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Le leggende del Portogallo e della Spagna parlano di una terra incantata, Mourama, in cui un popolo magico, i Mouros, dimora sotto terra in Portogallo e Galizia.
Mourama è l’aldilà, il mondo dei morti da cui tutto ritorna.
Il Mourama è governato da un essere incantato chiamato rei Mouro (re Mouro) che vi abita con sua figlia, la princesa Moura (principessa Moura), una mutaforma che può trasformarsi in un serpente, chiamato anche “bicha Moura”, o può anche essere vista cavalcare un drago.
Il folklore galiziano dice, che “In Galizia ci sono due tipi di persone sovrapposte: una parte vive sulla superficie della terra, ed è il popolo galiziano, e l’altra nel sottosuolo, i Mouros“.
Nel XIX secolo, gli archeologi usavano le storie locali per individuare la posizione di antichi resti di interesse storico, in particolare insediamenti lusitani abbandonati da tempo, poiché le storie su Moura erano spesso collegate a tali luoghi.
I Lusitani erano un popolo indoeuropeo, che abitava la penisola iberica prima della sua conquista da parte della Repubblica Romana.
Le monete antiche, a volte rinvenute presso i forti collinari di quelle zone, erano quindi conosciute come “medaglie dei Mouros”.
Quasi tutti i villaggi portoghesi o galiziani raccontano di una Moura encantada, che si dice abitasse nella zona.
Infatti, nella penisola iberica, i monumenti funerari non più in uso sono spesso associati alla Moura, e le tombe scavate nella roccia sono conosciute come Covas da Moura (grotta di Moura), Cama da Moura (letto di Moura) o Masseira (il luogo dove il Pane è impastato da Moura).
In alcune regioni, i dolmen sono popolarmente chiamati mouras o Casa da Moura (casa della Moura), credendo comunemente che le Mouras encantadas vivessero in quelle costruzioni.
L’origine del nome Moura rimane sconosciuta e gli studiosi hanno offerto diverse spiegazioni.
La parola potrebbe derivare dal celtico Mrvos, proveniente da “mr-tous”, derivante a sua volta dal latino “mortuus” = morto.
Da notare che questo termine ha lo stesso significato “morto”, sia in portoghese che in galiziano.
Però, tradizionalmente, la parola Mouro era usata anche come sinonimo di “moro” o “musulmano” nella penisola iberica, in quanto per secoli ha ospitato i Mori.
Quindi, è possibile che il nome Moura (la versione femminile di Mouro) sia legato all’idea che i Mori abbiano creato questi antichi monumenti non cristiani con cui la Moura encantada è comunemente associata.
Inoltre, la parola celtica “mahra” significa “spirito”.
In generale, la principessa Moura encantada (l’incantata Moura), quindi è un essere soprannaturale nel folklore portoghese e galiziano, solitamente descritta come una donna che si pettina i suoi bellissimi capelli lunghi, che possono essere dorati, rossi o neri come la pece.
È sotto un incantesimo lanciato solitamente dal padre, o fratello, o amante o un’altra figura maschile, varia da una leggenda all’altra, per costringerla a rimanere ferma e custodire i suoi tesori.
La fanciulla mutaforma, quindi, promette una ricca ricompensa a chiunque sia in grado di spezzare l’incantesimo e liberarla.
La ricompensa consiste in tesori, anche se in altre versioni la Moura si trasforma in una donna umana e sposa il suo salvatore, spesso portando in dote oro ed altri tesori.
Per spezzare l’incantesimo, occorre ad esempio un bacio, latte o pane senza sale.
È particolarmente probabile che la Moura sotto forma di serpente chieda latte.
In alcune storie, l’incantesimo si spezza quando l’umano dice una certa parola o compie una certa prova (per esempio non guardare qualcosa di nascosto).
Se l’umano tenta di liberare la Moura ma fallisce, l’incantesimo viene raddoppiato.
Entrando più nello specifico delle descrizioni di questa magica mutaforma, ne troviamo diverse:
Moura Mãe: Madre Moura, che appare come una bellissima giovane donna incinta.
Cerca un’ostetrica e promette di dare una grande ricompensa all’uomo che può aiutarla.
Moura Fiandeira: Fanciulla filatrice Moura, che appare portando una pietra sulla testa.
Trasporta pietre per costruire un forte sulla collina, mentre fila la lana con una conocchia portata in vita.
Moura serpente: Serpente Moura è una creatura mutaforma che può assumere la forma di un serpente.
Si può placare questa creatura dandole del latte.
In alcune delle storie, il serpente ha le ali, oppure la Moura assume la forma in parte di serpente, in parte di donna.
In alcuni racconti, può assumere talvolta sembianze di cane (cão), capra (cabra) o cavallo (cavalo).
Le storie locali su un serpente Moura sono spesso legate a una fontana, alla cui acqua si attribuiscono proprietà magiche.
In circostanze particolari, bere l’acqua della fontana può far innamorare un giovane della Moura.
Pedra Moura: pietra della Moura, creatura che risiede all’interno della pietra.
Lo sfortunato che si siederà su una di queste pietre rimarrà incantato.
Se porti una di queste pietre nella tua casa, tutti gli animali di quella casa moriranno presto.
Tuttavia, queste pietre sono attraenti per gli umani, perché si ritiene che contengano tesori.
Ci sono diverse leggende in cui la Moura, invece di essere una pietra, vive dentro la pietra.
Nella tradizione portoghese si dice che si possa entrare o uscire da certe rocce, forse legate alle leggende della Moura.
Infatti questo mutaforma è anche descritto mentre viaggia verso Mourama, stando seduto su una pietra che può galleggiare nell’aria o nell’acqua.
Dentro le grotte, sotto le rocce e sotto terra, molte storie dicono che esistano palazzi con tesori.
E comunque non era raro tra i popoli della penisola iberica preromana credere, che le anime dei morti dimorassero in certe rocce.
Così “almas dos Mouros” o “alminhas dos Mouros” (anime o piccole anime dei Mouros) era il nome dato alle are votive, in quanto “alminhas” era il nome comune dell’edicola funeraria.
Si credeva che le Mouras encantadas fossero le costruttrici delle fortezze paleolitiche, dei dolmen e dei megaliti.
Sembra che la Pedra Formosa trovata a Citânia de Briteiros, fu portata in questo luogo da una Moura che la trasportava sulla testa mentre filava con un fuso. Inoltre, solitamente le Mouras sono tessitrici notturne, ma di notte si sente solo il rumore della tessitura.
Moura Frades: Frati delle Mouras sono le creature incantate che appaiono come colonne di pietra bianca, in quanto sono tutte vestite di bianco.
Princesa Moura: Principessa Moura, che sembra un serpente ma con lunghi capelli biondi.
In molte storie, soprattutto quelle di origine portoghese, inizia la sua vita da mortale, come una bellissima principessa musulmana, che si innamora di un cavaliere cristiano portoghese durante il periodo della Riconquista.
In un’altra versione abbastanza comune, è una principessa magica che vive in un castello sotto terra e si innamora di un moro.
