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Sangue di Drago
Secondo la superstizione popolare, il Malocchio è un effetto causato volontariamente o involontariamente da qualcuno, che causa malattie e/o disgrazie ad un’altra persona, semplicemente guardandola, oppure attuando dei rituali particolari.
Il Malocchio è una pratica antica e trova le sue radici storiche fondamentalmente nei Paesi orientali e in quelli delle coste del Mediterraneo.
Un sinonimo di Malocchio è la parola ‘Fascino’ che, nell’antica religiono romana, si riferiva sia al Dio Priapo (soprannominato Fascinus da Plinio il Vecchio), sia alle effigi ed agli amuleti fallici contro il Malocchio ed anche agli incantesimi per stregare u a persona.
Plinio il Vecchio, inoltre, affermava che l’amuleto chiamato ‘fascinus’, era un rimedio contro l’invidia ed il Malocchio.
In molte regione del sud Italia, si usa ancora dire che ad una persona è stato fatto ‘affàscinu’, oppure a ‘lu nfascinu’, significando che gli è stata fatta una malìa, un Malocchio.
I moventi possono essere infiniti: invidia, cattiveria, denaro, avidità, ecc.
Credenze popolari e pratiche, tramandate di persona in persona, forniscono indicazioni per liberare le vittime dall’infausta maledizione.
Vediamo come…
Innanzitutto un primo passo, che sembra ottimo nella battaglia per sconfiggere il Malocchio, è dare una bella pulita negli ambienti in cui si vive e si lavora.
Bisogna dare una bella lavata ai pavimenti, con acqua e sale.
Infatti, il sale è tradizionalmente utilizzato per sconfiggere le iettature, perché ha il potere di rimuovere le energie negative (come i tre pizzichi di sale da gettare dietro le spalle contro la iella).
Poi una bella spolverata a tutti gli ambienti e, per finire, finestre aperte per cambiare l’aria, perché quella nuova depotenzia l’azione dell’energia negativa.
Si devono anche posizionare dei sacchetti di sale grosso negli angoli delle stanze, preferibilmente in sacchetti di colore rosso, altro elemento contro le maledizioni.
Gli osservanti della religione cattolica, chiamano il prete della propria parrocchia, chiedendogli di benedire la casa, ma anche l’auto e, se fosse possibile, il luogo di lavoro.
Per potenziare il rito di liberazione, sarebbe molto efficace raggiungere un fiume ed entrare in acqua, rimanendo immersi il più possibile, almeno una volta.
Infatti, l’acqua è il più potente strumento di combattimento del male, ricca di sostanze della Terra e accumulatore naturale di energia bianca e, col suo scorrimento veloce, pulisce, purifica e ricarica il proprio corpo di energia cosmica positiva.
Sospettando di essere “affascinati”, si richiede l’intervento di un operatore capace di confermare la iettatura e cercare di eliminarla.
Uno dei metodi racconta che la persona, la quale crede di essere stata colpita dal Malocchio, deve stare seduta, mentre il guaritore riempie un piatto fondo con dell’acqua, eseguendo per tre volte il segno della croce sulla fronte del soggetto che si è rivolto a lui.
Dopo che ha terminato, traccia su sé stesso, sempre per tre volte il segno della croce e, toccando i bordi del piatto, esegue ancora il segno della croce.
Terminata questa procedura, l’operatore versa nel piatto alcune gocce di olio di oliva e, man mano che le gocce cadono nell’acqua le osserva: se l’olio si allarga, la diagnosi è Malocchio (potrebbe accadere che l’olio addirittura scompaia apparentemente).
Ciò significa, che la persona è stata colpita da Malocchio già da diverso tempo e sarà più difficile da trattare.
Se invece l’olio si allarga poco, vuol dire che la “maledizione” è nelle prime fasi, piuttosto leggera e, conseguentemente, scomparirà più facilmente.
Nel caso in cui l’olio resti a galla normalmente, vuol dire che la persona non è infetta.
