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Una storia di fantasmi è un racconto spaventoso su fantasmi, spiriti o altri esseri soprannaturali, solitamente tramandata attraverso generazioni diverse.
Con queste storie si possono anche conoscere quali fossero le paure, le superstizioni e le credenze nelle diverse culture.
Racconti di ogni tipo possono aiutarci a capire come le persone in passato vedevano e comprendevano il mondo che li circondava.
E possono anche essere un modo divertente, per aiutarci a dare un senso alle nostre vite, ai nostri ambienti e a noi stessi.
Eccone alcune.
IL CORTILE DEI TESCHI DI PIETRA
Dietro Kirkgate (Edimburgo, Scozia) ci sono i resti di un vecchio fienile e di una stalla, che appartenevano al pub Crown and Fleece.
Oggi, il pub non c’è più, ma il posto è conosciuto da molti anni come “Skull and Stones Yard”, sapete perché?
Si racconta che due uomini stavano bevendo nel pub Crown and Fleece, in un inverno del 1800.
Ad un certo punto, arrivò la “press gang”, ovvero un gruppo di persone inviate dalle forze militari, solitamente la Marina militare, per costringere gli uomini all’arruolamento forzato e senza preavviso, che usava tra l’altro metodi brutalità.
Questi due uomini furono rinchiusi nel fienile durante la notte, ma quando la porta fu aperta, la mattina successiva, non si vedevano da nessuna parte.
La macabra verità divenne nota subito dopo: l’odore dei corpi in decomposizione crebbe e dopo pochi giorni i corpi degli uomini furono ritrovati sotto il fieno.
A quanto pare, erano erano rimasti soffocati ,dopo aver cercato di tenersi al caldo sotto il fieno.
Dopo la tragedia, il padrone di casa del pub eresse una pietra speciale, scolpita con due teschi, per commemorare gli uomini che vi erano morti.
E da allora, il luogo è conosciuto come Skull and Stones Yard.
Si dice che ancora oggi i fantasmi dei morti infestino gli edifici.
I FANTASMI DI TEMPLE NEWSAM
Temple Newsam è un quartiere di Leeds una cittadina nello Yorkshire occidentale, in Inghilterra, e prende il nome da una casa Tudor-Jacobean con annessa un’enorme tenuta.
Si narra che Temple Newsam ospiti diversi fantasmi, inclusi quelli di Phoebe Grey e Mary Ingram, quest’ultima la famosa “Blue Lady“.
Ma andiamo con ordine.
Phoebe Grey era una giovane cameriera, che nel 1704 lavorava nella grande casa Tudor, la notte in cui si svolgeva una festa, per celebrare la vittoria del duca di Marlborough nella battaglia di Blenheim.
A Williams Collinson, uno degli altri domestici della casa, piaceva smodatamente Phoebe e la tormentava da tempo. La giovane, in realtà, non aveva mai incoraggiato, né ricambiato nessuno dei suoi gesti affettuosi, ma lui non si era lasciato scoraggiare.
Tutto giunse al culmine, come narravo poc’anzi, dopo la battaglia di Blenheim nel 1704, in cui il duca di Marlborough ottenne una ridondante vittoria sui Francesi.
La vittoria di Blenheim era di enorme importanza per la Gran Bretagna e per festeggiare, quindi si stava tenendo una grande festa all’aperto nel parco di Temple Newsam. Sia Phoebe che William erano lì insieme a tutti gli altri servitori e partecipanti alla festa.
Durante la serata, Collinson aveva bevuto molto, ubriacandosi.
Phoebe, al termine della festa, invece era andata a prendere un bicchierino da Nanny Backhouse, come faceva sempre ogni sera.
La ragazza tornò, dopo aver preso il drink, al piano di sopra nella sua stanza, che si trovava in cima ad una lunga scala di pietra.
Collinson conosceva bene questa routine e si nascose nell’ombra, aspettando Phoebe, sperando di poterle rubare un bacio.
Come puoi immaginare, le scale erano molto buie e ombrose a lume di candela.
Mentre l’ignara ragazza scendeva innocentemente le scale, l’uomo saltò fuori dal suo nascondiglio e l’afferrò.
Phoebe lottò, ma Collinson era forte e la tenne stretta, mettendole la mano sulla sua bocca, per soffocare le sue grida.
Essendo ubriaco, non si rese conto che stava soffocando Phoebe, finché non fu troppo tardi e lei morì.
