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Gli antichi pagani credevano che la giornata del Solstizio d’Estate fosse insolitamente lunga, perché il Sole si era smarrito nel cielo.
Di conseguenza, sorsero numerosi rituali per aiutare il Sole a ritrovare la sua strada.
Gli antichi credevano che ogni sorta di creatura soprannaturale sarebbe emersa in quella notte, portando a pratiche ancora più mirate a proteggere le persone dall’influenza del male.
Fu consacrata anche ‘Notte di predizione del futuro’, poiché i giovani cercavano di scoprire il loro futuro, soprattutto romantico, attraverso varie pratiche superstiziose.
La tradizione di accendere un grande falò, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, ha le sue radici in questi riti pagani, che celebrano il Solstizio d’estate, in seguito cristianizzati nel Medioevo ed associati al giorno della nascita di San Giovanni Battista.
Tra le varie usanze:
Ξ Gettare pietre nel braciere, per recuperarle in seguito e metterle nei campi: più grandi erano le pietre, maggiore sarebbe stato il raccolto.
Ξ Una volta rimaste solo le braci, si saltava sul fuoco. Gli innamorati lo facevano ogni anno, per preservare la fiamma del loro amore. I single, invece, dovevano girare intorno al fuoco nove volte, per trovare la persona che faceva al caso loro.
Ξ Giovani uomini e donne saltavano sopra i fuochi tenendosi per mano. Se fossero riusciti a saltare senza lasciarsi andare, si si sarebbero sposati.
Ξ Lanciare una moneta nel fuoco, e ritrovarla tra le ceneri, assicurava prosperità tutto l’anno.
Ξ Una volta spento il fuoco, tutti tornavano a casa con un pezzo di residuo di legna bruciata. La tradizione popolare dice, che poteva essere estratto senza rischi, perché ‘il fuoco di San Giovanni non brucia’. Chiuso in un armadio, avrebbe protetto la casa da incendi, fulmini ed alcune malattie.
Ξ Fanciulle nubili, vestite di bianco, dovevano lanciare ghirlande di fiori in un fiume o in un ruscello. Se i fiori giravano in cerchio per molto tempo, la ragazza sarebbe rimasta single. Se i fiori scorrevano rapidamente a valle, la ragazza si sarebbe sposata entro un anno. I ragazzi cercavano di influenzare il processo, tuffandosi in acqua ed afferrando i fiori della fanciulla che desideravano sposare.
Ξ Qualsiasi cosa si fosse sognata alla vigilia di San Giovanni, si sarebbe avverata.
Il 24 giugno, quindi, la Festa della Luce, era il giorno più lungo ed importante dell’anno, inseparabile dal Solstizio d’Estate.
In passato, per la società agro-pastorale, questa giornata rivelava un lavoro intenso e laborioso da non perdere, se si voleva essere sereni nell’anno seguente ed iniziare così un nuovo ciclo agrario.
Un’altra tradizione per il giorno di San Giovanni, il 24 giugno, era quella di fare una croce di fiori ed appenderla alla porta di casa o al fienile, per essere protetti tutto l’anno.
Questa croce era purificatrice, garantiva prosperità, teneva lontani dalle malattie.
Installata all’ingresso della casa, proteggeva la famiglia per un anno da malattie, incantesimi ed altri flagelli.
La raccolta dei fiori si faceva all’alba del 24 giugno, a piedi nudi, vestiti di bianco, nella rugiada del mattino.
Poi, la stessa sera, durante il Falò di San Giovanni, si bruciava la vecchia croce dell’anno precedente.
In passato, erano i mezzadri ad occuparsi di questo rituale, mentre le donne realizzavano le croci di San Giovanni in 2 modi: con fiori naturali o con fiori creati con midollo di giunco.
Le più popolari erano fatte principalmente con fiori naturali come:
Achillea (apprezzata per le sue virtù medicinali ed il suo colore bianco, simbolo di purezza); Segale (per l’abbondanza dei campi e di cibo); Finocchio selvatico (grande protettore contro la sfortuna); Erba di San Giovanni (Iperico, per allontanare i diavoli); Margherita; Edera terrestre (Glechoma hederacea, chiamata anche ‘cintura di San Giovanni‘); Sempervivum (che devia la rabbia del Dio del fulmine dalle case); Artemisia (protettrice della femminilità); Salvia (panacea per tutto) e tante altre.
Antichi testi citano:
“Come nel giorno di San Giovanni, per la generale esultanza, molti atti di pietà vengono compiuti dai fedeli, tra cui il suono delle campane e i Giochi di gioia (ignes jucunditatis); parimente escono la mattina presto per raccogliere erbe aromatiche, ottime e salutari per loro natura e pienezza delle loro virtù secondo la stagione… Alcuni accendono fuochi ai crocevia, nei campi, per impedire alle streghe e alle maghe passarci durante questa notte; altri, come ho visto con i miei occhi, bruciano le erbe raccolte nel giorno di San Giovanni, contro fulmini, tuoni, temporali, e credono di allontanare demoni e tempeste con le loro fumigazioni”
-Tractatus tractatuum, ed. di Lione, 1544, IX, 133-
(“Cum in die S. Joannis, propter jucunditatem, multa pie aguntur a fidelibus, puta pulsatio campanario et ignes jucunditatis, similir summo mane exeunt ad colligendas herbas odoriferas et optimas et medicinales ex suia natura et plenitudine virtutum propter tempus… Quidam ignes accendunt in compitis viarum, in agris, ne inde sortlegae et maleficiae illa nocte transitum faciant, et, ut ego propriis oculis vidi, alii herbas collectas in die S. Joannis incendentes contra fulgura, tonitrua et stormates, credunt suis fumigationibus arcere daemones et stormates” .
