L’Irlanda occidentale è particolarmente consacrata alle antiche leggende, soprattutto a quelle riguardanti i “Sidhe”, venerati con una fede solenne e un fervore, che sono quasi religione.
Esistono due versioni sul mondo dei Sidhe, ecco le loro storie.
Fin dagli albori, il Mondo ha creduto nell’esistenza di esseri a metà strada tra uomo e angelo, dotati del potere di influenzare il destino umano.
I Persiani li chiamavano “Peris”, gli Egiziani ed i Greci “Demoni” non malvagi, ma misteriosi alleati dell’uomo, invisibili ma onnipresenti, gentili ma implacabili se offesi.
Gli Irlandesi li chiamavano “Sidhe” o “Feadh-Ree” e credevano che abitassero nel “Tír na nÓg”, la Terra dell’eterna giovinezza, in cui non esisteva malattia o morte, erano sempre felici e sani e ci vivevano fino al loro Giorno del Giudizio, quando sarebbero stati annientati definitivamente.
Altri raccontano che i Sidhe abitassero nel Sifra, il palazzo fatato d’oro e cristallo, nel cuore della collina e che, nonostante avessero ricevuto bellezza, giovinezza, gioia e potere sulla musica, erano spesso tristi, perché ricordavano che un tempo erano angeli e che non avrebbero potuto riconquistare il paradiso, in quanto scacciati come punizione per il loro orgoglio.
Alcuni caddero sulla terra, altri furono gettati in mare, ed altri ancora furono presi dai demoni e portati all’Inferno, dal quale uscirono come spiriti maligni, travestiti in vario modo, per tentare gli uomini a distruggere tutto, soprattutto le belle fanciulle, dotate del potere del canto.
Sotto l’influenza di queste bellissime sirene, gli uomini commettevano qualsiasi crimine.
Poi, quando l’anima della vittima diventava completamente nera, i Sidhe li portavano all’Inferno, in cui rimanevano per sempre, torturati dai demoni che li avevano adescati.
I Sidhe potevano assumere qualsiasi forma, cavalcavano il Paese con cavalli di paglia, non avevano religione, ma temevano lo “Scapolare” (parole del Vangelo, scritte da un religioso su un pezzo di stoffa ed appeso al collo).
Essi avevano un grande potere sui bambini non battezzati, che generalmente così crescevano malvagi e con il malocchio, portando sfortuna a chi li incontrasse, a meno che li si guardasse fisso negli occhi, invocando il nome di Dio.
Un giorno, un grande capo dei Sidhe chiese a Colum Cille (Columba di Iona), uno dei più grandi santi della storia ecclesiastica delle Isole britanniche del 600 d.C., se il suo popolo avesse speranza di riguadagnare il Paradiso e ritornare al suo posto tra gli angeli.
Ma il santo rispose, che la speranza non esisteva: il destino dei Sidhe era stabilito e, nel Giorno del Giudizio, sarebbero passati dalla morte all’annientamento, poiché così era stato deciso dalla giustizia di Dio.
Udito ciò, il capo dei Sidhe si rattristò e lui e la sua corte salparono dall’Irlanda per tornare nel loro paese natale, l’Armenia, in attesa del terribile Giorno del Giudizio.
Ora passiamo alla seconda versione sul Mondo dei Sidhe.
In tutta l’Irlanda, le Fate hanno la reputazione di essere molto belle, con lunghissimi capelli biondi, fermati da cerchietti d’oro, e forme leggere e flessuose.
Amano il latte e il miele e sorseggiano il nettare dalle coppe dei fiori.
Il Sifra, il loro palazzo fatato con pavimenti e pareti di perle ed oro si trova sotti i laghi, nel profondo delle colline, ed esse cantano e ballano gioiose.
Se fossimo fortunati, potremmo vederle danzare sulle colline al chiarore lunare…
Le Fate sono numerosissime, più degli umani.
Nel loro palazzo nascondono tutti i tesori delle navi naufragate, e tutto quello seppellito in gran segreto dagli uomini, che poi sono morti.
Anche l’oro e le pietre preziose di tutte le miniere appartengono alle Fate.
Se cammini nove volte intorno a un “rath fatato” (porta d’accesso al Regno delle Fate), durante la luna piena, troverai l’ingresso al Sifra.
Ma fai attenzione a non mangiare o bere nulla.
E non cercare di baciarle, sentendoti sicuramente attratto da loro, perché diventeresti folle, perduto per sempre e non potrai mai più ritornare sulla Terra.
Ogni venerdì, le Fate rapiscono fanciulle mortali per i loro capi ma, dopo 7 anni, quando le ragazze sono considerate vecchie, le rimandano dai loro parenti, ricompensandole con la conoscenza di filtri ed incantesimi segreti, con cui possono curare, uccidere o dominare gli uomini.
