIE DURE- Era inclusa la mancanza di cibo e calore, oltre ai vari maltrattamenti da parte delle guardie, comprese le percosse.
˜ VIOLENZA DELLA FOLLA
˜ MINACCIA DI UNA ESECUZIONE CRUDELE
Tra i vari racconti di Isobel circa le sue esperienze stregonesche, ce ne sono alcuni sulle Fate.
La donna ha affermato di essere andata sulla collina di Downie, e di aver banchettato con il re e la regina delle fate.
Il re era un simpatico uomo dalla faccia larga, mentre la regina era vestita con delle lenzuola bianche.
Quando era lì, Isobel si è spaventata molto per i “Tori d’acqua”, creature mutaforma che possono trasformarsi con sembianze umane, che ha incontrato.
Isobel, trasformatasi con sembianze di un corvo, poi si è intrufolata nelle cantine e nelle cucine dei castelli e delle case di quel luogo, per mangiare il loro cibo, rubare la birra dai barili ed eseguire rituali magici.
Ha affermato di aver viaggiato verso la “Casa degli Elfi”, dove ha visto giovani Elfi che intagliavano teste di frecce elfiche.
Lei e le sue compagne hanno fatto degli incantesimi con cannucce di mais poi, gridando “Cavallo e Cappello nel nome del diavolo!” sono volate in aria, sparando frecce di elfo ai passanti.
Poiché non avevano archi, le frecce venivano lanciate con un colpo sul pollice.
Isobel ha raccontato, che la sua congrega aveva ucciso molte persone con queste frecce, poiché la morte era inevitabile se si veniva colpiti da una di esse.
Inoltre, ha confessato di aver fatto almeno una trentina di incantesimi, tra cui quelli di trasferimento di malattia, in cui un individuo viene curato, deviando la sua malattia su qualcuno o qualcos’altro.
Isobel ha descritto un rituale, in cui una malattia è stata trasferita da un bambino stregato alla cintura della sua culla e poi su un gatto o un cane.
Ha narrato, quindi, di aver fatto anche rituali ed incantesimi per guarire le persone, tanto che parecchi la vedevano come una sorta di “donna saggia” che, in assenza di dottori, si dedicava alle esigenze mediche dei poveri.
Non esiste una documentazione circa l’esecuzione di Isobel, e non è una cosa insolita visto che, a quei tempi, circa il novanta per cento degli esiti dei processi alle Streghe scozzesi non veniva conservato con cura.
E’ molto probabile, comunque, che Isobel Gowdie e Janet Breadhead siano state giudicate colpevoli in un processo locale tenutosi a metà luglio poi, di conseguenzao al verdetto, siano state trasportate su un carro a Gallowhill, alla periferia di Nairn, dove sarebbero state strangolati e bruciate.
All’epoca si usava bruciare il corpo defunto di chi era ritenuta Strega, per evitare qualsiasi tipo di Stregoneria post mortem.
Inoltre, l’esecuzione doveva essere pubblica, con l’intera comunità costretta a partecipare, per testimoniare i fatti.
Isobel Gowdie ha raggiunto la notorietà anche in tempi moderni, essendo stata oggetto di numerose opere tra cui:
• La confessione di Isobel Gowdie (1990), un acclamato pezzo orchestrale di James Macmillan.
• L’amante del diavolo (1915), un romanzo di John Brodie-Innes.
• The Drowning Pond (2005), un romanzo di Catherine Forde.
• Isobel (1977), un romanzo di Jane Parkhurst.
• Night Plague (1994), un romanzo di Graham Masterton.
• The Witch of Auldearn (2007), un’opera teatrale di John Lawson.
• Isobel Gowdie (1972), una canzone dei Sensational Alex Harvey Band, dal loro album “Frame”.
Insomma, Isobel è diventata così famosa, non solo per la sua capacità di lanciare incantesimi e profetizzare, oltre a predire il futuro guardando nelle tazze da tè delle persone, o leggendo i palmi delle loro mani.
A volte veniva chiamata “Isobel dalla barba lunga”, per i suoi lunghi capelli bianchi, oppure “Green Lady” per la sua dimestichezza nel maneggiare ed utilizzare le proprietà delle piante.
Fatto sta, che il suo fantasma perseguita ancora l’area intorno ad Auldearn, come raccontano diverse testimonianze.
State attenti…
Una delle Streghe più famose nella storia della Virginia è Grace White Sherwood (1660–1740), chiamata la ‘Strega di Pungo’, l’ultima persona conosciuta per essere stata condannata per Stregoneria in questo Stato, nel più famigerato processo alle Streghe della Virginia coloniale, che ebbe luogo nella contea di Princess Anne, nel 1706.
Grace nacque in Virginia nel 1660, dal falegname John White e da sua moglie, Susan.
Intorno al 1680, quando Grace sposò il contadino James Sherwood, suo padre diede al suo nuovo genero cinquanta acri di terra.
Dopo la morte di White nel 1681, James Sherwood ricevette il resto della sua proprietà.
Gli Sherwood avevano tre figli, John, James e Richard, e vivevano a Pungo, una comunità nella contea di Lower Norfolk.
Nel 1698, Grace e suo marito fecero causa ai vicini John e Jane Gisburne, e Anthony ed Elizabeth Barnes, per diffamazione e calunnia.
L’accusa di questi vicini era che Grace aveva stregato a morte i loro maiali e maledetto i loro campi di cotone.
Elizabeth Barnes testimoniò, che Grace era andata da lei una notte e l’aveva cavalcata, uscendo poi dal buco della serratura, o dalla fessura della porta, come un gatto nero.
Gli Sherwood persero entrambi i casi di questi processi per diffamazione.
Nel 1701, James Sherwood morì e, quattro anni dopo, Grace fece causa a Luke ed Elizabeth Hill, per aggressione e percosse, ottenendo venti sterline di risarcimento.
Un anno dopo, Luke Hill e sua moglie accusarono Grace di Stregoneria, un reato penale.
Il processo della donna fu ritardato più volte; infine, la Corte incaricò una giuria di donne, di cercare in Grace i segni delle Streghe e luoghi in cui una Strega avrebbe potuto allattare il suo famiglio (leggi articolo: https://www.madameblatt.it/2020/11/11/famiglio-il-demone-delle-streghe/), un demone simile a un animale, che le era stato dato dal diavolo.
Le donne trovarono due di questi segni, ma il processo ancora non si svolse.
I giudici della Contea, infatti, avevano tentato di inoltrare il caso a un tribunale superiore, ma fu respinto.
Dopo un’indagine sulla casa di Grace Sherwood, i giudici della Contea ordinarono che fosse processata, utilizzando il controverso ‘test dell’acqua’ (Ordeal of water), per determinare la sua colpevolezza o innocenza.
Questo metodo, molto contrastato e dibattuto, al momento del processo alla Sherwood non era più utilizzato nei Tribunali europei.
Esso consisteva nel legare le braccia e le gambe dell’imputata e di gettarla in uno specchio d’acqua.
Si pensava che, se fosse affondata, era innocente, in quanto l’acqua è elemento puro ed avrebbe accolto un’anima innocente mentre, se avesse galleggiato, era colpevole, perché la sua anima impura era stata respinta.
In questo caso, i giudici presero diverse precauzioni, per garantire l’incolumità dell’accusata, somministrando il test, solo dopo che la stessa Grace ebbe acconsentito.
Questa prova, inoltre, fu posticipata dalla data originale, perché il tempo era stato molto piovoso e cattivo, quindi forse poteva mettere in pericolo la salute della donna.
Il 10 luglio 1706, alla quarantaseienne Grace furono legate braccia e gambe, e fu gettata in un ramo del fiume Lynnhaven.
Grace non affondò, riuscendo a sciogliersi dalle corde e, uscita dall’acqua, una speciale giuria femminile la perquisì nuovamente, alla ricerca di macchie e segni inusuali sul suo corpo.
Queste donne trovarono due segni neri sul corpo di Grace e, di conseguenza, fu condannata al carcere come Strega, in attesa di un altro processo.
Ma, in realtà, non esistono registrazioni di un secondo processo, anche se sembra che Grace Sherwood rimase in prigione per otto anni.
Comunque, nel 1708, la donna apparve davanti al Tribunale della contea, per pagare un debito e, nel 1714, presentò una petizione al Segretario della colonia, per il ripristino della sua terra.
La sua richiesta di reintegrazione fu accolta e visse il resto della sua vita nella sua fattoria di 144 acri.
Grace Sherwood è una leggenda locale in Virginia, dove è popolarmente conosciuta come ‘Strega di Pungo’ o ‘Strega della Virginia’.
Su di lei ci sono molte dicerie, alcune comprovate ed altre meno, che spiegano in un certo senso l’accanimento su questa donna.
Per esempio, nel 1869, lo scrittore W.C. Elam affermò che Grace Sherwood era una “negra”, e quindi le accuse contro di lei probabilmente derivano dall’intolleranza razziale e religiosa dell’epoca.
Altri scritti, invece, raffigurano Grace come una guaritrice, che possedeva familiarità con le erbe ed amica degli animali.
È stata anche descritta come abbigliata con vestiti da uomini, o così bella, da attirare l’attenzione degli uomini della comunità, facendo arrabbiare le loro mogli.
Oppure, si racconta che, in realtà, una serie di strani eventi affliggeva la contea di Princess Anne all’inizio del 1700.
I raccolti stavano morendo, le mucche producevano sempre meno latte e arrivavano tempeste e, mentre gli agricoltori lottavano, si dice che la terra degli Sherwood fosse fruttuosa e che i loro animali fossero sani.
Quindi, i vicini iniziarono a sparlare, anche perché pare che Grace fosse molto bella, volitiva e anticonformista per i tempi: la tempesta perfetta per suscitare voci di Stregoneria.
Oggi, diverse zone nell’area di Virginia Beach prendono il nome dal suo test dell’acqua, tra cui Witchduck Road e Witchduck Point, dove si sarebbe svolto il processo.
A Pungo, “la Strega” è un funzionario onorario dell’annuale ‘Festival della fragola’, che solitamente si teneva a fine maggio, ma sono famose anche alcune rievocazioni del ‘processo della strega di Sherwood’, nell’ambito della programmazione al Colonial Williamsburg, un museo di storia vivente e fondazione privata, presente nel quartiere storico di Williamsburg, in Virginia.
Il 10 luglio 2006, il governatore Tim Kaine ha ripristinato il buon nome di Grace Sherwood, trecento anni dopo il calvario delle accuse, che l’hanno condannata per Stregoneria.
Le Streghe, fin dai primi Cristiani in Europa, sono state percepite come esseri malvagi, con immagini di donne in varie forme, da megere malvagie dal naso verrucoso rannicchiate su un calderone di liquido bollente, ad esseri dalla faccia da vecchia schiamazzanti, che cavalcano nel cielo su scope con cappelli a punta.
La vera storia delle Streghe, tuttavia, è oscura e, spesso per loro, mortale.
Le prime Streghe erano persone che praticavano la Stregoneria, usavano incantesimi ed invocavano gli spiriti, per chiedere aiuto o per apportare cambiamenti.
Si pensava che la maggior parte delle Streghe fosse pagana e che fosse in combutta con il diavolo.
In realtà, molte erano semplicemente guaritrici naturali, o cosiddette “donne sagge”, la cui essenza della professione era stata fraintesa.
Una delle prime notizie di una Strega si trova nella Bibbia, nel libro di 1 Samuele, che si pensa sia stato scritto tra il 931 a.C. e il 721 a.C.
Racconta la storia di quando il re Saul cercò la Strega di Endor , per evocare lo spirito del profeta Samuele, morto per aiutarlo a sconfiggere l’esercito filisteo.
Anche nell’Antico Testamento si fa riferimento alle Streghe, come Esodo 22:18, che dice: “non permetterai che una strega viva“.
Ulteriori passaggi biblici mettono in guardia contro la divinazione, il canto o l’uso di Streghe, per contattare i morti.
L’isteria sulle Streghe prese davvero piede in Europa, durante la metà del 1400, quando molte donne accusate confessarono, spesso sotto tortura, una varietà di comportamenti malvagi.
Nel giro di un secolo, la caccia alle Streghe divenne comune e la maggior parte degli accusati, solitamente vedove o donne ai margini della società, veniva giustiziata, bruciando sul rogo o per impiccagione.
Tra il 1500 e il 1660 in Europa, soprattutto in Germania, furono messe a morte fino a 80.000 sospette streghe, e la maggior parte di loro erano donne ritenute in combutta con il diavolo e piene di lussuria.
Una curiosità da notare è che, in questa nazione, la maggior parte delle Streghe erano donne mentre, in Islanda, predominavano le Streghe maschi.