Molte delle leggende raccontate sui principi Moura tentano di spiegare l’origine di una città o di un altro insediamento, e gli eventi della leggenda si svolgono nel mondo reale e in un periodo di tempo specifico.
Spesso fatti storici reali sono stati mescolati con elementi soprannaturali.
Moura Lavadeira: Moura lavandaia, che appare come una lavandaia che mette ad asciugare al sole vestiti bianchi puliti.
Moura Velha: Moura vecchia, che appare come una donna anziana.
Cadeira de Moura: La sedia di Moura è un monolite con la forma di una sedia, pensata per essere un trono reale.
La Moura si siede sulla sedia di notte e, ogni volta che va a prendere l’acqua, porta la sedia sotto il braccio.
Moura encantada e ouro: Molte storie sulle Mouras riguardano l’oro, che può apparire in molte forme diverse, tra cui gonne d’oro, filati d’oro, capelli d’oro, strumenti d’oro (come il pettine d’oro) o animali d’oro.
A volte l’oro sembrerà carbone o fichi.
Esso può essere nascosto all’interno di contenitori interrati, come vasi e padelle e ciò potrebbe essere collegato a reali scoperte di oro all’interno di urne in antiche tombe nella penisola iberica.
Quando la gente del posto si imbatteva in un tesoro nascosto come quello, la leggenda di Moura avrebbe aiutato a spiegarne l’esistenza.
In alcune storie, la Moura custodisce tre pentole: una pentola d’oro, una pentola d’argento e una pentola di peste.
Moura encantada e São João (mezza estate): Molte leggende sulla Moura narrano che si mostra con i suoi tesori solo il giorno di San Giovanni, e che questo è l’unico giorno dell’anno in cui puoi rompere con successo l’incantesimo.
In alcune storie, la Moura spargerà fichi su una grande roccia al chiaro di luna. Mentre, in alcune regioni della penisola iberica, il figo lampo (un tipo di fico bianco) viene raccolto in questo periodo dell’anno e tradizionalmente offerto in dono il giorno di San Giovanni.
Ricordo che il giorno di San Giovanni cade il 24 giugno, il che significa che è strettamente associato al Solstizio d’estate.
L’idea che al Solstizio d’estate (mezz’estate) venga conferito un’importanza speciale e un significato soprannaturale risale ai tempi precristiani ed è presente in molte culture diverse.
LEGGENDA DI MOURA SALÚQUIA
La principessa Salúquia, figlia di Abu-Hassan e governatore della città di Moura, allora chiamata Al-Manijah, si innamorò di Bráfama, sindaco moresco di Aroche.
Alla vigilia del matrimonio, Bráfama si recò con un seguito ad Al-Manijah, a dieci leghe di distanza ma, siccome l’intero territorio dell’Alentejo a nord ed a ovest era già stato conquistato dai Cristiani, il viaggio si rivelò pericoloso.
Nel frattempo, re D. Afonso Henriques, il primo sovrano del Portogallo, commissionò a due nobili, i fratelli Álvaro e Pedro Rodrigues, la conquista della città di Moura.
Venuti a conoscenza dei preparativi per il matrimonio, i fratelli tesero un’imboscata in un uliveto vicino ai limiti del villaggio e, sorpreso dall’azione dei cavalieri cristiani, l’entourage di Aroche fu facilmente sconfitto e Bráfama fu ucciso.
Travestendosi con le vesti dei rappresentanti musulmani, i nobili cristiani si recarono in città, dove Salúquia era in cima alla torre del castello, attendendo l’arrivo del suo fidanzato.
Vedendo avvicinarsi un gruppo di cavalieri apparentemente islamici, la principessa pensò che fossero il seguito di Aroche, così ordinò loro di passare attraverso le porte della fortificazione.
Ma, non appena varcarono le mura, i Cristiani si avventarono sui difensori della città, colti di sorpresa, e conquistarono il castello. Salúquia allora si rese conto dell’errore che aveva commesso e, ferita dalla certezza della morte di Bráfama, prese le chiavi della città e si lanciò dalla torre in cui si trovava.
Commossi dalla storia d’amore che gli Islamici sopravvissuti raccontarono loro, i fratelli Rodrigues ribattezzarono la città in “Terra di Moura Salúquia”, l’odierna Moura.
Una torre di fango nel castello di Moura è ancora oggi chiamata “Torre di Salúquia”, e un uliveto vicino a Moura, quello in cui si suppone che Bráfama e il suo entourage siano caduti in un’imboscata, è chiamato Bráfama de Aroche.
Infine, nello stemma della città è raffigurata una moura morta a terra, con una torre sullo sfondo, in allusione alla leggenda di Moura Salúquia.
Caro navigante, se ami questi luoghi misteriosi e fatati, potresti fare il percorso pedonale “Caminho da Moura Encantada“, con partenza da Santa Clara, Alcaravela, un percorso circolare di circa 15,5 km, che presenta alcune difficoltà specifiche, ma offre l’opportunità di esplorare luoghi fantastici.
E’ moderatamente impegnativo, ottimo per il trekking, richiede una media fino a 4 ore per essere completato, ed è improbabile incontrare molte altre persone durante l’esplorazione.
Tranne le Mouras, naturalmente…
Una delle feste slave antiche più importanti è la Notte di Kupala, che solitamente si svolgeva il 21 giugno, riferendosi al Solstizio d’Estate, quando le notti sono le più brevi e comprendeva una serie di rituali.
Quindi, di anno in anno, si è arrivati a festeggiarla dal 6 luglio al 7 luglio, giorni in cui si eseguono dei rituali che proteggono le case e i propri cari, rafforzano la salute e portano felicità..
La maggior parte delle tradizioni per la Notte di Kupala risalgono al passato pagano.
Ad esempio, una delle più antiche credenze è che tutti i possibili spiriti maligni, come streghe, serpenti, acqua, sirene e lupi mannari si risvegliano in questo momento.
Pertanto, non si dovrebbe dormire durante la Notte di Kupala.
È consuetudine andare in uno stagno, un fiume o un lago e celebrare lì la festa, anche se non si può nuotare, poiché gli spiriti maligni possono fare annegare i malcapitati.
La Notte di Kupala, le giovani donne tessono ghirlande e cercano di raccontare i loro desideri su un futuro matrimonio, sperando nella ricerca della felicità e della ricchezza, e le coppie saltano sopra un falò nel tentativo di un futuro insieme.
Tuttavia, è anche la notte degli spiriti maligni, quindi bisogna essere estremamente attenti e prudenti in ciò che si fa.
Tipico è il tradizionale salto tra i fuochi ardenti, in cui si bruciavano erbe aromatiche per purificare e proteggere dal male e dalla sventura, o il rilascio nel fiume di corone con candele accese da parte di giovani ragazze, che servono come divinazione per i matrimoni.
Un’usanza molto famosa è la ricerca del fiore di felce.
Si dice che questi fiori, simbolo di felicità, saggezza e prosperità, secondo la leggenda sboccino solo nella notte più corta dell’anno, e che solo le persone coraggiose e rette riescono a trovarlo.
