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È incredibile come le persone di tutte le culture, e di tutto il Mondo, cerchino di esercitare il controllo su un Universo apparentemente indifferente/casuale/caotico, facendo cose assurde e spesso frutto di antichi retaggi.
Oggi inizio a descriverne qualcuna, vediamo se le conoscete già.
Per esempio, la paura del numero 13 è così pervasiva nella cultura occidentale, che molti hotel e uffici omettono il tredicesimo piano, mentre gli aeroporti non hanno un tredicesimo cancello.
Così in altre culture, nessuno fa alcuna attività, quando arriva venerdì 13.
In gran parte dell’America Latina, le persone seguono la tradizione spagnola quando si tratta di superstizioni.
Quindi, il giorno sfortunato non è il venerdì 13, bensì martedì 13, giorno in cui non ci si sposa assolutamente, tra le varie cose.
L’ansia per venerdì 13 nasce in primis dal collegamento con due teorie popolari, che ruotano attorno all’apparizione di un tredicesimo ospite in due eventi antichi: nella Bibbia, Giuda Iscariota è il tredicesimo ospite ad arrivare al L’Ultima Cena, ed è la persona che tradisce Gesù.
E poi c’è l’antica tradizione norrena, che sostiene che il male e il tumulto siano stati introdotti per la prima volta nel Mondo dall’apparizione del Dio infido e malizioso Loki, a una cena nel Valhalla.
Egli fu il tredicesimo ospite, sconvolgendo l’equilibrio delle 12 divinità già presenti.
Ma ripeto, questa è più che altro una fobia del Mondo occidentale perché, ad esempio, per gli antichi Egizi il 13 era un numero fortunato, nonostante la mancanza della tredicesima legge nell’elenco delle norme legali più antiche del Mondo del Codice di Hammurabi.
In in realtà, l’omissione non è stato altro che un errore materiale, commesso da uno dei primi traduttori del documento, che non è riuscito a includere una riga di testo: infatti, il codice non elenca affatto le sue leggi numericamente.
Alla fine del XIX secolo, un capitano newyorkese, William Fowler (1827-1897), cercò di rimuovere lo stigma che circonda il numero 13, e in particolare la regola non scritta di non avere 13 ospiti a tavola, fondando una società esclusiva chiamato il ‘Club dei Tredici’ (The Thirteen Club).
Il gruppo cenava regolarmente il 13 di ogni mese, nella stanza 13 del Knickerbocker Cottage, un abbeveratoio popolare di proprietà di Fowler dal 1863 al 1883.
Prima di sedersi per una cena di 13 portate, i membri passavano sotto una scala e uno striscione che diceva: “Morituri te salutant“, dal latino = “chi sta per morire ti saluta“.
E pare che alcuni ex presidenti degli Stati Uniti, tra cui Theodore Roosvelt, abbiano fatto parte di questo club.
A rincarare la dose, nel 1907 Thomas William Lawson pubblicò il romanzo
‘Friday the 13th‘ (Venerdì 13) nel quale raccontava la storia di un agente di cambio di New York City, che giocava sulle superstizioni della data, per creare il caos a Wall Street e fare strage sul mercato.
Stesso titolo il film horror ‘Friday the 13th’ (Venerdì 13) uscito nel 1980, che presentava al mondo un killer, con indosso una maschera da hockey di nome Jason, e che è forse l’esempio più noto della famosa superstizione nella storia della cultura pop.
Il film ha generato numerosi sequel, oltre a fumetti, novelle, videogiochi, merchandising correlato e innumerevoli terrificanti costumi di Halloween.
E comunque, ci sono altre date o eventi infausti, che si correlano con il numero 13 ed il venerdì.
Venerdì 13 ottobre 1307, gli ufficiali del re Filippo IV di Francia arrestarono centinaia Cavalieri Templari, il potente ordine militare/religioso, formato nel XII secolo per la difesa della Terra Santa.
I Templari furono incarcerati con l’accusa di vari comportamenti illegali e successivamente giustiziati.
In tempi più recenti, di venerdì 13 si sono verificati numerosi eventi traumatici, tra cui il bombardamento tedesco di Buckingham Palace, nel 1940; il ciclone in Bangladesh del 1970, che uccise più di 300.000 persone; la scomparsa di un aereo dell’aeronautica cilena nelle Ande, nel 1972; la morte del rapper Tupac Shakur, nel 1996; lo schianto della nave da crociera Costa Concordia al largo delle coste italiane, che uccise 30 persone, nel 2012.
Venerdì 13 marzo 1964, nel quartiere Kew Gardens del distretto del Queens, a New York, avvenne un tragico fatto di cronaca.
Catherine Susan Genovese, chiamata Kitty, fu barbaramente uccisa.
Le circostanze del suo assassinio e la mancata reazione da parte dei suoi vicini furono riportate da un articolo del New York Times, pubblicato il 27 marzo 1964, seppur successivamente vennero mostrate alcune inaccuratezze sulla dinamica degli eventi riportati nello stesso articolo, e divennero il simbolo di un fenomeno psicologico noto come ‘effetto spettatore’, o ‘complesso del cattivo samaritano’, o anche “sindrome Genovese”.
La donna, rientrata tardi e parcheggiando lontano dall’abitazione che condivideva con altre ragazze, fu accoltellata alle spalle e, nonostante le sue grida, non fu aiutata dai vicini, se non troppo tardi.
Qualcuno chiamò (senza intervenire fisicamente) la polizia e le prime telefonate di aiuto fatte, come risultò dalle registrazioni, erano confuse e la polizia stessa non dette evidentemente alta priorità a quella faccenda.
Il carnefice, allontanatosi in un primo momento, ritornò a cercare Kitty Genovese, che cercava di salvarsi, l’accoltellò nuovamente, la violentò e la derubò, lasciandola agonizzante.
Pochi minuti dopo la fine dell’aggressione, un testimone, Karl Ross, chiamò la polizia.
Le forze dell’ordine e il personale medico arrivarono entro pochi minuti dalla chiamata di Ross; Kitty Genovese venne portata via in ambulanza e morì nel tragitto in ospedale.
Il caso di Kitty Genovese è considerato come una delle principali ragioni, che hanno portato alla creazione del 911, il numero unico per le emergenze attivo negli Stati Uniti d’America dal 1968.
La paura del numero 13 si è guadagnata persino un termine psicologico: triskaidekafobia.
Nelle culture occidentali, 3 è un numero magico: tutto, dalla Santissima Trinità ai tre porcellini, tende ad essere organizzato in 3.
In Cina, è il numero 4, invece, a causare preoccupazione quando si programmano grandi eventi come celebrazioni o incontri di affari.
Ciò perché il suono della parola 4 ( si ) è molto simile alla parola ‘morte’ nella maggior parte dei dialetti cinesi.
