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L’Aconito napello è un’erba officinale perenne delle Alpi, comune in Europa, in Asia e nell’America del Nord.
Riconoscibile per i fiori a cinque petali, dei quali il più alto sembra un elmo, l’Aconito può essere alto fino ad 1,5 metri.
I fiori, di colore viola o blu-viola, si presentano leggermente pelosi.
Abbastanza conosciuto è anche l’Aconitum lycoctonum, dal fiore bianco o giallo.
Le due specie contengono veleni diversi, per quanto simili ed entrambi letali, ma il più utilizzato rimane il napello.
Le mucche conoscono la sua tossicità e non lo mangiano, l’Aconito infatti è bello da vedere, ma contiene un alcaloide tossico: l’aconitina, molto pericolosa.
E’ consigliabile, quindi, non raccogliere o toccare nessun esemplare.
L’aconitina è uno dei veleni più potenti attualmente conosciuti, pericolosa anche per contatto (ovvero per assorbimento tramite l’epidermide); viene estratta dalla radice ma anche dalle foglie.
Si narra che l’Aconito sia stata una delle piante preferite dagli Antichi, per avvelenare le frecce o comunque per uccidere i nemici.
Plinio la cita come il veleno ad azione più rapida, ma la ritiene anche un potente antidoto per molti altri tipi di sostanze tossiche, come ad esempio il veleno degli scorpioni.
In pratica secondo Plinio, l’Aconito o uccide avvelenando, o incontra nell’organismo un altro veleno e combattendolo, annienta anche se stesso.
Gli antichi Greci cacciavano i lupi, avvelenando la loro esca con questa pianta: ecco perchè uno dei suoi tanti nomi comuni è “Wolfsbane” (Castigo del Lupo).
Questo nome venne mantenuto fino al Medioevo in quanto, in quel tempo, lupi e lupi mannari erano una vera paura in Europa.
Le persone spaventate si rivolsero, così, alla coltivazione di Aconito per la loro protezione, poiché le superstizioni dicevano, che i lupi mannari potevano essere respinti dalla pianta, o addirittura domati da essa.
Altri, tuttavia, credevano che avere un contatto con l’Aconito napello, durante la luna piena, potesse effettivamente causare un cambiamento di forma e trasformarli in lupi mannari.
Ai pazienti che soffrivano di licantropia (l’illusione di essere un lupo) venivano prescritte dosi regolari, e spesso letali, di Aconito dai loro medici medievali.
Antiche leggende narrano, che i Berserker, una famigerata tribù germanica, consumarono l’Aconito volontariamente, per trasformarsi in “lupi mannari”.
Si dice che l’Aconito provochi la sensazione sulla pelle di indossare una pelliccia o piume, e possa indurre allucinazioni di trasformazione in diversi tipi di animali.
L’Aconito è da sempre considerato simbolo di malefici ed uno degli ingredienti preferiti delle pozioni di maghe e fattucchiere.
Esso, infatti, era uno dei numerosi ingredienti per un unguento che, se applicato a una scopa, poteva facilitare il volo.
Le leggende affermano anche che una maga, che portava semi di Aconito napello avvolti nella pelle di lucertola, poteva diventare invisibile, e che le streghe applicavano la linfa velenosa della pianta alle loro pietre focaie e le lanciavano contro ignari nemici.
L’Aconito è anche chiamato “hecateis”, dalla Dea greca della stregoneria Ecate, associata a sortilegi, porte d’accesso, conoscenza di erbe e piante velenose, anime dei morti / necromanzia e mutaforma.
La mitologia lo vuole nato dalla bava di Cerbero, quando questi vide la luce del sole, nella dodicesima fatica di Ercole.
La mitologia nord europea considera il fiore dell’Aconito simbolo dei cavalieri erranti, con il potere di rendere invisibili, e ciò deriva dalla particolare forma di elmo posseduta dal fiore.
Nei paesi nordici, infatti, l’Aconito napello è conosciuto anche con il nome di “Cappello di Thor” o “Elmo di Odino” o “Elmo di Troll” (in Danimarca), o ancora, nei Paesi germanici come “Elmo di ferro”.
Quando la religione cristiana prese il sopravvento su quelle pagane, il nome fu cambiato in un più tranquillo, “Cappello del monaco”.
Si narra, che chiunque riuscisse ad usare il Cappello di Thor, aveva il potere di scomparire, per ricomparire improvvisamente ed inaspettatamente tra gli uomini, cavalcando un cavallo a otto zampe, accompagnato da due lupi e due cervi.
In Francia, ha invece prevalso l’aspetto legato alla bellezza dei fiori ed il nome comune, usato Oltralpe, richiama la dea dell’amore: “Char de Venus”, ”Carro di Venere”.
Se al fiore togliamo il cappuccio esterno, nelle parti restanti, con un po’ di fantasia, potremo riconoscere, infatti, le sembianze di un carro trainato da colombe.
Questa pianta è un elemento della trama familiare di film dell’orrore, nei programmi televisivi e nei romanzi.
Nella serie di Harry Potter, Remus Lupin, un lupo mannaro tormentato, beve una pozione di Aconito napello accuratamente preparata per controllare le sue trasformazioni.
Già nel 1931, in “Dracula” , l’Aconito sostituì l’aglio come repellente per i vampiri nei film.
Nel linguaggio dei fiori, l’Aconito simboleggia la vendetta e l’amore colpevole.
PIANETA: Saturno
ELEMENTO: Acqua
ATTENZIONE: è importante ricordarsi di indossare sempre guanti e mascherina, mentre si maneggia una pianta mortale come l’Aconito.
