«Benvenuto, benvenuto!» cantavano e risuonavano tutti i raggi,
e il fiore si sollevò oltre la neve nel mondo luminoso.
I raggi lo accarezzarono e lo baciarono, così si aprì tutto,
bianco come la neve e adorno di striscioline verdi.
Piegava il capo per la gioia e l’umiltà.
«Bel fiore» cantavano i raggi «come sei fresco e puro!
Tu sei il primo, l’unico, sei il nostro amore.
Tu annunci l’estate, la bella estate in campagna e nelle città.
Tutta la neve si scioglierà; i freddi venti se ne andranno.
Noi domineremo. Tutto rinverdirà, e tu avrai compagnia,
il lillà, il glicine e alla fine le rose;
ma tu sei il primo, così delicato e puro!»
-tratto da “Il Bucaneve” di Hans Christian Anderson-
Il Bucaneve è una pianta erbacea, perenne e bulbosa, che porta un piccolo fiore bianco, campanulato e pendente.
La specie più diffusa, Galanthus nivalis, è originaria dell’Europa e del Mediterraneo orientale, anche se è ampiamente naturalizzata in altre regioni del Mondo.
Il nome del genere, Galanthus, deriva dal greco “gala” = latte e “anthos” = fiore, ad indicare un fiore bianco come il latte; il nome specifico nivalis = di neve, fa riferimento alla sua precoce fioritura, spesso, in mezzo alla neve.
La porzione della pianta, che risulta essere velenosa, è il bulbo, contenente alcaloidi come la ‘galantamina’.
Il bulbo del Bucaneve può essere confuso con quello della commestibile Erba cipollina (Allium schoenoprasum), tuttavia l’estrema rarità di questa Amarillidacea rende estremamente difficile ed improbabile la possibilità di intossicazioni.
Il Bucaneve è anche chiamato “Stella del mattino”, perché è uno dei primi fiori a spuntare dalla terra dopo l’Inverno.
La tradizione cristiana associa il Bucaneve alla Candelora, il 2 febbraio, giorno della purificazione della Madonna.
Nei tempi passati, le fanciulle lo raccoglievano per portarlo come simbolo di purezza.
Inoltre, una leggenda racconta che Eva e Adamo, una volta cacciati dal Paradiso Terrestre, furono trasportati in un luogo gelido, buio, dove era sempre inverno.
Eva, ben presto, fu presa dallo sconforto e dal rimpianto, non accettando l’idea di vivere in quelle condizioni.
Un angelo avuta compassione di lei, prese un pugno di fiocchi di neve, vi soffiò sopra ed ordinò che si trasformassero in boccioli, una volta toccato il suolo.
Eva, alla vista dei Bucaneve, prese forza e si rianimò.
Da quel giorno si dice, che basta raccogliere un Bucaneve nella prima notte di luna dopo la fine di gennaio, per essere felici tutto l’anno.
Invece, una leggenda greca narra che a Nikaria, una piccola isola dell’Egeo, dove Dedalo seppellì lo sfortunato Icaro, dal giorno della sua sepoltura, il vento cominciò a piangerne la morte, con lacrime che, al contatto del suolo, si trasformarono in Bucaneve.
In Inghilterra, i bulbi di Bucaneve sono stati importati dall’Italia e piantati nei giardini dei monasteri dai monaci, ma in seguito questo fiore è stato associato alla sepoltura.
I Vittoriani, infatti, iniziarono a piantare Bucaneve sulle tombe dei propri amati cari e, in molte parti del Paese, si riteneva che portasse sfortuna portare i piccoli fiori in casa.
In alcune versioni più estreme della superstizione, la morte sarebbe avvenuta in famiglia entro l’anno.
Molti si aggrappavano e praticavano questa superstizione, affermando risolutamente che un Bucaneve raccolto, portato sulla loro soglia di casa, fosse il motivo per cui erano rimasti vedovi.
Altre antiche superstizioni inglesi imponevano che, introducendo un Bucaneve, il latte si sarebbe inacidito e le uova si sarebbero rovinate.
In realtà, il Bucaneve è il simbolo di vita, purezza e speranza; lo stelo di colore verde simboleggia e si collega agli ideali pagani di salute e benessere, mentre il bianco simboleggia la luce del sole invernale, che ora inizia a rafforzarsi con l’allungarsi delle giornate.