Invece, il numero 8 (ba) del mese è molto favorevole, perché il nome suona come ‘fa’ , la parola che significa generare o creare, come creare ricchezza o accumulare una fortuna.
Associato al progresso e allo sviluppo, è un giorno per cercare di concludere affari e tenere riunioni, mentre durante il Capodanno lunare è tradizione dare soldi in buste rosse in quantità di 8, o celebrare matrimoni.
Se invitati a cena a casa di qualcuno in Cina, ci sono una serie di simboli importanti, che sono fondamentali per affrontare con successo l’occasione ed evitare l’offesa.
Innanzitutto, non regalare a chi ti ospita un orologio o un ombrello.
La parola ‘orologio’ (zhong) suona come ‘fine’, come se stessi augurando a qualcuno la sua fine o la sua morte.
Così come ‘ombrello’ (san), suonando come ‘addio (san), essenzialmente suggerisce che non li vedrai mai più.
Inoltre, cosa molto importante, non usare carta da regalo bianca per un dono o offrire fiori bianchi, poiché è un colore generalmente associato al lutto.
Quando si considera cosa indossare per una celebrazione, evitare di sfoggiare quindi il bianco per lo stesso motivo, così come un abito tutto nero (considerato malevolo e associato alla morte) e optare per il rosso, il colore più propizio, poiché il sangue simboleggia la vita.
A cena, è considerato sfortunato lasciare le bacchette sporgenti dalla ciotola del riso, in quanto sembrano incenso nella cenere nell’altare di una tomba: adagiali invece sulla parte superiore della ciotola.
Se è Capodanno, il tuo ospite potrebbe servire pesce, che è considerato di buon auspicio per la sua associazione con generosità ed abbondanza.
Attento: se rovesci del riso a cena, non aspettarti che il tuo ospite lo spazzi via, perché quel gesto potrebbe spazzar via tutta la sua fortuna!
Mentre torni a casa dopo il tramonto, non fischiare, perché attirerai i fantasmi, mentre se vedi un gufo o lo senti bubolare, simboleggia un disastro imminente o la morte.
I gatti in Cina, invece, sono generalmente considerati portafortuna, anche se la loro associazione con la ricchezza è nata in Giappone.
Quindi se ti trovi in Oriente ed un gatto ti attraversa la strada, stai tranquillo!
Se a Capodanno ti trovi a L’Avana, quando suona la mezzanotte, c’è l’usanza è quella di gettare un secchio d’acqua fuori dalla porta o dal balcone, per sbarazzarsi di tutte le cose cattive dell’anno precedente.
Ogni volta che i Cubani aprono una bottiglia di rum, versano intenzionalmente le prime gocce sul pavimento per ottenere la benedizione degli ‘spiriti buoni’.
Inoltre, non si scuote una sedia vuota, altrimenti la morte si avvicina, non si apre un ombrello dentro casa perché porta sfortuna e non si deve mettere la borsa sul pavimento, altrimenti i soldi finiranno subito.
Per proteggere i bambini dal malocchio, molti Cubani appendono un azabache (ambra nera) attaccato ad un nastro, sulla culla.
In Spagna, è usanza mangiare 12 chicchi d’uva, quando l’orologio suona la mezzanotte alla vigilia di Capodanno, per portare fortuna per l’anno nuovo.
In Thailandia, porta sfortuna tagliarsi i capelli di mercoledì, che è un giorno sacro, poiché la rasatura della testa è associata al lutto.
Inoltre, non bisogna dormire con la testa rivolta a ovest, poiché è lì che tramonta il Sole, e quindi simboleggia la fine, o ti farà fare brutti sogni.
In Thailandia, secondo il Buddhismo theravada, ad ogni giorno della settimana è associato un colore di buon auspicio o infausto: ad esempio, il rosso è fortunato la domenica ma sfortunato il lunedì, mentre il verde è fortunato il mercoledì ma sfortunato il sabato.
Qui, le uova e le arance sono cibi di buon auspicio da avere sempre a portata di mano e, se senti un geco durante il giorno, invece è di cattivo auspicio.
In Russia, gli scarafaggi erano tradizionalmente considerati di buon auspicio, mentre il nero è un colore fortunato in Etiopia, dove è associato al suolo ricco.
Altre interessanti e globali superstizioni ti invitano, ovunque tu ti trovi, a non posare il tuo cappello sul letto, porta sfortuna perché è associato alla morte.
E’ vietato incrociare le braccia, quando si stringe la mano a qualcuno, perchè quel gesto è tipico di chi viene ammanettato e portato in galera.
Evita i tavoli con 12 commensali, in cui tu saresti il 13°, ma evita anche di sederti all’angolo di un tavolo, altrimenti rimarrai single.
Qualunque cosa tu faccia, non versare MAI l’olio o il sale.
Porta sfortuna perché ha le sue radici in tempi in cui entrambi gli oggetti erano costosi e considerati di lusso, quindi una vera e propria jella se fossero stati sprecati.
Se sei single, e ti trovi vicino a qualcuno che sta spazzando casa, stai attento che per sbaglio non ti spazzoli i piedi con la scopa: non ti sposerai!
Amo volare in aereo e mi sta mancando tanto non poterlo fare.
Ma ci sono persone che odiano questo mezzo di trasporto e passano tutto il tempo nel terrore mortale, facendo magari tutto ciò che è in loro potere, per sopravvivere a questa esperienza.
Ciò significa, per esempio, provare vari incantesimi salvavita, compreso lo sputo sull’esterno di quell’aereo, prima di salire a bordo.
Probabilmente non hai idea di quanto sia potente il tuo sputo…
Nel corso della storia, le persone hanno usato la saliva per ungere, incantare, proteggere.
Sputano sui soldi prima di scommettere, sputano sulle proprie dita per bloccare il malocchio, sputano tra le corna di Satana così scomparirà.
Anche Gesù sembra che usò la sua saliva per dare la vista a un cieco.
Tuttavia, immagino che sputare su un aereo durante l’imbarco non sia facile da fare senza essere arrestati, o sconvolgere i compagni di viaggio.
Magari, potresti semplicemente leccare molto furtivamente il dito e poi premerlo delicatamente sull’esterno dell’aereo, mentre sali a bordo e così: sano e salvo!
Attenzione: se voli con un compagno, devi convincerlo a fare la medesima cosa…
Avete mai gettato il sale dietro la spalla sinistra, quando vi è caduto e sapete perché si fa?
Ecco spiegato: il diavolo, a quanto pare, è sempre dietro di noi, pronto a portarci all’Inferno.
Ma, sembra cosa sicura, che odi il sale per cui, gettandone un po’ dietro alla tua spalla sinistra, lo accecherai e non riuscirà ad afferrarti.
Va bene, ma perché proprio dietro la spalla sinistra?