L’uomo iniziò a pensare a come nascondere il suo crimine. Il suo piano era di mettere il corpo della ragazza nel pozzo nelle cantine, e così fece.
Il mattino dopo, il corpo fu ritrovato e la gente si rese presto conto che Collinson era scomparso.
Quindi iniziò la sua ricerca, finché fu trovato ubriaco fradicio in una città vicina.
L’omicida fu poi portato a York, dove venne processato per l’assassinio, ritenuto colpevole ed impiccato.
Da quella notte, gli abitanti del luogo, i visitatori ed i cacciatori di fantasmi asseriscono di sentire le urla di Phoebe Grey risalire dalla cantina e giù per le scale di pietra, seguite dal rumore sordo del tonfo, e del trascinamento, gradino per gradino, del corpo della povera ragazza.
Passiamo al racconto dell’altra fanciulla: Mary Ingram, la “Signora Blu”, il cui ritratto è appeso nella splendida stanza Gothick della Temple Newsam House.
Nel XVII secolo, la giovane Mary Ingram vivema in quella magnifica tenuta e, all’età di appena 14 anni, vi stava ritornando dopo una festa, quando la sua carrozza cadde in un’imboscata da parte di una banda di spietati banditi vicino a Garforth.
Gli uomini le rubarono tutti i beni, inclusa la sua collana preferita, un regalo di battesimo di suo nonno Sir Arthur, cosa che lasciò la giovane Mary completamente sconvolta.
Tornata a piedi a Temple Newsam, dopo essere sfuggita agli assalitori, la fanciulla crolloò sul letto, svegliandosi il giorno successivo, senza alcun ricordo del furto e convinta di aver perso la preziosa collana di perle.
Cercando forsennatamente in tutta la casa, fece di tutto, dallo staccare i cuscini al sollevare le assi del pavimento, nel tentativo di ricongiungersi con il ninnolo perduto, e diventando così ossessionata dal trovarlo, che si rifiutava di mangiare o bere.
Purtroppo, solo due settimane dopo Mary, talmente traumatizzata, morì nel suo letto di “isteria” e, ormai da secoli si racconta, che il suo spirito infelice continui a vagare per la casa, alla continua ricerca dei suoi gioielli scomparsi.
La sua storia ha dato origine alla leggenda di “The Blue Lady”, che è stato uno dei racconti più da brivido di Leeds per generazioni.
Da quel periodo, fino ancora ad oggi, furono fatte segnalazioni di strani scricchiolii, improvvisi soffi d’aria fredda e strani movimenti increspati nel tappeto, oltre ad innumerevoli avvistamenti di una Mary in lutto e singhiozzante, che vaga per Temple Newsam House e il parco, alla ricerca delle sue perle…
GABBLE RATCHETS
Un tempo, nel nord-est dell’Inghilterra, si parlava di cani fantasma, i quali erano variamente conosciuti come Barghest, Black shuck, Padfoot, Trash, Guytrash, Skriker, Boggard, Langar-hede o Tatter -foal.
Però, di questi il nome più comune era “Barghest”, che deriva da “Beorh-ghost” (Fantasma del tumulo), ovvero uno spirito che custodisce il tumulo.
Il tumulo è un monticello di terra e pietre, spesso di grandi dimensioni, posto sopra una o più sepolture, a formare una specie di collina artificiale, ed è spesso mitizzato come il mito del drago a guardia del tesoro sotterraneo.
Il Barghest di solito assumeva la forma di un enorme cane nero, delle dimensioni di un pony, con grandi occhi rossi che brillavano come lampade.
Vederne uno presagiva “calamità e morte”, ed era una credenza che si ritrovava nella maggior parte delle storie locali nei villaggi o città del nord dello Yorkshire, ed anche Leeds, Halifax, Barwick-in-Elmet, Stillingfleet e altri posti.
Nello Yorkshire, i ” Gabble Ratchets ” erano i rumorosi fantasmi di bambini non battezzati, che assumevano la forma di questi cani neri ululanti ed infestavano i cimiteri.
Un’antica leggenda popolare era che le anime dei bambini morti prima di essere battezzati sarebbero tornate a perseguitare i loro genitori, sotto forma di cani-diavolo conosciuti come Gabble Retchets.