Nel 1579, Laurent Joubert, medico e chirurgo francese, nel suo ‘Trattato sugli errori popolari’, stampato a Bordeaux da Millanges, scriveva:
«Il volgare ignorante è dell’opinione che la fama sia sterile solo per un’occasione, che è la freddezza del loro grembo. Di cui per ingrassare si bagnano e ribagnano, spesso, con certo decotto di tutte le erbe calde, che possono recuperare: e sono per la maggior parte quelle di S. Giovanni, la cui buona fama si cingono anche in quel giorno i lombi, delle dette erbe, come aventi la proprietà di mantenerle fertili o farle diventare fertili, anche essendo poste sopra la tunica».
E tutto ciò, perché le Erbe di San Giovanni avevano assunto anche
un valore medicinale, atto a favorire la fertilità femminile.
Secondo il folklore islandese, la vigilia del 24 giugno, è una delle quattro notti più magiche dell’anno.
Le mucche, ad esempio, parlano in lingue umane e le foche lasciano la loro pelle, in modo che la loro forma umana diventi visibile.
Attenzione alle mucche, però, perché se ti vedono, impazzirai…
In questa notte così particolare, ad esempio, potresti rotolarti nudo nella rugiada che cade al mattino presto della Messa di San Giovanni, soprattutto se soffri di prurito.
Ma, sappi, che questo rituale cura anche altre 18 malattie fisiche.
Pensa che magari, mentre lo fai, potresti trovare abbastanza facilmente un Quadrifoglio o una Mandragora, che apriranno qualsiasi serratura, soltanto appoggiandoli sopra, specialmente quelle di ferro vecchio e quelle di forzieri contenenti tesori.
Ma fai attenzione a riporle avvolte nei capelli di un morto, e mettile sotto il tuo braccio destro, o appendile a un filo di seta, che ti metterai al collo.
Puoi anche raccogliere Ortica che cresce dove un uomo innocente è stato ucciso e, se frusterai un mago con quest’erba poco dopo averla raccolta, egli perderà tutto il suo potere.
Stai attento anche agli Elfi, che vagano questa notte in cerca di compagni umani: potrebbero non riportarti alla vita che conosci.
Tuttavia, tutte le cose veramente malvagie dormono questa notte, quindi sei decisamente al sicuro da loro.
O almeno, quasi al sicuro…
Se sei una ragazza non sposata, puoi prendere un bicchiere, riempirlo a metà d’acqua, quindi rompere un uovo e mettere l’albume nel bicchiere.
Lascia il bicchiere durante la notte, senza spostarlo affatto, e la mattina della messa di San Giovanni potrai leggere, dalle formazioni che il bianco ha creato nell’acqua, quale lavoro svolge il tuo futuro marito.
Sai, potresti anche sedere a un bivio, la notte della vigilia di San Giovanni e gli Elfi ti porteranno molti beni e cibo desiderabili.
Ma ricorda: coloro che li accettano impazziscono, e coloro che ignorano con successo queste magiche creature, al mattino riceveranno l’intero tesoro.
Insomma, in questa meravigliosa notte soprannaturale, potresti vivere mille magiche avventure, ma se hai intenzione di lanciare incantesimi con le erbe, oltre a raccoglierle questa notte, se sei fortunato, potresti trovare anche pietre dei desideri e pietre svanite, che galleggiano in alcuni laghi di montagna.
Infine, ti lascio con un piccolo suggerimento, se hai voglia di innamorarti,
poiché si consiglia di innamorarsi a San Giovanni, affinché l’amore sia vero ed imperituro.
Quindi, dovresti raccogliere solo le piante adatte a comporre la famosa “Polvere di badinage“:
Maggiorana, Timo, Verbena e Mirto.
Dopo l’essiccazione, riducile in polvere e setacciale.
Metti la polvere in un piccolo sacchetto di tessuto in lino.
Nelle serate di ballo o di appuntamenti, spruzza un po’ di questa polvere su te stesso, per suscitare amore nel prescelto del tuo cuore!
Certo, ormai dovrai aspettare l’anno prossimo per effettuare questo rituale, ma è un utile consiglio per non trovarti impreparato la prossima volta.
LE ERBE DI SAN GIOVANNI
Le cimette io cogliea della mortella
spigo, timo, cedrina e vigorosa
menta, con rosmarino e nipitella
foglie di noce e qualche ultima rosa.
E tutta, entro una conca, l’odorosa
boccetta esposta alla Diana stella
con limpid’acqua, v’infondea gelosa
le spiche d’aglio e il pan, la nostra ancella.
Io ne ridea e le movea domanda:
perchè dell’aglio col maligno odore
offender l’aromatica lavanda?
Ella, facendo il segno della croce:
l’aglio di San Giovanni ha gran valore,
nè della strega or più l’occhio gli nuoce.