“Ascolta la parola delle streghe,
i segreti che abbiamo nascosto nella notte:
i più antichi tra gli dei ho invocato,
la grande opera della magia ho cercato.
In questo giorno e a quest’ora
l’antico potere ci onora.
Manda i tuoi poteri a noi tre sorelle:
vogliamo i poteri, dacci i poteri!
Questo è della strega il canto
che nella notte celebra i segreti,
gli dei più antichi invocando
e rievocando i riti più biechi.
Questo è il tempo di riavere
il nostro antico potere!”
-dal Libro delle Ombre-
Il termine Strega deriva dal latino “striga” o “stryx”, o dal greco “strygos” = strige, barbagianni.
Nel Medioevo, si utilizzava generalmente la parola “Lamia”; in altre regioni d’Italia, altri termini erano:
-Masca o Maggia (Piemonte)
-Stria o Basura (Liguria)
-Borde (Toscana)
-Mazzera (Corsica)
-Stria, Strea, Strolega, Maggia (Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Friuli-Venezia Giulia)
-Cogas, Bruscias, Maghiargia (Sardegna)
-Janara (Sannio ed Irpinia)
-Mavara, Majara (Sicilia)
-Magara (Calabria, Basilicata)
-Masciare (Bari)
-Chivarze (Taranto)
-Macara (Salento)
-Stiara (Grecìa salentina)
-Stroll’ca (Umbria)
-Strolleca (Macerata)
La Strega, in realtà, è una figura mitologica, nata il più delle volte da credenze popolari e dotata di poteri sovrannaturali.
Per secoli, le Streghe sono state oggetto di persecuzione da parte della Chiesa, in quanto dedite alla pratica della “Stregoneria” e dotate di poteri occulti, derivanti dal contatto con il “maligno” o altre entità soprannaturali.
Solitamente donne, esse usavano i poteri non solo per nuocere alle persone ed alle cose, e per opporsi alla società umana.
Nel XVIII sec., lo studioso trentino Girolamo Tartarotti giudicò infondate le teorie sulla Stregoneria, in quanto frutto di superstizione.
Nel folklore popolare, la Strega ha quasi sempre avuto un’eccezione negativa, perché si pensava che usasse i poteri soltanto per nuocere, partecipando ai raduni periodici, i Sabba, durante i quali si adorava il Demonio.
Di Streghe si parla fin dall’antichità.
Infatti, gli studiosi ritengono, che il concetto di Strega risalga a migliaia di anni fa, quando gli esseri umani adoravano le divinità, in tutte le culture.
Nella mitologia greca, la prima Strega è Ecate, la Dea della Magia e dell’Astrologia.
Nella tradizione Yoruba (gruppo etno-linguistico africano), la strega era una donna saggia.
Alcune di queste donne praticavano rituali spirituali, la maggior parte di loro erano semplicemente guaritrici o saggi anziani.
Nella Bibbia sono citate la famosa “Strega di Endor” (una negromante dotata del potere di evocare lo spirito dei morti), oppure in Grecia, le “Streghe della Tessaglia” (in grado di “tirare giù la Luna”, utilizzando uno specchio per rifletterne la luce ed andare in trance).
Nel Medioevo, la Chiesa cattolica, a seguito di alcune confessioni protestanti, indicò le Streghe come figure eretiche, pericolose per la comunità, perché dedite al culto del maligno e, pertanto, dovevano essere perseguitate con violenza.
Da qui, iniziò la “Caccia alle Streghe”.
Fra il 1227 ed il 1235, fu instaurata l’Inquisizione contro le “Streghe” e contro gli “Eretici”, con una serie di decreti papali.
Nel 1252, Papa Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura, per estorcere “confessioni” di Stregoneria da parte delle donne sospettate.
Questo papa criminale, alla sua morte, fu sepolto nel Duomo di Napoli con una iscrizione che inizia con queste parole: “Hic superis dignus, requiescit Papa benignus” (Questo è degno degli dei [del divino], Papa benigno riposa……)
Successivamente, Alessandro IV diede all’Inquisizione ogni potere di torturare ed uccidere, in caso di Stregoneria coinvolgente l’eresia.
Se le vittime “confessavano”, erano dichiarate colpevoli di Stregoneria, se invece “non confessavano” erano considerate eretiche, e poi arse sul rogo.
Non sfuggiva nessuno.
Alcune persone erano sottoposte alla prova della pietra al collo, la presunta colpevole veniva, cioè, gettata in acqua legata a una pietra.
Se annegava era innocente, se invece restava a galla era una Strega … in ogni caso moriva!
In Italia, l’ultimo omicidio di una donna per tale motivo, risale al 1828, in Valsesia.
Tra il 1450 ed il 1550, in Germania si calcola che furono condannate al rogo circa centomila donna, considerate Streghe.
A fine ‘600, a Salem (Massachusetts), iniziò una caccia alle Streghe, durata dal 1647 al 1688, durante la quale ci furono arresti, esecuzioni capitali terribili, mai inflitti nei possedimenti britannici del Nuovo Mondo, per il reato di Stregoneria.
Furono impiccate 19 persone; un uomo venne schiacciato a morte per essersi rifiutato di testimoniare; 150 sospettati furono imprigionati e altre 200 persone furono accusate di Stregoneria.
Ma ci potrebbe essere anche una spiegazione scientifica al fenomeno della Stregoneria.
