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LUNA PIENA 28 MARZO 2021 ORE 20:50
Questa Luna Piena si verifica dopo l’Equinozio di Primavera, quindi è la Luna Piena di Pasqua.
Ma ci sono altri nomi che la identificano, per esempio Luna del Corvo, Luna della Semina, Luna del Seme, Luna dei Venti, Luna dell’Aratro, Luna del Rinnovamento. Luna di Pasqua, Luna del Vigore.
I nativi americani amavano identificarla come Luna del Verme,
“Worm Moon” , in quanto i lombrichi compaiono quando il terreno si riscalda in primavera.
Questo invita i pettirossi e altri uccelli a nutrirsi, vero segno di primavera!
Una spiegazione alternativa per questo nome viene dal capitano Jonathan Carver, un esploratore del XVIII secolo, che scrisse che questo nome della Luna si riferisce a un diverso tipo di “verme”, precisamente alle larve di coleottero, che iniziano a emergere dalla corteccia degli alberi, nella quale si sono nascosti durante il periodo invernale, al disgelo.
Altri nomi molto utilizzati erano anche “Sugar Moon” (Luna di Zucchero), in quanto è il periodo dell’anno in cui la linfa degli Aceri (leggi articolo sull’Acero) da zucchero inizia a fluire.
“Wind Strong Moon” (Luna del Vento Forte) , per le forti giornate ventose che vengono in questo periodo dell’anno, ed anche “Sore Eyes Moon” (Luna degli Occhi abbagliati), evidenziando i raggi accecanti del sole, che si riflettono sulla neve che si scioglie a fine inverno.
Questa Luna Piena di Marzo sarà nella costellazione della Vergine e apparirà più grande del solito, perché molto vicina al Perigeo (punto più vicino alla Terra nell’orbita descritta dalla Luna), non coincidendo con esso, non potrà chiamarsi Superluna.
Il 30 marzo Mercurio e Nettuno si avvicineranno l’un l’altro, con Mercurio che passerà entro un grado e mezzo da Nettuno.
Però solo Mercurio sarà visibile ad occhio nudo; Nettuno richiede almeno un piccolo telescopio, ma sarà meraviglioso poterli osservare insieme.
La Luna Piena di Marzo parla del delicato equilibrio tra Yin e Yang; l’equilibrio sacro del femminile divino e del maschile sacro.
Essa fa luce su emozioni profonde ed energie residue, che potrebbero essere potenzialmente innescate, specialmente quando si tratta di cose che ti fanno sentire vulnerabile.
Tuttavia, è qui che risiede il tuo potere, in quanto è il mese con il Sole in Ariete, che ti aiuta a trovare la volontà e il coraggio di superare qualunque cosa ti abbia bloccato.
Non commettere errori, c’è molto lavoro da fare nelle settimane successive a questa Lunazione.
Qualcosa che è stato sepolto nel profondo della tua mente inconscia, riguardante le relazioni, la passione e l’amor proprio, dovrà essere revisionato, ed è probabile che tu abbia già iniziato a farlo.
Non scoraggiarti se ti sembrerà un po’ faticoso, rifletti e considera quanto segue: su che tipo di fondamenta sono state costruite le tue relazioni?
Questa Luna Piena di Marzo è anche in un aspetto favorevole a Saturno.
Ciò significa che è utile per trovare un partner serio a lungo termine e per fidanzarsi o sposarsi.
Ed è anche particolarmente utile per le questioni finanziarie.
Ora vediamo segno per segno.
ARIETE: Concentrati sulla tua vita amorosa e assicurati di trovare un sano equilibrio tra te e le esigenze del tuo partner. Cerca di ascoltare più che parlare, poiché ora hai la possibilità di capire le cose da un punto di vista diverso. Non farti prendere così tanto dal lavoro e dalla tua routine quotidiana, da dimenticare di prestare attenzione al tuo partner. Anche se sei impegnato, puoi programmare del tempo nella tua giornata, per messaggi dolci o una chiamata veloce.
Se invece sei single, questo è un momento importante, per capire le dinamiche all’interno delle relazioni passate e stroncare eventuali problemi sul nascere con quelle nuove.
Per quanto riguarda il lavoro, è ora di mettere in atto una nuova intenzione quotidiana e cambiare la tua vecchia routine. Sotto questa Luna Piena, ti senti pronto a conquistare i tuoi obiettivi.
Per il relax, non tralasciare le amicizie sotto la luce della Luna Piena, seppur virtuali per il momento, o partecipa a lezioni di hot yoga online dopo il lavoro, per immergerti nelle vibrazioni lunari.
TORO: Questa Luna Piena punta i riflettori sulla tua routine. Ti inviata a trovare un equilibrio tra il lavoro e il tempo libero, o tra i tuoi impegni e la tua libertà. Ora è il momento di valutare, se le tue abitudini quotidiane supportano il tuo benessere generale e apportare le modifiche necessarie. Prendersi cura di sé, significa assicurarsi che tutte le proprie esigenze vengano soddisfatte. E’ difficile per te comprendere ciò che sta accadendo nella tua vita sentimentale, sotto questa Lunazione. C’è incertezza se proseguire una relazione o abbandonarla, se gettarsi in una nuova conoscenza o attendere.
Nella tua vita professionale, devi cercare attivamente di farti spazio, per esplorare le aree della tua espressione e dei talenti naturali, che di solito trascuri. Continua così: ora è un ottimo momento per manifestare la visione creativa dei tuoi sogni.
Per il relax, affina la tua creatività e stimola i tuoi amici, riunendoti con loro virtualmente per fare qualcosa di divertente. Questa Luna Piena ti aiuterà a trovare la modalità per farlo.
GEMELLI: Con questa Lunazione primaverile, sboccia anche la tua vita amorosa. Se stai cercando di portare un po’ di romanticismo in più nella tua relazione attuale, o stai cercandone una nuova, ora è un ottimo momento per pianificare una serata divertente. La Luna Piena illumina la tua giocosità e creatività, fa volare scintille e mette il cuore nei tuoi occhi. Una svolta amorosa importante, con un appuntamento notturno, è sicuramente in programma sotto l’energia di questa Luna Piena di Marzo.
Non lasciarti prendere dalla trappola della routine al lavoro. Un cambio di rotta potrebbe aggiungere un elemento completamente nuovo alla tua vita professionale, in quanto le tue opinioni personali stanno cambiando. Sii aperto a nuove intuizioni, mentre lasci andare quelle vecchie.
Per il relax, il tuo Io di solito loquace si sente probabilmente più introverso sotto questa Lunazione, e dovresti pensare alla comodità della tua stessa casa. Rinuncia a qualsiasi piano sociale importante e dai la priorità alla cura di te stesso.
CANCRO: Negli ultimi tempi c’è stata molta enfasi sulla tua vita lavorativa, ma questa Lunazione ti chiede di rallentare, in modo da poter ristabilire l’equilibrio nella tua vita emotiva. Trascorri del tempo a casa, facendo cose che nutrono la tua anima, come rilassarti e riconnetterti con i tuoi cari, o guardare film romantici piacevoli. Onora i tuoi sentimenti e sii gentile anche con te stesso. Potresti essere teso, quando si tratta di romanticismo, semplicemente perché la Luna Piena sta amplificando l’intensità di tutti i tuoi sentimenti in questo momento. Sii aperto e non aver paura di chiarire tutto ciò che ti rende incerto con il tuo partner.
Se senti il bisogno di spegnere il tuo telefono, fallo. Prenditi un po’ di tempo lontano dal lavoro sotto questa Luna Piena di Marzo, poiché probabilmente ti senti sovraccaricato e stressato.
Per quanto riguarda le amicizie, stai attento ai pettegolezzi, che potrebbero infastidirti. Prima di reagire, comunque, assicurati di ascoltare i fatti, per evitare rotture precipitose. Non saltare alle conclusioni, finché non sei veramente sicuro di qualcosa.
LEONE: Questa è una Luna Piena impegnata e sociale per te e farai connessioni divertenti ovunque ti giri. Potresti avere però problemi nelle tue relazioni. Tuttavia, con così tante interazioni che potresti avere, sarà facile alimentare involontariamente i pettegolezzi o i fraintendimenti, quindi fai attenzione a non lasciarti trasportare. Stai lavorando per capire esattamente cosa vorresti avere in un partner, perchè possa aggiungere valore alla tua vita. Non pensarci troppo, in questo momento segui solo ciò che ti fa sentire bene e il resto andrà a posto.
Per quanto riguarda il lavoro, prendere il controllo delle tue finanze ti aiuterà ad acquisire fiducia, e ti permetterà di trovare un senso di valore per il tuo duro lavoro. Prenderti carico della tua vita professionale e del tuo conto in banca è esattamente ciò di cui hai bisogno per sentirti forte in questo momento.
Per il relax, usa le tue brillanti idee per trovare un modo di restare in contatto con gli amici, riuscendo a creare simpatiche e divertenti situazioni. Questa Luna Piena di Marzo ti aiuterà.
VERGINE: Questa Luna Piena accende i riflettori sulla tua situazione finanziaria e ti ispira a bilanciare il tuo conto bancario, risparmiando o spendendo. Se di recente hai fatto acquisti, potrebbe essere il momento di rallentarti e diventare frugale. Ma se sei stato saggio con il tuo denaro, forse questo è un segno cosmico, che è ora di concedersi qualcosa di gratificante. Ama la vita, mettiti al primo posto quando si tratta di romanticismo e non aver paura di parlare delle tue esigenze, parlando chiaramente con il partner.
Per quanto riguarda la carriera, stanno accadendo grandi cose e tutto il lavoro che hai svolto, sta per valerne la pena. Qualcosa di significativo si sta realizzando in questo periodo, ed è molto probabilmente un progetto creativo che ti sta a cuore.
Per quanto riguarda le soddisfazioni, sotto questa Lunazione potresti diventare popolare. Potresti non essere abituato a ricevere così tanta attenzione, ma con la tua posizione attuale dei pianeti, non solo dovrai abituarti, dovresti approfittarne.
BILANCIA: Negli ultimi tempi, nella tua vita ti sei concentrato molto sulle relazioni, ma ora è il momento di dare la priorità a te stesso. Trova la tua luce e rimani fedele ad essa, perché se non puoi essere il tuo Sé autentico, non puoi presentarti realmente agli altri. E’ difficile sapere cosa vuoi veramente, quando la tua energia non è al top. Annulla eventuali impegni importanti e trascorri qualche giorno a recuperare le energie, prima di provare a dare il massimo di te stesso, soprattutto al prossimo.
Non esaurirti al lavoro, anche se hai delle scadenze da rispettare, perché potresti sacrificare troppo le tue energie e risentirne.La cura di te è ora molto importante, ti aiuterà a rilassarti e distenderti durante questa Lunazione, per ricaricare le batterie.
Infatti, l’energia curativa di questa Luna in Vergine ti sta chiedendo di prenderti cura di te stesso, quindi chiama una persona che ti conosce dentro e fuori, di cui ti fidi, e confidati, lasciati andare. Scaricare il tuo stress con qualcuno di cui ti fidi, ti aiuterà ad allentare le tensioni che ti stanno schiacciando.
