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Una delle Streghe più famose nella storia della Virginia è Grace White Sherwood (1660–1740), chiamata la ‘Strega di Pungo’, l’ultima persona conosciuta per essere stata condannata per Stregoneria in questo Stato, nel più famigerato processo alle Streghe della Virginia coloniale, che ebbe luogo nella contea di Princess Anne, nel 1706.
Grace nacque in Virginia nel 1660, dal falegname John White e da sua moglie, Susan.
Intorno al 1680, quando Grace sposò il contadino James Sherwood, suo padre diede al suo nuovo genero cinquanta acri di terra.
Dopo la morte di White nel 1681, James Sherwood ricevette il resto della sua proprietà.
Gli Sherwood avevano tre figli, John, James e Richard, e vivevano a Pungo, una comunità nella contea di Lower Norfolk.
Nel 1698, Grace e suo marito fecero causa ai vicini John e Jane Gisburne, e Anthony ed Elizabeth Barnes, per diffamazione e calunnia.
L’accusa di questi vicini era che Grace aveva stregato a morte i loro maiali e maledetto i loro campi di cotone.
Elizabeth Barnes testimoniò, che Grace era andata da lei una notte e l’aveva cavalcata, uscendo poi dal buco della serratura, o dalla fessura della porta, come un gatto nero.
Gli Sherwood persero entrambi i casi di questi processi per diffamazione.
Nel 1701, James Sherwood morì e, quattro anni dopo, Grace fece causa a Luke ed Elizabeth Hill, per aggressione e percosse, ottenendo venti sterline di risarcimento.
Un anno dopo, Luke Hill e sua moglie accusarono Grace di Stregoneria, un reato penale.
Il processo della donna fu ritardato più volte; infine, la Corte incaricò una giuria di donne, di cercare in Grace i segni delle Streghe e luoghi in cui una Strega avrebbe potuto allattare il suo famiglio (leggi articolo: https://www.madameblatt.it/2020/11/11/famiglio-il-demone-delle-streghe/), un demone simile a un animale, che le era stato dato dal diavolo.
Le donne trovarono due di questi segni, ma il processo ancora non si svolse.
I giudici della Contea, infatti, avevano tentato di inoltrare il caso a un tribunale superiore, ma fu respinto.
Dopo un’indagine sulla casa di Grace Sherwood, i giudici della Contea ordinarono che fosse processata, utilizzando il controverso ‘test dell’acqua’ (Ordeal of water), per determinare la sua colpevolezza o innocenza.
Questo metodo, molto contrastato e dibattuto, al momento del processo alla Sherwood non era più utilizzato nei Tribunali europei.
Esso consisteva nel legare le braccia e le gambe dell’imputata e di gettarla in uno specchio d’acqua.
Si pensava che, se fosse affondata, era innocente, in quanto l’acqua è elemento puro ed avrebbe accolto un’anima innocente mentre, se avesse galleggiato, era colpevole, perché la sua anima impura era stata respinta.
In questo caso, i giudici presero diverse precauzioni, per garantire l’incolumità dell’accusata, somministrando il test, solo dopo che la stessa Grace ebbe acconsentito.
Questa prova, inoltre, fu posticipata dalla data originale, perché il tempo era stato molto piovoso e cattivo, quindi forse poteva mettere in pericolo la salute della donna.
Il 10 luglio 1706, alla quarantaseienne Grace furono legate braccia e gambe, e fu gettata in un ramo del fiume Lynnhaven.
Grace non affondò, riuscendo a sciogliersi dalle corde e, uscita dall’acqua, una speciale giuria femminile la perquisì nuovamente, alla ricerca di macchie e segni inusuali sul suo corpo.
Queste donne trovarono due segni neri sul corpo di Grace e, di conseguenza, fu condannata al carcere come Strega, in attesa di un altro processo.
Ma, in realtà, non esistono registrazioni di un secondo processo, anche se sembra che Grace Sherwood rimase in prigione per otto anni.
Comunque, nel 1708, la donna apparve davanti al Tribunale della contea, per pagare un debito e, nel 1714, presentò una petizione al Segretario della colonia, per il ripristino della sua terra.
La sua richiesta di reintegrazione fu accolta e visse il resto della sua vita nella sua fattoria di 144 acri.
Grace Sherwood è una leggenda locale in Virginia, dove è popolarmente conosciuta come ‘Strega di Pungo’ o ‘Strega della Virginia’.
Su di lei ci sono molte dicerie, alcune comprovate ed altre meno, che spiegano in un certo senso l’accanimento su questa donna.
Per esempio, nel 1869, lo scrittore W.C. Elam affermò che Grace Sherwood era una “negra”, e quindi le accuse contro di lei probabilmente derivano dall’intolleranza razziale e religiosa dell’epoca.
Altri scritti, invece, raffigurano Grace come una guaritrice, che possedeva familiarità con le erbe ed amica degli animali.
È stata anche descritta come abbigliata con vestiti da uomini, o così bella, da attirare l’attenzione degli uomini della comunità, facendo arrabbiare le loro mogli.
Oppure, si racconta che, in realtà, una serie di strani eventi affliggeva la contea di Princess Anne all’inizio del 1700.
I raccolti stavano morendo, le mucche producevano sempre meno latte e arrivavano tempeste e, mentre gli agricoltori lottavano, si dice che la terra degli Sherwood fosse fruttuosa e che i loro animali fossero sani.
Quindi, i vicini iniziarono a sparlare, anche perché pare che Grace fosse molto bella, volitiva e anticonformista per i tempi: la tempesta perfetta per suscitare voci di Stregoneria.
Oggi, diverse zone nell’area di Virginia Beach prendono il nome dal suo test dell’acqua, tra cui Witchduck Road e Witchduck Point, dove si sarebbe svolto il processo.
A Pungo, “la Strega” è un funzionario onorario dell’annuale ‘Festival della fragola’, che solitamente si teneva a fine maggio, ma sono famose anche alcune rievocazioni del ‘processo della strega di Sherwood’, nell’ambito della programmazione al Colonial Williamsburg, un museo di storia vivente e fondazione privata, presente nel quartiere storico di Williamsburg, in Virginia.
Il 10 luglio 2006, il governatore Tim Kaine ha ripristinato il buon nome di Grace Sherwood, trecento anni dopo il calvario delle accuse, che l’hanno condannata per Stregoneria.
Le Streghe, fin dai primi Cristiani in Europa, sono state percepite come esseri malvagi, con immagini di donne in varie forme, da megere malvagie dal naso verrucoso rannicchiate su un calderone di liquido bollente, ad esseri dalla faccia da vecchia schiamazzanti, che cavalcano nel cielo su scope con cappelli a punta.
La vera storia delle Streghe, tuttavia, è oscura e, spesso per loro, mortale.
Le prime Streghe erano persone che praticavano la Stregoneria, usavano incantesimi ed invocavano gli spiriti, per chiedere aiuto o per apportare cambiamenti.
Si pensava che la maggior parte delle Streghe fosse pagana e che fosse in combutta con il diavolo.
In realtà, molte erano semplicemente guaritrici naturali, o cosiddette “donne sagge”, la cui essenza della professione era stata fraintesa.
Una delle prime notizie di una Strega si trova nella Bibbia, nel libro di 1 Samuele, che si pensa sia stato scritto tra il 931 a.C. e il 721 a.C.
Racconta la storia di quando il re Saul cercò la Strega di Endor , per evocare lo spirito del profeta Samuele, morto per aiutarlo a sconfiggere l’esercito filisteo.
Anche nell’Antico Testamento si fa riferimento alle Streghe, come Esodo 22:18, che dice: “non permetterai che una strega viva“.
Ulteriori passaggi biblici mettono in guardia contro la divinazione, il canto o l’uso di Streghe, per contattare i morti.
L’isteria sulle Streghe prese davvero piede in Europa, durante la metà del 1400, quando molte donne accusate confessarono, spesso sotto tortura, una varietà di comportamenti malvagi.
Nel giro di un secolo, la caccia alle Streghe divenne comune e la maggior parte degli accusati, solitamente vedove o donne ai margini della società, veniva giustiziata, bruciando sul rogo o per impiccagione.
Tra il 1500 e il 1660 in Europa, soprattutto in Germania, furono messe a morte fino a 80.000 sospette streghe, e la maggior parte di loro erano donne ritenute in combutta con il diavolo e piene di lussuria.
Una curiosità da notare è che, in questa nazione, la maggior parte delle Streghe erano donne mentre, in Islanda, predominavano le Streghe maschi.
La pubblicazione del libro “Malleus Maleficarum“, (‘Il Martello delle Streghe’) scritta da due rispettati domenicani tedeschi nel 1486, probabilmente spinse la mania delle Streghe a diventare virale, essendo esso essenzialmente una guida su come identificare, cacciare ed interrogare le Streghe.
Un po’ prima, nel 1428 iniziò nel Vallese, in Svizzera , la prima Caccia alle Streghe sistematica europea, che durò otto anni e provocò la morte di 367 persone.