Dopo il blocco a causa della luce del giorno, quando arrivava la notte, arrivavano i Gabble Retchets, segugi fantasma, cani-diavolo che volavano nel cielo notturno a caccia di anime perdute, o depredavano gli spiriti dei vivi.
In alcuni racconti accompagnano la Caccia Selvaggia (Wild Hunt), correndo ed ululando davanti agli zoccoli dei cavalli.
La Caccia Selvaggia era un inseguimento guidato da una figura mitologica scortata da un gruppo spettrale o soprannaturale di cacciatori, in questo caso i cani Gabble Retchets, impegnati nell’inseguimento.
Questi cacciatori erano generalmente le anime dei morti o appunto dei cani spettrali, ma altre volte anche Fate, Valchirie o Elfi.
Vedere un Gabble Retchets era di cattivo auspicio, e chi lo vedeva avrebbe rischiato la morte, mentre il solo sentirne parlare avrebbe potuto portare la follia.
Solitamente i Gabble Retchets andavano in branco, ma a volte c’erano anche singoli cani, che infestavano la brughiera.
Il più mostruoso di tutti era Barguist, un terrificante cane nero con occhi luminosi, le cui mascelle gocciolavano fuoco.
JAN TREGEAGLE, L ‘EBREO ERRANTE DELLA CORNOVAGLIA
Jan Tregeagle, il grande fantasma gigante della Cornovaglia, era un amministratore di un signore, il barone Robartes, e lasciato per troppo tempo a capo delle terre del suo padrone, si riempì le tasche e derubò i poveri fittavoli delle fattorie.
Divenne molto ricco, ma la sua reputazione era così cattiva, che la gente diceva che aveva venduto la sua anima al diavolo, in cambio di più della sua giusta quota di beni del mondo.
Oltre a questo, pare che un tempo fosse anche un magistrato ed avvocato della Cornovaglia, famoso per i suoi atti malvagi e disumani, incluso l’omicidio di sua moglie.
Alla fine morì e fu sepolto nella chiesa di St. Breoke, ma la sua anima non doveva riposare.
Un giorno, Lord Robartes tornò nella sua tenuta per fare i conti e nel registro degli affitti scoprì, che Tregeagle non aveva segnato una croce sul registro in corrispondenza di una certa fattoria, per dimostrare che l’affitto era stato pagato.
Il povero contadino insisteva di avere debitamente pagato all’amministratore e chiedeva a gran voce l’apparizione di Tregeagle, che fosse convocato per confermarlo.
Allora, ad un certo punto ci fu un tuono in alto e la stanza divenne nera come la mezzanotte.
Man mano che tornava la luce, apparve la figura di Tregeagle, il quale testimoniò, vincolato da un giuramento sulla sacra Bibbia, che il contadino aveva effettivamente pagato l’affitto, sebbene non avesse segnato il libro.
Quindi il buon uomo fu autorizzato a tornare a casa.
Ma, una volta riportato in vita, Tregeagle non poteva essere bandito.
Lo spirito dell’uomo rifiutò di scendere all’Inferno, dove Satana lo stava aspettando per tormentarlo; e non poteva andare in Paradiso a causa di tutti i suoi peccati passati.
Ogni notte il diavolo ed i suoi cani lo inseguivano in giro per la parrocchia.
Le sue grida di dolore e le sue richieste di pietà turbarono così tanto il signore ed il popolo, che il parroco decise di aiutare sia Tregeagle che gli abitanti del villaggio.
Quindi, con i suoi fratelli, uomini di chiesa, ordinò che il fantasma dell’amministratore fosse portato a Dozmary Pool, un piccolo lago senza fondo, in alto nelle brughiere, dove avrebbe dovuto lavorare incessantemente ogni notte, per tirare fuori l’acqua con un guscio di patella (mollusco) che aveva un buco.
Finché avesse lavorato così, sarebbe stato al sicuro dal diavolo e dai segugi infernali ma, se durante la notte si fosse fermato una volta, avrebbero potuto prenderlo.
Per anni Tregeagle lavorò lì e Satana cercò in ogni modo di impedirgli di lavorare, in modo che potesse rendere schiava la sua anima.
Temporali, palle di fuoco, terremoti, uragani e grandinate: nessuno sembrava poterlo distrarre o fermare il suo lavoro ma alla fine, in una notte molto buia, uno dei segugi infernali balzò abbastanza in alto da far cadere il guscio della patella dalla mano di Tregeagle.
