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STORIE E LEGGENDE VEGETALI
Gratiola è un genere di piante arbustive o erbacee, appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae, che comprende circa 32 specie, che annovera nel suo gruppo altre importanti piante officinali come Digitalis purpurea, Euphrasia officinalis, Scrofularia nodosa, Veronica officinalis, Verbascum thapsiforme, ecc.
La specie più conosciuta è la Graziola (Gratiola officinalis) una pianta perenne, alta fino a 40 cm., la quale cresce in ambienti umidi acquitrinosi e ben esposti alla luce, nei prati torbosi, nei luoghi paludosi, ai margini dei fossi soprattutto su terreni argillosi, sino a 800 metri.
Il nome del genere deriva dal latino ”Gratia Dei”= “Grazia di Dio”, antico nome della pianta, che era venerata per le sue proprietà medicinali.
Altri nomi: Graziella, Stancacavallo, Tossicaria, Gratiole officinale, Gnadenkraut, Gratiole, Common Hedgehyssop, Grace of God, Gratia Dei, Hedge hyssop, Herb of grace.
La Graziola presenta foglie con picciolo breve, abbraccianti, con margini dentellati; fiori a calice con 4 petali di colore rosa pallido o celeste chiaro o bianco con striature blu violette; frutti ovoidali a capsula che si apre in 4 valve, contenente numerosi semi bruno-giallastri.
Di origine euroasiatica, in Italia la Graziola cresce spontaneamente in tutte le regioni tranne Val d’Aosta, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia.
In passato era un ben nota pianta officinale, oggi in disuso, perché è molto velenosa.
La radice e l’erba fiorita sono cardiache, diuretiche, violentemente purgative e vermifughe, ed anticamente la pianta era utilizzata nel trattamento di problemi al fegato, ingrossamento della milza, idropisia, ittero, vermi intestinali, cistite, coliche, ecc.
Il suo uso è molto noto nella medicina omeopatica, per trattare stati catarrali cronici, leucorrea e gonorrea, ulcere ostinate, nei disturbi mentali causati da orgoglio arrogante, particolarmente utile nelle donne, insonnia, oppressione, ecc.
Nella medicina popolare, la Graziola era usata nei casi di impotenza maschile e, insieme ad altre erbe, era usata in miscele per migliorare la fertilità, oltre a creare un’avversione al fumo di tabacco.
Evidenzio che la pianta è velenosa, quindi bisogna utilizzarla sotto la guida di esperti, rispettando le dosi di utilizzo.
La Graziola viene raccolta mentre è in fiore in estate, e poi fatta essiccare per un uso successivo, stendendola sottilmente su setacci in una stanza ben ventilata, o all’aperto, all’ombra.
L’estratto è verde e non ha un aroma specifico, il suo sapore è amaro, sgradevole, un po’ astringente, e si conserva in sacchetti di cotone.
La Graziola, per la sua natura cespugliosa, veniva spesso usata come siepe nei giardini delle erbe aromatiche e persino nei labirinti.
Nel XVII secolo, veniva usata come erba da spargere nelle stanze dei malati, per impedire la diffusione delle infezioni e per purificare i lebbrosi, come riportato nelle scritture.
In Esoterismo, anticamente, la Graziola era usata per aiutare i vivi a parlare ai morti, cospargendo il suo infuso liquido su una tomba ma, sostanzialmente, è un’erba purificatrice, usata per spazzare gli spazi sacri e, aggiunta all’acqua, viene infusa e spruzzata con parsimonia sugli oggetti per purificarli.
Spargendo la pianta, o appendendola in casa alle finestre o alle porte, può purificare e proteggere dalle energie dannose.
La Graziola è molto popolare per rimuovere gli incantesimi, ed è spesso usata nei bagni spirituali, per rimuovere maledizioni e fatture, o per essere “battezzati” come nuove persone, quando si è pronti per un cambiamento.
Le acque purificatrici contenenti Graziola possono essere usate per purificare templi e luoghi rituali, o per purificare l’aura ed anche per consacrare oggetti magici.
È una pianta fantastica per purificare l’energia negativa, rimuovere la sfortuna, rompere una maledizione e qualsiasi altra forma di purificazione di cui potresti aver bisogno.
Alcuni consigli per il suo utilizzo, includono:
♦ Creazione di una scopa magica, legando insieme rami di Graziola ed usandola per spazzare via dalla tua casa energie negative o spiriti.
♦ Aggiunta di 1/2 tazza da tè di Graziola all’acqua del tuo mocio, per pulire i tuoi pavimenti. Puoi usare due cucchiai di erba essiccata in infusione in 2 tazze di acqua bollita. Assicurati di lasciarla riposare per 15-20 minuti per un’infusione forte, facendo attenzione a non far mai bollire le foglie ed i fiori.
♦ Utilizzazione dell’infuso freddo (Graziola ed acqua di sorgente, lasciate in frigo per tutta la notte in un contenitore chiuso) con un fascio o un ramo di foglie e fiori di questa pianta e spargilo sugli oggetti ed in giro per la casa.
PIANETA: Giove
ELEMENTO: Aria
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Cancro
CHAKRA: 5, Vishuddha (C. della Gola)
La Jícama, Pachyrhizus erosus, è un rampicante appartenente alla famiglia delle Fabaceae, originario del continente americano e più precisamente del Messico.
Pachyrhizus: dal greco, col significato di radici spesse.
Erosus: dal latino, frastagliato, per il margine fogliare.
Jícama: dalla lingua dei nativi americani Nahuatl, significa “qualcosa di gustoso”.
Altri nomi: Patata messicana, Fagiolo-Patata, Fagiolo di Yam, Xicama, Singkamas, Sankalu, Bengkuang, Mexican yam bean, Turnip bean, Dolique bulbeux, Pois patate, Mexikanische Yamsbohne, Feijoeira-inhame, Judía batata, Achipa, Frijol chuncho, Catzotl, Chicama, Nupe.
Conosciuta soprattutto per i suoi tuberi commestibili, con adeguati supporti può raggiungere 5 metri di altezza, e le sue radici tuberose raggiungono lunghezze di due metri, pesando fino a 20 chili.
Presenta foglie trifogliolate con stipole (appendici alla base del picciolo) e foglioline disposte pennate; fiori a calice blu-viola; semi con forma quadrata, appiattita o arrotondata, racchiusi nei baccelli come i fagioli.
I tuberi sono di colore giallastro con epidermide robusta di consistenza cartacea, mentre l’interno è color crema, croccante, come la patata cruda, dal sapore simile alla mela o alla pera nashi.
La Jícama era coltivata da tutte le principali civiltà, comprese quelle tolteche, olmeche, azteche e maya, ed in seguito introdotta nei Paesi del Sud-est asiatico e della Cina meridionale, soprattutto in Vietnam, dal quale la coltura si è diffusa negli Stati limitrofi, che in precedenza facevano parte dell’Indocina francese.
I Maya la menzionano più volte nel Libro di Chilám Balám di Chumayel (testo sacro, cronistoria e documento della comunità maya di Chumayel, un villaggio nello Yucatan settentrionale) paragonando la radice al polpaccio di una gamba di donna, mentre si arrotola la gonna (buccia).
In molte aree di produzione della Thailandia, la Jícama è ancora considerata una coltura vietnamita.
Nel periodo precolombiano, il tubero di questa pianta veniva utilizzato per curare la febbre, la desquamazione della pelle ed il flusso, mentre schiacciata serviva per curare il prurito.
Esso deve essere sbucciato molto bene prima del consumo, e la buccia non è commestibile.
Oggi, i tuberi di Jícama vengono utilizzati in Messico come frutto fresco, tagliato a bastoncini e cosparso di succo di lime e peperoncino, e spesso venduto dai venditori ambulanti.
Oppure come verdura cruda, tagliato a fette ed utilizzato in varie insalate; o cotto per preparare una zuppa; saltato in padella; conservato nell’aceto con cipolla e peperoncino, per essere gustato come spuntino o aperitivo.
A Cuba si ritiene che la Jícama abbia un effetto analettico, e l’uso della sua farina è raccomandato nel trattamento della dissenteria e delle emorroidi.
In India, con i tuberi si produce una farina di alta qualità in India, ma con essi si preparano anche sottaceti e chutney, oltre ad una bevanda chiamata “kheer“, contenente tuberi grattugiati e bolliti nel latte (veramente ottima!).
In Malesia, i tuberi giovani e freschi vengono affettati e mangiati con altri frutti giovani sotto forma di salsa piccante, in un piatto tradizionale noto come “rujak“.
In Cina, i tuberi di Jícama sono tagliati a cubetti conservati nello sciroppo, per essere consumati come dolci; stesso processo è fatto in Messico, dove sono anche ricoperti di pasta sfoglia ed esportati in Spagna.
Essi vengono usati anche freschi e sbucciati, per curare la febbre con sete; problemi alla gola; come lassativo, mentre il succo di tubero fresco, mescolato con zucchero, è considerato un rimedio contro i postumi della sbornia.
In generale, poiché la Jícama si mantiene fresca per un lungo periodo, anche senza refrigerazione, è particolarmente apprezzata dai pescatori locali, che tradizionalmente portano con sé i suoi tuberi nei lunghi viaggi.
Pertanto, la pianta ha svolto un importante ruolo storico come riserva alimentare nei viaggi via mare, vista anche l’ampia distribuzione geografica del raccolto.
I giovani baccelli della Jícama, per il loro sapore gradevole, vengono mangiati come sostituto dei fagiolini e, dal punto di vista nutrizionale, possono essere paragonati ai legumi/baccelli di soia.
Il fieno essiccato, che rimane dopo il raccolto, fornisce una fonte di foraggio per gli animali, ma viene comunemente mescolato con erba medica e fieno di mais prima dell’uso, visto l’alto contenuto nelle sue radici di rotenone, un insetticida ed acaricida naturale, con l’azione simile al piretro.
ATTENZIONE: A concentrazioni più elevate, questo composto è tossico per gli esseri umani. I baccelli ed i semi della pianta sono velenosi e decisamente non adatti al consumo.
La Jícama è molto radicata nelle tradizioni e nelle cerimonie culinarie e culturali, ed è anche una delle colture più esportate, principalmente spedita negli Stati Uniti, mentre in Italia è conosciuta relativamente da poco.
Durante l’annuale festival del Dia de Los Muertos, la Jícama viene offerta alle anime dei defunti, spesso intagliata in teschi decorati.
PIANETA: Terra
ELEMENTO: Acqua
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Toro – Gemelli – Cancro – Bilancia
CHAKRA: 1, Muladhara (C. della Radice) – 2, Swadishthana (C. Sacrale)
“Quando il Ginestrone non è più in fiore,
baciarsi è fuori stagione”.
-antico proverbio irlandese-
Ulex è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Fabaceae, generalmente caratterizzato da arbusti formati da un fusto breve principale, che si dirama in numerosi rami eretti o ascendenti un po’ rigidi.
Le foglie hanno i piccioli (struttura che sostiene la foglia) trasformati in fillodi (piccioli appiattiti e trasformati con forma di lamina fogliare) spinosi acuminati, fiori gialli all’apice dei rami oppure all’ascella dei fillodi, frutti contenuti in un legume.
Questo genere comprende una ventina di specie, di cui l’Ulex europaeus, il Ginestrone, cresce spontaneamente in tutta Italia, tranne Sicilia, Umbria, Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte e Val d’Aosta.
Il Ginestrone, Ulex europaeus è un arbusto, le cui foglie si sono trasformate in fillodi spinosi, molto acuminati; ha fiori gialli con un profumo tra il cocco e la vaniglia; semi racchiusi in baccelli i quali, quando fa caldo, scoppiano con un rumore scoppiettante e si spargono ovunque.
Originario dell’Europa, cresce nei boschi, sottoboschi, macchie mediterranee, cespuglieti, suoli sabbiosi silicei, formando macchie impenetrabili per la sua spinosità.
