EQUINOZIO DI PRIMAVERA
LUNA PIENA 25 MARZO 2024 ORE 08:01
Lunedì 25, alle ore 08:01, avremo la Luna Piena di Marzo 2024.
La Luna interagisce con il lato emotivo della vita e le festività lunari servono a ricaricare le nostre energie, invitando alla riflessione sul mondo che ci circonda.
Nelle notti di Luna piena l’energia emanata dalla Luna è maggiore, pertanto è l’ideale per svolgere riti magici, anche se esistono rituali legati ad ogni diversa fase lunare.
Questa Luna Piena si verifica dopo l’Equinozio di Primavera ed è il primo Plenilunio della stagione primaverile, molto importante per il Cristianesimo.
Infatti, nel 325 d.C., il primo Consiglio di Nicea (anche ecumenico), convocato dall’imperatore Costantino, a cui parteciparono più di 300 vescovi (soprattutto orientali), tra le altre cose fissò la celebrazione della Pasqua dopo il Plenilunio successivo all’Equinozio di Primavera (uso romano-alessandrino).
Il giorno stabilito per l’Equinozio primaverile fu il 21 marzo di ogni anno, anche se in realtà può esserci dal 19 al 21 (quest’anno il 20), quindi la Pasqua va calcolata da dopo la prima Luna Piena che segue il 21 marzo.
E se il Plenilunio quest’anno si verifica il 25, la domenica successiva, ovvero il 31 marzo, sarà Pasqua.
Per questo motivo, si chiama Luna pasquale, oltre ad altri nomi come: Luna del Corvo, Luna della Semina, Luna del Seme, Luna dei Venti, Luna dell’Aratro, Luna del Rinnovamento, Luna del Vigore.
I nativi americani amavano identificarla come Luna del Verme, “Worm Moon”, in quanto i lombrichi compaiono quando il terreno si riscalda in primavera.
Astronomicamente, ci sarà un’eclissi lunare penombrale, che si verifica quando la Luna si muove attraverso la debole parte esterna dell’ombra terrestre, la penombra.
Questo tipo di eclissi non è così evidente e viene spesso scambiata per un normale Plenilunio.
L’eclissi lunare penombrale del 25 marzo sarà visibile ad occhio nudo, poiché il 95% della Luna sarà immerso nell’ombra penombrale della Terra, ma soltanto nella maggior parte delle Americhe, e sarà vista sorgere sull’Australia e sull’Asia orientale e tramontare sulle parti occidentali dell’Africa e dell’Europa.
Inoltre, sarà il preludio per la prossima eclissi solare che avverrà il 8 aprile p.v. intorno alle ore 18:18, che però sarà visibile ad occhio nudo soltanto in una striscia d’ombra che attraverserà il nord ed il centro America.
La prossima eclissi lunare penombrale si verificherà il 22 febbraio 2035.
Questa è una Luna Piena in Bilancia, mentre il Sole è nel segno di fuoco dell’Ariete, il quale ci chiede di essere audaci e decisivi e di agire rapidamente basandoci solo sull’istinto.
Governata da Venere, il pianeta dell’amore e della bellezza, la Bilancia ci ricorda di connetterci con ciò che amiamo nella vita, ci aiuta anche a connetterci con i nostri cuori, dove comunicare con gli altri.
Nella sua massima energia, la Bilancia ci dà pazienza, compassione e volontà di comprendere le prospettive degli altri, quindi è importante avere dei confini attorno al nostro cuore, alla nostra mente ed alla nostra energia, i quali hanno lo scopo di proteggere la nostra pace.
La Luna Piena in Bilancia ci aiuta a comprendere l’impatto delle nostre relazioni sulla missione dell’anima, prima però capendo come creare la pace dentro di noi.
Quando permettiamo agli altri di influenzare la nostra energia, emozioni e pensieri, perdiamo il controllo sulla nostra pace, smettiamo di definire la vibrazione in cui viviamo ed invece assorbiamo dagli altri le vibrazioni che ci circondano.
Ciò potrebbe significare dire sì quando in realtà intendiamo no; o che abbiamo paura di turbare qualcuno dicendo realmente ciò che pensiamo/vogliamo; oppure condividiamo eccessivamente i nostri problemi emotivi con persone che non ci supportano; o che siamo una sorta di discarica per le emozioni degli altri.
La conseguenza potrebbe essere di sentirci un po’ infastiditi quasi sempre ed arrabbiarci facilmente, sia con gli altri che con noi stessi.
Oppure, cosa più grave, potremmo assorbire facilmente l’energia degli altri e, da umore piacevole, dopo un incontro con qualcuno in una vibrazione più bassa che si lamenta molto, ci ritroveremmo anche noi in una frequenza più bassa.
Mettere dei paletti, dei confini, ci aiutano a trattenere la vibrazione che vogliamo sperimentare, invece di assumere quella di qualcun altro.
Quindi, mentre attraversiamo questa Luna Piena di marzo, creiamo i confini tra noi e gli altri, che serviranno ad avere relazioni sane, ad allinearci più facilmente con la missione dell’anima, a dare la priorità ai nostri bisogni pur continuando ad aiutare altre persone.
Non ci sentiremo svuotati o infastiditi dagli altri, daremo loro quello che possiamo, quando possiamo.
E quando tutte le persone in una qualsiasi relazione faranno questo, potremo (e potranno) avere una comunicazione chiara e consapevole riguardo alle aspettative ed ai compromessi.
La Luna Piena in Bilancia è anche un’opportunità per valutare tutte le nostre relazioni ed i confini al loro interno.
Quindi dobbiamo sentirci centrati in noi stessi, comprendere veramente che, anche da soli, noi siamo “interi”.
Dobbiamo iniziare a guardare le connessioni nella nostra vita, capire quali ci nutrono, quali ci prosciugano, in quali abbiamo bisogno di più equilibrio, dove bisogna mettere più confini.
Anche le relazioni cambiano nel tempo, ciò che una volta funzionava bene per entrambi, potrebbe aver bisogno di qualche riparazione, modifica o riallineamento.
Idealmente, nelle relazioni, due persone sono in grado di coesistere e condividere una vita insieme, rimanendo allineate ai propri percorsi di vita individuali.
Questa coesistenza può essere impegnativa, poiché entrambe le parti hanno esigenze e priorità.
Pertanto, grazie a questo Plenilunio primaverile, possiamo decidere su cosa non possiamo assolutamente negoziare, altrimenti sentiremo di stare tradendo noi stessi.
Decidiamo dove possiamo scendere a compromessi ed allentare alcuni limiti, guardiamo alle relazioni che possono supportare queste decisioni ed a quelle che non possono.
Se qualche relazione sembra contrastante o non di supporto durante la Luna Piena in Bilancia, ora è il momento di riadattarla o rilasciarla.
L’Ariete sta per intraprendere una nuova appassionante avventura all’inizio della primavera e potrà riaccendere il fuoco.
Non importa quanto la Bilancia cerchi di far sì che tutto vada in modo armonioso e corretto, l’Ariete segue il suo istinto e va avanti.
La conseguenza potrebbe essere un nuovo amore che entra inaspettatamente nella nostra vita, oppure vecchi amanti potrebbero incrociare di nuovo la nostra strada.
Con tutte queste intense energie, la chiave durante la Luna Piena di marzo è non lasciare che le dinamiche contrastanti ci travolgano.
Non prendiamo decisioni affrettate, ma nemmeno ponderiamole per sempre.
Rimaniamo fedele al nostro cuore ed ascoltiamo ciò che sentiamo veramente: ci indicherà sempre la giusta direzione.
Dobbiamo osare di scegliere col nostro cuore, per tanti ci sono nuove relazioni (d’amore) e rotture nell’aria…
Ed ora vediamo gli effetti della Luna Piena in Bilancia nei Segni zodiacali.
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Questa lunazione ti chiede di prendere decisioni sul futuro delle tue relazioni. Pensa prima di assumere una posizione impulsiva o di trarre conclusioni affrettate. La comunicazione è fondamentale per poter compiere i passi giusti in futuro.
C’è una relazione chiave nella tua vita, in cui sei prepotente e assillante, forse anche senza rendertene conto. Devi riequilibrarti, ricalibrarti, fare un passo indietro, ascoltare invece di parlare, lasciare che gli altri abbiano spazio e tempo per comunicare e respingerti (probabilmente in modo molto timido e indiretto). Semplicemente non hai notato i segni che stanno gradualmente diventando più silenziosi, assecondando i tuoi capricci. Presta attenzione: un giorno, questa persona svanirà semplicemente perché si sente tormentata. Smetti di “non vedere” ed abbandona la tua modalità ‘alfa’.
Consiglio: È importante trovare un equilibrio nelle relazioni per trovare il tuo equilibrio.
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Abbraccia una nuova attività nella tua vita quotidiana. La meditazione, lo yoga, il pilates o una passeggiata nel tuo quartiere possono infondere nuova energia nel tuo corpo, mente e spirito. Questo cambierà la tua atmosfera del momento, ed aggiungerà un miglioramento all’umore, qualcosa che desideravi, ma che non sapevi come ottenere. Una relazione, possibilmente con un segno d’Aria (Bilancia, Gemelli o Acquario) è rimasta bloccata in una routine, lo stesso schema continua a ripetersi ancora e ancora. E tu sei al centro di questa dinamica. È una convinzione, un comportamento o un’abitudine, che inizia ad innescare la stessa vecchia storia. Hai proiettato la colpa su di loro … ma in realtà (non odiarmi se lo dico) sei tu ! Quindi, sii diverso. Notalo e cambia. Un’azione diversa provocherà una nuova reazione.
Consiglio: Intraprendi una nuova attività per tenerti occupato e assicurarti di avere uno sbocco creativo.
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Tutto lavoro e niente divertimento potrebbero lasciarti assetato di eccitazione. Hai il permesso dal Cosmo di uscire con gli amici e liberarti (anche se la Luna Piena cade in una notte di lavoro). Sarà bello sfogarsi e condividere qualche risata con le persone a cui tieni. Una relazione con un bambino amorevole, creativo e fragile (in famiglia), una persona più giovane, un amico o un collega vulnerabile, ha bisogno del tuo tempo e della tua attenzione durante questa Luna Piena. Questa persona ha avuto difficoltà e tu, hai la miscela di capacità ed energie per aiutarla, consigliarla e guidarla avanti. Appoggiati, ascolta, nota i segnali, aiutala a dare un senso a dove si trova e cosa vuole. Offri consigli se richiesto. Sii una presenza gentile nel suo mondo. Non dimenticherà mai il tuo sostegno.