La pubblicazione del libro “Malleus Maleficarum“, (‘Il Martello delle Streghe’) scritta da due rispettati domenicani tedeschi nel 1486, probabilmente spinse la mania delle Streghe a diventare virale, essendo esso essenzialmente una guida su come identificare, cacciare ed interrogare le Streghe.
Un po’ prima, nel 1428 iniziò nel Vallese, in Svizzera , la prima Caccia alle Streghe sistematica europea, che durò otto anni e provocò la morte di 367 persone.
Per essere condannata, una persona doveva avere almeno tre vicini di casa o conoscenti, che dichiarassero pubblicamente di essere una Strega.
La maggior parte degli accusati nei processi alle Streghe vallesani erano contadini maschi.
Questi individui furono sottoposti a torture, in base alle quali venivano estorte confessioni riguardanti incontri con il Diavolo, che li avrebbe esortato a evitare la Messa e la confessione, in cambio della ricompensa della capacità di volare.
Altri confessarono di avere il potere di uccidere i loro vicini, o di trasformarsi in lupi mannari.
I condannati furono per lo più bruciati a morte, alcuni decapitati.
Le vittime erano legate ad una scala, che veniva posta in una pira.
Come ultima grazia, le autorità legavano sacchi di polvere da sparo al collo delle Streghe, per accelerare la loro morte tra le fiamme.
Probabilmente, la vittima più famosa del rogo per Stregoneria ed eresia fu Giovanna d’Arco, anche se non fu uccisa durante il periodo della mania della caccia alle Streghe, anzi, fu più una vittima della politica: l’accusa di Stregoneria fu semplicemente un modo conveniente per sbarazzarsi di lei.
La donna fu sottoposta dai suoi rapitori inglesi a 15 esami, sia pubblici che privati, prima di essere sottoposta a un processo in un tribunale ecclesiastico, che la dichiarò colpevole di eresia, dichiarando tra le altre cose, che “il veleno dell’eresia” aveva avuto un effetto trasformativo, trasformandola in un “membro di Satana”.
Quindi fu stabilito che Giovanna era una “bestemmiatrice contro Dio” e, quindi, fu bruciata sul rogo nel 1431 a Rouen, dove si dice che sia morta per inalazione di fumo, prima che le fiamme la consumassero.
Un’altra caccia terribile alle Streghe europee si svolse a Bamberga, in Germania, dal 1626 al 1631, in cui furono condannate 1000 persone e 900 furono bruciate sul rogo, alcune delle quali ebbero la fortuna di essere state prima decapitate.
Fu uno sterminio che non discriminava, uccidendo persone di tutte le età, generi e classi.
Ma cosa successe?
Nel 1626, alcune persone fecero una petizione alle autorità locali, chiedendo il motivo per cui Streghe e Maghi avessero inviato gelate per distruggere i loro raccolti.
Il principe-vescovo, Johann Georg Fuchs von Dornheim, avviò quindi un’indagine e, in poco tempo, una donna fu arrestata e confessò di aver causato il gelo.
Alla fine, il marito della donna accusata, Dorothea Flock riuscì a fuggire nella vicina Norimberga e presentò una denuncia all’imperatore, che intervenne.
Il principe-vescovo che aveva guidato i processi alle Streghe di Bamberga fu rimosso dalla sua posizione di potere, ma solo dopo aver realizzato un profitto molto generoso, sequestrando le terre di coloro che cercava di distruggere.
Johann Georg Fuchs von Dornheim fu sostituito nel 1631, cosa che pose così fine ai processi alle Streghe di Bamberga.
In questa caccia alle Streghe, la tortura era usata senza restrizioni, risultando non solo nelle confessioni, ma anche nell’estorsione di nuovi nomi.
Infatti, sotto tortura, gli imputati confessavano di aver partecipato ai Sabbath delle Streghe, alla magia malvagia e ai rapporti sessuali con Satana e i suoi tirapiedi.
Nel 1627, fu addirittura costruito un edificio speciale, la ‘Casa delle Streghe’, per contenere tutte le vittime di questa terribile caccia, nel quale i metodi di tortura usati, per estorcere confessioni e accuse alle vittime, includevano l’uso di viti a testa zigrinata, morse per le gambe e lo ‘Strappado’.
Lo Strappado era un metodo di tortura inventato in Italia ed usato anche contro Girolamo Savonarola e Niccolò Machiavelli, che comprendeva tre varianti, tutte inimmaginabilmente orribili.
Nella prima, la vittima aveva le braccia legate dietro di sé, con una spessa corda legata intorno ai polsi ed attaccata a una trave o gancio sul soffitto.
Il boia quindi tirava semplicemente la corda, in modo che il condannato fosse sollevato verso l’alto dalle mani, causando un’agonia intollerabile e di solito lussazione delle braccia e delle spalle.
Al corpo potevano essere aggiunti pesi, per rendere il dolore ancora più forte e, coloro che riuscivano a sopravvivere, spesso rimanevano paralizzati o subivano danni ai legamenti irreparabili.
La seconda variante era simile alla prima, ma incorporava una serie di brusche cadute da una grande altezza, provocando sobbalzi dolorosi, rottura delle spalle.
La terza variante legava le mani in avanti ed attaccava un peso massimo alle caviglie legate, provocando anche la lussazione delle gambe.
All’epoca, esistevano diversi modi per identificare una Strega, uno di questi era che una persona avesse un qualsiasi segno sulla pelle, come un neo, una macchia dell’età o una voglia, cosa molto comune, in realtà.
Questi erano visti come un segno del Diavolo e che la Strega li usasse per allattare il suo ‘famiglio’ (leggi articolo: https://www.madameblatt.it/2020/11/11/famiglio-il-demone-delle-streghe/), un demone che aiutava la strega nelle loro azioni malvagie, travestito da animale domestico come un gatto o un cane.
Un altro metodo, per identificare una Strega, era pungerla con degli spilli: se non sanguinava, era un segno sicuro che fosse sotto il controllo del Diavolo.
Alcuni cacciatori di Streghe senza scrupoli usavano una spilla retrattile, quindi ancora una volta l’accusato non aveva speranza di superare questa prova.
Altro metodo era prendere di mira uomini e donne, che avevano poteri curativi usando la fitoterapia, oppure il famoso “Nuoto delle Streghe“, durante il quale l’imputato veniva spogliato e gettato in uno specchio d’acqua, con una corda legata intorno alla vita.
Se le acque avessero respinto la persona, facendola galleggiare, era sicuramente affiliata al Diavolo, quindi una Strega.
Se fosse, invece, affondata, sarebbe stata tirata fuori dall’acqua, usando la corda intorno alla vita.
Ma, sfortunatamente, molte persone annegarono in questo modo.
Man mano che l’isteria delle Streghe diminuiva in Europa, crebbe nel Nuovo Mondo, che stava vacillando per le guerre tra francesi e britannici, un’epidemia di vaiolo e la continua paura degli attacchi delle vicine tribù di nativi americani.
Il più caso più famoso si riferisce agli eventi di Salem, nel 1692, che furono solo un capitolo di una lunga storia di cacce alle Streghe, iniziata in Europa tra il 1300 e il 1330, e terminata alla fine del XVIII secolo, con l’ultima esecuzione nota per Stregoneria, avvenuta in Svizzera nel 1782.
Circa tre quarti di quelle cacce alle Streghe europee si sono svolte nella Germania occidentale, nei Paesi Bassi, in Francia, nell’Italia settentrionale e in Svizzera.
Si ritiene, in linea di massima, che circa 110.000 persone in totale siano state processate per Stregoneria e circa 50.000 siano state giustiziate.
Le Streghe erano considerate seguaci di Satana, le quali avevano barattato le loro anime per la sua assistenza.
Si credeva, che esse impiegassero i demoni per compiere azioni magiche, che passassero dalla forma umana a quella animale, o da una forma umana all’altra, che gli animali agissero come i loro “spiriti familiari” e che cavalcassero nell’aria di notte, per incontri segreti e orge.
Sicuramente, alcuni individui adoravano realmente il diavolo e tentavano di praticare la Stregoneria con intenzioni dannose, ma spesso queste cacce si basavano su supposizioni.
Il processo di identificazione delle Streghe, infatti, iniziava con sospetti o voci, ai quali seguivano accuse, spesso sfociate in condanne ed esecuzioni.
I processi alle Streghe e le esecuzioni di Salem sono avvenute come il risultato di una combinazione di politica della Chiesa, faide familiari e bambini isterici, il tutto svolto in un vuoto di autorità politica.
Ma ecco la storia.
Alla fine del XVII secolo, la città di Salem era come divisa in due: da una parte, una vivace comunità portuale orientata al commercio nella baia del Massachusetts, conosciuta come Salem Town, che si sarebbe evoluta nella moderna Salem e, nell’entroterra a circa 16 km, una piccola e povera comunità agricola di circa 500 persone, conosciuta come Salem Village.
Nello stesso villaggio esisteva un notevole divario sociale, che era esacerbato da una rivalità tra le sue due famiglie principali, con continui litigi sulle proprietà: i benestanti Porters, che avevano forti legami con i ricchi mercanti di Salem Town, e i Putnam, che cercavano una maggiore autonomia per il villaggio ed erano i portabandiera delle famiglie contadine meno prospere.
Nel 1689, sotto l’influenza dei Putnam, Samuel Parris, un mercante di Boston diretto alle Barbados, divenne il pastore della chiesa congregazionale del villaggio, portando con sé sua moglie, i loro tre figli, una nipote e due schiavi originari delle Barbados: John Indian, un uomo, e Tituba, una donna.
Parris aveva negoziato astutamente il suo contratto con la congregazione, cercando un compenso maggiore, inclusa la proprietà della canonica, cosa che non andava bene a molti membri della congregazione.
Anche la teologia e la predicazione puritana ortodossa di Parris divisero la congregazione, una divisione che, durante il processo Salem, si divise in fazioni pro e anti-Parris.
Probabilmente condizionati dai racconti Voodoo narrati loro da Tituba, Betty, la figlia di Parris di 9 anni, sua nipote Abigail Williams di 11 anni e la loro amica Ann Putnam, di circa 12 anni, iniziarono a dedicarsi alla predizione del futuro.
Nel gennaio 1692, il comportamento sempre più strano di Betty ed Abigail finì per includere urla, suoni strani, lancio di oggetti, contorsione dei loro corpi e lamentele su sensazioni di essere morse e pizzicate.
Gli storici, che per anni hanno studiato questa storia, ipotizzano che ciò fosse dovuto ad una combinazione di asma, encefalite, malattia di Lyme, epilessia, abusi sui minori, psicosi delirante o ergotismo convulsivo.
L’ergotismo è una malattia causata dal mangiare pane o cereali a base di segale, che è stato infettato dal fungo della segale cornuta, che può provocare vomito, soffocamento, convulsioni, allucinazioni e la sensazione di qualcosa che striscia sulla pelle.
Per farci un’idea, l’LSD è un derivato della segale cornuta.
Questo strano comportamento si diffuse ad altre ragazze e giovani donne della comunità, così simile a quello dei figli di una famiglia di Boston che, nel 1688, si credeva fossero stati stregati.
A febbraio, incapace di spiegare il loro comportamento dal punto di vista medico, il medico locale, William Griggs, attribuì la causa al soprannaturale così, su suggerimento di un vicino, Tituba preparò una “torta delle streghe“, con l’urina delle vittime, per cercare di scovare l’autore soprannaturale della malattia delle ragazze.
Questo atto indignò il pastore Parris, che lo vide come un atto blasfemo.
Betty ed Abigail affermarono di essere state stregate da Tituba e da altri due membri emarginati della comunità, ovvero una mendicante irascibile, Sarah Good, e Sarah Osborne, un’anziana donna costretta a letto.
Il mese successivo, due magistrati di Salem Town, John Hathorne e Jonathan Corwin, si recarono nel villaggio, per condurre un’inchiesta pubblica.
Le due accusate si incolparono a vicenda, oltre a rivendicare la propria innocenza.
Tituba, dopo essere stata ripetutamente tormentata, confessò ai magistrati ciò che essi volevano sentire: che era stata visitata dal diavolo e aveva fatto un patto con lui, oltre a descrivere gli incontri con gli animali famigli di Satana e con un uomo alto e scuro di Boston, che l’aveva invitata a firmare il ‘Libro del Diavolo’, in cui c’erano scritti i nomi di Sarah Good e Sarah Osborne, insieme a quelli di altri sette.
A quel punto, i magistrati ebbero non solo una confessione, ma anche la prova della presenza di più Streghe nella comunità, e l’isteria aumentò.