La notte è una festa di unione: la combinazione di fuoco e acqua, Sole e Luna, uomo e donna e fertilità.
Tuttavia, questa antica credenza pagana è stata inglobata dalla Cristianità, che ha portato alla creazione della Notte di San Giovanni Battista (leggi articolo: https://www.madameblatt.it/2020/06/23/notti-magiche-la-notte-di-san-giovanni/), il 23 giugno.
L’incarico di San Giovanni, che nella tradizione cristiana è associato alla cerimonia del battesimo, si sposa perfettamente con i riti dell’acqua.
Quindi, in Polonia, si celebra una Kupala il 23 o 24 giugno, festa chiamata anche “Noc Świętojańska”, che significa Notte di San Giovanni.
Durante questa notte in Inghilterra, invece, si svolgeva una benedizione del melo nell’Hertfordshire e nel Somerset, durante la quale i fuochi venivano accesi sotto gli alberi nei frutteti, per benedire le mele.
Nella Notte di Kupala, gli stregoni raccolgono nella foresta erbe intrise di uno speciale potere curativo, che appendono in mazzi in casa, fungendo da incantesimo protettivo per tutta la famiglia.
Su questi mazzi si mettevano le effigi dei personaggi principali della celebrazione: Kupala e la sua compagna Marena, e la gente cantava canzoni e ballava intorno a loro.
La parola “Kupalo” significava “iracondo”, “bruciante”, “vesciche”, così gli antenati descrivevano il Sole e le sue proprietà.
La Notte di Kupala è associata a numerose leggende e miti .
I nostri antenati credevano che in questa notte i fiumi iniziassero a brillare e le sirene emergessero facendo il bagno nell’acqua.
Si diceva, che le sirene fossero la reincarnazione delle anime delle persone decedute.
Questa notte streghe, stregoni e fantasmi vagavano sulla Terra, cercando di fare del male alle persone; piante e animali parlavano e il Sole “giocava” all’alba.
Nella Notte di Kupala, giovani donne intrecciavano una corona di fiori di campo, mentre esprimevano un desiderio sul loro futuro amoroso, per poi lasciarla andare nel fiume.
Se la ghirlanda galleggiava lontano, il desiderio si sarebbe avverato, se invece veniva sbattuta a riva o affondava, allora bisognava dimenticare il proprio sogno fino al prossimo anno.
Un altro rituale implicava di saltare sopra un falò.
Dopo il tramonto, un giovane accendeva un enorme fuoco e, tenendosi per mano, le coppie saltavano su di esso.
Se i fidanzati non si separavano, significava che erano destinati a stare insieme; in caso contrario, la coppia si sarebbe lasciata presto.
Nella Notte di Kupala, i Bielorussi celebravano molti altri riti simbolici:
-raccolta di erbe medicinali e fiori, che acquisivano speciali poteri curativi in questa notte;
-rituale di purificazione mediante il fuoco: la gente saltava sui falò di Kupala e bruciava anche la ruota che simboleggiava “il Sole”, vestiti dei malati, cose vecchie;
-predizione del futuro, con le ghirlande che le ragazze da marito facevano galleggiare nei fiumi;
-cena rituale;
-rituali condotti per proteggere case e campi dalle forze del male;
-rituali eseguiti per ricco raccolto e prosperità ;
-canti e danze rituali eseguiti, giochi divertenti rumorosi;
-purificazione rituale con l’acqua della rugiada all’alba.
Oggi, ogni anno, con l’inizio delle giornate estive più lunghe e delle notti brevi, il Mondo slavo inizia a celebrare la Notte di Kupala sulle rive di fiumi e laghi, feste che sono un mix di antiche tradizioni e riti, concerti teatrali e divertenti giochi.
La più grande festa notturna di Kupala, Alexandria Gathers Friends , si tiene nel distretto di Shklov, nell’oblast di Mogilev .
Nell’arco di diversi anni si è trasformato in un vero e proprio marchio del Paese: numerosi ospiti provenienti da Bielorussia e Russia, Ucraina, Lettonia, Lituania e altri Paesi vengono qui, per partecipare alle celebrazioni.
In questa magica notte, tra bagni nei laghi, candele e ghirlande, salti nel fuoco e tanti, tantissimi sogni, tutto è possibile…
La Notte di San Giovanni è un’antica festa di Mezza Estate, che si svolge dalla sera del 23 giugno, anche conosciuta come la vigilia di San Giovanni.
Questa notte, le persone celebrano l’estate in vari modi, tradizioni e superstizioni antiche, per lo più di origini pagane, legate alla natura.
Eccone alcune.
Originariamente durante la celebrazione del Solstizio d’Estate, venivano accesi dei falò per onorare il Sole e per proteggersi dagli spiriti maligni, che potevano vagare liberamente per la notte.
Dopo l’introduzione del Cristianesimo, la celebrazione fu legata alla data di nascita di San Giovanni Battista, il 24 giugno.
Infatti, la tradizione religiosa narra che Zaccaria, il padre di Giovanni, accese dei falò per annunciare la nascita del figlio a parenti e amici.
Nei tempi antichi, i falò di Mezza Estate venivano accesi in cima a colline e scogliere in tutte le campagne e, i resti di queste tradizioni continuarono fino al XVIII secolo.
Questa celebrazione è sopravvissuta molto più a lungo nelle aree rurali, dove le persone erano più in sintonia con la natura.
Il Solstizio d’Estate era il momento in cui le persone mostravano il loro apprezzamento per i loro animali domestici guidandoli tra due falò, o in senso orario (emulando il movimento del Sole), attorno a un singolo falò.
Le persone saltavano anche su fuochi più piccoli e in alcuni luoghi si credeva, che il salto più alto rappresentasse l’altezza che il grano avrebbe raggiunto quell’anno.
In alcune zone dove c’erano pietre erette, si credeva che, se una persona avesse trascorso la notte tra i monoliti, avrebbe acquisito poteri di divinazione.
D’altra parte, c’era la possibilità che una persona, che si aggirava furtivamente tra le pietre antiche, potesse essere portata via dalle fate o finire matta, o morta.
Il fuoco è uno dei tre simboli basati sugli antichi rituali della notte di San Giovanni.
È l’elemento purificatore che ci libera dalla sfortuna.
Un rituale prevede di scrivere un elenco su un foglio di carta, di tutto ciò che vogliamo abbandonare nella nostra vita e bruciarlo nel fuoco.
I falò e i riti legati al fuoco iniziano alla vigilia del 24 per celebrare il potere del Sole e aiutarlo a rinnovare la sua energia.
La leggenda dice, che le ceneri del falò curino le malattie.
Inoltre, la protezione contro gli incendi durerà tutto l’anno, per coloro che oseranno scavalcare le fiamme.
L’acqua è il secondo simbolo della notte di San Giovanni, simboleggiando la fertilità e la purezza.
Si crede che dalla mezzanotte del 23 alla mattina del 24 Giugno, l’acqua di mare sia miracolosa, curi le malattie e dia felicità.