SCORPIONE: Questa Lunazione ti chiede di fare una pausa dal lavoro, dando al tuo corpo e alla tua mente il tempo necessario per riposare. Se stai cercando di manifestare le tue intenzioni in amore, lavoro o obiettivi personali, può essere utile entrare in contatto con il tuo lato spirituale. Prova a eseguire un rituale di Luna Piena, o una meditazione. La Luna di Marzo ti fa sentire sentimentale, quindi non aver paura di diventare vulnerabile in questa prospettiva amorosa. L’apertura emotiva è la chiave.
Nel lavoro, i tuoi colleghi saranno una solida fonte di ispirazione creativa per te, quindi vedi di inserire anche le tue idee in un ambiente collaborativo. In questo momento, riunioni con i colleghi, decisionali o propositive, saranno di buon auspicio per te.
In questo periodo, qualche amicizia potrebbe essere per te fonte di frustrazione. Prova a dire la tua verità, visto che sei in grado di vedere chiaramente i problemi e dissolvere i drammi. Usa questa tua capacità con saggezza.
SAGITTARIO: Sotto questa Luna Piena, probabilmente ti ritroverai ad analizzare le dinamiche all’interno di qualsiasi gruppo di cui fai parte, che si tratti del tuo gruppo di amici, dei tuoi colleghi al lavoro o della tua comunità più ampia. Sarai in grado di individuare facilmente problemi e punti deboli, quindi usa la tua consapevolezza, per fare il mediatore e appianare eventuali problemi. In questa Lunazione sarai al centro dell’attenzione, cosa che a te piace molto. Pertanto, cerca di assicurarti che sia per tutte le ragioni giuste, e resisti alla tentazione di iniziare una storia d’amore per divertimento.
La Luna Piena di Marzo fa ben sperare per la tua vita professionale e presto potrebbero emergere importanti realizzazioni o opportunità. Se stai cercando un nuovo lavoro, questo potrebbe caderti in grembo.
Nelle amicizie, la fiducia è un bene, ma la sfrontatezza non lo è. Se questa settimana le personalità si scontreranno all’interno del tuo gruppo di amici, non farti coinvolgere. Agisci con integrità in qualunque situazione ti troverai, non te ne pentirai.
CAPRICORNO: In questo periodo, sei stato toccato profondamente nei tuoi sentimenti, ma la Luna Piena di Marzo sposterà la tua attenzione sulla tua vita professionale e ti aiuterà a migliorare la tua posizione. Usa le tue abilità con le persone, per fare una buona impressione sui tuoi capi e formare alleanze con i tuoi colleghi. La tua presenza è potente e i tuoi talenti saranno visibili a tutti. Potrebbe essere facile discutere troppo, perché senti che qualcuno sembra critico nei tuoi confronti, quindi cerca di non prendere le cose sul personale, soprattutto quando si tratta di amore.
In definitiva, una volta che questa energia in eccesso si spegnerà, potresti scoprire che le tue idee non sono poi così diverse da quelle degli altri, soprattutto se hai la possibilità di discuterne.
Questi giorni potrebbero trasformarsi in un sovraccarico di comunicazioni per te.
Sarai molto impegnato e molto richiesto da chi ti circonda, ma non esagerare nell’accettare tutte le proposte, riempiendo troppo il tuo calendario sociale.
ACQUARIO: Un programma costantemente fitto rende difficile trovare il tempo per intraprendere nuove attività. Ma questa Lunazione ti ispirerà ad occuparti principalmente delle tue aspirazioni, a diventare spontaneo e trasformare la vita in un’avventura. I tuoi sogni su larga scala hanno un valore, anche se spesso sembra che tu sia restio nel volerli realizzare. Fai in modo che succeda.
Nella vita sentimentale, ultimamente stai elaborando alcuni sentimenti profondi e intensi, quindi se qualcuno vuole avvicinarsi a te, è meglio che sia pronto a farsi avanti e diventare concreto.
Nella professione, non lasciare che il tuo capo o chiunque altro al lavoro ti calpesti. Definisci i confini di ciò che ti possono dire e di ciò che ti possono ordinare. Sarai in grado di creare limiti e mantenere la tua posizione.
Per il relax, riunisciti con il tuo gruppo di amici, naturalmente in maniera virtuale, con questa Lunazione, perché ora è il momento rilassarti, impostare alcune intenzioni e inviare la tua potente magia creativa nell’etere. Tutto è possibile!
PESCI: Con questa Luna Piena, è facile che le linee diventino sfocate all’interno delle tue collaborazioni, sia a causa della tua vita personale, che sta soffrendo a causa di responsabilità lavorative, o dei tuoi sentimenti che si intrecciano troppo in quella di qualcun altro. Ora hai la possibilità di fare un passo indietro e stabilire alcuni limiti, che proteggeranno la tua vulnerabilità e renderanno le tue relazioni più forti. Dì la tua verità. Per te, questa energia lunare è un po’ troppo stressante, se non cercherai di essere più forte. Mantieni la mente lucida e non lasciarti sopraffare dalle emozioni e dai problemi che potrebbero emergere ora.
Nel lavoro, potrebbe essere necessario che accadano delle discussioni, perché così le questioni chiave potrebbero venire al punto, invece di procrastinarle.
Sii disposto a negoziare e difendi te stesso, se ci sono problemi che devono essere risolti tra te e il tuo capo, o i tuoi colleghi.
Per il resto, l’energia della Luna in Vergine è fondamentale per natura, quindi se ti accorgi di essere pignolo o duro con i tuoi amici sotto questa Lunazione, controlla te stesso. Però, invece di essere troppo critico nei confronti di te stesso e degli altri, cerca di mantenere una mente aperta, perché di conseguenza una relazione potrebbe deteriorarsi.
In generale, la Luna del Verme di Marzo in Vergine invita a dissodare il proprio giardino spirituale ed a migliorare la propria vita.
RITUALI PROPIZIATORI: indossare abiti verdi.
Decorare casa con fiori di campo e piante primaverili.
Usare candele verdi ed incenso di Luna Piena o essenze floreali. Banchettare con latte, pane condito ai semi di papavero e sesamo. Sotterrare del miele, un cristallo o una monetina.
PIANTE: ginestra, gialappa, lapazio giallo, betonica, muschio irlandese.
COLORI: verde chiaro, rosso violaceo.
FIORI: giunchiglia, narciso selvatico, violetta.
PROFUMI: caprifoglio, fiore di melo.
PIETRE: acquamarina, eliotropio.
ALBERI: ontano, corniolo.
ANIMALI: puma, porcospino.
Ricorda: Gli effetti della Luna Piena del 28 marzo durano due settimane, fino alla luna nuova dell’12 Aprile.
L’Acero è un genere di piante che comprende circa 200 specie, originarie dell’Europa, Asia e nord America.
Il nome deriva dal latino “appuntito”, usato per primo da Joseph Pitton de Tournefot (botanico francese del XVII secolo), in riferimento all’estremità appuntita delle foglie tipiche della famiglia.
Hanno caratteristiche foglie lobate, palmate e frutti “alati” chiamati samare.
Esse, simili ad elicotteri, cadono ad una certa distanza dall’albero madre, per la propagazione.
In autunno le foglie dell’ Acer palmatum diventano rosso sangue, dopo essere trascolorate dal giallo all’arancio.
Il vermiglio fece attribuire a questo albero un carattere funesto, sicchè fu dedicato a Fobos, il dio della paura figlio di Ares, di cui era l’accolito nelle battaglie col fratello Deimos, il panico.
Per questo motivo i Greci, come d’altronde i Romani, all’Acero preferivano come pianta ornamentale il platano, le cui foglie non assumevano quel colore funesto.
Questa caratteristica negativa fa sì che l’Acero non sia molto citato negli antichi libri.
Nel folklore europeo divenne, invece, un albero prezioso per allontanare i pipistrelli che, secondo una convinzione infondata, succhiavano il sangue ai bambini.
In alcune regioni della Francia e della Germania si dice, che le cicogne usassero mettere dei piccoli rami di Acero nei nidi, per tenere lontano i pipistrelli, ritenuti colpevoli di danneggiare le uova.
Un bell’esempio di come un elemento naturale, ritenuto “negativo” (Acero), fosse utile per bilanciare un altro elemento, il pipistrello, anch’esso ritenuto funesto.
Una fiaba ungherese narra, che sul terreno, dove una principessa era stata sepolta dal suo assassino, nacque un Acero che servì ad un pastore per fabbricare un flauto parlante, che denunciò il colpevole.
La favola spiega come il legno degli Aceri sia adatto alla fabbricazione di strumenti musicali.
Fu Antonio Stradivari, liutaio (1644-1737), il primo ad utilizzare per la prima volta un ponte d’Acero per sostenere le corde.
La qualità dei suoi strumenti dipendeva, oltre che dalla tecnica di stagionatura , anche dalla composizione delle vernici.
Si racconta, che Leonardo Da Vinci abbia ideato le ali rotanti e portanti, osservando la caduta delle samare di un Acer campestre.
Inoltre, si dice che Igor Sikorsky (ingegnere e imprenditore statunitense d’origine ucraina, pioniere dell’aviazione) abbia inventato l’elicottero, osservando cadere un seme di Acero.
Nel comune di Lizzano Belvedere (Bologna), c’è la frazione “Madonna dell’Acero“: in questo luogo esiste un antico Santuario, costruito nel
1500 sul posto, secondo la leggenda, dove la Madonna apparve su un Acero, salvando due pastorelli da una bufera e ridonando a uno di loro l’uso della parola.
Secondo la tradizione degli antichi Druidi, indovini e sacerdoti, ogni persona è protetta da un albero particolare e perciò, secondo l’Oroscopo celtico, i nati dal 14 al 23 ottobre e dall’ 11 al 20 aprile sono protetti dall’Acero.
La foglia dell’Acero saccarino (Acer saccharinum) è inserito nella bandiera del Canada: segno della sua enorme importanza in questo Paese, dove fitte foreste di questo albero producono il caratteristico “succo d’Acero“.
Lo sciroppo d’Acero veniva prodotto dai nativi americani molto prima che i coloni europei arrivassero in America.
Esistono numerose storie per spiegare da dove proviene la pratica.
Una storia dice che, quando il Creatore creò per la prima volta il Mondo, il succo scorreva sempre dagli Aceri.
Un giorno, Glooskap si avvicinò e vide che tutti gli abitanti del villaggio giacevano sotto gli alberi, lasciando che il succo gli andasse in bocca e tutto il lavoro era stato interrotto, cosicché i campi erano ricoperti di vegetazione.
Così egli bloccò la linfa e disse alle persone che, se avessero voluto qualcosa di più squisito, avrebbero dovuto lavorare, e mostrò loro come trasformare la linfa che cola in uno sciroppo dolce e denso.
Un’altra storia dice che lo scoiattolo rosso mostrò per la prima volta a un cacciatore, come ottenere una linfa dolce dall’Acero.
Gli piaceva mordere i rami per far fuoriuscire la linfa e, quando si asciugava in una crosta di zucchero, tornava a leccarla allegramente.
Gli Aceri sono ottimi bonsai.
Il legno di Acero da zucchero e Acero di monte è particolarmente apprezzato, per la realizzazione di mobili e pavimenti.
L’Acero è un prezioso ospite per molte specie di falene e farfalle, attirandone un cospicuo numero per abbellire i giardini.
In Esoterismo, è eccellente per costruire bacchette magiche, utili per la guarigione spirituale.