Infatti, altre ragazze e giovani donne iniziarono ad avere accuse, tra cui Ann Putnam, sua madre, sua cugina, Mary Walcott, e la serva dei Putnam, Mercy Lewis.
Furono accusati di Stregoneria anche membri onesti della comunità, come Rebecca Nurse, una donna matura di una certa rilevanza sociale.
Da quel momento in poi, in dozzine di casi, la maggior parte degli accusati si rivelarono nemici dei Putnam.
Mettendo fine a settimane di udienze informali e reclusione, a maggio del 1692, il governatore della colonia del Massachusetts, Sir William Phipps, ordinò la convocazione di una corte ufficiale del tribunale penale a Salem Town, presieduta da William Stoughton e composta da sette giudici.
Gli imputati, senza avvocato difensore, erano aggravati dall’esistenza di “prove spettrali“, cioè affermazioni da parte delle vittime di aver visto e di essere state attaccate, con pizzichi, morsi, distorsioni, dagli spettri dell’accusato, che altri non erano che Satana.
Coloro che confessarono, o che nominarono altre streghe, furono risparmiati dalla vendetta della Corte, a causa della convinzione puritana che avrebbero ricevuto la loro punizione da Dio.
Coloro che, invece, insisterono sulla loro innocenza, furono martoriati.
E, coloro che nella comunità pensavano che fosse tutto uno sbaglio, una crudeltà fondata sul nulla, rimasero muti, temendo che sarebbero stati puniti per aver sollevato obiezioni al procedimento con l’accusa di Stregoneria.
La prima ad essere condannata per Stregoneria, nonostante si fosse sempre proclamata innocente, fu Bridget Bishop, la quale fu impiccata il 10 giugno 1692, sulla forca che divenne nota come ‘Gallows Hill’, nel villaggio di Salem.
In seguito furono impiccate altre cinque persone condannate, tra cui Sarah Nurse e Sarah Good.
Quest’ultima rispose alla sua condanna, dicendo che ‘non era una Strega più di quanto il giudice fosse un mago…‘
Addirittura, il ministro precedente della chiesa nel villaggio di Salem, George Burroughs, fu convocato dal Maine ed accusato di essere il capobanda delle Streghe, venendo condannato e, insieme ad altri quattro, impiccato il 19 agosto.
Mentre era in piedi sulla forca, egli recitò perfettamente il ‘Padre Nostro’, cosa che nessuna Strega era in grado di fare, sollevando in alcuni dubbi sulla sua colpevolezza.
Le impiccagioni continuarono e, altra cosa agghiacciante, fu ucciso anche un uomo ottantenne, accusato di stregoneria, il quale, rifiutando la colpevolezza, fu prima sottoposto a ‘peine forte et dure’ (punizione forte e dura) e pressato sotto pesanti pietre per due giorni, fino alla morte.
Le accuse di Stregoneria si diffusero anche ad individui di altre comunità, tra cui Beverly, Malden, Gloucester, Andover, Lynn, Marblehead, Charlestown e Boston, anche se cambiò la metodologia, da ‘prove spettrali’ a ‘prove dirette’.
Ciò accadde nel momento in cui, la stessa moglie del giudice Phipps fu accusata di Stregoneria e, da quel momento, egli cambiò la tipologia anche del tribunale, istituendo una Corte Superiore di Giustizia, con la quale iniziarono ad essere condannate poche persone, rispetto a quelle incriminate.
Negli anni successivi ci furono atti di pentimento individuali ed istituzionali da parte di molte persone, che erano state coinvolte nei processi, alcune delle quali riconobbero pubblicamente i propri errori.
Nel 1702 il Tribunale dichiarò l’illegittimità dei processi e circa 22, delle 33 persone che erano state condannate, furono discolpate nel 1711 dal Commonwealth del Massachusetts, il quale pagò anche circa 600 sterline alle famiglie delle vittime.
Nel 1957 lo stato del Massachusetts si scusò formalmente per i processi anche se, solo nel 2001, gli ultimi 11 condannati sono stati completamente esonerati.
In Europa, invece, sembra che l’ultimo processo ufficiale alle Streghe potrebbe aver avuto luogo in Polonia nel 1775.
Il processo alle Streghe di Doruchów iniziò, dopo che i membri della comunità avevano chiesto ai funzionari di un villaggio vicino, di indagare sulle prove dell’esistenza della Stregoneria.
Si racconta che, quindi, 14 donne furono arrestate, dopo essere state accusate di aver usato la magia per fare del male alla moglie di un nobile locale.
Tre di queste donne morirono dopo essere state torturate, mentre le restanti furono bruciate sul rogo.
Questo processo alle Streghe è accreditato da alcuni storici, come all’origine del divieto del Governo polacco del 1776, della tortura e dei processi alle Streghe.
L’ultima persona giustiziata per Stregoneria in Europa, fu una donna di nome Anna Göldi, morta all’età di 48 anni.
Anna, nata nel cantone San Gallo, in una famiglia povera, aveva avuto un figlio illegittimo con un mercenario, bimbo che morì durante l’infanzia.
La donna fu accusata di aver ucciso il suo bambino, quindi fuggì in un altro Cantone, trovando lavoro al servizio di una famiglia benestante.
In seguito, le figlie del suo datore di lavoro l’accusarono di aver trovato aghi nel suo latte, o di aver vomitato oggetti metallici.
Quindi Anna perse il lavoro e, in seguito il suo datore di lavoro l’accusò di Stregoneria.
Sotto tortura, Anna confessò, fu dichiarata colpevole e decapitata.
Molto più tardi, però fu rivelato che la donna aveva avuto una relazione con il suo datore di lavoro e, quando lo aveva minacciato di rivelarlo, lui si era vendicato con un’accusa di Stregoneria.
Oggi, Anna Göldi è ricordata come “Ultima Strega” morta in Europa, nel 1782.
“Non c’è più bisogno di andare all’Inferno per evocare il Diavolo.
Cerca, e la Terra provvederà!
Ora non mi rivolgo più a un fuoco ardente
Scegliendo braci ardenti su fiamme ardenti,
il mio rimorso vince la notte”
In tutte le religioni del Mondo, il Diavolo (o Demonio, o Maligno) è un’entità soprannaturale o spirituale, solitamente malvagia, distruttrice e menzognera, spesso contrapposizione di un Dio, Angelo, Bene o Verità.
Chiamato anche Satana, Belzebù, Lucifero, Mefistofele, Signore delle Mosche, Anticristo, Padre della Menzogna, Moloch (a seconda delle diverse culture), è ovunque la personificazione del male e la nemesi delle brave persone.
La sua immagine e la sua storia si sono evolute nel corso degli anni, sia per i diversi nomi attribuitigli che per le varie descrizioni fisiche, tra cui corna e piedi con zoccoli.
Ma è fatto evidente che questo essere malvagio, con la sua legione di demoni, continua a incutere timore nelle persone di ogni ceto sociale, come l’antitesi di tutte le cose buone.
Presente in tante religioni, nel Cristianesimo ha un grande ruolo come avversario di Dio e del suo popolo.
Nel Libro della Genesi della Bibbia, appare come il serpente che convinse Eva che, a sua volta convinse Adamo, a mangiare il frutto proibito, la mela, dall’Albero della Conoscenza nel Giardino dell’Eden.
Secondo la storia, dopo che Eva diventò succube degli allettamenti del Diavolo, lei e Adamo furono banditi dal Giardino dell’Eden e condannatialla mortalità.
Dal Libro di Isaia, si evince che Diavolo, una volta, fosse un bellissimo angelo di nome Lucifero che, sfidando Dio, cadde in disgrazia.
Ma alcuni studiosi della Bibbia affermano che Lucifero non sia un nome proprio, ma una frase descrittiva che significa “stella del mattino“.
Nonostante ciò, questo nome è rimasto ad indicare il Diavolo.
Troviamo questa figura anche nel Nuovo Testamento, in cui Gesù e alcuni Apostoli avvertono le persone di stare all’erta per le astute lusinghe del Diavolo, che le porterebbero alla rovina, così come la tentazione rivolta a Gesù stesso, al quale viene chiesto di “inchinarsi e adorarlo” in cambio di ricchezze e gloria.
Nel Buddismo, Māra è il demone che tentò Buddha lontano dal suo sentiero d’illuminazione, ma egli gli resistette, sconfiggendolo.
Nell’Islam, il Diavolo ribelle è Shaytan, mentre nel Giudaismo, solitamente Satana una parola, che si riferisce ad una difficoltà o tentazione da superare.
In tutto il Mondo e in tutte le religioni, solitamente il Diavolo è sinonimo di paura, punizione, negatività e immoralità.
La sua figura è associata all’Inferno, che la Bibbia chiama un ‘luogo di fuoco eterno’ preparato per il Diavolo e i suoi angeli.
Tuttavia, la Bibbia non afferma che il Diavolo regnerà sull’Inferno, ma solo che alla fine sarà bandito in quel luogo.
Nella Divina Commedia di Dante, invece, si narra che Dio creò l’Inferno, quando scacciò il Diavolo e i suoi demoni dal cielo con una tale potenza, che crearono un enorme buco al centro della Terra.
La paura del Diavolo è in gran parte responsabile dell’isteria contro le Streghe dell’Europa e del New England nei secoli XVI e XVII, quando Protestanti e Cattolici accusarono molte persone di praticare la Stregoneria e di fare accordi con il Diavolo.
Nelle prime colonie del New England, i Puritani erano letteralmente terrorizzati dal Diavolo, credendo che avesse dato poteri alle Streghe e ai loro seguaci.
Ciò dette origine ai famigerati processi alle Streghe di Salem, nel Massachusetts.
Infatti, tra il 1692 e il 1693, la paura verso gli estranei, l’ignoto e della ‘magia del Diavolo’, portò i Puritani ad accusare di Stregoneria almeno 200 persone, delle quali una ventina vennero giustiziate.
Durante il periodo medievale, il Diavolo veniva raffigurato comunemente simile a un drago.
Ad esempio, secondo quanto riferito, un antico papa noto come San Silvestro uccise un drago diabolico, impressionando un gruppo di sacerdoti pagani e confermando la fede cristiana dell’imperatore romano Costantino.
Tuttavia, non solo le creature mitiche erano spesso associate al Diavolo durante il periodo medievale, lo erano anche gli animali reali.
Secondo molte rappresentazioni medievali, il Demonio ha caratteristiche animalesche, inclusi gli iconici zoccoli, code, artigli e persino mani palmate.
Le illustrazioni di un manoscritto francese del XIV secolo, chiamato ‘Smithfield Decretals’, mostrano il Diavolo con parti del corpo di animali e lo raffigurano come una bestia enorme.
Ma esistono anche raffigurazioni di volpi, orsi, leoni e molti altri animali, con connotazioni che possono significare quelle attribuite al Diavolo.
Per esempio, un chiaro legame tra Satana e le capre si trova nel mosaico della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, costruito alla fine del VI secolo.
In questo mosaico, l’angelo azzurro alla sinistra di Gesù sta dietro a tre capre, mentre l’angelo alla destra di Gesù è unito da tre pecore.
Tra le varie interpretazioni, è interessante quella che afferma che il legame tra Satana e la capra derivi dall’associazione del Diavolo con le divinità della fertilità del mondo sotterraneo, che i Cristiani rifiutavano come demoni.
Insieme ad altri Dei pagani, questi idoli cornuti erano particolarmente temuti “a causa della loro associazione con il deserto e con la frenesia sessuale” (cit. Jeffrey Burton Russell).
Sotto l’influenza dello Gnosticismo e del Manicheismo (religione sincretista fondata da Mani, un profeta persiano del III secolo), ci fu la demonizzazione dell’intero regno inerente il sesso.
Infatti, questo iniziò ad apparire come la speciale sfera tentatrice del Diavolo e, nell’attività sessuale, il ruolo dello strumento di seduzione diabolica spettava alla donna.
Queste tendenze rimasero una corrente sotterranea permanente nella Chiesa e determinarono, in larga misura, la comprensione del peccato e della redenzione.
Quindi, Satana rimase il prototipo del peccato, come il ribelle che non viene a patti con l’adempimento della sua somiglianza con Dio, nell’amore per la sua immagine originale e Creatore, ma desidera invece l’uguaglianza con Dio e pone l’amore di sé davanti all’amore di Dio.
Comunque sia, o un angelo caduto o uomo barbuto di colore rosso con le corna, l’aspetto del Principe delle Tenebre è stato reinventato molte volte.
La figura satanica di oggi è il risultato di secoli di arte, letteratura e teatro, che scolpiscono una personificazione del male.
Durante il XX secolo, il Diavolo ha continuato a essere reinventato da scrittori e registi, mettendolo nelle vesti di misteriosi sconosciuti, intelligenti uomini d’affari e persino bambini, come nel film horror del 1976 “The Omen“.
