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La Prehnite è un minerale secondario o idrotermale situato in cavità all’interno di rocce ignee basiche, trovato nel 1788 sulle Doleriti del Karoo in Sudafrica.
Cresce in piccoli globi nelle rocce vulcaniche, o talvolta come stalattiti aggrappate come ghiaccioli al tetto delle caverne.
Il nome è stato assegnato nel ‘700, in onore del colonnello delle forze coloniali olandesi presso Capo di Buona Speranza, Hendrik von Prehn.
Solitamente di colore verde oliva semi-trasparente o traslucida, a volte con inclusioni nere (Epidoto), ma anche incolore o tendente al giallo, si trova nei giacimenti di: Sudafrica, Stati Uniti (Arizona, California, New Jersey, Virginia), India, Cina, Germania, Marocco, Mali, Namibia, Canada, Francia (Grenoble), Austria, Spagna, Australia (nella zona di Sidney), in alcune aree della Scozia.
Nel corso del tempo, a questa pietra sono stati dati altri nomi, come: Adelite, Chiltonite, Crisolito di salvia, Coupholite, Pietra di Karoo; occasionalmente, viene commercializzata con il nome di “Cape Emerald”.
La Prehnite è una pietra curativa relativamente “nuova”, le cui proprietà curative sono state esplorate solo di recente.
Infatti, non era descritta in alcun lapidario più antico, ovvero nei testi che descrivono le pietre preziose ed i loro poteri.
Questo minerale coadiuva nella guarigione di reni e vescica, ghiandola del timo, spalle, torace e polmoni.
Cura la gotta e le malattie del sangue, ripara il tessuto connettivo nel corpo.
Amplifica la capacità di sopportare situazioni fisicamente stressanti per lunghi periodi di tempo, in cui altrimenti potresti sentirti logorato e stanco.
La Prehnite stimola il metabolismo dei grassi ed accelera la rimozione delle tossine in esso immagazzinate, oltre a stimolare tutti i processi di rigenerazione del corpo. Aiuta a bilanciare e guarire il sistema circolatorio e la linfa, può aiutare a eliminare le tossine ed i rifiuti dal corpo, attraverso i sistemi linfatico e urinario.
La Prehnite è una pietra utile per calmare l’ambiente e portare pace e protezione.
È ottima da posizionare in giardino e trasforma la tua casa in un santuario curativo per te stesso, insegnandoti come essere in armonia con la natura e gli elementi, rivitalizzando e rinnovando l’ambiente circostante.
La Prehnite è buona nel Feng Shui, per rimuovere le cose che non sono più necessarie ed organizzare quelle che desideri conservare. Infatti, aiuta le persone che hanno la tendenza ad accumulare beni inutili o vecchi amori, a volte in modo compulsivo.
La Prehnite è utile per le carriere che richiedono un’estrema attenzione ai dettagli come contabili, editori, chirurghi, infermieri, sarte e sarti.
Aiuta a rimanere sveglio e vigile quando ti senti mentalmente stanco.
Usala per aiutarti a rimanere concentrato e rinnovare la tua attenzione sulle questioni più delicate da affrontare.
Questa pietra è l’ideale per aiutarti a liberare le chiacchiere incessanti nella tua mente, ti aiuta a ordinare i tuoi pensieri, facendoti comprendere a capire cosa sia veramente importante.
La Prehnite incoraggia il pensiero analitico ed accelera l’elaborazione delle percezioni sensoriali, aumentando impercettibilmente ma continuamente i tuoi livelli di percezione.
Ti aiuta a rimanere nel momento presente ed evitare l’uso malsano dell’immaginazione, come visualizzare tutti i disastrosi possibili futuri che potresti incontrare.
Usando questa pietra in meditazione, puoi “ascoltare” le correnti della comunicazione angelica, la guida degli esseri spirituali o il canto del tuo Sé Superiore.
La Prehnite può anche aiutare i sensitivi ed i lettori intuitivi a essere più precisi nelle loro previsioni.
Migliora il processo di visualizzazione ed induce una meditazione profonda in cui viene contattato il Sé superiore.
Quando mediti con questo cristallo sei messo in contatto con la griglia energetica dell’Universo, aiuta la precognizione e la conoscenza interiore.
La Prehnite aumenta la profezia e ti mostra la via da seguire per la tua crescita spirituale.
Facilita anche la comunicazione con le anime e le entità del mondo spirituale, le entità intergalattiche e la propria energia spirituale.
Il cristallo promuove le allucinazioni visive, rende più facile ricordare i sogni e riduce la gravità degli incubi.
E’ benefica per i bambini iperattivi che affrontano le ragioni del loro disturbo.
Questo minerale porta l’essenza dell’amore incondizionato con la sua energia morbida e gentile, che elimina le emozioni negative in modo che non si trincerino nel nostro corpo emotivo.
Aiuta a non prendere i problemi sul personale o a serbare rancore, fa sentire emotivamente puliti e riposati.
La Prehnite aiuta a fidarci di più di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Essa è tra i minerali rari al mondo, che collegano i nostri Chakra del Cuore e del plesso solare, ovvero lo spazio interiore di qualcuno diventa indissolubilmente legato al proprio desiderio.
La Prehnite può perdere parte del suo colore nel tempo, se esposta alla luce ed al calore.
Pertanto, conserva questa pietra in un luogo fresco e buio, utilizzando un contenitore opaco.
E’ anche fragile e si spacca facilmente, quindi deve essere conservata all’interno di una busta imbottita o di una scatola.
La Prehnite deve essere pulita frequentemente con acqua saponata e un panno asciutto.
Sconsiglio soluzioni e rimedi chimici.
Per ricaricarla, metti la tua Prehnite nei palmi delle mani sotto l’acqua corrente, l’ideale sarebbe una fonte naturale d’acqua.
Osserva il flusso mentre esce all’esterno, assorbendo tutti gli inquinanti e lasciando dietro di sé solo l’energia luminosa.
Esponi la tua Prehnite durante la notte di Luna piena, dopo esserti assicurato che la vitalità dell’acqua abbia ripulito la gemma.
Se ciò non è possibile, assicurati che sia in un luogo in cui la luce della Luna sia abbastanza evidente da riflettere il raggio sulla pietra, idealmente senza barriere tra la pietra e il cielo.