Per essere condannata, una persona doveva avere almeno tre vicini di casa o conoscenti, che dichiarassero pubblicamente di essere una Strega.
La maggior parte degli accusati nei processi alle Streghe vallesani erano contadini maschi.
Questi individui furono sottoposti a torture, in base alle quali venivano estorte confessioni riguardanti incontri con il Diavolo, che li avrebbe esortato a evitare la Messa e la confessione, in cambio della ricompensa della capacità di volare.
Altri confessarono di avere il potere di uccidere i loro vicini, o di trasformarsi in lupi mannari.
I condannati furono per lo più bruciati a morte, alcuni decapitati.
Le vittime erano legate ad una scala, che veniva posta in una pira.
Come ultima grazia, le autorità legavano sacchi di polvere da sparo al collo delle Streghe, per accelerare la loro morte tra le fiamme.
Probabilmente, la vittima più famosa del rogo per Stregoneria ed eresia fu Giovanna d’Arco, anche se non fu uccisa durante il periodo della mania della caccia alle Streghe, anzi, fu più una vittima della politica: l’accusa di Stregoneria fu semplicemente un modo conveniente per sbarazzarsi di lei.
La donna fu sottoposta dai suoi rapitori inglesi a 15 esami, sia pubblici che privati, prima di essere sottoposta a un processo in un tribunale ecclesiastico, che la dichiarò colpevole di eresia, dichiarando tra le altre cose, che “il veleno dell’eresia” aveva avuto un effetto trasformativo, trasformandola in un “membro di Satana”.
Quindi fu stabilito che Giovanna era una “bestemmiatrice contro Dio” e, quindi, fu bruciata sul rogo nel 1431 a Rouen, dove si dice che sia morta per inalazione di fumo, prima che le fiamme la consumassero.
Un’altra caccia terribile alle Streghe europee si svolse a Bamberga, in Germania, dal 1626 al 1631, in cui furono condannate 1000 persone e 900 furono bruciate sul rogo, alcune delle quali ebbero la fortuna di essere state prima decapitate.
Fu uno sterminio che non discriminava, uccidendo persone di tutte le età, generi e classi.
Ma cosa successe?
Nel 1626, alcune persone fecero una petizione alle autorità locali, chiedendo il motivo per cui Streghe e Maghi avessero inviato gelate per distruggere i loro raccolti.
Il principe-vescovo, Johann Georg Fuchs von Dornheim, avviò quindi un’indagine e, in poco tempo, una donna fu arrestata e confessò di aver causato il gelo.
Alla fine, il marito della donna accusata, Dorothea Flock riuscì a fuggire nella vicina Norimberga e presentò una denuncia all’imperatore, che intervenne.
Il principe-vescovo che aveva guidato i processi alle Streghe di Bamberga fu rimosso dalla sua posizione di potere, ma solo dopo aver realizzato un profitto molto generoso, sequestrando le terre di coloro che cercava di distruggere.
Johann Georg Fuchs von Dornheim fu sostituito nel 1631, cosa che pose così fine ai processi alle Streghe di Bamberga.
In questa caccia alle Streghe, la tortura era usata senza restrizioni, risultando non solo nelle confessioni, ma anche nell’estorsione di nuovi nomi.
Infatti, sotto tortura, gli imputati confessavano di aver partecipato ai Sabbath delle Streghe, alla magia malvagia e ai rapporti sessuali con Satana e i suoi tirapiedi.
Nel 1627, fu addirittura costruito un edificio speciale, la ‘Casa delle Streghe’, per contenere tutte le vittime di questa terribile caccia, nel quale i metodi di tortura usati, per estorcere confessioni e accuse alle vittime, includevano l’uso di viti a testa zigrinata, morse per le gambe e lo ‘Strappado’.
Lo Strappado era un metodo di tortura inventato in Italia ed usato anche contro Girolamo Savonarola e Niccolò Machiavelli, che comprendeva tre varianti, tutte inimmaginabilmente orribili.
Nella prima, la vittima aveva le braccia legate dietro di sé, con una spessa corda legata intorno ai polsi ed attaccata a una trave o gancio sul soffitto.
Il boia quindi tirava semplicemente la corda, in modo che il condannato fosse sollevato verso l’alto dalle mani, causando un’agonia intollerabile e di solito lussazione delle braccia e delle spalle.
Al corpo potevano essere aggiunti pesi, per rendere il dolore ancora più forte e, coloro che riuscivano a sopravvivere, spesso rimanevano paralizzati o subivano danni ai legamenti irreparabili.
La seconda variante era simile alla prima, ma incorporava una serie di brusche cadute da una grande altezza, provocando sobbalzi dolorosi, rottura delle spalle.
La terza variante legava le mani in avanti ed attaccava un peso massimo alle caviglie legate, provocando anche la lussazione delle gambe.
All’epoca, esistevano diversi modi per identificare una Strega, uno di questi era che una persona avesse un qualsiasi segno sulla pelle, come un neo, una macchia dell’età o una voglia, cosa molto comune, in realtà.
Questi erano visti come un segno del Diavolo e che la Strega li usasse per allattare il suo ‘famiglio’ (leggi articolo: https://www.madameblatt.it/2020/11/11/famiglio-il-demone-delle-streghe/), un demone che aiutava la strega nelle loro azioni malvagie, travestito da animale domestico come un gatto o un cane.
Un altro metodo, per identificare una Strega, era pungerla con degli spilli: se non sanguinava, era un segno sicuro che fosse sotto il controllo del Diavolo.
Alcuni cacciatori di Streghe senza scrupoli usavano una spilla retrattile, quindi ancora una volta l’accusato non aveva speranza di superare questa prova.
Altro metodo era prendere di mira uomini e donne, che avevano poteri curativi usando la fitoterapia, oppure il famoso “Nuoto delle Streghe“, durante il quale l’imputato veniva spogliato e gettato in uno specchio d’acqua, con una corda legata intorno alla vita.
Se le acque avessero respinto la persona, facendola galleggiare, era sicuramente affiliata al Diavolo, quindi una Strega.
Se fosse, invece, affondata, sarebbe stata tirata fuori dall’acqua, usando la corda intorno alla vita.
Ma, sfortunatamente, molte persone annegarono in questo modo.
Man mano che l’isteria delle Streghe diminuiva in Europa, crebbe nel Nuovo Mondo, che stava vacillando per le guerre tra francesi e britannici, un’epidemia di vaiolo e la continua paura degli attacchi delle vicine tribù di nativi americani.
Il più caso più famoso si riferisce agli eventi di Salem, nel 1692, che furono solo un capitolo di una lunga storia di cacce alle Streghe, iniziata in Europa tra il 1300 e il 1330, e terminata alla fine del XVIII secolo, con l’ultima esecuzione nota per Stregoneria, avvenuta in Svizzera nel 1782.
Circa tre quarti di quelle cacce alle Streghe europee si sono svolte nella Germania occidentale, nei Paesi Bassi, in Francia, nell’Italia settentrionale e in Svizzera.
Si ritiene, in linea di massima, che circa 110.000 persone in totale siano state processate per Stregoneria e circa 50.000 siano state giustiziate.
Le Streghe erano considerate seguaci di Satana, le quali avevano barattato le loro anime per la sua assistenza.
Si credeva, che esse impiegassero i demoni per compiere azioni magiche, che passassero dalla forma umana a quella animale, o da una forma umana all’altra, che gli animali agissero come i loro “spiriti familiari” e che cavalcassero nell’aria di notte, per incontri segreti e orge.
Sicuramente, alcuni individui adoravano realmente il diavolo e tentavano di praticare la Stregoneria con intenzioni dannose, ma spesso queste cacce si basavano su supposizioni.
Il processo di identificazione delle Streghe, infatti, iniziava con sospetti o voci, ai quali seguivano accuse, spesso sfociate in condanne ed esecuzioni.
I processi alle Streghe e le esecuzioni di Salem sono avvenute come il risultato di una combinazione di politica della Chiesa, faide familiari e bambini isterici, il tutto svolto in un vuoto di autorità politica.
Ma ecco la storia.
Alla fine del XVII secolo, la città di Salem era come divisa in due: da una parte, una vivace comunità portuale orientata al commercio nella baia del Massachusetts, conosciuta come Salem Town, che si sarebbe evoluta nella moderna Salem e, nell’entroterra a circa 16 km, una piccola e povera comunità agricola di circa 500 persone, conosciuta come Salem Village.
Nello stesso villaggio esisteva un notevole divario sociale, che era esacerbato da una rivalità tra le sue due famiglie principali, con continui litigi sulle proprietà: i benestanti Porters, che avevano forti legami con i ricchi mercanti di Salem Town, e i Putnam, che cercavano una maggiore autonomia per il villaggio ed erano i portabandiera delle famiglie contadine meno prospere.