Nel 1936, lo scrittore americano Stephen Vincent Benet scrisse “Il diavolo e Daniel Webster“, in cui il personaggio di Mr. Scratch (Satana) combatte per il suo diritto all’anima di un uomo in un tribunale.
Nel romanzo del 1966 ‘Il maestro e Margherita’, di Mikhail Bulgakov, il Diavolo appare come uno sconosciuto intelligente ma riservato, accompagnato da un gatto parlante, così come nel film del 1987 “Angel Heart“, Robert de Niro interpreta Louis Cyphre (Lucifero), un uomo d’affari ben vestito ma criptico.
Nel film del 1997 “L’avvocato del diavolo“, Al Pacino interpreta Lucifero, come capo di uno studio legale di New York City.
L’adorazione della figura del Diavolo, ha dato vita al Satanismo, una religione moderna, in gran parte non teista, basata su interpretazioni letterarie, artistiche e filosofiche della figura centrale del male e sulla fede ed adorazione del Diavolo.
Questa dottrina era tradizionalmente basata sulla ‘messa nera’, un’interpretazione corrotta dell’Eucarestia cristiana, ed evocazioni magiche rituali di Satana.
Fin dal 1600, i culti satanici erano stati documentati in Europa e nord America ma essendo difficile rintracciare le loro radici precedenti, gli uomini di Chiesa cattolici romani, come accennavo prima, attribuirono prontamente il Satanismo alle Streghe, agli Eretici (Bogomili, Catari, Gnostici), ma queste accuse si basavano principalmente su ‘confessioni’ estorte con torture e fuoco, nei famosi Tribunali dell’Inquisizione.
Ma fu solo nel 1966, che Anton LaVey (esoterista, musicista e scrittore statunitense) fondò una Chiesa satanica ufficiale che, insieme ad altri movimenti satanici moderni, celebrava Satana non come un dio, ma come un simbolo di presunti valori morali anticristiani, o come un principio di vita precristiano, i cui adoratori potevano essere atei, deistici o agnostici.
Gli incontri dei seguaci erano basati sui rituali, incorporando spettacoli teatrali, costumi e musica e Lavey divenne noto come il ‘Papa Nero’.
Nel 1969, egli pubblicò la ‘Bibbia satanica’, riunendo il suo mix personale di magia nera e concetti occulti, filosofia secolare e razionalismo e al ridicolo anticristiano, in saggi che sottolineano l’autonomia umana e l’autodeterminazione di fronte a un Universo indifferente.
La Bibbia satanica ha dato alla sua Chiesa una reputazione nazionale ed è servita come un forte veicolo per la sua significativa crescita.
A contendersi il primato come primo movimento ufficiale sul Satanismo, fu il barbiere dell’Ohio e medium spirituale part-time Herbert Sloane, il quale nel 1969 affermò di aver fondato, nel 1948, la prima organizzazione satanista, la Congrega di Nostra Signora di Endor dell’Ophite Cultus Sathanas.
Sloane descrisse il suo gruppo come focalizzato sugli aspetti metafisici di Satana che, oltre ai servizi di comunione, offriva caffè e ciambelle, per socializzare.
Per competere con il movimento di Lavey, aggiunse donne nude alle riunioni.
Il leggendario occultista Aleister Crowley considerava Satana simbolicamente, come che forniva l’anima e la ribellione all’Universo e le sue idee erano influenti nel Satanismo.
Una propaggine dei seguaci di Crowley fu il gruppo tedesco Fraternitas Saturni nel 1926, il cui fondatore Gregor A. Gregorius (Eugen Grosche) scrisse ‘Satanische Magie’, che inseriva Satana all’interno del sistema astrologico del gruppo.
Fraternitas Saturni esiste ancora e gli scritti di Gregorius sono ancora utilizzati nella pratica satanista.
Negli anni ’70 in Inghilterra nacque ‘Ordine dei Nove Angoli’, che praticava un Satanismo incentrato sull’occulto con le cospirazioni UFO e l’Antisemitismo.
Rimane difficile comunque tener conto di tutti i movimenti nati intorno alla figura del Diavolo perché, man mano che la Chiesa di Satana cresceva di dimensioni, si svilupparono spaccature interne, portando alcuni membri a separarsi per avviare i propri rami.
Negli anni ’80 parecchi nacquero diversi movimenti che sembra praticassero i loro culti, abusando sistematicamente dei bambini nei rituali e commettendo omicidi diffusi.
Uno tristemente famoso è quello dei ‘Bambini di Satana’, fondato da Marco Dimitri in Italia nel 1982, il quale fu condannato per abusi sui minori, ma successivamente scagionato.
Nel 2013, il musicista heavy metal ed ex membro dell’Ordine dei Nove Angoli, Michael Ford, ha fondato la ‘Greater Church of Lucifer’, aprendo il primo Satanic Temple pubblico a Houston due anni dopo.
I suoi seguaci sono chiamati Luciferiani.
Satanic Temple è in pratica un grande simbolo dei movimenti satanisti, e ha attirato l’attenzione per la prima volta nel 2013, con un raduno satirico contro il governatore della Florida Rick Scott, diventando poi rapidamente un gruppo più organizzato.
I cofondatori di Ford, Lucien Greaves e Malcolm Jarry, hanno caratterizzato la creazione del Tempio come una reazione all’incapacità della Chiesa di Satana di “manifestarsi in un’organizzazione rilevante nel mondo reale”.
Ne parlano come una religione non teista, che abbraccia il Diavolo come forma simbolica di ribellione, dedicandosi all’azione politica incentrata sulla separazione tra Chiesa e Stato, sull’uguaglianza religiosa e sui diritti riproduttivi.
Nel 2016, è stata aperta una sede fisica del Tempio a Salem, nel Massachusetts, e, tre anni dopo, questo movimento è stato riconosciuto come religione dal Governo degli Stati Uniti.
Oggi è talmente cresciuto, da includere circa 20 templi in tutto il Nord America, oltre ad essere al centro dell’attenzione, grazie a documentari e pubblicazioni.
Insomma, i movimenti satanisti odierni, poco hanno a che fare con l’adorazione del Diavolo, si possono invece definire atei, proiettati verso ideali libertari della libertà di indulgere, mescolati con un pizzico di pragmatismo machiavellico.
Fondamentali sono le 11 Regole del Satanismo:
1-Non dare opinioni o consigli, a meno che non ti venga chiesto.
2-Non raccontare i tuoi problemi agli altri, a meno che tu non sia sicuro che vogliano ascoltarli.
3-Quando sei nella dimora di un altro, mostragli rispetto, altrimenti non andarci.
4-Se un ospite nella tua dimora ti infastidisce, trattalo crudelmente e senza pietà.
5-Non fare avance sessuali, a meno che non ti venga dato il segnale di accoppiamento.
6-Non prendere ciò che non ti appartiene, a meno che non sia un peso per l’altra persona e non chieda di esserne sollevato.
7-Riconosci il potere della magia se l’hai impiegato con successo per ottenere i tuoi desideri. Se neghi il potere della magia, dopo averla invocata con successo, perderai tutto ciò che hai ottenuto.
8-Non lamentarti di nulla a cui non devi sottoporti.
9-Non danneggiare i bambini piccoli.
10-Non uccidere animali non umani, a meno che non vieni attaccato, o per il tuo cibo.
11-Quando si cammina in un territorio aperto, non disturbare nessuno. Se qualcuno ti dà fastidio, chiedigli di smettere. Se non si ferma, distruggilo…
Negromanzia deriva dal greco “nekromantéia” = “predire con i morti”, in seguito evolvendosi in Necromanzia o anche Psicomanzia (dal greco psycho= anima).
Essa è una pratica di Magia, spesso definita nera, che coinvolge la comunicazione con il defunto, per evocare il suo spirito sotto forma di apparizione, visione, a scopo di divinazione, per predire eventi futuri, scoprire conoscenze nascoste, riportare in vita qualcuno o usare i morti come un’arma.
A volte Negromanzia è stata anche indicata come “Magia della Morte“, termine che può anche essere usato a volte in un senso più generale, per riferirsi quindi alla Magia nera o Stregoneria.
Ma prima di continuare, tengo a precisare che la Negromanzia è separata con una linea sottile dalla Demonologia e dall’Evocazione.
La Negromanzia è comunicare con gli spiriti dei morti, NON con gli spiriti maligni dell’Evocazione e della Demonologia.
La Negromanzia era molto diffusa nel mondo antico e la sua pratica esiste fin dalla Preistoria, passando per gli Assiri, i Babilonesi, gli Egizi, i Greci, i Romani e gli Etruschi.
Inizialmente era correlata allo Sciamanesimo e, molto probabilmente, si è evoluta da esso, visto che richiama spiriti come le anime degli antenati.
I negromanti classici si rivolgevano ai morti in “un misto di squittii acuti e bassi ronzii”, paragonabili ai mormorii udibili in stato di trance degli sciamani.
Probabilmente, potremmo considerare l’Odissea di Omero, come il più antico resoconto letterario sulla Negromanzia, in quanto narra della potente maga Circe, che inviò Ulisse negli Inferi, per ottenere informazioni sul suo imminente viaggio verso casa, risvegliando gli spiriti dei morti, attraverso l’uso di incantesimi che la stessa maga gli aveva insegnato.
In particolare, Ulisse voleva invocare ed interrogare lo spettro del veggente Tiresia, affinché gli indicasse la strada del ritorno.
Infatti, benché morto e residente nell’Ade, Tiresia conservava, a differenza degli altri spettri, una propria identità e le proprie capacità mentali.
Nell’Odissea ci sono molti riferimenti descrittivi dei rituali negromantici: i riti sono eseguiti intorno a una fossa con il fuoco, durante le ore notturne e Ulisse segue una ricetta specifica, che include il sangue di animali sacrificali, per preparare una libagione per i fantasmi, da bere mentre recita preghiere, sia per i fantasmi che per gli Dei degli inferi.
A quei tempi, i “Necromanteion”, o “Oracoli dei Morti”, erano templi specificamente dedicati alla Negromanzia.
Erano luoghi in cui i fedeli venivano a parlare con i loro antenati defunti, credendo che i luoghi sacri fossero la porta dell’Ade, inteso sia come divinità che il luogo dei morti.
Probabilmente, il Necromanteion di Ephyra era il più importante.
Nell’Odissea di Omero, il Necromanteion è anche descritto come l’ingresso attraverso il quale Ulisse iniziò una “katabasis”, ovvero la “discesa agli Inferi”.
Secondo questa tradizione, dopo una cerimonia di purificazione e il sacrificio di pecore, un antico negromante greco si avventurava nei corridoi sotterranei, lasciando offerte mentre passava attraverso una serie di cancelli di ferro.
Poi, nel sancta sanctorum, poneva una serie di domande ai morti.
Anche nel culto scandinavo degli antenati, era comune comunicare con i morti per scopi profetici.
Nel poema eddico ‘Baldrs Draumar’ (composizione mitologica presente nell’Edda Poetica, che ha come soggetto la morte del Dio Baldr) il Dio Odino canta “incantesimi cadavere”, per evocare un’anima disincarnata.
Il cadavere della veggente è quindi costretto a parlargli e rivelargli la sua conoscenza della tomba.
Ci sono molti esempi nella letteratura norrena della divinità principale che invocano i canti delle anime, oltre a usare “rune vocali” per “sciogliere la lingua” di una persona morta.
Gli antichi Israeliti disprezzavano gli “evocatori di ossa”, credendo che i corpi dovessero essere sepolti e poi rimanere indisturbati da quel momento in poi.
La Legge di Mosè prescrive persino la pena di morte ai praticanti di Negromanzia, che potrebbero interferire con la possibilità della resurrezione dei morti profetizzata nell’antichità.
Nell’Europa medievale, si arrivò a credere che la pratica della Negromanzia non fosse altro che l’evocazione di demoni, che assumevano l’aspetto di anime pertanto, non facendo assolutamente alcuna distinzione tra essa e la Demonologia fu condannata dalla Chiesa.
Nonostante ciò, i negromanti insistevano per eseguire i loro riti proibiti, e i loro rituali iniziarono a diventare straordinariamente elaborati.
Alla fine, emersero due diversi tipi di Negromanzia: quella che resuscitava un cadavere e quella che semplicemente evocava uno spirito (quest’ultimo tipo divenne molto più comune).
Nella Spagna medievale, si effettuavano persino lezioni di Negromanzia nelle catacombe e nelle caverne sotto i cimiteri.