–Maria Alinda Bonacci Brunamonti –
La vigilia di San Giovanni, che inizia al tramonto del 23 giugno, è la vigilia della festa che precede la festa di San Giovanni Battista.
Il Vangelo di Luca afferma, che Giovanni nacque sei mesi prima di Gesù, quindi la festa di Giovanni Battista fu fissata il 24 giugno, sei mesi prima di Natale, secondo l’antico calcolo romano.
Questo giorno di festa è uno dei pochissimi giorni di santi, che commemora l’anniversario della nascita, piuttosto che della morte, del santo che viene onorato.
La festa di San Giovanni coincide strettamente con il Solstizio di giugno, chiamato anche ”Mezza Estate” nell’emisfero settentrionale.
Nonostante la festività cristiana sia fissata al 24 giugno, nella maggior parte dei paesi le festività si svolgono principalmente la sera prima, alla vigilia di San Giovanni, festa celebrata in molti luoghi, o addirittura fin dal 21 del mese corrente.
Naturalmente, i giorni che circondano il Solstizio d’Estate abbondano di leggende, divinazioni e rituali che coinvolgono acqua, piante e fuoco.
In quasi tutte le zone rurali d’Europa, la notte tra il 23 e il 24 giugno, giorno della natività di San Giovanni Battista, è scandita da feste e falò, ruote infuocate che rotolano giù per le montagne, purificazione rituale del bestiame con fumo, incendio di erbe aromatiche per allontanare il malocchio e guarire.
In Italia, al centro di questo inebriante mix di simbolismo e rituale, troviamo rituali magici, streghe, fate, spiriti della natura, santi cristiani, rimedi erboristici, raccolta delle noci per preparare il Nocino, il famoso “Liquore delle Streghe”.
Durante San Giovanni, il velo tra il mondo degli spiriti e il nostro si assottiglia, quindi dobbiamo proteggerci dagli spiriti maligni, dalla stregoneria e dal malocchio.
Vediamo come possiamo farlo.
In seguito all’avvento del Cristianesimo, la Chiesa dichiarò il 24 giugno, il giorno di San Giovanni in onore di San Giovanni Battista, incorporando le antiche tradizioni popolari di mezza estate nella nuova celebrazione religiosa.
Ma come spesso accadeva, le persone non erano preparate ad abbandonare le loro gioiose vecchie pratiche pagane.
Credevano che il velo tra i vivi e i morti fosse particolarmente evanescente in certe notti dell’anno, e non passò molto tempo prima che la vigilia di San Giovanni diventasse uno di quei giorni in cui i morti camminavano sulla Terra e le fate dispettose fossero più potenti.
Così la vigilia di San Giovanni si trasformò in una notte di magia, mistero e stregoneria in cui si credeva, tra le altre cose, che le erbe possedessero poteri curativi particolarmente forti.
Non è un caso, se in questo periodo dell’anno vengono raccolte molte piante aromatiche, appena fiorite, con aromi più intensi.
Le erbe specifiche variano in base al luogo in cui si vive, ma devono essere sette, anche se alcuni parlano di 9, ma io credo nel numero 7.
Il numero 7 è una costante in tutti rituali di San Giovanni: saltare 7 volte sul fuoco, bere da 7 fontane, saltare su 7 onde e raccogliere 7 erbe.
Molte delle erbe hanno proprietà medicinali, quindi sono raccolte sia per questo, che per il loro potere contro il male.
È tradizione che le donne raccolgano varie piante alla vigilia del 24 giugno, di cui la più famosa è “l’Erba di San Giovanni (Iperico)”, che si crede sia imbevuta del potere del sole, oltre ad essere magica e medicinale.
Fin dal Medioevo, era appesa su porte e finestre, per respingere le streghe e gli spiriti maligni.
Le sue proprietà curative sono ben note ed era utilizzata dai Cavalieri Ospitalieri, un ordine militare cattolico medievale che ha preceduto il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Con le 7 erbe raccolte, si prepara la famosa “Acqua di San Giovanni”, chiamata anche “Guazza di San Giovanni”, ma intanto vediamo quali piante potreste raccogliere; a voi la scelta a seconda delle vostre esigenze.
