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Pwca
Il Púca (al plurale Púcaí), dall’irlandese ‘spirito, fantasma’, chiamata anche Pooka o Phouka, solitamente è una creatura del folklore celtico, considerata portatrice di buona o cattiva sorte.
Esso può decidere di aiutare o ostacolare le comunità rurali e marine.
Il Púca può avere pelliccia o capelli scuri, o bianchi ed appartiene al genere di creature mutaforma (leggi articolo: https://www.madameblatt.it/2021/06/09/i-mutaforma/), che potevano assumere l’aspetto di cavalli, capre, gatti, cani e lepri, o addirittura assumere una forma umana, includendo varie caratteristiche animali, come orecchie o coda.
Quindi, in alcune storie, sentirai dire che questa creatura ha assunto l’aspetto di un cavallo nero con una criniera selvaggia, i cui occhi dorati brillavano luminosi; in altre, sentirai parlare di persone, che affermano di aver incontrato un Púca che aveva assunto la forma di un essere umano, con i capelli nerissimi ed occhi dorati, ecc.
Questo essere ha controparti in tutte le culture celtiche dei vari Paesi europei.
Per esempio, nella mitologia gallese è chiamato Pwca; in Cornovaglia si chiama Bucca; nelle Isole del Canale (Normandia) è Pouque (e s’intende come una fata che vive vicino a pietre antiche); in altre isole franco-normanne, si trova vicino ai Cromlech (tombe preistoriche, dolmen), ed indicato come Pouquelée o Pouquelaye; in Bretagna, Poulpiquet e Polpegan.
Nella leggenda irlandese, il Púca era noto per apparire solo di notte ed era temuto da molti umani, poiché si diceva che portasse fortuna o sfortuna a coloro a cui si mostrava.
Poteva essere trovato negli angoli rurali dell’Irlanda, anche se pare prediligesse piccoli laghi nelle profondità delle montagne.
In effetti, alcuni di questi laghi sono conosciuti come “Pooka Pools” (“Piscine del Pooka”), traslitterato approssimativamente in “The Demon’s Hole” (“Il buco del Diavolo”).
Le montagne, le colline ed i laghi erano i domini di questa creatura e, a seconda della parte dell’Irlanda in cui si viveva, si pensava che il Púca fosse utile o minaccioso.
Infatti, era noto per aiutare gli agricoltori, ma poteva anche causare il caos.
In generale, tuttavia, la saggezza percepita sosteneva, che un incontro con Púca non era da considerarsi propizio, poiché questa creatura fatata era un presagio di imminente rovina.
Conosciuto per la sua astuzia e arguzia, nonché per le bugie e l’inganno, l’archetipo di Púca è l’imbroglione.
Però è anche uno spirito di fertilità, poiché ha il potere di creare o distruggere, oltre alla capacità del linguaggio umano, e di essere un profeta dotato.
Nel corso degli anni, ho sentito molte storie di persone, che hanno intrapreso un viaggio alla ricerca del Púca e del suo vero nascondiglio.
Tra le più conosciute, una riguarda la storia di un Púca un po’ pazzo.
Si racconta che il Púca assumesse spesso la forma di un cavallo amichevole e si presentasse agli umani stanchi, che di solito erano appena usciti incespicando da una casa o da un pub, un po’ brilli.
Quindi il Púca accompagnava il suo passeggero ubriaco in un terrificante viaggio di ritorno a casa, galoppando all’impazzata per tutta la piccola città rurale.
Il passeggero stanco si rendeva presto conto, che qualcosa non andava, mentre il cavallo saltava oltre le siepi e galoppava per l’area, per tutta la notte, in cerca di modi per spaventare il suo cavaliere.
Il giorno dopo, essendo ancora sotto l’incantesimo del Púca, la persona non ricordava cosa fosse successo.
Questo quindi spiegava perché alcune persone, essendosi ubriacate, riferivano di non avere idea di cosa fosse successo la notte precedente.