Ulex: dal latino, piante non ben identificate citate da Plinio e caratterizzate da foglie aghiformi, come il Rosmarino. Egli dichiarò che i rami dell’Ulex erano collocati in corsi d’acqua, per raccogliere la polvere d’oro da essa. Quando asciugato e bruciato, l’oro poteva essere raccolto come piccole pepite dalla cenere.
Europaeus: specie del continente europeo.
Altri nomi: Ginestra spinosa, Alastra, Inistre, Lulla, Nepa, Ulice, Gorse, Common Gorse, Furze, Whin, Europäischer Stechginster, Gaspeldorn, Hechensame, Ajonc d’Europe, Bois jonc, Jonc marin, Vigneau, Argoma, Aliaga, Aulaga, Chacay, Espinillo, Rebolla, Retamo espinoso, Tojo, Maticorena, Pica pica, Yaguil, Tojo-arnal.
I boccioli dei fiori di Ginestrone vengono messi sott’aceto e poi usati come capperi nelle insalate, mentre dalle punte dei germogli si prepara un tè.
Il suo legno brucia molto bene, infatti in passato era molto usato per accendere il fuoco e per riscaldare i forni dei panifici.
Le ceneri del legno bruciato sono ricche di potassio e vengono utilizzate per produrre sapone, fertilizzanti, insetticidi e coloranti.
Dai fiori si estrae un bel colorante giallo-arancio.
Il Ginestrone è stato diffuso intenzionalmente nella maggior parte del Mondo nel 1800 e 1900, come pianta da siepe per contenere gli animali al pascolo, ornamentale e come foraggio, diventando poi piuttosto invasiva ed addirittura dichiarata nociva in molti Paesi.
Storicamente, il Ginestrone aumentava il valore della terra su cui cresceva, poiché veniva utilizzato su terreni poveri per aumentare la fertilità del suolo.
I suoi giovani germogli, inoltre, costituivano un buon raccolto di foraggio, che veniva tradizionalmente tagliato e pestato per nutrire gli animali in inverno.
La copertura fornita dal Ginestrone lo rendeva anche un’importante pianta per un’ampia varietà di animali selvatici.
Nella medicina popolare, il Ginestrone era ampiamente utilizzato per curare tosse, raffreddore, mal di gola, tubercolosi, asma, bruciore di stomaco, singhiozzo, ittero, problemi cardiaci, dermatite, tigna, gonfiori e come tonico generale.
I suoi fiori sono usati nei rimedi floreali di Bach come tonico nervino per l’ansia ed i sentimenti di sopraffazione e disperazione.
Il Ginestrone è adatto a coloro che hanno sofferto molto e il cui coraggio è venuto meno, soprattutto di provare ancora, quindi i suoi fiori luminosi, gioiosi e forti, possono aiutare a recuperare la fiducia nella propria forza.
Nella simbologia dei fiori, il Ginestrone ha il significato di “amore eterno”, in quanto è sempre fiorito, anche se nel folklore popolare si afferma che, quando non è in fiore, non dovresti baciare i tuoi cari.
Quindi…fai attenzione se vuoi che il tuo amore duri per sempre…
Una storia racconta che, davanti all’insistenza del fidanzato il quale, prima di ufficializzare l’unione, reclamava la prova d’amore per sincerarsi che fosse ancora intatta, una ragazza scozzese, indecisa sul da farsi, consultò una strega.
Questa le consigliò di acconsentire, ma a patto che l’incontro avvenisse in un boschetto di Ginestroni.
Così accadde ma, dopo appena qualche bacetto, il ragazzo fu stordito dal profumo dei fiori e si addormentò.
Al risveglio, convinto di aver ottenuto ciò che voleva, acconsentì alle nozze.
La fioritura del Ginestrone fornisce un tocco di colore ed ispirazione anche nei giorni più bui, ricordandoti di rimanere positivo e concentrato su qualsiasi cosa la vita ti riservi.
Questa pianta porta speranza ai disillusi ed illumina coloro che sono scoraggiati.
I suoi cespugli spinosi possono sembrare impenetrabili ma, se troverai un modo per affrontarli, ti potranno fornire cibo e riparo per la mente ed il corpo, e fragranza per lenire i sensi.
Trasportando il Sole in ogni stagione, il Ginestrone insegna l’importanza della costanza, della speranza e della fede nei momenti di delusione, aiutandoti a fare il punto della situazione e ripristinare la fede in te stesso e nei tuoi sogni.
Poiché il Ginestrone ha fiori giallo brillante ed è un insaziabile cercatore di calore, inseguendo sempre la luce del Sole, gli antichi Celti lo associavano al fuoco, alla luce ed al sole.
Con la sua veloce capacità di fare nuove gemme e ricrescere quando viene distrutto, sia dalla natura che dall’uomo, nel mondo celtico era associato all’ottimismo ed alla resilienza.
Il Ginestrone era molto apprezzato durante il festival “Beltane” o “Bel’s-Fire”, per l’intenso fuoco che creava quando bruciava.
In un testo del IX secolo d.C., un vescovo cristiano descrive come il bestiame veniva condotto tra due falò alimentati da questo arbusto durante Beltane, per garantire loro una protezione magica dalle malattie, prima di essere portato ai pascoli estivi.
In Esoterismo, il Ginestrone protegge dalle streghe e viene utilizzato nella Magia per portare un lavoro, un progetto, una relazione o una cosa fastidiosa ad una fine completa e definitiva.
E’ adatto anche nei rituali riguardanti amore, protezione contro il male, ripristino della fede, speranza ed ottimismo, raccolta di forza, attrazione dell’oro, incantesimi per il denaro.
Associato all’amore ed alla fertilità, tradizionalmente un rametto di Ginestrone veniva aggiunto al bouquet della sposa, mentre le torce fatte con i rami di questo arbusto venivano bruciate ritualmente attorno al bestiame, per proteggerlo dalla sterilità. Tuttavia, si crede anche che non si dovrebbero mai regalare fiori di Ginestrone ad un’altra persona, perché porta sfortuna sia al donatore che al ricevente.
Nel 1800, il Ginestrone era usato come metodo per allontanare le influenze negative delle fate (e per estensione delle streghe).
Quindi si piantavano siepi intorno alla casa o si portavano dei rami al suo interno, per essere posizionati intorno alla persona afflitta, o nelle stalle.
Si narra che all’alba del 1° maggio, per bruciare le streghe che assumevano la forma di lepri, si bruciava il Ginestrone e si usavano le armi da fuoco liberamente, per sparare a qualsiasi selvaggina incontrata quella mattina.
Oltre al suo ruolo di protettore, si ritiene che il Ginestrone abbia la funzione di porta d’accesso all’Altro Mondo e sia un luogo in cui dimorano fate e spiriti.
Anticamente, si pensava che i rami spinosi dei cespugli di Ginestrone proteggessero quindi le porte di accesso a questo regno mistico, offrendo riparo e protezione agli Esseri invisibili che lo abitano.
Per manifestare ciò che desideri, incidi il nome “Gorse” (Ginestrone) su una candela dorata o gialla.
Accendila, rivolgendoti da est e medita, guardando la sua fiamma, pensando vivamente al tuo desiderio, che si tratti di denaro, amore, o protezione per te stesso o la tua famiglia.
Invece, per aumentare il tuo denaro, fai bollire un uovo e taglia il guscio a metà, cercando di non romperlo.
Mangiane il contenuto, lava le due metà di guscio, inserisci in una 7 fiori e 7 spine di Ginestrone, richiudi con l’altra parte.
Seppellisci l’uovo vicino alla porta d’ingresso, nel terreno o in una fioriera.
Infine, se vuoi proteggerti dagli spiriti maligni, all’occorrenza visualizza te stesso circondato da rami spinosi di Ginestrone, o crea un amuleto contenente un numero dispari di spine di questo arbusto.
PIANETA: Sole
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Ariete – Vergine
CHAKRA: 1, Muladhara (C. della Radice) – 3, Manipura (C. del Plesso solare)
Echinacea è un genere di piante perenni comprendente 9 specie, appartenente alla famiglia delle Asteraceae ed originario del Nord America.
Essa cresce spontaneamente in terreni poveri, rocciosi e leggermente acidi, dalla pianura all’alta quota.
Echinacea= dal greco “riccio marino”, a causa o della struttura dei semi i quali, alla sommità, hanno un margine con 4 denti appuntiti; oppure per le brattee pungenti del capolino.
Con un’altezza fino a 150 cm, le Echinacee presentano foglie lanceolate o ellittiche, con margine intero o seghettato, pelose, riunite in rosette basali e poi distribuite lungo gli scapi.
Presenta fiori ligulati di lunghezza e tonalità variabili, dal bianco-rosato al rosa-purpureo, e fiori tubulosi ermafroditi, con polline di diverse colorazioni.
Il frutto è un achenio quadrangolare, fornito di un piccolo pappo.
L’Echinacea è certamente una delle piante più conosciute ed utilizzate nella medicina popolare ed empirica, oggi coltivata a scopo ornamentale, ma anche industriale per i settori farmaceutico ed erboristico, soprattutto le specie Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia, Echinacea pallida.
I nativi americani usavano soprattutto le radici con le quali preparavano impiastri per tutti i tipi di ferite, morsi e punture di insetti e di serpenti.
Nelle tribù occidentali come gli Ute, l’Echinacea era associata agli Alci e chiamata “Elk root”, “Radice di Alce“, a causa della convinzione che gli Alci feriti la cercassero come medicina.
Ben presto anche i coloni bianchi vennero a conoscenza delle proprietà terapeutiche di questa pianta, ma il suo impiego rimase circoscritto all’ambito della medicina popolare fino al 1870, quando uno studioso di specialità medicinali, il dottore tedesco H.C.F. Meyer di Pawnee, Nebraska, la usò come ingrediente nel suo rimedio “Mayer’s Blood Purifier” (Il Purificatore del sangue di Meyer).
Questo preparato era pubblicizzato come una sorta di panacea, efficace nel trattamento di intossicazioni del sangue, del morso del serpente a sonagli e di tutta una serie di altre malattie.
Il Dottor Meyer credeva così fortemente nelle proprietà curative dell’Echinacea che, nel 1887, cercò di promuoverla a due eminenti medici del tempo, e, per dimostrarne la reale efficacia, si offrì di lasciarsi mordere da un serpent a sonagli in loro presenza, e di curarsi solo con questa pianta.
I medici rifiutarono la sua offerta, supponendo che fosse un ciarlatano, finché uno dei due, il Dott. John King, si convinse a provarne l’efficacia, alla fine proclamando che fosse utile per il trattamento di molte malattie, tra cui quelle infettive, come difterite, scarlatina, meningite, morbillo e varicella, che erano così devastanti in quel momento.
Nel 1910 però, l’American Medical Association (AMA), la più grande ed unica associazione nazionale, la cui missione è promuovere l’arte e la scienza della medicina ed il miglioramento della salute pubblica, dichiarò l’Echinacea un “rimedio inutile”.
Gli studi sulla pianta ripresero attorno al 1930, soprattutto da parte di ricercatori tedeschi, ed attualmente è una tra le erbe officinali più venduta.
L’Echinacea viene usata per preparare colluttori per il mal di denti e gengive doloranti, per combattere le infezioni, per incentivare i processi di cicatrizzazione.
Dal sapore intenso e pungente, è comunemente usata come immunostimolante, allo scopo di combattere i disturbi respiratori ed i sintomi influenzali.
Altri impieghi pseudo-curativi sono fatti nell’industria cosmetica: nei preparati per il trattamento delle rughe e delle smagliature e, in pomate, per mani screpolate ed arrossate.
ATTENZIONE: non può essere usata da chi assume farmaci immunosoppressori.
In Italia, precisamente in Lombardia e Trentino Alto Adige, è possibile trovare esemplari di Echinacea purpurea che crescono spontaneamente.