Consiglio:Concediti di divertirti e goderti la vita, senza preoccuparti dello stress quotidiano.
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Dai molte cure amorevoli agli altri, a causa del tuo grande cuore e della tua natura compassionevole. Ora sei tu quello che ha bisogno di gentilezza ed empatia. Presta attenzione a coloro che si presentano per te quando ne hai più bisogno: si riveleranno i tuoi veri amici e la tua vera famiglia. Trasformazione totale. Il tuo panorama relazionale è pronto per una revisione. Potrebbe non essere così drastico come buttare fuori le persone ed accettare nuovi volti, potrebbe riguardare solo il tuo atteggiamento e il tuo investimento. Vedere le persone per quello che sono (non come vorresti che fossero) e trattarle di conseguenza. Trascorri del tempo con coloro che ti edificano e ti sostengono, e smetti di perseguire inutilmente coloro che non ricambiano i tuoi migliori sforzi.
Consiglio: Abbellisci la tua abitazione e libera l’energia stagnante attraverso le pulizie di primavera in casa.
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Dopo settimane passate a gestire la casella di posta piena e i messaggi di posta vocale, finalmente riesci a recuperare. In futuro, dai la priorità a chi e cosa deve essere trattato al più presto possibile, in modo che ciò non accada di nuovo. Ci sono alcune persone con le quali hai bisogno di una pausa. Le cose sono diventate strane, pesanti, tossiche o stancanti. È come una strada a senso unico da cui non puoi scappare, ma in realtà puoi! Fai un passo indietro. Respira, ritirati, blocca se devi. Non deve essere “la fine” per sempre, ma hai bisogno di riposo, perché continuano a succedere le stesse vecchie cose e tu sei così stanco di tutto ciò. La stanchezza è qui. Fai una pausa. È difficile cambiare le cose quando ci sei dentro. Ottieni spazio e prospettiva e ricomincia da lì.
Consiglio: Dire la tua verità (senza nascondere alcun fatto) è l’unico modo per essere fedele al tuo cuore.
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L’abbondanza è tua questo mese! Che si tratti di una manna monetaria o di tempo con i propri cari, ti sentirai veramente soddisfatto durante questa Luna Piena di marzo. Immergiti! So che odi rinunciare a qualcosa ed ami progettare qualcosa per “sistemare” un’amicizia/amore che non va più, ma devi gettare la spugna su questo. È finita. Non funziona. Non cambierà. Vieni trascinato e manipolato, per accettare meno di ciò che è accettabile. Smettila adesso. Salvati. Devi troncare prima che infetti la tua psiche ed anche le altre tue relazioni.
Consiglio: Mettere in ordine i tuoi sentimenti, durante questa lunazione, ti farà risparmiare un sacco di stress lungo la strada.
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Potresti sentirti un po’ trascurato questo mese ma, prima di ritirarti nel tuo guscio, sappi che le altre persone hanno un’energia limitata. Non è che a loro non importi. Potrebbero semplicemente essere preoccupati. Fai qualcosa di carino per qualcun altro. Vuoi che qualcuno faccia bene e lo hai aiutato. Hai fatto una cosa adorabile nell’aiutarlo, e te ne sarà grato per sempre. Avrà successo direttamente grazie al tuo consiglio/aiuto/promozione. Riprenditi anche tu quello che puoi! Lascia che gli altri ricambino il favore perché a nessuno, in fondo, piace sentirsi troppo in debito con un altro, questo a lungo andare suscita risentimento, quindi lascia che siano loro a “bilanciare la bilancia”!
Consiglio: Lascia che le tue emozioni fluiscano e si riversino, invece di reprimerle.
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Se desideri trascorrere del tempo da solo, allora la Luna Piena di marzo è un giorno in cui trovare conforto nella solitudine. Concediti un buon pasto, un film avvincente o un giro di shopping. Spendere soldi o energia esclusivamente per te stesso è proprio ciò di cui hai bisogno. Lascia andare le persone nella tua vita che stanno andando avanti, allontanandosi o entrando in una nuova situazione. Non aggrapparti o cercare di aggrapparti a come le cose sono state in passato con loro. Lascia che le situazioni si evolvano, liberino le aspettative, lascino che le cose cadano a pezzi e poi si rimettano insieme in una nuova forma o aspetto. Niente rimane lo stesso per sempre. La vita delle persone sta cambiando e ciò avrà un impatto sul tuo legame e sul tempo trascorso insieme. Non risentirti per questo. Accettalo e basta. Le relazioni possono sopravvivere, ma in una nuova forma.
Consiglio: Per stare tranquillo, trarrai vantaggio dal tempo dedicato alle attività di ricerca e sviluppo, oltre che al tuo tempo.
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È tempo di scoprire la tua cerchia ristretta, chi è davvero dalla tua parte. Prenditi il tempo per scoprirlo. Sì, sei orgoglioso della tua indipendenza, ma potrai volare con più sicurezza, se saprai che ci sono persone che ti accoglieranno quando atterrerai. Nuove, inaspettate e divertenti (ma fugaci) opportunità emergeranno durante questa Luna Piena per guarire, riparare, migliorare, sistemare e massimizzare le tue relazioni. Stai attento, se vedi un evento, un’uscita, una lezione o una giornata soleggiata nella quale si prospetta di poter fare qualcosa di adorabile con qualcuno, approfittane. Non essere timido, chiedi cosa stia facendo, sii l’organizzatore sociale questa settimana e la prossima, e creerai dei bellissimi ricordi, rafforzando anche molti legami. Goditi il magico mondo delle relazioni di cui sei al centro.
Consiglio: I tuoi obiettivi si stanno evolvendo, quindi dovresti fare il punto sulle tue nuove aspirazioni e visioni.
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Riacquista la tua pace interiore, per esempio inizia abbassando il volume delle tue insicurezze. Ricorda: solo perché il tuo cervello sta dicendo qualcosa, non significa che sia vero. Stai lasciando che un vecchio evento, che ti ha fatto soffrire, causi problemi nelle relazioni attuali e forse non ne sei nemmeno consapevole. Una “memoria muscolare”, creata dal bisogno di proteggersi, è in realtà creare barriere e blocchi con gli altri. Vai avanti, riconosci quando e dove stai utilizzando un paragone, uno standard o un’ansia del passato, per modellare ed influenzare una preoccupazione attuale. Prendi una lavagna pulita. Non trascinare avanti questo bagaglio, lascialo cadere.
Consiglio: Non devi fare gli straordinari per dimostrare che sei un capo, quindi rilassati.
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Per ogni azione, c’è una reazione. Invece di discutere i tuoi punti per dimostrare la tua tesi, scegli la gentilezza per esprimere i tuoi sentimenti. Se scegli di guidare con compassione, puoi evitare tutto il dramma che può seguire. Se scegli di guidare con rabbia, preparati ai litigi. Nutri grandi speranze per le tue relazioni più strette ed investi molto, per ottenere le cose esattamente come e dove le desideri. La Luna Piena ha un’energia di desiderio, che si avvera e ti invita a presentare, proporre, chiedere, suggerire e visualizzare. Lasciati guidare dalle tue visioni d’amore e manifestale nella tua vita reale. Parti per un viaggio meraviglioso, prenota una vacanza, organizza uno spettacolare appuntamento notturno, dì alla persona che ti piace come ti senti veramente. La tua vita amorosa, le tue amicizie più strette ed i legami familiari sono tutti destinati ad approfondirsi e crescere.
Consiglio: È giunto il momento di informare gli altri delle conoscenze che hai appreso, condividendo le tue esperienze.
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Mettere in ordine le finanze è un compito arduo. Pensa a chi nella tua vita può fornirti spunti ed indicazioni e rivolgiti a loro, per chiedere consigli su come creare un piano di risparmio. Se questo non ha risonanza, allora poni la domanda: come puoi coltivare un senso di sicurezza in questo momento? Di che cosa hai bisogno? Chiarisciti, regalati il favore della chiarezza durante questa Luna Piena e vieni a patti con i tuoi sentimenti nei confronti delle persone e dei legami, che sono stati fratturati, ambigui o addirittura in conflitto di recente. Sei andato avanti ed ora è il momento di giungere alle tue conclusioni personali e, soprattutto, agire di conseguenza. Prendi il controllo. Conosci e comprendi la tua posizione e porta a termine le azioni giuste. E’ ora di prendere in mano la situazione e mettersi al posto di guida.
Consiglio: Non indovinare la tua intuizione, lascia che i tuoi sentimenti ti guidino.
RITUALI PROPIZIATORI: indossa abiti verdi.
Decora la tua casa con fiori di campo e piante primaverili.
Usa candele verdi ed incenso di Luna Piena, o essenze floreali.
Banchetta con latte, pane condito ai semi di papavero e sesamo.
Sotterra del miele, un cristallo o una monetina.
PIANTE: ginestra, gialappa, lapazio giallo, betonica, muschio irlandese.
COLORI: verde chiaro, rosso violaceo.
FIORI: giunchiglia, narciso selvatico, violetta.
PROFUMI: caprifoglio, fiore di melo.
PIETRE: acquamarina, eliotropio.
ALBERI: ontano, corniolo.
ANIMALI: puma, porcospino.
Le civiltà di tutto il Mondo celebrano l’inizio di ogni nuovo anno, da almeno quattro millenni.
Oggi, la maggior parte dei festeggiamenti di Capodanno inizia il 31 dicembre, l’ultimo giorno del calendario gregoriano, e continua fino alle prime ore del 1 gennaio.
Le tradizioni comuni includono la partecipazione alle feste, il consumo di cibi speciali di Capodanno, i propositi per il nuovo anno e la visione di fuochi d’artificio.
Le culture antiche stabilivano il Capodanno, basandosi direttamente sui fenomeni astronomici come Solstizi ed Equinozi, o sui cicli delle attività agricole umane, come ad esempio prima della semina, dopo il raccolto, che si riferiscono anch’essi al ciclo dell’anno solare.
Entrambi gli approcci avevano quindi una base cosmica, così come il nostro Capodanno, fissato subito dopo il Solstizio d’inverno, quando il Sole ha invertito il suo declino e sta diventando notevolmente più luminoso.