In generale, i praticanti magici, i negromanti, erano abili maghi che usavano un cerchio consacrato in un luogo desolato, solitamente un cimitero, per proteggersi dalla rabbia degli spiriti dei morti.
In caso di morte prematura o violenta, si pensava che il cadavere conservasse una certa dose di vitalità inutilizzata, e così l’uso di parti di cadavere come ingredienti di incantesimi divenne un’importante tecnica di Stregoneria.
Molti negromanti si circondano di rituali particolari, che spesso includeva l’indossare gli abiti dei defunti o adagiarsi nelle loro bare.
Essi facevano anche voto di castità, perché il sesso rappresentava l’opposto della morte, oppure si costringevano a restrizioni dietetiche, consumando spesso solo cibi simboleggianti assenza di vita.
Ad alcuni negromanti chiamati ‘creature di Ecate’, era proibito mangiare carne diversa da quella di cane e, addirittura, alcuni di loro prendeva parte alla mutilazione ed alla consumazione di parti di cadaveri…
Insomma, questa Negromanzia particolarmente popolare nel Medioevo e nel Rinascimento, con le sue tentazioni e i suoi pericoli, fu vividamente descritta anche nelle storie del ‘Faust’ di Christopher Marlowe o di Johann Wolfgang von Goethe.
Gli incantesimi negromantici erano principalmente incantesimi illusori o di utilità, a volte sperimentazioni magiche.
I negromanti spesso preferivano evocare i defunti di recente, basandosi sulla teoria filosofica, che i legami del deceduto con il mondo fisico erano più forti e le loro parole erano pronunciate più chiaramente, quanto più ci si avvicinava al momento della loro morte.
Secondo una credenza, infatti, le anime potevano essere trovate a bighellonare intorno alla loro tomba, fino a un anno dopo la sepoltura sopra o sotto terra.
I negromanti cercavano di lavorare principalmente al buio, molto tardi la notte o la mattina presto, preferibilmente durante la Luna Nuova, dopo la mezzanotte, di solito tra l’1 e le 3 del mattino, che era il momento migliore per divinare con i morti.
Inoltre, l’ideale era una notte tempestosa di pioggia, vento e temporali, in quanto era la condizione migliore affinché i morti fossero più facilmente rivelabili.
Molto gettonata era la notte di Halloween, per esempio.
Altre credenze riguardavano la convinzione che le anime disincarnate non fossero più vincolate da limitazioni mortali, e potessero quindi vedere cose non visibili ai viventi.
Oppure che i defunti potessero essere costretti a rivelare i loro segreti esoterici, che riuscissero a vedere la posizione di un tesoro nascosto e che conoscessero le vie degli spiriti e come comunicare con loro.
I negromanti usavano spesso simboli, segni e sigilli speciali nei loro lavori, dando vita a degli incantesimi, nei quali inserivano anche il nome del defunto.
La Negromanzia comportava, indipendentemente da come veniva eseguita che, quando si riusciva a far apparire uno spirito, questi veniva costretto all’obbedienza, ed era costretto a cooperare con il negromante, facendo un patto.
L’accordo più utilizzato era di assicurare ai morti, che li avrebbero lasciati indisturbati in futuro, in quanto avrebbero bruciato il loro corpo o lo avrebbero seppellito nella calce viva.
In questo modo, il defunto sapeva che il suo cadavere sarebbe scomparso, quindi la sua anima non avrebbe mai più potuto essere richiamata.
Ma fare il negromante era un mestiere pericoloso, in quanto si correvano grandi rischi, quando si evocavano ‘poltergeist’ o si veniva posseduti.
Infatti, la maggior parte degli spiriti non vorrebbe essere richiamato ma, quando lo fa, alcune delle personalità più demoniache non vogliono tornare indietro.
Al di là di ogni descrizione e racconto, è risaputo che, finché le persone continueranno a morire, ci saranno sempre coloro che cercheranno di entrare in contatto con i defunti.
Quindi (chi lo sa?), in un lontano futuro, i negromanti con l’aiuto della tecnologia, potranno diventare potentissimi, facendo cose proibite con dispositivi finora inconcepibili, forse dannando le proprie anime o quelle delle persone che evocheranno.
Magari saranno in grado di utilizzare supercomputer quantistici, per comunicare con i morti o accedere all’iperspazio, aprendo così un portale con il Mondo degli spiriti.
Ai posteri l’ardua sentenza…
“Il profumo è magia. E’ mistero. Ricreiamo l’odore di un fiore.
Del legno. Dell’erba. Noi catturiamo l’essenza della vita.
La Liquefacciamo. Intrappoliamo ricordi. Facciamo sogni.
Quello che facciamo è una meraviglia, un’arte,
e noi abbiamo la responsabilità di farla bene”
-MJ Rose-
Imbevuto di un’aura di mistero fin dall’antichità, il profumo continua ad affascinare i sensi.
Per questo, nel corso dei secoli, è stato spesso associato, in un modo o nell’altro, a qualche forma di Stregoneria.
Forse perché il profumo e la Stregoneria sono entrambi invisibili, ma il loro effetto sulle nostre emozioni è potente.
Non possiamo sfuggire a un odore, così come non possiamo sfuggire a un incantesimo.
In molti libri di incantesimi, conosciuti come Grimori, erbe, fiori, radici e resine sono utilizzati nei lavori magici e chiamati “ricette occulte”.
Esse celebrano l’uso dell’olfatto, come uno strumento molto potente nella fusione.
Inoltre, le essenze e il fumo aromatico sono stati collegati a spiriti e divinità nelle culture antiche e nei primi libri di incantesimi.
Per esempio, “Il Libro dei Morti” egiziano (leggi articolo: è pieno di incantesimi, che richiedono essenze pure, incensi e unguenti per rendere il defunto più gradito agli Dei.
Con la Stregoneria, un brutto incantesimo può essere annullato da un controincantesimo.
Allo stesso modo, per secoli, si è creduto che una corazza profumata potesse proteggere da certi incantesimi.
In effetti, indossare un profumo può essere come indossare un’armatura che ci protegge dal mondo esterno.
Molte persone condividono questa visione del profumo!
Il loro profumo è la loro armatura, senza la quale si sentono nudi. E indossare un profumo significa anche proteggersi dalle aggressioni esterne.
Quindi, il nostro profumo crea un alone o una specie di bolla intorno a noi, in cui ci sentiamo a nostro agio.
Quando gli odori circostanti sono sgradevoli, annusare il nostro profumo ci calma.
Non sorprende quindi, che si sia sviluppata l’idea del profumo come baluardo contro gli incantesimi malvagi.
O la convinzione, che certi odori possano allontanare il male.
Il Diavolo, che abita in un luogo putrido e puzzolente (secondo famose fonti), sarebbe disturbato da profumi che hanno un buon odore.
Uno dei primissimi usi del profumo nella storia è stato come messaggero del divino.
In effetti, i primi profumieri non erano altri che sacerdoti.
E i “profumi” che preparavano avevano lo scopo di creare canali di comunicazione con l’Aldilà.
Per gli Egizi si trattava di unguenti e del processo di imbalsamazione in quanto, mummificando con i balsami i corpi, era loro permesso di diventare Dei.
Divennero così “Profumati”.
Anche nella civiltà greco-romana, i profumi erano davvero il mezzo privilegiato di comunicazione con gli Dei.
Il fumo dell’incenso saliva verso di loro e trasmetteva le preghiere e le richieste degli umani.
Bruciare incenso o altri preparati era, quindi, un modo per rendergli omaggio e invocarli.
Il cibo era un’offerta per soddisfare la loro fame, il vino dissetava e i profumi parlavano loro.
Nel corso della storia, il profumo è stato usato per guarire e proteggere dalle malattie.
Nel Medioevo, si credeva che i pori della pelle la rendessero permeabile a batteri e malattie di ogni tipo, facendoli entrare direttamente nel corpo.
Il profumo era quindi in grado di agire su entrambi questi problemi.
D’altra parte, si credeva che i cattivi odori portassero malattie e che, indossando il profumo, ci si potesse proteggere dal male.
A questo proposito, parliamo del Pomander, dal francese “pomme d’ambre” ossia “mela di ambra”, originariamente una palla fatta di profumi.
Il Pomander era indossato o portato in un vaso, conosciuto con lo stesso nome, come una protezione contro il contagio in tempi di pestilenza, o semplicemente come un profumatore contro i cattivi odori.
I contenitori sferici, che contenevano i Pomander, venivano appesi al collo con una catenella, o attaccati alla cintura, e di solito erano perforati per emanare i profumi, oltre ad essere costruiti in oro o argento.
A volte contenevano molte sezioni, in ciascuna delle quali c’era un profumo diverso.
I Pomander venivano usati nel tardo Medioevo e continuarono ad essere usati fino al XVII secolo.
Una forma moderna di Pomander si prepara infilzando in un’arancia, o altra frutta, chiodi di garofano essiccati.
Fatta essiccare anch’essa, durerà indefinitamente.
Il Pomander moderno serve per profumare l’ambiente e rinfrescare l’aria, o profumare la biancheria nei cassetti e da lui deriva la sfera floreale da appendere, che può essere utilizzata anche come bouquet da sposa a pochette.
Non dimentichiamo inoltre che, per proteggersi dai pericoli della peste, era necessario passare un po’ di tempo in bagno la mattina, strofinandosi aceti ed unguenti sul proprio corpo.
Poi si doveva ingerire, bere e masticare vari fiori ed erbe profumate come l’Angelica, ritenuta superlativa nella lotta contro il male.
Infine, ci si riempiva le narici di sostanze profumate, da annusare non appena l’aria circostante diventava troppo fetida.
Ecco perché il rosmarino era ampiamente utilizzato, soprattutto durante il Rinascimento.
Questa pianta aromatica, conosciuta per le sue proprietà terapeutiche, veniva utilizzata sia per soluzioni bevibili che profumate, come la famosissima Acqua della Regina d’Ungheria).
Profumo e stregoneria sono andati a lungo di pari passo, anche perché erano gli attributi delle donne (ovvero il “diavolo”), considerate “streghe”.
Esse utilizzavano i profumi per proteggere da malattie e incantesimi e, soprattutto, nell’immaginario collettivo c’era l’idea, a partire dal Medioevo, che con essi potessero lanciare malefici.
Per inciso, i profumi sono dei preparati un po’ come pozioni magiche, realizzati mescolando insieme diversi ingredienti secondo una formula elaborata e precisa.
Un vero lavoro da strega!
Un po’ come i filtri d’amore, i profumi sono armi pericolose, che ammaliano e fanno perdere la testa.
Ecco perché le donne profumate si diceva che fossero streghe.
Erano considerate tentatrici malvagie, che cercavano di irretire gli uomini, portandoli fuori strada.
Per non parlare del Rinascimento, epoca in cui le donne anziane in particolare, si diceva avessero un odore nauseabondo e quindi, se mettevano un profumo, venivano additate sospettosamente.
Quando invece,probabilmente, cercavano solo di nascondere l’olezzo del loro corpo.
L’olfatto è il nostro senso più emotivo e primitivo in quanto, quando annusiamo, l’informazione arriva direttamente in un’area del cervello dedicata alle emozioni.
Invece tutti gli altri i sensi, avvertono stimoli che vengono prima analizzati dal cervello e poi inviati alla regione emotiva.
Ciò spiega pertanto, la forza dei ricordi olfattivi, ovvero il profumo di nostra madre, l’odore dell’erba tagliata, del pane appena sfornato…
Grazie ad un odore, torniamo indietro nel tempo, rivivendo un momento (generalmente) felice e confortante.
E’ giusto allora dire, che i profumi siano armi potenti , in quanto possono raggiungere direttamente la sfera emotiva e avere un effetto sulla nostra sensibilità e sui nostri comportamenti.
Ecco, quindi, che il profumo si trasforma anche in arma di seduzione, un po’ come un incantesimo a cui è impossibile resistere.
Il profumo può infatti aiutare a risvegliare il desiderio, e quindi a nutrire quella sensazione.
Ci ricorda l’odore dell’altra persona, dopo che se n’è andata e pensiamo a lei, quando sentiamo un certo aroma che ci rammenta un determinato momento.
Ciò spiega perché molti profumi hanno nomi legati al vocabolario dell’amore, della stregoneria e della seduzione: essi dovrebbero far cadere chiunque sotto il nostro incantesimo.
Senza dubbio, la famiglia olfattiva più “seducente” è quella dei profumi orientali: incenso, mirra, ambra, vaniglia, con le loro note calde e sensuali si combinano con fiori bianchi animali o rose coriacee, per produrre elisir scandalosi.
Interessante è anche la fragranza dell’Oleandro bianco.
Il suo profumo dolce e persistente e i suoi innocenti petali bianchi tradiscono tossine mortali, che scorrono in ogni singola parte del fiore.
