Il Basilisco, conosciuto anche come Basiliscus, Sibilus, Basiliscu, Baselicoc, in latino “Regulus” (Principe) e in greco “Basiliskos” (Piccolo Re), è una creatura mitologica soprannominata il “Re dei Serpenti”, in quanto capace di uccidere o pietrificare guardando direttamente negli occhi la vittima.
Esistono varie descrizioni del Basilisco, il quale viene dotato di diverse abilità minacciose e diversi aspetti.
Una delle tante, sostiene che il Basilisco sia nato dalla testa mozzata di Medusa, uccisa dall’eroe greco Perseo .
Nella sua opera “Storia Naturale”, invece, Plinio il Vecchio narra che il Basilisco di Cirene, antica colonia greca e città romana in Libia, era un piccolo serpente lungo circa venti centimetri, così velenoso da lasciare sulla sua scia un’ampia traccia di veleno mortale, e con uno sguardo altrettanto letale.
Questa creatura è ornata da una macchia bianca brillante sulla testa come una specie di diadema, sbaraglia tutti i serpenti con il suo sibilo e non muove il corpo in avanti in molteplici spire come gli altri serpenti, ma avanza con la parte centrale sollevata in alto. Il Basilisco brucia i cespugli non solo con il suo tocco, ma anche con il suo respiro, brucia l’erba e frantuma le rocce.
Il suo effetto sugli altri animali è disastroso, ma riesce ad uccidere anche indirettamente: una volta, un Basilisco è stato ucciso con una lancia da un uomo a cavallo e l’infezione, che saliva attraverso l’arma, ha ammazzato non solo il cavaliere ma anche il cavallo.
L’unico animale in grado di combattere il Basilisco era l’odore di una Donnola anche se, secondo la leggenda, l’animale doveva aver mangiato prima della Ruta.
Oppure, i Basilischi venivano gettati nelle tane delle donnole, facilmente riconoscibili dalla sporcizia del terreno, e quest’ultime li uccidevano con il loro fetore, morendo esse stesse nello stesso momento, e la battaglia della natura era compiuta.
Plinio il Vecchio narra anche che il Basilisco uccide con lo sguardo da lontano, riesce a distruggere tutti gli animali e le piante, tutto ciò che vive, non solo con il suo tocco ma anche con il suo respiro. E lo fa non solo con i suoi occhi, ma anche con il suo respiro espirato.
Nicandro di Colofone, un poeta greco del II secolo a.C., fornisce un’altra descrizione del Basilisco, scrivendo di considerare il Re dei Serpenti, piccolo davvero ma di gran lunga superiore a tutti gli altri.
La sua testa è appuntita color oro e larga tre palmi in lunghezza distesa, e nessuno dei mostri della terra dalle grosse spire sopporta il suo sibilo.
Quando a mezzogiorno si muovono verso un pascolo o una foresta, o un luogo di abbeveramento, si voltano e fuggono.
Il morso del Basilisco gonfia il corpo di un uomo e dagli arti la carne cade livida ed annerita.
Nemmeno un uccello, che insegue le tracce sopra i cadaveri, sia esso un’aquila o un avvoltoio, o un corvo che gracchia, né alcuna specie di bestia selvaggia che pascola sulle colline, si ciberà di lui, tanto sia terribile il fetore che emana.
Eppure anche se l’avidità o la fame attirasse uno di questi predatori, una rapida fine sarebbe giunta per lui sul posto.
Infatti, la morte causata da un Basilisco può essere inflitta direttamente mordendo, o indirettamente mangiando le carogne della sua preda avvelenata dal veleno.
Inoltre, questo veleno è così forte, che l’acqua rimane inquinata per secoli, portando quindi la morte a chiunque la beva.
Anche Claudio Eliano, filosofo e scrittore del 200 d.C., scrive che il veleno del Basilisco agisce attraverso oggetti indiretti.
Egli narra della morte di un uomo comune, che il veleno raggiunge attraverso il suo bastone, che è stato morso dalla mitica creatura.
Il motivo del potere di uccisione indiretta del veleno rimane lo stesso, cambiano solo le circostanze e i protagonisti.
Eliano dice anche che il canto del gallo sia dannoso per il Basilisco, il quale trema davanti a questo uccello e poi muore.
Pertanto, Eliano consiglia, a coloro che viaggiano in Libia, di armarsi di un gallo per proteggersi da un Basilisco.
Nella letteratura mitologica, si fa riferimento anche ad un’altra efficace contro il Basilisco, uno specchio.
Questo oggetto poteva riflettere lo sguardo mortale della creatura e bloccare, quindi, il suo veleno ed i vapori che espirava.
Beda il Venerabile, un monaco anglossassone del VII secolo d.C., fu il primo ad affermare che il Basilisco sia nato da un uovo deposto ogni sette anni da un gallo anziano.
L’uovo doveva essere sferico e doveva essere covato da un serpente o da un rospo sopra un nido di peli di Iuvi, cosa che poteva impiegare fino a nove anni.
Ma attenzione: il Basilisco può essere solo un maschio, perché deve avere il ricettacolo più appropriato di veleno e qualità distruttive.