Altri nomi: Echinacea porporina, Echinacea a foglia larga, Purple Coneflower, Eastern purple Coneflower, Hedgehog Coneflower.
Può raggiungere 120 cm di altezza, ha foglie larghe e lanceolate, ed il suo capolino centrale è violaceo, da qui il nome ‘purpurea’.
L’Echinacea angustifolia, conosciuta come Echinacea a foglie strette, Narrow-leaved purple Coneflower, Blacksamson echinacea, ha fiori Bianchi, rosa o viola con i petali tipicamente rivolti verso il basso.
Invece, l’Echinacea pallida, Pale purple Coneflower, è chiamata così in quanto il polline è bianco ed i petali rosati, quasi bianchi.
Nelle tradizioni spirituali, questa erba migliora la comunicazione con i Regni superiori e facilita l’espressione di verità interiore. Incorporare l’Echinacea nella tua routine di benessere, può servire come condotto per la crescita spirituale, invitando un flusso armonioso di energia all’interno.
Nel significato dei fiori, rinomata per la sua resilienza in condizioni difficili, simboleggia la forza, la resistenza e la capacità di prosperare anche in ambienti difficili.
Abbracciare l’Echinacea può essere un viaggio spirituale di coltivazione della resilienza e di prosperità tra le fluttuazioni della vita.
In Esoterismo, l’Echinacea è un’erba di equilibrio e protezione, spesso usata in incantesimi per la prosperità, per il denaro e nella magia difensiva.
Ha anche il potere di amplificazione, esaltando le energie magiche delle altre erbe, così come degli strumenti magici utilizzati per incantesimi e rituali.
Si utilizza anche quando si cerca di superare un problema che non risponde ad altre misure, infatti aggiungere un po’ di radice o semi a qualsiasi incantesimo, aiuterà ad aumentarne l’efficacia.
Pianta di accettazione e tolleranza, le sue energie incoraggiano la cooperazione e l’armonia di fronte alla diversità ed apprezzano l’unicità individuale di tutti.
Ogni persona ha qualcosa che può offrire al mondo, sia che si tratti di un’esperienza, di prospettiva o di saggezza personale diversa.
L’Echinacea è usata per creare talismani ed amuleti per svariate esigenze, come: equilibrio, gestione con voglie, educazione, protezione dal male, messa a terra, crescita, lunga vita, cose materiali, maturità, trattare con la potenza del dolore fisico, rivitalizzazione, abilità, cura delle cattive abitudini, cura del temperamento aggressivo, affrontare il tradimento, la dipendenza, l’invidia, l’incapacità, la fatica, protezione dal danno fisico, affrontare la dimissioni, sopravvivenza, e tanto altro ancora.
L’Echinacea fa parte di una formula magica a base anche di Muschio, Ambra grigia, Zibetto ed Erba delle prateria (Dichanthelium clandestinum), per attrarre l’amore tra persone dello stesso sesso, in particolare tra gli uomini.
Coltivata intorno alla casa, o tenuta dentro in un vaso, attira la prosperità nell’abitazione e protegge la famiglia dalle difficoltà finanziarie e dalla sofferenza dalla povertà.
Appendere un sacchetto di semi di Echinacea sopra il letto, agisce come un talismano per la fertilità.
Cospargere le scarpe di radice in polvere di questa pianta, aumenta la vitalità fisica e la resistenza.
Mettere un singolo fiore sulla fronte, può migliorare le capacità psichiche, mentre bere il tè di Echinacea, incoraggia l’intuizione psichica ed amplifica le capacità di Chiaroveggenza.
Per la purificazione spirituale, fai un bagno aggiungendo nella vasca un infuso con i petali e radice di Echinacea.
La radice ed i petali di Echinacea, messi in un mojo da portare sempre con sè, attirano energie di forza, resistenza e protezione.
Una candela arancione o rossa, unta con olio di Cannella (diluito con un olio vettore per non irritare la pelle), con intorno alla sua base petali di Echinacea, e poi accesa, è l’ideale per un incantesimo atto ad aumentare la lussuria e la potenza sessuale maschile.
Tenere i petali di Echinacea intorno al tuo altare o spazio sacro, aumenta le energie magiche e psichiche così come, bruciare petali e radici è adatto nei rituali di pulizia e purificazione.
L’essenza di Echinacea si rivolge a coloro che hanno avuto esperienze di rottura, di traumi, violenza o separazione e devono guarire le ferite del distacco dello spirito e dell’alienazione dalla comunità.
PIANETA: Marte
ELEMENTO: Terra
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Scorpione
CHAKRA: 5, Vishuddha (C. della Gola) – 6, Ajna (C. del Terzo Occhio)
Probabilmente originario del Kazakistan, che si ritiene la zona “madre di tutte le Mele”, la più antica del mondo e progenitrice di tutte le specie attualmente esistenti, il Melo comune, Malus domestica (o Malus pumila), appartiene alla grande famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Pomoideae, genere Malus.
Un’altra teoria afferma che il Melo comune sia stato addomesticato dalla specie selvatica Malus sieversii, che cresceva nelle montagne di Tien Shan, “Montagne Celesti”, un vasto sistema montuoso, posto al confine tra Asia centrale ed orientale, che costituisce prevalentemente il confine tra Cina e Kirghizistan, ma comunque confinando con le pianure del Kazakistan.
Da lì si diffuse nell’Europa occidentale lungo la “Via della Seta” e fu ibridato con una serie di piante selvatiche, tra cui Malus baccata della Siberia, Malus orientalis del Caucaso e Malus sylvestri.
Conosciuta anche come Frutto degli Inferi, Frutto degli Dei, Ramo d’Argento, Albero dell’Amore, si tratta di una pianta di dimensioni medio-elevate, che si sviluppa crescendo in altezza, e sviluppa un fusto spoglio dalla folta chioma.
Il Melo ha lo sviluppo di un albero, non è sempreverde e, durante l’autunno, assume una colorazione giallo rosso.
Gli esemplari adulti possono raggiungere i 7 m di altezza.
Presenta foglie alterne, ovali e lievemente seghettate; fiori ermafroditi all’interno bianchi e rosa chiarissimo esternamente; falsi frutti chiamati Pomi o Mela, con la buccia di vari colori dal giallo al rosso; veri frutti comunemente chiamati torsoli.
Altri nomi: Agromillo, Agrumulu, Loparie, Maile, Meira, Melaciola, Melagno, Milo, Poma, Pomu, Pumaru, Apple, Pommier cultivé, Kultur-Apfelbaum.
Il Melo è oggi coltivato intensivamente in Cina, Stati Uniti, Russia, Europa (soprattutto in Italia e Francia).
In Italia la produzione è concentrata nel settentrione: l’80% del raccolto nazionale, infatti, proviene da tre regioni del Nord: Trentino-Alto Adige (46%), Emilia-Romagna (17%) e Veneto (14%).
Altre aree di una certa importanza sono Piemonte, Lombardia e Campania.
Le Mele sono prevalentemente coltivate per la vendita come frutta fresca, anche se sono anche utilizzate commercialmente sotto forma di aceto, succo, gelatina, salse con burro, dolci, ecc.
Una parte significativa della coltura globale viene utilizzata anche per il sidro, il vino ed il brandy.
La Mela è una ricca fonte di molecole nutrizionali e contiene alti livelli di composti bioattivi, di cui i maggiori costituenti includono polifenoli, polisaccaridi (pectina), fitosteroli e triterpeni.
Inoltre, contiene vitamine ed oligoelementi, che completano le sue caratteristiche nutrizionali.
Esistono prove scientifiche considerevoli, che le sostanze bioattive presenti nella polpa e nella buccia hanno il potenziale per migliorare la salute umana, contribuendo a prevenire malattie cardiovascolari, diabete, infiammazioni e cancro.
Resti di Mele sono stati rinvenuti in tombe in Europa e nell’Asia occidentale risalenti al 5.000 a.C., probabilmente residui di cibo per i defunti, forse a causa di un’associazione con la rinascita.
Nell’antica Roma, le Mele erano molto conosciute ed apprezzate, descritte in diverse varietà da Catone, Varrone e Plinio, insieme con i luoghi di coltivazione e le cure riservate agli alberi da frutta.
Plinio il Vecchio, nel I secolo d.C., descrisse trentasei tipi di Mele.
Nell’antico Egitto, Ramses II piantò Mele nei suoi giardini nel Delta; mentre Ramses faceva offerte ad Hapi, Dio del fiume Nilo, quindi simbolo di fertilità della terra, dell’abbondanza dei raccolti e della vita rinnovata dall’inondazione annuale, con 848 cesti di Mele.
Nel Paradiso Terrestre è il frutto proibito, nella mitologia greca Gaia, la Madre Terra, regalò a Zeus ed Hera un albero carico di Mele d’oro nel giorno del loro matrimonio.
Vigilato da Ladon, “Il serpente che non dorme mai”, l’albero era stato posto nel giardino delle Esperidi, figlie della Stella della Sera.
Infatti, i frutti dell’immortalità del giardino delle Esperidi che Ercole, nella sua undicesima immane fatica, riesce a conquistare, sono le Mele.
Le Mele d’Oro divennero il centro di tante famose storie d’amore, tentazione e corruzione.
Nella mitologia greca, Eris si sentì insultata quando non fu invitata alle nozze di Peleo e Teti, come lo furono gli altri dei.
Per vendicarsi, lanciò una Mela d’oro, con incise le parole “alla più bella”, tra Era, Atena ed Afrodite.
Le Dee iniziarono subito a discutere su chi se la meritasse, e chiesero a Paride di mediare.
Afrodite gli promise la mano della donna più bella del mondo, se l’avesse scelta, e così fece.
Sfortunatamente per tutti, quella donna era Elena di Troia e la decisione di Paride diede inizio alla guerra di Troia.
Un altro mito racconta, che il padre di Atalanta desiderava un maschio e, alla nascita di una figlia femmina, com’era costume in questi casi, l’abbandonò sul monte Pelio.
Artemide, allora, inviò un’orsa che se ne prese cura, allattandola ed allevandola finché, qualche tempo dopo, Atalanta fu trovata da un gruppo di cacciatori che la crebbero.
La propensione di Atalanta per la caccia si manifestò presto, quando affrontò ed uccise i Centauri Ileo e Reco con l’arco, in quanto avevano tentato di violentarla.
Seguirono altre magnifiche sue imprese, come la partecipazione alla spedizione degli Argonauti, la sua destrezza nella caccia ed il ferimento del cinghiale Calidonio e tante altre, fino a che ne giunse voce a suo padre, il quale la riconobbe.
Poiché un oracolo le aveva predetto che, sposandosi, avrebbe perso le sue abilità e la contrarietà del padre, il quale insisteva che si sposasse, Atalanta, per accontentarlo, gli promise di sposarsi solo con chi l’avesse battuta in una gara di corsa.
La posta era altissima: ciascun pretendente che non ne fosse uscito vincitore, sarebbe stato ucciso.
Nessuno riuscì a batterla finché Ippomene (o Melanione), profondamente innamorato di lei, volle cimentarsi nella rischiosissima impresa chiedendo aiuto ad Afrodite.
La Dea allora gli dette 3 Mele d’oro raccolte dal Giardino delle Esperidi ed egli, seguendone il consiglio, lasciò che cadessero ad una ad una durante la corsa.
Atalanta ne fu irresistibilmente attratta e si fermò ogni volta a raccoglierle, perdendo così terreno prezioso e, infine, la gara stessa e, pertanto, fu costretta a sposare Ippomene.
La Mela era il frutto consacrato ad Afrodite e, a partire dal III sec. d.C, in Grecia, veniva lanciata ad un giovanetto o a una fanciulla, in quanto considerata una dichiarazione simbolica del proprio amore, così come coglierla era un simbolo di accettazione di tale sentimento.
Avalon è “l’Isola delle Mele”, mitica isola in cui Artù fu curato da sua sorella Morgana, dopo la battaglia di Camelot.