Il fantasma scappò attraverso la brughiera urlando, fuggì torturato con il branco del diavolo alle calcagna.
Arrivò a Roche Rock, e vi cercò rifugio infilando la testa attraverso la finestra della cappella, che il santo San Gonand aveva eretto in alto sulla roccia.
A quel punto, gli spiriti maligni dovettero indietreggiare, mentre lui si trovava su un terreno santificato, ma fecero un tale lamento e ringhio, che la gente di Roche non riuscì a dormire.
L’eremita di quella cappella pregò che Tregeagle fosse trasferito altrove, venne esaudito e l’abate di Bodmin bandì il fantasma sulle spiagge sabbiose lungo il fiume Camel di fronte a Padstow.
Lì gli fu affidato il compito di tessere corde dalla sabbia, un altro compito interminabile, perché ogni volta che aveva fatto un buon filato, la marea si alzava e lo lavava via.
Una notte, mentre trasportava un sacco di sabbia molto pesante, scoppiò un improvviso temporale; perso l’equilibrio, il gigante-fantasma inciampò e cadde, riversando tutta la sabbia nella foce del fiume, formando così il Loe Bar e il Loe Pool, due laghi che sono così ancora oggi, impedendo alle navi di salpare fino a Helston, come facevano in passato.
Le grida e le urla di Tregeagle divennero più gravi che mai, distruggendo la pace nella città di Padstow.
Così ancora una volta fu rimosso, questa volta dallo stesso San Petroc, che con un potente incantesimo lo legò all’estuario del fiume Cober sotto Helston.
Qui doveva trasportare sacchi di sabbia da Bareppa attraverso il fiume a Porthleven, finché la spiaggia non fosse stata completamente sgombrata.
Ma le correnti trascinavano la sabbia indietro ogni giorno; e così un’altra città fu turbata dagli ululati senza fine di Tregeagle.
Alla fine fu mandato sulla punta estrema di Land’s End, a spazzare la sabbia dalla spiaggia di Porthcurno intorno a Tol-Pedn-Penwith nella baia di Nanjizal.
Lì poche persone avrebbero potuto udirlo.
Da allora, Tregeagle lavora velocemente, combattendo contro il mare e la marea che riportano indietro la sabbia.
Tutto ciò continuerà fino al Giorno del Giudizio, a meno che non fallisca ancora o si addormenti, in modo che Satana ed i suoi segugi infernali possano finalmente portarlo sotto.
Se passate da lì, fate attenzione…
Halloween è una festa celebrata ogni anno il 31 ottobre.
La tradizione ha avuto origine dall’antica festa celtica di Samhain, quando le persone accendevano falò ed indossavano costumi per allontanare i fantasmi.
Nel VIII secolo, Papa Gregorio III designò il 1 novembre, come un momento per onorare tutti i Santi.
Ben presto, il giorno di Ognissanti incorporò alcune delle tradizioni di Samhain.
La sera della vigilia era conosciuta come All Hallows Eve, che successivamente divenne Halloween.
Nel tempo, Halloween si è evoluto in una giornata di attività come “dolcetto o scherzetto”, intaglio di Jack-o-lantern (zucca), riunioni festive, indossare costumi e mangiare dolcetti.
Tornando alle origini, Samhain, i Celti vissero 2.000 anni fa, principalmente nell’area che ora è l’Irlanda, il Regno Unito e la Francia settentrionale, e festeggiavano il loro nuovo anno il 1 ° novembre.
Questo giorno segnava la fine dell’estate, il raccolto e l’inizio del buio e freddo inverno; un periodo dell’anno che era spesso associato alla morte umana. I Celti credevano che la notte della vigilia del nuovo anno, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventasse più sottile.
Quindi nella notte del 31 ottobre celebravano Samhain, credendo che i fantasmi dei morti tornassero sulla terra.
Oltre a causare problemi e danneggiare i raccolti, i Celti pensavano che la presenza degli spiriti ultraterreni rendesse più facile per i Druidi (sacerdoti celtici) fare previsioni sul futuro.
E, per un popolo completamente dipendente dal volubile mondo naturale, queste profezie erano un’importante fonte di conforto, durante il lungo e buio inverno.
Per commemorare l’evento, i Druidi costruivano enormi falò sacri, dove le persone si riunirono per bruciare raccolti e animali, come sacrifici alle divinità celtiche.