L’Acero è utile nella magia lunare e negli incantesimi relativi al viaggio, all’apprendimento e al processo decisionale, specialmente in questioni relative a provocare o affrontare il cambiamento.
Lo sciroppo d’Acero può essere usato nella “Cucina Magica”, per incantesimi d’amore e guarigione spirituale, cioè calmare la psiche.
I significati dell’Acero includono equilibrio, promessa e praticità.
L’Acero è visto come un albero felice, seducente, che riunisce misticamente tutti coloro che si radunano sotto i suoi rami protettivi.
Anticamente, si trasportava un bambino piccolo tra i rami di un albero di Acero, come augurio di buona salute e una lunga vita.
Si dice anche, che l’Acero porti successo e abbondanza per tutta la vita.
L’Acero migliora le attività intellettuali, l’acquisizione di conoscenza e la comunicazione.
Gli incantesimi riguardanti arte, bellezza e abbondanza utilizzano il suo legno.
Gli zingari credono che l’Acero porti l’oro e che mangiare i suoi semi attiri l’amore.
La magia dell’Acero rivela le opzioni, anche quelle nascoste ma in bella vista, che ti aspettano.
Ti consente di fare scelte giuste, piuttosto che fare affidamento sulla fortuna cieca.
È anche un meraviglioso legno per la divinazione, e quindi bisognerebbe utilizzare pendolini di Acero.
PIANETA: LUNA-GIOVE
ELEMENTO: ACQUA
SEGNO ZODIACALE: BILANCIA-VERGINE
ANIMALE SACRO: GUFO
La Rede (dal germanico “erd” = consigliare) è un canto, in cui sono raccolti i principi sui quali è fondata la religione Wicca.
Vi sono molteplici interpretazioni della Rede, alcune molto poetiche ed altre meno; questo fa capire che non è un “comandamento”, ma appunto un consiglio etico.
La Rede è riportata all’interno della tradizione stregonesca da Gerald Gardner, il quale affermava che le streghe erano inclini a seguire la morale, secondo il leggendario Re Pausole (personaggio di Pierre Louys, un poeta romantico francese, frequentatore di circoli parnassiani e simbolisti, conosciuto per aver “espresso la sensualità pagana con perfezione stilistica):
“Fai quello che ti piace purché non danneggi nessuno”.
Questo consiglio fu scritto in un distico in rima, chiamato appunto Rede Wicca.
All’interno della Rede si trovano regole di vita e di comportamento che ogni Wiccan deve rispettare, ma anche consigli e nozioni d’occulto.
Essa dà consigli su come dovrebbe essere praticata la Magia, conoscendo, per esempio, le Fasi lunari e tutto ciò che riguarda le quattro direzioni e le loro corrispondenze; suggerisce di studiare le proprietà delle erbe, ma anche delle pietre.
Inoltre, parla della Ruota dell’Anno, dando per scontato che si conoscano le feste Wicca ed il modo di celebrarle.
Tutto il canto è basato e riassunto nell’ultimo verso, nel quale si coglie il vero fondamento di questo culto pacifico (“Se non fai del male, fa ciò che vuoi“).
Qui di seguito trascrivo una poetica interpretazione della Rede, tratto dall’originale di Lady Gwen Thompson, pubblicato per la prima volta su Green Egg magazine, Ostara 1975:
“Osservare la Rede noi dobbiamo,
Con tutto l’Amore e Fiducia che abbiamo.
Vivi e poi vivere sappi lasciare,
onesto nel prendere e giusto nel dare.
Devi tre volte il cerchio segnare,
Perché i maligni tu possa cacciare.
Incatena la formula, incatenala bene,
Esprimila in rima come conviene.
Dolce lo sguardo e tocco leggero,
Ascolta molto e parla sincero.
Quando la Luna va in crescendo,
Runa di Streghe devi andar ripetendo.
Quando invece la Luna è Calante,
ascolta l’ululato angosciante.
Quando la Luna nel cielo non vedrai,
la mano alla Madre due volte baciar dovrai.
E quando Piena la Luna rimane,
le attese del cuore non saran vane.
Attento quando dal Nord la forte tempesta viene:
chiudi le porte e molle le vele.
Quando il vento dall’Est comincia a soffiare,
ci son novità e feste da fare.
Quando il vento del Sud sta per arrivare,
l’amor sulle labbra ti vuole baciare.
Quando dall’Ovest il vento sussurrerà,
ogni cuore pace e riposo troverà.
Nove legni nel calderone devono andare,
veloci nell’accendere, lenti nel bruciare.
Sia il sambuco l’albero della Signora,
la sua cenere maledizioni sprigiona.
Quando la Ruota inizia a girare,
lascia i fuochi di Beltain bruciare.
Quando la ruota a Yule è arrivata,
accendi il ceppo, la testa del Cornuto va incoronata.
Bada tu al fiore, al cespuglio e al boschetto,
e dalla Signora sarai benedetto.
E dove l’acqua si va ad increspare,
getta una pietra e la verità traspare.
Quando un vero bisogno tu avrai,
l’avidità altrui ignorerai.
Con degli sciocchi il tuo tempo è sprecato,
e come loro sarai giudicato.
In gioia l’addio, in gioia l’incontro,
cuore caldo e sorriso sul volto.
Ricorda la Legge del Triplo: è fatale,
ritorna tre volte sia il bene che il male.
Se la sfortuna è alle porte,
segna una stella blu sulla fronte.
E che tu sia leale in amore,
o anche il tuo amante sarà ingannatore.
Son otto parole la rede per noi:
Se male non fai, fa’ ciò che vuoi”.
Ricapitolando, la Wicca non punisce chi non segue la Rede alla perfezione, in quanto si tratta soltanto di linee guida.
La Wicca, però, ribadisce che gli Dèi puniranno coloro che praticheranno il male per un proprio tornaconto (magia nera, costrizioni sentimentali, ecc.).
E’ bene sapere, che il principio “fai come vuoi e non danneggiare nessuno” può essere trovato negli scritti di molti antichi saggi e nella maggior parte delle sacre scritture.
Uno dei più simili risale a circa 1600 anni fa, di Sant’Agostino d’Ippona:
“Ama e fai quello che vuoi“
Questo è il concetto di essere “al di là del bene e del male”, dove le regole della moralità sono ridondanti.
Una volta raggiunto un certo livello di consapevolezza, un certo livello di amore, non desideri fare alcun male.
Quindi sei libero di fare tutto ciò che desideri.
Indipendentemente dalle sue origini, la Rede Wicca esprime una filosofia, che fa appello ai cuori delle streghe moderne ed è diventata il nucleo della spiritualità Wicca.
Forse ha qualcosa a che fare con l’essere un gruppo di sorellanza, ma dopotutto, questo principio è costantemente promosso dalle madri di tutto il mondo. . .
I principi, per chi volesse rispettare questo “modus vivendi”, non sono difficili da attuare, se si possiedono cuore, consapevolezza e testa:
♦La non-violenza, nella sua forma più completa, significa astenersi dal causare alcun danno o dolore a qualsiasi creatura, con pensieri, parole o azioni. Ciò rende chiaro, che qualsiasi pensiero o azione negativa nei confronti di un altro è dannoso: chiamare per nome, desiderare il male, gettare i propri averi, ecc. Inoltre, quando l’inazione arreca danno agli altri, hai la responsabilità di agire per prevenire il danno.
♦Rispetta e ama te stesso, altrimenti non puoi rispettare e amare gli altri. “Danneggiare nessuno” deve iniziare con te stesso. Fai le cose che ti fanno bene. Evita le cose che ti fanno male.
♦Rispetta tutti gli esseri come divini. Quando ricordi che tutti gli esseri sono manifestazioni del Divino, come te, ti rendi conto che tutti possiedono uguale valore. E non puoi evitare la verità che tu e loro non siete affatto esseri separati. Quindi danneggiare qualcuno, sta danneggiando te stesso.
♦Pensa alle conseguenze delle tue azioni / parole / pensieri e non solo farai scelte migliori, ma uscirai dalle reazioni pre-programmate e dai comportamenti meccanici.
♦Praticamente, ogni azione danneggia qualche essere, anche se semplici microbi. Conducendo una vita spirituale, offrendo tutto ciò che fai al servizio del Divino, non danneggerai te stesso o il resto del Mondo.
♦Vivi la vita in profondità. Tutto ciò ti porta a guardare in profondità nella vita, piuttosto che sfiorare la superficie.
♦Nella Wicca, non hai solo il diritto di scegliere per te stesso e di agire, ma anche la responsabilità di farlo. Sei venuto qui con una missione di vita e nessun altro può farlo per te. Seguire il percorso di qualcun altro, significa che stai fallendo la tua promessa al Divino.
♦L’unica autorità superiore nella Wicca è il tuo cuore e il Divino di cui parla. Nessun altro può dire cosa è giusto per te. Perché nessun altro sa cosa sei qui per fare.
♦Impara ad ascoltare perché, se ascolti il tuo cuore, manterrai una connessione aperta con il Divino, essenza di ogni esercizio spirituale.
♦Conosci te stesso, è necessario che tu conosca il tuo cuore e la tua mente. Altrimenti come potresti determinare cosa “vuoi”? E conoscere te stesso, è il percorso di tutta la spiritualità.
♦Quando si capiscono le ragioni dietro le regole, e si è d’accordo, non è necessario che i giudici le facciano rispettare. La spiritualità della Wicca richiede che tu determini i tuoi ideali e ti aiuta a mantenerli.
♦Man mano che la tua coscienza si eleva, il tuo amore e la tua consapevolezza si espandono naturalmente. Non ti piacerà più fare cose dannose. Le leggi diventeranno superflue, perché cercherai volontariamente di non nuocere a nessuno.
♦Infine, ricorda che “Tutti gli atti di amore e piacere sono i tuoi rituali”. Siamo nati su questo incredibile pianeta per assaporarlo, oltre che per servire il Divino. Quindi, se ti fa sentire bene e non fa male a nessuno, allora fallo!
“Gioca bene. Non ferire gli altri”
Fiore di carta rigida, dentato
petali di fini aghi, che snello
sorgi dal cespo, come un serpe alato
da un capitello;
fiore che ringhi dai diritti scapi
con bocche tue di piccoli ippogrifi;
fior del Poeta! industrïa te d’api
schifa, e tu schifi.
L’ape te sdegna, piccola e regale;
ma spesso io vidi l’ape legnaiola
celare il corpo che riluce, quale
nera viola,
dentro il tuo duro calice, e rapirti
non so che buono, che da te pur viene
come le viti di tra i sassi e i mirti
di tra l’arene.
Lo sa la figlia del pastor, che vuoto
un legno fende e lieta pasce quanto
miele le giova: il tuo nettare ignoto,
fiore d’acanto.
-Giovanni Pascoli-
L’Acanto è un’erba perenne cespugliosa, originaria delle zone mediterranee.
Il nome deriva dal greco “Acanthos” (spina), per le estremità appuntite delle foglie.
Le foglie di Acanto sono tra le piante più comuni utilizzate, come elementi ornamentali nell’architettura e nell’interior design, e gli storici dicono che il primo esempio conosciuto è il Tempio di Apollo Epicurio a Bassae, datato 450-420 a.C.
Ci sono diverse specie di piante d’Acanto presenti in tutta la regione mediterranea.
Le due varietà più comuni, trovate nell’architettura antica sono “Acanthus spinosus” e “Acanthus mollis”.
