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STORIE E LEGGENDE VEGETALI
“Con il tempo e con la paglia
maturano le Sorbole”
-antico proverbio-
Il Sorbo domestico, Cormus domestica, è l’unica specie del genere Cormus, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, spesso erroneamente confuso con il genere Sorbus (vedi Sorbo degli uccellatori).
Questa specie comprende due varietà, una a frutti piriformi e l’altra a frutti maliformi che, comunemente, sono chiamati Sorbole o Sorbe.
Originario Europa occidentale, centrale e meridionale, dell’Africa nord-occidentale e dell’Asia sud-occidentale, in Italia cresce spontaneamente ovunque, tranne che in Val d’Aosta, ai bordi dei boschi, rovereti, radure, bordi di sentieri, a non più di 800 metri di quota.
Il Sorbo può raggiungere i 15 metri d’altezza, presenta foglie bipennate, fiori bianchi e frutti subsferici o piriformi di colore dal giallastro al rossiccio, bruni a maturità, con carne omogenea dal sapore di spezie, cioccolato e frutti tropicali, con 1-3 semi.
Le Sorbole si raccolgono acerbe per farle maturare nella paglia.
ATTENZIONE: I semi delle Sorbe sono tossici, contengono amigdalina, il più importante dei glicosidi cianogenici, cioè capace di liberare acido cianidrico, contenente cianuro, ed è contenuta nei semi di diverse piante appartenente alla famiglia delle Rosaceae, la cosiddetta “mandorla amara”, che troviamo per esempio nei noccioli di albicocco, pesco, susino, ciliegio, melo, ecc. La tossicità scompare con la cottura.
Altri nomi: Vero Ciavardello, Auliè, Carbella, Corbellar, Peruz, Sciorba Sorb, Sorbo moscatello, Sorva, Suorvo, Survia, Zorba, Service Tree, Sorb, Sorb Tree, Whitty Pear, Jerbo, Zurbal, Capudo, Speierling, Spierbaum, Sperberbaum, Schweizer Birnbaum, Cormier, Sporapfel, Spierapfel, Spreigel, Oskorusha, Sorbier domestique.
Nell’antica Grecia, le Sorbe venivano tagliate a metà e messe in salamoia, come racconta Platone nel Simposio:
«…Aristofane prese la parola e raccontò l’origine del mondo. Disse che gli esseri umani, inizialmente, erano formati in coppia, congiunti da pancia e petto, un po’ come se fossero gemelli siamesi. Avevano due facce e una testa, quattro braccia e quattro gambe. A causa della loro superbia, in quanto riuscivano a vedere da una parte e dall’altra, avevano la forza necessaria per fare il bello e il cattivo tempo, gli uomini tentarono di battere gli Dei scalando l’Olimpo. Zeus, oltraggiato da ciò, lì cacciò con le sue saette. Poi, decise di tagliarli in due. Ciascuna delle due parti tagliate, secondo Zeus, avrebbe così desiderato di mettersi alla ricerca dell’altra. Si diede a tagliare gli uomini in due come quelli che tagliano le Sorbe in due e ne preparano la conservazione. Ciascuno di noi è come un contrassegno d’uomo, giacché è tagliato in due come le Sorbe, da uno divenuto due».
❓ Questa è una caccia spasmodica che si trascina da millenni ormai, che ha come filo conduttore proprio il senso dell’amore, ma attenzione: a questo punto, non dovremmo cercare le due metà della mela, bensì della Sorbola ❗
L’albero del Sorbo è citato nel Talmud babilonese (testo sacro redatto nelle accademie rabbiniche della Mesopotamia, tra il III e il V secolo), che riferisce l’acquisto di un’Abba Zardasa, ovvero una foresta di Sorbi chiamata Zardasa, che veniva utilizzata per il legname, perché il frutto non era commercialmente importante.
La parola aramaica ‘zardasa’ potrebbe essere l’origine della parola “Sorb”.
Albero pluricentenario, il Sorbo più grande, e forse uno dei più antichi esemplari conosciuti in Europa, si trova su un sentiero didattico vicino alla città di Strážnice, nella regione della Moravia in Repubblica Ceca.
Il suo tronco misura 462 cm di circonferenza, con una chioma alta 11 m e larga 18 m, e si stima che abbia circa 450 anni.
In questa stessa regione, esiste un museo gestito dalla comunità con un percorso didattico ed un festival dedicato al Sorbo, con vendita e degustazione di prodotti come marmellata, succo e brandy ricavati dai suoi frutti.