E, se per caso volessi lanciare un incantesimo con un frammento di Prehnite, infondilo con il flusso dell’acqua e la luce della Luna piena, entrambi utili per migliorare l’abilità mentale.
PIANETA: Venere
ELEMENTO: Terra
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Bilancia
CHAKRA: 3 Manipura (C. del Plesso solare), 4 Anahata (C. del Cuore)
L’Alfabeto del Desiderio è l’alfabeto magico personalizzato di una strega o di un mago, una tradizione che esiste da secoli, come i simboli personali, e che trascende il semplice codice per le normali lettere AZ, identificando invece lo spirito delle cose.
Ogni lettera rappresenta una sensazione ed è legata ad un ricordo sensoriale.
Le lettere sono usate dal mago per scrivere il suo desiderio, che viene così nominato ed attirato all’esistenza, prendendo forma reale.
Si possono mettere le proprie lettere personali su strumenti, ciondoli e set di divinazione, e il proprio alfabeto può essere usato per creare Sigilli.
L’Alfabeto del Desiderio può diventare anche una forma di linguaggio onirico.
Nonostante l’Alfabeto del Desiderio sia un potente strumento magico, è un argomento spesso trascurato nell’Occultismo, anche nella Magia del Caos.
Non è così semplice come sembra, richiede un grado maggiore di pensiero e pianificazione intellettuale per renderlo di un formato magico veramente estetico e praticabile.
Ma, se sei interessato ad espandere i tuoi orizzonti magici, credo che troverai l’Alfabeto del Desiderio uno strumento inestimabile e piuttosto divertente da sviluppare, in quanto è un vero e proprio sistema di simboli della propria psiche.
Ciò può essere fatto in modo introspettivo e mistico e comunque richiede attenzione, impegno e perseveranza rispetto alla normale Magia dei Sigilli.
Ogni lettera dell’Alfabeto del Desiderio corrisponde a una parte di te stesso e può essere usata come mezzo per evocare quel tuo aspetto in un contesto magico.
Puoi anche creare un Alfabeto del Desiderio che corrisponda ad aspetti della tua esperienza del mondo esterno: in pratica tutto ciò che incontri, sia internamente che esternamente, può essere cristallizzato in un simbolo.
La maggior parte dei Sistemi magici storici del mondo sono semplicemente una forma dell’Alfabeto del Desiderio, con l’unica differenza fondamentale che, mentre l’Alfabeto del Desiderio è personale, i Sistemi magici storici sono utilizzati e condivisi da molte persone.
Inoltre, mentre i Sistemi magici storici sono stati creati da una persona o da un gruppo di persone per l’uso di molti, l’Alfabeto del Desiderio qualcosa creato dal marcatore e quindi è unico solo per lui.
Riflettendo, le Sephiroth cabalistiche, i Tarocchi, l’I Ching, molti sistemi tantrici ecc, rispecchiano tutte le idee di base dell’Alfabeto del Desiderio in termini di stile ed utilizzo di base.
Quindi, piuttosto che fare riferimento su qualcun altro per definire quali simboli usare e cosa significhino, l’Alfabeto del Desiderio ti permette di crearne uno tuo, in modo tale che sia tu a decidere l’aspetto ed il significato dei simboli e come utilizzarli.
Una volta creati tutti i simboli che desideri, si usano come lettere di un alfabeto, incatenati insieme per formare parole e frasi magiche ed impiegati in una miriade di modi diversi: sigilli usati per invocare gli spiriti, talismani intrisi di certe proprietà magiche, un mezzo di divinazione, ecc.
Puoi spaziare nella tua fantasia, nei tuoi gusti, non hai limiti per creare il tuo Alfabeto del Desiderio, e quindi potrai operare la magia in un modo assolutamente intimo e personale.
Ma non pensare che l’utilizzo di sistemi creati da qualcun altro sia necessariamente una cosa negativa, in quanto possono essere potenzialmente più potenti, poiché diverse persone
hanno confluito la loro energia in essi.
L’Alfabeto del Desiderio, invece, è una cosa personale, privata, e l’energia diretta in esso viene da te, non da altre persone, e gli manca l’intensità di sistemi più consolidati.
Un’altra forte motivazione per creare il proprio Alfabeto del Desiderio è che, mentre i sistemi di altre persone possono essere più potenti in senso generale, c’è anche un grande potere in qualcosa che tu stesso hai creato, un potere che manca a un sistema esterno.
Uno dei creatori più famosi dell’Alfabeto dei Desideri, che ha fornito dei contributi più vitali ed unici al mondo dell’Esoterismo, è Austin Osman Spare, “The Book of Desire” , che ha posto la sua completa enfasi sulla creazione di un sistema personale di magia.
Egli ha combinato arte e magia in un sistema unificato, fornendo una varietà di metodi, il cui obiettivo principale è quello di consentire al singolo mago di creare il proprio stile.
Fondamentalmente, è un insieme di 22 Glifi creati da Spare, che chiama “Principi del sesso“, ognuno dei quali esprime, per usare le sue stesse parole, “aspetti della sessualità”.
I principi sessuali sono concetti ed emozioni che si possono riconoscere all’interno della propria psiche.
Cose come l’amore, l’odio, la vita, la gioia, la morte, il dolore, sono tutti aspetti della nostra psiche che, quando utilizzati per uso magico, possono dimostrare un diverso insieme di poteri a cui il mago può attingere.
L’Alfabeto del Desiderio funge da insieme di sigilli creati da questi aspetti, per renderli più facili da utilizzare per il mago.
Di solito, ci sono due modi per creare l’alfabeto:
—Il primo e più semplice è scegliere un insieme di concetti opposti, scomporlo in tre concetti più specifici e creare un sigillo per ciascuno di essi, per poterlo attivare quando necessario.
—Il secondo è più complicato, in quanto si deve entrare nella Gnosi (lo stato della mente in cui tutto il pensiero ausiliario è limitato, per consentire a tutto il potere di elaborazione della mente di confluire in un’unica azione) e si medita per trovare ognuno di quei principi o concetti sessuali.