Foglie d’Acanto in pietra scolpita, legno e metallo si trovano in tutta l’antica Grecia, in particolare nelle colonne e nei fregi corinzi.
I Romani adottarono il motivo e lo utilizzarono ampiamente su quasi tutti gli edifici pubblici e privati importanti.
Lo scrittore romano Vitruvio (75 a.C. al 15 a.C.) racconta una storia sull’origine delle foglie di Acanto come modello, affermando che l’architetto e scultore greco Callimaco si era commosso alla vista di un cesto, che era stato lasciato sulla tomba di una giovane ragazza corinzia dalla sua nutrice.
Secondo la leggenda, il cestino conteneva gli oggetti più amati dalla fanciulla e, sopra il cestino, era stata posta una pietra, per proteggerli dalle intemperie.
In primavera, l’architetto Callimaco passò da quelle parti e notò che la pietra era sollevata da un cespuglio armonioso di foglie d’Acanto, che era cresciuto mescolando le sue foglie con l’intreccio del paniere, come ad indicare l’immortalità della fanciulla.
Sembra che la visione ispirò a Callimaco l’idea del capitello corinzio.
Le foglie d’Acanto furono anche adottate dalla primitiva architettura cristiana e poi medievale, per simboleggiare la Resurrezione.
Talvolta dalle foglie fuoriuscivano teste umane, quasi a rappresentare la rinascita alla vita eterna ed è proprio questo particolare a legarle alla leggenda greca.
L’Acanto era considerato simbolo di verginità, in quanto pianta spontanea, che cresce in terra non coltivata.
Raffigurazioni delle sue foglie adornavano le vesti delle personalità più importanti.
Il Rinascimento vide una vera e propria esplosione di foglie di Acanto, con il motivo che si manifestava in architettura, scultura, pittura, arazzi, mobili e tessuti.
Appariva anche in gioielli, cammei, carta da parati, bordure.
Il motivo era anche particolarmente popolare negli appartamenti di corte e negli arredi di Luigi XVI in Francia.
Oggi, la foglia d’Acanto è ampiamente utilizzata in tutto il design della casa in elementi strutturali, comprese modanature e hardware, in componenti decorativi, come mobili, illuminazione, hardware decorativo, tappeti e tappetini, specchi, tessuti per tappezzeria, abbellimenti per finestre e bagni.
La pianta d’Acanto, fin dall’antichità, è stata utilizzata in Cina, India, sud-est asiatico, area mediterranea e Medio Oriente, soprattutto per usi medicinali.
Per esempio, il sale presente nelle sue foglie funge da conservante per il cibo, quindi gli alimenti venivano avvolti e conservati nelle sue grandi foglie.
L’alto contenuto di sale fungeva anche da essiccante, asciuga l’aria circostante.
Quindi, nel sud-est asiatico, le foglie erano utilizzate per conservare il riso, in quanto esse aspiravano l’umidità dall’aria, preservando il riso dalle muffe.
La pianta era utilizzata anche localmente per disturbi della pelle, come la Leismania (malattia parassitaria), infezioni batteriche, fungine e ustioni.
Sempre localmente, era usato come antibiotico naturale, antinfiammatorio, antidolorifico; insomma, era ben noto per aiutare in qualsiasi cosa, dal mal di testa ai reumatismi.
Assunto per via orale, l’Acanto ha la capacità di scovare tossine e veleni.
Per questo motivo, è stato usato per secoli in India e nel sud-est asiatico, come antidoto ai morsi dei vari serpenti velenosi.
La pianta contiene sostanze che purificano il corpo dalle tossine.
Attualmente vengono effettuate molte ricerche su questa pianta, per convalidare il suo uso storico; in particolare, gli scienziati oggi stanno esaminando le sue capacità antiossidanti e antitumorali.
L’Acanto, per tutte le sue qualità, simboleggia l’immortalità, la rinascita, la longevità e la guarigione.
Attraverso il tempo, il motivo della foglia d’Acanto è stato raffigurato perfino sulle tombe, rappresentando l’aldilà e l’immortalità dell’anima.
Pertanto, le sue foglie adornano molti mausolei, lapidi e oggetti funerari.
Anche le celebrazioni e le cerimonie funerarie hanno spesso raffigurata la foglia di Acanto su vari oggetti.
Nella mitologia greca, Acanto era una ninfa amata da Apollo.
Ella non ricambiava l’amore del Dio del Sole che, offeso, tentò di rapirla ricevendo in cambio dei graffi sul volto.
Per questo affronto, Apollo decise di tramutare la ninfa Acanto in una pianta spinosa, adatta all’ombra ma che, per vivere, aveva bisogno comunque del sole.
Molti di noi sono cresciuti con le Sirene nei libri, nei film e persino come giocattoli.
Ci meravigliamo della loro bellezza, di come possano esplorare le meraviglie dell’Oceano e farci sentire magici.
Ma chi sono e da dove vengono le Sirene?
La verità sulle esse è molto più complessa di quanto immaginiamo.
La Sirena, nella mitologia greca, era una creatura ibrida con il corpo di uccello e la testa di donna, a volte con braccia umane, che attirava i marinai con la dolcezza del suo canto.
Infatti, le Sirene avevano belle voci melodiose ed erano suonatrici di lira.
Così meraviglioso era il loro talento musicale, che si diceva che potessero persino calmare i venti.
Tradizionalmente, le Sirene erano figlie del Dio fluviale Acheloo e di una Musa, ma altre fonti affermano che la madre delle Sirene era in realtà una delle Pleiadi, Sterope.
In ogni caso, la maggior parte concorda sul fatto che vivessero su tre piccole isole rocciose, chiamate dai Romani “Sirenum scopuli”.
Si diceva, che la dimora delle Sirene fosse uno spettacolo orribile da vedere: un grande mucchio di ossa giaceva tutt’intorno a loro, con la carne delle vittime ancora in decomposizione.
L’aspetto più famoso delle Sirene nella mitologia classica si trova nell’Odissea di Omero; tuttavia, le ritroviamo anche in altri miti.
Secondo Omero, c’erano due Sirene su un’isola nel mare occidentale tra Aeaea e le rocce di Scilla.
Successivamente divennero tre e vivevano sulla costa occidentale dell’Italia, vicino Napoli.
Nell’Odissea di Omero, l’eroe greco Odisseo (Ulisse), consigliato dalla maga Circe, scampò al pericolo del loro canto, tappando le orecchie del suo equipaggio con la cera, in modo che fossero sordi alle Sirene.
Lo stesso Odisseo voleva ascoltare la loro canzone, ma si legò all’albero maestro della nave, in modo da non andare fuori dalla sua rotta.
Le Sirene erano destinate a morire, se qualcuno fosse sopravvissuto al loro canto, quindi, quando Odisseo le superò illeso, si gettarono in mare e annegarono.
Ovidio, nella sua opera Metamorfosi, ha scritto che le Sirene erano compagne umane di Persefone.
Dopo che fu portata via da Ade, la cercarono ovunque e alla fine pregarono di poter avere le ali, affinchè potessero volare attraverso il mare.
Così, gli Dei ascoltarono la loro preghiera.
In alcune versioni Demetra, madre di Persefone, le trasformò in uccelli per punirle, per non aver sorvegliato sua figlia.
Per quanto incantevole potesse essere il canto delle Sirene per i mortali, sembra che non fosse all’altezza dei musicisti divini.
Gli Argonauti (gruppo di 50 eroi che navigano alla ricerca del “vello d’oro”, comandati da Giasone), ad esempio, non ebbero alcun problema a sfuggire a queste terribili creature, poiché a bordo della nave avevano il famoso Orfeo, un cantore che piegava al suono della sua lira gli animali e tutta la natura.
Nel momento stesso in cui udì le voci delle Sirene, il divino poeta estrasse la sua lira e iniziò a strimpellare una melodia così forte e adorabile, che il canto ammaliante delle creature fu immediatamente soffocato.
A dire il vero, questo canto delle Sirene fu però sufficiente, per attirare un membro dell’equipaggio degli Argonauti particolarmente sensibile, l’ateniese Boutes, il quale saltò fuori bordo e iniziò a nuotare verso di loro.
Fortunatamente, fu salvato da Afrodite la quale, successivamente, lo prese come suo amante e gli diede un figlio, Erice.
Si narra, che le Sirene furono umiliate da Era, che le convinse a sfidare le Muse in una gara di canto.
Naturalmente le Muse vinsero e, come punizione, strapparono le penne alla Sirene, e ne fecero corone per se stesse.
Ma come mai, parlando di Sirene, noi subito pensiamo a creature metà donna e metà pesce?
Infatti, abbiamo visto che, sebbene attirassero i marinai “nel loro prato di stelle”, per i Greci le Sirene non erano divinità marine.
Invece, gli scrittori romani collegavano le Sirene più strettamente al mare, come figlie di Phorcys (Forco).
Egli, nei mosaici romani esistenti, è raffigurato come un Tritone dalla coda di pesce, con zampe anteriori a forma di granchio e pelle rossa e appuntita.
Per quanto riguarda le Sirene, quando veniva dato loro un nome proprio, erano considerate le figlie del Dio fluviale Acheloo, diversamente erano figlie del Dio Phorcys.
A partire dal Medioevo, la tradizione cominciò a immaginare e a raffigurare le Sirene, con l’aspetto di belle fanciulle con la coda di pesce al posto delle gambe.
Però bisogna anche aggiungere, che raffigurazioni di entità con la coda di pesce e la parte superiore del corpo di esseri umani, compaiono già nell’Arte mesopotamica.
L’Assiria era un Impero dell’antico Oriente.
Qui, già dal 25 a C., la Dea Atargatis si trasformò in una Sirena, per la vergogna di aver ucciso accidentalmente il suo amante umano.
Principalmente, era una Dea della fertilità, ma era anche responsabile della protezione e del benessere dei suoi Regni.
In seguito i Greci la chiamarono Derceto ed i Romani la chiamarono Dea Syriae, la Dea assira.
Nella mitologia babilonese, si parla della divinità Era o Oannes, il Dio-pesce, solitamente raffigurato con una testa barbuta, una corona e un corpo umano, che dalla vita in giù ha la forma di un pesce.
La mitologia greca narra storie del Dio Tritone, il messaggero del mare (di cui scriverò in seguito), e diverse religioni moderne, tra cui l’Induismo e Candomblé (leggi articolo) adorano ancora oggi le Dee Sirene.
Il mito delle Sirene si diffuse molto durante il Medioevo, quando esse venivano raffigurate accanto a noti animali acquatici come le balene.
Centinaia di anni fa, marinai e residenti nelle città costiere di tutto il Mondo, raccontavano di aver incontrato le fanciulle del mare.
Una storia risalente al 1600 affermava, che una Sirena era entrata in Olanda attraverso una diga, rimanendone ferita.
Fu portata in un lago vicino e presto guarita.
Alla fine, divenne una cittadina a tutti gli effetti, imparò a parlare olandese, a svolgere le faccende domestiche e si convertì al Cattolicesimo.
Sembra che Cristoforo Colombo, nel 1493, mentre navigava vicino alla Repubblica Dominicana, vide tre Sirene.
L’esploratore avvistò Sirene o un mammifero chiamato “lamantino”?
Infatti, i lamantini, anticamente, sicuramente sono stati scambiati per Sirene, a causa dei loro occhi così simili a quelli umani e le mammelle in sede pettorale.