Il Sorbo è anche utilizzato nella produzione di bevande alcoliche, grazie ai suoi frutti ricchi di zucchero ed acidità, che vengono utilizzati per produrre una gamma di bevande alcoliche, tra cui vino, sidro e brandy.
Le bacche del Sorbo venivano spesso utilizzate per produrre una birra, conosciuta come Chequers.
In alcune regioni, le Sorbole vengono anche utilizzate per produrre un liquore noto come “Sorbino“.
Famosa è anche la ‘Sorbette‘, un’acquavite ottenuta dal frutto maturo, che viene distillata in Svizzera, Francia e Lussemburgo, anche se inizia ad avere alti costi a causa della quasi rarità delle Sorbole.
Infatti, nonostante i suoi numerosi usi ed il suo significato culturale, il Sorbo è considerato una specie minacciata in molte parti d’Europa.
Il suo declino è dovuto ad una combinazione di fattori, tra cui la perdita di habitat, il sovrapascolo e la diffusione di specie invasive.
Per proteggere il Sorbo, e garantirne la sopravvivenza, sono necessarie misure di conservazione, come la protezione degli alberi esistenti e la piantumazione di nuovi alberi in habitat adatti.
Il legno del Sorbo veniva spesso utilizzato per la produzione di pialle utilizzate per lavori di falegnameria, in quanto il legno di quest’albero è abbastanza denso e mantiene bene il profilo.
Infatti, è uno dei legni più resistenti d’Europa ed è stato utilizzato per la realizzazione di applicazioni meccaniche come ingranaggi, calci di fucile o carrucole e sostegni per le viti, poiché è molto pesante e, quando si asciuga, quasi non perde volume.
Le Sorbe sono una ricca fonte di antiossidanti e si è scoperto che hanno proprietà antinfiammatorie e antitumorali.
Esse sono blandamente diuretiche, lassative, antireumatiche ed antipiretiche.
Sono utilizzate nella medicina tradizionale come trattamento contro i problemi intestinali, la dissenteria, il diabete ed anche per migliorare la memoria.
Le foglie e la corteccia dell’albero contengono anche una serie di composti bioattivi, che vengono studiati per le loro potenziali proprietà medicinali.
Nel Medioevo, il Sorbo era una specie importante per i suoi frutti, che contengono un alto livello di tannini, e quindi venivano utilizzati per produrre un inchiostro nero molto apprezzato da scribi e artisti.
Nell’Europa medievale, il Sorbo era un albero popolare da piantare vicino alle chiese ed era conosciuto come “Albero del servizio“, appunto perché i suoi frutti venivano spesso utilizzati per produrre vino per le funzioni religiose.
Durante il Rinascimento, le Sorbole venivano usate per curare il colera.
In Esoterismo, il Sorbo è associato alla fertilità, abbondanza, guarigione e protezione.
I suoi frutti venivano usati negli incantesimi d’amore e di fertilità.
Un rametto di Sorbo, appeso sopra la porta, allontana le streghe e gli spiriti maligni.
Il Sorbo era considerato un albero magico, “donatore di vita” per i popoli celtici e germanici, che lo piantavano in abbondanza attorno ai cromlech (un insieme di menhir allineati in cerchio) e ad altri luoghi dove si praticava la divinazione.
Sempre nel Talmud babilonese, si descrive dettagliatamente l’uso di due amuleti contro i demoni che abitavano un Sorbo:
<< I demoni” dei cespugli di Sorbo sono chiamati shidei (demoni). Un cespuglio di Sorbo che è vicino a una città, ha non meno di sessanta shidei che lo infestano… Per quanto riguarda la scrittura di un amuleto contro di loro, un certo funzionario della città andò e si fermò presso un cespuglio di Sorbo vicino a una città, dove fu assalito da sessanta demoni e la sua vita era in pericolo. Poi andò da uno studioso, che non sapeva che si trattava di un cespuglio di Sorbo infestato da sessanta demoni, e così scrisse per esso un amuleto contro un demone. Poi udì come sospendevano un hinga (strumento musicale) su di esso e cantavano così: “Il turbante dell’uomo è come quello di uno studioso, ma abbiamo esaminato l’uomo ed egli non conosce ‘Benedetto sei tu’ (la formula iniziale di una benedizione)”. Poi arrivò un altro studioso, che sapeva che si trattava di un cespuglio di Sorbo di sessanta demoni e scrisse per esso un amuleto di sessanta demoni. Poi li udì dire: “Portate via di qui i vostri vasi” >>
Quindi, questo era un amuleto che non veniva sepolto accanto o sotto il Sorbo, ma lasciato appeso ad esso per cui, quando i demoni lo scoprivano, abbandonavano completamente l’albero.