Nel 1689, sotto l’influenza dei Putnam, Samuel Parris, un mercante di Boston diretto alle Barbados, divenne il pastore della chiesa congregazionale del villaggio, portando con sé sua moglie, i loro tre figli, una nipote e due schiavi originari delle Barbados: John Indian, un uomo, e Tituba, una donna.
Parris aveva negoziato astutamente il suo contratto con la congregazione, cercando un compenso maggiore, inclusa la proprietà della canonica, cosa che non andava bene a molti membri della congregazione.
Anche la teologia e la predicazione puritana ortodossa di Parris divisero la congregazione, una divisione che, durante il processo Salem, si divise in fazioni pro e anti-Parris.
Probabilmente condizionati dai racconti Voodoo narrati loro da Tituba, Betty, la figlia di Parris di 9 anni, sua nipote Abigail Williams di 11 anni e la loro amica Ann Putnam, di circa 12 anni, iniziarono a dedicarsi alla predizione del futuro.
Nel gennaio 1692, il comportamento sempre più strano di Betty ed Abigail finì per includere urla, suoni strani, lancio di oggetti, contorsione dei loro corpi e lamentele su sensazioni di essere morse e pizzicate.
Gli storici, che per anni hanno studiato questa storia, ipotizzano che ciò fosse dovuto ad una combinazione di asma, encefalite, malattia di Lyme, epilessia, abusi sui minori, psicosi delirante o ergotismo convulsivo.
L’ergotismo è una malattia causata dal mangiare pane o cereali a base di segale, che è stato infettato dal fungo della segale cornuta, che può provocare vomito, soffocamento, convulsioni, allucinazioni e la sensazione di qualcosa che striscia sulla pelle.
Per farci un’idea, l’LSD è un derivato della segale cornuta.
Questo strano comportamento si diffuse ad altre ragazze e giovani donne della comunità, così simile a quello dei figli di una famiglia di Boston che, nel 1688, si credeva fossero stati stregati.
A febbraio, incapace di spiegare il loro comportamento dal punto di vista medico, il medico locale, William Griggs, attribuì la causa al soprannaturale così, su suggerimento di un vicino, Tituba preparò una “torta delle streghe“, con l’urina delle vittime, per cercare di scovare l’autore soprannaturale della malattia delle ragazze.
Questo atto indignò il pastore Parris, che lo vide come un atto blasfemo.
Betty ed Abigail affermarono di essere state stregate da Tituba e da altri due membri emarginati della comunità, ovvero una mendicante irascibile, Sarah Good, e Sarah Osborne, un’anziana donna costretta a letto.
Il mese successivo, due magistrati di Salem Town, John Hathorne e Jonathan Corwin, si recarono nel villaggio, per condurre un’inchiesta pubblica.
Le due accusate si incolparono a vicenda, oltre a rivendicare la propria innocenza.
Tituba, dopo essere stata ripetutamente tormentata, confessò ai magistrati ciò che essi volevano sentire: che era stata visitata dal diavolo e aveva fatto un patto con lui, oltre a descrivere gli incontri con gli animali famigli di Satana e con un uomo alto e scuro di Boston, che l’aveva invitata a firmare il ‘Libro del Diavolo’, in cui c’erano scritti i nomi di Sarah Good e Sarah Osborne, insieme a quelli di altri sette.
A quel punto, i magistrati ebbero non solo una confessione, ma anche la prova della presenza di più Streghe nella comunità, e l’isteria aumentò.
Infatti, altre ragazze e giovani donne iniziarono ad avere accuse, tra cui Ann Putnam, sua madre, sua cugina, Mary Walcott, e la serva dei Putnam, Mercy Lewis.
Furono accusati di Stregoneria anche membri onesti della comunità, come Rebecca Nurse, una donna matura di una certa rilevanza sociale.
Da quel momento in poi, in dozzine di casi, la maggior parte degli accusati si rivelarono nemici dei Putnam.
Mettendo fine a settimane di udienze informali e reclusione, a maggio del 1692, il governatore della colonia del Massachusetts, Sir William Phipps, ordinò la convocazione di una corte ufficiale del tribunale penale a Salem Town, presieduta da William Stoughton e composta da sette giudici.
Gli imputati, senza avvocato difensore, erano aggravati dall’esistenza di “prove spettrali“, cioè affermazioni da parte delle vittime di aver visto e di essere state attaccate, con pizzichi, morsi, distorsioni, dagli spettri dell’accusato, che altri non erano che Satana.
Coloro che confessarono, o che nominarono altre streghe, furono risparmiati dalla vendetta della Corte, a causa della convinzione puritana che avrebbero ricevuto la loro punizione da Dio.
Coloro che, invece, insisterono sulla loro innocenza, furono martoriati.
E, coloro che nella comunità pensavano che fosse tutto uno sbaglio, una crudeltà fondata sul nulla, rimasero muti, temendo che sarebbero stati puniti per aver sollevato obiezioni al procedimento con l’accusa di Stregoneria.
La prima ad essere condannata per Stregoneria, nonostante si fosse sempre proclamata innocente, fu Bridget Bishop, la quale fu impiccata il 10 giugno 1692, sulla forca che divenne nota come ‘Gallows Hill’, nel villaggio di Salem.
In seguito furono impiccate altre cinque persone condannate, tra cui Sarah Nurse e Sarah Good.
Quest’ultima rispose alla sua condanna, dicendo che ‘non era una Strega più di quanto il giudice fosse un mago…‘
Addirittura, il ministro precedente della chiesa nel villaggio di Salem, George Burroughs, fu convocato dal Maine ed accusato di essere il capobanda delle Streghe, venendo condannato e, insieme ad altri quattro, impiccato il 19 agosto.
Mentre era in piedi sulla forca, egli recitò perfettamente il ‘Padre Nostro’, cosa che nessuna Strega era in grado di fare, sollevando in alcuni dubbi sulla sua colpevolezza.
Le impiccagioni continuarono e, altra cosa agghiacciante, fu ucciso anche un uomo ottantenne, accusato di stregoneria, il quale, rifiutando la colpevolezza, fu prima sottoposto a ‘peine forte et dure’ (punizione forte e dura) e pressato sotto pesanti pietre per due giorni, fino alla morte.
Le accuse di Stregoneria si diffusero anche ad individui di altre comunità, tra cui Beverly, Malden, Gloucester, Andover, Lynn, Marblehead, Charlestown e Boston, anche se cambiò la metodologia, da ‘prove spettrali’ a ‘prove dirette’.
Ciò accadde nel momento in cui, la stessa moglie del giudice Phipps fu accusata di Stregoneria e, da quel momento, egli cambiò la tipologia anche del tribunale, istituendo una Corte Superiore di Giustizia, con la quale iniziarono ad essere condannate poche persone, rispetto a quelle incriminate.
Negli anni successivi ci furono atti di pentimento individuali ed istituzionali da parte di molte persone, che erano state coinvolte nei processi, alcune delle quali riconobbero pubblicamente i propri errori.
Nel 1702 il Tribunale dichiarò l’illegittimità dei processi e circa 22, delle 33 persone che erano state condannate, furono discolpate nel 1711 dal Commonwealth del Massachusetts, il quale pagò anche circa 600 sterline alle famiglie delle vittime.
Nel 1957 lo stato del Massachusetts si scusò formalmente per i processi anche se, solo nel 2001, gli ultimi 11 condannati sono stati completamente esonerati.
In Europa, invece, sembra che l’ultimo processo ufficiale alle Streghe potrebbe aver avuto luogo in Polonia nel 1775.
Il processo alle Streghe di Doruchów iniziò, dopo che i membri della comunità avevano chiesto ai funzionari di un villaggio vicino, di indagare sulle prove dell’esistenza della Stregoneria.
Si racconta che, quindi, 14 donne furono arrestate, dopo essere state accusate di aver usato la magia per fare del male alla moglie di un nobile locale.
Tre di queste donne morirono dopo essere state torturate, mentre le restanti furono bruciate sul rogo.
Questo processo alle Streghe è accreditato da alcuni storici, come all’origine del divieto del Governo polacco del 1776, della tortura e dei processi alle Streghe.
L’ultima persona giustiziata per Stregoneria in Europa, fu una donna di nome Anna Göldi, morta all’età di 48 anni.
Anna, nata nel cantone San Gallo, in una famiglia povera, aveva avuto un figlio illegittimo con un mercenario, bimbo che morì durante l’infanzia.
La donna fu accusata di aver ucciso il suo bambino, quindi fuggì in un altro Cantone, trovando lavoro al servizio di una famiglia benestante.
In seguito, le figlie del suo datore di lavoro l’accusarono di aver trovato aghi nel suo latte, o di aver vomitato oggetti metallici.
Quindi Anna perse il lavoro e, in seguito il suo datore di lavoro l’accusò di Stregoneria.
Sotto tortura, Anna confessò, fu dichiarata colpevole e decapitata.
Molto più tardi, però fu rivelato che la donna aveva avuto una relazione con il suo datore di lavoro e, quando lo aveva minacciato di rivelarlo, lui si era vendicato con un’accusa di Stregoneria.