Durante la celebrazione, i Celti indossavano costumi, tipicamente costituiti da teste e pelli di animali, e cercavano di raccontarsi vicende.
Al termine della celebrazione, con il sacro falò riaccendevano i fuochi del focolare in casa, che avevano spento la sera prima, per essere protetti durante l’inverno.
Nel 43 d.C., l’Impero Romano aveva conquistato la maggior parte del territorio celtico.
Nel corso dei 400 anni di governo delle terre celtiche, due feste di origine romana furono combinate con la tradizionale celebrazione celtica di Samhain.
Il primo fu Feralia, un giorno di fine ottobre, in cui i Romani tradizionalmente commemoravano la morte dei morti.
Il secondo fu un giorno per onorare Pomona, la dea romana della frutta e degli alberi. Il simbolo di Pomona era la mela e l’incorporazione di questa celebrazione a Samhain, spiega probabilmente la tradizione del “bobbing” (pesca delle mele), che viene praticata oggi ad Halloween.
Il 13 maggio 609 d.C., Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon a Roma in onore di tutti i martiri cristiani, e nella chiesa occidentale fu istituita la festa cattolica di Tutti i Martiri.
Papa Gregorio III, in seguito, ampliò la festa per includere tutti i Santi e tutti i martiri e spostò l’osservanza dal 13 maggio al 1 novembre.
Nel IX secolo, l’influenza del Cristianesimo si era diffusa nelle terre celtiche, dove gradualmente si mescolò e soppiantò i riti celtici più antichi. Nel 1000 d.C., la chiesa stabilì il 2 novembre il Giorno dei Morti, giorno per onorare i defunti.
Oggi è opinione diffusa, che la Chiesa stesse tentando di sostituire la festa celtica dei morti con una festività correlata ed autorizzata dalla chiesa.
Il Giorno dei morti. Quindi, era celebrato in modo simile a Samhain, con grandi falò, sfilate e travestimenti in costumi da santi, angeli e diavoli.
La celebrazione del giorno di Ognissanti era anche chiamata “All-hallows” o “All-hallowmas” (dall’inglese medio “Alholowmesse” che significa Ognissanti) e la notte prima, la tradizionale notte di Samhain nella religione celtica, iniziò a essere chiamata “All-Hallows Eve” ed infine, “Halloween”.
La celebrazione di Halloween era estremamente limitata nel New England coloniale, a causa dei rigidi sistemi di credenze protestanti.
Halloween era molto più comune nel Maryland e nelle colonie meridionali.
Mentre le credenze e le usanze dei diversi gruppi etnici europei e degli indiani d’America si mescolavano, iniziò ad emergere una versione distintamente americana di Halloween.
Le prime celebrazioni includevano “feste di gioco”, che erano eventi pubblici tenuti per celebrare il raccolto.
Le persone condividevano le storie dei morti, si raccontavano le vicende, ballavano e cantavano.
Le festività coloniali di Halloween erano caratterizzate dal racconto di storie di fantasmi e malizie di ogni tipo.
Entro la metà del XIX secolo, le festività autunnali annuali erano comuni, ma Halloween non era ancora celebrato in tutto il Paese.
Nella seconda metà del XIX secolo, l’America fu inondata di nuovi immigrati. Questi nuovi immigrati, in particolare milioni di Irlandesi in fuga dalla fame del loro Paese, contribuirono a rendere popolare la celebrazione di Halloween a livello nazionale.
Prendendo in prestito dalle tradizioni europee, gli Americani iniziarono a vestirsi con costumi e andare di casa in casa chiedendo cibo o denaro, una pratica che alla fine divenne la tradizione odierna del “dolcetto o scherzetto”. Le giovani donne credevano, che ad Halloween avrebbero potuto indovinare il nome o l’aspetto del loro futuro marito, facendo trucchi con filo, bucce di mele o specchi.
Alla fine del 1800 in America, Halloween si trasformò in una festa più incentrata sulla comunità e le riunioni di vicinato, che su fantasmi, scherzi e stregoneria.
All’inizio del secolo, le feste di Halloween per bambini e adulti diventarono il modo più comune per celebrare la giornata.
Feste incentrate su giochi, cibi di stagione e costumi festivi.
Negli anni ’20 e ’30, Halloween diventò una festa secolare, ma incentrata sulla comunità, con sfilate e feste di Halloween in tutta la città come intrattenimento in primo piano.