Dietro i fenomeni registrati a Salem, si pensa vi sia stato un consumo alimentare di “segale cornuta” (cioè infettata da Claviceps purpurea), i cui alcaloidi sono resistenti anche alle alte temperature dei forni di cottura del pane.
Inoltre nel 1563, un medico olandese, Johann Wier, nel suo libro “De praestigiis daemonum” stabilì una connessione tra il possibile stato allucinatorio di anziane donne malate e frustrate, ed i tipici comportamenti delle Streghe.
Nell’arco di tre secoli, alcuni storici hanno stimato che furono sterminati nove milioni di Streghe, all’80% donne e bambine.
Le donne venivano violentate oltre che torturate; i loro beni erano confiscati fin dal momento dell’accusa, prima del giudizio, poiché nessuno era mai assolto.
La famiglia intera veniva spossessata di ogni bene; si dissotterravano persino i morti per bruciarne le ossa.
Il “Malleus Maleficorum” (“Il martello delle streghe”, testo in latino pubblicato nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger ed Heinrich Kramer, allo scopo di reprimere in Germania Eresia, Paganesimo e Stregoneria) stabiliva che la Strega accusata doveva essere “spesso e frequentemente esposta alle torture”.
Alla base di gran parte dell’odio nei riguardi della Strega, c’era anche la paura della sessualità: queste donne senza legami potevano attirare gli uomini con il loro potere:
“Quando una donna pensa da sola, pensa male”,
recita il Malleus Maleficarum.
Le cacce alle Streghe erano campagne ben organizzate, intraprese, finanziate ed eseguite dalla Chiesa e dallo Stato.
Questo regime di terrore durò cinque secoli, sotto la benedizione di almeno 70 papi, tutti in qualche modo compromessi con questi orrendi crimini.
Dal Rinascimento, le Streghe iniziarono ad essere descritte come delle donne vecchie ed arcigne, qualche volta rappresentate accanto ad un filatoio o nell’atto di intrecciare nodi, a richiamare l’idea di vendetta, tessendo il destino degli uomini e ponendoli di fronte a mille pene.
Ogni Strega, solitamente è accompagnata da un proprio animale, il “Famiglio”, con caratteri diabolici, che funge da consigliere della propria padrona. (vedi articolo dedicato).
Tipici Famigli sono il gatto, il gufo, il corvo, la civetta, il topo e il rospo.
Una Strega, per essere considerata veramente tale, deve utilizzare incantesimi essenziali, alcuni dei quali sono di seguito elencati:
–Bruciare ortica essiccata in una stanza, per purificarla ed allontanare le influenze negative.
–Portare una piccola moneta di rame nel portafoglio, per aiutare altri soldi ad entrarci.
–Sotterrare una bottiglia con dentro spilli e spine vicino l’ingresso di casa, per tenere lontano energie e pensieri negativi nei nostri confronti.
–Tagliare una mela in due e mangiarla con il proprio partner, affinché si mantenga l’amore intenso ed a lungo nel tempo.
–Sotterrare un nocciolo di un’albicocca davanti l’ingresso della propria casa, per portare un nuovo amore.
–Bere un infuso di gelsomino e cannella, prima di iniziare una divinazione.
–Tenere qualche mandorla in tasca, per trovare ciò che si è perso.
–Mettere qualche goccia di olio essenziale d’arancio dolce sul proprio cuscino, per avere sonni sereni.
–Formulare una domanda ad un’arancia, che abbia per risposta si o no. Se i semi, una volta mangiato il frutto, saranno pari, la risposta è negativa, se i semi saranno dispari, sarà positiva.
–Una candela cosparsa di olio di basilico elimina le negatività.
–Per affrontare un pubblico, un po’ di legno di ontano in tasca aiuterà nell’oratoria e darà coraggio.
–L’olio di Timo spalmato sulle palpebre chiuse permette di vedere le Fate.
–Tagliare un pezzetto di corteccia di pioppo, mentre si è situati ad Est, aiuta ad ottenere conoscenza magica.
–Bruciare una candela rosa tutta la notte alla propria finestra, aumenta la forza di volontà.
–Mangiare mirtilli, guarisce da piccole depressioni ed esaurimenti nervosi.
–Cospargere di sale grosso gli angoli della stanza, per proteggere la casa.
–Mettere infuso di Eufrasia sulle palpebre, per avere la chiaroveggenza.
–Lasciare piccole offerte di miele e di latte sotto gli alberi di quercia, per essere ricompensati dagli Spiriti della Natura.
–Polvere di Artemisia, Cannella e Sandalo vicino al letto favorisce la proiezione astrale.
–Mettere una piantina di Gardenia nella stanza di un ammalato, per accelerare la guarigione.
–Suonare una campanella, per tenere la casa protetta, lontana dalle negatività.
–Bere un tè ai petali di rosa per una settimana, porta l’amore nella propria vita.
–Una piantina di achillea di fianco al registratore di cassa di un negozio, favorisce nuovi affari e nuovi clienti.
–Per affrontare una persona di cui non ci si fida, portare in tasca un Occhio di tigre, per non fare mentire l’interlocutore.
–Camminare su dei rami caduti di acero per assicurarsi una vita lunga.
–Mangiare ravanelli, stimola desideri sessuali con il partner.
–Piccoli pezzi di coralli vicini a finestre e porte, tiene lontani i ladri.
–Prima di prendere una decisione importante, mangiare una pesca.
–Regalare un cesto fatto di nocciolo ad una sposa, auspica un matrimonio felice.
–I fiori di calendula aggiunti nella vasca da bagno, rendono più belli ed irresistibili.