Quindi si trovano tre diversi aspetti di questi concetti e, attraverso la scrittura automatica, si crea un simbolo per ogni aspetto particolare di questi principi. Una volta fatto, si ha una serie completa di simboli personali della propria anima, da usare a proprio piacimento.
In nessuno degli scritti pubblicati da Spare, fino ad oggi, troviamo tutti questi suoi Glifi, lettere, completamente elencate, tanto meno spiegate.
Il suo Alfabeto del Desiderio è uno strumento che aiuta a esplorare e scoprire i propri desideri e può essere utilizzato in vari modi, come scrivere un elenco di desideri che vengono in mente, uno per ogni lettera dell’alfabeto.
Oppure, utilizzare i suggerimenti dell’Alfabeto del Desiderio per aprire la propria immaginazione ed esplorare diversi tipi di desideri.
O ancora, tenere un diario e riservare qualche minuto al giorno per pensare e scrivere ciò che si desidera.
Si può anche esplorare diversi tipi di desideri senza giudizio e vedere dove portano, o creare una lavagna visiva che visualizzi i propri desideri ed aiuti a lavorare per raggiungerli.
Infine si può meditare su ogni lettera dell’Alfabeto del Desiderio, permettendo alle idee e ai sentimenti di fluire e muoversi attraverso di sé.
Esiste una miriade di usi per l’Alfabeto del Desiderio, tutti con l’idea di base di espandere ed utilizzare il potere dei diversi elementi della propria stessa psicologia.
Ci sono vari modi in cui si può usare l’Alfabeto del Desiderio, ma per semplificare descriverò alcuni dei modi più comuni e semplici.
Ricorda che le mie descrizioni sono generali e brevi e, se desideri un’ulteriore elaborazione, dovrai consultare libri sull’argomento.
TALISMANO
Il primo metodo per utilizzare l’Alfabeto del Desiderio è attraverso la creazione di un Talismano, inserendo la lettera dell’alfabeto prescelta sopra lo stesso, incidendola, disegnandola o dipingendola sull’oggetto. Se si usa la cera, si possono inserire sostanze associate alla lettera nella cera stessa. Si ritiene che ciò favorisca il suo potenziale nello stabilire corrispondenze ed armonie magiche. Per creare un buon Talismano, l’intenzione di base deve essere quella di servire come punto focale materiale per l’energia magica, in modo che possa aumentare il potere magico ogni volta che è presente, oltre a fungere da influenza sulle aree in cui è posizionato.
EVOCAZIONE
Questo metodo consiste nell’evocare effettivamente la lettera, come se si stesse evocando uno spirito.
Ciò viene fatto solo dopo che la lettera sia stata sufficientemente caricata.
Quindi la lettera viene usata come Sigillo o Glifo, su cui viene eseguito un rituale di evocazione.
Per esempio:
Su un altare si pone la lettera, si accende l’incenso, lasciando che il fumo riempia la stanza del lavoro rituale.
Il mago fissa la lettera, concentrandosi su di essa e chiedendole di rivelarsi in forma spirituale.
La lettera si manifesta, sprigionando la sua energia ed il mago ha quindi un incontro soggettivo con lo “spirito” della lettera, il cui intento è quello di consentire un maggior grado di comprensione e familiarità con i significati e le implicazioni più profondi della lettera.
Secondo i principi della Magia del Caos, se la lettera viene evocata in questo modo, può essere usata come un modo per dispensare potere magico, lanciare incantesimi, servire come base per una visione più profonda, ecc.
MEDITAZIONE
Questo metodo è molto simile all’evocazione, solo che si fa in posizione seduta e l’intenzione principale è l’intuizione.
Il mago del Caos fissa la lettera proprio come avviene nel caso dell’evocazione, permettendo al significato magico più profondo ed alla presenza della lettera di manifestarsi nella coscienza.
L’immagine reale della lettera serve come base per la concentrazione del mago, ma l’intenzione è quella di richiamare alla mente un senso “mistico” della lettera, consentendo un incontro più profondo e gratificante.
CONTROLLO DEI SOGNI
Se una particolare lettera è associata al sogno, può essere usata come mezzo per indurre un sogno lucido, caricandola ed associandola al concetto di sogno tanto che, ogni volta che la lettera sarà vista, la mente reagirà istantaneamente ad essa associandola al sogno.
Così sarà anche un modo per ipnotizzare la mente, affinché entri in un sogno lucido.
Ad esempio, il mago può posizionare la lettera sul comodino, o da qualche altra parte comodamente visibile, ed addormentarsi mentre la guarda, in modo tale che essa possa apparire nel sogno, cosicché il mago riconosca istantaneamente che sta sognando e quindi entri in un sogno lucido.
DIVINAZIONE
Consiste nell’utilizzare le lettere dell’alfabeto come segni che indichino esiti o interpretazioni differenti.
Per fare ciò, devi creare un insieme di lettere più grande di quello che viene usato per lanciare incantesimi o evocazioni, in quanto la complessità della divinazione richiede un repertorio più ampio di lettere, o un modo di usarle in modo complesso.
Se usi in diversi modi l’I Ching o le carte dei Tarocchi, per esempio, comprenderai meglio ciò che intendo.
L’I Ching, per comprenderci meglio, ha 64 Esagrammi e ogni Esagramma possiede interpretazioni diverse, a seconda che le monete lanciate siano tutte testa, tutte croce o miste.
Quindi, la quantità di possibili interpretazioni è piuttosto ampia e questo rende la divinazione potenzialmente più accurata.
Ecco perché sarebbe bene creare un Alfabeto del Desiderio più folto, per avere un mazzo di carte col quale fare divinazione, mescolando e pescando carte.
Naturalmente, le mie sono informazioni generali ma, se sei interessato ad espandere i tuoi orizzonti magici, credo che troverai l’Alfabeto del Desiderio uno strumento inestimabile e piuttosto divertente da sviluppare.
Sebbene la Magia dei Sigilli sia radicata in molte delle stesse idee, l’Alfabeto del Desiderio trascende, diventando un vero e proprio sistema di simboli della propria psiche.
I disegni realizzati per creare il proprio Alfabeto del Desiderio possono diventare una sorta di pantheon astratto del proprio essere, permettendoti di accedere a diversi aspetti di te stesso a piacimento, in modo introspettivo e mistico, o come mezzo per tentare la magia.
