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Pietro Andrea Mattioli
La Salvia moscatella, nome scientifico Salvia sclarea, è una piccola pianta perenne, erbacea, rizomatosa ed aromatica, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Tutta la pianta è vellutata e vischiosa ed emana un odore muschiato.
Di origine euromediterranea insieme ad alcune aree dell’Africa settentrionale e dell’Asia centrale, può raggiungere il metro d’altezza, e presenta foglie lanceolate, pelose e vellutate.
I suoi fiori hanno corolla bilabiata e, cambiando colore a seconda delle condizioni di luce, possono variare dal malva pallido al lilla, o dal bianco al rosa, con un segno rosa sul bordo.
Salvia = salvare, sicuro, bene, sano.
Sclarea= chiaro. Infatti, scrive Pietro Andrea Mattioli, umanista, medico e botanico del ‘500: “Le Donne Italiane mettono un grano di seme di questo Hormino nelli occhi caliginosi, nè ne lo cavano, se prima gl’occhi non si schiarischino, nel che ha egli maravigliosa proprietà”. Da qui, il suo significato di “chiaro”, in quanto appunto, un tempo era usata comunemente per trattare problemi oculari, quindi riconosciuta anche come pianta “purifica occhi”.
Salvia moscatella= le sue foglie che macerate nell’aceto conferiscono l’aroma di “moscato”.
Questa pianta possiede una lunga storia come erba, ed è attualmente coltivata per il suo olio essenziale.
E’ particolarmente usata in enologia, per intensificare l’aroma del vino e della birra, nonché è un importante componente del vermouth.
La Salvia sclarea è usata per disturbi di stomaco ed altri disturbi digestivi, malattie renali, crampi mestruali (dismenorrea), sintomi della menopausa, ansia, stress e molte altre condizioni.
Questa pianta è chiamata “l’aiutante delle donne“, a causa di una lunga storia nel trattamento dei disturbi riproduttivi femminili, dall’inizio delle mestruazioni (crampi e sindrome premestruale), fino alla menopausa (sudorazioni notturne, vampate di calore e sbalzi d’umore).
Infatti, contiene sclareolo, un composto con una struttura chimica simile agli estrogeni; ciò consente alla Salvia sclarea di imitare gli effetti degli estrogeni in caso di carenza e di aiutare a ripristinare l’equilibrio ormonale.
ATTENZIONE: L’erba dovrebbe essere evitata durante il primo trimestre di gravidanza, dai bambini e da chi assume alcol.
Negli alimenti e nelle bevande, l’olio di Salvia sclarea viene utilizzato come agente aromatizzante, ma anche come fragranza in saponi e cosmetici.
L’aromaterapia utilizza il potere del profumo per calmare la mente e ridurre i sentimenti di ansia.
Infatti, il tuo sistema olfattivo colpisce direttamente la parte del tuo cervello che regola le emozioni.
Ecco perché ciò che annusi può innescare ricordi e suscitare sentimenti, sia negativi che positivi.
L’olio di Salvia sclarea, in aromaterapia, può aiutare ad alleviare lo stress inducendo un senso di benessere.
Test eseguiti su donne altamente stressante ha rilevato che, se inalato, l’olio essenziale di Salvia sclarea suscita sensazioni di rilassamento ed aiuta a ridurre la pressione sanguigna.
Testimonianze scritte dei poteri curativi di questa pianta risalgono a Teofrasto nel IV secolo a.C., e Dioscoride e Plinio il Vecchio nel I secolo d.C.
Nel Medioevo la Salvia sclarea era coltivata quasi esclusivamente per il commercio di profumi, ma i guaritori facevano molto affidamento su di essa, per il trattamento di problemi digestivi e disturbi renali.
All’epoca veniva chiamata “Oculus Christi”, Occhio di Cristo.
Nei tempi moderni, ha iniziato a riguadagnare parte della sua popolarità medicinale.
Come ho scritto in precedenza, la Salvia sclarea era nota per uno specifico attributo medico: un seme posto in un occhio irritato si sarebbe trasformato presto in mucillagine, eliminando eventuali oggetti irritanti.
Questa pratica di ‘schiarire’ gli occhi dette origine al nome dell’erba, ed anche oggi la Salvia sclarea è usata per illuminare gli occhi, migliorare la vista e rallentare il processo di invecchiamento oculare.