Nella mitologia celtica preromana, invece, si narra che il Basilisco nasce da un uovo che un vecchio gallo depone poco prima di morire.
Dopo pochi giorni, ciò che si trova all’interno riceve poca protezione dal suo guscio, perché è molto simile a un guscio d’uovo dopo essere stato immerso in acqua bollente ed aceto.
Un Basilisco adulto apre l’uovo per liberare il piccolo; infatti, un adulto e la Donnola sono le uniche creature che possono accogliere il neonato, poiché chiunque altro lo guardi morirà, a causa del suo sguardo infuocato.
La nascita avviene durante la Luna Piena a mezzanotte in una notte limpida, purché la stella Sirio sia nell’Ascendente, affinché il Basilisco emerga.
Per questo motivo, in sanscrito, Sirio è la “Stella del Capo”.
L’Ascendente di Sirio segna il periodo più caldo dell’anno, in relazione alla capacità del Basilisco di bruciare tutto con la sua presenza nociva.
Il Basilisco nasce a mezzanotte e muore quando il Gallo canta all’alba, simboleggiando i concetti di estremi, tempo fuori dal tempo, tra spazi, transizioni e luce che vince sull’oscurità.
Ermete Trismegisto, un personaggio leggendario dell’Età pre-classica, sembra sostenesse, che le ceneri di Basilisco fossero necessarie per trasformare l’argento in oro.
Le terrificanti qualità del Basilisco influenzarono i Padri della Chiesa, che lo percepirono come un’allegoresi (procedura operativa adoperata nell’interpretazione dei testi sacri, grazie alla quale è possibile rinvenire il senso mascherato in maniera icastica delle parole) diabolica e lo paragonarono a Satana.
Il suo scopo primario è la morte e la distruzione: la morte fisica naturale risultante da questo spirito deriva da piaghe, malattie e infermità, disastri naturali e persino terrorismo.
La sua origine può essere fatta risalire all’antico Israele.
Gli Egiziani adoravano il Basilisco come “il signore e re dei serpenti per intimorire tutti gli altri, né per essere distrutti da nessuno“.
Esponevano un Basilisco incoronato sulla testa dei loro Dei, come osservato nella tavola di Bembine ed in altri monumenti egiziani, dimostrando il tentativo di Satana di elevarsi al di sopra di Dio come oggetto di adorazione.
Infatti, l’informazione sul Basilisco come il “re dei serpenti”, dovuta alla connotazione negativa di un serpente, aiutò Sant’Agostino a stabilire un collegamento tra la creatura mitologica ed il diavolo, il “Re dei demoni”:
«Rex est serpentium basiliscus, sicut diabolus rex est daemoniorum. Et conculcabis leonem et draconem»
«Il basilisco è re dei serpenti, come il diavolo è re dei demoni. E calpesterà il leone e il drago».
In alcune culture, il Basilisco è un simbolo di saggezza e spesso viene raffigurato mentre divora un essere umano.
Per gli Antichi, essere divorati dalla saggezza significava illuminazione, gnosi ed iniziazione ai misteri.
Il Basilisco è anche collegato all’onnipotente dio gnostico Abraxas, sovrano della magia e dei poteri spirituali nell’Universo, che nell’arte è raffigurato con la testa di un gallo, o di un leone, e il corpo di un uomo con le gambe che terminano in serpenti o scorpioni.
Nel folklore latinoamericano, il Basilisco è visto come una creatura che possiede abilità divine, principalmente per la sua incredibile abilità di attraversare rapidamente i corpi idrici, un’impresa sia ipnotizzante che simbolo del camminare tra i Mondi.
Nel tardo Medioevo, il Basilisco era descritto non solo come un avvelenatore perpetuo, ma anche come un ibrido dall’aspetto peculiare di un gallo con la coda di un serpente.
Oppure come una grande creatura sputafuoco con un ruggito terrificante; o come un gallo con una coda di serpente ed ali di drago; o come una lucertola con la testa di un gallo, la coda di un serpente e otto zampe di pollo.
Un racconto polacco narra che, nel 1587, in una cantina di uno dei tanti caseggiati fatiscenti di Varsavia, una domestica trovò i corpi di due ragazze scomparse.
Un consiglio comunale straordinario ed un medico di nome Benedictus si riunirono e, dopo l’ispezione dei corpi, il medico annunciò che la causa della morte di quelle disgraziate ragazze era stata un attacco di Basilisco.
Benedictus chiese ai consiglieri di far scendere un uomo in cantina, il quale doveva essere ricoperto di specchi su tutti i lati e doveva usare questa strana arma per uccidere il Basilisco.
Jan Taurer, un condannato a morte della Slesia, si offrì di farlo in cambio della salvezza della sua vita.
Quindi scese in cantina e tra le macerie trovò un Basilisco morto, e lo tirò fuori con un forcone, davanti a duemila persone.
Si dice che questa creatura fosse grande quanto un gallo, con un collo da tacchino ed occhi simili a quelli di una rana.
Ciò che era accaduto a Varsavia ebbe ampia risonanza in tutta Europa e si riflettè in vari racconti, che raccontavano la caccia al Basilisco del 1587.