PIANETA: Venere
ELEMENTO: Aria
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Bilancia-Toro
CHAKRA: 2, Svadhisthana (C. Sacrale)
«Ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi
si disconvien fruttare al dolce fico»
-Dante Alighieri-
Sorbus è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Rosaceae, che comprende arbusti ed alberi con frutti simili ma, allo stesso tempo, diversi per grandezza e colore.
Questo genere comprende oltre 100 specie, di cui il più famoso è il Sorbus aucuparia, ovvero il Sorbo degli uccellatori.
ATTENZIONE: questo genere è erroneamente spesso confuso con il Sorbo domestico (Sorbus domestica).
Sorbus: dal latino “sorbere” = “sorbire”, in riferimento al frutto maturo e molle da cui sorbire il succo fermentato.
Aucuparia: dal latino “aucupare” = “catturare gli uccelli”; infatti i frutti sono particolarmente apprezzati dagli uccelli, soprattutto quelli migratori quindi, per questo motivo, anticamente gli alberi venivano circondati da reti, così gli uccelli, che numerosi si appoggiavano per mangiare i frutti, venivano catturati dai cacciatori.
Altri nomi: Sorbo azzeruolo, Molessa, Molessena, Arzela, Curbella, Frassinella, Malestra, Malusen, Salvastriello di montagna, Sciorba, Sorbastrello, Sorva bastarda, Survu, Tremolina, Sorbier des oiseleurs, Vogelbeerbaum, Eberesche, Mountain Ash, Rowan, Amur, Quick beam, Rowan-berry, Luis, Caorunn, Wicken, Witchwood.
Il Sorbo degli uccellatori era chiamato anche Albero del viaggiatore o Albero del viandante, perché si pensava che impedisse ai viaggiatori di perdersi.
Originario delle aree centrali e settentrionali di Europa, Russia, Islanda ed Asia, cresce spontaneamente in tutta Italia, tranne Puglia, Sicilia e Sardegna, ad altezze non inferiori a 600-700 mt di altitudine.
E’ possibile trovarlo in luoghi rocciosi, boschi, valli e fiumi di montagna; anche coltivato come albero ornamentale in parchi e giardini.
Presenta un’altezza che può raggiungere i 12 metri, foglie alternate e seghettate con corti piccioli, fiori bianchi profumati e frutti arancio-rossi rotondeggianti come piccoli pomi carnosi, al cui interno c’è un seme tossico per l’uomo, se ingerito crudo, per la presenza di ‘amigdalina’.
L’amigdalina è il più importante dei glicosidi cianogenici, cioè capace di liberare acido cianidrico, contenente cianuro, ed è contenuta nei semi di diverse piante appartenente alla famiglia delle Rosaceae, la cosiddetta “mandorla amara”, che troviamo per esempio nei noccioli di albicocco, pesco, susino, ciliegio, melo, ecc.
Questa tossicità scompare durante la cottura, tanto che le bacche di Sorbo degli Uccellatori possono essere utilizzate per salsette, marmellate, gelatine, conserve, aceto, vini, liquori, dolciumi, ketchup, torte e zuppe.
Esse hanno un gusto amaro ed astringente, che migliora dopo il gelo, diventando più dolce.
Dai giovani rami del Sorbo degli uccellatori si ottiene un colorante nero, marrone e rosso, ed il suo legno è pregiato, duro, compatto ed elastico, trovando impiego nei lavori di ebanisteria, costruzione di slitte, tornitura, intaglio, realizzazione di cestini e ruote, utensili da cucina e casse.
Le foglie vengono fatte fermentare con foglie di Mirto di palude (Myrica gale) e corteccia di quercia, per creare birra alle erbe..
Inoltre, il Sorbo degli uccellatori è impiegato nella costruzione di strumenti musicali (flauti), nell’industria del mobile, per i bastoni da passeggio, nel carving e, in ultimo, come buona legna da ardere.