I primi festeggiamenti registrati in onore dell’arrivo di un nuovo anno risalgono a circa 4000 anni fa, nell’antica Babilonia, dove la prima Luna Nuova dopo l’Equinozio di primavera, annunciava l’inizio di un nuovo anno.
In quell’occasione, si celebrava un’enorme festa religiosa chiamata Akitu (dal sumero = orzo, che veniva tagliato in primavera), che prevedeva un rituale diverso in ciascuno dei suoi 11 giorni.
Oltre al nuovo anno, Atiku celebrava la mitica vittoria del dio del Cielo babilonese Marduk sulla malvagia dea del mare Tiamat, oltre al segnare il periodo in cui veniva incoronato un nuovo re, o in cui veniva simbolicamente rinnovato il mandato divino dell’attuale sovrano.
Gli antichi Egizi celebravano un capodanno religioso, simbolico e reale, alla fine dell’inondazione del Nilo, quando poteva iniziare la semina dei campi.
Questa emersione annuale della terra dalle acque alluvionali era responsabile del mito della creazione egiziana, in cui un tumulo primordiale emergeva dalle acque primordiali del caos.
Quello era il giorno che segnava la creazione, e così la fine dell’inondazione annuale, con l’inizio della stagione della semina, divenne il capodanno religioso.
Qualche giorno prima di Capodanno si teneva il festival Khoiak, in cui Osiride veniva sepolto sottoterra (alludendo alla semina dei semi) e poi si innalzava un pilastro, a simboleggiare la sua risurrezione e la crescita della vegetazione.
Questo rituale avrebbe assicurato il benessere all’Egitto durante l’anno a venire.
Inoltre, a Capodanno si teneva una celebrazione reale chiamata festa di Nehebkau, dal nome del dio la cui magia aveva determinato questa manifestazione annuale.
Per gli antichi Greci, il capodanno ad Atene era un evento politico e festivo durante la prima Luna nuova, dopo il Solstizio d’estate, considerato il compleanno della città e prevedeva gare atletiche.
Nei giorni precedenti si tenevano alcune feste preparatorie per diverse settimane, che servivano a purificare la comunità, e che includevano un rituale del capro espiatorio (Targelia), la purificazione rituale della statua cittadina di Atena (Plynteria), un rituale per placare gli spiriti maligni ed i fantasmi per l’anno successivo (Arrephoria) e due feste di dissoluzione (Skirophoria e Kronia).
Nell’antica Israele, invece, si celebrava una festa di Capodanno dopo il raccolto autunnale, la “Festa della Raccolta”, in cui le persone costruivano capanne frondose nei vigneti, dove avrebbero festeggiato.
In seguito, questa festa fu trasformata nella “Festa delle Capanne” (Sukkot) a Gerusalemme, le quali indicavano l’Esodo e gli Ebrei che vivevano in tende (capanne) nel deserto.
Il festival prevedeva vari rituali di purificazione per diversi giorni, che precedevano il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur), culminando nel famoso rituale del capro espiatorio.
Infine, i Romani celebravano un Capodanno tradizionale il 1 marzo e un nuovo anno civile il 1 gennaio.
Gennaio, e quindi il nuovo anno, infatti prende il nome da Giano, un antico dio italico delle transizioni, che vedeva nel futuro e nel passato.
Per questo motivo, esso era rappresentato con due facce che guardano avanti e indietro, a significare anche consapevolezza.
Giano presiedeva al Capodanno e ad altri eventi di transizione (matrimoni, nascite e morti, viaggi, scambi, ecc.), ed era anche un dio di presagi ed auspici, oltre a scongiurare il male.
Il suo nome significava “porta”, proprio perché custodiva le porte del Cielo.
Il Capodanno più tradizionale del 1° marzo, invece, si svolgeva in modo molto simile a quello greco, con una serie di feste di purificazione preparatorie nel mese precedente, chiamate Febronia.
Queste feste includevano la placazione dei fantasmi degli antenati (Parentalia), sacrifici e altri rituali per scacciare gli spiriti maligni (Lupercalia e Feralia) e la purificazione della comunità (Regifugium).
Lo stesso Capodanno era una festa in onore di Marte, da cui prende il nome marzo, con la cura del fuoco delle vestali, l’allestimento con l’alloro, una danza militaristica dei sacerdoti, una processione per la città e infine un elaborato banchetto; ma si onorava anche Giunone che, nel suo ruolo di dea del parto, rappresentava la nuova vita (Matronalia).
In definitiva, nel pensiero e nella mitologia più antichi, ciò che finiva e ricominciava a Capodanno non era altro che il Cosmo stesso: se lo stesso Cosmo continuava in modo lineare, non ci sarebbe stata tale ripetizione.
Il nuovo anno, quindi, non era semplicemente un memoriale della creazione, ma un rinnovamento annuale del Cosmo.
Pertanto, la fine di ogni vecchio anno era caratterizzata dal caos, che era indesiderabile, persino malvagio.
Il Capodanno, praticamente, è stato il primo esempio del “mito dell’eterno ritorno“, e così i rituali del nuovo anno non tanto commemoravano o rievocavano la creazione, quanto la replicavano o la ripetevano nell’esperienza dei partecipanti.
La gente guardava indietro all’anno appena finito, in termini di tutte le cose brutte che si erano accumulate durante il suo corso, che dovevano essere eliminate, all’arrivo del nuovo anno.
A questo punto, poiché il caos del vecchio anno doveva essere eliminato per far posto al nuovo anno, si eseguivano dei rituali, per la purificazione dell’ambiente, dei luoghi sacri, delle comunità di persone ed individui, tra cui:
♦ Spazzare e pulire i templi
♦ Pulire le statue di culto delle divinità principali
♦ Usare il fuoco per bruciare il male e spaventare gli spiriti maligni
♦ Usare gli incensi o incensieri, per produrre fumo che purifica l’aria
♦ Fare sacrifici di animali, per purificare i luoghi ed espiare il male, oltre a placare le divinità che potrebbero allontanare il male e tenerlo lontano
♦ Rituali del capro espiatorio per portare via il male che si era posato sulla comunità durante l’anno vecchio
♦ Sollevare un frastuono (soprattutto rumori sferraglianti e sbattenti) per spaventare gli spiriti maligni e i fantasmi
♦ Spalmare porte e stipiti con sostanze particolari, o appendervi sopra certi tipi di piante, che tengono lontani gli spiriti maligni
♦ Nel caso di individui, confessione dei peccati, lavaggio e privazioni come il digiuno.
Durante questo periodo, ci si avvicinava maggiormente alle divinità e si possedeva una maggiore capacità di vedere ed influenzare il futuro, quindi questo era un momento di presagio e divinazione.
Anche gli spiriti maligni ed i fantasmi erano più attivi in questo periodo e, quindi, dovevano essere placati e/o scacciati, per far posto a un nuovo anno di successo.
In Europa, spesso tutto ciò si trasformava in riti, durante i quali si organizzavano combattimenti o altre gare tra squadre avversarie, che rappresentavano il bene e il male, con il bene che vinceva sempre.
Tutti questi schemi hanno influenzato il Capodanno, creando e tramandando dei rituali, fino ai nostri giorni.
Tra le varie tradizioni di Capodanno, in Spagna e in molti altri Paesi di lingua spagnola, le persone mangiano una dozzina di acini d’uva, che simboleggiano le loro speranze per i mesi a venire, proprio prima di mezzanotte.
In molte zone del mondo, è di buon augurio un piatto di lenticchie, che si pensa assomiglino a monete e preannunciano il futuro successo finanziario.
Nel sud degli Stati Uniti, stessa simbologia riguarda i fagioli con l’occhio.
Poiché i maiali rappresentano il progresso e la prosperità in alcune culture, appaiono sulla tavola di Capodanno a Cuba, Austria, Ungheria, Portogallo, Italia (sotto forma di zampone e cotechino).
In Messico, Paesi Bassi e Grecia, si preparano torte e pasticcini a forma di anello, che segnano l’anno che è tornato al punto di partenza.
Invece, in Svezia e Norvegia a Capodanno viene servito il budino di riso con una mandorla nascosta all’interno: chi la troverà, avrà 12 mesi di fortuna.
Dal 1907, quasi ogni anno negli Stati Uniti, a New York city c’è la tradizione più iconica di Capodanno, ovvero il lancio di una palla gigante a Times Square allo scoccare della mezzanotte, davanti a milioni di persone di tutto il Mondo che assistono all’evento.
All’inizio, la palla era un globo di ferro e legno di più di 300 kg, oggi è una sfera dai motivi luminosi di circa 4 metri di diametro e del peso di quasi 5 tonnellate.
In quasi tutto il Mondo, si è ritualizzato un periodo di dissoluzione (caos) alla fine dell’anno vecchio, bevendo molto appunto la sera della vigilia, con i festeggiamenti che possono continuare il giorno di Capodanno, con l’idea di dare un vero benvenuto e celebrare con successo il nuovo anno.
C’è la tradizione di suonare i corni, sparare botti, suonare le campane e fare altri rumori alla vigilia di Capodanno, sempre per dare il benvenuto al nuovo anno, usi che derivano dall’antico rituale di fare baccano, per spaventare gli spiriti maligni e i fantasmi.
Un’altra usanza è quella di fare nuovi propositi per il nuovo anno, che deriva dall’antica nozione che il Capodanno sia un momento limite per presagi e divinazioni, che rende anche più possibile determinare il proprio futuro.
E poi esiste la convinzione che i bambini nati di Capodanno siano più “speciali”, tradizione che ha radici nelle feste antiche come le Matronalia romane, in cui Padre Tempo (una personificazione del tempo, solitamente raffigurato come un uomo anziano con la barba, o le ali, vestito con una tunica e con in mano una falce ed una clessidra), che rappresenta il vecchio anno morente, viene sostituito da una nuova vita.
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Con l’arrivo di Marzo, arriva la promessa della Primavera: intorno al 21 del mese, abbiamo Ostara da festeggiare.
La storia della Dea Ostara inizia con un monaco medievale di nome Beda.
Non è documentata in nessuna fonte pagana ed è conosciuta solo attraverso tradizioni orali e teorie linguistiche.
Viene menzionata solo una volta, negli scritti accademici del periodo dal monaco Beda, che afferma che, durante Eostremonath (vecchio nome anglosassone per Aprile), gli Anglosassoni pagani davano feste in suo onore.
