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Lo specchio fece la sua prima comparsa circa 4.500 anni fa e, da sempre, è stato considerato un potente oggetto magico.
Gli Egizi, i Greci, i Romani e le popolazioni precolombiane lo ritenevano un talismano capace di stregare la mente degli uomini, neutralizzare gli spiriti malefici e portare via le anime sia dei vivi che dei morti.
Originariamente, le superfici in cui poter vedere la propria immagine riflessa si limitavano alle pozze d’acqua: questi riflessi erano usati come strumenti di profezie, in quanto si riteneva che potessero rivelare una sorta di “mondo alla rovescia”.
La Catoptromanzia, dal greco “Kàtoptron = specchio”, o Enottromanzia, è la divinazione delle visioni percepite per mezzo di uno specchio ritenuto magico, secondo il quale si possono conoscere gli eventi passati e futuri, anche da chi lo guarda con gli occhi bendati.
Lo specchio, come la superficie dell’acqua, è usato nella divinazione per interrogare gli spiriti.
La loro risposta alle questioni poste vi si inscrive per riflesso.
Di solito, l’indovino è un giovane uomo od una giovane donna.
Le maghe della Tessaglia raccontavano che, tramite questo specchio, loro facevano scendere la Luna dal cielo, per ricevere da essa le risposte, o che l’immagine riflessa fosse la Luna; e, per dar maggior credito ai loro oracoli, scrivevano i responsi col loro sangue.
Un altro metodo consisteva nel porre lo specchio dietro alla testa di un fanciullo, a cui si bendavano preventivamente gli occhi.
Si racconta che, a Patrasso, davanti al Tempio di Cerere ci fosse una fontana separata dal tempio tramite una muraglia, alla quale si richiedevano gli oracoli per le malattie.
Il consultante malato faceva discendere nella fontana uno specchio sospeso ad un filo, in modo che toccasse la superficie dell’acqua solamente con la sua base; dopo avere pregato la Dea ed arso dei profumi, si guardava nello specchio e, a seconda che il suo viso sembrasse pallido o sfigurato o fresco e rubicondo, capiva se la malattia sarebbe stata mortale o guaribile.
Alcuni indovini praticavano questa divinazione, introducendo il consultante in una camera mezza illuminata, nella quale si poteva entrare solamente con una benda davanti agli occhi; i responsi riguardavano perdita o furto, o ferite da mano ignota.
L’indovino sosteneva che il diavolo facesse vedere in uno specchio il presente, il passato e il futuro.
Nonostante la benda, i consultanti più suggestionabili avevano la fantasia così esaltata, che immaginavano di vedere qualsiasi cosa.
Quindi l’arte di predire il futuro tramite gli specchi è molto antica, praticata in svariati modi.
L’indovino, concentrandosi sullo specchio ed entrando in trance, riesce a vedere simboli ed immagini, per avere delle risposte.
Si utilizza molto una tecnica, che invita a porsi davanti ad uno specchio, in penombra, con una candela accesa tra specchio e viso e fissare la propria immagine per un tempo variabilmente lungo.
Si possono avere visioni e proiezioni di sé, del proprio futuro, di vite precedenti.
In alcuni tipi di magia, gli specchi sono utilizzati per catturare spiriti negativi al loro interno, imprigionandoli e rendendoli inoffensivi.
Ecco perché porta male quando uno specchio si rompe: le anime demoniache potrebbero uscirne e farci del male.
Un’antica credenza pugliese sulla morte, vieta assolutamente di esporre specchi nel luogo in cui è allestita la “camera ardente”: l’anima del defunto potrebbe rimanere imprigionata nello specchio e condannato alla dannazione.
Senza contare che la casa in cui quello stesso specchio dovesse venire esposto, potrebbe essere bersaglio di demoni ed altre entità soprannaturali definite malvagie dalla comune concezione.
La Catoptromanzia è praticata con diversi strumenti, come specchi normalissimi oppure opachi.
Infatti, gli specchi magici sono divisi in due tipologie: specchi bianchi e specchi neri.
