Misteriosi, inquietanti, intriganti, vere e proprie opere d’arte, i Teschi di cristallo sono sculture in Quarzo, molto spesso ialino (Cristallo di Rocca), trasparente o bianco latte, ritenuti dai loro cercatori manufatti mesoamericani precolombiani, solitamente attribuiti alle civiltà dei Maya e degli Aztechi.
Tuttavia, queste affermazioni sono state confutate per tutti i campioni resi disponibili, in quanto studi scientifici hanno dimostrato che i teschi esaminati sono stati fabbricati a metà del XIX secolo o successivamente, quasi certamente in Europa, in Germania, in un periodo in cui abbondava l’interesse per la cultura antica.
Inoltre, l’arte mesoamericana è vero che ha numerose rappresentazioni di teschi, ma nessuno di quelli presenti nelle collezioni dei musei proviene da scavi documentati.
Oltre al fatto che le ricerche condotte su diversi teschi di cristallo al British Museum nel 1967, 1996 e 2004 dimostrano che le linee dentellate che segnano i denti, sono state scolpite utilizzando attrezzature da gioielliere creati nel XIX secolo, e quindi rendendo insostenibili la tesi precolombiana.
Questi teschi di cristallo hanno suscitato grande interesse tra gli archeologi e gli antropologi, curiosi di conoscere la loro esistenza e il loro scopo.
Il quesito fondamentale riguarda il motivo per cui sono stati creati con così tanto lavoro e tempo, scolpendo un minerale al quarto posto per la sua durezza dopo i diamanti, e perché “proprio dei teschi”…
Negli anni ’70, alcuni membri del movimento New Age sostenevano che i teschi mostravano fenomeni paranormali, spesso descritti come tali nella narrativa, in numerose serie televisive di fantascienza, film, libri e videogames.
La tesi New Age più quotata vedeva questi oggetti come potenti reliquie dell’antica Atlantide, e si inventò persino un numero canonico: esistevano esattamente 13 teschi.
Ad Atlantide, questi 13 teschi di cristallo contenevano la coscienza, la conoscenza e la saggezza di ogni cosa, fin dall’inizio delle forme umanoidi sulla Terra, oltre 250.000 anni fa.
Queste informazioni includevano il Progetto Divino dell’umanità, l’origine, lo scopo, il destino e la conoscenza spirituale dell’umanità, che oggi può salvare il pianeta.
Dodici teschi contenevano ciascuno la coscienza di ognuna delle dodici tribù (costituite dagli emissari più puri di Atlantide, che dovevano propagare l’antica saggezza, per aiutare la Terra nella sua evoluzione e custodire le memorie), mentre il tredicesimo teschio, un Cristallo Maestro, immagazzinava la conoscenza di tutte le dodici tribù, e fu trasportato nella sesta dimensione, le Sale di Amenti, durante la caduta di Atlantide.
Questa leggenda è raccontata in diversi continenti ed in diversi modi, ma la sintesi è sempre quella delle dodici razze (o tribù) di Esseri Stellari, che visitano il pianeta centinaia di migliaia di anni prima.
Essi sono affascinati dalla bellezza di questo pianeta unico e vorrebbero aiutare i suoi abitanti primitivi nel loro sviluppo.
Il Quarzo ha la capacità di archiviare ed elaborare dati, quindi ogni Essere Stellare ha lasciato un pezzo della sua conoscenza e saggezza più profonda all’interno del suo enorme pezzo di quarzo individuale (dodici in totale), per supportare la nostra crescita.
E, per fare ciò, al Quarzo hanno dato la forma simbolica di un teschio umano, creandone un ultimo, il tredicesimo, come maestro che coordina questa operazione.
Questi tredici teschi dovrebbero essere ben nascosti ed una leggenda narra, che l’ultima volta che furono insieme fu 500 anni fa a Teotihuacan, poco prima dell’arrivo degli Spagnoli.
Dopodiché, furono poi dispersi ed accuratamente nascosti.
La Leggenda dei 13 antichi Teschi di Cristallo dice che, una volta riuniti, essi creeranno una nuova griglia di coscienza per l’umanità.
Durante il XIX secolo, il commercio dei falsi teschi precolombiani si sviluppò moltissimo e, sebbene molti musei ne avessero acquisito in precedenza, un commerciante di antichità, Eugène Boban, aprì il suo negozio a Parigi nel 1870, diventando quindi la persona maggiormente associata alle collezioni museali di teschi di cristallo di quel periodo.
La maggior parte della collezione di Boban, inclusi tre teschi di cristallo, fu venduta successivamente all’etnografo Alphonse Pinart, il quale donò la collezione al Museo del Trocadéro di Parigi, divenuto in seguito Musée de l’Homme.