–Finocchio selvatico: lavora contro il malocchio
–Felce maschio (Dryopteris filix-mas): secondo la leggenda fiorisce solo nella notte di San Giovanni, rimane visibile solo un attimo e può essere raccolto solo dopo aver combattuto con il diavolo
–Felce femmina (Pteris aquilina): invisibilità
–Ginestra ghiandolosa (Adenocarpus) : da questa pianta si ricavavano le scope per spazzare via gli spiriti dalla casa
–Erba di San Giovanni (Iperico): agisce contro il diavolo ed è molto popolare nella medicina tradizionale
–Malva comune: con proprietà antinfiammatorie, lenitive, emollienti, protettive delle mucose
–Rosmarino: usato per protezione
–Erba Luigia o Cedrina (Aloysia citriodora): buona per l’amore e associata alle feste
–Digitale: protegge le abitazioni da malefici e negatività, da incendi e furti
–Artemisia (Assenzio): contro le disgrazie e per proteggere la fedeltà e la felicità della coppia, fertilità
–Camomilla: prosperità, protezione, calma, creatività, amicizia, pace
–Ruta: tiene lontani i vermi, i demoni e il malocchio
–Menta: protegge dal male, aiuta nella guarigione, attrae il denaro
–Sambuco: allontana gli incubi, esorcismo e annulla gli attacchi di ogni tipo
–Prezzemolo: allontana il male, utile per la chiaroveggenza
–Aglio: assorbe e respinge il male e le malattie, ottimo in magia cerimoniale per allontanare durante i riti larve astrali o presenze negative in genere
–Lavanda: purifica, allontana le negatività, la sfortuna e il malumore, favorisce la felicità, l’amore, il raggiungimento della pace interiore
–Rosa: attira l’amore
–Achillea: guarigione delle ferite, il suo olio essenziale ha proprietà antinfiammatorie
–Trifoglio: usato in un bagno rituale, attira denaro e prosperità; usato per lavare i pavimenti, allontana gli spiriti maligni e gli ospiti indesiderati; contro le fatture o le interruzioni del malocchio; in un sacchetto giallo porta avanzamento nel lavoro
–Mandragora: con la doppia facoltà di sedativo ed eccitante data la sua essenza ambivalente, maschile e femminile; usata per preparare narcotici e filtri d’amore
–Ribes rosso: protegge dal male
–Pervinca: talismani vegetali
–Cardone (Carlina acaulis): impedisce i passaggi delle streghe; inchiodato alla porta di casa, costringe la strega a contarne tutti tubuli
–Biancospino: protegge la casa dalle calamità naturali e non
–Timo: per passare a una nuova fase della vita e lasciare il passato alle spalle.
Ma come li usiamo?
Le erbe, una volta raccolte, devono essere lasciate fuori durante la notte di San Giovanni, in modo che la rugiada e il Solstizio le infondano potere.
Esse raccoglieranno la rugiada e il giorno dopo farete il bagno con quest’acqua “benedetta”, per buona fortuna e fertilità .
Di solito vengono lasciate dentro una ciotola con dell’acqua, che va raccolta da sette fontane diverse (sarebbe l’ideale, ma visto che è estremamente difficile, si possono utilizzare 7 bottiglie o rubinetti diversi…).
Questa acqua infusa di erbe verrà utilizzata per lavarsi al mattino, e in seguito verranno essiccate e utilizzate nei rimedi casalinghi.
Le piante possono anche servire come protezione dagli spiriti maligni e dalle streghe, se appese in un bouquet vicino alla porta o alla finestra di casa.
Si crede che l’ Acqua di San Giovanni , sia comunque magicamente potente e, opportunamente preparata, aumenti la bellezza proteggendo dal malocchio, dall’invidia e dalle maledizioni.
Tra i molti rituali e tradizioni associati alla vigilia di San Giovanni, ci sono i seguenti, alcuni dei quali sono ancora utilizzati dai praticanti vudù.
In molti luoghi, le giovani donne non sposate mettono ruta, rosmarino e petali di rosa sotto i cuscini alla vigilia di San Giovanni, nella speranza di sognare i loro futuri mariti.
Si dice anche che allontanino il male e spesso vengono bruciati alla vigilia di San Giovanni.
Invece, le minute spore della Felce femmina, ha presumibilmente il potere di rendere invisibili, se raccolte alla vigilia di San Giovanni, nel momento preciso in cui è nato il Battista.
Peccato che, purtroppo, nessuno conosca l’ora della sua nascita.
Ciò che rende potente quest’Acqua, non sono solo le erbe, ma soprattutto la rugiada.
Questa rugiada dovrebbe essere raccolta da una donna che ha digiunato, e che recita l’ Ave Maria mentre fa le sue cose.
La rugiada della notte di San Giovanni è magica e propizia: raccoglila con un pezzo di stoffa o passeggia tra i prati al mattino presto, o rotolati nell’erba da essa bagnata all’alba… sarà il modo migliore per ottenere ciò che vuoi!
Dopo questa notte, si ritiene che alcune di queste piante, utilizzate nella preparazione di una bevanda, portino non solo benefici, ma anche salvezza e protezione spirituale elargite dal santo stesso.
Un’usanza simile consiste nel raccogliere la rugiada che rimane dopo il suo uso durante la notte di San Giovanni, distillarla utilizzandola per favorire la crescita dei capelli, migliorare la fertilità, curare le malattie della pelle e tenere a bada le malattie.
Un’altra versione, forse pensata per i più pigri, prevede di lasciare fuori per tutta la notte un panno, che verrà poi strizzato al mattino.
Molti rituali legati a San Giovanni sono incentrati sull’accoppiamento, le nozze e l’armonia coniugale, data l’antica associazione di questa notte con l’equilibrio e l’armonia maschio-femmina.
In un rituale, una giovane donna non ancora sposata deve mettere tre fave, 1 intatta-1 sbucciata-1 rotta, sotto il cuscino prima di andare a dormire la notte, del 23 giugno.
Mentre è a letto, ne deve scegliere una senza guardare, e così apprenderà il suo destino: il fagiolo intatto significa ricchezza, il mezzo fagiolo fa presagire un destino mediocre e il fagiolo sbucciato un cattivo presagio.
Un altro rito prevede di mangiare le lumache, in particolare le loro corna, nel giorno di San Giovanni, cosa che garantirebbe agli uomini protezione dalla sventura e, in particolare, dall’essere trasformati in cornuti: infatti le cornine delle lumache, rappresenta una sorta di amuleto commestibile, contro ciò che è noto in italiano come “fare le corna”, un termine poco simpatico per indicare l’infedeltà.