Nella medicina asiatica, si pensa che l’olio di Salvia sclarea circoli e rafforzi l’energia del Qi, quando è bloccata.
Il Qi è considerato la forza vitale che scorre attraverso i nostri corpi e sostiene il nostro essere fisico.
In Giamaica, questa pianta una volta era usata per lenire le ulcere, mentre si pensava che un decotto di foglie bollite nell’olio di cocco curasse le punture di scorpione.
I guaritori tradizionali la usano anche per curare bronchiti, colesterolo alto, pressione alta, emorroidi, problemi circolatori, disturbi digestivi, dolori muscolari, disturbi renali e caduta dei capelli e come afrodisiaco.
Bisogna sapere che, agendo sull’ipotalamo “primitivo” nel cervello, la Salvia sclarea produce un effetto euforico, quando viene usata per l’ansia o la depressione.
Può aumentare gli effetti dell’alcol, quindi non dovrebbe essere combinata con il bere.
Raccolte giovani, le foglie possono essere consumate crude o aggiunte alla maggior parte delle ricette che richiedono la Salvia.
Le foglie più vecchie diventano amare, quindi usa solo foglie tenere e giovani.
I fiori possono anche essere mangiati e costituiscono una gustosa aggiunta alle insalate o, essiccati, possono essere immersi in un tè.
In magia, la Salvia sclarea è usato per chiaroveggenza, oniromanzia, creatività, protezione, illusione (inganna i sensi), calmante, rilassante, aprire nuove strade e introdurre nuovi inizi, contrastare la magia di Saturno dissolvendo i confini e scartando il passato, amplificatore magico, ed è suggerita come sostituto non tossico del Solanum nella preparazione degli “unguenti volanti” (unguento allucinogeno usato dalle streghe europee fin dal periodo della prima Età moderna).
E’ l’Erba dei sogni europea per eccellenza ed è molto più facile da coltivare ed acquisire rispetto alle erbe esotiche del Nuovo Mondo utilizzate a tale scopo.
A causa della sua associazione con il lavoro onirico, si pensa che quest’erba magica sia governata dalla Luna, ma il suo effetto sulla mente fa sì che alcuni la considerino un’erba di Mercurio.
Qualunque sia la corrispondenza, la salvia sclarea trova grande utilità nel creare sogni molto vividi e nell’aiutare a ricordare i sogni, specialmente in termini di sogni divinatori ed in genere è utile per sviluppare abilità di chiaroveggenza.
Alcuni scrivono desideri sulle foglie, che possono essere lunghe fino a 30 cm, e poi le mettono sotto il cuscino prima di andare a letto.
I sogni successivi rivelano se il desiderio si avvererà o meno: in caso contrario, la foglia dovrebbe essere seppellita.
Questa pianta magica è anche molto utilizzata nell’incenso, poiché è una delle poche appartenenti alle Lamiaceae che, essiccate, non ha un odore disgustoso quando viene bruciata.
Molti percepiscono il muschio nel profumo della Salvia sclarea ed è anche un fissativo del profumo, quindi viene associata alla Terra elementale.
Per questo motivo, può essere incorporata nella magia dell’amore e del sesso: immergere un sacchetto di mussola, le foglie di Salvia sclarea e metterlo nell’acqua del bagno, prima di una serata romantica.
Secondo Nicholas Culpeper, medico, botanico ed astrologo del ‘600, questa erba “provoca la venerazione“.
L’olio essenziale è stato utilizzato dagli antichi e si dice contenga la saggezza dei saggi.
Usa la Salvia sclarea per rafforzare il tuo spirito e bilanciare i tuoi chakra.
Nella magia popolare, il fiore veniva strofinato sulle palpebre di una persona stregata, per schiarire la vista interiore e scacciare tutti gli incantesimi.
A mio avviso, la Salvia sclarea è una pianta con un fascino particolare.
Sa camminare tra i mondi, a suo agio sia nell’oscurità che nella luce. Nel primo anno del suo ciclo di crescita di due anni si allinea con l’inverno, proiettando un’immagine di morte sopra terra, mentre vive sottoterra, usando la sua rosetta di grandi foglie piatte, per incanalare la luce solare fino alle sue radici.