La tradizione dice anche, che saltare tra le onde doni un anno di salute, anche se secondo il rituale bisognerebbe saltare all’indietro.
L’acqua è quindi un elemento chiave nella Notte di San Giovanni, spesso collegato al terzo simbolo di questa magica notte, il mondo vegetale, famoso per la “Guazza di San Giovanni” (leggi articolo https://www.madameblatt.it/2021/06/22/san-giovanni-e-le-sue-erbe/).
Anticamente, le persone raccoglievano l’acqua da 7 diverse fontane, ponendola in una ciotola in cui si lasciava tutta la notte.
La ciotola deve essere lasciata all’aperto, insieme con le erbe di San Giovanni.
Al mattino, dovresti lavarti il viso con questa guazza, ma fai attenzione!
Se ti guardi allo specchio mentre lo fai, l’incantesimo non funziona!
Anche il bagno in mare fa parte del rituale.
L’acqua e il mare sono associati alla purificazione e alla fertilità, quindi, se vuoi prendere parte al rituale, devi saltare 7 onde.
Dicevo che il terzo simbolo di questa magica notte è legato al Mondo vegetale.
Oltre alla famosa “Guazza di San Giovanni” posta sul davanzale, anticamente non mancavano mai, alle porte di case e stalle, ramoscelli di Noce appesi agli stipiti.
Con fronde di Noce, infatti, si adornavano le case traendone responsi propizi dal sussurrare delle foglie al vento e dal loro avvizzire lento o veloce.
Un’usanza conosciuta era il “ramoscello di Noce di San Giovanni”, che fiorisce verso la fine di giugno, che si poneva all’ombra prima del sorgere del sole, verificando già dopo il mezzogiorno le condizioni del ramo, come da antiche tradizioni contadine.
Se esso era appassito prima di mezzogiorno, l’estate sarebbe stata molto secca, se restava verde vigoroso per più giorni, l’estate sarebbe stata piovosa.
Per alcuni, il ramoscello di San Giovanni serviva anche, a non far entrare in casa le streghe in volo per raggiungere il loro luogo di ritrovo.
In Sicilia, precisamente ad Alcara Li Fusi, celebre è la “Festa di Muzzuni” che, nonostante si festeggi nella notte di San Giovanni, deriva da un rito propiziatorio alla Grande Dea Cerere (o Demetra), che governa la fertilità della terra.
Questa celebrazione è dedicata alla ricerca dell’amore, al rigoglio della natura, alla giovinezza e alla fecondità.
I rituali di questa festa, durante la quale giovani donne vestite di bianco danzano le canzoni d’amore di musicisti maschi, possono anche invocare Afrodite e Adone.
Il termine “Muzzuni” probabilmente si riferisce ad una brocca priva di collo (“mozzata”), o alle spighe di grano falciato e raccolto in fascioni (“mazzuna”) e anche a San Giovanni decollato (con la testa mozzata).
Questa brocca mozzata viene riempita di grani, coperta con un fazzoletto, fuoriescono steli di grano e orzo fatti germogliare al buio, lavanda, spighe di grano maturo e garofani.
In seguito, una giovane donna del quartiere, a simboleggiare le antiche sacerdotesse pagane, lo colloca sull’altare tra due lucerne.
Si entra così, nel vero e proprio clima della Festa: ogni quartiere che ospita il “Muzzuni” viene animato con musiche e canti popolari.
Nei tempi antichi, la vigilia della notte di San Giovanni, giovani uomini e donne contattavano il Mondo degli Spiriti, per ottenere informazioni sulle loro prospettive matrimoniali.
Uno di questi incantesimi divinatori prevedeva la fusione del piombo, il “Chiummo” e la sua caduta in acqua fredda, dove si sarebbe congelato in forme che potevano essere interpretate, secondo il simbolismo tradizionale.
In pratica, il solidificarsi del piombo nell’acqua fredda, secondo leggi occulte e misteriose, gli avrebbe fatto assumere una forma che poteva essere associata al mestiere, che avrebbe svolto il futuro marito della ragazza, che eseguiva il rituale.
Quindi, se il metallo, per esempio, assumeva una forma paragonabile ad un martello, il futuro fidanzato avrebbe fatto il fabbro; se la figura assomigliava ad una pecora, il marito avrebbe fatto il pastore, e così via.
Questo rito veniva spesso compiuto a seguito di una novena, che durava dalla sera del 15 giugno fino alla vigilia della festa.
Ecco la formula:
San Giovanni benedetto,
pe’ un infame maledetto,
foste a morte condannato,
con sto’ piombo coagulato,
conoscere mi fai,
la fortuna che mi dai,
San Giovanni della vita.
Visto che non è molto facile reperire il piombo, questo rito si faceva con un uovo nell’acqua.
Si prendeva un bicchiere grande e trasparente e si riempiva d’acqua.
Poi, si rompeva un uovo, si separava l’albume dal tuorlo, mettendo solo il bianco nel bicchiere d’acqua, lasciandolo fuori per una notte sul davanzale della finestra.
Il giorno dopo, se l’acqua era ricoperta di bolle, significava che presto si sarebbe trovato un compagno bello, simpatico e ricco.
Se c’era invece l’immagine di un edificio o di una chiesa, era di buon auspicio, ma il matrimonio non ci sarebbe stato a breve termine.
Infine, se non fossero apparse immagini, bisognava solo aspettare fino al prossimo anno!
La vigilia di San Giovanni, oltre ad essere importante per le streghe ed i neopagani, lo è soprattutto per i praticanti del Vudù.
Infatti, a New Orleans si celebrano battesimi Vudù sulle rive del Bayou St. John, tradizione fatta risalire a Marie Laveau, la regina vudù di New Orleans.
Madame Laveau teneva un rito annuale la notte della festa di San Giovanni, riunendosi sulle rive del bayou di New Orleans, dove con i suoi devoti adorava i potenti Lwa (Spiriti), con offerte e doni per garantire un anno propizio.
Ancora oggi, ogni anno a New Orleans, Marie Laveau è onorata con una cerimonia di lavaggio della testa, i cui partecipanti si vestono di bianco dalla testa ai piedi, compreso un foulard bianco, e devono presentare un’offerta allo spirito della Regina Voodoo.
Alcuni dei regali più popolari sono nastri per capelli e mollette, graziosi pettini per capelli, cibo creolo, fiori, candele blu e bianche, piccole statue di santi cattolici, rosari e sacchetti gris-gris.
I praticanti, che non possono partecipare al battesimo, spesso eseguono un rituale di purificazione privato a casa, sotto una foto di Madame Laveau e davanti ad una vasca di acqua, con tre candele bianche, fiori bianchi, incenso, acqua della Florida, rum al cocco, nastri o cravatte per capelli bianchi, profumo, un pettine, foulard bianco e tazza bianca.
Quindi, bisogna allineare ed accendere le tre candele, l’incenso, riempire la vasca con acqua tiepida, aggiungendo una bottiglia piena di acqua della Florida e alcuni petali dei fiori bianchi.