Le Mele d’oro del Dio irlandese del mare Manannán mac Lir emettevano una specie di ninna nanna magica, la quale poteva lenire le persone afflitte da ferite o malattie, portandole ad un sonno ristoratore.
Infatti, il nome della dimora paradisiaca di questo Dio, Emain Abhlach, deriva dall’antico irlandese “Ablach” = “delle Mele”.
Per i Celti, il Dio Lug regala al gran re Cormac un ramo adorno di tre Mele, insegna di regalità.
Nell’Edda in prosa (testo del XII sec, che narra la mitologia norrena), si dice che la dea Iðunn porti con sé una scatola di frassino, in cui conserva delle Mele dorate.
Quando gli Dei norreni cominciano ad invecchiare, mangiano le sue Mele e tornano giovani.
Essi, quindi, dipendono molto dalla presenza e dalla buona volontà di Iðunn, per mantenere perpetua la loro giovinezza e forza.
Le Mele erano fortemente associate alla fertilità e si diceva che ad alcuni sacerdoti norreni fosse proibito mangiarne, a causa delle proprietà lussuriose del frutto.
Nella mitologia dei popoli del Caucaso settentrionale esiste un albero da cui crescono Mele magiche, capaci di garantire un figlio a chiunque le mangi.
Nella tradizione ebraico-cristiana, il Melo è l’albero del Bene e del Male, nella mitologia scandinava, la Mela è il Cibo degli Dei.
Alessandro Magno scoprì in India Mele, che prolungavano la vita dei sacerdoti fino a 400 anni.
Nella Germania della Bassa Sassonia del XIX secolo, la prima acqua per il bagno usata da un neonato, veniva versata sulle radici di un Melo, per assicurarsi che il bambino avesse le guance rosse e, se era una femmina, un seno grande.
Oltre che nella mitologia, la Mela ricorre in innumerevoli fiabe ed in tradizioni pseudo- storiche.
Cadendo in testa a Newton, gli fece intuire il meccanismo della forza di gravità; Guglielmo Tell è l’eroe nazionale del popolo svizzero, grazie ad una Mela; Biancaneve, nella fiaba dei fratelli Grimm, è avvelenata con questo frutto dalla strega matrigna; è il nome del primo personal computer a dimensioni ridotte, Apple.
Si dice “Grande Mela”, per definire la città di New York in quanto, nel 1909, Edward S. Martin, nel libro “The Wayfarer in New York”, paragonò lo Stato di New York ad un Melo, con le radici nella valle del Mississippi ed il frutto a New York.
Negli anni ’20, il termine venne riproposto dal cronista sportivo John J. Fitzgerald, che aveva sentito definire così l’ippodromo di New York.
Riferendosi ancora all’ippodromo, il cronista riportò che, per gli scommettitori di corse dei cavalli, New York fosse il circuito (“La Mela“) più ricco a livello di guadagni.
I musicisti jazz, durante il Proibizionismo, andavano a suonare nei locali di Manhattan e, come compenso, ricevevano una grossa Mela rossa: da qui l’abitudine di chiamare amichevolmente Manhattan, “Big Apple“.
In Irlanda, per Halloween, i bambini giocano a “Snap Apple” (Addenta la Mela).
Il proverbio “Una mela al giorno toglie il medico di torno” risale al Galles del XIX secolo, e la frase originaria era: “Mangia una mela prima di andare a letto ed impedirai al medico di guadagnarsi il pane“.
La sporgenza della cartilagine tiroidea che circonda la laringe, che solitamente è più prominente negli uomini, è chiamata “pomo d’Adamo” a causa di un mito popolare, secondo cui tale prominenza sarebbe dovuta alla Mela rimasta incastrata nella gola di Adamo.
Un’antica tradizione dei costruttori di barche sostiene, che porti sfortuna costruire una barca con il legno di Melo, poiché questo legname veniva usato per fare le bare, pertanto, avrebbe condannato i marinai ad una morte prematura.
La Mela è simbolo di fecondità, di amore ed immortalità, è un frutto importante in molti rituali, in particolare durante il Samhain perché, appunto simboleggia l’immortalità.
Il frutto utilizzato a Samhain è la Mela selvatica europea (Malus sylvestris), nota anche come Mela della Foresta, unica specie di originaria del Regno Unito e dell’Irlanda, e diffusa in tutta Europa.
Durante Samhain, le Mele selvatiche venivano poste nei cimiteri, sopra le lapidi o sepolte nel terreno delle tombe, per fornire cibo ai defunti nel loro viaggio verso il Mondo degli Spiriti.
Quindi, poiché questi frutti erano il “cibo dei morti”, Samhain era chiamata anche la “Festa delle Mele“; inoltre, esse simboleggiavano l’anima e venivano bruciate durante questa ricorrenza, in onore di coloro che sarebbero rinati in primavera.
Pescare le Mele in un barile d’acqua, un vecchio gioco di Halloween, per la qual cosa il vincitore sarebbe stato benedetto dalla Dea per un anno, quindi deriva dalle antiche tradizioni celtiche di Samhain, insieme al sidro di Mele, Mele caramellate o Mele candite rosse lucide.
Con la sua forma sferica, la Mela ha suggerito all’uomo la totalità del Cielo e della Terra, significando il potere massimo terrestre e divino insieme.
Nei Sogni, la Mela simboleggia un senso di compiutezza e di soddisfazione, di maturazione naturale, che rispecchiano la consapevolezza di sé, dei propri bisogni e delle proprie aspirazioni.
Secondo Freud, per la forma rotonda e liscia, questo frutto evoca il seno femminile e va considerato sia nella sua capacità di nutrire (seno materno), che nel suo significato sessuale e riproduttivo.
Infatti, l’unione della polpa umida e dei semi interni della Mela suggeriscono la cavità e l’accoglienza uterina e la sua possibilità di fecondazione e crescita.
Tra i vari significati:
💢 SOGNARE DI MANGIARE UNA MELA ROSSA: allude all’appetito sessuale, desideri lussuriosi, consapevolezza sessuale. Ma può indicare anche una nuova carriera, un progresso. Forse otterrai quella promozione a lungo desiderata.
💢 SOGNARE DI RICEVERE IN DONO UNA MELA ROSSA: indica un rapporto in via di sviluppo, di interesse sessuale, di passione.
💢 SOGNARE DI DONARE UNA MELA: sei gentile ed unico nel tuo genere. La gente ti ama perché non fingi di essere qualcosa che non sei.
💢 SOGNARE UNA MELA VERDE: simboleggia sentimenti non chiari, o situazioni che si devono chiarire. Indica la tua immaturità, la fiducia cieca in tutti e la tua ingenuità.
💢 SOGNARE DI MANGIARE UNA MELA VERDE: suggerisce gli errori degli altri, ma anche la tua tendenza a crearti da solo i problemi.
💢 SOGNARE DI MANGIARE UNA MELA VERDE CON SAPORE SGRADEVOLE: si prova un’analoga sensazione nell’ambito delle relazioni più strette: litigi, incomprensioni, reazioni “aspre”.
💢 SOGNARE UNA MELA MARCIA: bisogna riflettere su aspetti oscuri, che stanno minando qualche aspetto della tua vita, o su qualche individuo che trama e può sconvolgere l’evoluzione delle cose.
💢 SOGNARE SEMI DI MELA: inizi a pianificare come realizzare i tuoi sogni ed obiettivi di vita. Impara qualcosa di nuovo ogni giorno, viaggia di più e fai nuove esperienze, errori ed impara come evitarli in futuro.
💢 SOGNARE TANTE MELE O ALBERI DI MELO: indica uno stato di pienezza e di felicità, di abbondanza, di piena realizzazione delle proprie qualità, di utilizzo delle proprie facoltà, di vita realizzata e felice.
💢 SOGNARE UNA MELA MANGIATA A META’: significa che sei accecato da qualcosa e non riesci a vedere il quadro generale di una questione importante. Inizia a guardare con i tuoi occhi.
💢 SOGNARE DI RACCOGLIERE UNA MELA ROSSA: simboleggia buona fortuna e prosperità. Significa che creerai la tua fortuna e godrai i frutti del tuo lavoro. Può anche implicare che non ti affidi mai al destino, o che adatti la vita alle tue esigenze ed ai tuoi desideri. Sei una persona determinata e forte con grandi sogni per te stesso.
💢 SOGNARE DI RACCOGLIERE UNA MELA VERDE: indica scelte intelligenti, buon giudizio ed un nuovo inizio. Denota la tua intelligenza, forte intuizione e sensibilità. Sebbene tutti ti percepiscano come una persona difficile da gestire, nel profondo sei più molto sensibile.
💢 SOGNARE DI TAGLIARE UNA MELA A META’: predice alcuni problemi più grandi, che gestirai facilmente e te la caverai. Bisognerà prima risolvere i problemi minori, per arrivare a quelli più complicati.
💢 SOGNARE DI CUCINARE MELE: significa che stai usando la tua vecchia esperienza e conoscenza, per creare qualcosa di nuovo e bello. Avrai successo in quello che fai, ma devi ricordare di farlo con il cuore.
💢 SOGNARE DI COMPRARE UNA MELA/MELE: denota energia positiva, o che finalmente creerai un posto in cui l’energia positiva entrerà nella tua vita, lasciando uscire la negatività. Le persone tossiche che ti stanno rubando la felicità non fanno più parte della tua vita. È tempo di ricreare la tua vita e di vivere.
💢 SOGNARE DI TAGLIARE A SPICCHI O PEZZI UNA MELA: indica che tu, o qualcuno che conosci, potreste fallire in qualcosa. Potrebbe trattarsi di un affare, di un piano, di un ritardo inaspettato. In tutti i casi, denota un fallimento. Questo sogno arriva anche con il messaggio che potresti aver bisogno di un piano migliore e di alcune strategie di uscita quindi, dopo un tale sogno, cerca di essere più attento ai dettagli.
💢 SOGNARE MELE SPARSE PER TERRA: rappresenta le amicizie. Forse le persone non ti rispettano molto quindi, come le Mele, in futuro devi scegliere i tuoi amici con saggezza e più attenzione.
💢 SOGNARE UNA MELA NERA: simboleggia la tua condizione mentale: forse non ti stai prendendo cura della tua salute.
Nell’ Esoterismo, questa pianta è sacra alla Dea: se il frutto viene tagliato in senso orizzontale, si ottiene una stella a cinque punte formata dai semi, che rappresenta la conoscenza esoterica.
Nella tradizione celtica, la Mela veniva e viene tutt’ora mangiata a scopo rituale, per mettersi in comunicazione con l’Altro Mondo.
Inoltre, un ramo di Melo provvisto contemporaneamente di boccioli, fiori, frutti maturi ed acerbi segnala una porta per l’Altro Mondo.
Il legno di Melo è un legno sacro che veniva utilizzato dai Druidi, per accendere i fuochi durante le cerimonie ed i riti di fertilità, oltre che nelle feste invernali, manifestazioni che invitavano alla generosa abbondanza, al ritorno della primavera, così come cercavano di richiamare la continuazione della famiglia.
E’ anche un legno fantastico per creare bacchette magiche, quindi è uno tra gli alberi preferiti dalle streghe.
Un tempo, la Mela veniva strofinata prima di mangiarla, per eliminare eventuali demoni o spiriti maligni, che risiedevano al suo interno.
In Magia, questo frutto è probabilmente il più affascinante e carico di simbolismo, sono associato all’amore, alla magia del giardino, alla fedeltà, all’amicizia, alla fertilità, al matrimonio, alla bellezza, alla vanità, alla saggezza, all’anima, all’aldilà e all’immortalità.
Quando si benedice una casa, si taglia una Mela a metà, se ne mangia mezza e si mette la parte rimanente fuori l’abitazione, come offerta.
I Meli sono considerati “Alberi Ombra”, in quanto si usa il loro potere per guardare dentro se stessi e fare pace con il proprio lato oscuro.
