<<Non ho mai creduto al Poltergeist di Enfield …
finché non ho sentito uno strano graffio sulle assi del pavimento
e ho registrato la voce demoniaca del “fantasma”>>
-Roz Morris-
Tra il 1977 e il 1979, la casa della tranquilla famiglia Hodgson, sita a Enfield (borgo di Londra), fu teatro di strani avvenimenti, incentrati sulle sorelle Janet e Margaret, quando iniziarono a verificarsi fenomeni insoliti.
In casa vivevano la madre Peggy, separata, e i suoi quattro figli Janet, Margaret, Pete e Jimmy.
La sera del 31 agosto, mentre Janet e Margaret stavano per andare a letto, udirono dei colpi abbastanza violenti, provenire da una cassettiera che avevano in camera.
La madre intervenne per rimproverare le due ragazze, credendo che fossero le colpevoli ma, entrata in camera, vide le figlie spaventate ed assistette ad un episodio inquietante: la cassettiera si spostò di qualche centimetro.
La donna la rimise al suo posto ma, poco dopo, il mobile si spostò di nuovo.
Successivamente a questo episodio, la notte del 31 agosto 1977, la famiglia iniziò a sentire strani rumori provenire dalle mura di casa e, spaventata, uscì fuori nel cuore nella notte, chiamando il vicino, anche lui testimone dei rumori insoliti e successivamente la polizia, che non credette subito a tutto ciò, pensando ad uno scherzo da parte da dei figli.
Durante il colloquio, la poliziotta di turno, Carolyn Heeps, vide lei stessa qualcosa di incredibile, la sedia di fianco a lei si sollevò di circa un centimetro e si spostò verso destra di quasi un metro.
Incredula, controllò se il pavimento fosse in pendenza, ma non era così, e neppure la sedia era truccata.
La famiglia e i vicini, ancora sotto shock, non sapevano come affrontare questi episodi e, dopo qualche giorno, chiamarono il Daily Mirror.
Il 4 settembre, arrivarono il reporter Douglas Bence, la giornalista Roz Morris e il fotografo Graham Morris i quali, oltre a notare lo stato terrorizzato della famiglia, assistettero anche loro ad una scena più che singolare.
In camera dei figli, piccoli giocattoli (mattoncini Lego e biglie) si misero a volteggiare per la stanza, molto velocemente.
Morris provò a fotografare il fenomeno, ma la foto non rese quanto stava accadendo.
In più, lui stesso fu colpito sulla fronte, da uno di questi piccoli giocattoli.
I giornalisti invitarono Peggy Hodgson a contattare la Society for Psychical Reasearch (SPR), per andare più a fondo alla questione, in quanto spaventati, non sapevano spiegare gli avvenimenti in modo razionale.
La SPR inviò Maurice Grosse (investigatore paranormale britannico), il quale seguì la vicenda fino alla sua fine (più di un anno dopo).
Durante la sua permanenza, condivisa con lo scrittore Guy Lyon Playfair, documentò diversi fenomeni, dai battiti sui muri, ai fiammiferi che si accendevano da soli nella loro scatola, da letti rovesciati a sedie ribaltate, fino ad arrivare a casi, in cui Janet si ritrovava a lievitare da terra.
Diffusa è la serie di fotogrammi che raffigurano Janet la quale, in piena notte, da posizione coricata nel suo letto, sembra venga scaraventata verso l’alto. Questa serie di fotogrammi è stata catturata, grazie ad una fotocamera posta nella camera, collegata ad un sensore di movimento, uno dei tanti strumenti utilizzati per l’analisi accurata del caso.
Grosse, dopo aver cercato qualsiasi tentativo di frode, si convinse e teorizzò che non si trattava di uno scherzo, ma di un vero fenomeno Poltergeist, in cui la figura fondamentale era l’undicenne Janet.
La causa di questa sua esplosione, fu da ricercare nella situazione emotiva in cui era, in quanto i suoi genitori avevano divorziato e ciò provocava problemi a livello sia emotivo che finanziario.
Infatti, all’epoca lei e la sua famiglia vivevano solo con gli alimenti che versava il padre, oltre al fatto che Janet era prossima alle sue prime mestruazioni, un punto di grande cambiamento per una donna, sia a livello fisico, che psichico.
La combinazione di tutto questo fu la probabile causa dei fenomeni di Poltergeist.
Addirittura, ad un certo punto Janet iniziò a parlare con una voce completamente diversa dalla sua, senza neppure muovere le labbra.
Si presuppose l’utilizzo conscio delle false corde vocali, ma la cosa più strana fu che Janet poteva fare lunghi discorsi, utilizzando questo suo modo di fare, senza riscontrare alcuna infiammazione che, normalmente, dopo pochi minuti potrebbe provocare un doloroso mal di gola.
La voce dentro Janet arrivò a dire di essere un fantasma, e spesso si rivolgeva a Grosse insultandolo.
L’investigatore credeva, che Janet avesse trovato un modo per parlare con quella voce e stesse giocando, esprimendo quel che normalmente non si potrebbe mai dire; ma un ultimo avvenimento mise in discussione anche questa teoria.
Durante un’intervista registrata, domandò a Janet chi fosse e lei rispose “Bill”, continuando a raccontare di come fosse morto, di essere diventato prima cieco, poi di aver avuto un’emorragia, di essersi addormentato e morto su una sedia in un angolo al piano di sotto.
Grosse rintracciò i vecchi proprietari della casa e chiese se questo “Bill” fosse mai esistito e come fosse morto.
La descrizione corrispose con quanto Janet, o chi per lei, aveva detto.
A distanza di più di 40 anni, la giornalista Roz Morris Ora, riflettendo sulla storia, ha detto a Sun Online:
“Ho registrato le voci e un rumore martellante sui muri”.
“C’era questa voce molto strana che veniva da vicino a Janet. Non muoveva le labbra ma la voce appariva, parlando per ore.”
“La voce diceva molte cose infantili, anche imprecazioni. Era molto inquietante.”
“Stava succedendo qualcosa di strano che non era normale. All’inizio ero anche scettica e cercavo gli inganni.”
“Ma c’erano molti testimoni indipendenti ed è stato il rapporto della poliziotta, che ha davvero avvalorato la storia.”
“Sono stata giornalista per molti anni ed è stata la storia più strana, che abbia mai raccontato.”
“C’era sicuramente qualcosa di insolito in corso, ma onestamente non so cosa l’abbia causato.”