Si sta nudi davanti alla vasca e presentare la propria richiesta alla Madre sotto forma di preghiera. Entrare nella vasca, immergere la tazza bianca nell’acqua e versare il contenuto sulla testa 7 volte.
Successivamente, ci si sdraia nell’acqua a meditare o pregare, non più di 30 minuti.
Usciti dalla vasca, si avvolge il foulard bianco intorno ai capelli e si rimane all’aria ad asciugare.
Ci si veste di bianco e ci si sdraia su lenzuola bianche pulite.
Et voilà, il rito di purificazione è fatto!
A New Orleans, un luogo che mi affascina veramente, c’è un altro rito che potrà interessare tanti di noi:
“per tenere gli esattori, i padroni di casa, la legge e i nemici lontani dalla tua porta, il 24 giugno, prendi l’acqua di un fiume (a New Orleans deve essere rigorosamente di Bayou St. John), mettila in una bottiglia e recita una preghiera.
Metti la bottiglia d’acqua su un lato della stanza, con la parte superiore rivolta verso la porta e, quando un debitore o un nemico bussa, chiedi a San Giovanni di impedire loro di entrare in casa, mentre fai rotolare la bottiglia verso la porta d’ingresso.
Quando la persona andrà via, col piede riporta la bottiglia nella posizione originale.
Mantieni la bottiglia nella sua posizione e non svuotarla mai.”
Insomma…
A San Giovanni, sta a te decidere se fare i rituali o meno.
Puoi saltare sul fuoco o nuotare al mattino presto, senza dover credere necessariamente in qualcosa.
Basta celebrare una notte magica come poche altre, una festa in cui l’energia del fuoco invita a godersi la serata e a lasciarsi ispirare da antiche sognanti credenze.
LE ERBE DI SAN GIOVANNI
Le cimette io cogliea della mortella
spigo, timo, cedrina e vigorosa
menta, con rosmarino e nipitella
foglie di noce e qualche ultima rosa.
E tutta, entro una conca, l’odorosa
boccetta esposta alla Diana stella
con limpid’acqua, v’infondea gelosa
le spiche d’aglio e il pan, la nostra ancella.
Io ne ridea e le movea domanda:
perchè dell’aglio col maligno odore
offender l’aromatica lavanda?
Ella, facendo il segno della croce:
l’aglio di San Giovanni ha gran valore,
nè della strega or più l’occhio gli nuoce.
–Maria Alinda Bonacci Brunamonti –
La vigilia di San Giovanni, che inizia al tramonto del 23 giugno, è la vigilia della festa che precede la festa di San Giovanni Battista.
Il Vangelo di Luca afferma, che Giovanni nacque sei mesi prima di Gesù, quindi la festa di Giovanni Battista fu fissata il 24 giugno, sei mesi prima di Natale, secondo l’antico calcolo romano.
Questo giorno di festa è uno dei pochissimi giorni di santi, che commemora l’anniversario della nascita, piuttosto che della morte, del santo che viene onorato.
La festa di San Giovanni coincide strettamente con il Solstizio di giugno, chiamato anche ”Mezza Estate” nell’emisfero settentrionale.
Nonostante la festività cristiana sia fissata al 24 giugno, nella maggior parte dei paesi le festività si svolgono principalmente la sera prima, alla vigilia di San Giovanni, festa celebrata in molti luoghi, o addirittura fin dal 21 del mese corrente.
Naturalmente, i giorni che circondano il Solstizio d’Estate abbondano di leggende, divinazioni e rituali che coinvolgono acqua, piante e fuoco.
In quasi tutte le zone rurali d’Europa, la notte tra il 23 e il 24 giugno, giorno della natività di San Giovanni Battista, è scandita da feste e falò, ruote infuocate che rotolano giù per le montagne, purificazione rituale del bestiame con fumo, incendio di erbe aromatiche per allontanare il malocchio e guarire.
In Italia, al centro di questo inebriante mix di simbolismo e rituale, troviamo rituali magici, streghe, fate, spiriti della natura, santi cristiani, rimedi erboristici, raccolta delle noci per preparare il Nocino, il famoso “Liquore delle Streghe”.
Durante San Giovanni, il velo tra il mondo degli spiriti e il nostro si assottiglia, quindi dobbiamo proteggerci dagli spiriti maligni, dalla stregoneria e dal malocchio.
Vediamo come possiamo farlo.
In seguito all’avvento del Cristianesimo, la Chiesa dichiarò il 24 giugno, il giorno di San Giovanni in onore di San Giovanni Battista, incorporando le antiche tradizioni popolari di mezza estate nella nuova celebrazione religiosa.
Ma come spesso accadeva, le persone non erano preparate ad abbandonare le loro gioiose vecchie pratiche pagane.
Credevano che il velo tra i vivi e i morti fosse particolarmente evanescente in certe notti dell’anno, e non passò molto tempo prima che la vigilia di San Giovanni diventasse uno di quei giorni in cui i morti camminavano sulla Terra e le fate dispettose fossero più potenti.
Così la vigilia di San Giovanni si trasformò in una notte di magia, mistero e stregoneria in cui si credeva, tra le altre cose, che le erbe possedessero poteri curativi particolarmente forti.
Non è un caso, se in questo periodo dell’anno vengono raccolte molte piante aromatiche, appena fiorite, con aromi più intensi.
Le erbe specifiche variano in base al luogo in cui si vive, ma devono essere sette, anche se alcuni parlano di 9, ma io credo nel numero 7.
Il numero 7 è una costante in tutti rituali di San Giovanni: saltare 7 volte sul fuoco, bere da 7 fontane, saltare su 7 onde e raccogliere 7 erbe.
Molte delle erbe hanno proprietà medicinali, quindi sono raccolte sia per questo, che per il loro potere contro il male.
È tradizione che le donne raccolgano varie piante alla vigilia del 24 giugno, di cui la più famosa è “l’Erba di San Giovanni (Iperico)”, che si crede sia imbevuta del potere del sole, oltre ad essere magica e medicinale.
Fin dal Medioevo, era appesa su porte e finestre, per respingere le streghe e gli spiriti maligni.
Le sue proprietà curative sono ben note ed era utilizzata dai Cavalieri Ospitalieri, un ordine militare cattolico medievale che ha preceduto il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Con le 7 erbe raccolte, si prepara la famosa “Acqua di San Giovanni”, chiamata anche “Guazza di San Giovanni”, ma intanto vediamo quali piante potreste raccogliere; a voi la scelta a seconda delle vostre esigenze.
