“Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andra’ domani
l’amore ancora ci passera’ vicino
nella stagione del Biancospino.”
-Fabrizio De André-
Il Biancospino (Crataegus monogyna) è un arbusto od un piccolo albero, molto ramificato e dotato di spine, con fiori bianco rosati e bacche rosse edibili, ma che solitamente non vengono mangiate fresche, bensì lavorate per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.
I frutti del Biancospino forniscono cibo invernale agli uccelli (ne sono ghiotti soprattutto tordi e cesene), che ne diffondono i semi.
Con il legno di Biancospino, che è molto duro, si fabbricano bastoni e manici per attrezzi.
Il Biancospino ha ispirato numerose leggende.
Una leggenda racconta che la Madonna, in un giorno d’inverno, stese i pannolini di Gesù nella siepe vicina alla casetta di Nazareth; la spalliera erbosa prima brulla, come per miracolo, si ricoprì di fiorellini candidi e profumati: il Biancospino.
Un’altra leggenda narra che, fuggito dalla schiavitù in Irlanda, San Patrizio si diresse direttamente in Francia.
Avendo deciso di visitare suo zio a Tours, doveva attraversare la Loira e, ovviamente, non era provvisto dei mezzi necessari per farlo.
Trovò, tuttavia, che la sua mantella sarebbe stata un’ottima zattera così, una volta raggiunta la riva opposta, Patrizio appese il suo soprabito a un cespuglio di Biancospino ad asciugare.
Nonostante fosse pieno inverno, la pianta iniziò a fiorire e, da allora, il Biancospino fiorisce d’inverno.
Presso i Celti, il Biancospino veniva chiamato “Huath”, che significa “terribile”. Questo nome richiamava lo spavento, il timore reverenziale verso ciò che è sconosciuto e che possiede un’energia magica molto potente.
Oltre a ciò, questa pianta era un simbolo della festività di Beltane (leggi articolo).
Gli antichi Greci, in occasione delle cerimonie nuziali, usavano decorare gli altari con rami di Biancospino, perché era un simbolo di speranza.
Nel Medioevo si diffuse la leggenda, che la corona di spine posta in capo a Gesù, durante passione, fosse fatta con rami di Biancospino.
I Romani avevano dedicato questa specie alla Dea Flora, che regnava sul mese di Maggio, il mese delle purificazioni e della castità, simboleggiata dal bianco dei fiori.
Utilizzata anche per scacciare il malocchio e la sfortuna, era usata per adornare le culle dei neonati con piccoli rami fioriti.
Veniva anche considerata pianta sacra alle fate; là dove cresceva, la leggenda dice, si poteva vederle.
Il Biancospino è più prominente nel paesaggio, quando fiorisce a maggio.
Uno dei più popolari dei suoi numerosi nomi vernacolari è “Albero di Maggio”.
In quanto tale, è l’unica pianta in Gran Bretagna, che prende il nome dal mese in cui fiorisce.
“Thorn” è anche un altro nome comune trovato nei toponimi inglesi.
È l’albero più frequentemente menzionato nelle carte di confine anglosassoni.
Durante le carestie, le bacche di Biancospino venivano usate per preparare una bevanda simile al caffè.
Soprattutto in Germania, i fiori sono utilizzati, assieme ad altre erbe, per la preparazione di tisane in bustina, bevute al posto del tè.
Nella fiaba della Bella Addormentata nel Bosco, la principessa Rosaspina cade in un sonno incantato che dura cento anni, dopo essersi punta con un fuso che, nei tempi antichi, veniva costruito proprio con il legno del Biancospino.
Per i Celti, Thomas the Rhymer, mistico e poeta scozzese del XIII secolo, incontrò la Regina delle Fate proprio su un Biancospino, dal quale chiamava un cuculo.
Ella, dopo essersi amorosamente unita a lui più e più volte, lo guidò verso l’Altromondo, dove egli apprese molte cose magiche.
Dopo essere riemerso nel Mondo dei Mortali, scoprì di essere stato assente per sette anni.
In Irlanda, si diceva che i Biancospini fossero abitati dalle fate e, quindi, non potevano essere tagliati o danneggiati in alcun modo, senza incorrere nell’ira spesso fatale dei loro guardiani soprannaturali.