Un’usanza prevede di appendere mazzetti di varie piante di San Giovanni dietro le porte delle cucine, per proteggere la casa e i suoi abitanti.
Il bouquet propiziatorio si ottiene cogliendo erbe miste come iperico, artemisia, ruta, mentuccia, rosmarino, prezzemolo, aglio, lavanda, dopo il tramonto del 23 giugno, lasciandole all’aperto per tutta la notte.
E, per questioni di cuore e di fidanzamenti, c’è il rito delle bambole di pezza, riempite con le stesse erbe che le madri regalano alle figlie per augurare fertilità.
Inoltre, se una ragazza nubile la sera del 23 brucia un Cardo e il giorno dopo è ancora verde, allora arriverà presto un uomo a chiedere la sua mano.
Altri rituali prevedono che tu lavi viso e capelli con la rugiada notturna di San Giovanni, per garantire salute e bellezza per il resto dell’anno.
Fai una croce su un albero a mezzanotte, poi fai una promessa accanto ad essa e sarai soddisfatta per tutta la vita.
Rendi fertile il terreno, seppellendo un pezzo di una candela che è stata precedentemente bruciata nella notte di San Giovanni.
Per fare sogni profetici, raccogli 7 fiori di qualsiasi tipo e mettili sotto il cuscino. Vai a dormire e chiedi al sogno di rivelarti qualche aspetto del tuo futuro.
Concludendo, questi riti nascono dal fatto, che l’estate è foriera di siccità, temporali e malattie che possono rovinare i raccolti.
Quindi anticamente, nella notte di San Giovanni, ci si ingegnava per proteggersi.
Avanti allora, utilizza al meglio questa notte, per portare la magia positiva nella tua vita!
È l’inizio delle Notti magiche!
Il Solstizio d’Estate inizierà il 21 Giugno alle ore 5:30 e si protrarrà fino alla notte di San Giovanni, che cade il 24 giugno, giorno in cui sarà anche Luna Piena.
E’ un tempo di sospensione, durante il quale il confine che separa i diversi mondi si assottiglia.
La potenza solare, durante il Solstizio d’Estate, raggiunge la massima intensità e i mondi magici diventano accessibili anche a noi.
Nel “Giorno di mezza estate”, realtà e sogno si confondono, come dice William Shakespeare.
Il Solstizio mette in comunicazione due mondi, visibile ed invisibile, due mondi che si compenetrano e dove tutto diviene possibile.
Nel Mondo, l’evento è legato a riti ancestrali e festeggiamenti, che hanno a che fare con i culti della fertilità.
Gli antichi Romani collegavano l’evento alla divinità Giano Bifronte, ed erano soliti fare il bagno in correnti d’acqua naturali e saltare su fuochi accesi, per celebrare il momento di passaggio sancito dal Solstizio, riuscendo così a purificarsi.
Era Giano colui che, ruotando sulla sua terza faccia invisibile, cioè l’Asse del Mondo, conduceva alle due porte solstiziali, quindi era suo il compito di accompagnare il passaggio da uno stato all’altro.
Nelle feste romane del Solstizio aleggiava anche la presenza inquietante delle streghe e dei demoni che volano nel cielo.
I popoli precolombiani in Sud America, Polinesia, Indonesia e alcune zone dell’Africa, in cui alcune tradizioni resistono ancora oggi, avevano molti riti in proposito.
Il Cristianesimo ha legato il Solstizio estivo alla figura di San Giovanni, fissando la data della sua nascita e la sua festa il 24 giugno.
In questo periodo dell’anno, i Druidi, gli antichi Egizi, i Maja, i Romani e molti altri, nei secoli, hanno costruito dei luoghi sacri, allineati al Solstizio d’Estate, in cui venivano condotte delle cerimonie rituali.
La notte di San Giovanni è anche celebre e resa ancor più magica dai suoi mille fuochi, tradizione antichissima tramandata dai Fenici, che adoravano il dio Moloch.
Plinio il Vecchio scrive, che le streghe erano donne trasformate in uccelli per una magia, durante il Solstizio d’Estate.
I Celti, che usarono sicuramente il sito di Stonehenge (leggi articolo “Luoghi leggendari: Stonehenge), complesso megalitico in asse con il sorgere del Sole al Solstizio estivo, festeggiavano questo importante giorno con riti in cui il fuoco, simbolo del Sole, era l’elemento fondamentale, accendendo falò sulle colline per scacciare gli spiriti maligni, sacrificando gli animali sulle fiamme e praticando sacrifici umani.
Il Solstizio d’Estate era festeggiato anche dagli Inca: Cuzco, con le sue Mojones, le torri usate come “mire” per stabilire i giorni degli Equinozi e dei Solstizi, aiutava l’impero Inca a tenere conto di essi.
Ancora oggi a Cuzco, in occasione del Solstizio d’Estate, si festeggia “Inti Raymi”, divinità Sole, mentre i Maya, che dedicavano una particolare attenzione allo studio dei corpi celesti e all’osservazione dei fenomeni astrologici, avevano edificato “El Caracol” (leggi articolo “Luoghi incantati: Chichén Itzá”), il monumento che era una sorta di osservatorio celeste, utile ai sacerdoti per monitorare i Solstizi, ovvero l’annuncio dell’arrivo di estate e inverno.