Ma a cosa servivano questi teschi?
Tra le varie tesi che parlano di questi teschi, si dice che essi facevano parte di rituali e cerimonie, e si suppone contenessero la conoscenza riguardante la storia della razza umana e della civiltà.
Vediamone alcuni.
TESCHIO DI MITCHELL-HEDGES (TESCHIO DEL DESTINO): Il primo, ed il più famoso, è il teschio di Mitchell-Hedges, scoperto dall’archeologo nel 1924 durante uno scavo archeologico presso un antico sito Maya nella giungla tropicale dell’Honduras britannico, oggi Belize.
Dopo aver bruciato 33 ettari di fitta foresta, l’area rivelò un’enorme piramide di pietra, le mura di una città ed un anfiteatro, luogo chiamato “Lubaantun” o “Il luogo delle pietre cadute“.
Quando Frederick Albert Mitchell-Hedges ritornò sul posto dopo tre anni, accompagnato dalla figlia adottiva Anna, scoprì il teschio sotto le rovine di un altare.
Ma, successivamente, questa storia fu smentita, quando si seppe che Anna non aveva accompagnato suo padre in quella spedizione, ma che Mitchell-Hedges aveva acquistato il teschio ad un’asta tenuta da Sotheby’s a Londra.
Nonostante ciò, Anna rimase fedele alla sua storia fino alla sua morte all’età di 100 anni, nel 2007, continuando ad affermare di aver fatto diversi sogni riguardanti cerimonie e rituali eseguiti dagli antichi Maya, ogni volta che il teschio era nella sua camera da letto di notte.
Però rimane un mistero riguardo a questo teschio: esso fu sottoposto ad un esame scientifico presso i laboratori Hewlett Packard, ed i risultati furono piuttosto sconcertanti.
Il teschio, costituito da un blocco di quarzo trasparente delle dimensioni di un piccolo cranio umano, che misura circa 13 cm di altezza, 18 cm di lunghezza e 13 cm di larghezza, era stato scolpito con diamanti e poi levigato, ma la cosa strana era che tutta la lavorazione era stata eseguita contro “l’asse” del cristallo.
Ciò significa che, ogni volta che si taglia un pezzo di cristallo o quarzo, lo si deve fare secondo l’asse formato dalla struttura molecolare della roccia, in quanto andare contro di esso manderebbe in frantumi l’intero pezzo.
Quindi, come aveva fatto lo scultore?
Nella prima edizione della sua autobiografia “Danger My Ally”, nel 1954, F.A. Mitchell-Hedges menzionò il teschio solo brevemente, affermando: “Ha almeno 3.600 anni e, secondo la leggenda, era utilizzato dal Sommo Sacerdote dei Maya, quando compiva riti esoterici. Quando voleva la morte di qualcuno con l’aiuto del teschio, la morte arrivava invariabilmente“.
Tutte le edizioni successive non comprendono assolutamente la menzione del teschio.
Nel 1970, Anna affermò anche che le era stato detto dai pochi Maya rimasti, che “il teschio era usato dal sommo sacerdote per volere la morte“, ecco perché il manufatto viene talvolta chiamato “Il teschio del destino”.
TESCHIO DI PARIGI: E’ il più grande dei tre teschi venduti da Eugène Boban ad Alphonse Pinart, alto circa 10 cm ed ha un foro praticato verticalmente al centro.
Fa parte di una collezione conservata al Musée du Quai Branly della capitale francese e, nel 2007-2008, è stato sottoposto a test scientifici per tre mesi, con la conclusione che si trattava di “certamente non precolombiano, presenta tracce di lucidatura e abrasione da parte di strumenti moderni”.
Nel 2009 i ricercatori del Center And Search Restoration Musées De France, hanno pubblicato i risultati di ulteriori indagini per stabilire quando era stato scolpito il teschio di Parigi.
Le analisi con microscopio elettronico a scansione hanno dimostrato che il teschio di Parigi era stato scolpito più tardi di un manufatto di campione di quarzo di riferimento, noto per essere stato tagliato nel 1740, pertanto la creazione è avvenuta tra il XVIII ed il XIX secolo.
TESCHIO DEL BRITISH MUSEUM: Questo teschio di cristallo apparve per la prima volta nel 1881, nel negozio dell’antiquario parigino Eugène Boban, ma all’epoca nel suo catalogo non era menzionato.
Sembra che, dapprima, tentò di venderlo al Museo nazionale del Messico come manufatto azteco, senza successo, e poi lo vendette a New York, dove si era trasferito.