Fin dall’antichità, le bacche del Sorbo degli uccellatori erano prescritte per disturbi dello stomaco o per sanguinamento, mentre le foglie erano utilizzate per fare rimedi per gli occhi, reumatismi, asma e raffreddori.
Altri usi comprendevano gargarismi contro la raucedine, rimedi diuretici, vasodilatatori, antinfiammatori, antidiarroici ed è una grande fonte di acido ascorbico (vitamina C), tanto da essere utilizzato contro lo scorbuto.
Nella moderna etnofarmacologia, il Sorbo degli uccellatori è utilizzato come rimedio naturale per il trattamento di malattie batteriche, virali, infiammatorie, oltre ad essere stato testato anche per la gestione del diabete e dei disturbi neurologici e cardiovascolari.
Il frutto contiene anche sorbitolo, che può essere usato come sostituto dello zucchero dai diabetici.
Questa specie è impollinata dalle api e dalle mosche, mentre i suoi semi non sono digeriti dagli uccelli e vengono quindi propagati rimanendo intatti nei loro escrementi.
I frutti sono consumati da circa 60 specie di uccelli e diversi mammiferi, in particolar modo dai tordi, beccofrusoni, nocciolaie ed altri uccelli canori, volpe rossa, cervi, daini, cinghiali, tassi, scoiattoli.
Il Sorbo degli uccellatori è presente nella mitologia norrena, soprattutto in una leggenda che narra, che salvò la vita del Dio Thor, chinandosi su un fiume che scorre veloce negli Inferi.
Mentre veniva spazzato via dalla forte corrente, Thor riuscì ad afferrare un ramo dell’albero e tornare a riva.
In Scandinavia questi alberi, che crescevano in mezzo a fessure inaccessibili nella roccia, o nelle fessure degli alberi, possedevano una magia ancora più potente.
I Sorbi degli uccellatori erano conosciuti come “Sorbo volante” e sul suo legno venivano incise le rune per la divinazione.
Nella mitologia greca, Ebe, la Dea della giovinezza, aveva il compito di versare l’ambrosia, il nettare degli Dei, alle divinità, da un calice magico.
In un momento di disattenzione, i demoni presero il suo calice e gli Dei mandarono un’aquila a recuperarlo.
Durante la lotta che ne seguì, l’uccello perdeva sangue ed anche piume e, dove ne cadeva una, sorgevano alberi di Sorbo: questo è il motivo per cui le foglie di Sorbo degli uccellatori sembrano piume e le bacche sono rosso sangue.
Nelle isole britanniche, questa specie era considerata un albero che protegge dalla stregoneria e dagli incantesimi, grazie anche ad una piccola stella o pentagramma a cinque punte, presente sulla bacca, ricordando che il pentagramma è un antico simbolo protettivo.
Inoltre, si credeva che il colore rosso fosse la migliore protezione contro la magia nera, pertanto la vivace esposizione di bacche del Sorbo in autunno, aumentava ulteriormente le sue capacità protettive.
Infatti, in una vecchia filastrocca, si canta:
“Sorbo e filo rosso
fanno sì che le streghe
perdano la loro velocità”
Il Sorbo degli uccellatori era indicato anche come un Albero delle Fate, in virtù dei suoi fiori bianchi, così come il Sambuco ed il Biancospino.
Le persone prendevano pezzi dell’albero per scongiurare la stregoneria, ed usavano anche rametti più piccoli per proteggere le mucche ed i loro prodotti dagli incantesimi.
L’albero stesso forniva protezione all’abitazione vicino cui cresceva, ed i residenti si assicuravano di non danneggiarlo.
La vigilia di maggio di ogni anno, le persone indossavano croci fatte con ramoscelli di Sorbo degli uccellatori, che però dovevano essere spezzati senza l’uso di un coltello.
Oppure, le fissavano al bestiame, o le appendevano all’interno della stalla, sopra l’architrave.
Alcune volte, le croci di Sorbo con bracci uguali, erano legate con filo rosso e venivano cucite nella fodera dei cappotti o portate nelle tasche.
Nella mitologia celtica, il Sorbo degli uccellatori rappresenta il potere, la visione, l’equilibrio, la guarigione, il mistero, la connessione, la protezione, la divinazione e la trasformazione
Gli antichi Druidi usavano la corteccia e le bacche di questo albero, per tingere di nero gli indumenti indossati durante le cerimonie lunari, oppure la utilizzavano nel processo di concia, mentre i ramoscelli erano adatti per la divinazione rabdomantica, in particolare per i metalli.