In ogni caso, richiede più attenzione, impegno e perseveranza rispetto alla normale Magia dei Sigilli, ma penso che scoprirai che non è solo uno strumento potente, ma anche uno strumento estremamente divertente ed interessante da organizzare ed ideare.
Può essere un esperimento interessante e potresti persino imparare alcune cose nuove su te stesso durante questo processo.
Ti lascio alcuni titoli di libri interessantissimi, se vuoi imparare o approfondire questo magico argomento:
♥ The Book on Pleasure, di Austin Osman Spare
♥ Dream Magick: Lucid Dreaming, Chaos Magick and Dream Evocations, di Anousen Leonte
♥ Evocation through Sigil Magick: A Guide to Contacting Other Realities, di Anousen Leonte
♥ Sigil Meditation, di Anousen Leonte
♥ La magia dei sigilli. Come creare dei simboli per esaudire i propri desideri, di Frater U.D. a cura di Cristiano Curti
♥ Liber Null & Psychonaut, di Peter J. Carroll
♥ Azoetia: A Grimoire of the Sabbatic Craft, di Andrew D. Chumbley
In generale, nella religione precristiana dei Baschi non esisteva una rigida gerarchia di Esseri, un Dio che governasse il resto degli Dei.
C’erano molti spiriti selvaggi, come Lamiak, Jentilak, Basajaunak, e poi quelli più potenti, tra cui Sugaar ed il Dio del Cielo, Ortzi.
Nonostante ciò, c’era una Dea molto rispettata, Mari (Mari è una modifica di ‘Emari’ = dono, o ‘Amari’ = madre + suffisso di professione, perdendo la prima vocale), divinità femminile che abitava tutte le cime dei monti baschi, ricevendo un soprannome o appellativo diverso per ogni montagna, concettualizzazione basca della Madre Terra.
Ella poteva vivere nella grotta di Atau, di Aizkorri ed Aralar, ma la più importante delle sue abitazioni era la grotta sul lato est di Anboto, la vetta più alta della catena dell’Urkiola situata nei Paesi Baschi occidentali, conosciuta come “Grotta di Mari ” (” Mariren Koba ” o ” Mariurrika Kobea “), che dette alla Dea il nome di “Mari de Anboto“, o “Signora di Anboto” (Anbotoko Dama).
Altri suoi nomi erano: Mari Urraca, Signora di Murumendiko (Murumendiko Dama) e Mariuena (nella mitologia aragonese).
La Dea Mari era sposata con il Dio Sugaar (chiamato anche Sugoi o Maju), personificazione della virilità, il quale viveva sottoterra, nelle caverne e volava attraverso il cielo come un serpente di fuoco, sembrando un lampo.
Quando viaggiavano insieme, le loro partenze dalla caverna erano accompagnate da tempeste o siccità, cadeva la grandine e, in base a quale grotta sceglievano di abitare, si determinava il tempo secco o umido: bagnato quando erano ad Anboto; asciutto quando erano altrove.
Infatti, secondo la leggenda, Mari era la personificazione dei fenomeni naturali e di tutti gli animali, viveva anche una vita sotterranea in profonde caverne, che poteva raggiungere attraverso grotte e voragini nelle montagne.
Spesso sottoterra si trasformava in un animale e, in superficie, poi tornava donna, volando attraverso il cielo come una falce di fuoco, annunciata dal rombo di un tuono.
La sua dimora era piena di oggetti d’oro ed ella stessa era una bella donna vestita in modo molto elegante.
Oltre a produrre fenomeni atsmosferici, Mari Urraca rappresenta la nascita, il riposo delle creature naturali ed il ciclo della vita: questa è l’unica ragione per cui cambia il proprio aspetto così spesso.
Con gli uomini si comporta in modo tirannico, o al contrario, riesce a farli innamorare mostrandosi una donna docile e laboriosa, punisce le bugie, il furto e l’orgoglio, ma sempre con lo scopo di impartire giustizia attraverso la regola del no: “ezagaz eta baiagaz” = “con negazione e con affermazione”.
Praticamente, Mari prende ciò che le viene negato e, ogni volta che qualcuno nega di avere qualcosa, prende la parte che è stata negata.
Per esempio, se hai dieci mele ma dici di averne solo sei, Mari si prende le altre quattro.
Personificazione della Madre Terra, Mari Urraca è la regina della natura e di tutti gli elementi che la compongono.
Generalmente appare con il corpo e il volto di una donna, elegantemente vestita (generalmente in verde o rosso), oppure può anche apparire nella forma ibrida di un albero e di una donna con le zampe di capra e gli artigli di un rapace, o come una donna di fuoco, o un arcobaleno infiammato.
Nella sua forma femminile appare con una massa di capelli biondi che pettina al sole, con un pettine d’oro.
La Dea ha le sue assistenti, le “sorginas”, e ha due figli: Mikelatz, il figlio perverso, e Atarrabi (o Atagorri), il figlio gentile, i quali sono sempre uno di fronte all’altro, una rappresentazione paleocristiana del bene e del male.
La sua dimora principale è nella grotta situata nell’imponente parete verticale est dell’Amboto, appena sotto la vetta, e qui riceve i suoi fedeli, che devono osservare un rigido protocollo:
• Devono avere familiarità con il linguaggio hika.
• Devono uscire dalla caverna nello stesso modo in cui sono entrati.
• Mentre parlano con la Dea, non devono mai sedersi, nemmeno se invitati a farlo.
Quando è nella sua casa di Amboto, la vetta è tra le nuvole: questa è la manifestazione della sua presenza.
Mari Urraca, secondo le sue leggende, è molto simile a Gea poiché vive nelle caverne, si occupa della fertilità e dell’amore, e fornisce frutti e doni.
Tuttavia, non tutti i ricercatori concordano con questa identificazione, per alcuni Mari ha più somiglianze con il supremo Dio celeste Zeus, in quanto come lui governa i fenomeni meteorologici ed impartisce giustizia.
Mari era considerata la protettrice dei senatori e del potere esecutivo, raffigurata mentre attraversa il cielo su un carro trainato da cavalli o arieti, solitamente con una luna piena dietra la sua testa.