In seguito, il teschio fu venduto all’asta e acquistato da Tiffany & Co, che, a sua volta, lo rivendette al British Museum, nel 1897.
Questo teschio è molto simile al teschio di Mitchell-Hedges, sebbene sia meno dettagliato e non abbia la mascella inferiore mobile.
Il British Museum cataloga il teschio di origine “probabilmente europea, XIX secolo d.C.”, precisando che “non è un autentico manufatto precolombiano”, essendo stato sicuramente realizzato con strumenti moderni.
TESCHIO DEL TEXAS: Soprannominato Max, il teschio del Texas, era in possesso di un guaritore tibetano, Norbu Chen, che lo diede a Carl e Jo Parks per pagare un debito.
Fu solo dopo aver scoperto che il teschio era di interesse archeologico mondiale, lo tirò fuori dal suo armadio e lo fece esaminare da un esperto.
Così si scoprì che era antico.
TESCHIO DI MAASLAND: Un altro appassionato di teschi di cristallo, Joke Van Dieten Maasland, ha un teschio di cristallo di Quarzo fumé, scoperto nel 1906 durante lo scavo di un tempio Maya in Guatemala.
Joke afferma in un suo libro, “Messaggeri dell’antica saggezza”, che il teschio abbia poteri curativi ed abbia aiutato a guarire un tumore al cervello.
Il teschio è soprannominato E.T., perché ha una testa appuntita e una mascella esagerata con un morso eccessivo, che la fa sembrare una testa a forma del famoso alieno.
TESCHIO DELLO SMITHSONIAN: Il “Teschio dello Smithsonian”, numero di catalogo A562841-0 nelle collezioni del Dipartimento di Antropologia, Museo Nazionale di Storia Naturale, è stato spedito per posta allo Smithsonian Institution in Virginia, anonimamente nel 1992.
Il suo donatore ha affermato che fosse un oggetto azteco, appartenente presumibilmente alla collezione di Porfirio Diaz, generale e politico messicano.
È il più grande dei teschi, pesa 14 kg ed è alto 38 cm, ed è stato scolpito utilizzando il carborundum (carburo di silicio), un abrasivo moderno.
Pertanto, è esposto come un falso moderno al Museo Nazionale di Storia Naturale.
Nonostante alcune affermazioni presentate in un vasto assortimento di modalità, leggende di Teschi di Cristallo con poteri mistici non figurano nelle autentiche mitologie e resoconti spirituali mesoamericani o di altri nativi americani, così come di altre tradizioni esoteriche.
A tanti, però, piace pensare che i teschi simboleggino messaggi paranormali, previsioni sul destino dell’umanità, poteri curativi.
Infatti, anche se non esistono prove scientifiche a sostegno dell’idea che i teschi di cristallo abbiano poteri curativi, molte persone credono nella loro capacità di promuovere il benessere fisico ed emotivo.
Quindi, alcuni professionisti della medicina alternativa utilizzano i teschi di cristallo, ovviamente nuovi, nelle loro pratiche di guarigione, sostenendo che possano aiutare a bilanciare l’energia del corpo e promuovere un senso di calma e relax.
Che tu creda o meno nei poteri curativi dei teschi di cristallo, non si può negare che siano oggetti meravigliosi, che possono portare un senso di pace e serenità in qualsiasi spazio.
I teschi di cristallo sono disponibili in molte forme, dimensioni e tipi di cristalli diversi, anche se si preferisce spesso Quarzo ialino, Ametista ed Ossidiana.
Ogni tipo di cristallo ha proprietà e poteri curativi unici, per esempio, l’Ametista favorisce la calma ed il rilassamento, mentre l’Ossidiana fornisce protezione dall’energia negativa.
Che tu sia un collezionista o semplicemente qualcuno che apprezza la bellezza dei teschi di cristallo, non si può negare che siano oggetti affascinanti con una ricca storia e molto mistero che li circonda.
Ognuno di loro possiede il proprio simbolismo ed i propri intricati dettagli: dalla forma degli occhi alla posizione dei denti, si pensa che ogni teschio abbia significato ed uso.
Ad esempio, si dice che i teschi con le braccia incrociate rappresentino l’unione degli opposti, mentre quelli con le mascelle allungate significhino una connessione con il mondo sotterraneo Maya.
Le teorie e le interpretazioni non mancano quando si parla di questi oggetti enigmatici, ed in fondo ammantano di mistero, eccitazione e trepidazione i nostri pensieri, portandoci momentaneamente in un mondo in cui possiamo ancora sognare un futuro migliore, grazie a ciò che Atlantide vuole tramandarci.
Sognare non costa nulla…