Per i Greci, il Solstizio d’Estate era visto come “La porta degli uomini” (dalla quale si entrava nel mondo materiale), mentre quello invernale come “La porta degli Dei” (dalla quale si entrava nel regno divino e soprannaturale), elementi di comunicazione tra la dimensione spazio-temporale finita dell’uomo e quella aspaziale e atemporale delle divinità.
In età precristiana, il periodo che va dal 21 al 24 giugno era considerato sacro al pari di un Capodanno e da qui nacque l’usanza, tuttora diffusa, di trarre dei presagi.
Il Sole, simbolo del fuoco divino, entrava nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque e dominato dalla Luna, il femminile per eccellenza, colei che dà la vita, e questo incontro diede luogo ai rituali con il fuoco, l’acqua e le varie erbe.
Gli antichi Druidi raccoglievano le erbe magiche con un falcetto d’oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare.
Nel magico periodo dedicato al Solstizio d’Estate, sono nate diverse leggende e superstizioni; eccone alcune.
I rami di vischio, al Solstizio d’Estate, assumono un aspetto dorato: il famoso “ramo d’oro dei miti”.
Una leggenda narra, che il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, dato che la felce è una pianta pteridofta, ossia che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.
Un dei miti più celebri riguarda Stonehenge, precisamente la sua “Hell Stone”, detta anche “Fryar’s Heel”: << Il diavolo comprò le pietre da una donna in Irlanda, le avvolse e le portò sulla piana di Salisbury. Una delle pietre cadde nel fiume Avon; le altre vennero portate sulla piana. Allora il diavolo gridò: “Nessuno scoprirà mai come queste pietre sono arrivate fin qui”. Un frate rispose: “Questo è ciò che credi!”. Allora il diavolo lanciò una delle pietre contro il frate, colpendolo su un tallone. La pietra si incastrò nel terreno ed è ancora lì. >>
Una leggenda italiana racconta, che una perfida maga, invidiosa dell’armonia che regnava a Capri, isola nel golfo di Napoli, impose un maleficio sul re e sul principe, trasformandoli rispettivamente, in ranocchio e lucertola azzurra. Proprio nel giorno del Solstizio d’Estate, una fanciulla stupenda, anch’essa vittima di un sortilegio e trasformata in una falchetta, commossa dallo sguardo malinconico della lucertola azzurra, la prese fra le zampe, prendendo il volo verso il Sole. Entrambi vennero liberati dal maleficio, ritornando all’isola, accompagnati da una luce abbagliante, segno della ritrovata felicità, liberando dal sortilegio anche il re. Ancora oggi a Capri, il Solstizio d’Estate è un giorno di festa, e da questa leggenda sono nate linee di gioielli molto note sull’Isola.
Un’altra storia narra che, nella notte del Solstizio estivo, il Sole e la Luna si sposino.
Numerosi sono i riferimenti all’acqua e al fuoco in questo giorno.
In provincia di Lucca, sorge l’antico Borgo di Pruno, frazione di Stazzema, dove il sole che nasce nel giorno del Solstizio trafigge il monte Forato, creando un’atmosfera unica e suggestiva.
Gli indigeni Aymara (popolazione stanziata sull’altopiano del lago Titicaca, Perù) già alcuni giorni prima del 21 giugno, iniziano i preparativi, per ricevere degnamente “Tata Willka”, il Padre Sole, masticando foglie di coca.
Per i popoli celtici, la foresta era la cattedrale dei santi.
Ogni albero era noto per avere un tipo di potere, per rappresentare una certa costante, per avere influenza su certe aree.
Stagionalmente, alcuni alberi guadagnavano importanza, mentre altri svanivano fino al ritorno del loro tempo.
La quercia, significativa per la sua altezza imponente e la sua magnifica forza, divenne il simbolo di lunga vita e saggezza, un albero dei re.
L’allungamento dei suoi possenti rami sugli alberi più piccoli della foresta era visto come protettivo, quindi personificava la stagione della crescita.
Accanto alla Madre Terra, il Re Quercia governava la terra mentre i raccolti, i fiori e il bestiame fiorivano sotto il sole estivo.
Il Re della Quercia (Oak) e il Re dell’Agrifoglio (Holly) erano fratelli gemelli e quindi non potevano avere la stessa importanza nello stesso periodo.
Ognuno rappresentava la metà mancante dell’altro, erano uno ma non erano la stessa cosa, erano luce e mistero, uno si alzava e uno declinava.
A metà anno, il Solstizio d’Estate, il momento più luminoso dell’anno, il Re della Quercia viene ucciso dal Re dell’Agrifoglio, il re oscuro che rappresenta il tramonto del sole e il ritorno del mondo nel letargo e nell’oscurità.
Da quel giorno in poi l’anno sta morendo.
La natura sempreverde dell’Agrifoglio è particolarmente significativa nei mesi invernali, quando le foglie cadono dalla grande quercia e la espongono ai venti gelidi, l’agrifoglio è ancora completamente ammantato del suo manto di foglie verdi appuntite e spinose.