Le Streghe praticano diversi tipi di magia e, cosa importante, non fanno solo del male, spesso sono orientate verso il “bene” dell’Universo.
Un tipo di Stregoneria è la “Magia rituale Wicca”, eseguita con attrezzi speciali e forme geometriche (tipo il pentacolo), che danno potere e significato ad ogni cerimoniale.
Requisito essenziale è la riflessione costante sulla relazione tra uomini, natura e divino, sia per perfezionare i rituali magici, che per portare pace interiore, chiarezza di pensiero ed un’eccezionale forza di carattere.
La “Strega verde” o “Strega di campagna”, che si occupa di piante, terreno e magie della terra, non solo impara a preparare delle pozioni, rimedi ed altre sostanze potenti usando le piante, ma sviluppa anche una conoscenza profonda dei cicli di nascita, morte e rinascita.
Queste Streghe sono orientate verso la magia protettiva, estraendola dalla natura per evitare la mala sorte.
Questo tipo di magia aiuta a capire ciò che ci circonda, sviluppare il pollice verde e coltivare altri poteri, per beneficiare la propria vita e la propria casa.
Molto praticato dalle Streghe è anche lo Sciamanesimo, il cui concetto base riporta che, tutto ciò che esiste in natura in questo mondo, ha un suo spirito, l’animismo.
Visitando il piano astrale, lo Sciamano può comunicare con gli spiriti ed invocare il loro aiuto e protezione in questa dimensione.
Nel gergo esoterico, questi sciamani si chiamano “àuguri” o “Streghe ponte”.
Esistono anche dei tipi di Streghe meno comuni:
–“Streghe di famiglia”, che praticano una tradizione familiare, di cui solo la famiglia stessa è a conoscenza.
–“Streghe eclettiche”, che studiano un po’ di tutto ed hanno una conoscenza generale e non specializzata.
–“Streghe solitarie”, che sviluppano la loro visione della stregoneria e studiano in maniera personale, senza affidarsi a pratiche e rituali standard.
–Interessante quanto poco conosciuta, è la “Strega della cucina”.
Se la cucina è il cuore di ogni casa, è il luogo perfetto per fare un po’ di magia. Nella Stregoneria in cucina, la preparazione dei pasti diventa un’attività magica. Una Strega della cucina potrebbe avere un piano cottura o un altare da banco, probabilmente possiede erbe fresche in barattoli e pentole in cui preparare pratiche magiche, che sono incorporate nelle ricette e nella cucina.
Ogni pasto diventa un atto sacro che infonde energia alla famiglia.
Modificando il modo in cui avviene la preparazione e il consumo del cibo, questa Strega crea magie pratiche sui fornelli, nel forno e sul tagliere.
–Nella Stregoneria cerimoniale, chiamata anche “Magia cerimoniale” o “Alta magia”, la Strega usa spesso rituali e invocazioni specifici, per invocare il mondo degli spiriti.
La Strega cerimoniale utilizza come base una miscela di antichi insegnamenti occulti, come Thelema, Magia Enochiana e Kabbalah.
Le informazioni sulla Magia cerimoniale spesso sembrano essere limitate, ciò è dovuto in parte alla necessità di segretezza all’interno della comunità.
In effetti, molte persone che praticano la Stregoneria cerimoniale non si identificano affatto con la parola Strega.
–Esistono numerose tradizioni ereditarie di Stregoneria.
Queste sono tipicamente piccole tradizioni familiari in cui credenze, rituali e altre conoscenze vengono tramandate da una generazione all’altra, a volte di madre in figlia, o di padre in figlio, e gli estranei sono raramente inclusi, anche quelli che si sposano nella famiglia.
È difficile indovinare quante Streghe ereditarie ci siano, perché le informazioni sono generalmente conservate all’interno della famiglia e non condivise con il pubblico in generale.
Ancora una volta, questa è una tradizione familiare basata su pratiche e credenze, piuttosto che su qualsiasi legame genetico documentabile.
–In sud Africa, originari del popolo Zulu, gli “Stregoni” sono visti come guaritori, che si dividono in due diverse categorie: “Inyanga” e “Isangoma”.
Sebbene gli Inyanga non siano dissimili dagli erboristi moderni e dai professionisti della medicina naturale, gli Isangoma sono chiamati alla loro professione dai poteri divini e svolgono compiti come predire il futuro e usare le loro capacità psichiche, per proteggersi dagli spiriti maligni.
Isangoma rasenta l’essere leader religioso nella sua comunità, usando trance e rituali musicali, per comunicare con gli antenati.
Sia l’Inyanga che l’Isangoma sono visti con rispetto nella loro cultura e devono sottoporsi ad anni di addestramento; vengono spesso consultati per una varietà di problemi, dalla salute allo spirituale.
–Mentre, come dicevo prima, la caccia alle Streghe si è conclusa in Europa intorno al XVIII secolo, in alcune parti del Mondo le donne continuano ad essere bandite, perché sospettate di avere poteri soprannaturali.
Il Ghana sta cercando di fare un passo avanti per abolire questa pratica.
Infatti, negli ultimi anni dovrebbe aver liberato quasi 1.000 donne e 500 bambini da sei campi di Streghe nella regione settentrionale del Paese.
I campi delle Streghe sono stati istituiti quasi 100 anni fa, per fornire un luogo di rifugio per le donne, che sono state capri espiatori per tragedie come la carestia, la malattia e la morte.