Gli specchi bianchi sono quelli comuni, presenti in qualsiasi casa; in questa categoria troviamo anche la sfera di cristallo, il vetro, la lama di un coltello o di una spada, il ghiaccio e la bacinella d’acqua.
Ma alcuni usano qualsiasi oggetto riflettente, per esempio anche una pozzanghera, un vaso da fiori, un bicchiere, ecc.
Gli specchi neri sono, per esempio, una superficie metallica annerita, l’ossidiana nera, una pietra levigata nera ed il palmo della mano annerita, l’ardesia.
Prima di ogni seduta, gli specchi vanno lavati con acqua e sapone, purificati con sale marino e bagnati con un decotto di Artemisia.
Nell’Esoterismo vengono, di solito, usati questi specchi:
1) SPECCHI CABALISTICI: 7 globi dei 7 metalli, che corrispondo ai 7 pianeti.
2) SPECCHIO MAGNETICO: Sfera di vetro piena d’acqua di sorgente.
3) SPECCHIO TEURGICO: Specchio magnetico, consistente in una sfera piena d’acqua di sorgente coperta con un panno bianco, si accendono 3 candele e si dicono riti propiziatori.
4) SPECCHIO DEI 7 METALLI: Specchio magnetico con l’aggiunta di fili d’oro, d’argento, di stagno, di piombo, di rame, di zinco ed alcune gocce di mercurio.
5) SPECCHIO DEGLI STREGONI: Frammento di uno specchio consacrato, posto in modo tale che non rispecchi nulla.
6) SPECCHIO DI POTET: Cartone sul quale viene da una parte attaccato un foglio di stagno e dall’altro un panno nero. E’ magnetizzato dall’indovino, che lo colloca ad una breve distanza dall’occhio di chi vuole consultarlo. Il consultanto lo fissa e vede presto l’oggetto desiderato.
7) SPECCHIO NARCOTICO: Sfera uguale a quella descritta nel n.2, ma nell’acqua all’interno viene macerata una polvere narcotizzante, composta da Belladonna, Giusquiamo, Mandragora, Canapa e Papavero.
8) SPECCHIO GALVANICO: Due dischi, uno di rame concavo e l’altro di zinco convesso, magnetizzati nove volte in nove giorni. Si deve fissare il centro della parte concava, per ottenere le visioni.
I Franchi predicevano il futuro osservando uno specchio nero, posto in una stanza illuminata da una candela fatta con il grasso di un impiccato.
In alcune religioni, come Islam, Ebraismo, Cristianesimo, si usa capovolgere o coprire gli specchi durante la veglia funebre, per evitare che impediscano all’anima del defunto di lasciare il mondo terreno.
In Russia, la vigilia di Natale, le fanciulle si chiudevano in una stanza con due candele e, dopo i riti propiziatori davanti a due specchi, cercavano di vedere in essi il volto del futuro marito.
In Ungheria, la notte della vigilia di Capodanno, a mezzanotte le fanciulle immergevano uno specchio nell’acqua di una sorgente, tenendo in mano un cero, sperando di vedere il volto dell’uomo che avrebbero amato.
Nell’antica Roma esisteva addirittura un nome tecnico, per i sacerdoti addetti alla catoptromanzia: si chiamavano “Speculares”.
In moltre civiltà, si dice che gli specchi custodiscano una parte dell’anima di chi vi si riflette, e sono guardati con diffidenza.
Gli Indios, oltre a non gradire gli specchi, non accettano di essere fotograti, per paura del furto dell’anima.
Osho, nel “Libro Arancione” dice:
“Guardare fisso in uno specchio.
Chiudi la porta della tua stanza e metti un grande specchio davanti a te.
La stanza deve essere buia.
Quindi accendi una candela di fianco allo specchio, in modo che non venga riflessa direttamente.
Lo specchio riflette solo il tuo volto e non la fiamma.
Poi fissa con insistenza i tuoi occhi, senza battere le ciglia.
E’ un esperimento di quaranta minuti e, nel giro di due o tre giorni, riuscirai a non muovere più gli occhi.