In sintonia con l’oscurità e la protezione della terra, immagazzina abbastanza energia, per trasformarsi in una pianta apparentemente diversa nel suo secondo anno, elevando i suoi steli alti verso il Sole, con fiori ricchi di nettare per gli impollinatori.
Poiché coinvolge sia l’Inverno che il Mondo sotterraneo, come tempo e luogo per l’attività, la Salvia sclarea è un’eccellente guida ai Regni delle rivelazioni nascoste, oniriche ed intuitive.
La sua capacità di lanciare un fascino di dormienza, e poi di abbondanza, insegna l’arte di mascherare il proprio aspetto per proteggersi, quando è vulnerabile, ed avvantaggiarsi, quando necessario, riuscendo a vedere la verità dietro le apparenze illusorie.
La sua “chiarezza” non è correlata ad una buona vista fisica, ma al vedere la verità, oltre i veli, oltre le apparenze.
PIANETA: Mercurio/Luna
ELEMENTO: Acqua/Terra
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Cancro-Pesci-Capricorno
CHAKRA: 2, Svadhisthana (C. sacrale) – 6, Ajna (C. Terzo occhio)
In Italia esistono 50 specie di Primule, molte sono vivacemente colorate e quasi tutte sono protette, soprattutto quelle a fiore rosso.
Il nome Primula deriva dal latino “primus” (primo), ad indicare la comparsa precoce dei fiori, non appena finisce il gelo invernale.
Infatti, è da sempre considerata il simbolo della primavera e della speranza di rinnovamento, che questa stagione porta con sé.
C’è anche chi considera la Primula come emblema della giovinezza e della precocità.
Primule, Primrose o Primavère, il suo nome, nelle varie lingue, deriva da quel “fior di primavera”, che nel Rinascimento indicava le margheritine dei campi, ma che già Pietro Andrea Mattioli (umanista, medico e botanico italiano del 1500) estendeva anche alle Primule, ai fiori che sbocciavano fra le piante del bosco al primo sole di febbraio o marzo.
Curiosamente, i Turchi le chiamavano “char-chichec”, fiore delle nevi.
La Primula veris, la specie spontanea, già nel XII secolo era consigliata da Santa Ildegarda, come rimedio contro la malinconia.
Dai suoi fiori essiccati si ricava una bevanda, un infuso detto tè o cordiale, dal grato profumo e senza alcuna proprietà eccitante.
Inoltre, servono anche per profumare la birra, o arricchire i bouquet di alcuni vini, oltre ad essere consumati canditi, rivelandosi una vera ghiottoneria.
Le foglie, quelle primaverili tenere, possono essere consumate in insalata.
I suoi usi medicinali sono molteplici: cura delle vertigini (la radice), artrite (le foglie), ferite (pomate), spasmi muscolari e della gotta e, tradizionalmente, un’infuso di Primula veniva utilizzato per curare l’isteria.
I Druidi erano noti per portare fiori di Primula, durante alcuni dei loro rituali, per proteggersi dal male.
In Inghilterra, la Primula è l’emblema del Partito conservatore, che fu fondato nel 1884 da lord Randolph Churchill.
Ogni 19 aprile, uomini e donne appartenenti al Partito sfilano, portando questo fiore, che era il preferito dallo statista inglese Benjamin Disraeli (tant’è che, in occasione della sua morte, i Conservatori misero all’occhiello una Primula) ed il segno araldico di una casata scozzese.
Questo fiore è considerato di buon augurio.
Secondo una deliziosa leggenda, un giorno San Pietro, uomo e santo di carattere sanguigno, avendo saputo che il Signore voleva un altro mazzo delle chiavi del Paradiso, buttò il suo dal Cielo.
Le chiavi caddero in una regione dell’Europa settentrionale, per fortuna senza procurare gran danno e, nel punto in cui caddero, spuntò la Primula veris.
Questo fiore giallo, dai piccoli capi penduli, assomiglierebbe, secondo la tradizione popolare, alle chiavi di San Pietro, tant’è che in Inghilterra viene chiamato anche “mazzo di chiavi”.
Un’altra storia di molto tempo fa, narra di quando ancora il popolo degli uomini e quello degli esseri fatati vivevano entrambi sulla Terra, ciascuno la propria vita, senza danneggiarsi a vicenda.