Non diversamente dalle donne accusate di Stregoneria nell’America coloniale, queste donne sono state discriminate in società, crivellate dal panico di massa. Sebbene i campi fornissero un rifugio sicuro per le donne e i loro bambini, mancavano anche i beni di prima necessità come l’elettricità e l’acqua corrente. Poiché i campi sono stati chiusi nel dicembre 2014, le donne bandite in queste aree ora lottano, per essere reintegrate nella società e riunite alle loro famiglie, dopo decenni di persecuzioni e discriminazioni.
-Nelle Isole Filippine, la fede nella magia è molto viva.
“Kulam” è una forma di stregoneria filippina, con praticanti chiamati “Mangkukulam”, che praticano magia nera.
Usando pratiche simili al Vudù, il Mangkukulam lancia incantesimi e maledizioni, destinati a recare danno agli altri.
Tuttavia, i Mangkukulam (che possono essere uomini o donne) spesso vendono pozioni d’amore e servizi, per aiutare i clienti a vendicarsi di coloro che li hanno offesi.
–In Cile troviamo “Kalku”, una Strega malvagia, che esiste in opposizione ai leader spirituali “Mapuche” e alle donne di medicina, “Machi”.
Mentre Machi sono i principali guaritori della cultura, Kalku lavorano con gli spiriti maligni, per provocare il caos.
Le figure semi-mistiche usano la magia nera e si crede persino che abbiano aiutanti malvagi, come “Anchimayen” (creature che rianimano i cadaveri dei bambini defunti) e “Choncon” (un uccello con la testa di un Kalku).
Mentre Machi sono tradizionalmente donne, che svolgono doveri religiosi, Kalku sono visti come creature più mistiche e fantastiche.
–“Obeah” fiorì nelle Indie occidentali, come ibrido popolare tra magia e religione, in gran parte come forza di resistenza, durante la tratta degli schiavi.
La sua magia oscura utilizza incantesimi per fare previsioni, acquisire conoscenze o ottenere assistenza per qualsiasi compito.
Mentre Obeah non è una religione, nel senso che non esiste un tipo di chiesa o cerimonie stabilite, i praticanti di sesso femminile e maschile sono visti come guide spirituali, che possono aiutare per qualsiasi tipo di problemi.
Questa magia, che si ritiene abbia avuto origine nell’Africa occidentale, si trova nei Caraibi in molteplici forme.
Ad esempio, ad Haiti, la pratica è conosciuta più specificamente come Voodoo. Come la maggior parte delle forme di Stregoneria, si ritiene che questa forma di magia abbia un potenziale sinistro, ma viene anche utilizzata per il beneficio personale, attraverso gli incantesimi acquistati.
–Nonostante possa essere considerata una santa piuttosto che una Strega, la “Santa Muerte del Messico”, o “Santa della Morte”, è profondamente collegata alla Stregoneria.
Rappresentata come una donna che indossa una maschera di teschio e un lungo mantello, simile alla “Triste Mietitrice”, Santa Muerte è onorata attraverso statue, che si ritiene detengano poteri magici.
Le sculture nere della santa sono usate nei rituali di maledizione, mentre le sculture bianche sono usate per i rituali di purificazione.
Alcuni credenti considerano persino Santa Muerte un’intermediaria tra Dio e la Terra, mentre altri vedono la sua statua come un presagio o una minaccia di morte.
–La “Hedge Witch” (Strega della Siepe) lavora con gli spazi liminali e il regno degli spiriti.
Infatti, in passato una “siepe” segnava il confine di un villaggio o insediamento, e quindi rappresentava il confine tra la nostra realtà fisica e il mondo degli spiriti. Una Strega Siepe può essere abile nell’attraversare quel confine, attraverso pratiche come il viaggio astrale.
–La “Strega Cosmica” incorpora l’Astrologia e l’Astronomia nella sua Stregoneria. Molto probabilmente segue da vicino l’allineamento dei Pianeti e spesso coordina i suoi incantesimi e rituali, in base alla posizione dei Pianeti e della Luna.
– Alla fine del XX secolo, Caroline High Correll, la quale affermava di discendere da una stirpe di Streghe ereditarie, oltre ad essere una sensitiva, guaritrice spirituale ed erborista, fondò la “Tradizione Nativista Correlliana” , o “Wicca Correlliana”.
Fortemente influenzata dal suo presunto lignaggio e dalla Stregoneria di Arad, fu a capo della sua Chiesa fino alla sua morte, negli anni ’40.
La Wicca Correlliana non è stata riconosciuta come Wicca, fino agli anni ’90, ed è stata vista più come eclettismo e universalismo.
Questa corrente è una delle pratiche più diffuse, ancora oggi esistenti.
–La “Strega del Mare” ha forti legami con l’acqua e l’Oceano e usa spesso quell’elemento nella sua pratica, oltre a sabbia, conchiglie, legni o altri elementi, che provengano da quei luoghi.
Ella si sente legata al mare ed al folklore antico, che coinvolge le sirene.
Qualcosa che potreste non conoscere, che esiste fin dall’antichità e permea molte culture in tutto il Mondo, è la correlazione tra i capelli rossi e la Stregoneria, con la convinzione che le “teste rosse” possiedano poteri soprannaturali.
Nel corso della storia, le società hanno avuto un rapporto di amore / odio con le teste rosse, le quali sono state adorate e riverite, ma anche degradate e temute, a seconda dell’epoca.
In alcune culture odierne, soprattutto in Africa, dove il Vudù e la Magia rivestono un ruolo centrale nelle loro credenze, si pensa ancora che chi possiede i capelli rossi, sia una strega.
