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Hypericum perforatum
“L’Erba di San Giovanni incanta tutte le streghe
se raccolta a mezzanotte nel giorno santo del Santo.
Tutti i diavoli e le streghe non hanno il potere di danneggiare
coloro che raccolgono la pianta per un incantesimo. . .”
L’Iperico (Hypericum perforatum), o Erba di San Giovanni o Scacciadiavoli, è una pianta officinale, semisempreverde, originaria della Gran Bretagna, con fiori giallo oro, che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni, da cui il nome popolare di “Erba di San Giovanni”).
Cresce nei boschi radi e luminosi, poiché non teme il freddo.
E’ ben riconoscibile anche quando non è in fioritura, grazie alle foglioline che, in controluce, appaiono bucherellate, da qui il nome “perforatum”.
In realtà si tratta di piccole vesciche oleose, mentre ai margini, così come nei petali, sono visibili dei punti neri, strutture ghiandolari contenenti Ipericina, da cui si estrae il famoso “olio rosso”.
L’Iperico fiorisce dal Solstizio d’estate fino a settembre; i fiori profumano intensamente di limone e producono un frutto rossastro, che contiene i semi.
Anticamente veniva coltivato o appeso fuori delle case, per scacciare diavoli e malefici, per cui veniva chiamato anche “Scacciadiavoli”.
Era consigliato come amuleto da indossare la sera, per aiutare chiunque avesse avuto la sfortuna d’incontrare una strega, intenta a volare con la sua scopa per raggiungere il Grande Noce che, secondo la leggenda, era il punto di ritrovo delle fattucchiere.
Nel Medioevo, si riteneva che un decotto di fiori d’Iperico, raccolti prima dell’alba, servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia.
Veniva anche bruciato come incenso.
Con la cristianizzazione, si diffuse la leggenda che l’Iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni, alimentando la credenza di cui sopra, e che il diavolo volesse distruggerlo trafiggendolo, ma l’unico risultato ottenuto fu quello di perforare le foglie.
Nella stessa epoca, nacquero leggende comuni un po’ in tutta la zona europea: con l’Iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare, se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell’anno.
Bastava cogliere un rametto d’Iperico ed appenderlo nella propria camera da letto.
Se il mattino seguente era fresco e vegeto, entro l’anno ci sarebbe stato il matrimonio.
Inoltre, la vigilia della festa di mezza estate, nei villaggi si preparavano dei grandi falò (Notte dei fuochi) ed i contadini indossavano coroncine di Iperico e, danzando, lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante ed allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie.
Invece in altri Paesi europei, sempre la stessa notte, si usava cingersi di questa pianta le tempie, ballando fino a tardi e, quando terminava la festa queste coroncine venivano gettate sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.
Ed ancora che, il giorno dei fuochi solstiziali, i più coraggiosi, che volevano avvistare gli esseri infernali, sfidavano la sorte nascondendosi a lato di un crocicchio, appoggiando una forca di legno di fico sotto il mento ed un catino d’acqua sotto i piedi; con un mazzetto di fiori d’Iperico tra le vesti, aspettavano lo scoccare della mezzanotte, per vedere le streghe che uscivano tenebrose dai loro nascondigli per spaventare i paesani.
I Cavalieri medioevali erano ammessi alle giostre, soltanto dopo aver assicurato e giurato sul loro onore di non indossare sotto l’armatura l’Erba di San Giovanni, che avrebbe conferito loro una protezione disonesta.
Una leggenda racconta, che le foglie dell’Iperico abbiano dei piccoli fori, perché Satana, stizzito, avrebbe perforato la pianta, dato che un rigagnolo del sangue di San Giovanni Battista avrebbe sbarrato il passo alle legioni dei suoi adepti.
Ancora oggi, le persone anziane raccontano che l’Erba di San Giovanni veniva usata dalle donne durante la Grande Guerra, portata indosso, nella speranza che servisse a proteggerle dalla violenza sessuale.
Nello stesso tempo, i combattenti spalmavano sulle canne dei fucili la sua linfa purpurea, per assicurarsi una buona mira.
L’Iperico era utilizzato come cura popolare contro la pazzia, la tristezza e la malinconia.
Attualmente sembra confermata da diverse ricerche scientifiche, l’azione antidepressiva dell’Erba di San Giovanni, dovuta in particolare alla capacità di aumentare i livelli di serotonina oltre che, in caso di disturbi del sonno, a quella di regolare la produzione di melatonina, responsabile a sua volta di un efficace ritmo sonno veglia.
Tradizionalmente, è sempre stato usato come antinfiammatorio, cicatrizzante e rigenerativo, antibiotico, antivirale, antimicotico ed antisettico, antidolorifico da applicare in caso di dolori o ferite.
Infatti, basandosi sulla “dottrina dei segni”, secondo cui le problematiche di una parte del corpo possono essere curate con una pianta che riproponga la forma dell’organo malato in questione, l’Iperico non sembra assomigliare a nessuna parte del corpo umano.
Osservando però una delle foglie in controluce, appare costellata di ghiandole simili a perforazioni, ovvero “ferite”.
In Esoterismo, fin dai tempi più remoti, l’Iperico è stato adoperato per allontanare gli spiriti malefici ed i demoni.
I popoli del Nord ne appendono rametti sulle pareti e sulle finestre di casa come amuleto protettivo e portafortuna ed è una pianta sacra al Dio nordico Balder.
L’Iperico è un erba di fertilità, protezione e purificazione.
Per purificare la casa da tutto ciò che è negativo, si deve bruciare l’Iperico nel camino o nel calderone e lasciare che il fumo permei tutte le stanze.
Nei tempi antichi veniva utilizzato per l’esorcismo.
In caso di lotte, competizioni, litigi, discussioni, soprattutto per far valere i propri diritti, si deve indossare un rametto di Iperico sotto i vestiti.
Aiuta a rafforzare la volontà.
E’ il fiore preferito delle Fate.