Inoltre, è identificata con animali rossi (mucca, montone, cavallo) e con il caprone nero.
L’origine di Mari Urraca è controversa, esistono diverse leggende in merito che a volte si mescolano alla storia.
Per esempio si dice che, quando ci si perde nella natura, basta gridare ad alta voce il nome di Mari tre volte per farla apparire sopra la propria testa, ed essere aiutati a trovare la propria strada.
Un’altra narra che Mari nacque a Lazkao e che era la sorella malvagia di un prete cattolico romano.
In altre leggende, il sacerdote è suo cugino Juanito Chistu, e non suo fratello, ed era un grande cacciatore.
Questi prendeva una conocchia e girava su se stesso,lasciando dietro di sé tempeste.
Oppure che lei fosse in origine una principessa del Regno di Navarra, vedova di un nobile del XII secolo che viveva nella Torre di Muncharaz nella valle conosciuta come Merindad de Durango.
Ella scomparve al momento della morte del consorte e si diceva che si fosse diretta verso la grotta di Anboto, riapparendo poi in seguito sotto forma di Dea Mari.
E ancora che avesse sette fratelli e fu trasformata in una strega per la sua disobbedienza, e che il clima diventava torrido o turbolento, quando appariva.
Ma la leggenda più famosa racconta che, molto tempo fa, c’era una famiglia che desiderava con tutte le sue forze un figlio, non riuscendolo mai a concepire.
Per questo, la giovane donna invocò il diavolo e lo pregò di rimanere incinta.
La condizione del diavolo era che avrebbe preso il bambino, quando avesse raggiunto l’età di vent’anni e la donna, nonostante questa condizione, accettò il patto.
Dalla gravidanza nacque una bellissima bambina, che fu cresciuta amorevolmente.
Quando stava per compiere vent’anni, la madre la rinchiuse in una scatola di vetro, affinché il diavolo non potesse prenderla, ma i suoi sforzi furono vani, poiché da allora Mari vive tra le montagne dei Paesi Baschi.
Il mito di Mari Urraca ha dato origine a diversi luoghi magici, in cui si crede che vivano Esseri magici, o che siano stati il sito di Akelarres (Sabbath delle streghe), o abbiano ospitato eventi inspiegabili.
Fate attenzione…
…Venient annis saecula seris, quibus Oceanus vincula rerum laxet
et ingens pateat tellus Tethysque novos detegat
orbes nec sit terris ultima Thule..
(Verrà un’era negli anni lontani,
in cui l’Oceano scioglierà i legami delle cose,
quando l’intera vasta terra sarà rivelata,
quando Tethys rivelerà nuovi mondi
e Thule non sarà il punto più remoto della Terra)
-Seneca il giovane-
Nel IV secolo a.C., un esploratore greco di nome Pitea lasciò la città portuale di Massalia, l’attuale Marsiglia, in Francia, all’epoca una colonia greco-occidentale, alla ricerca di nuove opportunità commerciali nell’estremo nord.
L’uomo ed i suoi sostenitori commerciali avevano un interesse particolare nel cercare l’Ambra, usata come forma di valuta, così come lo stagno, che era un ingrediente chiave nella produzione del bronzo.
Pitea era un osservatore competente del mondo naturale e, navigando dapprima a ovest, poi a nord, arrivò sulla costa di Prettanikē, ora Isole Britanniche, descrivendo l’effetto della Luna sulle maree e facendo la mappatura della costa della Gran Bretagna.
Poi si diresse coraggiosamente più a nord in un territorio inesplorato, a circa sei giorni di viaggio attraverso il mare dalle isole scozzesi di Shetland e Orkney.
E lì, il viaggio entrò in un Regno ultraterreno quando, dopo pochi giorni di navigazione, Pitea giunse in un luogo che descrisse come “né terra né mare”:
“ma invece una sorta di miscuglio di questi simile a un polmone marino, in cui la terra e il mare e tutte le cose insieme sono sospese, e questa miscela è … impraticabile a piedi o in nave”.
“dove il sole non tramontava mai, e l’aria ed il mare formavano una strana sostanza semi-solida”
Pitea sbarcò su un’isola sconosciuta a cui dette il nome “Thule”, (anche Thula, Thyle, Thile, Thila, Tile, Tila, Tilla, Tyle o Tylen derivando dalla parola greca “Θούλη”), dal suono che sentiva di continuo: …TOO-LEE…
L’esploratore descrisse l’incontro con il popolo di Thule, che definì come barbari, con pelle chiara e capelli biondo chiaro, umili agricoltori che coltivavano cereali e ortaggi a radice.
Pitea scrisse dell’estate artica, un fenomeno totalmente sconosciuto ai popoli del Mediterraneo ed affermò che gli abitanti di Thule gli avevano insegnato, che il sole tramonta a un certo punto durante il Solstizio d’inverno.
Quindi, durante i mesi estivi a Thule non c’era notte e durante l’inverno il sole non sorgeva mai.
Alla fine, Pitea tornò a Massalia e scrisse il suo capolavoro, “On the Ocean”, un resoconto del suo viaggio e un trattato di enorme influenza nel Mondo antico e destinato ai posteri che, purtroppo, andò perduto quando la grande biblioteca di Alessandria fu bruciata nel 48 a.C.
Le sue storie colpirono la fantasia di filosofi e poeti greci, i quali includevano riferimenti alla bellissima gelida Thule nei loro scritti.
Sulle mappe, Thule era spesso raffigurata come la terra più settentrionale, per cui veniva chiamata “Ultima Thule”, definita così per la prima volta dal poeta latino Virgilio, nel senso di estrema, cioè ultima terra conoscibile.
Questo significato nel corso dei secoli si è modificato, fino ad indicare tutte le terre “al di là del mondo conosciuto“, come indica l’origine etrusca della parola tular = confine.
Polibio, uno storico greco, nel 140 a.C. diceva su Pitea:
“che ha indotto in errore molte persone dicendo che ha attraversato tutta la Britannia a piedi, dando all’isola una circonferenza di quarantamila stadi, e raccontandoci anche di Thule, quelle regioni in cui non c’era più terra né mare propri né aria, ma una sorta di miscuglio di tutte e tre le consistenze di una medusa in cui non si può né camminare né navigare, tenendo tutto insieme, per così dire.”