È interessante notare che il fatto che le teste rosse provino dolore in modo diverso dagli altri o si pensi che abbiano una maggiore tolleranza al dolore risiede chiaramente nella convinzione del XVII secolo che le streghe e gli stregoni non fossero suscettibili al dolore come lo erano gli altri.
I Celti nell’Europa occidentale, le cui tradizioni erano impregnate di Magia, avevano capelli color fiamma, e credevano contribuissero ai loro poteri e forza.
Alcune scritture latine del XIII secolo affermano, che il sangue di chi ha i capelli rossi potrebbe trasformare il rame in oro.
È risaputo che, già da allora, sicuramente fino al XVIII secolo, i Cristiani credevano che le teste rosse fossero affiliate al diavolo e alle pratiche sataniche.
Per questo motivo, i capelli rossi erano un indicatore di Stregoneria e abilità magiche e, durante la caccia alle Streghe, le persone con questi capelli erano spesso sospettate e giudicate colpevoli dai cacciatori di streghe.
Infatti, durante i processi alle Streghe furono condannate tra le 40.000 e le 60.000 persone, molte delle quali annegate o bruciate sul rogo, nel tentativo di purificare la società da tutte le Streghe.
Allo stesso modo, nei processi alle Streghe tedeschi, che hanno avuto luogo a Würzburg, Treviri, Fulda e Bamberg, si diceva che le persone dai capelli rossi fossero state processate, torturate e assassinate, partendo dal presupposto, che coloro che possedevano le trecce rosse dovevano essere Streghe.
Durante l’Inquisizione spagnola, si credeva che i capelli rossi fossero il risultato del furto di fuochi dall’inferno, e così tante furono bollate come Streghe e bruciate a morte.
Nelle comunità e nelle città di pescatori della Scozia e dell’Irlanda, si credeva che, se avessi individuato una donna dai capelli rossi, quel giorno non avresti preso pesce.
Ed è ancora considerato sfortunato portare una donna dai capelli rossi a bordo di una barca .
Va comunque ricordato che le donne, che erano intelligenti o difficili da controllare, sono state spesso accusate di Stregoneria, perché intimidivano le autorità o coloro che le circondavano.
Quindi questo simbolo della Strega è sopravvissuto nei secoli, come rappresentazione dell’emancipazione femminile.
In quanto outsider dal potere misterioso, la Strega rappresenta una sfida alle narrazioni patriarcali.
L’onnipresenza della Strega nella letteratura, nel cinema e nella cultura pop riflette la profondità dell’ossessione della società occidentale.
Oggi, il simbolo sta assumendo una nuova risonanza, sia spiritualmente che simbolicamente, poiché gli attivisti che combattono per il loro genere, la politica, la sessualità o la salute ambientale, invocano la Strega come una dichiarazione di forza e potenziamento.
Infatti, nel XX secolo, mentre fondavano movimenti femministi e combattevano per il loro diritto di voto, le donne nelle società occidentali iniziarono a vedere le Streghe, come un simbolo di astuzia, potere e resistenza tra alti e bassi.
Ad esempio, nel suo manifesto femminista del 1893 “Women, Church and State”, la suffragista americana Matilda Joslyn Gate sostenne, che la Stregoneria era uno dei modi in cui la Chiesa e lo Stato opprimevano le donne potenti.
Oggi, le attiviste femministe e gli influencer progressisti dei social media stanno anche lavorando attivamente, per dissipare la dicotomia tra la strega buona e la strega cattiva, che spesso si riflette in diversi standard di bellezza, in cui il brutto è uguale al male
Le donne potenti sono di tutti i colori, forme e dimensioni, ma mai mostruose!
We are the granddaughters of the witches
you weren’t able to burn.”
“Siamo le nipoti delle streghe
che non sei riuscito a bruciare ”
-Tish Thawer-
Ecate (che colpisce da lontano), Dea della mitologia greca, secondo Esiodo, nacque dal Titano Perse e da Asteria.
Si rappresentava con tre teste e, talvolta, anche con tre corpi, identificandosi con Artemide, con Persefone e con Demetra.
Era venerata come divinità lunare e come la notturna Dea dei trivi e dei terribili sortilegi delle streghe, ma soprattutto come divinità infernale.
Alcuni autori considerano, invece, Ecate benefica protettrice dei viaggiatori e dei naviganti, e vigile custode dello sviluppo dei bambini.
Erano suoi attributi, pugnali e serpi.
Ecate, quindi, era capace sia del bene che del male.
Era particolarmente associata alla stregoneria, alla magia, alla Luna, alle porte e alle creature della notte come i segugi dell’inferno e i fantasmi.
È spesso raffigurata, mentre porta una torcia per ricordare il suo legame con la notte, oppure con tre volti, rappresentando il suo ruolo di guardiana dei crocevia.
Secondo Euripide, invece è figlia di Leto. Altri scrittori la rivendicano come la figlia di Zeus e Demetra, Aristaion o Notte.
Dal V secolo a.C., Ecate è associata al lato più oscuro dell’esperienza umana, cioè la morte, la stregoneria, la magia, la Luna, i sogni, i feroci cani e le creature che vagano nell’oscurità della notte.
Inoltre, sostiene guerrieri, atleti, cacciatori, cavalieri, pastori, pastori, pescatori e bambini.
Le sue compagne sono le Furie (Erinni), le creature alate che punivano gli errori, e i suoi figli sono le Empuse, demoni femminili, che amano sedurre i viaggiatori.
Per la Dea si eseguivano rituali insoliti eseguiti in suo onore, che includono le offerte di cibo – date a incroci, incroci stradali e qualsiasi altro tipo di confine o soglia – noti come “la cena di Ecate“.
