FARFALLA
“Una volta Zhuangzi sognò di essere una farfalla, una farfalla svolazzante che batteva le ali in giro, felice con se stessa e facendo quello che le piaceva.
Lei non sapeva di essere Zhuangzi.
Di colpo si svegliò e lì era, solidamente e senza dubbio, Zhuangzi.
Ma egli non sapeva se fosse Zhuangzi che aveva sognato di essere una farfalla, o una farfalla che sognava di essere Zhuangzi.
Tra Zhuangzi e una farfalla ci devono essere delle differenze!
Questa è chiamata la Trasformazione delle Cose.”
La Silfide (in inglese Sylph), dal greco Silphe = farfalla, è uno spirito femminile dell’aria; la sua forma maschile è il Silfo.
Nella mitologia germanica, è una figura femminile, genio del vento e dei boschi, e possiede una figura agile e snella, tanto che la parola si usa anche per indicare ragazze esili.
Paracelso, medico ed alchimista svizzero, è considerato l’inventore del termine, ne narrò ampiamente le gesta, chiamandole anche “Silvani”, ispirandosi probabilmente a figure mitiche della Cabale.
Egli le descrive come esseri elementali dell’Aria, cioè spiriti legati all’Aria intesa come uno dei quattro elementi della Natura.
Nel 1670, Nicolas-Pierre-Henri de Montfaucon de Villars (Abate di Villars) scrisse un romanzo intitolato “Le Comte de Gabalis ou Entretiens sur les sciences”, in cui descrisse le Silfidi: “L’aria è piena di una moltitudine di persone [Silfidi] dell’aspetto umano, un po’ feroce nel loro aspetto, ma docili in realtà: grandi amanti delle scienze, sottili, solleciti verso i savi ma nemici degli stolti e ignoranti”.
Secondo il letterato inglese Alexander Pope (1700), nel suo “The Rape of the Lock”, le Silfidi sono condense chimiche degli stati d’animo di donne spiacevoli. Infatti, le donne piene di rancore e di vanità diventano Silfidi quando muoiono, perché i loro spiriti sono troppo pieni di vapori scuri, per poter salire in cielo. Belinda, l’eroina dell’opera, assistita da un piccolo esercito di Silfidi, è incoraggiata da loro nella sua vanità dovuta alla bellezza.
In seguito, nel linguaggio comune, Silfide è diventato un termine per riferirsi a spiriti minori, fiabeschi, tanto da ispirare “The Sylphide”, uno dei balletti più famosi, capostipite del balletto romantico, il cui libretto è di Adolphe Nourrit, musica Jean Schneitzhoffer e coreografia di Filippo Taglioni.
Il balletto narra che, alla vigilia delle nozze di un giovane scozzese di nome James con la fidanzata Effie, una bella Silfide, innamorata di lui, gli appare danzando in sogno e svanisce al suo risveglio. James se ne innamora a sua volta, ma deve sposare Effie. Fra gli invitati al matrimonio compare la strega Madge, che rivela a Effie che James ama un’altra più di lei. James caccia Madge e i preparativi delle nozze proseguono. La Silfide ricompare, ma solo James può vederla. Lo spirito, prima della cerimonia, ruba l’anello nuziale destinato a Effie eJames la insegue nella foresta, abbandonando la fidanzata. James nella foresta incantata riceve in dono dalla strega Madge una sciarpa magica, che dovrebbe consentirgli di catturare la Silfide. Ma la sciarpa è avvelenata e, quando viene posta sulle spalle dello spirito, questa perde non solo le ali ma anche la vita, circondata dalle sue compagne. Da lontano, James vede il corteo delle nozze di Effie con un altro giovane, Gurn.
Le Silfidi sono considerate viventi nel vento e come esseri che si spostano nelle correnti aeree. Inoltre, sono creature estremamente timide, anche se non disdegnano il contatto con gli umani, spesso ingannevoli (specie quelle femminili), pur non mancando talora di apparire dolci, comprensive e utili. Sembra, infatti che, qualora ritengano che l’aiuto a loro richiesto sia giusto, siano capaci di rivoltare il mondo pur di aiutare il loro protetto.
Per poterle incontrare, si dovrebbe andare nelle pianure, sulle montagne, sulle altezze vertiginose e, comunque, i luoghi molto ventosi.
Le Silfidi comandano i venti e la pioggia e danno forma alle nuvole; il fulmine è la loro arma e il loro potere è più forte durante l’alba o il crepuscolo.
William Shakespeare immortala le Silfidi in Ariel, nella commedia “La Tempesta”. Ariel appare nella seconda scena del primo atto. Comunica al mago Prospero, suo padrone, di aver fatto naufragare la nave del Re di Napoli, senza feriti, e che tutti sono approdati all’isola, divisi in piccoli gruppi. Davanti all’approvazione di Prospero, Ariel tenta di riottenere la propria libertà. Il mago gli ricorda il suo obbligo di servirlo, in cambio della liberazione dall’albero nel quale era stato imprigionato dalla strega Sycorax. Aggiungendo che, se tutto andrà secondo i piani, e se Ariel lo servirà fedelmente, potrà essere libero entro un paio di giorni. Nel secondo atto, Ariel appare brevemente per sventare un complotto per uccidere Alonso, re di Napoli. Il fratello, Sebastiano, tenta di ucciderlo nel sonno, ma Ariel lo sveglia. Nel terzo atto, Ariel manda all’aria i piani del servo Calibano, che si è messo d’accordo con il cantiniere ubriacone Stefano ed il buffone Trinculo per uccidere Prospero ed impadronirsi dell’isola. In seguito appare fra tuoni e fulmini terrorizzando i responsabili del colpo di Stato che ha costretto Prospero a rifugiarsi sull’isola. Nell’ultimo atto, Ariel risveglia il resto dell’equipaggio, addormentato da un incantesimo di Prospero, e rilascia i prigionieri. Grazie al suo intervento Miranda, la figlia di Prospero, e Ferdinando, figlio di Alonso, si sono innamorati. Prospero, colpito dal suo successo e ormai nuovamente padrone del suo titolo, lo libera.
John Anster Fitzgerald (pittore inglese dell’800) raffigura un Silfo alato, efebico e femmineo mentre si dondola sul ramo di un biancospino in fiore, attorniato da uccelli multicolori.
ARIEL (John Anster Fitzgerald)
Le Silfidi sono le creature della Primavera, e i loro canti e le loro danze risvegliano la Natura. Il loro linguaggio è simile a quello degli uccelli per questo comunicano con la musica e il loro strumento preferito è il flauto.
Nel ” Element Encyclopedia Of Secret Signs And Symbols The Ultimate A Z Guide From Alchemy To The Zodiac”, Adele Nozedar riporta come la credenza dell’esistenza delle Silfidi fosse radicata fin dal tempo di Carlo Magno, tant’è che egli emise un editto che vietava che questi spiriti si mostrassero agli esseri umani.
Ne “Il magico regno di Landover “, scritto da Terry Brooks, Willow è una Silfide, moglie di Ben. Lei è la figlia del Signore del Fiume, ha la pelle color verde chiaro e capelli color smeraldo. Ha una doppia natura, umana e fatata, perché ha origini dal Mondo Fatato. Per mantenere la sua forza vitale deve trasformarsi in un salice ogni 21 giorni.