Fu proprio in un prato, luminoso di Primule gialle appena spuntate, che il Re degli Elfi perse il suo cuore per una donna mortale.
Erano i primi giorni di sole, e sulla Terra erano nate le Primule a rallegrare i prati col loro colore di pallido oro, dopo un inverno così lungo e cupo, che persino gli esseri fatati ne avevano subito la tristezza.
Il Re degli Elfi veniva da un suo splendido mondo d’oro e di cristallo, attraversato da verdi lame di luce, luminose come raggi di sole, da un mondo dove tutto era bellezza, incanto e malia, e dove abitavano bellissime fate.
E tuttavia quando, affacciandosi da una delle sue torri, vide occhieggiare tra la terra ancor secca dal freddo invernale quei primi annunci di sole, venne colto dal desiderio di far visita alla bellezza del mondo degli uomini.
Proprio da quelle parti viveva un nobile re, in un castello che si alzava superbo e possente sulla collina.
Anche il re era possente e superbo, e già avanti negli anni.
Con lui viveva la sua giovane sposa, un po’ intimorita da quel marito così altero, un po’ melanconica per la solitudine alla quale la costringeva la gelosia di lui.
Quel primo giorno di sole, anche la giovane regina, attratta dai primi raggi di luce e dai fiori gentili spuntati così numerosi nei prati, indossò un suo bell’abito di seta frusciante, verde come la tenera erba, scese dalle sue alte stanze e corse felice come una bimba verso quella promessa di primavera.
Ovunque, le Primule profumavano del loro profumo leggero, di quell’odore soave di ogni cosa del bosco e dei prati.
Il re degli elfi era abituato alla bellezza del suo mondo e della sua gente, eppure, quando vide quella giovane donna mortale muoversi lieve in quel prato di primule gialle, i lunghi capelli biondi del medesimo oro quieto dei fiori appena nati, il suo cuore fu preso in un istante e per sempre.
Si avvicinò dunque alla splendida giovane, promettendole che un giorno l’avrebbe condotta nel suo invisibile mondo.
E lei, alzando gli occhi a guardare quella bella creatura di un’altra epoca e regno, gli lesse nel cuore i sorrisi, la dolcezza, il riso gentile che egli aveva conservati per la compagna, e si abbandonò senza esitare a quella promessa sconosciuta di gioia.
La giovane però era, a sua volta, sposa di re e non poteva allontanarsi dal proprio mondo, senza il consenso del suo signore.
Fu così che un giorno il re fatato, si presentò alla corte del re mortale, e lo sfidò ad un gioco simile agli scacchi, che si giocava in quei tempi.
Imbaldanzito da due vittorie consecutive, ritenendo, nella sua superbia, impensabile una sconfitta, il re mortale sfidò infine la creatura non mortale ad una terza partita, invitandola a scegliere la posta della vittoria.
“Quello che il vincitore chiederà, sarà suo.” -Disse sorridendo il re degli elfi, ed il re umano non vide, accecato dall’avidità delle due splendide vittorie consecutive e dalla sua stessa alterigia, il bagliore verde negli occhi dell’avversario.
Ovviamente, questa volta la vittoria arrise all’essere fatato, che espresse il suo desiderio: voleva Lei, la bellissima sposa del re.
L’onore non avrebbe dovuto lasciare al re degli uomini alcuna scelta, eppure egli si fece istintivamente più accosto alla sposa, stringendo la spada, e tutti i suoi cavalieri con lui.
Il re degli elfi però, sguainò la sua spada e prese ad avanzare, impassibile, mentre la schiera si apriva magicamente per lasciarlo passare, raggiunse la donna e la cinse con il braccio che non impugnava l’arma.
Come per incanto, i due si sollevarono da terra, sempre più in alto, fino a quando sembrarono due uccelli, forse due cigni, che scomparvero nel sole.
Raggiunsero così la luminosa terra del sovrano fatato, ed è a causa di ciò, che scoppiò la prima guerra tra gli uomini ed il popolo degli elfi, il cui re, però, non abbandonò mai la sua sposa mortale.