Infatti, esso si trova spesso vicino a cerchi di pietre o antichi siti di sepoltura, in quanto i Druidi credevano che proteggesse gli spiriti dei morti.
Nel Druidismo, il Sorbo degli uccellatori è considerato un “Albero portale”, un’apertura tra questo mondo ed un altro, sia un punto di ingresso che un’uscita, una soglia “che ti offre la possibilità di andare da qualche parte e lasciarti da qualche parte”.
I ramoscelli di Sorbo degli uccellatori si utilizzavano per scongiurare gli spiriti maligni e le streghe, tanto che l’albero era chiamato “la Strega“.
Con il suo legno venivano creati martelli, utilizzati in primavera per guidare il bestiame al pascolo per la prima volta, per garantire la loro salute e fertilità, così come si costruivano forconi ed altri attrezzi agricoli, per proteggere gli animali da allevamento dagli incantesimi delle streghe.
C’era la convinzione che un abbondante raccolto di bacche fosse il precursore di un inverno duro, oppure che fosse il predittore di forti nevicate anche se, in Svezia e Finlandia, la convinzione era che la neve molto abbondante ed un raccolto molto abbondante non si potevano verificare nello stesso anno.
Nel giorno di Lammas, il 1 agosto, rami di Sorbo degli uccellatori era tradizionalmente collocato sopra tutte le porte e le finestre di una casa, da una persona a cui era proibito parlare con chiunque avesse incontrato, per scongiurare il male.
Oppure, gli anelli e le croci fatti di ramoscelli di questo albero, dovevano essere collocati da un cavaliere, che doveva girare il suo cavallo tre volte, prima di posizionarli.
Utilizzato in tutti gli incantesimi di protezione, in particolare da fuoco, o fulmini, in Irlanda è appeso in casa per evitare incendi, oppure intorno al collo di segugi per aumentare la loro velocità, o usato per impedire ai morti di alzarsi o infestare un luogo.
Anticamente era portato su navi in mare per evitare tempeste e per proteggersi dai fulmini.
Nella tradizione scozzese, era vietato l’uso del legname, della corteccia, delle foglie o dei fiori del Sorbo degli uccellatori, né il loro taglio, tranne che per scopi sacri e in condizioni speciali.
Questa pianta è uno degli alberi associati a Santa Brigida, la patrona celtica delle arti, della guarigione, della forgiatura, della filatura e della tessitura, quindi i fusi e gli arcolai venivano tradizionalmente realizzati con il Sorbo in Scozia e Irlanda.
Gli antichi Bardi consideravano il Sorbo “Albero dei Bardi“, portatore del dono dell’ispirazione, ed era anche associato a draghi e serpenti tanto che, un tempo, i sacri Sorbi erano sorvegliati dai draghi.
Le streghe usavano il Sorbo degli uccellatori, per aumentare i loro poteri psichici, per incantesimi di guarigione, successo, protezione e spesso ne usavano il legno per le loro bacchette magiche.
A questo proposito, nel 1618, Margaret Barclay fu processata per stregoneria nell’Ayrshire, in Scozia, e la prova schiacciante trovata in suo possesso fu un talismano fatto con un ramoscello di Sorbo legato con filo rosso per protezione.
Il Sorbo degli uccellatori aiuta a liberare la mente e ad aprire le ispirazioni di una persona.
Viene utilizzato nella medicina vibrazionale, perché si crede che sia in grado di sintonizzare il nostro corpo con la natura, possa ampliare e aprire la nostra prospettiva e fare spazio a un’immaginazione più ampia.
Se stai pianificando un viaggio e desideri trovare l’illuminazione sul tuo cammino, prendi un bastone da passeggio tradizionalmente realizzato in legno di Sorbo degli uccellatoi.
Ti proteggerà dal perderti e ti aiuterà a schiarire la mente e ad aprirti a nuove prospettive, livellerà la tua vibrazione, la tua mente e il tuo corpo con quella della natura e dell’Universo circostante.
PIANETA: Sole
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Acquario-Pesci
CHAKRA: 3, Manipura (C. del Plesso solare)
💥𝒹𝑒𝒹𝒾𝒸𝒶𝓉𝑒𝒹 𝓉𝑜 𝐵𝓇𝑒𝓃𝒹𝒶 𝒶𝓃𝒹 𝑅𝑒𝒷𝑒𝒸𝒸𝒶