Nel I secolo a.C., l’astronomo greco Gemino di Rodi affermò, che l’etimologia di Thule derivava da una parola arcaica per il fenomeno della notte polare:
“il luogo dove il sole va a riposare”.
Nel IV secolo d.C., Postumio Rufio Festo Avienio, un politico e poeta romano, nella sua opera “Ora Marittima” aggiunse che, durante l’estate a Thule, la notte durava solo due ore, chiaro riferimento al “Sole di mezzanotte”.
Nel 551 d.C. Giordane, uno storico goto, nella sua Getica scrisse che Thule sedeva sotto la stella polare.
Per secoli, le persone hanno discusso sulla posizione di Ultima Thule, questa misteriosa terra settentrionale, con tante informazioni e supposizioni contrastanti.
Le antiche mappe greche mostrano Thule molto a nord della Gran Bretagna e ad ovest della Scandinavia, quindi è possibile che Pitea si riferisse all’Islanda o alla Groenlandia.
In effetti, l’Islanda era chiamata Thule in epoca medievale, mentre per i Norvegesi si tratta della città di Smøla: ma anche Qaanaaq, la città più a nord della Groenlandia, era un tempo chiamata Thule.
Tra i vari contendenti, ci sono anche le Isole Shetland, le Isole Fær Øere, l’estone Isola Saaremaa.
L’impraticabile ghiaccio fangoso, la fitta nebbia, la mancanza di oscurità durante il Solstizio d’estate e la mancanza di luce solare al Solstizio d’inverno suggeriscono che Pitea viaggiò forse nelle vicinanze del circolo polare artico.
Gli argomenti per ciascuna parte sono convincenti, ma le prove sono così ambigue che, per ogni affermazione plausibile, un’altra parte avanza con forza una domanda riconvenzionale.
Nel 1775, l’esploratore, navigatore e cartografo britannico James Cook scoprì le Isole Sandwich Australi, chiamate così in onore del IV conte di Sandwich.
Il suo arcipelago più meridionale prende il nome di Isole Thule meridionali, poiché sembravano poste all’estremo confine del Mondo.
Thule è stata anche alla base della formazione di gruppi occulti come quello tedesco “Thule Gesellschaft”, fondato nel 1918, che identificava in Thule l’origine della saggezza della razza umana, che era popolata da giganti con i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle chiara, e possedeva straordinarie capacità tecnologiche.
Questi esseri un tempo dominavano il mondo ed avevano un potere successivamente perso, per aver avuto relazioni sessuali con membri di altre razze inferiori, subumane e in parte animali, credenza a cui si aggrappò appunto il partito nazista tedesco: Rudolf Hess, che in seguito prestò servizio sotto Adolf Hitler, era un membro della Thule Gesellschaft.
Tra le varie curiosità contemporanee, scienziati dell’Istituto di Geodesia e Scienza della Geoinformazione di Berlino, nel 2010 hanno annunciato di aver trovato la mitica Thule.
Infatti essi, studiando una mappa del II secolo a.C. realizzata da Tolomeo, hanno notato che c’erano errori tra la sua mappa e gli appunti di viaggio di Pitea.
Correggendo quelle discrepanze e ricalcolando i viaggi di Pitea, individuarono l’isola norvegese di Smøla come la mitica Thule.
Oggi, su alcune mappe geografiche, a volte si trova il nome Thule, in quanto questo nome è stato riciclato ed utilizzato per vari luoghi, inclusi siti in Groenlandia ed Islanda, nonché basi di ricerca artiche.
Questa mitica terra ha dato il nome anche ad un minerale, la Thulite, probabilmente perché questa pietra è stata trovata per la prima volta in Norvegia (di cui è Pietra nazionale), nel 1820, dal chimico svedese Anders Gustaf Ekeberg.
In definitiva, per secoli Thule ha continuato a confondere e deludere i geografi, che hanno cercato di fare mappe dell’estremo nord della Terra, dove hanno disegnato un enorme fiume insuperabile, o una grande fascia marina da un polo all’altro.
Tante generazioni, tante mentalità, tanti popoli hanno continuato imperterriti a cercare l’Ultima Thule, forse sedotti dal fascino dell’ignoto o forse, in fondo, rimanendo solo bloccati in un delirio poetico.
Fatto sta che, sebbene il fascino si sia un po’ raffreddato in indifferenza alla fine del secolo scorso, ci sono ancora persone attaccate alla promessa della purezza primordiale della leggendaria Thule.
E continuano a cercarla…
Lasciateci sognare!
La Thulite o Tulite, o Rosalina quando contiene calcite e presenta macchie bianche, è una varietà di Zoisite, il cui nome deriva dalla leggendaria isola di “Thule” della tradizione germanica, che dovrebbe formare il bordo più settentrionale del Mondo, probabilmente perché questo minerale è stato trovato per la prima volta in Norvegia (di cui è Pietra nazionale), nel 1820, dal chimico svedese Anders Gustaf Ekeberg.
La Thulite si presenta in masse granulari, o fibrose compatte, ed aggregati simili a bastoncini.
Questo minerale può essere di colore variabile da rosa chiaro a rosa scuro ed occasionalmente con accenti di verde, è da traslucido a semi-opaco e può assomigliare alla Rodonite, oltre a venire spesso erroneamente chiamata Giada rosa.
Oltre alla Norvegia, ci sono giacimenti di Thulite anche in Nuova Zelanda, Namibia, Tirolo austriaco ed alcuni Stati degli USA.
La Thulite è conosciuta come una pietra di espressione e passione, che dà alle persone la fiducia necessaria per parlare e esibirsi di fronte agli altri.
Quindi, è la pietra perfetta da avere con sé se si è un artista o si parla regolarmente di fronte alle persone.
Incoraggerà lo spettacolo, l’eloquenza e l’estroversione.
Un’ottima scelta per gli introversi, questa pietra può aumentare la fiducia in se stessi e rendere più estroversi e, se troviamo sempre scomodo stare in situazioni sociali, avere un pezzo di Thulite con noi ci aiuterà a sentirci più rilassati.