Così, l’albero di agrifoglio rappresenta l’immortalità e la vittoria oltre la morte, oltre l’oscurità ma, nella forma del Re dell’Agrifoglio, rappresenta anche il lato morente dell’anno.
Al Solstizio d’Inverno, il Re della Quercia si alza ancora una volta dal sonno e uccide il Re dell’Agrifoglio, regnando e garantendo la fertilità dell’anno che cresce, la promessa di giorni sempre più lunghi e la consapevolezza, che le foreste torneranno a fiorire e si riempiranno del fruscio delle foglie di gli alberi.
Ed è per questo che, vedere un pettirosso, che è il compagno del Re della Quercia, indica l’inizio della primavera, quando il Re Oak sta per tornare alla ribalta.
Una leggenda cinese racconta, che Gong-gong, il Dio dei diluvi, aveva la testa di un uomo dai capelli rossi, con il corpo di un enorme drago nero.
Discendente dall’Imperatore della Fiamma, si diceva che il drago fosse in parti uguali crudele, ambizioso e stupido.
Gong-gong era insoddisfatto della Corte celeste, non molto tempo dopo che Zhuanxu, l’Imperatore del Cielo, ricevette il Trono del Cielo.
Zhuanxu si curava poco dei suoi simili, né dei mortali sottostanti.
Allora, Gong-gong e un gruppo di Dei sostenitori fecero un tentativo di ribellarsi, facendo segure una battaglia prolungata e devastante, che annientò uno ad uno gli alleati di Gong-gong.
Egli stesso era così potente, che l’imperatore non poteva sconfiggerlo, ma solo allontanare sempre più a nord-ovest.
Il drago, ferito e sconfitto, causò molti danni, mentre i suoi inseguitori forzarono la sua ritirata sul monte Buzhuo, quel possente pilastro che sosteneva la direzione nord-est del cielo.
Quando fu chiaro che il suo tentativo di prendere il Trono del Cielo era fallito, in un accesso di rabbia terribile, Gong-gong sbatté la testa contro la montagna.
L’impatto su quel pilastro fu così devastante, che il cielo si squarciò, spostando la sua base.
Quindi, il monte Buzhuo non poteva più sostenere la direzione nord-est.
Quando quella pietra angolare dei cieli spostò il suo allineamento, fece inclinare il cielo a nord-ovest, costringendo la terra a sud-est, dove sembrava chiaro che sarebbe stato spazzato via nel mare.
Sulla Terra c’erano tremende inondazioni, le persone fuggivano per salvarsi la vita mentre i cieli, il sole, la luna e le stelle erano sbilanciati.
La Dea creatrice Nŭ Kua, vide la difficile situazione del popolo e tornò dai cieli, per vedere cosa si poteva fare per riparare la sua creazione.
Con uno sforzo tremendo, Nŭ Kua fu in grado di riparare il danno al Pilastro, ma non riuscì a compensare l’allineamento danneggiato del cielo, motivo per cui sperimentiamo i Solstizi e gli Equinozi.
I Cinesi dicono, che questo disallineamento del monte Buzhuo sia anche la ragione per cui, tutti i fiumi in Cina scorrono verso sud-est, mentre il sole e la luna viaggiano a nord-ovest.
Il Solstizio d’Estate è un ottimo momento, forse il migliore, per fare divinazioni d’amore.
Per esempio, guarda il tuo riflesso nell’acqua e, se sei fortunato, vedrai l’immagine del tuo futuro partner!
Un rituale da fare nella notte tra il 23 e il 24 giugno, propone alle giovani donne di bendarsi, cogliere una rosa il giorno di mezza estate, a mezzogiorno, mentre l’orologio batte le dodici.
Poi dovrebbe infilare la rosa in carta bianca e metterla via fino al giorno di Natale.
Se eseguirà ciò correttamente, ritroverà a dicembre la rosa ancora fresca.
Quindi, dovrà mettersela sul petto e, quando uscirà, incontrerà il suo promesso sposo.
Un’altra pratica consiglia ai single di raccogliere l’Erba di San Giovanni (Iperico, leggi articolo) alla vigilia della notte di mezza estate.
Se l’erba sarà ancora fresca al mattino, si sposeranno entro l’anno.
Oppure si potrebbe andare in un cimitero, alla vigilia del 24 giugno.
Allo scoccare della mezzanotte, correre intorno alla cappella del cimitero, spargendo foglie di rose e rosmarino, cantando:
“Foglie di rosa, foglie di rosa,
foglie di rosa che spargo,
colui che mi amerà,
vieni dietro a me ORA!”
NdA: Non sono sicura che il vero canto intenda la parola “ora” alla lettera. Sarei un po’ nervosa, se qualcuno improvvisamente mi rincorresse in un cimitero a mezzanotte…
“L’Erba di San Giovanni incanta tutte le streghe
se raccolta a mezzanotte nel giorno santo del Santo.
Tutti i diavoli e le streghe non hanno il potere di danneggiare
coloro che raccolgono la pianta per un incantesimo. . .”
L’Iperico (Hypericum perforatum), o Erba di San Giovanni o Scacciadiavoli, è una pianta officinale, semisempreverde, originaria della Gran Bretagna, con fiori giallo oro, che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni, da cui il nome popolare di “Erba di San Giovanni”).
Cresce nei boschi radi e luminosi, poiché non teme il freddo.