Il nome “Eostre” (antico germanico “Ostara“), è legato a quello di Eos, la Dea greca dell’alba, poiché i servizi all’alba sono sempre stati un aspetto importante delle osservanze della resurrezione / rinascita primaverile di altre culture.
Quindi, essendo la “Dea della luce crescente della primavera”, in suo onore si raccoglieva l’acqua santa sotto forma di rugiada, o l’acqua dai ruscelli.
Infatti, si diceva che lavarsi con essa ripristinasse la giovinezza.
Si narrava, anche, che belle fanciulle vestite di bianco puro si vedessero giocare in campagna. Inoltre, si diceva che la fanciulla bianca di Osterrode fosse apparsa con un grosso lotto di chiavi alla cintura, e si fosse recata al ruscello, per raccogliere l’acqua la mattina di Pasqua.
Per i pagani moderni, la Dea Ostara è anche una Dea della primavera e della fertilità.
Le sue leggende riguardano i tipici simboli pasquali come conigli, uova, fate e fiori.
La Dea Ostara (chiamata anche Oestara, Eostre, Eostra, Eostrae, Eástre, Austra) è la Dea anglosassone della Primavera, dell’Oriente, della Resurrezione e della Rinascita, è anche l’aspetto della fanciulla della Triplice Dea.
Ha dato il suo nome alla festa cristiana della Pasqua (che è una più antica festa pagana di cui la Chiesa si è appropriata), i cui tempi sono ancora dettati dalla Luna.
I Pagani moderni celebrano la sua festa nell’Equinozio primaverile, di solito intorno al 21 marzo, il primo giorno di Primavera.
Alcuni suggeriscono che Ostara sia semplicemente un nome alternativo per Frigg o Freya, ma nessuna di queste Dee sembra avere la stessa funzione di fertilità di Ostara.
Frigg, la Dea della casa, non sembra essere associata a una festa così terrena, e la forma di fertilità di Freya è più basata sull’erotismo, piuttosto che sulla riproduzione.
Tuttavia, Ostara è associata, quasi in modo intercambiabile, a molte divinità diverse.
È essenzialmente identica a Freya, poiché è la Dea della primavera fertile, la risurrezione della vita dopo l’inverno.
E’ anche equiparata alla Dea Idunna, che portò le mele dell’eterna giovinezza agli Aesir, e molti credono che Ostara ed Idunna siano la stessa cosa o rappresentino lo stesso principio.
Le uova e i conigli le sono sacri, come la Luna Piena, in quanto gli Antichi vedevano nei suoi segni l’immagine di un coniglio o di una lepre.
Gli Anglosassoni pagani le facevano offerte di uova colorate all’Equinozio di Primavera, mettendole soprattutto nelle tombe (così come facevano gli antichi Egizi e Greci), probabilmente come un incantesimo di rinascita.
La Dea della fertilità era anche la Dea del grano, quindi le venivano fatte anche offerte di pane e dolci.
I conigli (o lepri, si possono considerare entrambi) erano sacri a Ostara, in particolare i conigli bianchi, e si diceva che fosse in grado di assumere lei stessa la forma di un coniglio.
Una leggenda narra, che Ostara, responsabile di portare la Primavera ogni anno, quella volta si sentiva in colpa per essere arrivata così tardi.
A peggiorare le cose, arrivò e trovò un pietoso uccellino che giaceva morente, con le ali congelate dalla neve.
Amorevolmente, Ostara cullò la creatura tremante e gli salvò la vita.
Piena di compassione per lui, poiché non poteva più volare a causa delle sue ali danneggiate dal gelo, la Dea Ostara lo trasformò in un coniglio (una lepre delle nevi), e gli diede il nome Lepus.
Gli fece anche dono di poter correre con una velocità sorprendente, in modo che potesse facilmente sfuggire a tutti i cacciatori.
Per onorare la sua precedente forma di uccello, gli dette anche la possibilità di deporre le uova (in tutti i colori dell’arcobaleno), permettendogli però di deporre le uova solo un giorno all’anno.
A questo punto, sembra che lo abbia poi reso il suo animale domestico o, in alcune versioni, il suo amante.
Alla fine, Ostara perse la pazienza con Lepus (alcuni dicono che il coniglio fosse coinvolto con un’altra donna), e lo lanciò nei cieli, dove sarebbe rimasto per l’eternità come la “Costellazione Lepus” (The Hare), posizionata per sempre sotto i piedi della “Costellazione Orion” (il cacciatore).
Ma più tardi, ricordando tutti i bei momenti che avevano trascorso insieme, Ostara si ammorbidì un po’ e permise alla lepre di tornare sulla Terra una volta all’anno, ma solo per regalare le sue uova ai bambini, che partecipavano alle feste di Ostara, che si tenevano ogni Primavera.
Quindi, è per questo che il coniglietto pasquale porta le uova ai bambini a Pasqua: infatti tradizionalmente, ai bambini tedeschi viene detto che è la lepre di Pasqua a deporre tutte le uova, che gli verranno regalate.
Un’altra leggenda racconta, che una volta il Regno animale si riunì per un incontro, il primo giorno di Primavera.
C’era grande eccitazione, in quanto ci sarebbe stata una festa molto speciale e un ospite molto particolare vi avrebbe partecipato.
L’ospite molto speciale non era altri che la Dea Ostara, e ogni creatura voleva farle un regalo molto speciale.
Ora, alcuni degli animali erano molto ricchi ed alcuni erano molto poveri, ma tutti andarono a preparare i loro doni, perché solo il meglio andava regalato alla Dea.
Hare (Lepre) era molto molto eccitato, amava teneramente la Dea e, sebbene fosse molto povero, aveva un cuore grande e generoso: le avrebbe fatto il regalo più bello che potesse trovare!
Egli si precipitò a casa, per vedere cosa poteva trovare da regalare alla Dea.
Guardò dappertutto, negli armadi e sotto il letto, ma non c’era niente, anche la dispensa era vuota, non aveva assolutamente niente da darle.
Tranne una cosa: sul ripiano della dispensa c’era un solo uovo.
Era l’unica cosa che gli era rimasta, quindi Hare lo tirò fuori delicatamente dalla dispensa, lo decorò con amore e lo portò alla festa.
Hare era molto preoccupato, tutti gli altri animali offrivano i loro doni d’oro e d’argento e gioielli preziosi, mentre tutto ciò che Hare aveva era l’uovo.
Alla fine, tutti i doni erano stati dati e quello di Hare era proprio l’ultimo.
Egli presentò molto timidamente l’uovo alla Dea, la quale lo prese e lo guardò, vedendo il vero spirito di Hare.
Per questo motivo, la Dea nominò Hare come suo animale molto speciale, in quanto egli le aveva donato “tutto ciò che aveva”.
Ostara è solitamente descritta come una giovane fanciulla, “abbastanza grande da avere figli, ma non una madre”.
È avvolta in fiori o nuova vegetazione e spesso balla.
È gioiosa, ma altrettanto facilmente può diventare improvvisamente solenne, come il tempo primaverile, che può rapidamente trasformarsi in pioggia.
Come la primavera stessa, è capricciosa, innocente e sapiente.
Visto che i temi di Ostara sono la fertilità e la rinascita, ora che la Primavera è arrivata, è un buon momento per pensare al rinnovamento nella tua vita.
Prenditi del tempo per celebrare la nuova vita che ti circonda nella natura: cammina in un parco, sdraiati sull’erba, fai un’escursione in una foresta.
Mentre lo fai, osserva tutte le cose nuove che ti circondano: piante, fiori, insetti, uccelli.
Medita sulla “Ruota dell’Anno”, sempre in movimento, e celebra il cambio delle stagioni.
Tutti gli incantesimi e gli alimenti, che includono le uova, sono appropriati oggi.
Se sei stato ammalato, prova un vecchio incantesimo popolare, che consiglia di tenere un uovo per ventiquattro ore, quindi interrarlo, per seppellire la malattia.
Per migliorare la fertilità di ogni tipo, prepara le uova per la colazione alle prime luci dell’alba, il momento migliore per invocare Ostara.
Mentre mangi, aggiungi un incantesimo come questo:
” Ostara, portami fertilità
Con quest’uovo ora benedici la mia fecondità!”
Oppure, se ti senti giù e hai bisogno di un po’ di speranza in più, alzati prima che il Sole sorga e rilascia un simbolo del tuo fardello sulla terra, facendolo cadere o seppellendolo.
Non guardarlo!
Voltati e lascialo lì.
Voltati verso l’orizzonte al sorgere del Sole e raccogli il primo fiore che vedi.
Asciugalo, quindi portalo con te spesso, come un incantesimo per preservare la speranza nel tuo cuore.
Ed ora, un piccolo incantesimo per celebrare Ostara.
Pensa attentamente a ciò che desideri!
La regola generale è un uovo marrone, per desideri che coinvolgono animali, e bianco per desideri che coinvolgono persone e piante, ad esempio la guarigione di un animale, una persona o una pianta malata.
1. Soffia l’uovo. Usando un ago grosso, fai un buco in entrambe le estremità dell’uovo, facendo un buco più grande dell’altro. Buca delicatamente il tuorlo d’uovo e ruotalo per romperlo. Metti una piccola cannuccia a un’estremità e soffia delicatamente attraverso l’altro foro, per espellere il tuorlo.
2. Dipingi il tuo uovo talismano. Quando il tuo uovo si è completamente asciugato, scegli un simbolo per rappresentare il tuo desiderio: un cuore per l’amore, una moneta per la prosperità, una candela per la saggezza, qualunque cosa sia significativa per te. Oppure puoi dipingere l’intero uovo in un colore corrispondente: rosso per amore, verde per prosperità, viola per saggezza e così via. Un altro modo per farlo, è attaccare petali di rosa per amore o piume per fertilità, insomma tutto ciò che per te ha un significato.
3. Quando è pronto, trova un posto adatto e preparati per appenderlo, infilando un filo sottile (filo da ricamo, lana sottile, nylon da pesca) attraverso i due fori e fissa il fondo con un grosso nodo per tenerlo fermo, con una perlina o anche un fiammifero.
4. Svuota la mente e concentrati sul tuo desiderio e sul suo posto nella tua vita:
« Possano tutte le cose crescere.
Possano tutte le cose fluire.
Benedizioni per il giro della Ruota>>.
Usa queste parole, o qualsiasi altra con cui ti senti a tuo agio: ricorda che si tratta solo della tua intenzione.