Queste assumevano la forma di piccole focacce di uova, formaggio, pane e carne di cane, che venivano illuminate con torce in miniatura o, in alternativa, un piatto di triglie, che di solito era proibito offrire agli altri Dei.
A Ecate veniva offerto anche il sacrificio dei cani, soprattutto dei cuccioli…….
Il legame con il cane potrebbe essere il fatto, che i cani erano noti per mangiare i morti se lasciati insepolti; oltre ad ululare alla luna.
Un ulteriore collegamento canino potrebbe essere con il Dio egizio Anubi, che guidava le anime negli Inferi e con il segugio greco a tre teste dell’Ade, Cerbero, che potrebbe essere una forma precedente di Ecate.
Le offerte alla Dea venivano fatte ogni mese, durante la notte di Luna nuova.
Ecate è sempre stata particolarmente apprezzata dalle streghe, per l’aiuto nella loro magia e incantesimi ed appare nelle raffigurazioni sopravvissute di tavolette della maledizione.
Secondo Pausania, il viaggiatore greco del II secolo d.C., l’isola di Egina aveva un culto misterioso dedicato alla Dea, nel quale si credeva che coloro che soffrivano di malattie mentali potessero essere curati, grazie al suo aiuto.
Anche Kos, Eritrai, Samotracia, Tessaglia e Mileto adoravano la Dea. In quest’ultima, vi era un altare circolare del VI secolo a.C. per i sacrifici da fare in suo onore.
Il culto di Ecate continuò nel periodo ellenistico e romano, con significativi ritrovamenti archeologici di ex voto alla Dea, rinvenuti a Lagina in Caria e Frigia.
Nell’arte, Ecate è tipicamente ritratta sulle ceramiche greche, come una giovane donna che porta una torcia o una chiave, entrambi i ricordi della sua funzione di divinità notturna e guardiana delle porte dell’Ade.
Un vaso attico del V secolo a.C. raffigura una donna, che offre alla Dea un cucciolo e un cesto di dolci.
Nel periodo classico ed ellenistico, Ecate ha tre corpi e tre teste (o un unico corpo con tre teste o tre corpi e una sola testa), di solito con aloni di raggi di luna.
Lo storico Robert Graves osserva, che le teste potrebbero essere di un cane, un leone e un cavallo, che rappresentavano le costellazioni che coprono l’anno solare.
Ecate era anche rappresentata come monoforma, vestita di una lunga veste, con in mano torce accese; nelle rappresentazioni successive era formata in tre parti, con tre corpi in piedi uno dopo l’altro, probabilmente in modo che potesse guardare in tutte le direzioni contemporaneamente dall’incrocio.
Ed era accompagnata da branchi di cani che abbaiavano.
Era spesso associata alla luna e alle tempeste, rendendo il suo nome una buona alternativa a nomi più familiari come Selene, Luna e Tempesta.
Ecate è la Dea della magia più importante.
Lei governa la realizzazione delle forme astrali nella manifestazione terrena e, viceversa, collega le nostre aspirazioni ai regni astrali e oltre.
È anche la governante delle regioni liminali (in particolare dei cancelli), del crepuscolo e della natura selvaggia.
Ecate era popolare tra le classi inferiori di Roma e si adorava negli altari domestici.
I suoi santuari erano collocati alle porte delle case e delle città, con la convinzione che avrebbero evitato i morti irrequieti e altri spiriti.
Allo stesso modo, furono creati santuari dedicati a Ecate, all’incrocio a tre vie dove venivano lasciate offerte di cibo la notte della luna nuova, per proteggere da spiriti e altri mali.
I Romani importarono Ecate dalla Grecia, ma in origine era una dea anatolica.
Il suo santuario più importante in Grecia era Lagina, una città teocratica, Stato in cui la Dea era servita dagli Eunuchi.
Sacri ad Ecate erano incroci deserti, confini, mura della città, la Luna (specialmente la Luna Nuova o Deiphon), la notte, i cani, la puzzola, i cavalli, le mucche, i pugnali, i fantasmi erranti e le anime, una coroncina, i numeri 3, 9 , 13, 18, 27, 30, grotte, aree che simboleggiano il confine di due mondi, corvi, cinghiali, corvi, serpenti, cani, la verità, la chiave, la triglia e la torcia.
Ecate era anche una Dea della tradizione vegetale.
Il tasso (Taxus) le era sacro ed è anche associato al sambuco, al papavero e al cipresso.
Si diceva che la Dea amasse in particolare le offerte di aglio.
Anche un certo numero di altre piante (spesso velenose, medicinali e / o psicoattive) sono associate a Ecate.
Queste includono aconito (chiamato anche hecateis), belladonna, dittamo e mandragora.
Si diceva che l’uso di cani per dissotterrare la mandragora, corroborasse ulteriormente la connessione di questa pianta con Ecate; in effetti, almeno fin dal I secolo d.C., esistono numerose attestazioni della pratica, apparentemente diffusa, di utilizzare i cani per dissotterrare piante associate alla magia.
Nell’astrologia odierna Ecate è associata con l’Ascendente (l’unico collegamento tra il regno fisico / materiale e i regni astrali e oltre), il Vertice, Saturno, l’asteroide Ecate, la Luna Nuova, la Luna Piena, le Lune Nere (Media e Oscillante) e nuovi arrivati legati alla magia e al paranormale, come Deucalion, Flammario, 2001 UR163 e la maggior parte di Plutino.