Oggi, Anna Göldi è ricordata come “Ultima Strega” morta in Europa, nel 1782.
“The Affair of the Poisons”, (“L’Affare dei Veleni”), è uno dei casi criminali più clamorosi della Francia del XVII secolo.
Nel 1679, un’indagine lunga svariati anni, guidata da Nicolas de La Reynie, magistrato francese, rivelò che nobili, ricchi borghesi e gente comune allo stesso modo avevano fatto ricorso segretamente a donne ‘indovine’, numerosissime a Parigi a quel tempo, per droghe e veleni, per messe nere e per altri scopi criminali.
Un Tribunale speciale per il processo degli imputati, noto come ‘Chambre ardente’ (‘Camera ardente’), fu creato nell’aprile 1679.
Qui si tennero 210 sessioni all’Arsenale di Parigi, in cui vennero emessi 319 mandati di arresto e condannate a morte 36 persone, compresa l’avvelenatrice ‘Madame La Voisin’ (al secolo Catherine Deshayes, Madame Monvoisin), bruciata al rogo il 22 febbraio 1680.
Ma chi era Madame La Voisin?
L’indovina, abortista, maga ed avvelenatrice Catherine Deshayes- Monvoisin nacque intorno al 1640 e la sua storia straordinaria illustra, quanto profondamente le persone credessero alla Stregoneria durante il XVII secolo.
Il suo soprannome “La Voisin” deriva dal suo nome da sposata “Monvoisin”.
Se la sua vita di moglie di un gioielliere parigino e mercante di seta fosse andata secondo i piani, sarebbe stata del tutto insignificante ma, quando gli affari di suo marito andarono in rovina, la donna si trasformò in levatrice ed indovina.
Ebbe così tanto successo, da essere in grado di sostenere l’intera famiglia: marito, madre e tre figli.
A poco a poco, oltre a fornire servizi di ostetricia, praticava anche aborti (che all’epoca erano illegali) e, poiché i suoi clienti iniziarono a dipendere dal suo aiuto e dai suoi consigli, non riuscì a resistere alla tentazione di vendere oggetti magici e alla miscelazione di pozioni d’amore.
Diventò, così, un business di enorme successo: nel 1660, la sua clientela comprendeva gli aristocratici più ricchi e potenti della Terra.
Catherine era ricca, famosa ed aveva molteplici amanti, tra cui un carnefice, un alchimista, un architetto, un mago ed un certo numero di conti e visconti.
Aveva una casa a Villeneuve-sur-Gravois, Parigi, dove aveva il suo studio e organizzava feste serali in giardino, con musica dal vivo.
Si dilettava nella scienza e nell’alchimia, e sperimentava con i veleni.
Le venne anche in mente di avvelenare suo marito, ma alla fine abbandonò il piano.
Madame La Voisin non era l’unica famosa indovina a Parigi in quel momento.
La sua rivale, Marie Bosse, gestiva un’attività simile per lo stesso gruppo di clienti ed entrambe le donne si guadagnavano da vivere, grazie alla feroce competizione per l’influenza alla corte del Re Sole, Luigi XIV.
Il favore reale non solo poteva elevare lo status di una persona, ma poteva rendere loro e l’intera famiglia ricchi per le generazioni a venire.
Invece, la caduta in disgrazia poteva comportare l’esilio, l’ergastolo o la morte.
Di conseguenza, consigliare ai cortigiani il modo migliore, per ingraziarsi il favore del Re, era un mestiere redditizio e Madame La Voisin spendeva una grande quantità di denaro in vestiti ed altri oggetti di scena, per assicurarsi che le persone credessero veramente in lei e la pagassero profumatamente per i suoi servigi.
Col tempo, sua figlia Marguerite divenne la sua assistente.
La domanda si intensificò, in quanto le persone non erano più soddisfatte delle pozioni prodotte da ossa di rospo, denti di talpa, limatura di ferro e sangue umano.
Pretendevano messe nere, durante le quali avrebbero potuto chiedere a Satana di rispondere alle loro preghiere.
Secondo quanto riferito, alcuni rituali prevedevano il sacrificio di un bambino, altri richiedevano solo l’uso del sangue di un neonato.
Quindi, Madame La Voisin cominciò ad assumere altre persone affinché l’aiutassero, persino invitando i sacerdoti ad officiare queste messe sataniche, naturalmente pagandoli profumatamente.
I servizi offerti da Madame La Voisin comprendevano afrodisiaci e veleni e, un esperto della nuova ‘scienza dell’uccisione con il veleno’, costituì una rete di farmacisti, per fornire le varie miscele necessarie.
La sua cliente più illustre era Françoise “Athénaïs” di Rochechouart di Mortemart, marchesa di Montespan, conosciuta meglio come Madame de Montespan, l’amante ufficiale di Luigi XIV.
Donna brillante, bella ed ambiziosa la quale, avendo soppiantato Louise de La Vallière nel 1667, era determinata a non essere sostituita da nessun’altra a sua volta, nella corte francese disseminata di rivali.
I suoi intrighi erano complicati dal fatto, che era incinta quasi permanentemente: aveva avuto sette figli dalla sua relazione con il Re, a cui si aggiungevano altri due che aveva avuto da suo marito.
Per mantenere l’affetto del Re e tenere a bada la concorrenza, Madame de Montespan si dedicava alla Stregoneria, alle messe nere e alle pozioni d’amore, tutte fornite da Madame La Voisin.
Re Luigi XIV, però, non fu mai un amante fedele, portando numerose donne a letto, anche durante i periodi in cui aveva un’amante ufficiale e, nel corso della loro relazione, Madame de Montespan metteva delle pozioni nel suo cibo.
Nel 1677, Madame de Montespan scoprì che il Re aveva iniziato una relazione con Angélique de Fontanges ed era così furiosa, da avere l’intenzione di avvelenarli entrambi.
Pertanto, consultò Madame La Voisin, la quale alla fine accettò di consegnare di persona al Re una sua missiva, su carta avvelenata.
Il piano fallì, ma subito ne fu escogitato uno nuovo.
Ma, prima che potesse essere messo in atto, un’altra nota indovina, Magdelaine de La Grange, fu arrestata per avvelenamento.
Fu l’inizio, quindi, di un grande scandalo noto come “L’affaire des poisons”, che scosse Parigi dal 1677 al 1682.
L’indagine successiva scoprì una rete di indovini, stregoni ed avvelenatori in tutta la capitale, tra cui anche un certo numero di importanti aristocratici, e tutti furono arrestati e condannati per stregoneria ed avvelenamento, dei quali ne vennero giustiziati 36, mentre molti altri furono imprigionati a vita.
Nel 1679, Marie Bosse, la principale concorrente di Madame La Voisin, fu arrestata e, inevitabilmente, tradì la sua rivale quindi, due mesi dopo, anche Catherine Deshayes-Monvoisin fu arrestata, così come sua figlia Marguerite.
A causa del suo alcolismo, Madame La Voisin non ebbe bisogno di tortura per parlare.
La donna raccontò della sua carriera, ammise di aver venduto veleni e servizi magici, e fece i nomi di alcuni dei suoi clienti meno conosciuti.
Nel febbraio 1680 fu processata e, due giorni dopo, fu bruciata viva in Place de Grève.
Anche sua figlia Marguerite confessò tutto, compreso l’elenco dei clienti di sua madre, l’attentato alla vita del Re ed il suo legame con Madame de Montespan, insieme a un numero enorme di altri cortigiani di alto rango.
Per evitare uno scandalo dalle proporzioni enormi, Re Luigi XIV chiuse le indagini, soppresse i pettegolezzi, sigillò le dichiarazioni dei testimoni, ordinò la distruzione di molti dei documenti dell’indagine e fece imprigionare gli altri imputati con una “lettre de cachet ” (Al tempo della monarchia assoluta, era una lettera firmata dal Re di Francia, controfirmata da uno dei suoi ministri e chiusa con il sigillo reale, o cachet, e conteneva ordini diretti del Re, spesso per forzare azioni arbitrarie e giudizi a cui non si poteva fare appello), il che significava che era praticamente tutto scomparso, senza alcuna esistenza legale ed ufficiale.
Tutti i personaggi di questo ‘affaire’ furono divisi ed imprigionati in varie roccaforti in tutto il Paese e, di loro, non si seppe più nulla.
Madame de Montespan fu sostituita da Françoise d’Aubigné, marchesa de Maintenon, la governante strettamente legata ai figli legittimi del Re, e quella fu la fine de “L’affare des poisons”.
Uno storico autore ed esperto del periodo, Jean-Christian Petitfils, descrisse Madame La Voisin come una donna il cui marito era inutile, provava tutti i tipi di professioni ma era pessimo in tutti.
Così iniziò a predire il futuro e si rivelò avere una testa migliore per gli affari.
Per cui, fece fortuna ed agì come una specie di agente procacciatrice d’affari, mettendo i clienti in contatto con persone che avrebbero fatto quasi tutto, pagando bene.