–Finocchio selvatico: lavora contro il malocchio
–Felce maschio (Dryopteris filix-mas): secondo la leggenda fiorisce solo nella notte di San Giovanni, rimane visibile solo un attimo e può essere raccolto solo dopo aver combattuto con il diavolo
–Felce femmina (Pteris aquilina): invisibilità
–Ginestra ghiandolosa (Adenocarpus) : da questa pianta si ricavavano le scope per spazzare via gli spiriti dalla casa
–Erba di San Giovanni (Iperico): agisce contro il diavolo ed è molto popolare nella medicina tradizionale
–Malva comune: con proprietà antinfiammatorie, lenitive, emollienti, protettive delle mucose
–Rosmarino: usato per protezione
–Erba Luigia o Cedrina (Aloysia citriodora): buona per l’amore e associata alle feste
–Digitale: protegge le abitazioni da malefici e negatività, da incendi e furti
–Artemisia (Assenzio): contro le disgrazie e per proteggere la fedeltà e la felicità della coppia, fertilità
–Camomilla: prosperità, protezione, calma, creatività, amicizia, pace
–Ruta: tiene lontani i vermi, i demoni e il malocchio
–Menta: protegge dal male, aiuta nella guarigione, attrae il denaro
–Sambuco: allontana gli incubi, esorcismo e annulla gli attacchi di ogni tipo
–Prezzemolo: allontana il male, utile per la chiaroveggenza
–Aglio: assorbe e respinge il male e le malattie, ottimo in magia cerimoniale per allontanare durante i riti larve astrali o presenze negative in genere
–Lavanda: purifica, allontana le negatività, la sfortuna e il malumore, favorisce la felicità, l’amore, il raggiungimento della pace interiore
–Rosa: attira l’amore
–Achillea: guarigione delle ferite, il suo olio essenziale ha proprietà antinfiammatorie
–Trifoglio: usato in un bagno rituale, attira denaro e prosperità; usato per lavare i pavimenti, allontana gli spiriti maligni e gli ospiti indesiderati; contro le fatture o le interruzioni del malocchio; in un sacchetto giallo porta avanzamento nel lavoro
–Mandragora: con la doppia facoltà di sedativo ed eccitante data la sua essenza ambivalente, maschile e femminile; usata per preparare narcotici e filtri d’amore
–Ribes rosso: protegge dal male
–Pervinca: talismani vegetali
–Cardone (Carlina acaulis): impedisce i passaggi delle streghe; inchiodato alla porta di casa, costringe la strega a contarne tutti tubuli
–Biancospino: protegge la casa dalle calamità naturali e non
–Timo: per passare a una nuova fase della vita e lasciare il passato alle spalle.
Ma come li usiamo?
Le erbe, una volta raccolte, devono essere lasciate fuori durante la notte di San Giovanni, in modo che la rugiada e il Solstizio le infondano potere.
Esse raccoglieranno la rugiada e il giorno dopo farete il bagno con quest’acqua “benedetta”, per buona fortuna e fertilità .
Di solito vengono lasciate dentro una ciotola con dell’acqua, che va raccolta da sette fontane diverse (sarebbe l’ideale, ma visto che è estremamente difficile, si possono utilizzare 7 bottiglie o rubinetti diversi…).
Questa acqua infusa di erbe verrà utilizzata per lavarsi al mattino, e in seguito verranno essiccate e utilizzate nei rimedi casalinghi.
Le piante possono anche servire come protezione dagli spiriti maligni e dalle streghe, se appese in un bouquet vicino alla porta o alla finestra di casa.
Si crede che l’ Acqua di San Giovanni , sia comunque magicamente potente e, opportunamente preparata, aumenti la bellezza proteggendo dal malocchio, dall’invidia e dalle maledizioni.
Tra i molti rituali e tradizioni associati alla vigilia di San Giovanni, ci sono i seguenti, alcuni dei quali sono ancora utilizzati dai praticanti vudù.
In molti luoghi, le giovani donne non sposate mettono ruta, rosmarino e petali di rosa sotto i cuscini alla vigilia di San Giovanni, nella speranza di sognare i loro futuri mariti.
Si dice anche che allontanino il male e spesso vengono bruciati alla vigilia di San Giovanni.
Invece, le minute spore della Felce femmina, ha presumibilmente il potere di rendere invisibili, se raccolte alla vigilia di San Giovanni, nel momento preciso in cui è nato il Battista.
Peccato che, purtroppo, nessuno conosca l’ora della sua nascita.
Ciò che rende potente quest’Acqua, non sono solo le erbe, ma soprattutto la rugiada.
Questa rugiada dovrebbe essere raccolta da una donna che ha digiunato, e che recita l’ Ave Maria mentre fa le sue cose.
La rugiada della notte di San Giovanni è magica e propizia: raccoglila con un pezzo di stoffa o passeggia tra i prati al mattino presto, o rotolati nell’erba da essa bagnata all’alba… sarà il modo migliore per ottenere ciò che vuoi!
Dopo questa notte, si ritiene che alcune di queste piante, utilizzate nella preparazione di una bevanda, portino non solo benefici, ma anche salvezza e protezione spirituale elargite dal santo stesso.
Un’usanza simile consiste nel raccogliere la rugiada che rimane dopo il suo uso durante la notte di San Giovanni, distillarla utilizzandola per favorire la crescita dei capelli, migliorare la fertilità, curare le malattie della pelle e tenere a bada le malattie.
Un’altra versione, forse pensata per i più pigri, prevede di lasciare fuori per tutta la notte un panno, che verrà poi strizzato al mattino.
Molti rituali legati a San Giovanni sono incentrati sull’accoppiamento, le nozze e l’armonia coniugale, data l’antica associazione di questa notte con l’equilibrio e l’armonia maschio-femmina.
In un rituale, una giovane donna non ancora sposata deve mettere tre fave, 1 intatta-1 sbucciata-1 rotta, sotto il cuscino prima di andare a dormire la notte, del 23 giugno.
Mentre è a letto, ne deve scegliere una senza guardare, e così apprenderà il suo destino: il fagiolo intatto significa ricchezza, il mezzo fagiolo fa presagire un destino mediocre e il fagiolo sbucciato un cattivo presagio.
Un altro rito prevede di mangiare le lumache, in particolare le loro corna, nel giorno di San Giovanni, cosa che garantirebbe agli uomini protezione dalla sventura e, in particolare, dall’essere trasformati in cornuti: infatti le cornine delle lumache, rappresenta una sorta di amuleto commestibile, contro ciò che è noto in italiano come “fare le corna”, un termine poco simpatico per indicare l’infedeltà.
Un’usanza prevede di appendere mazzetti di varie piante di San Giovanni dietro le porte delle cucine, per proteggere la casa e i suoi abitanti.
Il bouquet propiziatorio si ottiene cogliendo erbe miste come iperico, artemisia, ruta, mentuccia, rosmarino, prezzemolo, aglio, lavanda, dopo il tramonto del 23 giugno, lasciandole all’aperto per tutta la notte.
E, per questioni di cuore e di fidanzamenti, c’è il rito delle bambole di pezza, riempite con le stesse erbe che le madri regalano alle figlie per augurare fertilità.
Inoltre, se una ragazza nubile la sera del 23 brucia un Cardo e il giorno dopo è ancora verde, allora arriverà presto un uomo a chiedere la sua mano.
Altri rituali prevedono che tu lavi viso e capelli con la rugiada notturna di San Giovanni, per garantire salute e bellezza per il resto dell’anno.
Fai una croce su un albero a mezzanotte, poi fai una promessa accanto ad essa e sarai soddisfatta per tutta la vita.