Sacro a Ostara
Animali – Conigli, lepri, farfalle
Simboli: Primavera, Uova, Alba, Oriente, Arcobaleni, Chiavi
L’Equinozio (dal latino “aequinoctium” =notte uguale) è quando, due volte all’anno, il Sole incontra l’equatore celeste, per cui i giorni sono caratterizzati dall’uguaglianza del giorno e della notte su tutta la Terra.
L’Equinozio di primavera è solitamente il 20-21 marzo, quello d’autunno è il 23 settembre.
Quest’anno è il 20 marzo alle ore 9:37.
Gli Equinozi ricorrono a circa sei mesi di distanza l’uno dall’altro; nell’emisfero boreale, quello di marzo segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, mentre quello si settembre termina l’estate ed introduce l’autunno.
Invece, nell’emisfero australe, l’autunno inizia a marzo e la primavera a settembre.
Oggi parliamo dell’Equinozio di primavera.
L’Equinozio di primavera è chiamato anche “punto vernale”, o “punto dell’Ariete” o “punto gamma”.
Anticamente, i popoli nordici festeggiavano Oestara, uno degli otto sabbat pagani, festa di origine germanica, che prende il nome dalla dea Eostre, patrona della fertilità.
Essa aveva alcune affinità con divinità di culture greche, per esempio Estia, e romane, Vesta.
Oestara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, coincidente con l’Equinozio di primavera.
La vita si rinnova , l’inverno è definitivamente passato, e tutto ciò che è vecchio lascia spazio al nuovo.
Nell’antichità, le sacerdotesse della dea celebravano un particolare rito, che prevedeva l’accensione di un cero, simboleggiante la fiamma eterna dell’esistenza, che veniva spento all’alba del giorno seguente.
Questo rito è stato ripreso da alcune correnti del Neopaganesimo, soprattutto Wicca, durante il quale la rinascita della vita era esaltata e sacralizzata attraverso l’unione sessuale.
Durante l’Oestara molte delle decorazioni e dei rituali implicano l’utilizzo di uova. Infatti, il nome deriva dalla dea odinista Eostre, simboleggiata dall’uovo, che contiene in sé il principio della vita ed il bipolarismo maschile-femminile del divino.
Molte streghe festeggiavano Oestara facendo falò all’alba, suonando campanelle, decorando le uova e mangiandole ritualmente.
Ad Eostre era sacra anche la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni. I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia ed i Celti la consideravano un animale divinatorio.
In seguito, Oestara venne assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione cade presso il primo plenilunio successivo all’Equinozio di primavera.
La nuova festa cristiana, ancora priva di un nome, in certe lingue assimilò anche la nomenclatura della vecchia festa. Ancora oggi, infatti, in inglese la Pasqua è chiamata Easter, ed in tedesco Ostern.
Nell’antica Roma, l’anno nuovo iniziava nel mese di marzo, dedicato a Marte.
Invece, in Mesopotamia, l’anno nuovo faceva riferimento all’Equinozio primaverile e tale data di tale avvento, coincideva con il segno zodiacale dell’Ariete.
Anche Sham El Nessim (letteralmente “fiutare il vento”), la più antica festività di primavera egiziana, le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa, cade il lunedì e coincide con l’Equinozio di primavera.
In epoca faraonica, era una ricorrenza legata all’agricoltura, si chiamava semplicemente “Shamo” (rinnovo della vita), rappresentava l’inizio della creazione ed i suoi riti di fertilità furono anch’essi inglobati dal Cristianesimo nei riti pasquali.
La data del festival non era mai fissa e veniva annunciata ogni anno la sera prima del suo inizio, ai piedi di una grande piramide. In quel giorno era onorato l’intero Pantheon e gli Egiziani solevano offrire pesce salato, lattuga e cipolle alle loro divinità.
Oggi, il giorno di Sham el Nessim, le strade ed i prati delle città egizie si riempiono di gente, coperte e colori. Si fanno pic-nic all’aria aperta e si consumano: i Fiseekh (pesce salato), per garantire un buon raccolto, fertilità e benessere; Uova bollite (simbolo della rinascita e del Cosmo), che ancora oggi vengono appese dipinte nei templi; Termis (semi di lupino).
Poi si mangiano le cipolle verdi, il simbolo più complesso della festa. Infatti, sono state ritrovate delle mummie con gli occhi imbottiti di cipolle, così come affreschi sulle pareti delle tombe egizie raffigurati l’ortaggio. Si suppone che esse siano il simbolo della vita eterna, oltre ad essere considerato un amuleto contro il malocchio e l’invidia.
Un’antica leggenda narra che, un tempo, un Faraone ebbe un unico figlio, che però fu colpito da una malattia sconosciuta e restò a letto per alcuni anni. Il popolo amava talmente il Faraone, che decise di unirsi al suo dolore, astenendosi dal celebrare ogni festa. Il re convocò il gran sacerdote del Tempio di Oun, che diagnosticò al bambino una malattia causata dagli spiriti maligni. Quindi ordinò di collocare sotto la testa del piccolo una cipolla. Il sacerdote tagliò a fette un’altra cipolla e la mise sul naso del ragazzo, per fargli respirare i vapori. Così il principe recuperò le forze e guarì. Nel palazzo si tennero sontuosi festeggiamenti per celebrare l’occasione, che coincise con l’inizio della primavera. Quindi, come gesto d’amore, il popolo appese dei grappoli di cipolla sulle porte delle case, da qui la tradizione viva ancora oggi.
Infine, nel giorno di Sham el Nessem, si mangia anche la Lattuga, che rappresenta il sentimento di speranza con l’inizio della bella stagione.
Un’altra antica festa, coincidente con il 21 marzo, è il festival di Nawrūz (Nuovo giorno), che affonda le sue radici nello Zoroastrismo, rievocando la storia della creazione e l’antica cosmologia del popolo iraniano. E’ una festa di speranza e di rinnovamento, osservata non solo in Iran, ma anche nei Paesi di origine musulmana, anche se con altri nomi. Essa dura 13 giorni, durante i quali la popolazione dà il benvenuto al nuovo anno, purificando le case e saltando su falò allestiti per le strade.
In Iran, i rituali sono Khane Tekani (pulizia della casa) e Chahârshanbe Sûrî (festa del fuoco). In quei giorni si comprano vestiti nuovi e si decorano le case con fiori, in particolare giacinto e tulipano.
Durante la notte del Chahârshanbe Sûrî, si esce nelle strade e si appiccano piccoli e grandi falò, sui quali i giovani uomini saltano cantando i versi tradizionali. Si dice che in questa notte gli spiriti dei morti possano tornare a far visita ai loro discendenti vivi. E’ prevista anche la rottura di alcune anfore di terracotta, in un auspicio di buona fortuna (Kûzeh Shekastân), e il Gereh-goshâ’î (l’atto di fare un nodo ad un angolo di un fazzoletto e successivamente chiedere a qualcuno di scioglierlo, atto simbolico beneaugurante).
Molto importante, infine è l’Haft Sîn (Sette S), la preparazione di una tavola con sette elementi, i cui nomi iniziano con la “sin” (‘esse’) in persiano. Il sette è un numero sacro e simboleggia i sette arcangeli con l’aiuto dei quali, quasi tremila anni fa, Zarathustra ha fondato la sua religione. L’Haft Sin porta agli abitanti della casa fortuna, salute, prosperità, purezza spirituale e lunga vita. La tavola viene adornata nel modo più bello possibile, con fiori, il libro sacro seguito dalla famiglia, la bandiera tricolore persiana, Verde Bianco e Rosso in orizzontale (patria, fede, rosso sangue versato dagli eroi). Non mancano mai le candele accese, una ciotola di acqua a simboleggiare la trasparenza della vita ed una foglia sull’acqua per la caducità della vita, e lo specchio per essere visibili come siamo.
I 7 simboli sono:
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sabzeh– chicchi di lenticchie, orzo o frumento, germogliati a simboleggiare la rinascita
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samanu– un impasto di orzo germogliato e tostato, a simboleggiare l’abbondanza
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senjed– frutti secchi di Elaeagnus angustifolia,, è legante, a simboleggiare l’amore
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sîr– aglio, a simboleggiare la salute
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sîb– mele scrupolosamente rosse, a simboleggiare la bellezza
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somaq– bacche di Sommacco, a simboleggiare l’asprezza della vita
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serkeh– aceto, a simboleggiare la pazienza e la saggezza.
In Giappone, il giorno dell’Equinozio di primavera, si celebra Shunbun no Hi, una festa nazionale ufficiale, che si trascorre visitando le tombe di famiglia e celebrando le riunioni di famiglia.
Lo Shunbun no Hi è inserito in un periodo di sette giorni, chiamato Haru no Higan (Equinozio di primavera).
Higan significa “altra sponda” ed indica il passaggio da una stagione all’altra ed anche il periodo del risveglio, passaggio da uno stato di quiete (metaforicamente ignoranza) ad uno stato di illuminazione, di meraviglia e di bellezza.
La popolazione prega, per consolare gli spiriti degli antenati ed invocare la loro protezione. Le tombe sono ripulite dalle erbacce e purificate con l’acqua, poi adornate con fiori ed incensi ed infine, per rallegrare le anime dei defunti, si offrono gli “ohagi”, dolcetti a forma di palline, preparati con Kinako (farina di soia tostata) e ripieni di marmellata di “azuki” (fagioli dolci).
E’ interessante sapere, che il giorno del pianeta Terra venne celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell’Equinozio di primavera, ed attualmente è celebrato in diversi Stati, il 22 aprile.
Infine, esiste la “Giornata Mondiale della Narrazione”, una celebrazione globale dell’arte orale della narrazione, che viene celebrata ogni anno durante l’Equinozio di primavera nell’emisfero nord, mentre il primo giorno dell’Equinozio di autunno nell’emisfero sud.
“Era uno di quei giorni di marzo in cui il sole splende caldo
ed il vento soffia freddo:
quando è estate nella luce e inverno nell’ombra”.
-Charles Dickens-
Marzo deriva dal latino «Martius», in quanto il mese era dedicato al Dio romano Marte.
Alla divinità erano attribuiti il raccolto primaverile e la guerra, oltre ad essere ritenuto padre di Romolo, il fondatore di Roma, di cui era il protettore.
Storicamente, la semina e la guerra vanno di pari passo a Marzo.