Sembra, che l’unico uomo ad aver mai cavalcato con successo un Púca sia stato il Sommo Re d’Irlanda e fondatore della dinastia O’Brien, Brian Boruma Mac Cennetig (941-1014), più comunemente noto come Brian Boru.
Egli riuscì a controllare la magia della creatura, utilizzando una speciale briglia formata da tre peli della coda del Púca.
L’abilità fisica di Brian consistette nel rimanere agganciato sulla schiena della creatura, fino a quando il Púca, esausto, non gli si arrese.
A quel punto, il re costrinse il mutaforma ad accettare due promesse: in primo luogo, che non avrebbe più tormentato i cristiani e rovinato le loro proprietà; e in secondo luogo, che non avrebbe mai più attaccato un Irlandese, tranne coloro che erano ubriachi o erano all’estero con intenzioni malvagie.
Sebbene il Púca fosse d’accordo, sembra aver dimenticato le sue promesse nel corso degli anni.
Per questo, è soprannominato “il principe delle bugie”.
L’altra storia narra di quanto sia facile incontrare un Púca, sulle panchine più solitarie dei parchi.
Infatti, è noto che i Púcaí amano interagire con il mondo umano e, sebbene le loro azioni siano talvolta considerate turbolente, sono spesso utili (anche se si divertono un po’ a recitare).
E’ risaputo di quanto essi godano a farsi delle chiacchierate per ore ed ore, con persone ignare di trovarsi davanti ad un mutaforma, prendendosi il tempo per dare consigli e condividere i loro pensieri sui problemi.
Appena essi vedono una persona sola su una panchina, si avvicinano ed iniziano una conversazione.
Questa creatura mitica è anche ben documentata nella letteratura classica irlandese e britannica.
Il poeta e drammaturgo irlandese William Butler Yeats descrive il Púca come un’aquila, mentre il romanziere e drammaturgo irlandese Brian O’Nolan, che scriveva con lo pseudonimo di Flann O’Brien, ne è stato così ispirato.
Nel suo capolavoro “At Swim-Two-Birds”, presenta un personaggio chiamato Pooka MacPhillemey, un “membro della classe del diavolo”.
“In Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, Puck è uno spirito malizioso ed arguto, responsabile di mettere in moto molti degli eventi dell’opera attraverso la sua magia.
La storia passata registra molti avvistamenti di Púcaí in tutta l’Irlanda, ma il racconto più famoso è quello su uno spirito animale, che ha dato il nome a Poulaphuca (da Pooka Pools) al confine del fiume Liffey, tra le contee di Kildare e Wicklow.
Attualmente questo è il sito di una centrale idroelettrica, dove il fiume scorre attraverso una stretta gola, prima di precipitare di 46 metri in tre fasi.
Lì sotto c’è una piscina, chiamata Hole of Pooka e l’autore irlandese Padraig O’Farrell (1932-2004) racconta questa storia, che è stata ispirata dal racconto scritto da un anonimo di Kildare.
Alla fine, lo scrittore ha aggiunto un poscritto interessante:
“Nel novembre 1813, Kildare Hunt, noto come Killing Kildares, partì.
Dopo aver gustato la tradizionale coppa con staffa all’incrocio di Tipper, vicino a Naas, andò a caccia di volpi senza successo, finchè si avvicinò alla contea di Kildare.
Qui apparve una grossa volpe, che proseguì verso Liffey e, contemporaneamente, apparve un cavallo nero, che non apparteneva a nessuno dei cavalieri.
Era un Pooka!
Il terreno era difficile e la volpe correva veloce, così che vicino a Liffey, solo uno dei membri della caccia, un uomo di nome Grennan, e il cavallo, che in realtà era Pooka, rimasero con il branco.
Mentre stavano guadagnando terreno, la loro preda iniziò a farsi strada attraverso le rocce.