Nel romanzo di Janet Fitch, “White Oleander”, una donna disprezzata avvelena il suo amante, saturando il suo cibo e le sue bevande con fiori bianchi di Oleandro.
La sua bellezza accecante la lega, nella forma e nella funzione, al fiore letale e il suo avvelenamento è descritto come una forma d’arte: riflessiva, precisa e piena di passione poetica.
Allora, che ti piacciano i profumi floreali o legnosi, bianchi o colorati, nulla ti impedirà di essere una strega o uno stregone!
Quindi divertiti a trovare la tua formula magica.
Per lanciare un incantesimo, devi essere una potente strega e, la prima cosa da cercare con il tuo profumo, è la chimica che crei profumando la tua pelle.
E quello che succederà dopo…sarà tutto incanto e malìa…
“I profumi sono dei potenti maghi che possono
trasportarvi attraverso gli anni che avete vissuto”
-Helen Keller-
“Ascolta la parola delle streghe,
i segreti che abbiamo nascosto nella notte:
i più antichi tra gli dei ho invocato,
la grande opera della magia ho cercato.
In questo giorno e a quest’ora
l’antico potere ci onora.
Manda i tuoi poteri a noi tre sorelle:
vogliamo i poteri, dacci i poteri!
Questo è della strega il canto
che nella notte celebra i segreti,
gli dei più antichi invocando
e rievocando i riti più biechi.
Questo è il tempo di riavere
il nostro antico potere!”
-dal Libro delle Ombre-
Il termine Strega deriva dal latino “striga” o “stryx”, o dal greco “strygos” = strige, barbagianni.
Nel Medioevo, si utilizzava generalmente la parola “Lamia”; in altre regioni d’Italia, altri termini erano:
-Masca o Maggia (Piemonte)
-Stria o Basura (Liguria)
-Borde (Toscana)
-Mazzera (Corsica)
-Stria, Strea, Strolega, Maggia (Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Friuli-Venezia Giulia)
-Cogas, Bruscias, Maghiargia (Sardegna)
-Janara (Sannio ed Irpinia)
-Mavara, Majara (Sicilia)
-Magara (Calabria, Basilicata)
-Masciare (Bari)
-Chivarze (Taranto)
-Macara (Salento)
-Stiara (Grecìa salentina)
-Stroll’ca (Umbria)
-Strolleca (Macerata)
La Strega, in realtà, è una figura mitologica, nata il più delle volte da credenze popolari e dotata di poteri sovrannaturali.
Per secoli, le Streghe sono state oggetto di persecuzione da parte della Chiesa, in quanto dedite alla pratica della “Stregoneria” e dotate di poteri occulti, derivanti dal contatto con il “maligno” o altre entità soprannaturali.
Solitamente donne, esse usavano i poteri non solo per nuocere alle persone ed alle cose, e per opporsi alla società umana.
Nel XVIII sec., lo studioso trentino Girolamo Tartarotti giudicò infondate le teorie sulla Stregoneria, in quanto frutto di superstizione.
Nel folklore popolare, la Strega ha quasi sempre avuto un’eccezione negativa, perché si pensava che usasse i poteri soltanto per nuocere, partecipando ai raduni periodici, i Sabba, durante i quali si adorava il Demonio.
Di Streghe si parla fin dall’antichità.
Infatti, gli studiosi ritengono, che il concetto di Strega risalga a migliaia di anni fa, quando gli esseri umani adoravano le divinità, in tutte le culture.
Nella mitologia greca, la prima Strega è Ecate, la Dea della Magia e dell’Astrologia.
Nella tradizione Yoruba (gruppo etno-linguistico africano), la strega era una donna saggia.
Alcune di queste donne praticavano rituali spirituali, la maggior parte di loro erano semplicemente guaritrici o saggi anziani.
Nella Bibbia sono citate la famosa “Strega di Endor” (una negromante dotata del potere di evocare lo spirito dei morti), oppure in Grecia, le “Streghe della Tessaglia” (in grado di “tirare giù la Luna”, utilizzando uno specchio per rifletterne la luce ed andare in trance).
Nel Medioevo, la Chiesa cattolica, a seguito di alcune confessioni protestanti, indicò le Streghe come figure eretiche, pericolose per la comunità, perché dedite al culto del maligno e, pertanto, dovevano essere perseguitate con violenza.
Da qui, iniziò la “Caccia alle Streghe”.
Fra il 1227 ed il 1235, fu instaurata l’Inquisizione contro le “Streghe” e contro gli “Eretici”, con una serie di decreti papali.
Nel 1252, Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura, per estorcere “confessioni” di Stregoneria da parte delle donne sospettate.
Questo papa criminale, alla sua morte, fu sepolto nel Duomo di Napoli con una iscrizione che inizia con queste parole: “Hic superis dignus, requiescit Papa benignus” (Questo è degno degli dei [del divino], Papa benigno riposa……)
Successivamente, Alessandro IV diede all’Inquisizione ogni potere di torturare ed uccidere, in caso di Stregoneria coinvolgente l’eresia.
Se le vittime “confessavano”, erano dichiarate colpevoli di Stregoneria, se invece “non confessavano” erano considerate eretiche, e poi arse sul rogo.
Non sfuggiva nessuno.
Alcune persone erano sottoposte alla prova della pietra al collo, la presunta colpevole veniva, cioè, gettata in acqua legata a una pietra.
Se annegava era innocente, se invece restava a galla era una Strega … in ogni caso moriva!
In Italia, l’ultimo omicidio di una donna per tale motivo, risale al 1828, in Valsesia.
Tra il 1450 ed il 1550, in Germania si calcola che furono condannate al rogo circa centomila donna, considerate Streghe.
A fine ‘600, a Salem (Massachusetts), iniziò una caccia alle Streghe, durata dal 1647 al 1688, durante la quale ci furono arresti, esecuzioni capitali terribili, mai inflitti nei possedimenti britannici del Nuovo Mondo, per il reato di Stregoneria.
Furono impiccate 19 persone; un uomo venne schiacciato a morte per essersi rifiutato di testimoniare; 150 sospettati furono imprigionati e altre 200 persone furono accusate di Stregoneria.
Ma ci potrebbe essere anche una spiegazione scientifica al fenomeno della Stregoneria.
Dietro i fenomeni registrati a Salem, si pensa vi sia stato un consumo alimentare di “segale cornuta” (cioè infettata da Claviceps purpurea), i cui alcaloidi sono resistenti anche alle alte temperature dei forni di cottura del pane.
Inoltre nel 1563, un medico olandese, Johann Wier, nel suo libro “De praestigiis daemonum” stabilì una connessione tra il possibile stato allucinatorio di anziane donne malate e frustrate, ed i tipici comportamenti delle Streghe.
Nell’arco di tre secoli, alcuni storici hanno stimato che furono sterminati nove milioni di Streghe, all’80% donne e bambine.
Le donne venivano violentate oltre che torturate; i loro beni erano confiscati fin dal momento dell’accusa, prima del giudizio, poiché nessuno era mai assolto.
La famiglia intera veniva spossessata di ogni bene; si dissotterravano persino i morti per bruciarne le ossa.
Il “Malleus Maleficorum” (“Il martello delle streghe”, testo in latino pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger ed Heinrich Kramer, allo scopo di reprimere in Germania Eresia, Paganesimo e Stregoneria) stabiliva che la Strega accusata doveva essere “spesso e frequentemente esposta alle torture”.
Alla base di gran parte dell’odio nei riguardi della Strega, c’era anche la paura della sessualità: queste donne senza legami potevano attirare gli uomini con il loro potere:
“Quando una donna pensa da sola, pensa male”,
recita il Malleus Maleficarum.
Le cacce alle Streghe erano campagne ben organizzate, intraprese, finanziate ed eseguite dalla Chiesa e dallo Stato.
Questo regime di terrore durò cinque secoli, sotto la benedizione di almeno 70 papi, tutti in qualche modo compromessi con questi orrendi crimini.
Dal Rinascimento, le Streghe iniziarono ad essere descritte come delle donne vecchie ed arcigne, qualche volta rappresentate accanto ad un filatoio o nell’atto di intrecciare nodi, a richiamare l’idea di vendetta, tessendo il destino degli uomini e ponendoli di fronte a mille pene.
Ogni Strega, solitamente è accompagnata da un proprio animale, il “Famiglio”, con caratteri diabolici, che funge da consigliere della propria padrona. (vedi articolo dedicato).
Tipici Famigli sono il gatto, il gufo, il corvo, la civetta, il topo e il rospo.
Una Strega, per essere considerata veramente tale, deve utilizzare incantesimi essenziali, alcuni dei quali sono di seguito elencati:
–Bruciare ortica essiccata in una stanza, per purificarla ed allontanare le influenze negative.
–Portare una piccola moneta di rame nel portafoglio, per aiutare altri soldi ad entrarci.
–Sotterrare una bottiglia con dentro spilli e spine vicino l’ingresso di casa, per tenere lontano energie e pensieri negativi nei nostri confronti.
–Tagliare una mela in due e mangiarla con il proprio partner, affinché si mantenga l’amore intenso ed a lungo nel tempo.
–Sotterrare un nocciolo di un’albicocca davanti l’ingresso della propria casa, per portare un nuovo amore.
–Bere un infuso di gelsomino e cannella, prima di iniziare una divinazione.
–Tenere qualche mandorla in tasca, per trovare ciò che si è perso.
–Mettere qualche goccia di olio essenziale d’arancio dolce sul proprio cuscino, per avere sonni sereni.
–Formulare una domanda ad un’arancia, che abbia per risposta si o no. Se i semi, una volta mangiato il frutto, saranno pari, la risposta è negativa, se i semi saranno dispari, sarà positiva.
–Una candela cosparsa di olio di basilico elimina le negatività.
–Per affrontare un pubblico, un po’ di legno di ontano in tasca aiuterà nell’oratoria e darà coraggio.
–L’olio di Timo spalmato sulle palpebre chiuse permette di vedere le Fate.
–Tagliare un pezzetto di corteccia di pioppo, mentre si è situati ad Est, aiuta ad ottenere conoscenza magica.
–Bruciare una candela rosa tutta la notte alla propria finestra, aumenta la forza di volontà.
–Mangiare mirtilli, guarisce da piccole depressioni ed esaurimenti nervosi.
–Cospargere di sale grosso gli angoli della stanza, per proteggere la casa.
–Mettere infuso di Eufrasia sulle palpebre, per avere la chiaroveggenza.
–Lasciare piccole offerte di miele e di latte sotto gli alberi di quercia, per essere ricompensati dagli Spiriti della Natura.
–Polvere di Artemisia, Cannella e Sandalo vicino al letto favorisce la proiezione astrale.
–Mettere una piantina di Gardenia nella stanza di un ammalato, per accelerare la guarigione.
–Suonare una campanella, per tenere la casa protetta, lontana dalle negatività.
–Bere un tè ai petali di rosa per una settimana, porta l’amore nella propria vita.
–Una piantina di achillea di fianco al registratore di cassa di un negozio, favorisce nuovi affari e nuovi clienti.
–Per affrontare una persona di cui non ci si fida, portare in tasca un Occhio di tigre, per non fare mentire l’interlocutore.
–Camminare su dei rami caduti di acero per assicurarsi una vita lunga.
–Mangiare ravanelli, stimola desideri sessuali con il partner.
–Piccoli pezzi di coralli vicini a finestre e porte, tiene lontani i ladri.
–Prima di prendere una decisione importante, mangiare una pesca.
–Regalare un cesto fatto di nocciolo ad una sposa, auspica un matrimonio felice.
–I fiori di calendula aggiunti nella vasca da bagno, rendono più belli ed irresistibili.
Le Streghe praticano diversi tipi di magia e, cosa importante, non fanno solo del male, spesso sono orientate verso il “bene” dell’Universo.
Un tipo di Stregoneria è la “Magia rituale Wicca”, eseguita con attrezzi speciali e forme geometriche (tipo il pentacolo), che danno potere e significato ad ogni cerimoniale.
Requisito essenziale è la riflessione costante sulla relazione tra uomini, natura e divino, sia per perfezionare i rituali magici, che per portare pace interiore, chiarezza di pensiero ed un’eccezionale forza di carattere.
La “Strega verde” o “Strega di campagna”, che si occupa di piante, terreno e magie della terra, non solo impara a preparare delle pozioni, rimedi ed altre sostanze potenti usando le piante, ma sviluppa anche una conoscenza profonda dei cicli di nascita, morte e rinascita.
Queste Streghe sono orientate verso la magia protettiva, estraendola dalla natura per evitare la mala sorte.