Tradizionalmente, Marzo era il periodo dell’anno, per riprendere le campagne militari, che erano state interrotte dall’inverno, mentre gli agricoltori riprendevano a lavorare il loro terreno.
All’inizio del Calendario romano, “Marzio” era il primo mese dell’anno solare, poiché portava il primo giorno di primavera con l’equinozio di primavera, quindi era considerato “l’inizio di nuovi inizi”.
Marzo divenne il terzo mese, quando gennaio e febbraio, che furono aggiunti alla fine del Calendario romano intorno al 700 a.C., divennero, invece, il primo e il secondo mese, intorno al 450 a.C.
Marzo è il mese che segna il passaggio dall’inverno alla primavera e risulta contrapposto al mese di settembre.
Secondo l’Astrologia, a inizio mese il Sole è nei Pesci e dal 21 entra nell’Ariete, mentre astronomicamente il Sole si trova nella Costellazione dell’Acquario, fino giorno 11, per poi entrare nei Pesci.
Nell’immaginario collettivo, Marzo è descritto come un mese «pazzo», che renderebbe incostanti e volubili le persone nate in questo periodo.
La Luna Piena di Marzo, la Luna del Verme (chiamata così a causa di tutte le uova di insetti che iniziano a schiudersi), in Italia raggiungerà il picco di illuminazione domenica 28 marzo alle 20:50.
Nelle aree a nord dell’Equatore, la Primavera astronomica inizia all’Equinozio di marzo, che è tra il 19 e il 21 marzo.
Nell’emisfero meridionale, è l’opposto.
Qui, l’Equinozio di marzo è l’Equinozio d’autunno e segna il primo giorno d’autunno.
La Chiesa cristiana usa il 21 marzo, come data ufficiale per l’Equinozio nel calendario ecclesiastico, rendendola la base per il calcolo delle date per la Pasqua e altre feste mobili, come la Quaresima e la Pentecoste.
Secondo le Nazioni Unite, circa 300 milioni di persone in tutto il mondo celebrano l’inizio del Capodanno persiano, Nowruz, il 21 marzo.
In Iran, è un giorno festivo e le celebrazioni sono importanti anche nei Balcani, nel Mar Nero e nelle regioni del Mar Caspio, Caucaso, Asia centrale e meridionale e Medio Oriente.
I primi tre giorni di Marzo una volta erano considerati sfortunati, erano chiamati i “giorni ciechi”.
Nessuno piantava, stipulava un accordo o partiva in questi giorni.
In tutto il Mondo, ci sono varie ricorrenze e feste, a Marzo.
Vediamone qualcuna.
♥ 1 Marzo,nel Galles si festeggia il patrono nazionale, San Davide.
Durante questi festeggiamenti, i bambini corrono tradizionalmente intorno alla chiesa di San Davide, facendo più rumore possibile e cercando di colpirsi a vicenda con palline di carta con delle corde all’estremità. Il nome di questa festa è “Whuppity Scoorie”. Le origini di questa ricorrenza sono oscure: una fonte sostiene, che le urla dei bambini servissero a scacciare gli spiriti maligni. Un’altra afferma che riflette i cambiamenti del coprifuoco, quando le serate primaverili più chiare sostituivano le buie notti invernali.
♥ 8 Marzo è la “Giornata internazionale della donna”, che non solo celebra le conquiste delle donne ed i progressi compiuti verso i diritti delle donne, ma richiama anche l’attenzione sulle lotte in corso per l’uguaglianza in tutto il mondo.
♥ 11 Marzo, “Penny Loaf Day”, Newark. Si dice che, per tre notti, Hercules Clay sognò di aver visto la sua casa in fiamme. Era così convinto di un destino imminente, che trasferì la sua famiglia in un altro luogo. Non appena essi lasciarono la proprietà, una bomba, sparata dalle forze parlamentari durante la Guerra civile inglese, distrusse la casa. Come ringraziamento per la sua fortunata fuga, Hercules lasciò 100 sterline, per fornire pagnotte per i poveri della città.
♥ 15 Marzo si ricordano le “Idi di Marzo”. La leggenda circonda questo giorno sfortunato: “Idi” era un termine usato per indicare i giorni a metà mese del Calendario romano.
Infatti, i giorni del mese non erano numerati progressivamente, ma erano indicati sulla base di tre date fisse per ciascun mese.
Il primo giorno del mese si chiamava “Calende”, poi veniva “il giorno dopo le calende”, e poi si iniziavano a contare i giorni che mancavano, prima delle altre due festività mensili: “None” (il quinto o il settimo giorno del mese) e “Idi” (appunto circa la metà del mese).
Il 15 Marzo del 44 a.C., Giulio Cesare venne ucciso a seguito della famosa congiura, portata avanti da circa 60 senatori, tra cui i più celebri Bruto e Cassio.
♥ 15 Marzo è anche “Clean Monday”, chiamato anche “Pure Monday”.
Questo giorno segna l’inizio della Grande Quaresima, per i seguaci della Chiesa cristiana ortodossa orientale.
Esso è simile al Mercoledì delle Ceneri della Chiesa occidentale.
♥ 16 Marzo, National Panda Day.
♥ 17 Marzo è il giorno di San Patrizio, Irlanda. Secondo il folklore, in questo giorno la gente indossa un trifoglio, perché il santo ha usato le sue tre foglie, per spiegare la Trinità.
♥ 18 Marzo, Giorno del Martirio di Sant’Edoardo, Surrey. Brutalmente assassinato il 15 Marzo 978, per ordine della sua matrigna, Edoardo II, il quindicenne re anglosassone d’Inghilterra, divenne noto come santo e martire, quando i miracoli iniziarono a verificarsi sulla sua tomba. Di conseguenza, il suo corpo fu spostato da Wareham all’abbazia di Shaftesbury. I pellegrini frequentano ancora oggi il suo santuario moderno.
♥ 20 Marzo inizia l’Equinozio di Marzo, chiamato anche “Equinozio di primavera” o “Primavera nell’emisfero settentrionale”, che segna l’inizio della primavera. Nell’emisfero australe, questa data segna l’Equinozio d’autunno e l’inizio dell’autunno.
In questo giorno, il Sole si trova direttamente sopra l’Equatore terrestre.
♥ 23 Marzo, Giornata meteorologica mondiale.
♥ 25 Marzo, Tichborne, Dole, Hampshire. Questa usanza risale al XII secolo, quando Lady Mabella Tichborne giaceva malata e morente. Ella chiese a suo marito, Sir Roger, di instituire un dono (sussidio) di pane in sua memoria, per coloro che erano arrivati a Tichborne, per la festa dell’Annunciazione. Non entusiasta di questa richiesta, Sir Roger disse che avrebbe fornito farina per il pane, in base a tutta la terra che sua moglie avrebbe potuto percorrere. Essendo una donna determinata, Lady Mabella riuscì a strisciare per 23 acri, un’area conosciuta ancora oggi come “The Crawls”.
♥ 27 Marzo è l’inizio della Pasqua ebraica, che inizia al tramonto di questo giorno.
♥ 28 Marzo entra l’ora legale. Se la tua zona lo osserva, non dimenticare di impostare gli orologi un’ora avanti, o potresti ritrovarti un’ora in ritardo per tutto!
♥ I giorni tra il 29 e il 31 marzo sono noti come i “Giorni del Prestito” o “Giorni della Vecchia”. Secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di Marzo hanno la reputazione di essere tempestosi, poiché si ha talvolta un ritorno del freddo, in un periodo che tende generalmente alle miti temperature primaverili.
Una leggenda racconta, che una volta Marzo aveva solamente 28 giorni.
Così una vecchietta, che doveva portare le pecore al pascolo, avviare l’orto e lavorare nei campi, pregustando di poter effettuare questi suoi compiti godendosi il tepore della primavera, incautamente disse a Marzo, che si stava concludendo, che non poteva più procurarle alcun danno, perché finalmente il giorno successivo sarebbe giunto Aprile, con il suo sole e il suo dolce tepore.
Marzo, indignatosi per tanta mancanza di rispetto, decise, allora, di chiedere tre giorni in prestito ad Aprile, per tirare uno scherzo alla vecchia signora.
Aprile accettò e Marzo utilizzò quei tre giorni ‘imprestati’ per scatenare di nuovo il freddo sulla Terra.
♥ 31 Marzo, Giornata mondiale del backup.
In Romania, Marzo è governato dalle leggende di “Baba Dochia” o “Babele”.
Nella mitologia rumena, Baba Dochia è una figura identificata con il ritorno della primavera.
A volte viene immaginata, come “una donna anziana che insulta il mese di Marzo quando esce con un gregge di pecore o capre.”
La rumena Dochia incarna l’impazienza dell’umanità, in attesa del ritorno della primavera.
Le “Babele”, invece, sono note per essere streghe, che hanno il potere di influenzare il tempo in un giorno specifico, nel mese di Marzo.
Baba Dochia ha un figlio, Dragomir, che è sposato.
Dochia maltratta sua nuora, mandandola a raccogliere bacche nella foresta, ai primi di Marzo.
Dio appare alla ragazza, come un vecchio e la aiuta nel suo compito.
Quando Dochia vede le bacche, pensa che sia tornata la primavera e parte per la montagna con suo figlio e le sue capre.
È vestita con dodici pelli di agnello, in montagna piove e le pelli si inzuppano e si appesantiscono.
Dochia deve liberarsi delle pelli e, quando arriva il gelo, muore per il freddo con le sue capre.
Suo figlio si congela a morte con un pezzo di ghiaccio in bocca, mentre suonava il flauto.
Un’altra versione di questa storia, è che Dragomir sposa una ragazza contro la volontà di Baba Dochia.
Arrabbiata per la decisione del figlio, manda la nuora a lavare un po ‘di lana nera nel fiume e le dice di non tornare, finché la lana non sarà diventata bianca.
La ragazza cerca di lavarla, ma la lana non cambia colore.
Disperata e con le mani congelate dall’acqua fredda del fiume, la ragazza inizia a piangere, pensando che non avrebbe più potuto rivedere il suo amato marito.
Poi Dio la vede dal cielo e si sente dispiaciuto per lei, così le regala un fiore rosso, dicendole di lavare la lana con quello.
Non appena lava la lana come raccomandato da Dio, essa diventa bianca, così la ragazza torna felicemente a casa.