Prima dell’Illuminismo, le persone erano molto superstiziose, credevano in Dio e, visto che gran parte della religione si basa sui miracoli e sulla magia, esse erano predisposte a crederci.
Erano i tempi in cui si credeva che il vile metallo potesse essere trasformato in oro, che un talismano proteggesse nelle battaglie, che le streghe lanciassero facilmente incantesimi, che esistessero pozioni d’amore, maledizioni.
Tutto ciò ed altro era profondamente radicato nelle menti di tutti, tanto che offerte di questo tipo erano comunemente associate ad altri servizi illegali, come omicidio ed aborto.
Chi credeva in Dio, al di là della casta e dell’istruzione, automaticamente credeva anche in Satana e, se il primo non rispondeva alle preghiere, lo avrebbe fatto il secondo…
Si racconta che, nel suo giardino, Madame La Voisin avesse seppellito più di 2000 tra feti e neonati, e che battezzava i neonati prima di immolarli come sacrifici, per addolcire gli umori capricciosi del diavolo e fare rituali di magia nera.
“Il profumo è magia. E’ mistero. Ricreiamo l’odore di un fiore.
Del legno. Dell’erba. Noi catturiamo l’essenza della vita.
La Liquefacciamo. Intrappoliamo ricordi. Facciamo sogni.
Quello che facciamo è una meraviglia, un’arte,
e noi abbiamo la responsabilità di farla bene”
-MJ Rose-
Imbevuto di un’aura di mistero fin dall’antichità, il profumo continua ad affascinare i sensi.
Per questo, nel corso dei secoli, è stato spesso associato, in un modo o nell’altro, a qualche forma di Stregoneria.
Forse perché il profumo e la Stregoneria sono entrambi invisibili, ma il loro effetto sulle nostre emozioni è potente.
Non possiamo sfuggire a un odore, così come non possiamo sfuggire a un incantesimo.
In molti libri di incantesimi, conosciuti come Grimori, erbe, fiori, radici e resine sono utilizzati nei lavori magici e chiamati “ricette occulte”.
Esse celebrano l’uso dell’olfatto, come uno strumento molto potente nella fusione.
Inoltre, le essenze e il fumo aromatico sono stati collegati a spiriti e divinità nelle culture antiche e nei primi libri di incantesimi.
Per esempio, “Il Libro dei Morti” egiziano (leggi articolo: è pieno di incantesimi, che richiedono essenze pure, incensi e unguenti per rendere il defunto più gradito agli Dei.
Con la Stregoneria, un brutto incantesimo può essere annullato da un controincantesimo.
Allo stesso modo, per secoli, si è creduto che una corazza profumata potesse proteggere da certi incantesimi.
In effetti, indossare un profumo può essere come indossare un’armatura che ci protegge dal mondo esterno.
Molte persone condividono questa visione del profumo!
Il loro profumo è la loro armatura, senza la quale si sentono nudi. E indossare un profumo significa anche proteggersi dalle aggressioni esterne.
Quindi, il nostro profumo crea un alone o una specie di bolla intorno a noi, in cui ci sentiamo a nostro agio.
Quando gli odori circostanti sono sgradevoli, annusare il nostro profumo ci calma.
Non sorprende quindi, che si sia sviluppata l’idea del profumo come baluardo contro gli incantesimi malvagi.
O la convinzione, che certi odori possano allontanare il male.
Il Diavolo, che abita in un luogo putrido e puzzolente (secondo famose fonti), sarebbe disturbato da profumi che hanno un buon odore.
Uno dei primissimi usi del profumo nella storia è stato come messaggero del divino.
In effetti, i primi profumieri non erano altri che sacerdoti.
E i “profumi” che preparavano avevano lo scopo di creare canali di comunicazione con l’Aldilà.
Per gli Egizi si trattava di unguenti e del processo di imbalsamazione in quanto, mummificando con i balsami i corpi, era loro permesso di diventare Dei.
Divennero così “Profumati”.
Anche nella civiltà greco-romana, i profumi erano davvero il mezzo privilegiato di comunicazione con gli Dei.
Il fumo dell’incenso saliva verso di loro e trasmetteva le preghiere e le richieste degli umani.
Bruciare incenso o altri preparati era, quindi, un modo per rendergli omaggio e invocarli.
Il cibo era un’offerta per soddisfare la loro fame, il vino dissetava e i profumi parlavano loro.
Nel corso della storia, il profumo è stato usato per guarire e proteggere dalle malattie.
Nel Medioevo, si credeva che i pori della pelle la rendessero permeabile a batteri e malattie di ogni tipo, facendoli entrare direttamente nel corpo.
Il profumo era quindi in grado di agire su entrambi questi problemi.
D’altra parte, si credeva che i cattivi odori portassero malattie e che, indossando il profumo, ci si potesse proteggere dal male.
A questo proposito, parliamo del Pomander, dal francese “pomme d’ambre” ossia “mela di ambra”, originariamente una palla fatta di profumi.
Il Pomander era indossato o portato in un vaso, conosciuto con lo stesso nome, come una protezione contro il contagio in tempi di pestilenza, o semplicemente come un profumatore contro i cattivi odori.
I contenitori sferici, che contenevano i Pomander, venivano appesi al collo con una catenella, o attaccati alla cintura, e di solito erano perforati per emanare i profumi, oltre ad essere costruiti in oro o argento.
A volte contenevano molte sezioni, in ciascuna delle quali c’era un profumo diverso.
I Pomander venivano usati nel tardo Medioevo e continuarono ad essere usati fino al XVII secolo.
Una forma moderna di Pomander si prepara infilzando in un’arancia, o altra frutta, chiodi di garofano essiccati.
Fatta essiccare anch’essa, durerà indefinitamente.
Il Pomander moderno serve per profumare l’ambiente e rinfrescare l’aria, o profumare la biancheria nei cassetti e da lui deriva la sfera floreale da appendere, che può essere utilizzata anche come bouquet da sposa a pochette.
Non dimentichiamo inoltre che, per proteggersi dai pericoli della peste, era necessario passare un po’ di tempo in bagno la mattina, strofinandosi aceti ed unguenti sul proprio corpo.
Poi si doveva ingerire, bere e masticare vari fiori ed erbe profumate come l’Angelica, ritenuta superlativa nella lotta contro il male.
Infine, ci si riempiva le narici di sostanze profumate, da annusare non appena l’aria circostante diventava troppo fetida.
Ecco perché il rosmarino era ampiamente utilizzato, soprattutto durante il Rinascimento.
Questa pianta aromatica, conosciuta per le sue proprietà terapeutiche, veniva utilizzata sia per soluzioni bevibili che profumate, come la famosissima Acqua della Regina d’Ungheria).
Profumo e stregoneria sono andati a lungo di pari passo, anche perché erano gli attributi delle donne (ovvero il “diavolo”), considerate “streghe”.
Esse utilizzavano i profumi per proteggere da malattie e incantesimi e, soprattutto, nell’immaginario collettivo c’era l’idea, a partire dal Medioevo, che con essi potessero lanciare malefici.
Per inciso, i profumi sono dei preparati un po’ come pozioni magiche, realizzati mescolando insieme diversi ingredienti secondo una formula elaborata e precisa.
Un vero lavoro da strega!
Un po’ come i filtri d’amore, i profumi sono armi pericolose, che ammaliano e fanno perdere la testa.
Ecco perché le donne profumate si diceva che fossero streghe.
Erano considerate tentatrici malvagie, che cercavano di irretire gli uomini, portandoli fuori strada.
Per non parlare del Rinascimento, epoca in cui le donne anziane in particolare, si diceva avessero un odore nauseabondo e quindi, se mettevano un profumo, venivano additate sospettosamente.
Quando invece,probabilmente, cercavano solo di nascondere l’olezzo del loro corpo.
L’olfatto è il nostro senso più emotivo e primitivo in quanto, quando annusiamo, l’informazione arriva direttamente in un’area del cervello dedicata alle emozioni.
Invece tutti gli altri i sensi, avvertono stimoli che vengono prima analizzati dal cervello e poi inviati alla regione emotiva.
Ciò spiega pertanto, la forza dei ricordi olfattivi, ovvero il profumo di nostra madre, l’odore dell’erba tagliata, del pane appena sfornato…
Grazie ad un odore, torniamo indietro nel tempo, rivivendo un momento (generalmente) felice e confortante.
E’ giusto allora dire, che i profumi siano armi potenti , in quanto possono raggiungere direttamente la sfera emotiva e avere un effetto sulla nostra sensibilità e sui nostri comportamenti.
Ecco, quindi, che il profumo si trasforma anche in arma di seduzione, un po’ come un incantesimo a cui è impossibile resistere.
Il profumo può infatti aiutare a risvegliare il desiderio, e quindi a nutrire quella sensazione.
Ci ricorda l’odore dell’altra persona, dopo che se n’è andata e pensiamo a lei, quando sentiamo un certo aroma che ci rammenta un determinato momento.