Questo tipo di magia aiuta a capire ciò che ci circonda, sviluppare il pollice verde e coltivare altri poteri, per beneficiare la propria vita e la propria casa.
Molto praticato dalle Streghe è anche lo Sciamanesimo, il cui concetto base riporta che, tutto ciò che esiste in natura in questo mondo, ha un suo spirito, l’animismo.
Visitando il piano astrale, lo Sciamano può comunicare con gli spiriti ed invocare il loro aiuto e protezione in questa dimensione.
Nel gergo esoterico, questi sciamani si chiamano “àuguri” o “Streghe ponte”.
Esistono anche dei tipi di Streghe meno comuni:
–“Streghe di famiglia”, che praticano una tradizione familiare, di cui solo la famiglia stessa è a conoscenza.
–“Streghe eclettiche”, che studiano un po’ di tutto ed hanno una conoscenza generale e non specializzata.
–“Streghe solitarie”, che sviluppano la loro visione della stregoneria e studiano in maniera personale, senza affidarsi a pratiche e rituali standard.
–Interessante quanto poco conosciuta, è la “Strega della cucina”.
Se la cucina è il cuore di ogni casa, è il luogo perfetto per fare un po’ di magia. Nella Stregoneria in cucina, la preparazione dei pasti diventa un’attività magica. Una Strega della cucina potrebbe avere un piano cottura o un altare da banco, probabilmente possiede erbe fresche in barattoli e pentole in cui preparare pratiche magiche, che sono incorporate nelle ricette e nella cucina.
Ogni pasto diventa un atto sacro che infonde energia alla famiglia.
Modificando il modo in cui avviene la preparazione e il consumo del cibo, questa Strega crea magie pratiche sui fornelli, nel forno e sul tagliere.
–Nella Stregoneria cerimoniale, chiamata anche “Magia cerimoniale” o “Alta magia”, la Strega usa spesso rituali e invocazioni specifici, per invocare il mondo degli spiriti.
La Strega cerimoniale utilizza come base una miscela di antichi insegnamenti occulti, come Thelema, Magia Enochiana e Kabbalah.
Le informazioni sulla Magia cerimoniale spesso sembrano essere limitate, ciò è dovuto in parte alla necessità di segretezza all’interno della comunità.
In effetti, molte persone che praticano la Stregoneria cerimoniale non si identificano affatto con la parola Strega.
–Esistono numerose tradizioni ereditarie di Stregoneria.
Queste sono tipicamente piccole tradizioni familiari in cui credenze, rituali e altre conoscenze vengono tramandate da una generazione all’altra, a volte di madre in figlia, o di padre in figlio, e gli estranei sono raramente inclusi, anche quelli che si sposano nella famiglia.
È difficile indovinare quante Streghe ereditarie ci siano, perché le informazioni sono generalmente conservate all’interno della famiglia e non condivise con il pubblico in generale.
Ancora una volta, questa è una tradizione familiare basata su pratiche e credenze, piuttosto che su qualsiasi legame genetico documentabile.
–In sud Africa, originari del popolo Zulu, gli “Stregoni” sono visti come guaritori, che si dividono in due diverse categorie: “Inyanga” e “Isangoma”.
Sebbene gli Inyanga non siano dissimili dagli erboristi moderni e dai professionisti della medicina naturale, gli Isangoma sono chiamati alla loro professione dai poteri divini e svolgono compiti come predire il futuro e usare le loro capacità psichiche, per proteggersi dagli spiriti maligni.
Isangoma rasenta l’essere leader religioso nella sua comunità, usando trance e rituali musicali, per comunicare con gli antenati.
Sia l’Inyanga che l’Isangoma sono visti con rispetto nella loro cultura e devono sottoporsi ad anni di addestramento; vengono spesso consultati per una varietà di problemi, dalla salute allo spirituale.
–Mentre, come dicevo prima, la caccia alle Streghe si è conclusa in Europa intorno al XVIII secolo, in alcune parti del Mondo le donne continuano ad essere bandite, perché sospettate di avere poteri soprannaturali.
Il Ghana sta cercando di fare un passo avanti per abolire questa pratica.
Infatti, negli ultimi anni dovrebbe aver liberato quasi 1.000 donne e 500 bambini da sei campi di Streghe nella regione settentrionale del Paese.
I campi delle Streghe sono stati istituiti quasi 100 anni fa, per fornire un luogo di rifugio per le donne, che sono state capri espiatori per tragedie come la carestia, la malattia e la morte.
Non diversamente dalle donne accusate di Stregoneria nell’America coloniale, queste donne sono state discriminate in società, crivellate dal panico di massa. Sebbene i campi fornissero un rifugio sicuro per le donne e i loro bambini, mancavano anche i beni di prima necessità come l’elettricità e l’acqua corrente. Poiché i campi sono stati chiusi nel dicembre 2014, le donne bandite in queste aree ora lottano, per essere reintegrate nella società e riunite alle loro famiglie, dopo decenni di persecuzioni e discriminazioni.
-Nelle Isole Filippine, la fede nella magia è molto viva.
“Kulam” è una forma di stregoneria filippina, con praticanti chiamati “Mangkukulam”, che praticano magia nera.
Usando pratiche simili al Vudù, il Mangkukulam lancia incantesimi e maledizioni, destinati a recare danno agli altri.
Tuttavia, i Mangkukulam (che possono essere uomini o donne) spesso vendono pozioni d’amore e servizi, per aiutare i clienti a vendicarsi di coloro che li hanno offesi.
–In Cile troviamo “Kalku”, una Strega malvagia, che esiste in opposizione ai leader spirituali “Mapuche” e alle donne di medicina, “Machi”.
Mentre Machi sono i principali guaritori della cultura, Kalku lavorano con gli spiriti maligni, per provocare il caos.
Le figure semi-mistiche usano la magia nera e si crede persino che abbiano aiutanti malvagi, come “Anchimayen” (creature che rianimano i cadaveri dei bambini defunti) e “Choncon” (un uccello con la testa di un Kalku).
Mentre Machi sono tradizionalmente donne, che svolgono doveri religiosi, Kalku sono visti come creature più mistiche e fantastiche.
–“Obeah” fiorì nelle Indie occidentali, come ibrido popolare tra magia e religione, in gran parte come forza di resistenza, durante la tratta degli schiavi.
La sua magia oscura utilizza incantesimi per fare previsioni, acquisire conoscenze o ottenere assistenza per qualsiasi compito.
Mentre Obeah non è una religione, nel senso che non esiste un tipo di chiesa o cerimonie stabilite, i praticanti di sesso femminile e maschile sono visti come guide spirituali, che possono aiutare per qualsiasi tipo di problemi.
Questa magia, che si ritiene abbia avuto origine nell’Africa occidentale, si trova nei Caraibi in molteplici forme.
Ad esempio, ad Haiti, la pratica è conosciuta più specificamente come Voodoo. Come la maggior parte delle forme di Stregoneria, si ritiene che questa forma di magia abbia un potenziale sinistro, ma viene anche utilizzata per il beneficio personale, attraverso gli incantesimi acquistati.
–Nonostante possa essere considerata una santa piuttosto che una Strega, la “Santa Muerte del Messico”, o “Santa della Morte”, è profondamente collegata alla Stregoneria.
Rappresentata come una donna che indossa una maschera di teschio e un lungo mantello, simile alla “Triste Mietitrice”, Santa Muerte è onorata attraverso statue, che si ritiene detengano poteri magici.
Le sculture nere della santa sono usate nei rituali di maledizione, mentre le sculture bianche sono usate per i rituali di purificazione.
Alcuni credenti considerano persino Santa Muerte un’intermediaria tra Dio e la Terra, mentre altri vedono la sua statua come un presagio o una minaccia di morte.
–La “Hedge Witch” (Strega della Siepe) lavora con gli spazi liminali e il regno degli spiriti.
Infatti, in passato una “siepe” segnava il confine di un villaggio o insediamento, e quindi rappresentava il confine tra la nostra realtà fisica e il mondo degli spiriti. Una Strega Siepe può essere abile nell’attraversare quel confine, attraverso pratiche come il viaggio astrale.
–La “Strega Cosmica” incorpora l’Astrologia e l’Astronomia nella sua Stregoneria. Molto probabilmente segue da vicino l’allineamento dei Pianeti e spesso coordina i suoi incantesimi e rituali, in base alla posizione dei Pianeti e della Luna.
– Alla fine del XX secolo, Caroline High Correll, la quale affermava di discendere da una stirpe di Streghe ereditarie, oltre ad essere una sensitiva, guaritrice spirituale ed erborista, fondò la “Tradizione Nativista Correlliana” , o “Wicca Correlliana”.
Fortemente influenzata dal suo presunto lignaggio e dalla Stregoneria di Arad, fu a capo della sua Chiesa fino alla sua morte, negli anni ’40.
La Wicca Correlliana non è stata riconosciuta come Wicca, fino agli anni ’90, ed è stata vista più come eclettismo e universalismo.
Questa corrente è una delle pratiche più diffuse, ancora oggi esistenti.
–La “Strega del Mare” ha forti legami con l’acqua e l’Oceano e usa spesso quell’elemento nella sua pratica, oltre a sabbia, conchiglie, legni o altri elementi, che provengano da quei luoghi.
Ella si sente legata al mare ed al folklore antico, che coinvolge le sirene.
Qualcosa che potreste non conoscere, che esiste fin dall’antichità e permea molte culture in tutto il Mondo, è la correlazione tra i capelli rossi e la Stregoneria, con la convinzione che le “teste rosse” possiedano poteri soprannaturali.
Nel corso della storia, le società hanno avuto un rapporto di amore / odio con le teste rosse, le quali sono state adorate e riverite, ma anche degradate e temute, a seconda dell’epoca.
In alcune culture odierne, soprattutto in Africa, dove il Vudù e la Magia rivestono un ruolo centrale nelle loro credenze, si pensa ancora che chi possiede i capelli rossi, sia una strega.
È interessante notare che il fatto che le teste rosse provino dolore in modo diverso dagli altri o si pensi che abbiano una maggiore tolleranza al dolore risiede chiaramente nella convinzione del XVII secolo che le streghe e gli stregoni non fossero suscettibili al dolore come lo erano gli altri.
I Celti nell’Europa occidentale, le cui tradizioni erano impregnate di Magia, avevano capelli color fiamma, e credevano contribuissero ai loro poteri e forza.
Alcune scritture latine del XIII secolo affermano, che il sangue di chi ha i capelli rossi potrebbe trasformare il rame in oro.
È risaputo che, già da allora, sicuramente fino al XVIII secolo, i Cristiani credevano che le teste rosse fossero affiliate al diavolo e alle pratiche sataniche.
Per questo motivo, i capelli rossi erano un indicatore di Stregoneria e abilità magiche e, durante la caccia alle Streghe, le persone con questi capelli erano spesso sospettate e giudicate colpevoli dai cacciatori di streghe.
Infatti, durante i processi alle Streghe furono condannate tra le 40.000 e le 60.000 persone, molte delle quali annegate o bruciate sul rogo, nel tentativo di purificare la società da tutte le Streghe.
Allo stesso modo, nei processi alle Streghe tedeschi, che hanno avuto luogo a Würzburg, Treviri, Fulda e Bamberg, si diceva che le persone dai capelli rossi fossero state processate, torturate e assassinate, partendo dal presupposto, che coloro che possedevano le trecce rosse dovevano essere Streghe.
Durante l’Inquisizione spagnola, si credeva che i capelli rossi fossero il risultato del furto di fuochi dall’inferno, e così tante furono bollate come Streghe e bruciate a morte.
Nelle comunità e nelle città di pescatori della Scozia e dell’Irlanda, si credeva che, se avessi individuato una donna dai capelli rossi, quel giorno non avresti preso pesce.
Ed è ancora considerato sfortunato portare una donna dai capelli rossi a bordo di una barca .
Va comunque ricordato che le donne, che erano intelligenti o difficili da controllare, sono state spesso accusate di Stregoneria, perché intimidivano le autorità o coloro che le circondavano.
Quindi questo simbolo della Strega è sopravvissuto nei secoli, come rappresentazione dell’emancipazione femminile.
In quanto outsider dal potere misterioso, la Strega rappresenta una sfida alle narrazioni patriarcali.
L’onnipresenza della Strega nella letteratura, nel cinema e nella cultura pop riflette la profondità dell’ossessione della società occidentale.
Oggi, il simbolo sta assumendo una nuova risonanza, sia spiritualmente che simbolicamente, poiché gli attivisti che combattono per il loro genere, la politica, la sessualità o la salute ambientale, invocano la Strega come una dichiarazione di forza e potenziamento.