La Thulite è nota per portare un atteggiamento positivo e gioioso a chi la indossa, aprendo ad una visione più ottimistica della vita e delle relazioni.
Può aiutare ad essere più aperti e accettanti nelle relazioni ed aumentare la capacità di mostrare simpatia per gli altri.
Questa è una buona pietra per aiutare a rompere le abitudini distruttive e combattere la dipendenza, dando la forza di voltare pagina dagli errori del proprio passato.
È una forte pietra curativa, nota anche per migliorare la concentrazione, l’equilibrio e la coordinazione.
Lavorando per diffondere la tenerezza dall’interno verso l’esterno, la Thulite ci ricorda dolcemente che la prima persona che dobbiamo amare, e di cui prenderci cura, siamo noi stessi.
Questa pietra riscaldante è estremamente confortante e curativa per coloro che hanno sofferto di abusi, abbandono e violenza sessuale, affermando che non sono loro i colpevoli della propria sofferenza ed alleviando dolore, angoscia, rabbia e tristezza.
Il forte senso di conforto che porta può aiutare a dissipare la bassa autostima e l’odio verso se stessi, aiutando a riconoscere che si è speciali e degni di amore e rispetto.
La Thulite incoraggia a mettere in atto l’amore con energia gioiosa e carismatica.
Quando si abbraccia la vita con la determinazione di diffondere gentilezza ed amore incrollabile, quelle intenzioni positive si diffonderanno a coloro che assistono alle nostre azioni empatiche.
La Thulite ci insegna un messaggio semplice ma potente:
l’amore è contagioso!
Questo minerale accende la nostra curiosità per il mondo che ci circonda, ci incoraggia a porre più domande, a fare le nostre ricerche, a sperimentare e ad inventare.
La Thulite ci aiuta a concentrarci sulla risoluzione dei problemi, piuttosto che lamentarci della loro esistenza e, prestandoci la sua energia felice, ci ricorda che ogni problema ha una soluzione e che con la giusta attenzione nulla è impossibile.
Aiuta anche l’auto-riflessione e la ricerca della conoscenza di sé.
Ci aiuta a esaminare le nostre dualità ed a vedere noi stessi sia logicamente che amorevolmente.
E di fronte a un aspetto di noi stessi che non ci piace, essa ci aiuta a capire come cambiare e diventare il tipo di persona da ammirare.
Le energie della Thulite, accompagnate da quelle della Fluorite, ci aiuteranno a vedere la prospettiva più alta delle nostre esperienze emotive.
La Thulite migliora le nostre capacità di risoluzione dei problemi, ispirando a trovare nuovi modi ingegnosi per risolverli.
Protegge dalle persone disoneste e mostra di quali persone ci si può fidare nei propri affari o nei propri rapporti finanziari.
Essa migliora la creatività, che può aiutarti a trovare nuove idee e concetti che saranno redditizi.
Eliminerà anche la propria mancanza di scopo e la propria stravaganza, incoraggiando a fare scelte più equilibrate e intelligenti, soprattutto quando si tratta di soldi o affari.
La Thulite farà anche capire che la sensualità fa parte di una sana relazione d’amore, che è una parte importante per avere esperienze di vita positive e indimenticabili.
Aiuterà a promuovere un rapporto migliore con il proprio partner e ci metterà più a nostro agio quando si incontrano nuove persone, oltre a riaccendere la passione in una relazione che sta attraversando blocchi emotivi.
Mentre, se si è single o si cerca un partner, le energie della Thulite aiuteranno a trovare una connessione romantica in quanto, soprattutto, essa aiuta a rimuovere gli ostacoli che impediscono di dare o ricevere amore.
Le proprietà curative della Thulite possono aiutare a garantire che gli organi funzionino correttamente.
È anche nota per curare i disturbi gastrici e correggere le carenze di calcio ed è molto utile per curare qualsiasi tipo di problema legato allo stomaco.
Può anche essere usata per curare condizioni che colpiscono le ovaie e i testicoli, può rafforzare il cuore ed aumentare la circolazione sanguigna, può ridurre l’ipertensione e migliorare la resistenza sessuale.
La Thulite si indossa come gioiello o si tiene in tasca o in borsa, oppure si mette sotto il cuscino quando si dorme o si porta con sé quando si viaggia.
Questa pietra deve essere pulita con acqua corrente tiepida una volta alla settimana e si deve caricare con Cristallo di rocca o con la luce del sole.
Infatti, la Thulite ama essere esposta al calore del sole a brevi intervalli.
PIANETA: Venere
ELEMENTO: Aria
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Toro-Gemelli
CHAKRA: 4, Anahata (C. del Cuore) – 6, Ajna (C. del Terzo occhio)
Il Cardo asinino o Cirsio (Cirsium vulgare) è una pianta rustica e spinosa, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
“Cirsium” deriva dal greco col significato di “varice, ingrossamento delle vene”, in quanto anticamente si pensava che curasse i disturbi legati alle pareti venose.
“Vulgare” dal latino = “comune”.
“Cardo” è un termine greco dato a diversi generi e specie di piante, derivato dalla parola “ardis” = “punta dello strale”, alludendo con ciò alle numerose spine che ha la pianta.
“Asinino” in quanto la pianta, quando è giovane, è molto apprezzata da cavalli ed asini.
In inglese: Spear thistle, Bull thistle, Scotch thistle.
Originario della zona euroasiatica che va dall’Europa al Giappone, il Cardo asinino cresce nei luoghi incolti, sassosi, prati, fino ad altitudini alpine.
Il Cardo asinino può superare 1 metro d’altezza, ha foglie pennato-partite spinose con pagina inferiore biancastra e tomentosa.
I fiori variano di colore dal blu violetto al rosso porpora e forniscono una grande quantità di nettare agli insetti impollinatori, tra cui api mellifere, api cardatrici di lana e farfalle.
I semi sono mangiati da cardellini, verdoni e fanelli, e vengono dispersi dal vento, dal fango, dall’acqua e forse anche dalle formiche, oltre che dall’attività umana come le balle di fieno.
Il Cardo asinino è commestibile, i suoi gambi possono essere spellati eliminando la superficie spinosa, e poi cotti al vapore o bolliti.