Proprio per questo, i marinai di un tempo con molta fantasia scambiavano i lamantini dei Caraibi per le mitiche Sirene.
Lo storico Washington Irving spiega “Colombo, disposto a dare un carattere meraviglioso a tutto in questo Nuovo Mondo, aveva identificato come Sirene della storia antica, i lamantini”.
Nella cappella normanna del Castello di Durham, in Inghilterra, costruita intorno al 1078 da scalpellini sassoni, si trova la prima rappresentazione artistica di una Sirena.
Nel folclore britannico, le Sirene sono presagi da parte di creature che predicono disastri.
Una storia narra, che il Lord di Lorntie andò ad aiutare una donna, che pensava stesse annegando in un lago vicino a casa sua.
Ma un suo servitore lo tirò indietro, avvertendolo che si trattava di una Sirena, mentre la creatura urlava loro, che avrebbe ucciso il Lord, se non fosse stato per il suo servo.
All’interno della St. Senara’s Church, chiesa del XII secolo situata a Zennora, in Cornovaglia, si trova una delle più note rappresentazioni di una Sirena, una scultura lignea in altorilievo sul lato di una sedia, simbolo che ha avuto diverse interpretazioni da parte dei fedeli medievali.
La leggenda locale sostiene, che questa figura commemori un evento reale dalla storia parrocchiale, quando il canto di un corista di nome Mathew Trewhella, adescò una Sirena, spingendola ad emergere dalle profondità del mare.
Secondo il racconto, ogni domenica la Sirena si sedeva in fondo alla chiesa, incantata dalla bella voce del corista.
Un giorno, non riuscendo più a contenere la sua infatuazione, invitò Mathew al piccolo ruscello, che scorreva attraverso il centro del paese e portava in mare, a Cove Pendour.
Mathew Trewhella non fu mai più rivisto.
Nelle calde serate estive, se si va a piedi nella pittoresca insenatura, ora chiamata “Mermaid Cove”, si dice che si sentano i due amanti cantare felici insieme, e le loro voci riescono a sovrastare il fragore delle onde che si infrangono.
Ne “Incredible Mysteries and Legends of the Sea”, di Edward Snow, viene descritto un incontro con una Sirena.
Un capitano di mare, al largo della costa di Terranova, descrisse il suo incontro nel 1614: “Il capitano John Smith vide una Sirena ‘nuotare con tutta la grazia possibile’.
La descrisse con occhi grandi, un naso finemente sagomato, e orecchie ben formate, ma piuttosto troppo lunghe.
Smith proseguì dicendo, che i suoi lunghi capelli verdi le conferivano un carattere originale, oltre a renderla molto attraente.
In effetti, Smith era così preso da questa adorabile donna, che iniziò a sperimentare i primi effetti dell’amore, nonostante la triste consapevolezza che lei fosse un pesce dalla vita in giù.
Nel 1840, il grande showman P.T. Barnum espose nel suo circo la “Sirena di Fiji”, che divenne una delle sue attrazioni più popolari.
Coloro che pagarono 50 centesimi, sperando di vedere una meravigliosa creatura longilinea, con lunghissimi capelli e coda di pesce, sicuramente rimasero delusi.
Infatti, videro invece un grottesco finto cadavere lungo pochi centimetri.
Aveva il busto, la testa e gli arti di una scimmia e la parte inferiore di un pesce.
Agli occhi odierni è evidente il falso, ma all’epoca ingannò e incuriosì molti.
Nel 1836, Hans Christian Andersen scrisse il capolavoro “La Sirenetta”.
La fiaba narra, che alla Sirenetta, principessa del regno del Mare, venne concesso di visitare la superficie del mare, per il proprio quindicesimo compleanno.
In questa occasione, si innamorò di un principe al comando di una nave, che era affondata durante una tempesta.
Ella lo salvò dai flutti e lo portò a riva, dove poi fu trovato da una principessa.
Tormentata dal desiderio di diventare umana, per stare accanto a lui e acquisire un’anima immortale (non concessa alla sua specie, destinata con la morte a trasformarsi nella spuma del mare), comprò dalla Strega del Mare una pozione, per avere delle gambe in cambio della propria voce.
Le venne tagliata la lingua, e ogni passo sulla terra fu come camminare sulla lama di un coltello.
Se fosse riuscita a conquistare l’amore del principe, avrebbe potuto avere un’anima immortale, altrimenti si sarebbe dissolta in schiuma.
La Sirenetta riuscì a essere accolta alla corte del principe, che però la considerava una sorella minore, e decise invece di sposare la principessa che lo aveva ritrovato sulla spiaggia, il giorno del naufragio.
La creatura marina rifiutò il consiglio delle sorelle, di uccidere il principe con un pugnale magico, che le avrebbe permesso di ritornare Sirena, e si dissolse in schiuma.
La schiuma evaporò e la trasformò in uno spirito dell’aria, forma nella quale le fu permesso piangere.
Nell’arte, il pittore surrealista Rene Magritte ha raffigurato una sorta di Sirena al contrario nel suo dipinto del 1949, “The Collective Invention”.
Hendrick Hamel, un marinaio olandese, ha pubblicato un diario, che descrive i suoi 13 anni di detenzione a Jeju, in Corea del Sud, dopo aver distrutto lo yacht “Sperwer”, nel 1653.
Egli descrive strane signore, chiamandole Sirene dell’isola.
Jeju, in realtà, è la patria delle “Haenyeo” (donne subacquee).
Esse si immergono più volte al mese, quando le maree sono favorevoli, per raccogliere tesori marini: abalone, ricci di mare, polpi, alghe e crostacei.
Le loro fatiche erano, e sono tuttora, un’importante fonte di reddito per le loro famiglie.
Queste Sirene asiatiche, descritte fantasticamente un tempo dai marinai, esistono nella vita reale, ma senza la coda.
In Africa, nei Caraibi e nel Sud America, si venera “Mami Wata” (Madre dell’Acqua).
Simile alla Sirena, è descritta come un essere diabolico, che attira gli uomini verso la morte.
Mami Wata è spesso rappresentata come una figura simile a una Sirena, con la parte superiore del corpo di una donna e la restante a forma di pesce o di un serpente.
Nelle antiche credenze dei popoli africani alcuni spiriti acquatici erano per metà pesci e per metà umani, ma molti altri sembravano serpenti o coccodrilli.
Nel 1500, iniziarono ad arrivare dall’Europa navi con statue di Sirene sulle prue, così le leggende africane si mescolarono con quelle europee.
Negli “Annali dei Quattro Maestri”, una cronaca medievale della storia d’Irlanda, si narra di “Lí Ban”, una ragazza che venne trasformata in una Sirena immortale, mentre stava affogando nel Lough Neagh, vasto lago situato al centro dell’Irlanda del Nord.
Dopo 300 anni, la Sirena fu battezzata dal monaco irlandese Comgall di Bangor e scelse di rinunciare alla sua immortalità, per salire in paradiso.
Nelle genealogie dei Santi irladesi, Lí Ban compare canonizzata sotto il nome di Santa Muirgen (che significa “nata dal mare”) e la ricorrenza del suo onomastico è assegnata al 27 gennaio.
Nel folclore scozzese, “Ceasg” è una Sirena dalla coda di salmone che, se catturata, in cambio della libertà esaudisce tre desideri.
Si pensa, che anticamente Ceasg potrebbe essere stata una divinità delle acque, a cui venivano offerti sacrifici umani.
Nella tradizione danese, le Sirene possono far sparire la loro coda di pesce, per poter camminare sulla terra come gli esseri umani.
A volte vanno a bussare alle case dei pescatori, fingendosi ragazze bisognose d’aiuto e, se un incauto osa farle entrare, viene poi trascinato nell’acqua e annegato.
Queste Sirene possiedono inoltre poteri particolari: secondo una leggenda, una Sirena predisse la nascita del Re Cristiano IV di Danimarca.
In Polonia, si narra che una Sirena uscì dall’acqua, per riposarsi ai piedi della Città Vecchia di Varsavia.
Questo posto le piacque talmente tanto, che decise di stabilirvisi.
I pescatori, che vivevano nella zona, ben presto si accorsero che, quando pescavano, qualcuno agitava le acque del fiume, aggrovigliando le reti e liberando i pesci che vi si erano impigliati.
Decisero allora di dare la caccia al colpevole, ma quando sentirono il canto ammaliante della Sirena, se ne innamorarono, rinunciando ai loro propositi.
Da quel momento, la Sirena ogni sera intratteneva i pescatori con le sue meravigliose canzoni, finché un giorno un ricco mercante, che passeggiava lungo la riva del fiume, posò lo sguardo sull’affascinante creatura.
Subito pensò che, se l’avesse catturata, avrebbe potuto guadagnare molto denaro, esibendola alle fiere.
Il mercante con un trucco catturò la Sirena e la rinchiuse in una baracca di legno, senza accesso all’acqua.
I pianti della donna-pesce arrivarono a un giovane bracciante, figlio di un pescatore che, con l’aiuto di un amico, una notte riuscì a liberarla.
La Sirena, riconoscente dell’aiuto ottenuto dagli abitanti della città, promise che, se mai fossero stati in pericolo, lei sarebbe tornata per proteggerli.
È per questo motivo che la Sirena di Varsavia, nello stemma ufficiale della città, è raffigurata mentre brandisce una spada e uno scudo.
Un’altra versione della leggenda, narra che le sirene fossero due e anche sorelle.
Una delle due decise di allontanarsi, nuotando verso lo stretto di Danimarca e oggi la si può ammirare seduta su uno scoglio all’ingresso del porto di Copenaghen.
L’altra nuotò fino al fiume Vistola, e oggi la si può ammirare nel centro storico di Varsavia.
Nell’opera epica orientale “Ramayana”, che racconta le vicende della guerra tra Rama e Ravana con il suo esercito di scimmie, appare la figura di “Suvannamaccha”, una principessa-Sirena.
Sirene e Tritoni sono figure molto popolari nel folklore filippino, dove sono localmente noti rispettivamente come Sirena e “Siyokoy” e, solitamente, nuotano assieme a tartarughe marine e delfini.
In alcuni racconti antichi provenienti dalla Cina, le lacrime delle Sirene si trasformano in perle.
In Giappone, le Sirene si chiamano “Ningyo”.
Una leggenda narra, che un pescatore uscì in mare aperto e si imbattè in una Ningyo, che si trovava su di uno scoglio.
Senza pensarci due volte, la arpionò e la uccise.
Sulla strada di casa, l’uomo si pentì di aver compiuto un tale atto e la ributtò nel mare dal quale era venuta ma, da quel momento, per diciassette giorni una tempesta si abbattè sulla costa.
A questa cosa fece seguito un terribile terremoto, che distrusse e fece sparire nelle viscere della terra, il villaggio di Otomi.
Ciò venne interpretato come la volontà vendicativa del Dio del Mare, infuriato per la morte della Sirena.
Un’altra versione racconta, che il pescatore non rigettò il corpo della Ningyo nel mare, ma lo portò a casa e lo cucinò, invitando a casa i suoi amici per assaggiare quella particolarissima ed insolita prelibatezza.
Tuttavia, uno di loro andò per caso in cucina e vide che, tra gli scarti della pulitura del pesce, c’era una testa umana, allora avvertì gli altri invitati a non mangiarne, di riporre i bocconi nella carta e di buttarli sulla strada del ritorno verso la loro abitazione.