Ciò spiega perché molti profumi hanno nomi legati al vocabolario dell’amore, della stregoneria e della seduzione: essi dovrebbero far cadere chiunque sotto il nostro incantesimo.
Senza dubbio, la famiglia olfattiva più “seducente” è quella dei profumi orientali: incenso, mirra, ambra, vaniglia, con le loro note calde e sensuali si combinano con fiori bianchi animali o rose coriacee, per produrre elisir scandalosi.
Interessante è anche la fragranza dell’Oleandro bianco.
Il suo profumo dolce e persistente e i suoi innocenti petali bianchi tradiscono tossine mortali, che scorrono in ogni singola parte del fiore.
Nel romanzo di Janet Fitch, “White Oleander”, una donna disprezzata avvelena il suo amante, saturando il suo cibo e le sue bevande con fiori bianchi di Oleandro.
La sua bellezza accecante la lega, nella forma e nella funzione, al fiore letale e il suo avvelenamento è descritto come una forma d’arte: riflessiva, precisa e piena di passione poetica.
Allora, che ti piacciano i profumi floreali o legnosi, bianchi o colorati, nulla ti impedirà di essere una strega o uno stregone!
Quindi divertiti a trovare la tua formula magica.
Per lanciare un incantesimo, devi essere una potente strega e, la prima cosa da cercare con il tuo profumo, è la chimica che crei profumando la tua pelle.
E quello che succederà dopo…sarà tutto incanto e malìa…
“I profumi sono dei potenti maghi che possono
trasportarvi attraverso gli anni che avete vissuto”
-Helen Keller-
“Ascolta la parola delle streghe,
i segreti che abbiamo nascosto nella notte:
i più antichi tra gli dei ho invocato,
la grande opera della magia ho cercato.
In questo giorno e a quest’ora
l’antico potere ci onora.
Manda i tuoi poteri a noi tre sorelle:
vogliamo i poteri, dacci i poteri!
Questo è della strega il canto
che nella notte celebra i segreti,
gli dei più antichi invocando
e rievocando i riti più biechi.
Questo è il tempo di riavere
il nostro antico potere!”
-dal Libro delle Ombre-
Il termine Strega deriva dal latino “striga” o “stryx”, o dal greco “strygos” = strige, barbagianni.
Nel Medioevo, si utilizzava generalmente la parola “Lamia”; in altre regioni d’Italia, altri termini erano:
-Masca o Maggia (Piemonte)
-Stria o Basura (Liguria)
-Borde (Toscana)
-Mazzera (Corsica)
-Stria, Strea, Strolega, Maggia (Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Friuli-Venezia Giulia)
-Cogas, Bruscias, Maghiargia (Sardegna)
-Janara (Sannio ed Irpinia)
-Mavara, Majara (Sicilia)
-Magara (Calabria, Basilicata)
-Masciare (Bari)
-Chivarze (Taranto)
-Macara (Salento)
-Stiara (Grecìa salentina)
-Stroll’ca (Umbria)
-Strolleca (Macerata)
La Strega, in realtà, è una figura mitologica, nata il più delle volte da credenze popolari e dotata di poteri sovrannaturali.
Per secoli, le Streghe sono state oggetto di persecuzione da parte della Chiesa, in quanto dedite alla pratica della “Stregoneria” e dotate di poteri occulti, derivanti dal contatto con il “maligno” o altre entità soprannaturali.
Solitamente donne, esse usavano i poteri non solo per nuocere alle persone ed alle cose, e per opporsi alla società umana.
Nel XVIII sec., lo studioso trentino Girolamo Tartarotti giudicò infondate le teorie sulla Stregoneria, in quanto frutto di superstizione.
Nel folklore popolare, la Strega ha quasi sempre avuto un’eccezione negativa, perché si pensava che usasse i poteri soltanto per nuocere, partecipando ai raduni periodici, i Sabba, durante i quali si adorava il Demonio.
Di Streghe si parla fin dall’antichità.
Infatti, gli studiosi ritengono, che il concetto di Strega risalga a migliaia di anni fa, quando gli esseri umani adoravano le divinità, in tutte le culture.
Nella mitologia greca, la prima Strega è Ecate, la Dea della Magia e dell’Astrologia.
Nella tradizione Yoruba (gruppo etno-linguistico africano), la strega era una donna saggia.
Alcune di queste donne praticavano rituali spirituali, la maggior parte di loro erano semplicemente guaritrici o saggi anziani.
Nella Bibbia sono citate la famosa “Strega di Endor” (una negromante dotata del potere di evocare lo spirito dei morti), oppure in Grecia, le “Streghe della Tessaglia” (in grado di “tirare giù la Luna”, utilizzando uno specchio per rifletterne la luce ed andare in trance).
Nel Medioevo, la Chiesa cattolica, a seguito di alcune confessioni protestanti, indicò le Streghe come figure eretiche, pericolose per la comunità, perché dedite al culto del maligno e, pertanto, dovevano essere perseguitate con violenza.
Da qui, iniziò la “Caccia alle Streghe”.
Fra il 1227 ed il 1235, fu instaurata l’Inquisizione contro le “Streghe” e contro gli “Eretici”, con una serie di decreti papali.
Nel 1252, Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura, per estorcere “confessioni” di Stregoneria da parte delle donne sospettate.
Questo papa criminale, alla sua morte, fu sepolto nel Duomo di Napoli con una iscrizione che inizia con queste parole: “Hic superis dignus, requiescit Papa benignus” (Questo è degno degli dei [del divino], Papa benigno riposa……)
Successivamente, Alessandro IV diede all’Inquisizione ogni potere di torturare ed uccidere, in caso di Stregoneria coinvolgente l’eresia.
Se le vittime “confessavano”, erano dichiarate colpevoli di Stregoneria, se invece “non confessavano” erano considerate eretiche, e poi arse sul rogo.
Non sfuggiva nessuno.
Alcune persone erano sottoposte alla prova della pietra al collo, la presunta colpevole veniva, cioè, gettata in acqua legata a una pietra.
Se annegava era innocente, se invece restava a galla era una Strega … in ogni caso moriva!
In Italia, l’ultimo omicidio di una donna per tale motivo, risale al 1828, in Valsesia.
Tra il 1450 ed il 1550, in Germania si calcola che furono condannate al rogo circa centomila donna, considerate Streghe.
A fine ‘600, a Salem (Massachusetts), iniziò una caccia alle Streghe, durata dal 1647 al 1688, durante la quale ci furono arresti, esecuzioni capitali terribili, mai inflitti nei possedimenti britannici del Nuovo Mondo, per il reato di Stregoneria.
Furono impiccate 19 persone; un uomo venne schiacciato a morte per essersi rifiutato di testimoniare; 150 sospettati furono imprigionati e altre 200 persone furono accusate di Stregoneria.
Ma ci potrebbe essere anche una spiegazione scientifica al fenomeno della Stregoneria.
Dietro i fenomeni registrati a Salem, si pensa vi sia stato un consumo alimentare di “segale cornuta” (cioè infettata da Claviceps purpurea), i cui alcaloidi sono resistenti anche alle alte temperature dei forni di cottura del pane.
Inoltre nel 1563, un medico olandese, Johann Wier, nel suo libro “De praestigiis daemonum” stabilì una connessione tra il possibile stato allucinatorio di anziane donne malate e frustrate, ed i tipici comportamenti delle Streghe.
Nell’arco di tre secoli, alcuni storici hanno stimato che furono sterminati nove milioni di Streghe, all’80% donne e bambine.
Le donne venivano violentate oltre che torturate; i loro beni erano confiscati fin dal momento dell’accusa, prima del giudizio, poiché nessuno era mai assolto.
La famiglia intera veniva spossessata di ogni bene; si dissotterravano persino i morti per bruciarne le ossa.
Il “Malleus Maleficorum” (“Il martello delle streghe”, testo in latino pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger ed Heinrich Kramer, allo scopo di reprimere in Germania Eresia, Paganesimo e Stregoneria) stabiliva che la Strega accusata doveva essere “spesso e frequentemente esposta alle torture”.
Alla base di gran parte dell’odio nei riguardi della Strega, c’era anche la paura della sessualità: queste donne senza legami potevano attirare gli uomini con il loro potere:
“Quando una donna pensa da sola, pensa male”,
recita il Malleus Maleficarum.
Le cacce alle Streghe erano campagne ben organizzate, intraprese, finanziate ed eseguite dalla Chiesa e dallo Stato.
Questo regime di terrore durò cinque secoli, sotto la benedizione di almeno 70 papi, tutti in qualche modo compromessi con questi orrendi crimini.
Dal Rinascimento, le Streghe iniziarono ad essere descritte come delle donne vecchie ed arcigne, qualche volta rappresentate accanto ad un filatoio o nell’atto di intrecciare nodi, a richiamare l’idea di vendetta, tessendo il destino degli uomini e ponendoli di fronte a mille pene.