E’ ben riconoscibile anche quando non è in fioritura, grazie alle foglioline che, in controluce, appaiono bucherellate, da qui il nome “perforatum”.
In realtà si tratta di piccole vesciche oleose, mentre ai margini, così come nei petali, sono visibili dei punti neri, strutture ghiandolari contenenti Ipericina, da cui si estrae il famoso “olio rosso”.
L’Iperico fiorisce dal Solstizio d’estate fino a settembre; i fiori profumano intensamente di limone e producono un frutto rossastro, che contiene i semi.
Anticamente veniva coltivato o appeso fuori delle case, per scacciare diavoli e malefici, per cui veniva chiamato anche “Scacciadiavoli”.
Era consigliato come amuleto da indossare la sera, per aiutare chiunque avesse avuto la sfortuna d’incontrare una strega, intenta a volare con la sua scopa per raggiungere il Grande Noce che, secondo la leggenda, era il punto di ritrovo delle fattucchiere.
Nel Medioevo, si riteneva che un decotto di fiori d’Iperico, raccolti prima dell’alba, servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia.
Veniva anche bruciato come incenso.
Con la cristianizzazione, si diffuse la leggenda che l’Iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni, alimentando la credenza di cui sopra, e che il diavolo volesse distruggerlo trafiggendolo, ma l’unico risultato ottenuto fu quello di perforare le foglie.
Nella stessa epoca, nacquero leggende comuni un po’ in tutta la zona europea: con l’Iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare, se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell’anno.
Bastava cogliere un rametto d’Iperico ed appenderlo nella propria camera da letto.
Se il mattino seguente era fresco e vegeto, entro l’anno ci sarebbe stato il matrimonio.
Inoltre, la vigilia della festa di mezza estate, nei villaggi si preparavano dei grandi falò (Notte dei fuochi) ed i contadini indossavano coroncine di Iperico e, danzando, lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante ed allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie.
Invece in altri Paesi europei, sempre la stessa notte, si usava cingersi di questa pianta le tempie, ballando fino a tardi e, quando terminava la festa queste coroncine venivano gettate sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.
Ed ancora che, il giorno dei fuochi solstiziali, i più coraggiosi, che volevano avvistare gli esseri infernali, sfidavano la sorte nascondendosi a lato di un crocicchio, appoggiando una forca di legno di fico sotto il mento ed un catino d’acqua sotto i piedi; con un mazzetto di fiori d’Iperico tra le vesti, aspettavano lo scoccare della mezzanotte, per vedere le streghe che uscivano tenebrose dai loro nascondigli per spaventare i paesani.
I Cavalieri medioevali erano ammessi alle giostre, soltanto dopo aver assicurato e giurato sul loro onore di non indossare sotto l’armatura l’Erba di San Giovanni, che avrebbe conferito loro una protezione disonesta.
Una leggenda racconta, che le foglie dell’Iperico abbiano dei piccoli fori, perché Satana, stizzito, avrebbe perforato la pianta, dato che un rigagnolo del sangue di San Giovanni Battista avrebbe sbarrato il passo alle legioni dei suoi adepti.
Ancora oggi, le persone anziane raccontano che l’Erba di San Giovanni veniva usata dalle donne durante la Grande Guerra, portata indosso, nella speranza che servisse a proteggerle dalla violenza sessuale.
Nello stesso tempo, i combattenti spalmavano sulle canne dei fucili la sua linfa purpurea, per assicurarsi una buona mira.
L’Iperico era utilizzato come cura popolare contro la pazzia, la tristezza e la malinconia.
Attualmente sembra confermata da diverse ricerche scientifiche, l’azione antidepressiva dell’Erba di San Giovanni, dovuta in particolare alla capacità di aumentare i livelli di serotonina oltre che, in caso di disturbi del sonno, a quella di regolare la produzione di melatonina, responsabile a sua volta di un efficace ritmo sonno veglia.
Tradizionalmente, è sempre stato usato come antinfiammatorio, cicatrizzante e rigenerativo, antibiotico, antivirale, antimicotico ed antisettico, antidolorifico da applicare in caso di dolori o ferite.
Infatti, basandosi sulla “dottrina dei segni”, secondo cui le problematiche di una parte del corpo possono essere curate con una pianta che riproponga la forma dell’organo malato in questione, l’Iperico non sembra assomigliare a nessuna parte del corpo umano.
Osservando però una delle foglie in controluce, appare costellata di ghiandole simili a perforazioni, ovvero “ferite”.
In Esoterismo, fin dai tempi più remoti, l’Iperico è stato adoperato per allontanare gli spiriti malefici ed i demoni.
I popoli del Nord ne appendono rametti sulle pareti e sulle finestre di casa come amuleto protettivo e portafortuna ed è una pianta sacra al Dio nordico Balder.
L’Iperico è un erba di fertilità, protezione e purificazione.
Per purificare la casa da tutto ciò che è negativo, si deve bruciare l’Iperico nel camino o nel calderone e lasciare che il fumo permei tutte le stanze.
Nei tempi antichi veniva utilizzato per l’esorcismo.
In caso di lotte, competizioni, litigi, discussioni, soprattutto per far valere i propri diritti, si deve indossare un rametto di Iperico sotto i vestiti.
Aiuta a rafforzare la volontà.
E’ il fiore preferito delle Fate.