Uno di loro non fece come era stato stabilito, portò la carne a casa e la diede da mangiare a sua figlia.
Non fu subito chiaro quali effetti avrebbe avuto la carne di una divinità sul corpo umano e, nell’immediato, non successe nulla alla bambina che, anzi, crebbe sana e forte.
Ma ad un certo punto della sua esistenza, ella smise di invecchiare e visse fino ad ottocento anni.
L’Acalifa (Acalypha hispida) proviene dall’India e dalla Birmania, è una specie cespugliosa, che raggiunge 60-90 cm di altezza.
In estate, produce infiorescenze pendule, di colore rosso scuro e molto lunghe, tanto da sembrare nastri di ciniglia.
Proprio per questo, è chiamata “Coda di ciniglia”.
Appartiene ad un genere comprendente circa 300 specie, di arbusti e piante erbacee originarie delle zone calde.
Presenta foglie ovali e di colorazioni diverse.
Il nome deriva da “Akaléphe” (sgradevole al tatto), termine greco usato da Ippocrate per indicare l’ortica, e fu assegnato a questo genere da Linneo, a causa della somiglianza che presentano le foglie di molte specie con quelle di alcune Urticacee.
Come tutte le Euforbiaceae, le Acalife contengono un lattice bianco, velenoso, che fuoriesce quando si taglia un ramo o una foglia.
Questo lattice di colore biancastro è composto di acqua, granuli di amido, alcaloidi, enzimi, sostanze proteiche, resine e gomme.
In Esoterismo, l’Acalifa è utile per persone che hanno subito violenze e ingiustizie nelle vite passate.
Apre il cuore, recando una trasformazione basata sul calore e sull’amore. Dissolve blocchi radicati profondamente, fatti di durezza di cuore e di incapacità di perdonare.
Aiuta a ripristinare la fede.
Combatte le ingiustizie e i blocchi energetici.
Nel linguaggio dei fiori, il suo significato è: Continuità materiale (potente, duratura, solida).
ATTENZIONE: Tutte le parti della pianta sono velenose se ingerite
Con l’arrivo di Marzo, arriva la promessa della Primavera: intorno al 21 del mese, abbiamo Ostara da festeggiare.
La storia della Dea Ostara inizia con un monaco medievale di nome Beda.
Non è documentata in nessuna fonte pagana ed è conosciuta solo attraverso tradizioni orali e teorie linguistiche.
Viene menzionata solo una volta, negli scritti accademici del periodo dal monaco Beda, che afferma che, durante Eostremonath (vecchio nome anglosassone per Aprile), gli Anglosassoni pagani davano feste in suo onore.
Il nome “Eostre” (antico germanico “Ostara“), è legato a quello di Eos, la Dea greca dell’alba, poiché i servizi all’alba sono sempre stati un aspetto importante delle osservanze della resurrezione / rinascita primaverile di altre culture.
Quindi, essendo la “Dea della luce crescente della primavera”, in suo onore si raccoglieva l’acqua santa sotto forma di rugiada, o l’acqua dai ruscelli.
Infatti, si diceva che lavarsi con essa ripristinasse la giovinezza.
Si narrava, anche, che belle fanciulle vestite di bianco puro si vedessero giocare in campagna. Inoltre, si diceva che la fanciulla bianca di Osterrode fosse apparsa con un grosso lotto di chiavi alla cintura, e si fosse recata al ruscello, per raccogliere l’acqua la mattina di Pasqua.
Per i pagani moderni, la Dea Ostara è anche una Dea della primavera e della fertilità.
Le sue leggende riguardano i tipici simboli pasquali come conigli, uova, fate e fiori.
La Dea Ostara (chiamata anche Oestara, Eostre, Eostra, Eostrae, Eástre, Austra) è la Dea anglosassone della Primavera, dell’Oriente, della Resurrezione e della Rinascita, è anche l’aspetto della fanciulla della Triplice Dea.
Ha dato il suo nome alla festa cristiana della Pasqua (che è una più antica festa pagana di cui la Chiesa si è appropriata), i cui tempi sono ancora dettati dalla Luna.
I Pagani moderni celebrano la sua festa nell’Equinozio primaverile, di solito intorno al 21 marzo, il primo giorno di Primavera.
Alcuni suggeriscono che Ostara sia semplicemente un nome alternativo per Frigg o Freya, ma nessuna di queste Dee sembra avere la stessa funzione di fertilità di Ostara.
Frigg, la Dea della casa, non sembra essere associata a una festa così terrena, e la forma di fertilità di Freya è più basata sull’erotismo, piuttosto che sulla riproduzione.
Tuttavia, Ostara è associata, quasi in modo intercambiabile, a molte divinità diverse.
È essenzialmente identica a Freya, poiché è la Dea della primavera fertile, la risurrezione della vita dopo l’inverno.
E’ anche equiparata alla Dea Idunna, che portò le mele dell’eterna giovinezza agli Aesir, e molti credono che Ostara ed Idunna siano la stessa cosa o rappresentino lo stesso principio.
Le uova e i conigli le sono sacri, come la Luna Piena, in quanto gli Antichi vedevano nei suoi segni l’immagine di un coniglio o di una lepre.
Gli Anglosassoni pagani le facevano offerte di uova colorate all’Equinozio di Primavera, mettendole soprattutto nelle tombe (così come facevano gli antichi Egizi e Greci), probabilmente come un incantesimo di rinascita.
La Dea della fertilità era anche la Dea del grano, quindi le venivano fatte anche offerte di pane e dolci.
I conigli (o lepri, si possono considerare entrambi) erano sacri a Ostara, in particolare i conigli bianchi, e si diceva che fosse in grado di assumere lei stessa la forma di un coniglio.
Una leggenda narra, che Ostara, responsabile di portare la Primavera ogni anno, quella volta si sentiva in colpa per essere arrivata così tardi.
A peggiorare le cose, arrivò e trovò un pietoso uccellino che giaceva morente, con le ali congelate dalla neve.
Amorevolmente, Ostara cullò la creatura tremante e gli salvò la vita.
Piena di compassione per lui, poiché non poteva più volare a causa delle sue ali danneggiate dal gelo, la Dea Ostara lo trasformò in un coniglio (una lepre delle nevi), e gli diede il nome Lepus.
Gli fece anche dono di poter correre con una velocità sorprendente, in modo che potesse facilmente sfuggire a tutti i cacciatori.
Per onorare la sua precedente forma di uccello, gli dette anche la possibilità di deporre le uova (in tutti i colori dell’arcobaleno), permettendogli però di deporre le uova solo un giorno all’anno.
A questo punto, sembra che lo abbia poi reso il suo animale domestico o, in alcune versioni, il suo amante.
Alla fine, Ostara perse la pazienza con Lepus (alcuni dicono che il coniglio fosse coinvolto con un’altra donna), e lo lanciò nei cieli, dove sarebbe rimasto per l’eternità come la “Costellazione Lepus” (The Hare), posizionata per sempre sotto i piedi della “Costellazione Orion” (il cacciatore).
Ma più tardi, ricordando tutti i bei momenti che avevano trascorso insieme, Ostara si ammorbidì un po’ e permise alla lepre di tornare sulla Terra una volta all’anno, ma solo per regalare le sue uova ai bambini, che partecipavano alle feste di Ostara, che si tenevano ogni Primavera.
Quindi, è per questo che il coniglietto pasquale porta le uova ai bambini a Pasqua: infatti tradizionalmente, ai bambini tedeschi viene detto che è la lepre di Pasqua a deporre tutte le uova, che gli verranno regalate.
Un’altra leggenda racconta, che una volta il Regno animale si riunì per un incontro, il primo giorno di Primavera.
C’era grande eccitazione, in quanto ci sarebbe stata una festa molto speciale e un ospite molto particolare vi avrebbe partecipato.
L’ospite molto speciale non era altri che la Dea Ostara, e ogni creatura voleva farle un regalo molto speciale.
Ora, alcuni degli animali erano molto ricchi ed alcuni erano molto poveri, ma tutti andarono a preparare i loro doni, perché solo il meglio andava regalato alla Dea.
Hare (Lepre) era molto molto eccitato, amava teneramente la Dea e, sebbene fosse molto povero, aveva un cuore grande e generoso: le avrebbe fatto il regalo più bello che potesse trovare!
Egli si precipitò a casa, per vedere cosa poteva trovare da regalare alla Dea.
Guardò dappertutto, negli armadi e sotto il letto, ma non c’era niente, anche la dispensa era vuota, non aveva assolutamente niente da darle.
Tranne una cosa: sul ripiano della dispensa c’era un solo uovo.
Era l’unica cosa che gli era rimasta, quindi Hare lo tirò fuori delicatamente dalla dispensa, lo decorò con amore e lo portò alla festa.
Hare era molto preoccupato, tutti gli altri animali offrivano i loro doni d’oro e d’argento e gioielli preziosi, mentre tutto ciò che Hare aveva era l’uovo.
Alla fine, tutti i doni erano stati dati e quello di Hare era proprio l’ultimo.
Egli presentò molto timidamente l’uovo alla Dea, la quale lo prese e lo guardò, vedendo il vero spirito di Hare.
Per questo motivo, la Dea nominò Hare come suo animale molto speciale, in quanto egli le aveva donato “tutto ciò che aveva”.
Ostara è solitamente descritta come una giovane fanciulla, “abbastanza grande da avere figli, ma non una madre”.
È avvolta in fiori o nuova vegetazione e spesso balla.
È gioiosa, ma altrettanto facilmente può diventare improvvisamente solenne, come il tempo primaverile, che può rapidamente trasformarsi in pioggia.
Come la primavera stessa, è capricciosa, innocente e sapiente.
Visto che i temi di Ostara sono la fertilità e la rinascita, ora che la Primavera è arrivata, è un buon momento per pensare al rinnovamento nella tua vita.
Prenditi del tempo per celebrare la nuova vita che ti circonda nella natura: cammina in un parco, sdraiati sull’erba, fai un’escursione in una foresta.
Mentre lo fai, osserva tutte le cose nuove che ti circondano: piante, fiori, insetti, uccelli.
Medita sulla “Ruota dell’Anno”, sempre in movimento, e celebra il cambio delle stagioni.
Tutti gli incantesimi e gli alimenti, che includono le uova, sono appropriati oggi.
Se sei stato ammalato, prova un vecchio incantesimo popolare, che consiglia di tenere un uovo per ventiquattro ore, quindi interrarlo, per seppellire la malattia.
Per migliorare la fertilità di ogni tipo, prepara le uova per la colazione alle prime luci dell’alba, il momento migliore per invocare Ostara.
Mentre mangi, aggiungi un incantesimo come questo:
” Ostara, portami fertilità
Con quest’uovo ora benedici la mia fecondità!”
Oppure, se ti senti giù e hai bisogno di un po’ di speranza in più, alzati prima che il Sole sorga e rilascia un simbolo del tuo fardello sulla terra, facendolo cadere o seppellendolo.
Non guardarlo!
Voltati e lascialo lì.
Voltati verso l’orizzonte al sorgere del Sole e raccogli il primo fiore che vedi.
Asciugalo, quindi portalo con te spesso, come un incantesimo per preservare la speranza nel tuo cuore.
Ed ora, un piccolo incantesimo per celebrare Ostara.
Pensa attentamente a ciò che desideri!