In seguito, storie simili a conferma dell’esistenza del Basilisco, furono registrate anche in altre città europee.
Nonostante la sua natura crudele, il Basilisco rappresenta comunque il potere e per questo è diventato la creatura protettrice ed il simbolo tradizionale della città svizzera di Basilea.
In questa città si racconta che, nel 1474, un vecchio gallo fu processato in tribunale per aver deposto un uovo, da cui avrebbe potuto schiudersi un Basilisco: l’animale fu condannato a morte e decapitato e l’uovo distrutto.
Un’altra storia narra che, un tempo, un Basilisco vivesse in una grotta sotto il Gerberberglein nel centro di Basilea.
Questa leggenda è commemorata in un’iscrizione presso la fontana Gerberbrunnen, ma esistono tante altre fontane con protagonista il Basilisco, le “Basiliskenbrunnen”, progettate per la prima volta nel 1884, così come statue in tanti punti della città.
Anche in Italia troviamo il simbolo del Basilisco in alcuni comuni: Aversa, Sternatia, Lauria, Melfi, Teana, Venosa, Peschiera Borromea, Belluno.
Questo animale mitologico appare in “Game of Thrones”, una serie televisiva statunitense di genere fantastico iniziata nel 2011, e nel secondo libro della serie di Harry Potter, “La camera dei segreti”, a simboleggiare potere e controllo.
In quest’ultimo, Harry ed i suoi amici della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts vengono perseguitati da una strana e mortale creatura chiamata Basilisco, fatta nascere da Salazar Serpeverde.
Il Basilisco non è solo una creatura fantastica, è anche il nome di un genere di Sauri, Basiliscus, appartenenti alla famiglia delle Corytophanidae,la quale comprende 4 specie, caratterizzato dalla presenza di un rilievo di pelle di forma triangolare sopra gli occhi.
I Basilischi necessitano dei climi caldo-umidi dell’America tropicale, delle foreste lungo i fiumi dal Nord del Messico, Guatemala, fino a raggiungere all’Ecuador meridionale.
Il Basilisco è conosciuto anche come: Jesus Christ lizard, Jesus lizard, South American Jesus lizard o Lagarto de Jesus Cristo (Lucertola di Gesù Cristo, Lucertola di Gesù, Lucertola del sud America, Lagarto di Gesù Cristo), perché quando fugge dai predatori, raccoglie abbastanza slancio per attraversare l’acqua per una breve distanza, mentre tiene la maggior parte del suo corpo fuori, simile alla biblica storia di Gesù che cammina sulle acque.
Come Spirito Animale, il Basilisco arriva quando hai ignorato le esigenze del tuo Sé Ombra, quando porti dentro di te i semi della tua rovina, a meno che tu non permetta al Sé Ombra di respirare e di esprimersi.
Se hai avuto a che fare con qualcuno che intende farti del male, il Basilisco viene in tuo aiuto fornendoti la forza ed i mezzi per resistere.
Se qualcuno ti manca di rispetto, questa creatura emerge per aiutarti a creare confini marcati nella “sabbia”, visto che nessuno osa oltrepassare le restrizioni da lei imposte.
Se stai cercando di unire la tua natura inferiore e superiore in modo da poter vivere in equilibrio, il Basilisco ti aiuta a raggiungere l’armonia.
Ma può anche palesarsi, quando qualcuno sta cercando di spingerti a fare qualcosa che non vuoi fare o corromperti: spiritualmente,può aiutarti a garantire che tu rimanga fedele ai tuoi principi e non comprometta mai la tua integrità.
Come Animale Totem, il Basilisco emerge quando bisogna prepararsi ad abbracciare il cambiamento e ad adattarsi prontamente.
Esso ispira una rapida adattabilità ed agilità mentale, incoraggiando a pensare alle strategie veloci di fronte a cambiamenti improvvisi.
Il Totem Basilisco sottolinea l’importanza di raggiungere l’equilibrio tra vari aspetti della propria vita, lavoro e tempo libero, serietà e gioco, fisico e spirituale.
E’ anche un emblema di lungimiranza e visione, quindi bisognerebbe lasciarsi guidare a perseguire con fiducia idee innovative e percorsi apparentemente irraggiungibili.
In Astrologia, il Basilisco è associato allo Scorpione, che rappresenta la trasformazione e la rinascita, ed a Plutone, il pianeta della morte e della rigenerazione.
Qui, la creatura simboleggia il cambiamento ed il rinnovamento, ricordando che la vita è ciclica e niente dura per sempre.
Nei Tarocchi, il Basilisco è associato all’arcano n.13, La Morte, e rappresenta la trasformazione e la rinascita, l’affrontare le proprie paure e superarle per andare avanti.
La carta appare spesso quando bisogna confrontarsi con i propri demoni interiori o affrontare le sfide a testa alta.
Ritroviamo il Basilisco anche nel Feng Shui, dove rappresenta l’Elemento del Fuoco e la direzione sud-ovest. Simboleggia potere ed autorità, ricordando di abbracciare il cambiamento e la crescita.