Per attrarre l’amore sessuale, metti 7 semi di Mela in un sacchetto rosso, insieme ad una radice di Iris.
Per una divinazione d’amore femminile, taglia una Mela in due e conta il numero di semi: un numero pari significa che presto un matrimonio accadrà.
Se il numero sarà dispari, la donna rimarrà single per ora.
Se un seme viene tagliato, ci sarà una relazione tempestosa, mentre 2 semi tagliati predice una vedovanza.
Sbuccia una Mela, per indovinare la lunghezza della tua vita: più lunga è la buccia continua, più lunga è la tua vita.
Per infondere vitalità e vigore, prima di piantare qualcosa, versa del sidro di Mele sul terreno.
Se coltivi le Mele, seppellisci 13 foglie di uno degli alberi di Melo al momento del raccolto, per incoraggiare un buon raccolto l’anno successivo.
Ciò si rifà all’antica pratica del Wassailing, una marcia o a una danza attorno ai frutteti di Mele, mentre si cantava agli alberi per promuovere un buon raccolto.
Infatti, una bevanda che le streghe conoscevano è il Wassail, tradizionalmente bevuto la dodicesima notte, che per i pagani è il 31 dicembre, durante le feste di Yule.
Vuoi preparare il Wassail?
Ingredienti:
Sidro di Mele o succo di Mela
Whisky o brandy
Arancia intera
12 Chiodi di garofano
Bastoncini di Cannella
1 pizzico di Zenzero
1 pizzico di Noce moscata macinata
Buccia di 1 Mela
Procedimento:
♥ Sbuccia l’Arancia ed infilzala con i Chiodi di garofano. Questa ricetta ne prevede 12, uno per ogni giorno di Yule.
♥ Aggiungi tutti gli ingredienti, tranne gli alcolici, la buccia della Mela e l’arancia, in una pentola grande e lascia bollire lentamente.
♥ Mescola ogni tanto, finché il liquido non è caldo.
♥ Aggiungi la buccia della Mela lavata.
♥ Aggiungi un goccio del liquore in una tazza o in un bicchiere, quindi versa il liquido.
♥ Aggiungi buccia extra, la Cannella ed altri Chiodi di garofano nel bicchiere.
Fatto!
L’aceto di Mele può essere un’aggiunta utile a Barattoli e Bottiglie per incantesimi di protezione, sia dai nemici che dall’energia malevola.
I semi amari possono rivelarsi un’ottima aggiunta agli incantesimi di protezione, agli amuleti ed ai talismani.
Puoi quindi preparare una Bottiglia di protezione della Strega, per proteggere la tua casa ed i suoi abitanti, seppellendola sotto le pietre del camino o dell’uscio di casa.
In alternativa, andrà bene un vaso pieno di terra, in cui verrà inserita la bottiglia, poi coperta con una pietra.
𝔹𝕠𝕥𝕥𝕚𝕘𝕝𝕚𝕒 𝕕𝕚 𝕡𝕣𝕠𝕥𝕖𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕊𝕥𝕣𝕖𝕘𝕒
Ingredienti:
Semi di Mela
Incenso di Salvia
Lavanda essiccata
1 piccola Bottiglia di vetro con coperchio
Sale marino
Candela rossa
Nastro
Procedimento:
♦ Purifica la bottiglia di vetro, immergendola nel fumo dell’incenso che brucia, o seppellendola durante la notte nella terra, o immergendola in un ruscello.
♦ Riempi la bottiglia con sale e lavanda, semi di Mela, quindi aggiungi qualche ciocca dei tuoi capelli e qualche ritaglio di unghie, per personalizzare l’incantesimo.
♦ Mentre riempi la bottiglia, concentrati sul modo in cui sarai protetto e visualizza un campo energetico di luce bianca attorno a te ed alla tua casa.
♦ Chiudi la bottiglia con il coperchio; accendi la candela rossa e lascia che la cera fusa goccioli sulla bottiglia, sigillandola.
♦ La notte, preferibilmente con la Luna piena o con la Luna calante, prendi la tua bottiglia e sotterrala il più vicino possibile a casa tua. Se vivi in un appartamento, potresti volerla sotterrare in una pianta in vaso vicino alla porta d’ingresso, fuori o appena dentro casa. Idealmente, dovresti sotterrarla dove non può essere trovata facilmente.
♦ Mentre lo seppellisci, recita:
“Riduci a nulla ogni attacco contro di me
Proteggimi da ogni danno a me fatto
Come voglio, così sia”
♦ L’incantesimo sarà valido, se la bottiglia è sotterrata e non aperta. Per trasformarla in una collana di protezione, puoi legarvi un nastro attorno ed indossarla per proteggerti.
Ecco un incantesimo per assorbire le negatività in un ambiente, casa, ufficio ecc..
ℝ𝕚𝕥𝕦𝕒𝕝𝕖 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕄𝕖𝕝𝕒 𝕣𝕠𝕤𝕤𝕒
1 Mela rossa
33 Chiodi di garofano
Lava la Mela, asciugala e tienila fermamente tra le mani, pensando intensamente al problema di negatività che vuoi risolvere.
Incidi la polpa facendo un segno di croce, inserisci i Chiodi di garofano nell’incisione, uno ad uno, pensando ogni volta in maniera positiva al luogo in cui si andrà a posizionare.
Metti la Mela in un angolo, in cui nessuno la tocchi.
Dopo 7 giorni, indossa dei guanti ed inserisci la Mela in un sacchetto, annodandolo tre volte, e gettalo in un corso d’acqua in movimento, gridando “ti scaccio via”.
Se invece vuoi scoprire qualcosa sul tuo futuro marito/moglie:
Sbuccia una Mela in una sola volta: se ci si riesci, getta la buccia sul pavimento che, a seconda di come si poggia, rivelerà l’iniziale del futuro compagn*.
Vuoi riconquistare chi ami?
In una notte di Luna crescente, procurati 1 Mela rossa, 1 coltello, zucchero, 1 foglio di carta bianca, 1 matita nuova mai usata, 1 nastro rosso.
Sul foglio, scrivi il nome, cognome e data di nascita della persona che vuoi riconquistare, capovolgi il foglio e scrivi il tuo nome, cognome e data di nascita.
Piega il foglio a metà, in modo che i nomi combacino (fai prima delle prove…).
Taglia la Mela a metà e chiamala col nome della persona che desideri, appoggiandola con la parte interna nello zucchero, e pensando che l’Universo possa farvi riunire come coppia. Prendi il foglio ed inseriscilo tra le due metà, uniscile e legale con il nastro rosso, annodandolo 2 volte.
Seppellisci la Mela ai piedi di un albero.
Dulcis in fundo: vuoi far innamorare pazzamente una persona di te?
Ingredienti:
1 Mela rossa
1 fettina di lardo
1 matita o pennarello di colore rosso
4 petali di rosa rossa
1 nastro rosso.
Procedimento:
Taglia la fettina di lardo in due striscioline e dividile per metà; con il pennarello rosso scrivi su ogni metà il tuo nome e sull’altra metà il nome della persona amata.
Dopo, sbuccia la mela e tagliala a metà: in ogni metà fai un buco in cui introdurre, in uno 2 petali rossi e la fettina di lardo con il tuo nome, e nell’altro, gli altri 2 petali e la fettina con il nome dell’altra persona.
Unici le due metà e legale con un nastro rosso, avvolgendole per tre volte, dicendo le parole di rito: “Entrerò nel tuo cuore…(+ il nome dell’interessato/a)”.
Metti la Mela sotto il letto e ripeti il rito a mezzanotte, per 3 notti.
Infine, sotterra la Mela in un luogo umido, all’imbrunire, di venerdì.
PIANETA: Venere
ELEMENTO: Acqua
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Toro
CHAKRA: 1, Muladhara, (C. della Radice)
La Bursera a foglie piccole (Bursera microphylla) è un albero appartenente alla famiglia delle Burseraceae, originario delle regioni aride del continente nordamericano, che cresce spontaneamente nelle zone desertiche degli Stati Uniti sud-occidentali e del Messico nord-occidentale.
E’ soprannominata Albero Elefante (Elephant tree), per le forme contorte del fusto e dei rami succulenti (immagazzina l’acqua nei tessuti conduttivi e parenchimatici del tronco), che suggeriscono la proboscide di questo animale.
Altri nomi includono: Torote, Chukuri tooro, Toro chukuri, To’oro, Usabakam, Xoop, Koop,
Jarilla, Tooro, Saa tooro.
In natura, può raggiungere i 6 metri d’altezza, presenta foglie decidue, imparipennate, piccole e verdi; fiori a grappoli color crema; frutti capsulati simili a drupe, che contengono un unico seme, molto gradito da uccelli, roditori e formiche.
Molto decorativa in natura, la Bursera è molto apprezzata per creare bonsai.
I Seri, popolo nativo della zona di Sonora (Messico), utilizzano il suo legno per creare scatole, mentre, il popolo indiano Cahuilla della regione del deserto del Colorado usato la linfa rossa dell’albero per il trattamento di disturbi della pelle ed altre malattie.
Infatti, la Bursera è da sempre considerata un farmaco anti-infiammatorio ed antidolorifico per il trattamento del mal di gola, herpes labialis, degli ascessi dentali e nella guarigione delle ferite.
Gli steli e le foglie secchi sono usati in un tè per alleviare la minzione dolorosa e per stimolare la secrezione bronchiale, oltre ad essere è utilizzati per combattere le malattie veneree.
La linfa, che sanguina facilmente dalla corteccia della pianta quando viene ferita, contiene oli fortemente profumati (aventi anch’essi proprietà antinfiammatorie) e da essa si prepara una resina, ricca di triterpeni, che hanno dimostrato di ridurre significativamente l’ansia.
Quindi si pensa che bruciare questa resina attivi i canali “ionici” nel cervello, aiutando ad alleviare stress e ansia.
Questi effetti calmanti permettono anche al corpo di rilassarsi e decomprimersi in preparazione al sonno.
Questa resina, nota già nelle culture dei Maya e degli Aztechi come Copale, è stata a lungo utilizzata dagli Antichi, per promuovere l’equilibrio emotivo e calmare il sistema nervoso.
Infatti, il Copale è stato documentato come una parte importante delle cerimonie precolombiane, nei cui eventi religiosi la resina o la gomma venivano bruciate come incenso.
Questa resina vanta una ricca storia di utilizzo nelle pratiche spirituali, nelle cerimonie di guarigione e persino come forma di valuta.
Infatti, il Copale è citato nel libro del 1700, “Popol Vuh”, una raccolta di miti e leggende dei vari gruppi etnici, che abitarono la terra K’iche’, uno dei regni maya in Guatemala.
In esso c’è un lungo passaggio, che descrive come il Sole, la Luna e le Stelle arrivarono sulla Terra portando con sé il Copale.
Tra le rovine Maya, il Copale è stato scoperto nei cimiteri, dimostrando il suo grandissimo significato spirituale.
Copale deriva dalla parola azteca “copalli” ed era considerato il sangue sacro degli alberi, usato anche come legante per i pigmenti usati sui murales Maya ed in una tecnica di creazione di gioielli.
Il frate spagnolo del XVI secolo, Bernardino de Sahagún, riferì che gli Aztechi usavano il Copale come trucco, adesivo per maschere e in odontoiatria, dove veniva mescolato con fosfato di calcio, per fissare pietre preziose ai denti.
Era usato anche come gomma da masticare e durante le cerimonie della capanna sudatoria, Inipi, il cui scheletro era costituito da rami di salice e coperto con pelli o coperte.
Qui avvenivano cerimonie magiche atte ad aiutare nel processo di apertura all’anima, all’intuizione ed all’ispirazione e pensando che fosse cibo per gli antenati, veniva offerto come ringraziamento.
Quando gli Spagnoli arrivarono per la prima volta in Messico, la resina di Copale nero era usata nelle chiese cattoliche, come sostituto dell’incenso.