Tra il 1920 e il 1950 fu ripresa anche la secolare pratica del “dolcetto o scherzetto”. Questo era un modo, relativamente economico, per un’intera comunità di condividere la celebrazione di Halloween.
In teoria, le famiglie potevano impedire che gli venissero giocati degli scherzi, fornendo ai bambini del vicinato piccoli dolcetti.
Così nacque una nuova tradizione americana, che ha continuato a crescere.
Oggi, gli Americani spendono circa 6 miliardi di dollari all’anno per Halloween, rendendola la seconda festa commerciale più grande del Paese dopo Natale.
Parlando di successo commerciale, sono stati realizzati numerosi film spaventosi di Halloween.
I film classici di questa ricorrenza includono “Halloween”, basato sul film originale del 1978 diretto da John Carpenter ed interpretato da Donald Pleasance, Nick Castle, Jamie Lee Curtis e Tony Moran.
Da non dimenticare anche “Scream”, “Nightmare on Elm Street”, “Friday the 13”, “Hocus Pocus”, “L’incubo prima di Natale”, “Beetlejuice” e “È la grande zucca, Charlie Brown”.
Tornando alla tradizione americana di “dolcetto o scherzetto di Halloween”, essa risale probabilmente alle prime sfilate del Giorno dei morti in Inghilterra. Durante i festeggiamenti, i cittadini poveri chiedevano cibo e le famiglie più abbienti davano loro pasticcini chiamati “dolci dell’anima” (Soul Cake), in cambio della loro promessa di pregare per i parenti morti della famiglia.
La distribuzione dei dolci dell’anima fu incoraggiata dalla Chiesa, come un modo per sostituire l’antica pratica di lasciare cibo e vino agli spiriti vaganti.
La pratica, che è stata definita “andare in giro”, è stata alla fine adottata dai bambini, che visitavano le case del loro quartiere e ricevevano birra, cibo e denaro.
La tradizione di vestirsi in costume per Halloween ha radici sia europee che celtiche.
Centinaia di anni fa, l’inverno era un periodo incerto e spaventoso.
Le scorte di cibo spesso scarseggiavano e, per le molte persone che avevano paura del buio, le brevi giornate invernali erano piene di costante preoccupazione.
Ad Halloween, quando si credeva che i fantasmi tornassero nel mondo terreno, le persone pensavano che avrebbero incontrato i fantasmi, se avessero lasciato le loro case.
Per evitare di essere riconosciuti da questi fantasmi, le persone indossavano maschere quando uscivano dopo il tramonto, in modo che i fantasmi li scambiassero per spiriti simili a loro.
Ad Halloween, per tenere i fantasmi lontani dalle loro case, le persone posizionavano ciotole di cibo fuori dalle loro case, per placare i fantasmi e impedire loro di tentare di entrare.
Halloween è sempre stata una festa piena di mistero, magia e superstizione, ma anticamente si pensava che gli spiriti fossero abbastanza amichevoli.
I fantasmi di Halloween di oggi sono spesso descritti come più spaventosi e malevoli, ed anche le nostre usanze e superstizioni sono più spaventose.
Evitiamo di incrociare i sentieri con i gatti neri, temendo che possano portarci sfortuna.
Questa idea ha le sue radici nel Medioevo, quando molte persone credevano che le streghe evitassero di essere riconosciute, trasformandosi in gatti neri.
Cerchiamo di non camminare sotto le scale per lo stesso motivo.
Questa superstizione potrebbe provenire dagli antichi Egizi, che credevano che i triangoli fossero sacri (potrebbe anche avere qualcosa a che fare con il fatto, che camminare sotto una scala inclinata tenda ad essere abbastanza pericoloso).
E intorno ad Halloween, in particolare, cerchiamo di evitare di rompere gli specchi, di calpestare le crepe della strada o di versare il sale.
Le popolazioni celtiche avevano la tradizione importantissima di celebrare la “Notte delle Ombre“, o “Notte Nera”.
Essi onoravano il passaggio dalla stagione autunnale a quella invernale, con la festività di Samhain, come il loro Principe delle Tenebre.
Le leggende raccontano anche, che in questa notte magica la natura interagiva con gli esseri umani e, per esempio, gli animali acquistavano voci comprensibili.
Infatti, origliando alle porte delle stalle, i contadini potevano ascoltare i discorsi dei cavalli, delle capre e degli altri animali.