Perché il diavolo è sempre a sinistra, e questo è uno dei motivi, per cui anticamente si pensava che i mancini fossero in alleanza con i demoni.
A tal proposito, una delle superstizioni più assurde e longeve diceva, che chi usava la mano sinistra agiva sotto l’influenza di Satana, giusto per la connotazione negativa che si dà all’aggettivo ”sinistro”.
Tale convinzione ha comportato l’esecuzione di rituali di dubbio fondamento cristiano e addirittura di esorcismi, per liberare il mancino dalla presenza del Maligno.
Oppure si era convinti che, visto che la destra è la mano che benedice, di conseguenza la sinistra è la mano del diavolo.
Tornando genericamente al discorso ‘mani’, i giocatori di carte superstiziosi prendono le carte solo con la mano destra.
Il gesto scaramantico molto usato di ‘toccare legno’, risale ai tempi in cui gli Dei vivevano sugli alberi.
Questi Dei degli alberi esaudivano desideri e concedevano buona fortuna a tutti coloro che, in maniera gentile, si avvicinavano a loro e bussavano al tronco, attirare la loro attenzione.
Fai attenzione alle sedie vuote durante una cena formale, sono spaventose, in quanto preannunciano la morte, o invitano gli spiriti sinistri alla riunione.
Inoltre, se una donna ne fa cadere una, il suo matrimonio sarà posticipato.
Se giri una, ci saranno discussioni e, se invece cade a terra, chi la rialza è persona che mente.
Ma c’è l’antidoto a tutto ciò (tranne alla sedia vuota): basta ruotare tre volte la sedia su stessa.
Spero che vi siate divertiti…
Alla prossima!
“Non c’è più bisogno di andare all’Inferno per evocare il Diavolo.
Cerca, e la Terra provvederà!
Ora non mi rivolgo più a un fuoco ardente
Scegliendo braci ardenti su fiamme ardenti,
il mio rimorso vince la notte”
In tutte le religioni del Mondo, il Diavolo (o Demonio, o Maligno) è un’entità soprannaturale o spirituale, solitamente malvagia, distruttrice e menzognera, spesso contrapposizione di un Dio, Angelo, Bene o Verità.
Chiamato anche Satana, Belzebù, Lucifero, Mefistofele, Signore delle Mosche, Anticristo, Padre della Menzogna, Moloch (a seconda delle diverse culture), è ovunque la personificazione del male e la nemesi delle brave persone.
La sua immagine e la sua storia si sono evolute nel corso degli anni, sia per i diversi nomi attribuitigli che per le varie descrizioni fisiche, tra cui corna e piedi con zoccoli.
Ma è fatto evidente che questo essere malvagio, con la sua legione di demoni, continua a incutere timore nelle persone di ogni ceto sociale, come l’antitesi di tutte le cose buone.
Presente in tante religioni, nel Cristianesimo ha un grande ruolo come avversario di Dio e del suo popolo.
Nel Libro della Genesi della Bibbia, appare come il serpente che convinse Eva che, a sua volta convinse Adamo, a mangiare il frutto proibito, la mela, dall’Albero della Conoscenza nel Giardino dell’Eden.
Secondo la storia, dopo che Eva diventò succube degli allettamenti del Diavolo, lei e Adamo furono banditi dal Giardino dell’Eden e condannatialla mortalità.
Dal Libro di Isaia, si evince che Diavolo, una volta, fosse un bellissimo angelo di nome Lucifero che, sfidando Dio, cadde in disgrazia.
Ma alcuni studiosi della Bibbia affermano che Lucifero non sia un nome proprio, ma una frase descrittiva che significa “stella del mattino“.
Nonostante ciò, questo nome è rimasto ad indicare il Diavolo.
Troviamo questa figura anche nel Nuovo Testamento, in cui Gesù e alcuni Apostoli avvertono le persone di stare all’erta per le astute lusinghe del Diavolo, che le porterebbero alla rovina, così come la tentazione rivolta a Gesù stesso, al quale viene chiesto di “inchinarsi e adorarlo” in cambio di ricchezze e gloria.
Nel Buddismo, Māra è il demone che tentò Buddha lontano dal suo sentiero d’illuminazione, ma egli gli resistette, sconfiggendolo.
Nell’Islam, il Diavolo ribelle è Shaytan, mentre nel Giudaismo, solitamente Satana una parola, che si riferisce ad una difficoltà o tentazione da superare.
In tutto il Mondo e in tutte le religioni, solitamente il Diavolo è sinonimo di paura, punizione, negatività e immoralità.
La sua figura è associata all’Inferno, che la Bibbia chiama un ‘luogo di fuoco eterno’ preparato per il Diavolo e i suoi angeli.
Tuttavia, la Bibbia non afferma che il Diavolo regnerà sull’Inferno, ma solo che alla fine sarà bandito in quel luogo.
Nella Divina Commedia di Dante, invece, si narra che Dio creò l’Inferno, quando scacciò il Diavolo e i suoi demoni dal cielo con una tale potenza, che crearono un enorme buco al centro della Terra.
La paura del Diavolo è in gran parte responsabile dell’isteria contro le Streghe dell’Europa e del New England nei secoli XVI e XVII, quando Protestanti e Cattolici accusarono molte persone di praticare la Stregoneria e di fare accordi con il Diavolo.
Nelle prime colonie del New England, i Puritani erano letteralmente terrorizzati dal Diavolo, credendo che avesse dato poteri alle Streghe e ai loro seguaci.
Ciò dette origine ai famigerati processi alle Streghe di Salem, nel Massachusetts.
Infatti, tra il 1692 e il 1693, la paura verso gli estranei, l’ignoto e della ‘magia del Diavolo’, portò i Puritani ad accusare di Stregoneria almeno 200 persone, delle quali una ventina vennero giustiziate.
Durante il periodo medievale, il Diavolo veniva raffigurato comunemente simile a un drago.
Ad esempio, secondo quanto riferito, un antico papa noto come San Silvestro uccise un drago diabolico, impressionando un gruppo di sacerdoti pagani e confermando la fede cristiana dell’imperatore romano Costantino.
Tuttavia, non solo le creature mitiche erano spesso associate al Diavolo durante il periodo medievale, lo erano anche gli animali reali.
Secondo molte rappresentazioni medievali, il Demonio ha caratteristiche animalesche, inclusi gli iconici zoccoli, code, artigli e persino mani palmate.
Le illustrazioni di un manoscritto francese del XIV secolo, chiamato ‘Smithfield Decretals’, mostrano il Diavolo con parti del corpo di animali e lo raffigurano come una bestia enorme.
Ma esistono anche raffigurazioni di volpi, orsi, leoni e molti altri animali, con connotazioni che possono significare quelle attribuite al Diavolo.
Per esempio, un chiaro legame tra Satana e le capre si trova nel mosaico della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, costruito alla fine del VI secolo.