Questa resina è anche un fissativo nei profumi, dove tende ad attenuare gli odori aspri.
Il Copale è stato sempre molto apprezzato per la sua potente energia, le sue proprietà curative e la capacità di connetterci a regni superiori, oltre ad essere considerato un portafortuna dai giocatori d’azzardo.
Conosciuto anche come “Ambra giovane”, solitamente il Copale si divide in tre tipi:
💥 Copal negro, dal tipico colore quasi nero, dato dal mix di materiale vegetale preso insieme alla resina durante il raccolto, che gli conferisce un profumo terroso, simile alla Mirra. Ha potenti proprietà di radicamento, protezione e manifestazione, ed è usato fin dall’antichità dagli indigeni, per comunicare con gli antenati ed essere guidati saggiamente verso i Regni superiori. Viene bruciato nel Giorno dei Morti, in quanto si crede che il profumo familiare del Copale aiuti le anime a ritrovare nuovamente la strada, durante la loro visita annuale a casa. È utilizzato per rimuovere l’energia oscura e negli esorcismi.
💥 Copal blanco, il più puro con un leggero profumo di agrumi, ottimo nelle pratiche spirituali per le sue proprietà purificanti. E’ utilizzato nelle cerimonie per purificare e proteggere gli spazi, eliminare l’energia negativa e creare una connessione con il Regno spirituale. E’ di ausilio nell’autoguarigione fisica, nella guarigione emotiva dalla depressione e nella pulizia ambientale. Altamente protettivo, aiuta anche nella manifestazione delle idee nella realtà. La forza vitale intrappolata nel Copale promuove la fertilità e, come tale, è spesso utilizzata per preparare una stanza di guarigione o parto.
💥 Copal dorado, dal caratteristico colore dell’oro e profumo resinoso, con forti proprietà purificanti e protettive, si ottiene rimuovendo completamente la corteccia dall’albero. Ha un aroma più ricco e delicato del Copale bianco. Questo aroma forte e ricco è un potente detergente per uso cerimoniale ed è utilizzato spesso dagli sciamani per onorare divinità ed antenati, creare uno spazio sacro e migliorare la meditazione e la visualizzazione.
Il Copale è perfetto per caricare gli oggetti con vibrazioni gioviane, può essere utilizzato come strumento energetico durante la meditazione, è collegato al Chakra della corona e può anche aiutare a rafforzare il corpo aurico, rimuovendo i blocchi energetici.
È utile nei momenti di stress o addirittura allevia i sentimenti di depressione.
L’incenso e gli Incantesimi d’amore beneficiano di questa resina, che può essere rafforzata con Frankincenso o Sandalo rosso.
Bruciala su dischi di carbone per pulire, purificare e proteggere.
Nel Voodoo, un pezzo di Copale può anche rappresentare il cuore nei fantocci.
Usato durante la meditazione, rafforza la connessione con il mistico ed incoraggia pensieri puri, rafforza anche il Corpo aurico, aiutando a rimuovere l’energia stagnante.
Il Copale unisce la forza in espansione di Giove con le proprietà radicanti della Terra, estraendo e trasmutando l’energia negativa ad ogni livello.
Sotto forma di incenso, è ottimo come purificatore degli spazi, eliminando l’energia negativa da luoghi ed oggetti e con il suo profumo pulito, leggero e legnoso, porta un’energia positiva ed amorevole che riempirà la casa di energie pacifiche.
Questa resina è utilizzata come balsamo per purificare le anime ed allontanare gli spiriti maligni, cosa che la rende importante sull’altare del Giorno dei Morti, con il suo aroma dolce percepito nei templi, negli altari e nelle case.
Usa il Copale, sotto forma di resina o incenso, come parte del processo di pulizia ed attivazione di gemme e di cristalli, con uno di questi metodi:
♠ Per pulire i cristalli di guarigione, immergili completamente nel fumo di uno smudge. Potresti notare che essi si muovono in un cerchio o avanti e indietro, quindi tienili nel
fumo fino a quando tutti i movimenti non si fermano.
♠ Se lo usi sotto forma di incenso, per la pulizia dei cristalli, tienili nel fumo per alcuni secondi, ruotandoli in modo che il fumo impregni tutti i lati del cristallo.
♠ Per pulire uno spazio, lascia che l’incenso Copale riempia la stanza. Se hai un ventaglio di piume, incoraggia il fumo a salire negli angoli della stanza. Puoi accendere il tuo bastoncino di incenso e metterlo nel riso o nella sabbia in una ciotola, tazza o candela votiva.
Per ravvivare l’energia di una casa buia, brucia il Copale bianco all’alba di domenica.
I vantaggi di una forte intuizione includono la capacità di sapere quando qualcuno o qualcosa non è destinato a te, di avere previsioni accurate sui risultati e di alimentare la tua creatività.
Orbene, soprattutto quando devi avvalerti della tua intuizione, la migliore chiave per prendere decisioni tenendo a mente i tuoi migliori interessi, medita con l’incenso di Copale, che ti spingerà a riconoscerla ed a seguirla.
Esso rafforzerà l’intuizione e ti aiuterà a gestire qualsiasi compito, progetto o problema.
In conclusione, che lo bruci come incenso, lo indossi come gioiello o lo aggiunga a un bagno, il Copale offre una moltitudine di benefici curativi e spirituali.
Quando ti connetti alle sue potenti energie, potresti ritrovarti più vicino all’Universo ed alla profonda saggezza dei Regni superiori. Lascia che purifichi il tuo spazio, migliori la tua pratica spirituale ed elevi la tua mente, il tuo corpo ed il tuo spirito a nuove vette di trasformazione e crescita.
PIANETA: Giove
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Toro – Sagittario -Pesci
CHAKRA: 7, Sahasrara (C. della Corona)
Il Pegano, Peganum harmala, è una pianta succulenta perenne, appartenente alla famiglia delle Nitrariaceae, originaria dell’India orientale.
Con un’altezza che può raggiungere i 60 cm, diventa legnosa con l’età, presenta foglie pennate e bipennate, fiori bianchi con venature verdi a forma di stella, e frutti verdi formati da capsula cartilaginea e globosa, contenente i semi.
Cresce spontanea anche negli Stati Uniti, in Africa settentrionale ed in Asia, mentre in Italia è possibile trovarla in Sardegna ed in Puglia.
Peganum: dal greco = “ruta”.
Harmala: dall’arabo “armel” = “ruta”.
Ruta: erroneamente chiamata in questo modo, a causa della somiglianza con la Ruta comune, con la quale non ha alcuna parentela.
Altri nomi: Ruta selvatica, Ruta siriana, Ruta africana, Wild rue, Syrian rue, African rue, Esfand, Espand, Aspand, Esphand, Harmel, Alharma, Gamarza, Uzerlik, Syrische Steppenraute, Afrikanische Steppenraute, Rue de Syrie, Rue sauvage, Harmal, Haramala, Ishband, Simaiyalavinai.
Antichi trattati indicano l’uso del Pegano, particolarmente nel trattamento della malinconia o per le sue proprietà emetiche.
In alcuni Stati è considerato un’erba invasiva, ma soprattutto nociva per il bestiame, poiché provoca la addirittura la morte.
Nello stesso tempo, un recente studio ha dimostrato che il Pegano ha un effetto importante nella lotta contro la Theileriosi bovina.
Questa pianta è rinomata nella medicina popolare del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, come sedativa ed abortiva, ma possiede anche proprietà antibatteriche, antifungine ed ammino-ossidanti.
I semi schiacciati di Pegano sono usati nella preparazione di un farmaco per la fertilità per le donne, mentre il fumo delle sue radici bruciate, anticamente serviva a determinare se la donna era sterile o meno.
ATTENZIONE: Il Pegano possiede alcaloidi che possono provocare effetti molto tossici nell’uomo e negli animali, tra cui allucinazioni visive ed uditive, atassia locomotoria, nausea, vomito, confusione ed agitazione.
Il Pegano è usato per la preparazione dell’Anahuasca, parola inglese che unisce Analogo e Ayahuasca, in quanto produce gli stessi effetti di quella bevanda psichedelica.
I semi secchi, miscelati con altri ingredienti e posti su del carbone rovente, esplodono con piccoli rumori, sprigionando un fumo profumato.
Steli, radici e semi possono essere utilizzati per realizzare inchiostri (anche magici), coloranti per tappeti e lana, tatuaggi.
I semi del Pegano, così come quelli della Rubia tinctorum, sono utilizzati nell’Asia occidentale per produrre un colorante rosso, “rosso di Turchia”, per tingere i tappeti e lana.
Quando i semi vengono estratti con acqua, si ottiene un colorante fluorescente giallo, mentre se vengono estratti con alcol, si ottiene un colorante rosso.
Anticamente per un certo periodo, il tradizionale Fez ottomano, copricapo tipico del Marocco in feltro, a forma di cappello cilindrico, solitamente rosso, e talvolta con una nappa attaccata alla sommità, fu tinto con l’estratto di questa pianta.
Durante la celebrazione della Pasqua ebraica nella tradizione ebraica yemenita, il Pegano veniva utilizzato per sbiancare il grano. I chicchi di grano intero venivano ricoperti di foglie di Pegano per diversi giorni.
In seguito, la farina sbiancata era utilizzata per fare il pane bianco, per il piatto del Seder yemenita.
I semi del Pegano, dal 2005, sono classificati come narcotici, per cui il loro possesso è illegale in molti Stati, come Francia, Canada, Australia, mentre in Finlandia, la pianta è ufficialmente elencata come pianta medicinale e si richiede una prescrizione dei medici per acquisirla.
E’ importante però che, nell’esplorazione delle proprietà spirituali del Pegano, si affronti l’argomento con il massimo rispetto e riverenza per il suo significato tradizionale e culturale.
Infatti, nel mentre l’uso storico della pianta può essere considerato illegale in alcuni Paesi o soggetto a restrizioni legali, è essenziale riconoscere ed onorare il suo posto radicato nel tessuto culturale di altre nazioni.
Poiché nelle tradizioni culturali persiane, il Pegano era popolare come allucinogeno fin dall’antichità, si pensa che si tratti del Haoma, pianta/bevanda divina nello Zoroastrismo e nella successiva cultura e mitologia persiana.
In Iran e nei Paesi limitrofi, le capsule secche della pianta erano appese nelle case o nei veicoli, per proteggersi dal Malocchio, mentre venivano bruciate sul carbone, per allontanare l’ “Occhio del Diavolo” dai bambini.
Infatti, un’antica credenza zoroastriana lega il Pegano all’Arcangelo femmina della protezione terrena e materna, ed è comunemente associata alla protezione ed alla purificazione dei bambini.
Viene anche usato per liberare i bambini dal Malocchio, ma chiunque può essere esposto al fumo del Pegano per allontanare il Maligno, come le madri dei neonati, o gli uomini e le donne che hanno appena partecipato a un servizio funebre, o eseguito un rito doloroso.
Mentre i semi scoppiano ed il fumo viene messo in cerchio attorno alla testa, si recita una breve preghiera di benedizione.
Il versetto viene solitamente recitato dai Musulmani, ma in realtà è un’antica preghiera zoroastriana ai Cinque Arcangeli.
Il Pegano era anche ampiamente usato per la protezione contro il Jinn in Marocco.
Questa pianta veniva bruciata nei matrimoni del Kashmir, per creare un’atmosfera di buon auspicio.
In realtà, ovunque la pratica specifica con il Pegano ha più o meno lo stesso scopo: dissipare le energie malvagie dal corpo o dalle proprietà delle persone, protezione e una preghiera per chiedere benedizioni.
Divinamente, questa pianta può curare settantadue varietà di malattie, la meno grave delle quali è la lebbra; viene bruciata in momenti potenzialmente pericolosi, come durante le cerimonie di circoncisione o per la protezione della donna durante il parto, il tutto sempre accompagnato dalla recitazione di una formula magica.