Anche se spesso evitavano, temendo di sentire cose che li avrebbero fatti impazzire dalla paura.
La Notte delle Ombre era anche l’unico momento in cui Satana poteva venire consultato a scopi divinatori, perché la divinazione era un altro elemento della magia di Halloween.
Naturalmente l’animo umano e la sua naturale propensione a sfruttare a proprio vantaggio ogni momento di magia, ha sempre cercato di utilizzare a proprio piacimento ogni sentore magico di questo particolare mese dell’anno.
Durante la notte di Halloween, occorre evocare le vibrazioni che proteggono dalle energie negative, per allontanarle e poterle dominare durante i dodici mesi successivi.
Le piante dedicate alla Notte delle Ombre sono l’Assenzio, per richiamo degli spiriti e per indurre la mente alla rilassatezza sino alla veggenza, e la corteccia di Sandalo, che allontana gli influssi negativi, per la meditazione e le invocazioni.
Di seguito, alcuni incantesimi da effettuare intorno alla mezzanotte del 31 ottobre.
INCANTESIMO PER ACQUISIRE MAGGIORE SICUREZZA IN SE STESSI E FORTUNA
Accendere una candela verde.
Mettere alcune foglie di salvia in un piattino di terracotta sopra un tavolo, coperto con un panno bianco pulito.
Aggiungere un pizzico di lavanda ed un pizzico di sale grosso ripetendo per tre volte questa formula:
“Alla sorgente di ogni potere naturale
io chiedo di illuminarmi;
la mia offerta è questa
il mio cuore è puro;
Arrivi a me ciò di cui ho bisogno
vada via da me ciò che mi opprime!”
Spegnere la candela con due dita e buttarla via, insieme con salvia e sale in acqua corrente.
INCANTESIMO PER OTTENERE UNA RISPOSTA AD UN QUESITO CHE STA MOLTO A CUORE
Prendere una foglia ed incidervi la domanda.
Sotterrarla in un vaso e mettere una candela arancione accesa.
Pronunciare:
“Spiriti della terra che custodite i tesori delle miniere.
Gnomi laboriosi e nascosti,
spiriti dell’aria che aleggiate fra le chiome degli alberi.
Silfi trasparenti e leggeri,
spiriti dell’acqua che nuotate negli oceani infiniti.
Ondine dalle chiome di luna,
spiriti del fuoco che danzate nella fiamma ardente.
Salamandre custodi del fuoco sacro,
io vi invoco accanto a me e dentro di me,
che la sentenza sia giusta, che la sentenza sia vera,
che la via sia sgombra e l’ora propizia”.
Dopodiché richiudere la finestra e lasciare che la candela si consumi, senza spegnerla.
La mattina dopo guardare la foglia: se è intatta, la risposta è positiva, se è rovinata, si avvera ma in tempi lunghi, se è accartocciata o totalmente rovinata la risposta è negativa.
INCANTESIMO PER PROPOSTA DI MATRIMONIO
Se si è fidanzate ed in attesa impaziente della fatidica proposta di matrimonio, che non arriva mai, prendere un piccolo quarzo rosa e stringerlo nella propria mano sinistra, pensando intensamente al futuro matrimonio.
Portare il quarzo in tasca o tenerlo con sé per circa sette giorni (iniziando il 31 ottobre), poi nasconderlo sotto il materasso del proprio fidanzato.
Entro tre mesi, la proposta arriverà.
INCANTESIMO PER “TROVARE” MARITO
Prendere una candela arancione, posarla davanti a uno specchio nella propria camera da letto. Qualche minuto prima di mezzanotte, al buio, accendere la candela, sedendosi davanti alla fiamma riflessa nello specchio.
Concentrarsi attentamente, immaginandosi vestita da sposa.
Spegnere poi la candela, aspettando almeno qualche minuto.
Entro e non oltre l’inverno, si troverà l’uomo da portare all’altare.
INCANTESIMO PER CONOSCERE IL VOLTO DELL’UOMO COL QUALE SPOSARSI
Nella notte di Halloween, recarsi in un posto in cui la luna sia ben visibile, volgerle le spalle in modo tale che la sua luce si rifletta in uno specchio che si avrà in mano.
Accendere una candela verde e metterla davanti a sè, in modo tale da vedersi nello specchio e vedere anche la luna dietro di sè.
Sulla propria spalla sinistra apparirà nello specchio il volto dell’uomo che si sposerà.