Ogni Strega, solitamente è accompagnata da un proprio animale, il “Famiglio”, con caratteri diabolici, che funge da consigliere della propria padrona. (vedi articolo dedicato).
Tipici Famigli sono il gatto, il gufo, il corvo, la civetta, il topo e il rospo.
Una Strega, per essere considerata veramente tale, deve utilizzare incantesimi essenziali, alcuni dei quali sono di seguito elencati:
–Bruciare ortica essiccata in una stanza, per purificarla ed allontanare le influenze negative.
–Portare una piccola moneta di rame nel portafoglio, per aiutare altri soldi ad entrarci.
–Sotterrare una bottiglia con dentro spilli e spine vicino l’ingresso di casa, per tenere lontano energie e pensieri negativi nei nostri confronti.
–Tagliare una mela in due e mangiarla con il proprio partner, affinché si mantenga l’amore intenso ed a lungo nel tempo.
–Sotterrare un nocciolo di un’albicocca davanti l’ingresso della propria casa, per portare un nuovo amore.
–Bere un infuso di gelsomino e cannella, prima di iniziare una divinazione.
–Tenere qualche mandorla in tasca, per trovare ciò che si è perso.
–Mettere qualche goccia di olio essenziale d’arancio dolce sul proprio cuscino, per avere sonni sereni.
–Formulare una domanda ad un’arancia, che abbia per risposta si o no. Se i semi, una volta mangiato il frutto, saranno pari, la risposta è negativa, se i semi saranno dispari, sarà positiva.
–Una candela cosparsa di olio di basilico elimina le negatività.
–Per affrontare un pubblico, un po’ di legno di ontano in tasca aiuterà nell’oratoria e darà coraggio.
–L’olio di Timo spalmato sulle palpebre chiuse permette di vedere le Fate.
–Tagliare un pezzetto di corteccia di pioppo, mentre si è situati ad Est, aiuta ad ottenere conoscenza magica.
–Bruciare una candela rosa tutta la notte alla propria finestra, aumenta la forza di volontà.
–Mangiare mirtilli, guarisce da piccole depressioni ed esaurimenti nervosi.
–Cospargere di sale grosso gli angoli della stanza, per proteggere la casa.
–Mettere infuso di Eufrasia sulle palpebre, per avere la chiaroveggenza.
–Lasciare piccole offerte di miele e di latte sotto gli alberi di quercia, per essere ricompensati dagli Spiriti della Natura.
–Polvere di Artemisia, Cannella e Sandalo vicino al letto favorisce la proiezione astrale.
–Mettere una piantina di Gardenia nella stanza di un ammalato, per accelerare la guarigione.
–Suonare una campanella, per tenere la casa protetta, lontana dalle negatività.
–Bere un tè ai petali di rosa per una settimana, porta l’amore nella propria vita.
–Una piantina di achillea di fianco al registratore di cassa di un negozio, favorisce nuovi affari e nuovi clienti.
–Per affrontare una persona di cui non ci si fida, portare in tasca un Occhio di tigre, per non fare mentire l’interlocutore.
–Camminare su dei rami caduti di acero per assicurarsi una vita lunga.
–Mangiare ravanelli, stimola desideri sessuali con il partner.
–Piccoli pezzi di coralli vicini a finestre e porte, tiene lontani i ladri.
–Prima di prendere una decisione importante, mangiare una pesca.
–Regalare un cesto fatto di nocciolo ad una sposa, auspica un matrimonio felice.
–I fiori di calendula aggiunti nella vasca da bagno, rendono più belli ed irresistibili.
Le Streghe praticano diversi tipi di magia e, cosa importante, non fanno solo del male, spesso sono orientate verso il “bene” dell’Universo.
Un tipo di Stregoneria è la “Magia rituale Wicca”, eseguita con attrezzi speciali e forme geometriche (tipo il pentacolo), che danno potere e significato ad ogni cerimoniale.
Requisito essenziale è la riflessione costante sulla relazione tra uomini, natura e divino, sia per perfezionare i rituali magici, che per portare pace interiore, chiarezza di pensiero ed un’eccezionale forza di carattere.
La “Strega verde” o “Strega di campagna”, che si occupa di piante, terreno e magie della terra, non solo impara a preparare delle pozioni, rimedi ed altre sostanze potenti usando le piante, ma sviluppa anche una conoscenza profonda dei cicli di nascita, morte e rinascita.
Queste Streghe sono orientate verso la magia protettiva, estraendola dalla natura per evitare la mala sorte.
Questo tipo di magia aiuta a capire ciò che ci circonda, sviluppare il pollice verde e coltivare altri poteri, per beneficiare la propria vita e la propria casa.
Molto praticato dalle Streghe è anche lo Sciamanesimo, il cui concetto base riporta che, tutto ciò che esiste in natura in questo mondo, ha un suo spirito, l’animismo.
Visitando il piano astrale, lo Sciamano può comunicare con gli spiriti ed invocare il loro aiuto e protezione in questa dimensione.
Nel gergo esoterico, questi sciamani si chiamano “àuguri” o “Streghe ponte”.
Esistono anche dei tipi di Streghe meno comuni:
–“Streghe di famiglia”, che praticano una tradizione familiare, di cui solo la famiglia stessa è a conoscenza.
–“Streghe eclettiche”, che studiano un po’ di tutto ed hanno una conoscenza generale e non specializzata.
–“Streghe solitarie”, che sviluppano la loro visione della stregoneria e studiano in maniera personale, senza affidarsi a pratiche e rituali standard.
–Interessante quanto poco conosciuta, è la “Strega della cucina”.
Se la cucina è il cuore di ogni casa, è il luogo perfetto per fare un po’ di magia. Nella Stregoneria in cucina, la preparazione dei pasti diventa un’attività magica. Una Strega della cucina potrebbe avere un piano cottura o un altare da banco, probabilmente possiede erbe fresche in barattoli e pentole in cui preparare pratiche magiche, che sono incorporate nelle ricette e nella cucina.
Ogni pasto diventa un atto sacro che infonde energia alla famiglia.
Modificando il modo in cui avviene la preparazione e il consumo del cibo, questa Strega crea magie pratiche sui fornelli, nel forno e sul tagliere.
–Nella Stregoneria cerimoniale, chiamata anche “Magia cerimoniale” o “Alta magia”, la Strega usa spesso rituali e invocazioni specifici, per invocare il mondo degli spiriti.
La Strega cerimoniale utilizza come base una miscela di antichi insegnamenti occulti, come Thelema, Magia Enochiana e Kabbalah.
Le informazioni sulla Magia cerimoniale spesso sembrano essere limitate, ciò è dovuto in parte alla necessità di segretezza all’interno della comunità.
In effetti, molte persone che praticano la Stregoneria cerimoniale non si identificano affatto con la parola Strega.
–Esistono numerose tradizioni ereditarie di Stregoneria.
Queste sono tipicamente piccole tradizioni familiari in cui credenze, rituali e altre conoscenze vengono tramandate da una generazione all’altra, a volte di madre in figlia, o di padre in figlio, e gli estranei sono raramente inclusi, anche quelli che si sposano nella famiglia.
È difficile indovinare quante Streghe ereditarie ci siano, perché le informazioni sono generalmente conservate all’interno della famiglia e non condivise con il pubblico in generale.
Ancora una volta, questa è una tradizione familiare basata su pratiche e credenze, piuttosto che su qualsiasi legame genetico documentabile.
–In sud Africa, originari del popolo Zulu, gli “Stregoni” sono visti come guaritori, che si dividono in due diverse categorie: “Inyanga” e “Isangoma”.
Sebbene gli Inyanga non siano dissimili dagli erboristi moderni e dai professionisti della medicina naturale, gli Isangoma sono chiamati alla loro professione dai poteri divini e svolgono compiti come predire il futuro e usare le loro capacità psichiche, per proteggersi dagli spiriti maligni.
Isangoma rasenta l’essere leader religioso nella sua comunità, usando trance e rituali musicali, per comunicare con gli antenati.
Sia l’Inyanga che l’Isangoma sono visti con rispetto nella loro cultura e devono sottoporsi ad anni di addestramento; vengono spesso consultati per una varietà di problemi, dalla salute allo spirituale.
–Mentre, come dicevo prima, la caccia alle Streghe si è conclusa in Europa intorno al XVIII secolo, in alcune parti del Mondo le donne continuano ad essere bandite, perché sospettate di avere poteri soprannaturali.
Il Ghana sta cercando di fare un passo avanti per abolire questa pratica.
Infatti, negli ultimi anni dovrebbe aver liberato quasi 1.000 donne e 500 bambini da sei campi di Streghe nella regione settentrionale del Paese.
I campi delle Streghe sono stati istituiti quasi 100 anni fa, per fornire un luogo di rifugio per le donne, che sono state capri espiatori per tragedie come la carestia, la malattia e la morte.