Nella tradizione sciita, si afferma che ci sia un angelo in ogni foglia e seme del Pegano, e che quindi il diavolo rimanga a una distanza di settanta case da quelle in cui viene tenuto.
Per purificare una donna che abbia appena partorito, dagli effetti degli spiriti e delle entità dannose, si pongono in una ciotola piena d’acqua, 40 palline di sterco di pecora, 40 ciottoli, 40 ceci secchi, 40 semi di Pegano.
Il tutto deve essere immerso per 40 volte, dopodiché l’acqua viene versata ritualmente su un panno tenuto sulla testa della puerpera.
Invece, per la presentazione di un neonato, si compie una cerimonia in cui si bruciano semi di Pegano per allontanare il malocchio, durante la quale ognuno dei presenti dà un pezzo di filo dal proprio vestito da bruciare con i semi della pianta ed altri oggetti, mentre viene recitata una determinata formula magica.
Un rituale per allontanare il Malocchio consiste nel fasciarsi spalla e fondoschiena, poi unire una manciata di semi di Pegano ed una di Cardamomo e bruciarli.
I semi esploderanno come petardi (è una loro caratteristica), rilasciando un fumo denso e molto profumato in tutto l’ambiente.
Questo fumo va diretto verso la persona, deve toccarla in quanto è stato evocato per proteggerla, o verso un qualsiasi spazio in cui si avverta.
Una cosa che, probabilmente, sarà accaduta a qualcuno di voi, è avvertire una sensazione di disagio, quando si riceve un complimento non richiesto.
Infatti i complimenti non sono sempre neutrali o buoni e, indipendentemente dall’intenzione, possono portare sfortuna.
In alcuni casi, respingerli può produrre un effetto negativo sul ricevente, pertanto fumigare con del Pegano mentre si pensa “Ti restituisco”, sarà un’ottima mossa per risolvere il proprio dubbio.
PIANETA: Marte
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Ariete
CHAKRA: 1, Muladhara (C. della Radice)
“Giova la ruta agli occhi, e fa la vista
assai acuta, e scaccia la caligine.
Nell’uom Venere affredda, e nella Donna
assai l’accende, e fa l’ingegno astuto.
E acciò che non vi dian le pulci tedio
ella, o donne, è un ottimo rimedio”
-Scuola Salernitana-
Ruta è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Rutaceae, la quale comprende circa dieci specie, di cui la più nota è la Ruta comune (Ruta graveolens), una pianta perenne originaria dell’Europa meridionale.
In Italia, la Ruta comune cresce spontanea in terreni aridi e pietrosi, in tutte le regioni eccetto le isole.
Con un’altezza che non raggiunge un metro, la Ruta presenta fusti ramificati; foglie basali glabre e tripennatosette di colore verde-azzurro, cosparse di ghiandole oleose; fiori gialli e frutti a coccario glabri e subsferici, da cui fuoriescono i semi neri e reniformi.
ATTENZIONE: pianta potenzialmente pericolosa. Gli estratti di Ruta sono mutageni ed epatotossici e, a grandi dosi, possono causare violento dolore gastrico, vomito, complicazioni sistemiche, fino alla morte. L’olio di Ruta può causare danni ai reni e grave degenerazione epatica. L’esposizione agli estratti di Ruta, o ai preparati vegetali derivati da essa, può causare gravi fotodermatiti o addirittura vere e proprie ustioni cutanee. Evitare assolutamente sotto qualsiasi forma, in gravidanza e se si hanno problemi al fegato.
Ruta: dal greco, “curare, preservare”, in riferimento alle proprietà medicinali della pianta.
Graveolens: dal latino, “intenso odore, sgradevole odore”.
Altri nomi: Rude, Ruda, Rue fétide, Wein-Raute, Garten-Raute, Herb of grace, Rue, Common rue, Mother of the herbs, Witch bane, Garden rue.
La Ruta comune è una pianta aromatica ed officinale, con un aroma piacevole, non eccessivamente spiccato, ed utilizzata per aromatizzare la grappa ad Istria e nel nord Italia, tanto che nella bottiglia può trovarsi un rametto di questa pianta.
I semi e foglie vengono usati per aromatizzare la selvaggina; i semi si utilizzano nel porridge; le foglie amare possono essere aggiunte a uova, formaggio, pesce, o mescolate con prugne e vino nella preparazione del ragù di carne.
In Friuli Venezia Giulia, i giovani rami della pianta vengono immersi in una pastella, fritti in olio e consumati con sale o zucchero, oppure usati da soli per aromatizzare un tipo specifico di frittata.
La maggior parte dei gatti non ama l’odore della Ruta la quale, quindi, può essere usata come deterrente naturale.
Anticamente, i naturalisti Dioscoride e Plinio il Vecchio, raccomandavano che la Ruta fosse combinata con l’arbusto velenoso dell’Oleandro, da bere come antidoto a morsi di serpente velenoso.
Infatti, si pensava che la Ruta avesse il potere di allontanare i serpenti e di arrestare tutto ciò che era connesso al movimento serpentino, talora ambiguo, o comunque al moto eccessivo, smodato.
Per tale motivo la pianta veniva coltivata in giardino a protezione della casa.
In araldica, la donnola talvolta regge in bocca un rametto di Ruta, appunto per la credenza che questa pianta salvasse dai morsi venefici.
«La donnola, quando combatte con un serpente, mangia la ruta.
L’odore di questa pianta, infatti, è nocivo per i serpenti ».
-Aristotele-
La Ruta è stata usata nella medicina tradizionale per le sue proprietà curative, sotto forma di erba fresca, in infusione, in decotti, in polvere o oli.
E’ considerata utile nel trattamento di malattie reumatiche, dolore cronico, problemi agli occhi, dermatite, sclerosi multipla e, nella medicina popolare, era usata come rimedio abortivo e vermifugo.
La Ruta contiene diversi alcaloidi, tra cui furocumarine, rutarine, chinoloni, che possono avere effetti antibatterici ed antinfiammatori.
Una leggenda narra, che Leonardo attribuiva le sue straordinarie capacità visive alla Ruta.
Durante l’Impero ottomano, gli Ebrei sefarditi, ovvero coloro che dimoravano nella penisola iberica fino alle espulsioni della fine del secolo XV, conobbero la Ruta ed adottarono le sue tradizioni e credenze associate.
Essi ritenevano che la Ruta proteggesse contro il malocchio, quindi spesso era posta vicino a neonati, bambini e madri per scongiurare i malefici effetti.
Durante lo Yom Kippur, ricorrenza religiosa ebraica che celebra il Giorno dell’Espiazione, la Ruta era spesso usata nelle sinagoghe per rivitalizzare i fedeli dal digiuno.
Nella cultura sefardita, la Ruta simboleggiava anche l’affetto ed era incorporata in rituali celebrativi tipo le docce nuziali, come si ascolta nella tradizionale ballata popolare spagnola del XVI secolo, cantata per secoli dagli Ebrei sefarditi “Una Matica de Ruda”.
Essa descrive una conversazione tra madre e figlia sull’amore ed il matrimonio, durante la quale la figlia riceve un mazzo di Ruta da un pretendente, mentre la madre la avverte dei pericoli del nuovo amore.
In Lituania, la Ruta è considerata erba nazionale, e si trova in molte canzoni come attributo di giovani ragazze, associate alla verginità ed alla fanciullezza.
Infatti, era comune nei matrimoni tradizionali lituani, che solo le vergini indossassero un rametto di Ruta tra i capelli, per mostrare la loro purezza.
Ancora oggi in Lituania c’è la tradizione di mettere nel bouquet della sposa dei fiori di Ruta ed ella, prima del taglio della torta, lo offre alle donne non per augurare un prossimo matrimonio, ma affinché lo brucino.
Si tratta di un rito di passaggio a testimonianza dell’inizio della nuova vita da sposata.
Nel folklore ucraino, troviamo una ballata popolare “Oi poli ruta, ruta” (il profumo della Ruta), in cui una ragazza si pente di aver perso la verginità, rimproverando l’amante di aver “rotto l’albero verde nocciola”.
La Ruta è usata dal protagonista dei “Viaggi di Gulliver”, di Jonathan Swift, quando torna in Inghilterra dopo aver vissuto tra gli Houyhnhnms, una razza immaginaria di cavalli intelligenti.
Quest’ultimi sono esseri equini razionali e sono padroni della terra, in forte contrasto con gli Yahoos, creature umanoidi selvagge che non sono migliori delle bestie del fardello o del bestiame.
Mentre gli Yahoos rappresentano tutto ciò che è male per gli esseri umani, gli Houyhnhnms hanno una società stabile, calma, affidabile e razionale.
Gulliver preferisce di gran lunga la società di Houyhnhnms agli Yahoos, anche se quest’ultimi sono biologicamente più vicini a lui e, non potendo addirittura sopportare più il loro odore, si infila la Ruta nel naso per non sentirlo:
“Sono stato alla fine abbastanza audace da camminare per strada nella sua compagnia (di Don Pedro), ma ho tenuto nel naso bene la Ruta, o talvolta il tabacco“.
Gli antichi chiamavano la Ruta “Erba della Grazia“, indicando il suo uso come erba sacra per il Cristianesimo, in quanto veniva usata per spruzzare acqua santa in tutta la chiesa, per purificarla.
Nei tempi passati, si attribuiva alla Ruta il potere di evitare il contagio della peste.
Oggi, spargendo le foglie essiccate sui pavimenti, in prossimità delle fessure, si tengono lontani gli insetti grazie a una sostanza repellente in esse contenute.
Si dice che il disegno del seme di fiori, che compare sulle carte da gioco, sia stato ispirato proprio dalla graziosa foglia della Ruta.
Nel linguaggio dei fiori, la Ruta simboleggia rimpianto, grazia, visione chiara, virtù, espiazione e nuovi inizi.
Si narra che un basilisco, creatura mitologica portatrice di fascinazione con il suo sguardo, terrorizzasse gli abitanti di Vilnius, in Lituania, durante il regno del re di Polonia e del granduca Sigismondo Augusto.
Era comune l’idea che i rami di Ruta avessero il potere di respingere i basilischi, il cui respiro sembra che causasse la rottura di piante e pietre, ma non aveva alcun effetto su di essa.
Quindi, all’inizio furono calati nella tana della creatura i primi due rami di Ruta, i quali diventarono bianchi, indicando che la creatura era ancora viva, ma il terzo ramo mantenne il suo caratteristico colore verde, indicando che il basilisco era stato ucciso.
Sembra anche che le donnole morse dal basilisco scappavano, mangiavano foglie di Ruta per riprendersi e tornavano a combattere.
“della donnola che porta la Ruta in bocca,
scrivono tutti li naturali,
che se ne provvede
per sua difesa contro il Basilisco,
e ogni velenoso serpente”.
– Cesare Ripa, storico dell’arte e scrittore italiano-
Per questo motivo, questa pianta era ritenuta “Erba contro la paura”, di cui si mettevano in tasca le foglie, quando si dovevano affrontare situazioni angoscianti e le case, intorno a cui cresceva, erano ritenute privilegiate.
La Ruta, insieme con Basilico, Menta e Cedro, era utilizzata durante i rituali di Tarantismo, pratica magico-religiosa tradizionale, un tempo tipica di diverse località della Puglia, consistente in un cerimoniale musicale con cui si soccorrevano donne colpite da manifestazioni isteriche convulsive, attribuite al morso della Tarantola.
In magia, la Ruta è spesso usata per spezzare gli incantesimi e per allontanare il malocchio, è anche un’erba classica per la magia protettiva, d’amore e per aumentare i tuoi poteri psichici e la visione interiore.
Sembra che sia in grado di allontanare persino il diavolo in persona e può proteggere dai demoni della malattia.
Può proteggere dagli incubi e può essere usata per salvaguardare i viaggi astrali, per purificare o consacrare uno spazio sacro o strumenti rituali.