Quando Baba Dochia viene a sapere della sua storia, si arrabbia e pensa che sia arrivata la primavera, dal momento che l’uomo (che la ragazza non aveva riconosciuto essere Dio) è stato in grado di offrirle un fiore.
La vecchia parte per le montagne, vestita con nove cappotti.
Mentre il tempo cambia velocemente sulla montagna, inizia a gettare via i suoi cappotti, uno per uno, finché non rimane senza cappotto.
Ma non appena lascia cadere il suo ultimo cappotto, il tempo cambia di nuovo e Baba Dochia si congela sulla montagna.
Il mito popolare associa i 9 giorni, dal 1 al 9 marzo, ai 9 cappotti che Baba Dochia si toglie.
Il suo spirito è ossessionante ogni anno in quel periodo, portando tempeste di neve e freddo, prima che arrivi la primavera.
Le donne scelgono in anticipo un giorno tra questi 9, e se la giornata si rivela mite, cresceranno giuste e serene.
Se la giornata si rivela fredda, la fanciulle diventeranno amare, quando saranno più grandi.
In lingua rumena “babele” è il plurale di “baba”, che significa “strega” o “vecchia”.
Dochia è talvolta raffigurata come una donna orgogliosa, che stuzzica il mese di Marzo, che in cambio si vendica, prendendosi alcuni giorni da febbraio.
Mărțișor è una tradizionale festa, che celebra l’inizio della primavera, corrispondente al 1º Marzo, in Romania, Moldavia, Bulgaria, Macedonia del nord e Grecia.
Il nome deriva dal diminutivo di “Marzo” (in rumeno Martie) ed ha il significato di “piccolo” o “caro” Marzo.
In genere, gli uomini regalano piccoli amuleti (Mărțișor) alle fidanzate, mogli, figli, sorelle, oltre a bucaneve.
Tali amuleti consistono in gioielli od oggetti decorati con cuori, fiori o animali, avvolti in un nastro rosso, che rappresenta la primavera che sta per avere inizio e bianco che rappresenta l’inverno appeno terminato.
Considerato un portafortuna, il Mărțișor è un simbolo d’amore, di buon augurio.
Le donne lo indossano tutto Marzo poi, alla fine del mese, lo appendono a un ramo di un albero in fiore.
L’usanza di indossare il Mărțișor tutto il mese, risiede nelle antiche superstizioni rumene.
Infatti, si dice che protegga le donne dagli spiriti maligni e porti fortuna e ricchezza nelle loro case.
Come si dice Marzo in…
Afrikaans: Maart
Albanese: Marsh
Arabo: مارس
Bulgaro: Март
Catalano: Març
Ceco: Březen
Cinese: 行進
Danese: Marts
Ebraico: מרץ
Francese: Mars
Giapponese: 行進
Greco: Μάρτιος
Hawaiano: Malaki
Hindi: जुलूस
Irlandese: Márta
Lituano: Kovas
Portoghese: Março
Rumeno: Martie
Russo: марш
Singalese: මාර්තු
Somalo: Maarso
Spagnolo: Marzo
Tedesco: März
Turco: Mart
Ucraino: Березень
Ungherese: Március
Vietnamita: tháng Ba
FIORE: Narciso
PIETRA: Acquamarina
SEGNI ZODIACALI: Pesci-Ariete
PIANETA : Marte
I Celti distinguevano due cicli di festività, solare e lunare, ed a ciascuno di essi corrispondevano specifiche festività.
Il Ciclo Solare era associato alla Croce a bracci ortogonali e simmetrici, il Ciclo Lunare era invece associato alla Croce di Sant’Andrea.
Le 4 feste solari, erano: Yule, solstizio d’inverno, Oestara, equinozio di primavera, Lithà, solstizio, Mabon, equinozio d’autunno.
Le 4 feste lunari: Beltaine, festa di primavera del primo maggio, Imbolc, 1 febbraio, Lughnasad, festa d’estate il primo agosto, Samhain, festa dei morti celebrata l’1 di novembre, che dai Celti era considerato il primo giorno dell’anno.
Oggi parliamo di Samhain.
Mentre milioni di persone, nella notte del 31 ottobre festeggiano Halloween, pochi sono a conoscenza delle sue antiche radici celtiche nel festival di Samhain (Samain).
Nell’Irlanda celtica circa 2.000 anni fa, Samhain era la divisione dell’anno tra la metà più chiara (estate) e la metà più scura (inverno).
A Samhain la divisione tra questo mondo e “l’altromondo” era molto sottile, consentendo agli spiriti di passare.
I defunti della famiglia erano invitati in casa, mentre gli spiriti nocivi venivano allontanati.
Le persone indossavano costumi e maschere per camuffarsi da spiriti nocivi.
I falò ed il cibo avevano un ruolo importante nei festeggiamenti.
Gli ossi del bestiame macellato erano gettate in un fuoco comune, creando grandi falò.
Il cibo veniva preparato per i vivi e per i morti, e quello per i defunti, che naturalmente non erano in grado di mangiare, era ritualmente condiviso con i meno abbienti.
Il Cristianesimo incorporò l’onorare i morti nel calendario cristiano con “Tutti i Santi”, il 1 ° novembre, seguito dal “Giorno dei Morti” il 2 novembre.
L’uso di costumi e maschere per allontanare gli spiriti nocivi sopravvisse come usanza di Halloween.
Gli Irlandesi emigrarono in America in gran numero, durante il XIX secolo, specialmente nel periodo della carestia in Irlanda del 1840.
Essi portarono le loro tradizioni di Halloween in America, dove oggi è una delle principali festività dell’anno.
Nel tempo, altre tradizioni si sono fuse in Halloween, ad esempio la tradizione americana del raccolto di zucche da intagliare.
Nella valle del Boyne (valle fluviale culla della civiltà irlandese, dove si trovano alcuni dei più imponenti monumenti preistorici d’ Europa), furono associate due colline a Samhain nell’Irlanda celtica, Tlachtga e Tara. Tlachtga è la location del Great Fire Festival, che inizia alla vigilia di Samhain (Halloween).
Anche Tara era associata a Samhain, tuttavia sotto questo aspetto era secondaria a Tlachtga.
Tornando alle origini di Samhain, essa è in realtà una festa molto bella, che ci collega a coloro che amiamo e che sono morti (come approccio positivo per affrontare il dolore), e celebra il raccolto e la fine dell’estate.
Il nome letteralmente significa “Fine dell’estate”.
Era una festa agricola e un momento di “inventario” prima dell’inverno.
Samhain era anche un periodo di “intensità soprannaturale”, in cui si diceva che la forza dell’oscurità e del decadimento si trovassero all’esterno, fuoriuscendo dai sidh, gli antichi tumuli di campagna.
Durante questo periodo, l’obiettivo era eliminare il vecchio ed abbracciare il nuovo.
Era un momento per riflettere sul passare del tempo e sul nostro viaggio nella vita.
Era il momento di perdonare ed andare avanti.
Ed era un momento per visitare e onorare i propri cari (sia vivi che morti).
La tradizione celtica pagana sosteneva, che Samhain era il periodo dell’anno in cui il sipario tra questo mondo e l’Altromondo era più sottile.
Era il momento ideale per gli spiriti di coloro che erano trapassati, per essere di nuovo con i vivi.
Gli antichi Celti credevano che il 31 ottobre gli spiriti buoni dei morti potessero tornare sulla terra, spesso sotto forma di un gatto nero, per ricongiungersi ai propri cari.
Durante questo periodo dell’anno, i fuochi del focolare nelle case delle famiglie venivano lasciati bruciare, mentre avveniva il raccolto.
Dopo che il raccolto era completato, i celebranti si univano ai sacerdoti druidi, per accendere un fuoco comunitario, usando una ruota che avrebbe causato attrito e scintille.
La ruota era considerata una rappresentazione del sole ed intorno ad essa si pregava.
Il bestiame è stato sacrificato ed i partecipanti, dopo la festa, riaccendevano i fuochi nelle loro case con il sacro falò per proteggerle, oltre a tenerle al caldo durante i mesi invernali.
Antichi testi presentano Samhain come una celebrazione obbligatoria della durata di tre giorni e tre notti, in cui la comunità era tenuta a mostrarsi ai re o capi tribù locali.
Si credeva che la mancata partecipazione avesse come conseguenza la punizione degli dei, di solito malattia o morte.
C’era anche un aspetto militare a Samhain in Irlanda: chiunque commettesse un crimine o usasse le proprie armi durante la celebrazione, era condannato a morte.
Alcuni documenti antichi menzionano sei giorni di consumo eccessivo di alcol, tipicamente idromele o birra, insieme a banchetti golosi.
Per i pagani, la morte non era una cosa da temere.
La vecchiaia era apprezzata per la sua saggezza e la morte era accettata come parte della vita, in quanto necessaria per una rinascita.
Quindi le persone care morte venivano ricordate ed il loro spirito spesso era invitato ad unirsi ai vivi nella festa celebrativa, conosciuta come la Festa dei Morti.
Poiché i Celti credevano che la barriera tra i mondi fosse violabile durante Samhain, preparavano offerte, che venivano lasciate fuori dai villaggi e dai campi per le fate, o Sidh.
Ci si aspettava che i propri antenati defunti potessero varcare la soglia durante questo periodo, e quindi i Celti si vestivano da animali e mostri, in modo che le fate non fossero tentate di rapirli.
Alcuni mostri specifici erano associati alla mitologia che circonda Samhain, inclusa una creatura mutaforma chiamata Pukah, che riceveva offerte di raccolto dal campo.
C’era Lady Gwyn, una donna senza testa vestita di bianco, che inseguiva i vagabondi notturni ed era accompagnata da un maiale nero.
A volte apparivano i Dullahan (persona scura), uomini senza testa, che cavalcavano cavalli dagli occhi di fiamma, e il loro aspetto era un presagio di morte per chiunque li incontrasse.
Un gruppo di cacciatori noto come Faery Host poteva anche palesarsi per rapire le persone.
Simili a loro erano gli Sluagh, che venivano da ovest, per entrare nelle case e rubare anime.
Una leggenda irlandese riferisce, che tutte le persone morte l’anno precedente tornassero sulla terra in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno venturo.
Così nei villaggi si spegnava ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni soggiornassero nel villaggio: il rito consisteva appunto nello spegnere il Fuoco Sacro sull’altare e riaccendere il Nuovo Fuoco il mattino seguente.