Non diversamente dalle donne accusate di Stregoneria nell’America coloniale, queste donne sono state discriminate in società, crivellate dal panico di massa. Sebbene i campi fornissero un rifugio sicuro per le donne e i loro bambini, mancavano anche i beni di prima necessità come l’elettricità e l’acqua corrente. Poiché i campi sono stati chiusi nel dicembre 2014, le donne bandite in queste aree ora lottano, per essere reintegrate nella società e riunite alle loro famiglie, dopo decenni di persecuzioni e discriminazioni.
-Nelle Isole Filippine, la fede nella magia è molto viva.
“Kulam” è una forma di stregoneria filippina, con praticanti chiamati “Mangkukulam”, che praticano magia nera.
Usando pratiche simili al Vudù, il Mangkukulam lancia incantesimi e maledizioni, destinati a recare danno agli altri.
Tuttavia, i Mangkukulam (che possono essere uomini o donne) spesso vendono pozioni d’amore e servizi, per aiutare i clienti a vendicarsi di coloro che li hanno offesi.
–In Cile troviamo “Kalku”, una Strega malvagia, che esiste in opposizione ai leader spirituali “Mapuche” e alle donne di medicina, “Machi”.
Mentre Machi sono i principali guaritori della cultura, Kalku lavorano con gli spiriti maligni, per provocare il caos.
Le figure semi-mistiche usano la magia nera e si crede persino che abbiano aiutanti malvagi, come “Anchimayen” (creature che rianimano i cadaveri dei bambini defunti) e “Choncon” (un uccello con la testa di un Kalku).
Mentre Machi sono tradizionalmente donne, che svolgono doveri religiosi, Kalku sono visti come creature più mistiche e fantastiche.
–“Obeah” fiorì nelle Indie occidentali, come ibrido popolare tra magia e religione, in gran parte come forza di resistenza, durante la tratta degli schiavi.
La sua magia oscura utilizza incantesimi per fare previsioni, acquisire conoscenze o ottenere assistenza per qualsiasi compito.
Mentre Obeah non è una religione, nel senso che non esiste un tipo di chiesa o cerimonie stabilite, i praticanti di sesso femminile e maschile sono visti come guide spirituali, che possono aiutare per qualsiasi tipo di problemi.
Questa magia, che si ritiene abbia avuto origine nell’Africa occidentale, si trova nei Caraibi in molteplici forme.
Ad esempio, ad Haiti, la pratica è conosciuta più specificamente come Voodoo. Come la maggior parte delle forme di Stregoneria, si ritiene che questa forma di magia abbia un potenziale sinistro, ma viene anche utilizzata per il beneficio personale, attraverso gli incantesimi acquistati.
–Nonostante possa essere considerata una santa piuttosto che una Strega, la “Santa Muerte del Messico”, o “Santa della Morte”, è profondamente collegata alla Stregoneria.
Rappresentata come una donna che indossa una maschera di teschio e un lungo mantello, simile alla “Triste Mietitrice”, Santa Muerte è onorata attraverso statue, che si ritiene detengano poteri magici.
Le sculture nere della santa sono usate nei rituali di maledizione, mentre le sculture bianche sono usate per i rituali di purificazione.
Alcuni credenti considerano persino Santa Muerte un’intermediaria tra Dio e la Terra, mentre altri vedono la sua statua come un presagio o una minaccia di morte.
–La “Hedge Witch” (Strega della Siepe) lavora con gli spazi liminali e il regno degli spiriti.
Infatti, in passato una “siepe” segnava il confine di un villaggio o insediamento, e quindi rappresentava il confine tra la nostra realtà fisica e il mondo degli spiriti. Una Strega Siepe può essere abile nell’attraversare quel confine, attraverso pratiche come il viaggio astrale.
–La “Strega Cosmica” incorpora l’Astrologia e l’Astronomia nella sua Stregoneria. Molto probabilmente segue da vicino l’allineamento dei Pianeti e spesso coordina i suoi incantesimi e rituali, in base alla posizione dei Pianeti e della Luna.
– Alla fine del XX secolo, Caroline High Correll, la quale affermava di discendere da una stirpe di Streghe ereditarie, oltre ad essere una sensitiva, guaritrice spirituale ed erborista, fondò la “Tradizione Nativista Correlliana” , o “Wicca Correlliana”.
Fortemente influenzata dal suo presunto lignaggio e dalla Stregoneria di Arad, fu a capo della sua Chiesa fino alla sua morte, negli anni ’40.
La Wicca Correlliana non è stata riconosciuta come Wicca, fino agli anni ’90, ed è stata vista più come eclettismo e universalismo.
Questa corrente è una delle pratiche più diffuse, ancora oggi esistenti.
–La “Strega del Mare” ha forti legami con l’acqua e l’Oceano e usa spesso quell’elemento nella sua pratica, oltre a sabbia, conchiglie, legni o altri elementi, che provengano da quei luoghi.
Ella si sente legata al mare ed al folklore antico, che coinvolge le sirene.
Qualcosa che potreste non conoscere, che esiste fin dall’antichità e permea molte culture in tutto il Mondo, è la correlazione tra i capelli rossi e la Stregoneria, con la convinzione che le “teste rosse” possiedano poteri soprannaturali.
Nel corso della storia, le società hanno avuto un rapporto di amore / odio con le teste rosse, le quali sono state adorate e riverite, ma anche degradate e temute, a seconda dell’epoca.
In alcune culture odierne, soprattutto in Africa, dove il Vudù e la Magia rivestono un ruolo centrale nelle loro credenze, si pensa ancora che chi possiede i capelli rossi, sia una strega.
È interessante notare che il fatto che le teste rosse provino dolore in modo diverso dagli altri o si pensi che abbiano una maggiore tolleranza al dolore risiede chiaramente nella convinzione del XVII secolo che le streghe e gli stregoni non fossero suscettibili al dolore come lo erano gli altri.
I Celti nell’Europa occidentale, le cui tradizioni erano impregnate di Magia, avevano capelli color fiamma, e credevano contribuissero ai loro poteri e forza.
Alcune scritture latine del XIII secolo affermano, che il sangue di chi ha i capelli rossi potrebbe trasformare il rame in oro.
È risaputo che, già da allora, sicuramente fino al XVIII secolo, i Cristiani credevano che le teste rosse fossero affiliate al diavolo e alle pratiche sataniche.
Per questo motivo, i capelli rossi erano un indicatore di Stregoneria e abilità magiche e, durante la caccia alle Streghe, le persone con questi capelli erano spesso sospettate e giudicate colpevoli dai cacciatori di streghe.
Infatti, durante i processi alle Streghe furono condannate tra le 40.000 e le 60.000 persone, molte delle quali annegate o bruciate sul rogo, nel tentativo di purificare la società da tutte le Streghe.
Allo stesso modo, nei processi alle Streghe tedeschi, che hanno avuto luogo a Würzburg, Treviri, Fulda e Bamberg, si diceva che le persone dai capelli rossi fossero state processate, torturate e assassinate, partendo dal presupposto, che coloro che possedevano le trecce rosse dovevano essere Streghe.
Durante l’Inquisizione spagnola, si credeva che i capelli rossi fossero il risultato del furto di fuochi dall’inferno, e così tante furono bollate come Streghe e bruciate a morte.
Nelle comunità e nelle città di pescatori della Scozia e dell’Irlanda, si credeva che, se avessi individuato una donna dai capelli rossi, quel giorno non avresti preso pesce.
Ed è ancora considerato sfortunato portare una donna dai capelli rossi a bordo di una barca .
Va comunque ricordato che le donne, che erano intelligenti o difficili da controllare, sono state spesso accusate di Stregoneria, perché intimidivano le autorità o coloro che le circondavano.
Quindi questo simbolo della Strega è sopravvissuto nei secoli, come rappresentazione dell’emancipazione femminile.
In quanto outsider dal potere misterioso, la Strega rappresenta una sfida alle narrazioni patriarcali.
L’onnipresenza della Strega nella letteratura, nel cinema e nella cultura pop riflette la profondità dell’ossessione della società occidentale.
Oggi, il simbolo sta assumendo una nuova risonanza, sia spiritualmente che simbolicamente, poiché gli attivisti che combattono per il loro genere, la politica, la sessualità o la salute ambientale, invocano la Strega come una dichiarazione di forza e potenziamento.
Infatti, nel XX secolo, mentre fondavano movimenti femministi e combattevano per il loro diritto di voto, le donne nelle società occidentali iniziarono a vedere le Streghe, come un simbolo di astuzia, potere e resistenza tra alti e bassi.
Ad esempio, nel suo manifesto femminista del 1893 “Women, Church and State”, la suffragista americana Matilda Joslyn Gate sostenne, che la Stregoneria era uno dei modi in cui la Chiesa e lo Stato opprimevano le donne potenti.
Oggi, le attiviste femministe e gli influencer progressisti dei social media stanno anche lavorando attivamente, per dissipare la dicotomia tra la strega buona e la strega cattiva, che spesso si riflette in diversi standard di bellezza, in cui il brutto è uguale al male
Le donne potenti sono di tutti i colori, forme e dimensioni, ma mai mostruose!