Il 31 gennaio, il 7 maggio e il 13 o 14 agosto sono i giorni particolarmente sacri di Ecate.
Anche il trentesimo giorno, dopo una morte o un cambiamento importante, è sacro per Ecate.
Ed ora proviamo a descrivere un antico rituale, dedicato ad Ecate.
In questo rito, Ecate viene invocata in operazioni magiche, che coinvolgono la divinazione, o obiettivi transpersonali, cioè cambiamenti nel mondo dell’anima o Yetzirah, come viene chiamato nella Qabbalah.
Ecate è chiamata come supervisore magico e ha il diritto di veto, per rendere l’operazione riuscita o senza effetto, e per proteggere l’operatore.
Così la Dea viene rispettosamente invocata prima di ogni operazione più specifica, che invoca o evoca un’entità adatta per la realizzazione del bersaglio effettivo.
Bisogna scegliere se l’operazione magica è finalizzata all’ottenimento o all’aumento, o al taglio o alla diminuzione.
L’ora notturna prima dell’alba è la più adatta. In quest’ultimo caso, scegliere il giorno dopo la Luna Piena, quando il Sole è appena tramontato e la Luna sorge sopra l’orizzonte.
Eseguire il rituale in una data con il numero 3, 9, 13, 18, 27 o 30. 3 e 30: sono i migliori per la materializzazione di una cosa o di un processo.
13 è per il cambiamento, il taglio, l’inizio di un nuovo e può essere utilizzato in generale.
9, 18 e 27 sono più adatti per scopi teurgici, diretti all’Anima del Mondo, cioè per influenzare il continuum generale tempo / spazio / coscienza.
Cerca un incrocio a tre vie, in una strada di sabbia o ghiaia in una zona deserta, preferibilmente un posto da qualche parte nella natura.
All’incrocio, disegna un grande triangolo con un pugnale o un bastone o una pietra di sambuco.
Disegna il sigillo di Ecate al suo interno (una Mezzaluna, puntata verso l’alto, attraversata da un lampo che inizia in un cerchio e termina con una croce) nella terra.
Quindi siedi di fronte al triangolo senza la protezione di un cerchio e fai un “Mudra” (gesto simbolico, che in varie religioni viene usato per ottenere benefici sul piano fisico, energetico e/o spirituale) con la mano destra (in caso di guadagno / aumento della magia) o con la mano sinistra (in caso di interruzione o diminuzione della magia mirata).
Il sigillo e il mudra formano il “sunthêmata”, quindi chiama Ecate tre volte per chiedere aiuto e guida.
Dopo, fai un’offerta di aglio, posizionandolo nel triangolo e avvia l’invocazione, immaginando la psicosfera adeguata per la comunicazione.
La tua vivida immaginazione crea un mezzo per metterti in contatto con la Dea, aprendo un canale di comunicazione.
Nessuna paura, dubbio o cinismo può essere sentito o espresso.
In seguito, prendi una certa distanza dal triangolo, per rendere più facile immaginare una foschia viola intenso sopra di esso.
Immagina il suono di molti cani feroci in lontananza che si avvicinano, abbaiando sempre più forte.
Invoca Ecate di nuovo tre volte e usa i nomi propri durante l’operazione.
Immagina la Dea che appare nel triangolo come un’enorme figura femminile, vestita di un abito nero con mezzelune rosa ricamate, una corona a forma di testa frigia o torre del castello sulla sua testa, una torcia nella mano destra e un pugnale nella sua sinistra.
Tre serpenti rosa strisciano davanti ai suoi piedi e due enormi cani neri si posizionano accanto a lei. Ha luminosi occhi scuri e una luna crescente d’argento davanti alla fronte.
Poi declama:
“HEKATE KOILÔMATA – Detentrice delle chiavi – Dea dal cuore tenero, HEKATE PROPULAIA;
Io (il tuo nome) ti chiamo dal centro di DESMOS KAI EKLUSIS (per prendere e lasciare andare) per la supervisione e la protezione. Sii il giudice delle mie aspirazioni e fai funzionare la mia magia, quando è giustificata. Fai fallire la mia magia quando non lo è, poiché la tua saggezza e il tuo giudizio sono più grandi dei miei. Mostrami il modo e l’azione corretti e accetta la mia richiesta”
Chiudi gli occhi e cerca di sentire la presenza della Dea nel silenzio.
La “Seira” (collegamento alla dea) è stata tentata e la sua reazione entrerà prima attraverso le tue emozioni e intuizione.
Prendi il sigillo dal triangolo o cancellalo, cancella il triangolo e vai via senza voltarti.
Inizia il rituale dalla tua testa e concentra il tuo pensiero su questioni quotidiane o altro.
Fatto il rituale, aspettiamo la reazione che si manifesta con i presagi.
Ecate reagisce spesso molto velocemente, quando un desiderio viene esaudito.
I presagi più comuni, che dimostrano che il tuo desiderio è esaudito, sono un improvviso abbaiare di cani, vedere una donna (di solito con i capelli scuri, che cammina con i cani), l’apparizione improvvisa di un cane, un corvo, tre corvi o lepri, puzzola, una lepre che scappa via , un incontro improvviso con un cavallo nero, un corvo che grida tre volte, un fantasma o un’apparizione, un gruppo di persone che si dividono e vagano in direzioni diverse (anime erranti), un pezzo di carta con uno dei suoi numeri sacri su di esso, ecc. .
Quando uno di questi presagi si presenta, non molto tempo dopo che il rituale ha avuto luogo, viene concesso di procedere sotto la sua benedizione, guida e protezione.