Questo simbolizzava l’arrivo del Nuovo Anno.
Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico.
Ci sono antiche usanze di Samhain, che si tramandano.
Ancora oggi esiste la tradizione della “cena muta”, in cui il cibo viene consumato dai celebranti, ma solo dopo aver invitato gli antenati defunti ad unirsi, dando alle famiglie la possibilità di interagire con gli spiriti, fino a quando non se ne vanno dopo la cena.
I bambini giocano per intrattenere i morti, mentre gli adulti aggiornano i defunti sulle notizie dell’anno passato.
Quella notte, le porte e le finestre devono essere lasciate aperte, perché i morti possano entrare e mangiare le torte, che sono state lasciate per loro.
L’idea che le anime tornino a casa in un certo giorno dell’anno, si ripete in molte culture in tutto il mondo.
Día de Muertos, o il Giorno dei Morti, è una festa simile in Messico, che celebra e onora i membri della famiglia che sono morti.
Allo stesso modo, questa cade tra il 31 ottobre e il 1 novembre di ogni anno.
Nel XII secolo, nei giorni sacri obbligatori in tutta Europa coinvolgevano banditori vestiti di nero, che suonavano campane lamentose ed invitavano i Cristiani a ricordare le povere anime dei morti.
Speciali “torte dell’anima” sarebbero state preparate e condivise.
Questa usanza era condivisa in Inghilterra, Germania, Belgio, Austria ed Italia, e si pensa che sia il precursore iniziale del “dolcetto o scherzetto”.
Probabilmente, il travestimento usato andando di porta in porta sotto mentite spoglie, in cambio di cibo, deriva dalle antiche usanze di fare “scherzi”, per confondere gli spiriti maligni.
Gli scherzi di Samhain risalgono al 1736 in Scozia e in Irlanda, e questo portò Samhain a essere soprannominata “Notte di malizia”.
Anche nel sud Italia, ancora oggi, è usanza lasciare la tavola apparecchiata per i defunti, nella notte dell’ultimo giorno di ottobre.
E’ un modo per rinnovare il loro amore verso chi non c’è più.
Ed ora, 5 idee per rituali dedicati a Samhain:
-Onora i defunti: A Samhain il sipario tra il nostro mondo e l’Altromondo è sottile. Onora i defunti, che verranno da te mentre il passaggio è sottile, mettendo un piatto in più per la cena, in un modo che richiami il suo spirito.
-Accendi una candela: Durante Samhain, iniziamo ad avventurarci nella metà buia dell’anno, quando il tempo si raffredda. Accendi una candela, per aggiungere calore magico al tuo focolare ed alla tua casa.
-Pasto Magico Samhain: Samhain è l’ultima festa del raccolto, prima dell’arrivo delle gelate invernali. Onora la magia di questo raccolto con un pasto, che includa prodotti tradizionali come le zucche.
-Rilascia la vecchia energia: questa transizione stagionale offre un’opportunità perfetta, per rilasciare energia o atteggiamenti che non ti servono più. Prenditi un momento per visualizzarli e poi lasciarli andare.
-Respira l’aria autunnale: con l’avvicinarsi di Samhain, il clima diventa sempre più fresco. Trascorri del tempo all’aperto immergendoti nella stagione. Prendi consapevolezza notando le foglie che cambiano, gli alberi che potrebbero essere già spogli e la freschezza nell’aria mentre le stagioni passano.
Jasminum L. è un genere di piante, originario dell’ Himalaya, che include varie specie del Gelsomino, circa 200.
I più comuni sono Gelsomino comune (Jasminum officinale), Gelsomino di Spagna (Jasminum grandiflorum), Gelsomino trifogliato (Jasminum azoricum) e Gelsomino marzolino (Jasminum polyanthum).
Generalmente, i fiori sono bianchi, alcuni lievemente rosati alla base, ma esistono specie a fiori gialli, tipo il Gelsomino di San Giuseppe (Jasminum nudiflorum) e il Gelsomino primulino (Jasminum primulinum).
Qualsiasi sia la specie, la fioritura è sempre molto abbondante e contraddistinta dalla caratteristica principale del Gelsomino, l’inconfondibile profumo emanato dai fiori.
Il genere Jasminum è utilizzato a scopi ornamentali, ma un tempo si credeva avesse innumerevoli virtù officinali.
In Persia, si utilizzava “l’olio di Gelsomino”, che veniva offerto nei banchetti agli invitati.
In seguito, da Dioscoride in poi, si sono scoperte innumerevoli potenzialità della pianta, legate alla sessualità.
Il primo a coltivarlo in Italia fu Cosimo I de Medici, che però ne proibì la diffusione fuori dai giardini granducali.
Secondo una leggenda, un giovane giardiniere rubò una pianta e la regalò alla sua fidanzata, che la mise in terra e la accudì con tanto amore. La pianta crebbe e fece tanti fiori meravigliosi. I due fidanzati si sposarono e vissero felicemente. La storia vuole che, dal quel rametto di Gelsomino, trafugato dalla residenza dei Medici, nacquero quasi tutte le piante di Gelsomino presenti in Italia. Da allora in Toscana, la tradizione vuole che le spose aggiungano un rametto di Gelsomino al bouquet di nozze, in memoria della fortuna della ragazza vissuta al tempo dei Medici e come segno di buona fortuna e prosperità.
Un’altra leggenda, araba, racconta che un giorno la madre di tutte le stelle, Kitza, stava preparando nel suo palazzo di nuvole gli abiti d’oro per i suoi figli, quando giunse un gruppo di stelline, che si lagnavano delle loro vesti: una era troppo larga, un’altra non splendeva abbastanza, una non aveva gemme, ecc. Strepitavano, confondendo la povera madre. Kitza le pregava di non fare chiasso e di farla lavorare, perché le altre sorelle erano nude e potevano ammalarsi. Ma le stelle capricciose non le davano retta e continuavano a protestare. Finché passò da quelle parti il re degli spazi, Micar il quale, udendo quel chiasso, entrò nel palazzo e chiese cosa stesse succedendo. Le stelle, spaventate, diventarono sottomesse e docili, ma non poterono nascondere la verità. Allora Micar, sdegnato, le cacciò dal firmamento. Strappò loro gli abiti d’oro e le scagliò come ciottoli nel fango della Terra.
La madre cadde in un inconsolabile dolore, temeva che gli uomini avrebbero calpestato ed umiliato le sue stelle.
La Signora dei giardini, Bersto, provò pietà per la povera madre e decise di aiutarla. Quindi le tolse dal fango e le trasformò in fiorellini profumatissimi. Così nacquero i Gelsomini, le stelline della terra.
L’ultima leggenda narra di una giovane nomade araba di nome Jasmine, che si copriva il volto per proteggere la candida pelle dal sole. Un giorno, arrivò un principe da un ricco paese lontano e la chiese in sposa. Il padre della giovane acconsentì ed arrivarono schiavi e servi per scortarla all’harem. Anche nel palazzo più bello del mondo, Jasmine sapeva che non poteva vivere rinchiusa e mostrò il suo dolce viso al sole. Il sole rimase abbagliato dalla sua bellezza ed esaudì il suo desiderio, trasformandola in un Gelsomino, che nasce libero nei luoghi più luminosi del mondo.
Solitamente il fiore del Gelsomino ha 5 petali e ciò è molto importante perché, in esoterismo, il numero cinque rappresenta la Grande Madre: Afrodite per i Greci, Ishtar per i Babilonesi.
In Asia minore si portava al collo come amuleto un pentacolo, perché si pensava che la Grande Madre in questo modo proteggesse dagli spiriti cattivi.
In Egitto, nella necropoli di Deir-el-Bahri, sono stati rinvenuti piccolissimi frammenti di petali di Gelsomino sulla mummia di un faraone.
Il Gelsomino procura numerosi benefici per il corpo umano: calma la tensione nervosa, favorisce il sonno, allevia tosse e mal di testa, è antibatterico ed agevola la circolazione del sangue. La macerazione dei fiori nell’olio è eccellente, se frizionata contro i dolori da infiammazione nervosa.
Dissolve le paure e le tensioni legate alla sessualità ed è tradizionalmente usato per curare i disturbi uterini e per facilitare il parto.
Nei Paesi asiatici ed arabi, è una pianta che simboleggia l’Amore divino, ed è diffusa ancora oggi la credenza, che il paradiso sia profumato di Gelsomino.
In Indonesia, stringhe di fiori di Gelsomino, intrecciate finemente, vengono utilizzate per adornare i capelli della sposa. Per loro, è il fiore simbolo della vita, della bellezza e della festa di nozze.
In Cambogia, Gelsomini sono offerti a Sri Buddha come omaggio.
In Cina, il fiore di Gelsomino viene elaborato per fare il tè.
Nel linguaggio dei fiori, il Gelsomino ha diversi significati: in Spagna simboleggia la sensualità, nei Paesi arabi l’amore divino, in Italia significa buona fortuna nel matrimonio.
Ma il significato varia anche a seconda del colore del fiore o della varietà:
–bianco esprime amabilità e candore d’animo;
– giallo è augurio di felicità, eleganza e grazia;
-il gelsomino notturno (Solanum seaforthianum) rappresenta la timidezza;
– rosso, rara specie originaria dell’India (), rappresenta il desiderio.
Il Gelsomino, nell’esoterismo, è associato all’aspetto femminile e materno della Divinità.
Agisce sulla mente, dando fermezza, concentrazione eliminando le tensioni nervose.
Nella pratica esoterica, è associato al pensamento, pertanto si usa nei riti per spingere una persona a rivolgere il pensiero a noi.
Aiuta ad avere idee innovative ed è usato nelle celebrazioni dell’Equinozio di Primavera.
I fiori, bruciati nella stanza prima di coricarsi, favoriscono i sogni medianici; portati indosso propiziano i rientri di denaro e la prosperità.
Per operazioni magiche di amore e lussuria, si utilizzano l’olio, il profumo e l’incenso, infusi in acqua.
I fiori freschi sono utilizzati per attrarre e mantenere un amore spirituale.
Sognare il Gelsomino preannuncia fortuna ed un matrimonio molto prossimo.
Il Gelsomino è utilizzato anche come simbolo per tatuaggi, essendo la rappresentazione simbolica di attaccamento, passione e amabilità.
Gelsomini: sensualità
Gelsomino Bianco: leggiadria
Gelsomino Giallo: elegante sensualità
Pianeta: Luna