Quando la vittima è affascinata, si deve gettare via l’acqua, in un luogo dove si ritiene che nessuno passi, altrimenti vi potrebbe essere la trasmissione del Malocchio a chi la calpesta.
Il rito va ripetuto consecutivamente per altre due volte: già la seconda volta gli “occhi” che compaiono nell’olio dovrebbero essere più piccoli, mentre alla terza non dovrebbe esserci più niente.
Eventualmente gli “occhi” comparissero anche durante la terza ripetizione del rito, significa che il Malocchio trasmesso è piuttosto forte ed è necessario seguire una determinata procedura, tagliando gli “occhi” con le forbici e ripetendo il rito il giorno dopo.
È importante che, una volta iniziato il rito contro il Malocchio, esso non venga mai interrotto.
Gli operatori esoterici bravi sono in grado vedere, se chi ha fatto il Malocchio sia una donna o un uomo, tutto dipende da come si presentano le gocce.
Se esse hanno accanto piccoli cerchietti, il Fascino è stato formulato da una donna; se invece le gocce sono normali, la responsabilità è da attribuirsi a un uomo.
Quando il rito purificatore è stato effettuando bene, la persona colpita dalla maledizione comincia a sentirsi subito meglio.
Un altro rito prevede una candela bianca, che dovrà essere unta con il Sangue di Drago (pregiatissima e rara resina estratta dalla Dracena Draco, caratterizzata dal suo colore rosso).
Si scrive, poi, il nome della vittima (anche presunta) su un foglio bianco, e si circonda con un pentacolo disegnato sopra.
Il foglio andrà poi bruciato con la candela accesa, lasciando che la stessa si consumi completamente.
Quando sarà tutta liquefatta, si deve buttare tutta la cera in un corso d’acqua o, in alternativa, nel wc.
Ancora un altro metodo prevede di riempire un grande bicchiere d’acqua e di procurarsi un sacchetto di sale.
Dopodiché, bisogna pungersi un dito, in modo da far cadere una goccia del proprio sangue sopra il sacchetto, che andrà messo ammollo nell’acqua per circa tre ore.
In seguito, ci si deve liberare del contenuto, utilizzando l’acqua corrente di un torrente o del lavandino.
Per liberarsi da fatture, maledizioni e malocchi vari, è bene ricordare il potere dei numeri, sia per il male che per il bene.
I numeri possono rafforzare un rito o una procedura magica, basta scriverli, su carta, sulla pelle, sul retro di una foto, sui muri.
I numeri del male per antonomasia sono il 4 e il 6, mentre i numeri del bene sono il 7 e il 9.
Infine, è utile anche proteggersi dal Malocchio con un mix di erbe, come aneto, iperico, verbena e ruta, da portare sempre addosso, oppure il famoso mazzetto delle Erbe di San Giovanni.
ANTICA TECNICA DELLA TEGOLA CONTRO IL MALOCCHIO
Occorrente:
1 tegola in cotto (che apporta pace e fiducia, in quanto anche simbolo del cuscino utilizzato da Gesù)
1 fascio di erbe comprendente qualcuna di queste, in numero dispari: iperico, aneto, verbena, ruta, artemisia, rosmarino, finocchio selvatico, felce, malva, erba cedrina, camomilla, sambuco, menta.
-qualche fogliolina di ulivo benedetto la Domenica delle Palme (anche dell’anno precedente, l’importante è che sia benedetto).
Procedimento:
Mettere sulla tegola il fascio di erbe e le foglioline di ulivo, con dei pezzetti di carbone accesi e, appena le erbe iniziano a bruciare e si leva il fumo, far mettere le mani incrociate della ‘vittima’ sulla tegola, mentre l’operatore recita:
“Nostro Signore da Roma veniva,
una palma d’olivo nelle mani teneva,
sopra l’altare la benediceva,
cavava gli occhi a chi male faceva:
con tre pani e con tre pesci
Nostro Signore mi dà abbondanza.”