Puoi facilmente infilare alcune foglie o fiori di Ruta in un sacchetto protettivo ma, visto il suo profumo forte, consiglio di non indossarlo, ma di metterlo in una borsa, una valigetta o un cassetto, assicurandoti di tenerlo fuori dalla portata dei bambini.
Bruciata come incenso, fumigata come smudge o infusa nell’acqua e poi spruzzata intorno ad una casa, la Ruta può spazzare via le energie negative, assicurando un ambiente armonioso e spiritualmente pulito.
Metti foglie fresche o secche sotto un cuscino, incorporale in incantesimi d’amore, o indossa amuleti infusi in acqua e Ruta, per apportare energie positive nella tua vita, favorendo gioia e legami romantici.
La Ruta porta fortuna e successo in questioni legali, quindi porta con te le foglie o incorporale in incantesimi relativi a questioni legali, in modo tale che possa influenzare i risultati a tuo favore e garantire che la giustizia prevalga.
Nella Santeria, Hoodoo e altre religioni tradizionali dell’Africa occidentale, la Ruta è associata agli Orisha e viene usata nei rituali e nelle cerimonie, per creare una barriera protettiva attorno a individui o case.
Quindi, è una delle piante più popolari che un Santero usa nelle cerimonie di purificazione chiamate despojos, in cui le piante vengono legate insieme in mazzi e strofinate su una persona.
La Ruta è spesso anche un ingrediente nei bagni purificatori usati per liberare il bagnante dagli spiriti maligni o dalle influenze negative.
Questa pianta ha anche una lunga storia associata alle streghe, che si dice possano usare per proteggere e rafforzare la loro aura e promuovere salute, concentrazione ed amore.
Inoltre, poiché la Ruta ha anche un forte odore che, come ho scritto prima, i gatti solitamente trovano ripugnante e, visto che i gatti sono stati storicamente associati alle streghe, questa pianta fin dal Medioevo era ulteriormente usata come talismano per allontanare le fattucchiere.
Un infuso di Ruta può essere usato per purificare oggetti rituali come cristalli, tarocchi, pendoli, talismani ed altri oggetti comunemente usati nelle pratiche spirituali, che si ritiene forniscano protezione spirituale.
Inoltre, l’infuso può essere utilizzato come un lavaggio protettivo, specialmente per la testa, il viso e le mani, per allontanare l’energia dannosa e le forze oscure, fornendo protezione spirituale.
Se vuoi proteggere la tua casa, mescola la Ruta con acqua rigorosamente di sorgente e spargila in giro per l’abitazione, per rimuovere l’energia negativa o invitare vibrazioni pacifiche.
Oppure, poni un sacchetto/mojo pieno di Ruta sopra la porta d’ingresso, per tenere lontano il malocchio.
Puoi inoltre utilizzarla come ingrediente in un bagno di protezione alle erbe, insieme a sale, Basilico, Rosmarino, Lavanda e Menta, visualizzando il tuo corpo che assorbe le energie protettive delle piante, poi butta l’acqua rimanente all’esterno della casa, come forma di protezione.
Per attrarre buona fortuna e prosperità, denaro ed abbondanza finanziaria, mescola la Ruta secca con Cannella e Menta, e portala sempre con te in una piccola borsa o marsupio, che in alternativa potresti posizionare in un’area specifica della casa, come l’angolo della ricchezza, per attrarre ciò che desideri.
Invece, per attrarre amore e passione, prepara un incantesimo, mescolando la Ruta secca con petali di Rosa e fiori di Lavanda, e brucia la miscela come incenso, prima di un incontro o dopo aver scritto su un foglio le tue intenzioni d’amore.
Ciò va bene anche per rafforzare le relazioni esistenti e promuovere impegno e lealtà.
Nei rituali, le candele unte con olio di Ruta possono essere incise con simboli o parole specifici, per fornire protezione spirituale ed allontanare l’energia negativa.
Il fogliame della Ruta è un tema comune anche nei gioielli magici in argento chiamati Cimaruta.
Si tratta di talismani che sembra derivino dalla misteriosa quanto oscura cultura etrusca, tradizionalmente indossati attorno al collo o appesi sopra il letto di un neonato per allontanare il malocchio.
Solitamente erano fatti in argento e spesso erano costituiti da diversi piccoli ciondoli apotropaici, ovvero oggetti, gesti o persone atti ad allontanare il malocchio e gli influssi maligni, alcuni dei quali attingevano al simbolismo cristiano.
Ogni singolo pezzo attaccato ad un ramo di Ruta fiorita, formava l’intero talismano, che prendeva il nome di Cimaruta, dall’antico napoletano “cima di Ruta” (rametto di Ruta).
˜*°• Incantesimo di protezione della Ruta •°*˜
Occorrente:
💥 1 mazzetto di Ruta essiccata
💥 1 candela blu
💥 Una piccola borsa o sacchetto di stoffa, o mojo
💥 Sale
Procedimento:
💥 In uno spazio tranquillo, disegna un cerchio usando il sale, a simboleggiare la protezione.
💥 Posiziona la candela al centro del cerchio ed accendila, concentrandoti sul calore della fiamma che danza, visualizzandola come una barriera protettiva.
💥 Tenendo la Ruta in mano, recita per 3 volte:
“Erba della grazia,
con la tua potenza,
proteggimi dal male,
giorno e notte”.
💥 Metti la Ruta carica all’interno del sacchetto, sigillalo e tienilo con te o mettilo nel tuo spazio vitale.
💥 Spegni la candela, sentendoti sicuro nella consapevolezza di essere protetto dalla potente energia della Ruta.
PIANETA: Sole
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Leone
CHAKRA: 6, Ajna (C. del Terzo Occhio)
Succisa pratensis, conosciuta popolarmente come Succisa di prato o Morso del Diavolo (nome volgare anche della Scabiosa), è una pianta rizomatosa perenne, appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.
Di origine euroasiatica, cresce lungo le strade, nei prati, negli incolti, luoghi umidi di tutta Europa, Siberia, Africa settentrionale e Caucaso; in Italia è presente ovunque, tranne Sicilia, Sardegna, Marche, Campania, Puglia e Molise.
Il Morso del diavolo può raggiungere il metro d’altezza, presenta foglie basali lanceolate, fiori a capolino tubulosi rosa-blu, il cui nettare è molto apprezzato da farfalle in pericolo d’estinzione come Maniola jurtina e Phengaris alcon.
Questa pianta è anche nutrice (ovvero su di lei depongono le proprie uova e successivamente nutre le larve) di un’altra specie di farfalle, Euphydryas aurinia e della falena Hemaris tityus.
Anche se i fiori della Succisa sono simili a quelli della Scabiosa columbaria e Knautia arvensis, si differenziano in quanto i suoi petali hanno 4 lobi, mentre quelli delle altre due ne hanno cinque.
Succisa: dal latino “troncata”, a causa della forma tronca del rizoma.
Pratensis: dal latino, “dei prati”.
Altri nomi: Bieta salvateca, Erva premurosa, Gewöhnlicher Teufelsabbiss, Abbisskraut, Bocado del diablo, Succise des prés, Odhrach bhallach, Devil’s bit, Devil’s-bit scabious.
Dalle foglie della Succisa si ottiene una tintura verde, mentre i germogli sono utilizzati nelle insalate.
Molto usata dal Medioevo fino al 1900, la Succisa è antielmintica, emolliente, depurativa, leggermente diaforetica, diuretica, emmenagoga, lievemente espettorante, febbrifuga e stomachica.
Sotto forma di tè utile per il trattamento di tosse, febbri e infiammazioni interne e può anche essere applicata esternamente contro l’eczema e ad altre eruzioni cutanee.
La tintura di Succisa è un trattamento delicato ma affidabile per i lividi, in quanto aiuta il rapido riassorbimento del pigmento del sangue.
Le radici della Succisa anticamente erano usate per trattare la scabbia ed altri problemi della pelle, compresi ferite esterne, tigna, mughetto e vermi intestinali.
L’intera pianta viene raccolta all’inizio dell’autunno ed asciugata per un uso successivo.
Buoni risultati sono stati raggiunti utilizzando un’acqua distillata dalla pianta come lozione per gli occhi, per trattare la congiuntivite.
Secondo il folklore, poiché la Succisa è una pianta con molteplici virtù curative: il diavolo la trovò in Paradiso, ma, invidioso del bene che avrebbe potuto fare al genere umano, mozzò una parte della radice per distruggerla.
Tuttavia, la pianta sopravvisse, sebbene con una radice troncata, fu soprannominata “Morso del Diavolo” e la sua chiave nel suo uso in magia, è la sua “connessione alla sopravvivenza” ed agli “attacchi violenti”.
Quindi, sul piano spirituale, è una pianta per i sopravvissuti e per coloro che vivono in condizioni estreme.
La Succisa protegge particolarmente dagli attacchi violenti, ed è anche dedicata a coloro che sono sopravvissuti alla guerra o hanno sperimentato una grave diminuzione fisica, come l’amputazione.
La Succisa è protettiva anche nella magia di Hoodoo, e pezzi della radice vengono aggiunti all’incenso bruciato, per respingere la magia negativa.
Per tenere lontano il male o per restituirlo al mittente, puoi cospargere pezzi di radice di Succisa fuori casa, o metterli sotto il pavimento o sotto i tappeti.
Oppure mettili in sacchetti Mojo protettivi, insieme con erbe come la Ruta e l’Agrimonia, posizionati intorno alla casa, per proteggerla anche dalle persone violente.
La radice bruciata sul carbone a mezzogiorno, produrrà dei fumi che distruggeranno il potere di un nemico di farti del male.
E’ utile anche negli esorcismi: la radice, raccolta nella notte di San Giovanni Battista (24 giugno) e staccata a morsi, ha un effetto antidemoniaco.
Come amuleto, portata al collo, protegge contro gl’incantesimi malefici, e la sua radice faceva parte dell’estrazione del brandy per gli esseri umani ed il bestiame colpiti dalla stregoneria.
Infatti, veniva appesa all’interno di una stalla, per garantire la protezione del bestiame contro il male, contro gli incidenti durante la zangolatura del burro, contro i maiali malati, ecc., oppure veniva data ai cavalli affetti da incantesimi malvagi.
La radice di Succisa, insieme con quella di Assafetida, una pietra di Corallo ed una formula magica, veniva messa sotto il materasso contro una promessa di matrimonio non mantenuta, causata da persone malvagie.
Se devi affittare o vendere una proprietà, lava i locali da dietro in avanti con acqua ed ammoniaca, quindi posiziona un piccolo Mojo di radici di Morso del Diavolo sotto la porta di casa.
Questo rituale terrà fuori tutti gli spiriti vagabondi che potrebbero mettere a disagio i potenziali affittuari o acquirenti, oppure scaccerà gli impostori che non intendono mantenere i contratti che firmano, così come gli affittuari trash che potrebbero vandalizzare la proprietà.
Seguire con un lavaggio di disegno di denaro verso l’interno alla porta per disegnare in buoni affittuari o acquirenti.
˜”*°• INCANTESIMO DI PROTEZIONE •°*”˜
1 radice di Succisa
9 pezzi di radici di Viburno alnifolium
1 baccello di Trapa natans
1 pizzico Assafetida
1 sacchetto pelle nera
1 foglietto carta
Metti nel sacchetto/Mojo, Succisa, Viburno e Trapa.
Su un piccolo pezzo di carta, scrivi il nome della persona da cui vuoi proteggerti, disegna sopra una croce ed il tuo nome tre volte.
Aggiungi un pizzico di Assafetida e ripiega il foglietto tante volte fino a quando non è un piccolo pacchetto.
Rivesti il pacchetto con olio “Run Devil Run” o “Vete Diablo” e mettilo nella borsa.
PIANETA: Venere
ELEMENTO: Acqua
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Cancro
CHAKRA: 7, Sahasrara (C. della Corona)
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