Si dice che ancora oggi, talvolta, nei primi giorni di sole dopo un cupo inverno, il re degli elfi e la sua sposa vengano sulla Terra a raccogliere le Primule d’oro dai prati, e sarebbe questo il motivo per cui questi fiori scompaiono così rapidamente dai campi.
Qualcuno racconta anche di avere intravisto la sagoma scura di due esseri, forse fatati, o forse solo due uccelli, volare in coppia contro il Sole e scomparire nei cielo di primavera.
Il significato del fiore di Primula è considerato come una rappresentazione di una donna, in cui i petali indicano le varie fasi della sua vita.
L’altare di Freya, la Dea norrena dell’amore, secondo la tradizione, è onorato da questi fiori.
La fioritura e l’appassimento della Primula significano il ciclo di vita umano, come nascita e conduzione della vita, quindi invecchiamento e morte.
La Primula solleva il tuo pensiero ottimista con la sua bellezza e vivacità. Puoi sperimentare nuovi livelli di energia con l’inizio della nuova stagione.
I fiori di Primula ti indirizzano verso l’amore, la passione, la creatività ed indicano l’affetto verso le persone amate.
Essi simboleggiano gli attributi della femminilità, come essere teneri, morbidi e puri.
I fiori servono come rappresentazione perfetta dell’amore puro e disinteressato tra le persone.
Il messaggio diretto dei fiori di Primula è essere audaci e coraggiosi.
La Primula solleva i cuori abbattuti, portando emozioni come sentirsi leggeri, sollevati, purificati, aperti.
È una medicina miracolosa, per affrontare i problemi della crescita personale, che potrebbero essere stati bloccati a causa di incidenti in prima età.
Le battute d’arresto emotive come la depressione, vengono combattute entro un breve periodo, grazie alla Primula.
Trovare una Primula a sei petali (ne ha 5 solitamente), porta fortuna riguardo alla vita sentimentale.
Il messaggio che riceverai da questa rarità, sarà di aprirti con tutti i mezzi e godere la tua vita, senza alcuna paura di essere giudicato dagli altri o di essere isolato.
I fiori di Primula sono talvolta visti come un simbolo di comportamento incoerente, amore per i giovani, ecc.
In Esoterismo, le Primule, essendo uno dei primi fiori della primavera, aprono il portale per il Regno delle Fate, dopo il lungo e rigido inverno in cui amano rimanere nascoste.
Si dice che le fate si riparino sotto le foglie delle Primule quando, a Febbraio, cade a dirotto la fredda pioggia.
Le Primule possono essere usate negli incantesimi di magia fatata, per la bellezza, lo splendore e il carisma.
Raccogli la rugiada mattutina di Primula durante Ostara, per un potente ingrediente per l’Incantesimo di ringiovanimento.
La Primula è anche associata alle fate durante Beltane.
Infatti, essendo il fiore dell’amore (e molto spesso associato alla sfrenatezza, insieme alla stessa Beltane) e un pegno di buona fortuna.
Insieme agli arbusti di ginestre gialle, la Primula veniva spesso deposta sulla soglia di casa, per accogliere l’arrivo del primo giorno di primavera.
La Primula possiede un potere unico nel mondo delle fate: quello di rendere visibile l’invisibile.
Secondo la tradizione irlandese, mangiare Primule ti permette di vedere le fate e, appendendo un bouquet di questi fiori alla tua porta, è un invito per loro ad entrare e benedire la tua casa.
Tuttavia, se spargi Primule per terra fuori dalla porta di casa, le fate non saranno in grado di attraversarle ed entrare dentro.
Si usano le Primule per gli incantesimi riguardanti la divulgazione di segreti, la scoperta della verità, lo scoraggiamento della disonestà e della segretezza.
Si pensa che un tè, ottenuto dall’intera pianta, migliori la bellezza e aiuti ad attirare gli amanti.
INCANTESIMO DI PRIMULA
Raccogli delle foglie e dei petali di Primula d’oro e mettili in una bacinella nuova, contenente acqua fresca di fonte.
Sotto la bacinella, metti un bigliettino in cui hai scritto il tuo desiderio.
Lasciala tutta la notte all’aria aperta, sotto la luce della Luna.
La mattina all’alba, lavati con l’acqua della Primula, ringraziando questo fiore e la Luna.
Il tuo desiderio si avvererà dopo 3 Lune Piene.