Rendi fertile il terreno, seppellendo un pezzo di una candela che è stata precedentemente bruciata nella notte di San Giovanni.
Per fare sogni profetici, raccogli 7 fiori di qualsiasi tipo e mettili sotto il cuscino. Vai a dormire e chiedi al sogno di rivelarti qualche aspetto del tuo futuro.
Concludendo, questi riti nascono dal fatto, che l’estate è foriera di siccità, temporali e malattie che possono rovinare i raccolti.
Quindi anticamente, nella notte di San Giovanni, ci si ingegnava per proteggersi.
Avanti allora, utilizza al meglio questa notte, per portare la magia positiva nella tua vita!
Giovanni il Battista era un asceta proveniente da una povera famiglia sacerdotale ebraica originaria della Giudea, fondatore di una comunità battista, che fu all’origine della comunità cristiana fondata da Gesù di Nazareth e delle comunità gnostiche samaritane.
Considerato una delle personalità più importanti dei Vangeli, è venerato in tutte le chiese cristiane e considerato Santo. E’ presente anche nel Corano, col nome di Yaḥyā, come uno dei massimi profeti che precedettero Maometto.
Giovanni Battista morì a causa della sua predicazione intorno al 32 d.C., avendo condannato pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con la cognata vedova Erodiade. Erode lo fece prima imprigionare poi, per compiacere la figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato a un banchetto, lo fece decapitare.
In seguito, la popolazione ebraica pensò che la sconfitta subita dall’esercito di Erode contro Areta, nel 37 d.C., fosse una punizione divina per la decapitazione di Giovanni Battista.
La morte per decapitazione lo fece diventare famoso anche come “San Giovanni decollato”.
Al Santo sono dedicati molti patronati, tra cui:
-Conciatori di pelli, sarti e pellicciai (per l’abito di pelle di cammello che si cuciva da sé e della cintura).
-Cardatori di lana (per l’agnello).
-Albergatori (per la sua morte causata dal banchetto di Erode).
-Fabbricanti di forbici, spade e coltelli (per la spada del supplizio).
-Ordine di Malta.
-Contrada del Leocorno di Siena.
-Anime decollate a cu si rivolgono tutti coloro che chiedono aiuto o consiglio, o cercano un segno divinatorio. I “decollati” sono morti per mano del boia.
-Compari e comari di battesimo.
-Calamità naturali.
-Naviganti, in Sicilia.
In esoterismo la notte tra il 23 ed il 24 giugno, chiamata anche “notte di San Giovanni”, è magica.
Sovrapponendosi alle simbologie legate al Solstizio d’Estate, è dedicata a riti propiziatori, per festeggiare la potenza del sole, celebrare la luce e l’inizio dell’estate.
Il Solstizio, nei riti magici e tradizionali, è il momento adatto per l’uomo per un nuovo inizio ed è propizio per attirare la fortuna.
Per questi motivi, il fuoco è uno degli elementi comuni nelle tante tradizioni, perchè nutre il sole, è luminoso e forte, combatte le tenebre.
Nella notte di San Giovanni, tutto può succedere: streghe, demoni, il bene che vince sul male, la luce che vince le forze occulte della natura e scaccia il malocchio.
Proprio per questo è chiamata anche la notte di “Mezza Estate”, del sogno e della premonizione.
Nell’antichità si credeva che, proprio in questa notte, le streghe si riunissero attorno ad un antichissimo albero di noce e, con i frutti di questi alberi stregati, colti ancora verdi e bagnati di rugiada, si preparava il nocino, liquore considerato terapeutico e dalle proprietà magiche.
Per evitare che streghe curiose e dispettose volessero entrare nelle case degli abitanti del villaggio, si poneva di fronte all’uscio un bel mucchietto di sale o una grande scopa. Le megere, per poter entrare, sarebbero prima state obbligate a contare granello per granello e saggina per saggina, così sarebbe trascorsa tutta la notte, ed esse sarebbero state costrette a rintanarsi la mattina nei loro antri.
La Notte di San Giovanni, la rugiada che bagna i prati acquista miracolose facoltà e che tutte le piante e le erbe sulla terra vengano influenzate con particolare forza e potere, essendo bagnate da questa rugiada magica ed intrise di una potenza nuova.
Una credenza molto popolare è quella di rotolarsi nell’erba bagnata per avere un fisico scattante, vigoroso e bello, oltre che per far guarire dai reumatismi, o rendere fertili le donne che vogliono avere un bambino.
Questo è il periodo propizio della raccolta delle piante e delle erbe da usare nelle operazioni magiche.
Con l’oscurità, si raccolgono nuove erbe per comporre il mazzetto di San Giovanni che scaccia il malocchio, porta fortuna e, se messo sotto il cuscino prima di andare a dormire, porta dolci sogni premonitori.
E’ composto da 7 piante diverse: Iperico, detto anche “scaccia diavoli”, contro il malocchio; Artemisia , per la fertilità; Ruta, Mentuccia, Rosmarino, Prezzemolo, Lavanda. Erbe legate al buonumore, alla prosperità, all’allontanamento del maligno e delle negatività.
Se si vuole fare un sogno premonitore, il mazzetto deve essere composto da Iperico, Artemisia, Arnica, bacche di Ribes, Verbena ed Erica, che andrà messo sotto il cuscino.
Inoltre, portare l’Iperico all’occhiello nella notte della festa, protegge dalle persone malefiche.
A mezzanotte si deve cogliere un ramo di felce e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni.
Si dice che sia raro vedere una Felce fiorire. Ciò potrebbe capitare nella notte di San Giovanni.
In pratica, solo a mezzanotte in punto, quando la felce che nasce lungo i ruscelli dei boschi fiorisce, si deve cogliere un ramo e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni, acquisire la fama di saggio, la capacità di leggere il passato e prevedere il futuro.
In Boemia, si crede che il fiore della felce risplenda come l’oro, o come il fuoco, nella notte di San Giovanni: chiunque lo possieda in questa magica notte, e salga su una montagna tenendolo in mano, scoprirà una vena d’oro, e vedrà brillare di fiamma azzurra i tesori della Terra.
In Russia, i contadini raccontano che, chi riesce ad impadronirsi del meraviglioso fiore di Felce nella vigilia di San Giovanni, se lo getta in aria, lo vedrà ricadere per terra nel punto preciso in cui è nascosto un tesoro.
Oppure si racconta che chi abbia la fortuna di cogliere l’istante di quella fioritura improvvisa, potrà nello stesso tempo assistere a tanti altri spettacoli meravigliosi, come l’apparizione di tre soli, o di una luce che illumina a giorno la foresta, o udire un coro di risa ed una voce femminile chiamarlo. Il fortunato a cui accade tutto questo, non deve spaventarsi, così raggiungerà la conoscenza di tutto ciò che sta succedendo o succederà nel mondo.
La vigilia del 24 giugno si accendono i falò, perché il fuoco è purificatore, così come la rugiada.