Una vecchia leggenda moldava racconta che, una volta, durante una lotta con la strega d’inverno, che non voleva rinunciare al suo posto, la bella signora primavera si tagliò un dito e qualche goccia del suo sangue cadde sulla neve, che si sciolse.
Presto, sul posto crebbe un Bucaneve e, in tal modo, ella sconfisse l’inverno.
Un antico racconto tedesco narra che, all’inizio di tutte le cose, quando la vita era nuova, la Neve cercava di prendere in prestito un colore.
I fiori erano molto ammirati da tutti gli Elementi, ma custodivano la gelosia del loro colore e, quando la Neve li supplicava, voltavano le spalle con disprezzo, perché credevano che la Neve fosse fredda e sgradevole.
I piccoli umili Bucaneve ebbero pietà della Neve, perché nessuno degli altri fiori le aveva mostrato gentilezza e così si fecero avanti, offrendole il loro colore.
La Neve accettò con gratitudine e divenne bianca per sempre, proprio come i Bucaneve.
Per ringraziamento, la Neve permise ai fiorellini perlati di apparire in inverno come protezione, per essere impermeabili al ghiaccio e al gelo pungente.
Da quel momento in poi, la Neve ed i Bucaneve convissero fianco a fianco, come amici.
In Romania, una leggenda popolare è alla base di un’antica “Festa del primo giorno di primavera”, che si tiene il 1 marzo di ogni anno, conosciuta come ‘Mârtisor’.
Molto tempo fa, quando il Sole apparve per riscaldare la terra, sotto forma di una bella ragazza, la gente l’amava teneramente e attendeva con gioia il suo arrivo.
Quando calpestò la terra, gli uccelli iniziarono a cantare e le radici si mossero sotto il terreno.
Un anno, tuttavia, il mostro di Inverno, noto come Zmeu, rimase in attesa della giovane Sole e la fece prigioniera.
Nessun raggio di luce poteva sfuggire dalle spesse mura di pietra della sua prigione del castello.
Quell’anno, l’inverno non perse la sua presa di ferro sul suolo, la terra rimase dura e grigia e la gente soffrì.
Un giovane eroe, che amava teneramente Sole e vedeva la difficile situazione che la terra avrebbe affrontato senza di lei, fece uscire Zmeu dalle mura del suo castello, affrontandolo.
I due combatterono aspramente e il giovane riuscì a liberare Sole.
Egli si scaldò con il suo bacio, mentre lei si alzava in cielo ed i venti gelidi diventavano brezze primaverili.
Ma il povero Eroe era gravemente ferito e, nonostante il calore di Sole, cadde a terra.
Ogni goccia di sangue che cadeva, sciolse la neve sotto di lui ed i primi Bucaneve cominciarono a crescere, aprendo i loro petali bianchi quando Sole raggiunse il suo apice.
Quindi, oggi è tradizione che, durante il Festival del Mârtisor, una donna riceva un amuleto, indossato per buona fortuna, il quale consiste in una forma di fili rossi e bianchi, che sono intrecciati insieme e legati a dei Bucaneve e delle bamboline simboliche.
Conosciuto per avere proprietà medicinali, il Galanthus nivalis è attualmente utilizzato nel trattamento dell’Alzheimer, oltre ad essergli riconosciute proprietà anticolinesterasiche, antimicrobiche, antiossidanti e antitumorali.
Il Bucaneve è un presagio di primavera, significando rinnovamento e vita nella sua forma più nuova e vibrante.
Da ciò, il suo uso in magia è considerato sacro, soprattutto a Imbolc, ed è simbolo di purezza.
Può essere usato per negare la magia dannosa e le cattive intenzioni, soprattutto se utilizzato insieme con un Quarzo ialino .
I Bucaneve si trovano spesso negli incantesimi e nei rituali associati alla speranza, all’amicizia nelle avversità, al trapasso e al dolore.
Secondo gli antichi erbari d’amore, il Bucaneve rivela i veri sentimenti dell’amato e la sua fedeltà: basta gettarne un mazzolino nell’acqua di un fosso.
Aggiungendo all’acqua del bagno (che non dovrà durare più di 20 minuti), una manciata di Bucaneve secchi, aumenta la forza di volontà (Intento) ed i Poteri Psichici.
PIANETA: Saturno-Luna
ELEMENTO: Terra-Acqua-Aria
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Cancro-Capricorno-Acquario
CHAKRA: 7, Sahasrara (C. della Corona)