Vedendo il pericolo, Grennan tentò di richiamare i cani, ma il Pooka davanti a loro stava tentando di proseguire.
La volpe si diresse verso la sporgenza sulla parte stretta della gola, vedendo gli occhi rossi del Pooka sputare fuoco, e saltò, mancò la sporgenza e cadde nelle acque turbolente sottostanti.
Il Pooka saltò facilmente attraverso la gola, scomparendo nei boschi, ma un branco di cani, sentendo l’odore della volpe, si gettò a capofitto nell’acqua.
Guardando in basso, Grennan vide la volpe ed i cani, che cercavano disperatamente di mettersi in salvo a nuoto attraverso le onde vorticose; altri cani lanciati contro le rocce stavano urlando di dolore e morendo.
Pianse, mentre la maggior parte del branco andava a fondo. All’improvviso il suo dolore cedette il passo al terrore, quando sentì un nitrito diabolico, come un animale che ride, dal bosco di fronte. Grennan capì allora, che era il Pooka.“
Il Púca esiste anche nell’Irlanda contemporanea, avendo una forte risonanza con gli eventi del recente passato, e non solo simbolicamente.
Il folclorista dell’800 Thomas Crofton Croker, in “Fairy Legends and Traditions” sostiene che il Púca appaia come una vera persona in carne e ossa.
Con le sembianze umane si avvicina a qualcuno, si fa strada nelle sue simpatie, facendo l’amico, e successivamente prevede eventi sfortunati che accadranno a questa persona.
Naturalmente, quando le avversità colpiscono, questa creatura non è mai presente, nascosto nel suo regno soprannaturale, gode della gioia di guardare gli umani sopportare gli effetti di eventi catastrofici.
Novembre è il mese dei Púcaí.
Anticamente in Irlanda, ad Halloween, molti bambini uscivano “durante Púcaí”, ma altri restavano in casa, timorosi delle storie che avevano sentito, su ciò che i Púcaí facevano ai bimbi.
Oggi, invece, esiste il Púca Halloween Festival, che si svolge durante il capodanno celtico a fine ottobre, nelle contee di Meat e di Louth nel cuore dell’Ireland’s Ancient East (costa orientale e parti delle Midlands e delle coste meridionali dell’Irlanda).
È impossibile non venire catturati dalle atmosfere gotiche tra le rovine del Trim Castle, nell’abbazia di St Mary, o lungo le stradine di Drogheda, nella contea di Louth: per tre notti, alla fine di ottobre, a cavallo di novembre, qui si susseguono abbaglianti spettacoli di luci, eventi musicali, narrazioni interattive con teste parlanti e performance musicali, che spaziano dalla musica da camera alla musica elettronica.
Il tutto, quindi, durante il Capodanno celtico, quando vagano gli spiriti di Halloween, quando la luce diventa oscurità ed il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottiglia, e le creature di Samhain, l’antica tradizione irlandese di Halloween, prendono vita.
Vagando nell’oscurità come uno spettro oscuro, lo spirito mutaforma di Púca prende vita, cambiando le sorti di tutti coloro che incrocia il suo cammino, mentre trasforma la notte in un colorato parco giochi di celebrazioni sacre.
Attraverso le spettacolari notti del Festival di Púca, si rende omaggio agli spiriti di Halloween, riaprendo i percorsi di riflessione e celebrazione scolpiti dai viaggiatori oltre 2000 anni fa, ed illuminando il cielo notturno con illuminazioni maestose e soprannaturali.
Anche la città di Athboy è un importante centro della tradizione di Halloween, durante il Festival di Púca.
Antichi manoscritti dicono che The Hill of Ward (la Collina di Ward) era un luogo di grande raduno di Samhain, a fine ottobre.
Infatti, nell’antico capodanno celtico, le regole possono essere infrante e gli spiriti si muovono tra i mondi.
Anche lo spirito mutaforma Púca prende vita, vagando per la notte e cambiando le sorti di coloro che incrociano il suo cammino.