Le radici a fittone possono essere consumate crude o cotte, ma sono appetibili solo su cardi giovani non ancora fioriti.
Le cimette essiccate e macerate in acqua sono utilizzate per far cagliare il latte di capra per la produzione del formaggio.
Questa pianta è presente in alcune cerimonie scozzesi come la “Riding of the Marches“, che si tiene ogni anno a luglio a Langholm.
Infatti un’antica leggenda scozzese narra, che il Cardo asinino salvò numerose vite durante la battaglia di Largs nel 1263 e cambiò le sorti della guerra contro i Norvegesi.
Mentre l’esercito nordico invasore stava per intrufolarsi in un accampamento scozzese aiutato dall’oscurità, uno dei Norvegesi a piedi nudi calpestò un Cardo asinino ed il suo grido doloroso squarciò l’aria notturna, allertando gli Scozzesi della presenza dei loro nemici.
Quindi, il Cardo asinino divenne l’emblema nazionale della Scozia, solitamente raffigurato con una corona sul capolino, chiamato Cardo scozzese, The Thistle of Scotland.
Un’altra versione risale al XI secolo, quando i Danesi a tentarono di attaccare un castello scozzese.
Essi si avvicinarono silenziosamente al castello, togliendosi le scarpe.
Nel buio della notte, videro un fossato che circondava il castello e, pensando di poter attaccare attraversandolo a nuoto, vi saltarono dentro.
Ma il fossato non era pieno di acqua, bensì di cardi ed i Danesi, saltandoci dentro a piedi nudi, dovettero ritirarsi dal dolore; e gli Scozzesi vinsero.
Inoltre, nel 1470 Re Giacomo III ordinò che l’immagine del fiore del Cardo asinino fosse collocata su monete d’argento e, poco dopo nel 1540, Re Giacomo V istituì l’Ordine del Cardo, un alto ordine cavalleresco della Scozia.
Lui ed i suoi 12 cavalieri indossavano ciascuno un distintivo raffigurante una stella, un cardo e le parole “nessuno mi fa del male senza punizione“.
Nella medicina popolare, le radici sono utilizzate come cataplasma specialmente per le mascelle doloranti o le emorroidi sanguinanti, oppure in decotto come coadiuvante della digestione e per curare i crampi allo stomaco.
Un infuso caldo dell’intera pianta è utilizzato come vapore alle erbe per il trattamento delle patologie reumatiche.
Le foglie si usano per curare la nevralgia, mentre i fiori freschi per coprire i gusti sgradevoli dei medicinali.
Questa pianta era anche usata per imbottire cuscini e materassi.
In Esoterismo, il Cardo asinino è molto potente nelle magie protettive, stabilisce confini, infonde coraggio, rompe maledizioni e guarisce gli animali.
Il momento migliore, perché abbia effetto potentissimo, è coglierlo durante la Luna Piena in Capricorno, in estate.
Quest’anno ci sarà il 3 luglio 2023 alle ore 13:40, hai tutto il tempo per organizzarti!
Prima di raccoglierlo, però, chiedi alla pianta il permesso per farlo.
Nella regione basca della Francia, il Cardo asinino è considerato un simbolo di protezione e viene chiamato anche “ Fiore del sole ” o “ Erba delle streghe ”.
È usato come protezione contro i malfattori, perché la gente crede che le streghe non possano guardare direttamente il Sole, ecco perché viene piantato spesso vicino alle porte d’ingresso delle case di questa regione.
Bruciare i Cardi asinini nel fuoco, eviterà che la casa venga colpita dai fulmini, oltre ad aiutare a scongiurare le malattie causate da spiriti maligni.
Metterli sul mais, terranno lontani gli spiriti maligni e quando un Cardo asinino appare su una carta dei Tarocchi, di solito rappresenta una minaccia invisibile.
I Cardi asinini venivano sparsi nei campi di grano, per scacciare i demoni ed i semi venivano bruciati per curare le malattie causate dagli spiriti maligni.
Oltre a scongiurare il male, si diceva che un fiore di Cardo asinino portato in tasca scongiurasse la malinconia.
Alle donne sotto processo per stregoneria, veniva data una pozione a base di semi di Cardo asinino ed Erba di San Giovanni (Iperico) per indurle a dire la verità.
Si credeva anche che le streghe usassero questa pianta con lo sputo dei rospi per diventare invisibili.
Nell’Essex, in Inghilterra, gli stregoni usavano gli steli più alti come bastoni da passeggio, mentre i maghi li usavano come bacchette.
In Irlanda, il Cardo asinino era considerato una pianta fatata, infatti dopo aver lanciato un incantesimo di viaggio, si diceva che maghi e fattucchiere tornassero a casa, nel Paese delle fate, a cavallo di questa pianta (invece della scopa).
Inoltre, si racconta che i folletti usino spine di Cardo asinino come spade.
Se trovi un fiore di Cardo con i suoi semi piumosi, raccoglilo, esprimi un desiderio e poi soffialo al vento: si avvererà.
Usa le spine negli incantesimi di protezione o per rompere un esagono.
Il Cardo asinino aiuta anche a lavorare con le guide spirituali, ad affrontare le sfide e a liberarti da qualsiasi cosa indesiderata della tua vita.
Donare dei fiori di Cardo asinino rappresenta l’intrusione ed ha il significato di avvertimento contro l’ingerenza indesiderata.
PIANETA: Marte
ELEMENTO:Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Ariete, Capricorno (Segno esaltato in Marte)
CHAKRA: 3, Manipura (C. del Plesso solare)
Un giorno la vita mi ha colpito
cosi forte che mi ha insegnato a resistere…
Un giorno mi hanno mentito cosi tanto
che mi hanno ferito
e allora ho imparato ad andare sempre avanti con la verità…
Un giorno ho perso chi non avrei mai creduto di perdere
e ho capito che bisogna concretizzare le parole
e farsi carico delle azioni…
A volte è necessario voltare pagina e ricominciare da zero…
anche se è difficile e fa male…
Il miglior guerriero non è colui che trionfa sempre,
ma colui che torna senza paura a combattere.”
-Dolores Ibarruri-