E’ in questo modo che le “sagge”, o le “streghe”, hanno acquisito le loro conoscenze sui misteri e sulla magia delle erbe.
Le fate amano spasmodicamente la musica, pertanto è pericoloso che una ragazza, quando è sola, si metta a cantare in riva al lago, poiché esse l’attireranno verso il loro palazzo incantato, sotto le onde, ed ella non sarà mai più ritrovata.
Così a volte, nel chiaro di luna, quando le onde s’infrangono sulla riva, si potrà sentire la voce della fanciulla rapita, e si saprà che ella sta cantando nella terra delle fate, sotto le acque del lago.
Si narra, che in uno dei villaggi c’era una fanciulla che poteva vedere cose, che nessun altro vedeva, e sentiva musica che nessun altro udiva, perché le Fate l’amavano e la portavano via, ogni notte in sogno, per ballare con i loro capi ed i principi.
Ma, soprattutto, era amata dal re Finvarra, col quale ballava tutta la notte fino all’alba, anche se, in realtà, il suo corpo era addormentato nel letto.
Un giorno disse ad alcune sue giovani amiche, che quella sera sarebbe andata ad una grande festa danzante nel rath delle fate, e che le avrebbe portate con sé, mettendo sui loro occhi un unguento, in modo che potessero vedere quel posto meraviglioso.
Le ragazze andarono con lei, ma quando ella pronunciò la frase:
“metti un piede sul mio, guarda oltre la mia spalla sinistra e vedrai il re,
la regina e tutta la corte delle fate danzare nell’erba.
Ma fai attenzione quando li vedi, non fare alcun segno della croce,
né pronuncia il nome di Dio,
o svaniranno e forse anche la tua vita sarà in pericolo”
esse scapparono spaventate.
La fanciulla rimase e, il giorno dopo, raccontò alle sue amiche che aveva ballato tutta la notte, al ritmo della musica delle Fate, desiderando di tornare indietro e vivere per sempre con questi spiriti delle colline.
Il suo desiderio fu esaudito, perché poco dopo morì e, quella notte, si udì una musica leggera fluttuare per la sua casa, anche se non c’era nessuno nei paraggi.
Si raccontava anche, che splendidi fiori crescessero sulla sua tomba, anche se nessuno li aveva piantati, e forme ombrose si raccoglievano alla luce lunare intorno al sepolcro, cantando una triste melodia.
Un’altra leggenda sulla Fate narra che i giovani uomini, che hanno sentito una volta l’arpa delle Fate, vengano posseduti dallo spirito della musica, che li perseguita fino alla morte, conferendogli uno strano potere sulle anime degli uomini.
E’ il caso di Turlough O’Carolan, il celebre bardo, che acquisì tutta la magica melodia delle sue note, dormendo una notte su un rath, mentre la musica delle Fate gli andava in mente nel sogno: al suo risveglio, suonava le arie a memoria.
Per questo motivo, egli aveva il potere di far impazzire gli uomini di allegria, o di farli piangere come se fossero morti.
Nessuno mai poteva suonare l’incantevole musica delle Fate come Carolan, il famoso musicista d’Irlanda.
Anche un altro uomo ascoltava la musica delle Fate, quando dormiva vicino ad un rath e, da allora, fu perseguitato dalla melodia giorno e notte, fino ad impazzire, ossessionato da essa.
Un giorno, spinto dalla disperazione, dalla follia e dal desiderio, si gettò dalla scogliera nel lago di collina vicino al rath fatato e così scomparve per sempre.
Ancora oggi, in Irlanda le antiche leggende degli antenati sono venerate solennemente, con un fervore che è quasi religione.
Si crede ancora che Finvarra, il re, regni su tutte le Fate dell’ovest, e che Oonagh sia la regina delle Fate.
Ella ha capelli lunghissimi fino a terra, ed è vestita di ragnatela d’argento, scintillante come se fosse di diamanti ma, in realtà, sono gocce di rugiada quelle che brillano.
In tanti pensano che la magia della musica fatata sia così forte che, chi la sente, non può scegliere se smettere di farlo.
Le giovani fanciulle sono trascinate via dall’incanto e ballano tutta la notte col re Finvarra, per poi ritrovarsi la mattina addormentate nel loro letto, ricordando tutto ciò che è successo.
Altri dicono che, mentre sono con le Fate, le ragazze imparano strani segreti di pozioni d’amore, con i quali possono operare incantesimi e pericolosi sortilegi su coloro di cui desiderano l’amore, o contro chi le ha offese o ha parlato male di loro.
Fate attenzione…