Infatti, nel XX secolo, mentre fondavano movimenti femministi e combattevano per il loro diritto di voto, le donne nelle società occidentali iniziarono a vedere le Streghe, come un simbolo di astuzia, potere e resistenza tra alti e bassi.
Ad esempio, nel suo manifesto femminista del 1893 “Women, Church and State”, la suffragista americana Matilda Joslyn Gate sostenne, che la Stregoneria era uno dei modi in cui la Chiesa e lo Stato opprimevano le donne potenti.
Oggi, le attiviste femministe e gli influencer progressisti dei social media stanno anche lavorando attivamente, per dissipare la dicotomia tra la strega buona e la strega cattiva, che spesso si riflette in diversi standard di bellezza, in cui il brutto è uguale al male
Le donne potenti sono di tutti i colori, forme e dimensioni, ma mai mostruose!
We are the granddaughters of the witches
you weren’t able to burn.”
“Siamo le nipoti delle streghe
che non sei riuscito a bruciare ”
-Tish Thawer-
L’Incantesimo, dal latino “recitare la formula magica” , è la concentrazione di energie volitive verso un preciso scopo, che implica l’alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone
Esso ha il preciso scopo di apportare energia a un desiderio, affinché quest’ultimo si avveri.
L‘Incantesimo può essere veicolato da parole o da strumenti dedicati a tale scopo, come sigilli, amuleti, talismani, pentacoli, erbe e piante, oli, incensi, rituali, ecc. e, a volte, si invocano o si evocano divinità o entità varie.
Se dovessimo basarci sull’etimologia, l’Incantesimo dovrebbe richiedere l’uso della voce, la ripetizione di parole più o meno in rima, una cantilena, perchè il termine deriva dal latino incantare con il significato di “cantare formule magiche”.
Gli Incantesimi sono utilizzati dall’uomo fin da tempi antichi, infatti nel Medioevo, da essi nacquero leggende sulla stregoneria.
Essi sono sempre stati visti come un mezzo per poter raggiungere l’impossibile e per poter vincere così i propri limiti.
Gli Incantesimi di magia possono essere di varia natura e per questo rispondere ad esigenze molto differenti.
Solitamente ciò che è più richiesto è l’Incantesimo d’amore, che può avere vari tipi di risvolti e può venire in soccorso in svariate situazioni.
Molto noti sono poi i legamenti d’amore, che sono stati utilizzati fin dall’antichità per fare in modo che una persona potesse innamorarsi del soggetto che effettua il rituale.
Ciò che influenza notevolmente queste pratiche esoteriche, è sempre l’intenzione dell’individuo che le compie. Generalmente si parla di buone o cattive intenzioni, che portano alla distinzione in Incantesimi di magia nera e in Incantesimi di magia bianca.
Bisogna stare molto attenti, perché il limite tra magia bianca e nera è molto sottile. Questo perché si può sempre rischiare di interferire con il libero arbitrio e raggiungere anche scopi “crudeli” ed egoistici.
Quando gli Incantesimi sono sull’amore, si parla convenzionalmente di Incantesimi di magia rossa, che potenzialmente non può definirsi né buona né cattiva. Anche in questo caso i rituali a cui affidarsi sono vari, raccolti sia in libri sia affidati a leggende e tradizioni.
Lanciando un Incantesimo, si celebra il rituale il cui scopo è di provocare la vibrazione che apporterà la modifica desiderata e il compimento dello stesso.
Non esiste un Incantesimo che non sia accompagnato da elementi come candele, campanellini, erbe e essenze. Questi due ultimi elementi un tempo venivano impiegati come mezzo per ottenere i favori delle divinità. In seguiti furono impiegati come stimolante per provocare allucinazioni, rilassamento e per favorire l’ispirazione.
Gli effetti imputabili all’uso delle erbe sono molteplici. Alcuni le applicano per ottenere degli effetti personali come dimagrire o ingrassare, divenire forti, essere protetti da ogni male, evitare le epidemie, spezzare le maree, guadagnar denaro, impedire l’infedeltà.
Gli antichi Greci acquistavano coraggio grazie al timo, i Romani curavano l’ubriachezza col prezzemolo e Carlo Magno coltivava il rosmarino, perché riteneva aumentasse la memoria.
Gli Incantesimi possono essere di diverse tipologie, ma essenzialmente si dividono in “benedizioni” e “malefici”.
Le benedizioni sono sospinte dalla forza creatrice, una forza con polarità positiva e sono destinate a portare vantaggi, senza però prevaricare su cose, persone od animali.
Non è sempre facile eseguire un Incantesimo benefico, in quanto bisogna valutare con attenzione le conseguenze sia immediate che future.
I malefici, invece, non tengono conto delle conseguenze, ma puntano direttamente a far ottenere a chi li esegue, l’immediato soddisfacimento dei propri bisogni. Molto spesso i malefici non sono solo dannosi per chi li subisce, ma anche per lo stesso esecutore.
In generale, gli Incantesimi si compongono di tre parti: formula, allestimento dell’altare ed esecuzione.
Durante gli Incantesimi è anche possibile fare offerte agli Dei per propiziarsi la loro benevolenza o ringraziarli.
Le richieste possono essere di carattere sia materiale che spirituale ed è possibile rivolgerle a Divinità, Spiriti, Angeli o anche alla semplice Energia, secondo la tradizione seguita dall’officiante.
Bisognerebbe sempre tenere presente che, quando si vuole eseguire un Incantesimo a scopo personale, esso non deve assolutamente recare danno agli altri.
Avere le capacità, le doti e il coraggio di fare Incantesimi, di avere forti doti energetiche non va mortificato o scusato, va esaltato e, se si ha bisogno, si dovrebbe usare tutta la “magia” che scorre in ogni singola cellula.
Allo stesso tempo, è necessario non perdere di vista il “bene” e, se ci viene proposto da terzi di eseguire un Incantesimo che riteniamo vìoli i nostri principi positivi, ricordiamo sempre che siamo liberi di declinare.
E’ preferibile eseguire un Incantesimo in solitudine, per concentrarsi meglio sul problema che vogliamo risolvere. Infatti così consente di conoscere meglio la propria energia personale, di apprendere i propri limiti e le proprie potenzialità.
In questo modo si possono conoscere meglio le energie che abbiamo intorno ed imparare a distinguerle, oltre che sviluppare meglio la nostra personalità.
Bisogna anche aggiungere, che vedere i risultati o sentire le energie sprigionate tramite un Incantesimo è molto appagante, dà forza, coraggio e perseveranza ed accresce la nostra «personalità magica».
E’ bene tenere presente l’importanza delle influenze astrali nell’esecuzione degli Incantesimi, quindi sarebbe bene scegliere di operare nei giorni e nelle ore maggiormente propizie al nostro scopo.
Particolarmente importanti sono le fasi lunari, ad esempio è scarsamente probabile che riesca un Incantesimo teso all’accrescimento durante la luna calante, oppure è sconsigliato eseguire la maggior parte degli Incantesimi durante la luna nuova.
Importanti sono anche i Pianeti, i quali influenzano fortemente i vari campi energetici umani.
Venere governa e influenza tutto ciò che ha attinenza con l’amore e i sentimenti, mentre gli affari commerciali, le riunioni, le attività letterarie ed istrioniche sono sotto l’influenza di Mercurio.
Hanno anche influenza, le diverse ore della giornata e i differenti giorni della settimana, quando i pianeti hanno una maggiore influenza sulla Terra.
Il Lunedì è il giorno consacrato alla Luna, perciò in questo giorno sono indicati tutti gli Incantesimi atti a potenziare le facoltà psichiche, indagare nel proprio inconscio, potenziare le capacità magiche e tutte le altre attività influenzate dalla Luna. I colori da preferire sono bianco, perla e grigio.
Il Martedì è il giorno associato a Marte, adatto per temi riguardanti coraggio, azione, energia fisica, sesso, ma anche qualsiasi cosa che ha bisogno di forza o stimolo iniziale. Da farsi a luna calante se sono ritualistiche propiziatorie positive. Non è adatto per i riti d’amore, in quanto potrebbe favorire degli ‘sconvolgimenti’ temporanei e creare tensioni. Colori da preferire rosa, rosso ed arancione.
Il Mercoledì è il giorno consacrato a Mercurio. E’ adatto per questioni riguardanti le arti, questioni legali, comunicazione di ogni tipo. Se si vuol favorire la comunicazione fra due persone, si può usare il colore giallo, che è un colore ‘dominante’, che ‘persuade’ il ricevente. I colori propizi sono porpora, magenta ed argento.
Il Giovedì è il giorno associato a Giove. Esso è adatto per tutte le questioni d’affari, per ottenere maggior potere, per migliorare se stessi in qualsiasi campo, per l’ottenimento di qualsiasi obiettivo materiale e la fortuna in genere. Per questi obiettivi, l’incantesimo va fatto di mattina, a mezzogiorno o la notte prima di mezzanotte. I colori da preferire sono blu, verde smeraldo (per i riti sulle finanze), colori metallici in genere.
Il Venerdì è consacrato a Venere. E’ il giorno adatto per le questioni sentimentali, la bellezza ed il magnetismo, il matrimonio e questioni di famiglia, le relazioni interpersonali. I colori preferibili sono rosa, bianco, (talvolta rosso) e anche verde.
Il Sabato è il giorno dedicato a Saturno. E’ adatto per ritualistiche che ‘eliminano’, diminuiscono, tolgono, scacciano, ma anche per alcuni riti di protezione. Se si vuole togliere negatività e proteggersi da essa allo stesso tempo, questo giorno, a luna calante, è adatto soprattutto al tramonto. I colori ideali sono nero, grigio e bianco.
La Domenica è dedicata al Sole. E’ il giorno adatto (a luna crescente) per ritualistica sul successo, la carriera, le finanze, ma anche la salute, la forza fisica e la forza della propria aura e per le divinazioni. I colori più adatti (anche per le candele usate nel rito) sono oro, giallo e arancione.
Gli Incantesimi di magia nera, purtroppo, vengono usati il più delle volte per vendetta fine a se stessa e, ovviamente in quei casi specifici, il colpo di ritorno di cui parlerò in seguito, è tremendo.
La magia nera ha diversi ambiti di azione perché prevede anch’essa un bilancio delle forze in disequilibrio. Agisce quindi nell’amore, sul denaro, per ovviare ad un torto subito. Estremamente richiesti sono gli Incantesimi d’amore, spesso proprio con la magia nera . Le formule di magia nera sono contenute in diversi testi, che abbracciano altrettanti periodi storici. E’ utilizzata sempre la Natura, oltre anche ad una grandissima fonte di energia personale e pensieri negativi, odio e volontà di ferire.
Ma preferisco non toccare questo argomento, dal quale mi dissocio fortemente.
Di seguito, alcuni Incantesimi “positivi”, quanto innocui.
1) INCANTESIMO PER CONSOLIDARE UN LEGAME D’AMORE E RENDERLO PIU’ PROFONDO
Bruciare in un piccolo braciere del Rosmarino. Avvicinare alle sue fiamme i due anelli di fidanzamento o di matrimonio, aggiungendo alla brace ottenuta qualche grano di Incenso e di Benzoino.
2) ANTICO INCANTESIMO PER ARMONIZZARE LE VIBRAZIONI AMOROSE TRA I PARTNER
I due innamorati devono accendere in un braciere un fuocherello, su cui porre due rametti di Mirto, due rametti di Rosmarino, due rametti di Verbena, sei foglie di Pervinca ed un pizzico di Zenzero. Quando al fuoco subentreranno le braci ardenti, essi dovranno prendersi per mano e porle a breve distanza al di sopra del braciere e, guardandosi negli occhi, ripeteranno insieme:
“Io ti amo (nome del partner)”
Essi suggelleranno, così con un Incantesimo, la purezza dei loro sentimenti e l’eternità del loro amore.
3) INCANTESIMO PER SCONFIGGERE IL/LA RIVALE IN AMORE
Se una terza persona crea problemi alla vostra relazione, eseguite questo Incantesimo, durante la luna calante.
Ingredienti: foglio di carta e biro – busta – 1 spicchio d’aglio – 1 candela nera o viola.
Scrivete il nome del vostro rivale sul pezzo di carta. Se non sapete il suo nome, assegnategli un nome magico. Pelate lo spicchio d’aglio (pianta del potere) e strofinatelo sul nome scritto sul foglio di carta. Mettete il foglio scritto nella busta e accendete la candela. Sigillate la busta con la cera della candela e tenete la busta sulla fronte, dicendo finchè volete: “(nome) non intendo recarti danno, ma abbandona ogni speranza su chi amo”. Quando sentite che è il momento giusto, bruciate il foglio e seppellite tutti gli ingredienti rimasti.