Anticamente, in tutta la Gran Bretagna c’era la convinzione che, portare in casa fiori di Biancospino, avrebbe portato malattia e morte.
Gli adulti rimproveravano i bambini, per aver decorato innocentemente la casa con i suoi fiori.
La gente medievale asseriva anche, che l’odore dei fiori di Biancospino era proprio come l’odore della Grande Peste a Londra.
In seguito, i botanici ne scoprirono la ragione.
La trimetilammina chimica, presente nei fiori di Biancospino e che si sente soprattutto al taglio, si forma anche nel tessuto animale in decomposizione.
In passato, quando i cadaveri erano in casa per diversi giorni prima della sepoltura, le persone avevano molta familiarità, con l’odore della morte.
Quindi, non sorprende che i fiori di Biancospino fossero così sgraditi nelle abitazioni.
Nonostante il tabù di cui sopra, le foglie del Biancospino, chiamate comunemente pane e formaggio, venivano mangiate molto spesso.
Le persone usavano i fiori e le bacche per produrre vini e gelatine.
I decotti dei fiori e delle foglie venivano usati anche per stabilizzare la pressione sanguigna.
Il legno forte, e a grana fine, è ottimo da intagliare e le persone lo usavano per realizzare manici di utensili e altri piccoli oggetti domestici.
Probabilmente, però, il suo più grande uso pratico per le persone era come copertura.
Il Biancospino più famoso della Gran Bretagna è la “Sacra Spina di Glastonbury”.
La leggenda racconta di come Giuseppe d’Arimatea, lo zio della Vergine Maria, membro del Sinedrio che si rifiutò di condannare Gesù, arrivò su una collina che domina Glastonbury Thor.
Con lui c’erano alcuni discepoli e due vasi sacri contenenti il sangue e il sudore di Gesù.
Proprio nel punto in cui egli piantò il suo bastone nel terreno, esso germogliò e si trasformò in spinoso Biancospino.
Sebbene l’originale naturalmente non sia più lì, uno dei suoi presunti discendenti si trova ancora sulla collina.
Questo particolare Biancospino fiorisce due volte l’anno, una volta a maggio e di nuovo intorno a Natale.
Un rametto di una di queste spine di Glastonbury, situato all’esterno della chiesa di St Johns, viene tradizionalmente inviato alla Regina Elisabetta ogni anno.
Si dice che Ella lo usi, per decorare il tavolo della colazione, la mattina di Natale.
Nel significato dei fiori, il Biancospino comunica speranza e prudenza.
Esso si regala a qualcuno che attende una risposta, come augurio che sia quella desiderata.
In esoterismo, secondo un’altra antica leggenda, questo fiore sarebbe in grado, grazie alle sue spine aguzze, di allontanare gli spiriti del male.
Tradizionalmente il Biancospino ha la capacità di propiziare la fertilità in tutte le sue forme e, contemporaneamente, la castità dove necessario.
Mazzetti di fiori di Biancospino, bruciati, producono un valido scudo medianico.
Una delle sue proprietà magiche è proteggere dai fulmini.
Si dice, infatti, che questo albero non venga mai colpito da essi e che quindi, ci si possa riparare sotto ai suoi rami, durante i temporali.
Inoltre, esso protegge le sorgenti e le polle di acque sacre.
Infatti, in Irlanda ancora oggi, le fonti sono attorniate e protette da alberi di Biancospino e molte sono adorne di offerte, lumini e statuette votive, donate al magico arbusto, in cambio della sua sottile e potente benedizione e della benevolenza degli spiriti naturali, che in esso dimorano.
Il potere sottile del Biancospino induce ad un sonno magico, che porta a distaccarsi dalla realtà quotidiana ed a ritrovarsi nelle dimensioni ultraterrene, sconosciute alla mente umana che, vigile e affollata di pensieri, è ben lontana dalla pace e dal silenzio.
Il Biancospino protegge i Dormienti, perché nulla di male possa loro accadere, mentre dormono serenamente sotto le sue fronde, così da essere liberi di lasciarsi trasportare dall’estasi, di viaggiare nell’Incanto senza temere pericoli.
La pianta è posta sotto l’influenza di Marte.