In questo mosaico, l’angelo azzurro alla sinistra di Gesù sta dietro a tre capre, mentre l’angelo alla destra di Gesù è unito da tre pecore.
Tra le varie interpretazioni, è interessante quella che afferma che il legame tra Satana e la capra derivi dall’associazione del Diavolo con le divinità della fertilità del mondo sotterraneo, che i Cristiani rifiutavano come demoni.
Insieme ad altri Dei pagani, questi idoli cornuti erano particolarmente temuti “a causa della loro associazione con il deserto e con la frenesia sessuale” (cit. Jeffrey Burton Russell).
Sotto l’influenza dello Gnosticismo e del Manicheismo (religione sincretista fondata da Mani, un profeta persiano del III secolo), ci fu la demonizzazione dell’intero regno inerente il sesso.
Infatti, questo iniziò ad apparire come la speciale sfera tentatrice del Diavolo e, nell’attività sessuale, il ruolo dello strumento di seduzione diabolica spettava alla donna.
Queste tendenze rimasero una corrente sotterranea permanente nella Chiesa e determinarono, in larga misura, la comprensione del peccato e della redenzione.
Quindi, Satana rimase il prototipo del peccato, come il ribelle che non viene a patti con l’adempimento della sua somiglianza con Dio, nell’amore per la sua immagine originale e Creatore, ma desidera invece l’uguaglianza con Dio e pone l’amore di sé davanti all’amore di Dio.
Comunque sia, o un angelo caduto o uomo barbuto di colore rosso con le corna, l’aspetto del Principe delle Tenebre è stato reinventato molte volte.
La figura satanica di oggi è il risultato di secoli di arte, letteratura e teatro, che scolpiscono una personificazione del male.
Durante il XX secolo, il Diavolo ha continuato a essere reinventato da scrittori e registi, mettendolo nelle vesti di misteriosi sconosciuti, intelligenti uomini d’affari e persino bambini, come nel film horror del 1976 “The Omen“.
Nel 1936, lo scrittore americano Stephen Vincent Benet scrisse “Il diavolo e Daniel Webster“, in cui il personaggio di Mr. Scratch (Satana) combatte per il suo diritto all’anima di un uomo in un tribunale.
Nel romanzo del 1966 ‘Il maestro e Margherita’, di Mikhail Bulgakov, il Diavolo appare come uno sconosciuto intelligente ma riservato, accompagnato da un gatto parlante, così come nel film del 1987 “Angel Heart“, Robert de Niro interpreta Louis Cyphre (Lucifero), un uomo d’affari ben vestito ma criptico.
Nel film del 1997 “L’avvocato del diavolo“, Al Pacino interpreta Lucifero, come capo di uno studio legale di New York City.
L’adorazione della figura del Diavolo, ha dato vita al Satanismo, una religione moderna, in gran parte non teista, basata su interpretazioni letterarie, artistiche e filosofiche della figura centrale del male e sulla fede ed adorazione del Diavolo.
Questa dottrina era tradizionalmente basata sulla ‘messa nera’, un’interpretazione corrotta dell’Eucarestia cristiana, ed evocazioni magiche rituali di Satana.
Fin dal 1600, i culti satanici erano stati documentati in Europa e nord America ma essendo difficile rintracciare le loro radici precedenti, gli uomini di Chiesa cattolici romani, come accennavo prima, attribuirono prontamente il Satanismo alle Streghe, agli Eretici (Bogomili, Catari, Gnostici), ma queste accuse si basavano principalmente su ‘confessioni’ estorte con torture e fuoco, nei famosi Tribunali dell’Inquisizione.
Ma fu solo nel 1966, che Anton LaVey (esoterista, musicista e scrittore statunitense) fondò una Chiesa satanica ufficiale che, insieme ad altri movimenti satanici moderni, celebrava Satana non come un dio, ma come un simbolo di presunti valori morali anticristiani, o come un principio di vita precristiano, i cui adoratori potevano essere atei, deistici o agnostici.
Gli incontri dei seguaci erano basati sui rituali, incorporando spettacoli teatrali, costumi e musica e Lavey divenne noto come il ‘Papa Nero’.
Nel 1969, egli pubblicò la ‘Bibbia satanica’, riunendo il suo mix personale di magia nera e concetti occulti, filosofia secolare e razionalismo e al ridicolo anticristiano, in saggi che sottolineano l’autonomia umana e l’autodeterminazione di fronte a un Universo indifferente.
La Bibbia satanica ha dato alla sua Chiesa una reputazione nazionale ed è servita come un forte veicolo per la sua significativa crescita.
A contendersi il primato come primo movimento ufficiale sul Satanismo, fu il barbiere dell’Ohio e medium spirituale part-time Herbert Sloane, il quale nel 1969 affermò di aver fondato, nel 1948, la prima organizzazione satanista, la Congrega di Nostra Signora di Endor dell’Ophite Cultus Sathanas.
Sloane descrisse il suo gruppo come focalizzato sugli aspetti metafisici di Satana che, oltre ai servizi di comunione, offriva caffè e ciambelle, per socializzare.
Per competere con il movimento di Lavey, aggiunse donne nude alle riunioni.
Il leggendario occultista Aleister Crowley considerava Satana simbolicamente, come che forniva l’anima e la ribellione all’Universo e le sue idee erano influenti nel Satanismo.
Una propaggine dei seguaci di Crowley fu il gruppo tedesco Fraternitas Saturni nel 1926, il cui fondatore Gregor A. Gregorius (Eugen Grosche) scrisse ‘Satanische Magie’, che inseriva Satana all’interno del sistema astrologico del gruppo.
Fraternitas Saturni esiste ancora e gli scritti di Gregorius sono ancora utilizzati nella pratica satanista.
Negli anni ’70 in Inghilterra nacque ‘Ordine dei Nove Angoli’, che praticava un Satanismo incentrato sull’occulto con le cospirazioni UFO e l’Antisemitismo.
Rimane difficile comunque tener conto di tutti i movimenti nati intorno alla figura del Diavolo perché, man mano che la Chiesa di Satana cresceva di dimensioni, si svilupparono spaccature interne, portando alcuni membri a separarsi per avviare i propri rami.
Negli anni ’80 parecchi nacquero diversi movimenti che sembra praticassero i loro culti, abusando sistematicamente dei bambini nei rituali e commettendo omicidi diffusi.
Uno tristemente famoso è quello dei ‘Bambini di Satana’, fondato da Marco Dimitri in Italia nel 1982, il quale fu condannato per abusi sui minori, ma successivamente scagionato.
Nel 2013, il musicista heavy metal ed ex membro dell’Ordine dei Nove Angoli, Michael Ford, ha fondato la ‘Greater Church of Lucifer’, aprendo il primo Satanic Temple pubblico a Houston due anni dopo.
I suoi seguaci sono chiamati Luciferiani.