La regola generale è un uovo marrone, per desideri che coinvolgono animali, e bianco per desideri che coinvolgono persone e piante, ad esempio la guarigione di un animale, una persona o una pianta malata.
1. Soffia l’uovo. Usando un ago grosso, fai un buco in entrambe le estremità dell’uovo, facendo un buco più grande dell’altro. Buca delicatamente il tuorlo d’uovo e ruotalo per romperlo. Metti una piccola cannuccia a un’estremità e soffia delicatamente attraverso l’altro foro, per espellere il tuorlo.
2. Dipingi il tuo uovo talismano. Quando il tuo uovo si è completamente asciugato, scegli un simbolo per rappresentare il tuo desiderio: un cuore per l’amore, una moneta per la prosperità, una candela per la saggezza, qualunque cosa sia significativa per te. Oppure puoi dipingere l’intero uovo in un colore corrispondente: rosso per amore, verde per prosperità, viola per saggezza e così via. Un altro modo per farlo, è attaccare petali di rosa per amore o piume per fertilità, insomma tutto ciò che per te ha un significato.
3. Quando è pronto, trova un posto adatto e preparati per appenderlo, infilando un filo sottile (filo da ricamo, lana sottile, nylon da pesca) attraverso i due fori e fissa il fondo con un grosso nodo per tenerlo fermo, con una perlina o anche un fiammifero.
4. Svuota la mente e concentrati sul tuo desiderio e sul suo posto nella tua vita:
« Possano tutte le cose crescere.
Possano tutte le cose fluire.
Benedizioni per il giro della Ruota>>.
Usa queste parole, o qualsiasi altra con cui ti senti a tuo agio: ricorda che si tratta solo della tua intenzione.
Sacro a Ostara
Animali – Conigli, lepri, farfalle
Simboli: Primavera, Uova, Alba, Oriente, Arcobaleni, Chiavi
DONNA
La donna Ariete è calda, vivace ed impetuosa.
Queste caratteristiche si riflettono sulla sua vita erotica, in quanto le sue passionalità ed impetuosità possono portarla a commettere follie.
Per lei è molto facile prendere l’iniziativa senza la minima timidezza e l’uomo, che riceve il suo interesse, difficilmente può scamparsela.
Però, una volta esaurito il suo interesse, non ci mette molto a “scaricare” la persona.
Per la sua grande voglia di vivere e la sua insaziabile curiosità, solitamente non arretra di fronte alle proposte più strane ed esaltanti, che potrebbero addirittura scatenarla.
Proprio per la sua sfrenatezza, potrebbe portare il suo partner alla stanchezza. Ecco perché, spesso, lei preferisce partner più giovani, che possono essere più facilmente dominati.
Bisogna ricordare, anche che, una volta trovato il compagno giusto, l’uomo della sua vita, la donna Ariete si trasformerà in una fedelissima partner, pur mantenendo la sua enorme carica di sessualità e sensualità.
LA DONNA ARIETE SECONDO IL GIORNO DI NASCITA
21 Marzo: sensualità e sessualità spiccatissime
22 Marzo: grande creatrice di giochi erotici
23 Marzo: senza inibizioni
24 Marzo: sessualità sana. Fertilità
25 Marzo: dopo qualche incertezza, riesce a conquistare la persona che desidera
26 Marzo: dominatrice
27 Marzo: difficilmente si abbandona, molto paurosa e sospettosa
28 Marzo: si eccita in situazioni “pericolose”
29 Marzo: molto indipendente, difficilmente si concede
30 Marzo: rapporti soddisfacenti e molto vissuti
31 Marzo: ha bisogno di essere amata. Accetta i caratteri un po’ rudi
1 Aprile: solo nel matrimonio, dà il massimo dell’erotismo
2 Aprile: bisognevole di un partner molto comprensivo, difficoltà nell’orgasmo
3 Aprile: piuttosto solitaria sessualmente
4 Aprile: incostante nel desiderio e nel sentimento
5 Aprile: ama i metodi rudi
6 Aprile: si concede più per calcolo, che per sentimento
7 Aprile: equilibrata e contenuta
8 Aprile: teme la figura maschile. Tendenza all’omosessualità
9 Aprile: ama sperimentare in tutti i campi della sessualità
10 Aprile: fa l’amore anche per amicizia
11 Aprile: inibita e disordinata sessualmente
12 Aprile: caratterialmente debole, può cadere nelle perversioni
13 Aprile: tendenza all’esibizionismo
14 Aprile: contenuta, non ama gli eccessi
15 Aprile: esperta nell’erotismo
16 Aprile: può essere troppo avventata
17 Aprile: le piace mettersi in mostra, per essere desiderata
18 Aprile: poco fantasiosa sessualmente
19 Aprile: si concede e si ritrae
20 Aprile: sesso gioioso e riconoscente
UOMO
L’uomo Ariete è potentissimo sessualmente, travolgente, a volte morboso.
Ha l’ansiosa ricerca di donne con le quali avere relazioni e, non di rado, la sua strada è costellata di donne piangenti e deluse, perché abbandonate dopo una notte di passione.
E’ molto curioso e le nuove esperienze lo mantengono vivo.
Qualunque sia il suo aspetto fisico, riesce prima o poi ad arrivare dove vuole, infiammando di attenzioni erotiche l’oggetto delle sue mire.
Spesso non è molto delicato, è piuttosto diretto e lineare, così com’è in natura, manifesta sempre con chiarezza i suoi desideri e le sue intenzioni, senza perdere troppo tempo nei corteggiamenti.
Quindi, non bisogna aspettarsi da lui eccessiva raffinatezza, o erotismo cerebrale, per eccitarsi non ha bisogno di particolari gesti ed è sempre pronto.
Potrebbe essere il classico tipo che, dopo aver fatto l’amore, si gira dall’altra parte e si addormenta, oppure apre il frigo alla ricerca di qualcosa di stuzzicante.
L’UOMO ARIETE SECONDO IL GIORNO DI NASCITA
21 Marzo: eccessiva passionalità e potenza sessuale
22 Marzo: esibizionista con smanie di conquista
23 Marzo: desiderio equilibrato della voluttà
24 Marzo: piuttosto ruvide nel rapporto sessuale
25 Marzo: adolescenza piuttosto inquieta, equilibrio nella maturità
26 Marzo: comprensivo per i desideri della partner
27 Marzo: ragione che frena la passione
28 Marzo: sempre frettoloso, sceglie partner poco adatte
29 Marzo: disperde le sue energie con l’eccessiva frenesia
30 Marzo: estremamente convincente, nessuno gli resiste
31 Marzo: debole, anche sessualmente
1 Aprile: persegue la passione con accanimento
2 Aprile: qualche difficoltà per eccesso di fretta
3 Aprile: Don Giovanni, senza pace
4 Aprile: vaga tendenza all’omosessualità ed alla rudezza
5 Aprile: forte attrazione per il sesso a pagamento
6 Aprile: dolce, ben equilibrato sessualmente
7 Aprile: tende alla solitudine, poco interessato al sesso
8 Aprile: avventure boccaccesche
9 Aprile: fedele, buon amatore, ma poco fantasioso
10 Aprile: ricerca di esperienze “fuori dal consueto”
11 Aprile: se la partner non è ideale, si inibisce
12 Aprile: capacità di sublimazione, scarso interesse sessuale
13 Aprile: sano interesse per le donne
14 Aprile: fantasioso ed inesauribile
15 Aprile: eccessi giovanili che lo possono portare all’esaurimento
16 Aprile: usa il sesso per ottenere il successo
17 Aprile: apparentemente poco interessante, fa faville
18 Aprile: rapporti poco favoriti a causa della sua timidezza
19 Aprile: ha successo solo se veramente interessato
20 Aprile: non ricerca molto il sesso
ACCORDI DI COPPIA: LEI ARIETE, LUI…
Ariete: entusiasmo ed aggressività, ma non può andare avanti a lungo. Infatti sono entrambi sessualmente curiosi e, una volta centrato l’obiettivo, se ne disinteressano facilmente. Ma, finché dura, è sublime. =
Toro: c’è molta attrazione fisica ed il loro rapporto potrebbe durare a lungo, grazie proprio all’intesa sessuale. Ma ci saranno scontri, a causa della gelosia dell’uomo Toro, che vorrà imprigionare la partner. Tutto superabile. +
Gemelli: rapporto difficile, la donna Ariete è troppo passionale per l’uomo Gemelli, che non riesce a comprendere appieno le sue richieste. Dall’altra parte, lei non riesci a comprendere perché il proprio partner abbia bisogno di tanti preliminari e sia spesso distratto. –
Cancro: l’uomo Cancro vorrebbe amare con calma, in penombra, con dolcezza e lentezza. Ma per lei tutto ciò è estenuante. Inoltre lui non ama che lei prenda sempre l’iniziativa, anzi questo comportamento lo inibisce. –
Leone: entrambi intensi e discontinui. Quindi dovrebbero trovare i ritmi giusti, che possano soddisfarli. Occorre buona volontà, ed è tutto superabile, perché la sensualità tra loro è abbastanza simile,per raggiungere la massima soddisfazione +
Vergine: i rapporti sessuali non si presentano facili, a causa del fuoco di lei che si scontra con le inibizioni e la timidezza di lui, il quale non sopporta certi atteggiamenti della donna Ariete, troppo disinvolti. Inoltre, lui è troppo “igienista”, limitando la passionalità di lei. –
Bilancia: la donna Ariete vorrà comandare anche a letto e lui, entro certi limiti, può lasciare fare. Così facendo, evita responsabilità anche in questo campo, per non prendere iniziative, che preferisce subire. Ma spesso, la passione di lei riesce a risvegliare quella dell’uomo Bilancia. +
Scorpione: fin dal primo incontro, potrebbe scoccare la scintilla della passione, e sarà la perplessità dell’uomo Scorpione a frenare. Ma comunque, la sintonia si fermerebbe soltanto alla storia sessuale perché, caratterialmente, hanno poco da dirsi. –
Sagittario: rapporto estremamente spontaneo e naturale, senza particolari complicazioni, senza cerebralità. Molto intenso, ma piuttosto sbrigativo; lei p la più passionale e lui potrebbe concedersi troppe distrazioni. =
Capricorno: il rapporto potrebbe rivelarsi soddisfacente, a prima vista. In linea di principio, la donna Ariete è più bisognosa di attenzioni erotiche e l’eccessiva sobrietà di lui potrebbe non risultare gradita. =
Acquario: vanno decisamente d’accordo. Lui ha un fascino distaccato, che fa presa sul caldo cuore di lei. E’ possibile un ottimo accordo sessuale, anche se l’estrema sensibilità dell’uomo Acquario, influenzata da circostanze esterne, può impedire il massimo rendimento. +
Pesci: hanno un modo diverso di intendere e di vivere la sessualità, quindi non è facile trovare un piano soddisfacente. Lei è discontinua ed un po’ aggressiva, cosa che non si concilia bene con la sensualità morbida ed avvolgente di lui. =
ACCORDI DI COPPIA: LUI ARIETE, LEI…
Ariete: entusiasmo ed aggressività, ma non può andare avanti a lungo. Infatti sono entrambi sessualmente curiosi e, una volta centrato l’obiettivo, se ne disinteressano facilmente. Ma, finché dura, è sublime. =
Toro: teoricamente, i rapporti sessuali dovrebbero essere i migliori possibili. C’è infatti l’incontro tra “una superfemmina” ed un “supermaschio”. Ma esiste la possibilità che lei possa mostrarsi non pienamente soddisfatta dall’uomo Ariete, molto discontinuo. =
Gemelli: per lei, il fattore sessuale è meno importante che per lui. Però, dal punto di vista erotico, possono vivere insieme momenti soddisfacenti ed anche molto divertenti. Se manca, però, una vera intesa intellettuale, il rapporto si esaurirà nel tempo. Sarà lei a mollare per prima. =
Cancro: lei si sente aggredita dall’irruenza dell’uomo Ariete, dalla sua mancanza di dolcezza. E non gradisce la rapidità di conclusione, che spesso è caratteristica di lui. Lui, da parte sua, non capisce il bisogno di dolcezza di lei, ritenendola sdolcinata e lagnosa. –
Leone: quando l’uomo Ariete riesce a risvegliare la sensualità di lei, un po’ distratta dalle convenzioni e da manie di grandezza, l’intesa sessuale diventa soddisfacente. Ma sarà sempre impostata sulla lotta, sulla competizione. Due segni di fuoco che fanno troppe scintille. +
Vergine: dal punto di vista sessuale, non è una buona unione. Il focoso e disordinato uomo Ariete non apprezza la scostante freddezza della donna Vergine che, da parte sua, lo vede troppo irruente. Si può provare soltanto se c’è molto amore tra i due. =
Bilancia: l’uomo Ariete non trova molto calda la donna Bilancia, donna soave ma severa. Però, trattandosi di due segni opposti, si attraggono proprio per le loro diversità, per cui potrebbero trovare un ottimo equilibrio sessuale, duratura. +
Scorpione: potrebbero esser un buon rapporto. Esistono però delle diversità: la sessualità di lei è più continua, a differenza di quella dell’uomo Ariete. Potrebbero, però, riuscire a trovare un punto d’intesa, per esempio facendo leva sulla loro latente aggressività. +
Sagittario: l’incontro può risultare brillante, con momenti di vera esaltazione. Tutto all’insegna di una travolgente passione, dalla quale si lascia trasportare la donna Sagittario. In realtà, la meno “calda” sarebbe proprio lei, ma l’uomo Ariete sa come risvegliarla. +
Capricorno: la donna Capricorno può rivelarsi, all’uomo Ariete, una sorpresa esaltante o una preoccupazione. Il lato positivo è dato dalla piacevolezza della donna, sotto una scorza di sobrietà, che nasconde una grande passione. Il lato negativo è dato dal bisogno di continuità erotica, superiore a quella di lui, focoso ma discontinuo. +
Acquario: se l’uomo Ariete è tendenzialmente colto ed intelligente, oltre che focoso ed intraprendente; se rinuncia a certi suoi limiti dovuti all’istintiva immediatezza, allora si tratterà di un rapporto in cui il lato erotico offrirà notevoli soddisfazioni ad entrambi. +
Pesci: è difficile che l’uomo Ariete possa pienamente appagare la sensualità tenue ma costante della donna Pesci. Lei ha bisogno di continue attenzioni erotiche, ma lui si stanca presto. –
L’Equinozio (dal latino “aequinoctium” =notte uguale) è quando, due volte all’anno, il Sole incontra l’equatore celeste, per cui i giorni sono caratterizzati dall’uguaglianza del giorno e della notte su tutta la Terra.
