L’Abelmosco (Abelmoschus moschatus) dall’arabo ‘ḥabb al-musk’ = ‘chicco di muschio’, è un’erba annuale della famiglia delle Malvacee, i cui semi, di colore vario, hanno intenso profumo di muschio, dovuto principalmente ad un’essenza, che si estrae con etere di petrolio.
E’ conosciuto anche come: Musk seed, Musk Mallow, Ambrette, Moschuskörner, Abelmosk, Mushkdan, Muskdana, Kasturi bhendi, Gukhia korai, Kasturi bhenda, Kattukasturi, Varttilai kasturi, Lalkasturika.
Da noi in Italia, è spesso chiamata Sanicula delle montagne, Erba benedetta, Garofanola, Abelmosco, ha fiori gialli con numerosi stami e cresce in estate nei boschi.
La radice è utilizzata per stimolare la funzione digestiva ed ha anche un’azione astringente, amara ed aromatica.
L’Abelmosco strisciante è una specie, che colonizza le morene e i macereti su suolo siliceo e preferibilmente umido emettendo stoloni che si propagano a raggera.
I fiori di un bel colore giallo vivo sono sostenuti da un gambo di colore rossastro.
L’olio è impiegato per insaporire i cibi, in profumeria ed anche nell’industria cosmetica come sostituto del muschio.
Oggi il suo utilizzo è molto saltuario, perché dà problemi di fotosensibilizzazione.
Dalla corteccia si ricava una fibra, mentre la mucillaggine della radice fornisce un collante per la carta, ed i fiori sono impiegati per aromatizzare il tabacco.
I semi vengono aggiunti per aromatizzare il caffè arabo.
L’aroma dell’Abelmosco favorisce i sogni e riporta al contatto con la terra.
Abelmoschus esculentus, invece, è una pianta perenne, coltivata in India ed in altri paesi tropicali per i frutti mangerecci.
I frutti e i semi sono usati anche come diuretici, i semi maturi danno un olio commestibile e con il fusto si ricava una fibra, il famoso ‘Gombo’.
Il Gombo, chiamato anche ‘Okra’, assomiglia ad un peperoncino allungato o, vagamente, ad una zucchina con la punta, la cui particolarità è la vischiosità, ed ha un gusto delicato e molti semini bianchi.