Satanic Temple è in pratica un grande simbolo dei movimenti satanisti, e ha attirato l’attenzione per la prima volta nel 2013, con un raduno satirico contro il governatore della Florida Rick Scott, diventando poi rapidamente un gruppo più organizzato.
I cofondatori di Ford, Lucien Greaves e Malcolm Jarry, hanno caratterizzato la creazione del Tempio come una reazione all’incapacità della Chiesa di Satana di “manifestarsi in un’organizzazione rilevante nel mondo reale”.
Ne parlano come una religione non teista, che abbraccia il Diavolo come forma simbolica di ribellione, dedicandosi all’azione politica incentrata sulla separazione tra Chiesa e Stato, sull’uguaglianza religiosa e sui diritti riproduttivi.
Nel 2016, è stata aperta una sede fisica del Tempio a Salem, nel Massachusetts, e, tre anni dopo, questo movimento è stato riconosciuto come religione dal Governo degli Stati Uniti.
Oggi è talmente cresciuto, da includere circa 20 templi in tutto il Nord America, oltre ad essere al centro dell’attenzione, grazie a documentari e pubblicazioni.
Insomma, i movimenti satanisti odierni, poco hanno a che fare con l’adorazione del Diavolo, si possono invece definire atei, proiettati verso ideali libertari della libertà di indulgere, mescolati con un pizzico di pragmatismo machiavellico.
Fondamentali sono le 11 Regole del Satanismo:
1-Non dare opinioni o consigli, a meno che non ti venga chiesto.
2-Non raccontare i tuoi problemi agli altri, a meno che tu non sia sicuro che vogliano ascoltarli.
3-Quando sei nella dimora di un altro, mostragli rispetto, altrimenti non andarci.
4-Se un ospite nella tua dimora ti infastidisce, trattalo crudelmente e senza pietà.
5-Non fare avance sessuali, a meno che non ti venga dato il segnale di accoppiamento.
6-Non prendere ciò che non ti appartiene, a meno che non sia un peso per l’altra persona e non chieda di esserne sollevato.
7-Riconosci il potere della magia se l’hai impiegato con successo per ottenere i tuoi desideri. Se neghi il potere della magia, dopo averla invocata con successo, perderai tutto ciò che hai ottenuto.
8-Non lamentarti di nulla a cui non devi sottoporti.
9-Non danneggiare i bambini piccoli.
10-Non uccidere animali non umani, a meno che non vieni attaccato, o per il tuo cibo.
11-Quando si cammina in un territorio aperto, non disturbare nessuno. Se qualcuno ti dà fastidio, chiedigli di smettere. Se non si ferma, distruggilo…
I Tarocchi sono probabilmente uno degli strumenti di divinazione più comunemente usati nel mondo di oggi e, sebbene non siano semplici come altri metodi, come i pendoli o le foglie da tè, da secoli essi continuano ad attirare le persone nella loro magia.
I mazzi di Tarocchi furono inventati in Italia nel 1430, aggiungendo al mazzo a quattro semi esistente un quinto seme di 21 carte, appositamente illustrate chiamate ‘Trionfi’ e una carta dispari chiamata ‘il Matto’.
Il Matto, però, non è l’antesignano del moderno Jolly, che fu invece inventato alla fine del XIX secolo, come fante inadatto nel ‘Gioco dell’Eucre’, gioco di carte da presa comunemente giocato in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Il mazzo a cui furono aggiunte queste carte portava naturalmente segni di seme italiani e apparteneva a un periodo sperimentale di progettazione delle carte, in cui le regine venivano spesso aggiunte alla serie di figure precedentemente composte solo da un re e due figure maschili.
I Trionfi portavano ciascuno una diversa illustrazione allegorica, che probabilmente rappresentavano personaggi in rievocazioni medievali di processioni trionfali romane, simili a carri allegorici in una moderna parata festiva.
Originariamente le carte non erano numerate, quindi era necessario ricordare in quale ordine entravano e presentavano i 4 semi utilizzati ancora oggi: coppe, denari, spade e bastoni.
Dopo un decennio o due di utilizzo di questi, a metà del 1400, gli artisti italiani iniziarono a dipingere carte aggiuntive, elaboratamente illustrate, da aggiungere ai semi esistenti.
Queste carte venivano spesso dipinte per le famiglie benestanti, le quali commissionavano agli artisti la creazione di set di carte personalizzate, che rappresentassero familiari e amici come carte del Trionfo.
Numerosi set, alcuni dei quali esistono ancora oggi, furono realizzati per la famiglia Visconti di Milano, che annoverava tra le sue conoscenze, numerosi duchi e baroni.
Poiché non tutti potevano permettersi di assumere un pittore per creare un set di carte personale, per alcuni secoli, le carte personalizzate sono state qualcosa che solo pochi privilegiati potevano possedere.
Lo scopo originale dei Tarocchi era gioco di società, non uno strumento divinatorio.
Sembra che la divinazione con queste carte abbia iniziato a diventare popolare tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, anche se a quel tempo la lettura era molto più semplice rispetto al modo in cui usiamo i Tarocchi oggi.
In seguito, nel XVIII secolo, le persone iniziarono ad assegnare significati specifici a ciascuna carta, e persino a offrire suggerimenti su come esse potevano essere disposte per scopi divinatori.
Nel 1781, un ex ministro protestante e massone francese, Antoine Court de Gebelin, pubblicò uno studio sui Tarocchi, affermando che il loro simbolismo derivava in realtà dai segreti esoterici dei sacerdoti egizi e collegandolo alle leggende di Iside, Osiride ed altri Dei egizi.
Egli scrisse che questa antica conoscenza occulta era stata portata a Roma e rivelata alla Chiesa cattolica e ai papi, che però volevano disperatamente mantenerla segreta.
Naturalmente, non c’erano prove storiche a sostegno di questa teoria, ma il fascino di ciò che è arcano invogliò ricchi europei a saltare sul carro della conoscenza esoterica e, all’inizio del XIX secolo, mazzi di carte da gioco come i Tarocchi di Marsiglia venivano prodotti come opere d’arte, specificamente basate sull’analisi di De Gebelin.
Quindi, nel 1791, Jean-Baptiste Alliette, un occultista francese, pubblicò il primo mazzo di Tarocchi progettato specificamente per scopi divinatori, e non come gioco di società, come era stato fino a quel momento.
Velocemente, l’interesse occulto per i Tarocchi si espanse e venne associato alla Kabbalah e ai segreti del Misticismo ermetico.
Agli inizi del ‘900, l’Occultismo e lo Spiritismo erano diventati passatempi popolari per le famiglie dell’alta borghesia annoiate e non era raro partecipare a una festa in casa e trovare una seduta spiritica in corso, o qualcuno che leggeva palmi o foglie di tè in un angolo.
A tutto ciò, si aggiunsero i Tarocchi.