Anche se vengono le lacrime, lasciale venire, ma continua a non battere le ciglia ed a fissare i tuoi occhi riflessi.
Non muovere lo sguardo.
Continua a fissarti negli occhi, nel giro di due o tre giorni, ti accorgerai di un fenomeno singolare: il tuo volto assumerà nuove fisionomie.
Ti potrai perfino spaventare.
Il volto nello specchio comincerà a cambiare.
A tratti comparirà un volto molto diverso, che non riconoscerai neppure come il tuo.
Ma, di fatto, tutti questi volti ti appartengono.
Ora la mente subcosciente è pronta ad esplodere.
Questi volti, queste maschere, ti appartengono.
Può apparire perfino un volto che appartiene ad una vita passata.
Dopo una settimana di concentrazione costante, per quaranta minuti ogni giorno, il tuo volto diventerà un flusso, un film.
Volti diversi continueranno ad apparire per poi scomparire..e, dopo 3 settimane, non riuscirai più a ricordare quale sia il tuo vero volto.
Non sarai più in grado di ricordare il tuo volto, perché ne avrai visti passare troppi.
Se perseveri, dopo la terza settimana, un giorno, all’improvviso, accadrà la cosa più strana: tutto ad un tratto, lo specchio non rifletterà più alcun volto.
Lo specchio sarà vuoto, tu starai contemplando il vuoto.
Non ci sarà nessun volto.
Questo è il momento: chiudi gli occhi e guarda in faccia il tuo inconscio.
Sarai nudo, completamente nudo, così come sei in realtà.
Ogni inganno sarà caduto”.
Un uso dello specchio, che reputo molto importante, è quello difensivo. Infatti, esso riflette le energie di un attaccante, nella stessa misura in cui sono proiettate. Se l’attacco è frontale, le energie tornano al mittente. Se lo specchio viene angolato, le energie vengono deviate.
Per questo motivo, per me è normale usare gli specchi, portando su di me, o in auto o in casa, qualcosa di riflettente, perché sento il bisogno di respingere spesso energie negative.
Pertanto, consiglio anche voi di portare sempre, per schermatura, uno specchietto, anche un frammento.
INCANTESIMO D’AMORE DI SAMHAIN
E’ un incantesimo popolare da effettuarsi nella notte Samhain, tra il 31 ottobre e il 1 novembre.
Uscite, recandovi in un luogo dove la Luna sia ben visibile, e volgetele le spalle, in modo che la sua luce si rifletta in uno specchio che avrete in mano.
Accendete quindi una candela, e ponetela di fronte al vostro volto, in modo che possiate vedere la vostra immagine riflessa nello specchio, insieme con la Luna che si trova dietro di voi.
Allora, sulla vostra spalla apparirà il volto della persona che sarete destinati a sposare.
Infine, una delle più diffuse superstizioni racconta che, rompere uno specchio porta sfortuna per 7 anni.
Esistono 2 spiegazioni:
1) I Cinesi, e gli orientali in genere, credono che ogni luogo in cui venga riflesso il corpo umano sia sacro, misterioso e perciò anche pericoloso poiché cattura, assieme all’immagine, anche l’anima di colui che vi si riflette.
Rompere uno specchio quindi significa distruggere anche parte dell’esistenza/spirito di chi lo usa abitualmente; pertanto, è funesto presagio.
2) Dagli antichi Romani in poi invece, si diffuse questa credenza in ambito europeo, la rottura di uno specchio aveva il significato di portasfortuna perché gli specchi allora costavano moltissimo a causa del primitivo strato d’oro, argento o rame puro (in seguito di piombo, stagno, mercurio, alluminio ecc ), che veniva spalmato come riflettente sulla base, prima di posarci sopra la lastra di vetro. Romperne uno significava, quindi, sempre un’infausta “perdita“soprattutto economica, come il dover fare almeno 7 anni di sacrifici prima di riuscire a comprarne un altro.
Secondo la tradizione, esistono due rimedi.