L’Equinozio di primavera è solitamente il 20-21 marzo, quello d’autunno è il 23 settembre.
Quest’anno è il 20 marzo alle ore 9:37.
Gli Equinozi ricorrono a circa sei mesi di distanza l’uno dall’altro; nell’emisfero boreale, quello di marzo segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, mentre quello si settembre termina l’estate ed introduce l’autunno.
Invece, nell’emisfero australe, l’autunno inizia a marzo e la primavera a settembre.
Oggi parliamo dell’Equinozio di primavera.
L’Equinozio di primavera è chiamato anche “punto vernale”, o “punto dell’Ariete” o “punto gamma”.
Anticamente, i popoli nordici festeggiavano Oestara, uno degli otto sabbat pagani, festa di origine germanica, che prende il nome dalla dea Eostre, patrona della fertilità.
Essa aveva alcune affinità con divinità di culture greche, per esempio Estia, e romane, Vesta.
Oestara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, coincidente con l’Equinozio di primavera.
La vita si rinnova , l’inverno è definitivamente passato, e tutto ciò che è vecchio lascia spazio al nuovo.
Nell’antichità, le sacerdotesse della dea celebravano un particolare rito, che prevedeva l’accensione di un cero, simboleggiante la fiamma eterna dell’esistenza, che veniva spento all’alba del giorno seguente.
Questo rito è stato ripreso da alcune correnti del Neopaganesimo, soprattutto Wicca, durante il quale la rinascita della vita era esaltata e sacralizzata attraverso l’unione sessuale.
Durante l’Oestara molte delle decorazioni e dei rituali implicano l’utilizzo di uova. Infatti, il nome deriva dalla dea odinista Eostre, simboleggiata dall’uovo, che contiene in sé il principio della vita ed il bipolarismo maschile-femminile del divino.
Molte streghe festeggiavano Oestara facendo falò all’alba, suonando campanelle, decorando le uova e mangiandole ritualmente.
Ad Eostre era sacra anche la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni. I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia ed i Celti la consideravano un animale divinatorio.
In seguito, Oestara venne assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione cade presso il primo plenilunio successivo all’Equinozio di primavera.
La nuova festa cristiana, ancora priva di un nome, in certe lingue assimilò anche la nomenclatura della vecchia festa. Ancora oggi, infatti, in inglese la Pasqua è chiamata Easter, ed in tedesco Ostern.
Nell’antica Roma, l’anno nuovo iniziava nel mese di marzo, dedicato a Marte.
Invece, in Mesopotamia, l’anno nuovo faceva riferimento all’Equinozio primaverile e tale data di tale avvento, coincideva con il segno zodiacale dell’Ariete.
Anche Sham El Nessim (letteralmente “fiutare il vento”), la più antica festività di primavera egiziana, le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa, cade il lunedì e coincide con l’Equinozio di primavera.
In epoca faraonica, era una ricorrenza legata all’agricoltura, si chiamava semplicemente “Shamo” (rinnovo della vita), rappresentava l’inizio della creazione ed i suoi riti di fertilità furono anch’essi inglobati dal Cristianesimo nei riti pasquali.
La data del festival non era mai fissa e veniva annunciata ogni anno la sera prima del suo inizio, ai piedi di una grande piramide. In quel giorno era onorato l’intero Pantheon e gli Egiziani solevano offrire pesce salato, lattuga e cipolle alle loro divinità.
Oggi, il giorno di Sham el Nessim, le strade ed i prati delle città egizie si riempiono di gente, coperte e colori. Si fanno pic-nic all’aria aperta e si consumano: i Fiseekh (pesce salato), per garantire un buon raccolto, fertilità e benessere; Uova bollite (simbolo della rinascita e del Cosmo), che ancora oggi vengono appese dipinte nei templi; Termis (semi di lupino).
Poi si mangiano le cipolle verdi, il simbolo più complesso della festa. Infatti, sono state ritrovate delle mummie con gli occhi imbottiti di cipolle, così come affreschi sulle pareti delle tombe egizie raffigurati l’ortaggio. Si suppone che esse siano il simbolo della vita eterna, oltre ad essere considerato un amuleto contro il malocchio e l’invidia.
Un’antica leggenda narra che, un tempo, un Faraone ebbe un unico figlio, che però fu colpito da una malattia sconosciuta e restò a letto per alcuni anni. Il popolo amava talmente il Faraone, che decise di unirsi al suo dolore, astenendosi dal celebrare ogni festa. Il re convocò il gran sacerdote del Tempio di Oun, che diagnosticò al bambino una malattia causata dagli spiriti maligni. Quindi ordinò di collocare sotto la testa del piccolo una cipolla. Il sacerdote tagliò a fette un’altra cipolla e la mise sul naso del ragazzo, per fargli respirare i vapori. Così il principe recuperò le forze e guarì. Nel palazzo si tennero sontuosi festeggiamenti per celebrare l’occasione, che coincise con l’inizio della primavera. Quindi, come gesto d’amore, il popolo appese dei grappoli di cipolla sulle porte delle case, da qui la tradizione viva ancora oggi.
Infine, nel giorno di Sham el Nessem, si mangia anche la Lattuga, che rappresenta il sentimento di speranza con l’inizio della bella stagione.
Un’altra antica festa, coincidente con il 21 marzo, è il festival di Nawrūz (Nuovo giorno), che affonda le sue radici nello Zoroastrismo, rievocando la storia della creazione e l’antica cosmologia del popolo iraniano. E’ una festa di speranza e di rinnovamento, osservata non solo in Iran, ma anche nei Paesi di origine musulmana, anche se con altri nomi. Essa dura 13 giorni, durante i quali la popolazione dà il benvenuto al nuovo anno, purificando le case e saltando su falò allestiti per le strade.
In Iran, i rituali sono Khane Tekani (pulizia della casa) e Chahârshanbe Sûrî (festa del fuoco). In quei giorni si comprano vestiti nuovi e si decorano le case con fiori, in particolare giacinto e tulipano.
Durante la notte del Chahârshanbe Sûrî, si esce nelle strade e si appiccano piccoli e grandi falò, sui quali i giovani uomini saltano cantando i versi tradizionali. Si dice che in questa notte gli spiriti dei morti possano tornare a far visita ai loro discendenti vivi. E’ prevista anche la rottura di alcune anfore di terracotta, in un auspicio di buona fortuna (Kûzeh Shekastân), e il Gereh-goshâ’î (l’atto di fare un nodo ad un angolo di un fazzoletto e successivamente chiedere a qualcuno di scioglierlo, atto simbolico beneaugurante).
Molto importante, infine è l’Haft Sîn (Sette S), la preparazione di una tavola con sette elementi, i cui nomi iniziano con la “sin” (‘esse’) in persiano. Il sette è un numero sacro e simboleggia i sette arcangeli con l’aiuto dei quali, quasi tremila anni fa, Zarathustra ha fondato la sua religione. L’Haft Sin porta agli abitanti della casa fortuna, salute, prosperità, purezza spirituale e lunga vita. La tavola viene adornata nel modo più bello possibile, con fiori, il libro sacro seguito dalla famiglia, la bandiera tricolore persiana, Verde Bianco e Rosso in orizzontale (patria, fede, rosso sangue versato dagli eroi). Non mancano mai le candele accese, una ciotola di acqua a simboleggiare la trasparenza della vita ed una foglia sull’acqua per la caducità della vita, e lo specchio per essere visibili come siamo.
I 7 simboli sono:
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sabzeh– chicchi di lenticchie, orzo o frumento, germogliati a simboleggiare la rinascita
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samanu– un impasto di orzo germogliato e tostato, a simboleggiare l’abbondanza
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senjed– frutti secchi di Elaeagnus angustifolia,, è legante, a simboleggiare l’amore
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sîr– aglio, a simboleggiare la salute
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sîb– mele scrupolosamente rosse, a simboleggiare la bellezza
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somaq– bacche di Sommacco, a simboleggiare l’asprezza della vita
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serkeh– aceto, a simboleggiare la pazienza e la saggezza.