Oggi, essi sono disponibili per l’acquisto in centinaia di design diversi, esiste un mazzo di Tarocchi per quasi tutti i praticanti, non importa dove possano risiedere i suoi interessi.
I Tarocchi sono associati alla Stregoneria e alla predizione del futuro, spaventando molte persone inesperte, perché credono che si tratti di pratiche false o malvagie.
Tuttavia, i Tarocchi non sono e non pretendono di essere uno spaventoso sguardo magico nel futuro, sono solo uno strumento per l’auto-divinazione e la meditazione, una forma d’arte e un gioco di carte.
Essi utilizzano archetipi, simboli e immagini per trasmettere emozioni, sfide e circostanze umane.
Il richiedente dovrebbe interpretare queste carte e metterle in relazione con la propria vita, come una sorta di meditazione e riflessione, piuttosto che predizione del futuro.
I Tarocchi sono importanti per le oneste riflessioni e rappresentazioni delle emozioni umane e delle avversità delle carte, ed hanno permesso a innumerevoli persone, negli ultimi sei secoli, di connettersi individualmente con la pratica, adottarla e trasformarla nella loro interpretazione individuale e culturale.
Ciò ha portato i Tarocchi a diventare una capsula del tempo di sentimenti percepiti in una serie di culture e periodi temporali.
Quando ho ricevuto il mio primo mazzo di Tarocchi, regalatomi da mia madre, sono rimasta stupita da quanto fosse accurata ogni carta e dalle vibrazioni che ognuna di esse emanava.
Ho capito subito, che non si trattava di alcun tipo di magia, intesa come mezzo per influenzare o dominare gli eventi, i fenomeni fisici e l’essere umano con la volontà, bensì un semplice strumento per l’auto-riflessione, per l’emanazione dell’energia interiore che produce maggiore intuizione, chiarezza e visione di ciò che, a volte, non si riesce a vedere subito.
E comunque penso che, aldilà delle credenze personali, le superstizioni, l’ignoranza, la razionalità e la conoscenza, i Tarocchi siano degli strumenti che meritano tutto il fascino di cui sono pregni, accompagnati da tutti i cerimoniali che li contraddistinguono nel magico mondo dell’Esoterismo.
Essi sono il metodo sensitivo che più amo ed utilizzo al mondo, oltre ad essere fonte di conforto, consiglio e supporto per tante persone, che si confidano con me.
I miei Tarocchi sono un’estensione di me, fedeli compagni di cammino e come tali meritano di essere rispettati e celebrati.
Sebbene i metodi di lettura dei Tarocchi siano cambiati nel corso degli anni, e che molti lettori adottino il proprio stile unico, per i significati tradizionali di un layout, in generale, le carte stesse non sono cambiate molto.
Il mazzo di Tarocchi moderni standard si basa sul ‘Tarocco veneziano‘ o ‘Tarocco piemontese’ e si compone di 78 carte divise in due gruppi: Arcani maggiori, con 22 carte ed Arcani minori, con 56 carte.
Le carte degli Arcani maggiori hanno immagini che rappresentano varie forze, caratteri, virtù e vizi.
Esse numerate da 0 a 21:
0 – Matto (o Folle, o Sciocco)
1 – Bagatto (o Giocoliere, o Mago)
2 – Papessa (o Papa donna)
3 – Imperatrice
4 – Imperatore
5 – Papa
6 – Amanti (o Amore)
7 – Carro
8 – Giustizia
9 – Eremita
10 – Ruota della fortuna
11 – Forza (o Fortezza)
12 – Appeso (o Impiccato)
13 – Morte
14 – Temperanza
15 – Diavolo
16 – Torre (o Torre fulminata)
17 – Stella
18 – Luna
19 – Sole
20 – Angelo (o Giudizio, o Ultima sentenza)
21 – Mondo (o Universo)
Le 56 carte degli Arcani minori sono divise in quattro semi di 14 carte ciascuno: Spade (o Picche), Bastoni (o Fiori, o Bacchette, o Clavi), Coppe (Cuori), Denari (o Monete, o Quadri, o Pentacoli).
Ogni seme ha 4 figure (re, regina, cavallo e fante) e 10 carte numerate e, in ordine crescente, la progressione del valore in ogni seme va dall’asso al 10, quindi fante, cavallo, regina e re (sebbene all’asso venga talvolta assegnato un valore elevato, come nelle moderne carte da gioco).
Per la predizione del futuro, a ciascuna carta dei Tarocchi viene attribuito un significato.
Le carte degli Arcani maggiori si riferiscono a questioni spirituali e a tendenze importanti nella vita dell’interrogante.
Negli Arcani minori, i Bastoni si occupano principalmente di affari e ambizioni di carriera; le Coppe di amore e affetti; le Spade di conflitti e dolori; i Denari di soldi e comodità materiale.
Il mazzo di Tarocchi viene mescolato dall’interrogatore, quindi l’indovino dispone alcune delle carte (selezionate a caso dall’interrogatore o distribuite dalla parte superiore del mazzo mescolato) in uno schema speciale ‘intuitivo’ oppure ‘spread’ (con significato predeterminato, molto più semplice per i neofiti).
Il significato di qualsiasi carta viene modificato a seconda che sia capovolta, o per la sua posizione nello spread e il significato delle carte adiacenti, ecc.
Ma la cosa più affascinante è che, quando acquisti (o ti viene regalato) un mazzo di Tarocchi, esso è ‘neutro’, è solo un oggetto inanimato.
Nel momento in cui inizi a maneggiare le carte, però, avviene la ‘consacrazione’, ovvero la creazione di un legame tra te ed il mazzo, che si separa da tutto ciò che rappresentava, fino a quando non lo hai toccato.
Allora, tu ed i Tarocchi inizierete ad essere un tutt’uno, quello sarà il TUO mazzo e non risponderà a nessun altro all’infuori di te.
Inoltre, il mazzo servirà solo a ciò per cui l’hai consacrato, cioè se volevi giocarci, servirà solo al gioco, se invece vorrai ‘conoscere’, servirà solo alla conoscenza, ecc., oltre al fatto che non dovrà più essere toccato da altre persone, salvo tua apposita autorizzazione.
Oltre alla consacrazione, c’è anche la ‘purificazione’, che consiste nell’eliminare tutte le energie negative accumulate durante le letture, per mantenere l’energia positiva nel mazzo occorrente per la connessione tra le carte, il consultante ed il richiedente.
Uno dei metodi più popolari per pulire i Tarocchi è bruciare dell’incenso di salvia bianca, erba dolce o il Palo santo, preferibilmente dopo ogni lettura, o comunque alla fine della giornata, prima di riporli nella loro custodia.
Se si è allergici ai fumi, si possono usare spray di quelle essenze, spruzzandone poco intorno a sé, così si purificherà anche la propria Aura.