Bisogna saltare sul fuoco, avendo ben chiare le cose che si vorrebbe cambiare nella propria vita.
Più intenso e puro sarà il desiderio espresso mentalmente al momento del salto, e più esso avrà ottime possibilità di realizzarsi. Se non è possibile accendere fuochi, si può farne un piccolo fuoco simbolico acceso nel calderone o in un qualsiasi recipiente, meglio se di rame, composto con le 7 erbe del mazzetto di San Giovanni.
Questa pratica serve a potenziare forza, potere e protezione.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno, si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove, oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro, in quanto: ” San Giovanni non vuole inganni”.
Il giorno di San Giovanni, se si compera l’aglio, si avrà un anno prospero.
Cogliendo la Verbena a mezzanotte della vigilia di San Giovanni, si avrà un’infallibile protezione contro i fulmini oltre ad essere protetti da qualsiasi male (in Bretagna si chiama “Erba della Croce”) e ad avere facilità nella visione di realtà altrimenti nascoste (è nota anche come “Erba della doppia vista).
E’ tradizione anche mangiare le cosiddette “lumache di San Giovanni”, per distruggere le avversità, le discordie e le preoccupazioni. Bisogna mangiarle con tutte le corna (simbolo del demonio) affinché facciano effetto.
Inoltre, nell’antichità si credeva che mangiare lumache cotte insieme all’Aglio avrebbe allontanato le streghe da se stessi e dalla propria dimora.
Si racconta della “barca di San Giovanni”. La notte tra il 23 e il 24 Giugno si mette un albume d’uovo in un contenitore di vetro con dell’acqua, e si espone alla rugiada. Secondo la tradizione il Santo, passando, soffierà facendo apparire la sua barca.
Il mattino del 24 giugno si vedrà una base biancastra, dalla quale s’innalzano filamenti di diversa misura, che ricordano la chiglia, gli alberi maestri e le vele di una barca. In base a come appaiono le “vele”, si può trarre buono o cattivo auspicio, riguardante l’andamento del raccolto.
Per quanto riguarda l’amore, le vergini, dopo aver recitato una preghiera nude davanti allo specchio, in questa notte, potrebbero vedere riflessa per qualche secondo l’immagine del loro sposo.
Per chi ancora non ha incontrato l’anima gemella e vuole fare il grande passo, ci sono dei “rituali” di previsione sentimentale, per “vedere” lo sposo, magari riflesso in un pozzo o in sogno.
Un altro metodo divinatorio è quello di rompere un uovo e versare solo l’albume in un recipiente d’acqua, lasciato sul davanzale della finestra, perché raccolga la rugiada di San Giovanni. Il mattino seguente se si trova l’albume ricoperto di bollicine, significa che entro pochissimo si incontrerà l’uomo dei sogni, alto, bello e ricco.
Oppure, si può raccogliere un cardo e bruciacchiarlo, nasconderlo in una fenditura del muro ed aspettare la mattina seguente: se è verde e fresco, come appena colto, significa che ci si innamorerà felicemente corrisposte entro l’anno.
Sempre a mezzanotte, si può fare il “gioco predittivo” delle tre fave: ad una togliere completamente la buccia, ad una solo metà, e lasciare la terza intera. Incartarle come caramelle e riporle sotto il cuscino, pescandone una caso la mattina. La fava con la buccia intera vuol dire “marito ricco”, con mezza buccia ‘benestante’, senza ‘povero in canna’.
Infine, per sognare il volto del futuro amore, mettere un rametto di Alloro sotto il cuscino.
I Berberi del Nord Africa festeggiano in concomitanza del 24 giugno, accendendo dei fuochi che facciano fumo denso per propiziare il raccolto dei campi e per guarire chi vi passa in mezzo.
In Germania, una grossa ruota infuocata viene fatta rotolare fino a valle, dove passa il fiume: se la ruota arriva accesa nell’acqua, il segno è favorevole; in caso contrario è cattivo auspicio.
In Spagna, a Pamplona, si raccolgono erbe aromatiche da bruciare agli incroci per scongiurare tempeste e fulmini.
Inoltre, chi salta il fuoco dei falò è sicuro di non dover soffrire il mal di reni per tutto l’anno .
In questa notte magica, i contadini saggi usavano interpretare le lucciole. A seconda della luminosa danza degli insetti, si indovinava l’andamento dell’anno agricolo, affidandosi alla cabala della natura. Se le lucciole volavano rasentando i fossi, si sarebbe trattato di un’estate torrida con poca acqua; in caso contrario, se volavano verso l’alto, l’estate sarebbe stata fresca e piovosa.
Ed ora passiamo a qualche simpatico rito.
CARDO MAGICO DI SAN GIOVANNI
Per avere indicazioni sul futuro amore, prendere due cardi grossi, bruciacchiandogli la testa.
Metterli in un recipiente d’acqua, un cardo con la testa rivolta all’interno e l’altro con la testa rivolta all’esterno, lasciandoli sul davanzale tutta la notte.
Se la mattina dopo, uno dei cardi sarà fiorito, ci si sposerà entro l’anno.
Se è fiorito il Cardo interno, l’uomo sarà della propria città; se si tratta del Cardo esterno, sarà un uomo che viene da lontano.
-FARE INNAMORARE LA PERSONA AMATA
La sera, attorno alle ore 23, mettersi nel proprio balcone, giardino o spazio aperto in cui nessuno possa disturbare e stendere un panno rosso su un tavolo o per terra.
Disporre due candele (una rossa e una verde, utilizzate per i riti d’amore) indistintamente una destra e l’altra a sinistra. Al centro delle candele porre un foglietto bianco in cui scrivere il nome e data di nascita della persona in questione. Accendere le candele e concentrarsi sulla persona che si ama, fissando le fiammelle almeno per 5 minuti.
Dopodiché lasciare che le candele brucino almeno per un paio di ore (almeno finche sia scoccata la mezzanotte e inizi il giorno 24 giugno, San Giovanni) o lasciarle consumare fino alla fine.
Una volta finito il rito disporre i mozziconi delle candele ed il foglio dentro il panno rosso e seppellirlo sotto un albero giovane.
I pensieri del proprio amato saranno rivolti a voi.
-RITO PER ATTIRARE L’AMORE
Se si è soli da troppo tempo e si vorrebbe incontrare chi faccia battere il proprio cuore. Alla mezzanotte della vigilia di san Giovanni, dopo aver acceso una candela rosa, fissarla per alcuni minuti liberando la mente da qualsiasi pensiero. Prendere un petalo di rosa, avvolgerlo intorno alla ciocca (tagliata) dei propri capelli e legarlo con il nastrino rosa, chiedendo l’aiuto e la benedizione di San Giovanni. Ripetere altre due volte con due altri petali, legandoli ogni volta intorno alla ciocca di capelli. Preparato così il talismano, infilarlo in un sacchetto di seta rossa e tenerlo sempre con sè, in tasca o nella borsa. Dopo aver ottenuto ciò che si desidera, riportando di nuovo l’amore nella propria vita, ricordarsi di gettare il sacchettino in un corso d’acqua.