Un altro metodo è posizionare, tutta la notte, il mazzo sul davanzale di una finestra o su un tavolo, durante la Luna Piena, in modo che possano essere colpiti dalla sua luce.
Ultimo metodo che consiglio, è posizionare una pietra/cristallo sulla parte superiore del tuo mazzo, quando non è in uso.
Le gemme che solitamente utilizzo, e che ritengo adatte sono:
– Tormalina nera, assorbe l’energia negativa.
– Quarzo ialino, amplifica l’energia delle carte.
– Ametista, stesse proprietà del quarzo, in più migliora i sensi psichici e l’intuizione.
– Selenite, pulisce e connette con gli spiriti guida.
Puoi posizionare le pietre sotto, tra o sopra le tue carte, insomma come più ti piace.
Nei prossimi articoli descriverò più dettagliatamente le singole carte, in base alla mia personale interpretazione.
A presto!
L’Alstonia è un genere di piante arboree tropicali, comprendente circa 40-60 specie, originarie dell’Africa tropicale e subtropicale, dell’America centrale, del sud-est asiatico, dell’Australia, della Polinesia, con la maggior parte delle specie nella regione malesiana.
Alstonia boonei è un albero alto fino a 45 metri e col tronco di diametro fino ad un metro, che trasuda lattice, originario dell’Africa.
Cresce nelle foreste pluviali, in luoghi paludosi.
Il nome è dedicato al Dott. Charles Alston (1685-1760), medico e professore di botanica all’Università di Edimburgo.
Il lattice è pericoloso e può causare cecità.
Le foglie e la corteccia dell’Alstonia sono usate nella medicina popolare, per curare le malattie veneree, vermi, morsi di serpente, dolori reumatici, asma, ferite infette, rilassa i muscoli, ecc.
In Ghana, si usa un decotto di corteccia dopo il parto, per aiutare l’espulsione della placenta.
La sua importanza deriva dalla ‘guttaperca’, una macromolecola di origine vegetale molto simile, per chimica e per origine, alla gomma naturale o caucciù, ma senza la stessa elasticità, e l’ottimo legname.
Infatti, dall’Alstonia si ricava un legno bianco, usato per la costruzione di sgabelli, sculture, utensili domestici, giocattoli, canoe, corna, maschere, carpenteria leggera, scatole e lana di legno per l’imballaggio delle banane.
In Nigeria, si costruiscono le casse di risonanza degli strumenti musicali per il popolo Yoruba.
Inoltre, l’albero è utilizzato per fornire ombra alle piantagioni di caffè, the e banane.
Alstonia scholaris, è un albero sempreverde di medie dimensioni, proveniente dalle foreste molto umide dell’Himalaya e produce dei fiori piccoli bianco-verdastri, che crescono in grappoli stretti.
In India è chiamato ‘Saptaparni’ e fu piantato per la prima volta a Delhi alla fine degli anni ’40, quando stava sorgendo la colonia di Golf Links, quartiere di Nuova Delhi, considerato una delle zone più costose per acquistare immobili in India.
Il nome deriva da due parole sanscrite, ‘Sapta’ = ‘sette’ e ‘parni’ = ‘foglie’, perché le foglie, come suggerisce il nome, spesso si trovano in mazzi di sette attorno allo stelo.
Il Saptaparni è di grande importanza culturale nel circolo intellettuale, poiché tradizionalmente le sue foglie venivano assegnate a studiosi e insegnanti, durante le cerimonie di convocazione dall’Università di Visva Bharati.
Questa tradizione è stata avviata da Rabindranath Tagore all’Università di Gurudeb ma, a causa del degrado ambientale, la pratica è stata ridotta alla consegna di una sola foglia al Vice Rettore dell’Università.
Nello Sri Lanka il suo legno chiaro è usato per costruire le bare e nel Buddhismo, il primo Buddha, Theravada, utilizzò l’Alstonia scholaris come l’albero per raggiungere l’illuminazione.
Il profumo dei suoi fiori è talmente inebriante, da far venire il mal di testa.
Il Saptaparni è anche conosciuto come ‘Albero della lavagna’ (con la sua corteccia si producono lavagne e matite) e ‘Shaitan ka Jhad’, ovvero ‘Albero del Diavolo indiano’, tant’è che le persone sono spesso riluttanti a sedersi sotto questo albero, o addirittura a passarci sotto, perché è collegato agli spiriti maligni dell’oscurità e al diavolo.
Infatti, sembra che camminare di notte all’ombra di un albero di Saptaparni sia considerato un suicidio.
Si ritiene che le persone non tornino mai indietro, dopo averci camminato vicino o essersi rifugiati sotto quest’albero durante la notte.
Gli spiriti maligni, che risiedono sull’albero di Saptaparni, lanciano fango e pietre rotonde sui passanti.
L’albero è il luogo preferito dai serpenti velenosi, poiché la linfa dell’albero è lattiginosa.
Un cobra, dopo aver morso una persona, sale su un ramo di un Saptaparni e abbassa la testa, finché la persona non muore.
Il tronco dell’albero emette un odore fetido ed è interpretato a causa di spiriti maligni che lo abitano.
Gli Indù non tagliano mai questo albero, poiché si crede che porti sfortuna e cattiva salute alla famiglia.
La gente dice di aver visto belle donne sedute di notte sul ramo più fragile dell’albero.
E si crede che gli ‘yakshi’ o ‘pretam’ (fantasmi femminili) appaiano sotto l’albero di Alstonia, assumendo la forma di belle donne che mangiano ‘paan’ (‘murukkan’, preparazione a base di erbe, masticata per i suoi effetti stimolanti).
Molti uomini sono tornati, per raccontare storie di fantasmi che li hanno portati all’albero di Alstonia: molti sono stati trovati morti sotto l’albero, la mattina dopo.
Il tronco del Saptaparni, che si trova all’interno del complesso orientale del tempio Chottanikkara Bhagavathy è pieno di chiodi.
Gli spiriti maligni, che possiedono esseri umani, sono imprigionati in quest’albero, proprio con i chiodi.
Fate attenzione…
“ La Magia naturale si basa sulla connessione con l’energia intorno a te.
La Magia nera consiste, invece, nel trarre potere
dal proprio odio e dalla propria rabbia”
-John Blackwell-
Magia è un concetto usato, per descrivere un comportamento o modo di pensare, che guarda a forze invisibili per influenzare gli eventi, effettuare cambiamenti nelle condizioni materiali o presentare l’illusione del cambiamento.
Le pratiche classificate come magiche includono astrologia, divinazione, incantesimi, stregoneria, alchimia, negromanzia, meditazione spirituale e tanto altro ancora.
Il termine Magia è anche usato nella cultura popolare occidentale, riferendosi ad atti di prestidigitazione e giochi di prestigio per l’intrattenimento.
Tornando all’Esoterismo, lo scopo della Magia è acquisire conoscenza, potere, amore, ricchezza; guarire o allontanare malattie o pericoli; garantire la produttività o il successo in un’impresa; arrecare danno a un nemico; rivelare informazioni; indurre la trasformazione spirituale; ingannare.
La sua efficacia è determinata dalle condizioni e dalle capacità del ‘mago’, il quale dovrebbe avere accesso a forze invisibili e una conoscenza speciale delle parole e delle azioni appropriate, per manipolare quelle forze.
Ho già parlato della Magia bianca (leggi articolo https://www.madameblatt.it/2021/01/27/magia-bianca-la-protezione-delluniverso/), oggi è il momento della “Magia nera”.
La Magia nera è tradizionalmente riferita all’uso di poteri soprannaturali, per scopi malvagi ed egoistici, controparte malvagia della Magia bianca.
Probabilmente, è stata praticata dall’uomo fin dall’inizio del Mondo, in quanto spinto dal bisogno di spiegare e controllare un ambiente spesso ostile e mortale.
Il Mondo, il cielo, le stelle, la nascita, la malattia e la morte erano solo alcune delle tante cose, che lasciavano perplessi i primi esseri umani, i quali pensavano che fossero entità controllate da forze sconosciute e potenti.
Nello sforzo di spiegare i misteri del Mondo, e per provare a controllarne almeno alcuni, si dette origine a molte pratiche magiche e rituali, per manipolare il tempo, la fertilità, le persone, la malattia, la morte e altre forze apparentemente incontrollabili.
Grande fascino ha sempre suscitato la Magia nera, un tipo di magismo che viene spesso utilizzato per danneggiare un’altra persona.
Essa è fortemente associata al diavolo e, durante i processi alle Streghe di Salem nel 1692 (leggi articolo https://www.madameblatt.it/2021/03/08/la-festa-delle-streghe/), si pensava fosse da esse praticata, avendo stretto un patto con il demonio.
La Magia nera è utilizzata, per evocare i poteri dell’oscurità e del male, nel tentativo di controllare le forze naturali, attraverso l’uso di incantesimi, sortilegi, rituali e altri mezzi.
In un certo senso, la Magia bianca è l’opposto di quella nera, e non si pensa che causi danni agli altri.
Però, potrebbe essere difficile distinguere tra le due, poiché entrambe cercano di controllare le forze della natura e si pensa che entrambe abbiano il potenziale per arrecare danno, anche se non intenzionale: vedi gli incantesimi d’amore di Magia bianca, apparentemente a fin di bene, ma in realtà controllano e manipolano i sentimenti di un’altra persona.
Innumerevoli persone credono o praticano la Magia nera, o sono destinatari di un incantesimo malvagio, una fattura o un’altra forma di danno, molto reale.
Nel ventesimo secolo, la Magia nera ha visto una rinascita, mediante tradizioni neopagane, wiccane e dianiche, che si sono diffuse in tutte il Mondo e dove è ancora praticata, anche in molti gruppi culturali, come per esempio i praticanti di Voodoo, che esercitano le arti nere.
Un elemento importante della Magia Nera è il ‘Malocchio’, una superstizione antica e abbastanza diffusa in tutte le zone del Mondo.
Ha molti nomi tra cui ‘Evil Eye’ (Occhio del Diavolo), ‘Ayin Harda’, ‘Mal de Ojo’, ‘Occhio cattivo’, ‘Occhio stretto’, ‘Sguardo e occhio ferito’.
Una persona con questo potere può ferirne un’altra di cui è invidiosa, o gelosa di qualcosa che vorrebbe ottenere, semplicemente guardandola, colpendola direttamente al cuore.
Si attribuisce questo potere, generalmente, alle donne anziane, ma è una falsa credenza.
Chi pratica il Malocchio potrebbe non essere consapevole delle sue capacità e qualsiasi danno inflitto sarebbe così non intenzionale.
Invece, per coloro che lo usano intenzionalmente, il Malocchio è strettamente legato alla Magia nera e alla Stregoneria.
Si può perfettamente affermare, che la Magia nera sia una forma di Stregoneria incredibilmente potente, che attinge a poteri malevoli e può essere utilizzata per scopi malvagi, causando deliberatamente danni in qualsiasi modo, come distruzione o sventura, o per ferire e uccidere senza rimorso per la vita umana.
Essa trae potere dall’odio e dalla rabbia di chi la utilizza.
La Magia nera può essere fatta usando capelli, vestiti, foto della vittima, o guardandola direttamente negli occhi.
Gli individui più deboli, o facilmente influenzabili, sono facili bersagli della Magia nera, poiché hanno un’aura debole intorno a sé.
Sembra che ci siano dei sintomi di base, per capire se si è vittime di questo maleficio, come disturbi del sonno, brutti sogni, mal di testa, comportamenti eccentrici, ecc.
La Magia nera rende le persone vittime di paure infondate, inverte la fortuna ed infonde confusione.
Può capitare di essere vittima di incidenti ricorrenti, sentirsi emotivamente sempre controllati da qualcuno, perdere il lavoro o affari, aver paura che qualcuno possa farci del male, fallire nelle relazioni amorose, ecc.
Questi potrebbero essere tutti segnali di essere sotto l’influsso della Magia nera.
Nel folklore popolare, esistono dei metodi per respingere al mittente questi influssi negativi e deleteri per chi ne è colpito.
Eccone alcuni:
♠ Nella notte di Amavasya, quest’anno il 6 ottobre (ricorda la data), quando avremo la Luna Nuova, prendi un filo nero e fai su di esso 7 nodi a distanza equivalente. Ruota 7 peperoncini rossi secchi 7 volte sul filo e avvolgili in un panno nero. Tienilo così per 7 minuti, dopodiché brucia solo il panno fuori casa, dopo averci messo dell’olio ed indossa quel filo nero sulla caviglia destra.
♠ Lo stesso giorno, dona 7 vestiti neri a 7 sconosciuti diversi.
♠ Metti 7 pizzichi di sale in una ciotolina e ruotala in senso antiorario sulla testa di chi è vittima di Magia nera, poi gettalo nell’acqua corrente (il sale…)
♠ Se pensi di essere attratto da qualcosa di negativo e la tua aura è leggermente diversa dal solito, dovresti bruciare della canfora ogni mattina e sera, fuori sul davanzale di una finestra o balcone, per 7 giorni.
♠ Prendi dei semi di Senape nera (Brassica Juncea), foglie di Basilico sacro Tulsi (Ocimum tenuiflorum), foglie di Menta, semi di Sesamo nero (Til), foglie di Tè nero (Nilgiri) e fai bollire il tutto in acqua per 7 minuti. Dividilo in 7 porzioni e ungi il tuo corpo con 1 porzione al giorno, per 1 settimana.