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SOGNI E LEGGENDE DI MEZZA ESTATE

Scritto da MadameBlatt

È l’inizio delle Notti magiche!
Il Solstizio d’Estate inizierà il 21 Giugno alle ore 5:30 e si protrarrà fino alla notte di San Giovanni, che cade il 24 giugno, giorno in cui sarà anche Luna Piena.
E’ un tempo di sospensione, durante il quale il confine che separa i diversi mondi si assottiglia.
La potenza solare, durante il Solstizio d’Estate, raggiunge la massima intensità e i mondi magici diventano accessibili anche a noi.
Nel “Giorno di mezza estate”, realtà e sogno si confondono, come dice William Shakespeare.
Il Solstizio mette in comunicazione due mondi, visibile ed invisibile, due mondi che si compenetrano e dove tutto diviene possibile.


Nel Mondo, l’evento è legato a riti ancestrali e festeggiamenti, che hanno a che fare con i culti della fertilità.
Gli antichi Romani collegavano l’evento alla divinità Giano Bifronte, ed erano soliti fare il bagno in correnti d’acqua naturali e saltare su fuochi accesi, per celebrare il momento di passaggio sancito dal Solstizio, riuscendo così a purificarsi.
Era Giano colui che, ruotando sulla sua terza faccia invisibile, cioè l’Asse del Mondo, conduceva alle due porte solstiziali, quindi era suo il compito di accompagnare il passaggio da uno stato all’altro.
Nelle feste romane del Solstizio aleggiava anche la presenza inquietante delle streghe e dei demoni che volano nel cielo.

Giano

I popoli precolombiani in Sud America, Polinesia, Indonesia e alcune zone dell’Africa, in cui alcune tradizioni resistono ancora oggi, avevano molti riti in proposito.
Il Cristianesimo ha legato il Solstizio estivo alla figura di San Giovanni, fissando la data della sua nascita e la sua festa il 24 giugno.
In questo periodo dell’anno, i Druidi, gli antichi Egizi, i Maja, i Romani e molti altri, nei secoli, hanno costruito dei luoghi sacri, allineati al Solstizio d’Estate, in cui venivano condotte delle cerimonie rituali.
La notte di San Giovanni è anche celebre e resa ancor più magica dai suoi mille fuochi, tradizione antichissima tramandata dai Fenici, che adoravano il dio Moloch.

Stonehenge-Ph. kidmoses on Pixabay


Plinio il Vecchio scrive, che le streghe erano donne trasformate in uccelli per una magia, durante il Solstizio d’Estate.

I Celti, che usarono sicuramente il sito di Stonehenge  (leggi articolo “Luoghi leggendari: Stonehenge), complesso megalitico in asse con il sorgere del Sole al Solstizio estivo, festeggiavano questo importante giorno con riti in cui il fuoco, simbolo del Sole, era l’elemento fondamentale, accendendo falò sulle colline per scacciare gli spiriti maligni, sacrificando gli animali sulle fiamme e praticando sacrifici umani.
Il Solstizio d’Estate era festeggiato anche dagli Inca: Cuzco, con le sue Mojones, le torri usate come “mire” per stabilire i giorni degli Equinozi e dei Solstizi, aiutava l’impero Inca a tenere conto di essi.

Cuzco-Ph. lelikelen on Pixabay

Ancora oggi a Cuzco, in occasione del Solstizio d’Estate, si festeggia “Inti Raymi”, divinità Sole, mentre i Maya, che dedicavano una particolare attenzione allo studio dei corpi celesti e all’osservazione dei fenomeni astrologici, avevano edificato “El Caracol” (leggi articoloLuoghi incantati: Chichén Itzá”), il monumento che era una sorta di osservatorio celeste, utile ai sacerdoti per monitorare i Solstizi, ovvero l’annuncio dell’arrivo di estate e inverno.
Per i Greci, il Solstizio d’Estate era visto come “La porta degli uomini” (dalla quale si entrava nel mondo materiale), mentre quello invernale come “La porta degli Dei” (dalla quale si entrava nel regno divino e soprannaturale), elementi di comunicazione tra la dimensione spazio-temporale finita dell’uomo e quella aspaziale e atemporale delle divinità.

El Caracol-Ph. CSITDMS on Pixabay

In età precristiana, il periodo che va dal 21 al 24 giugno era considerato sacro al pari di un Capodanno e da qui nacque l’usanza, tuttora diffusa, di trarre dei presagi.
Il Sole, simbolo del fuoco divino, entrava nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque e dominato dalla Luna, il femminile per eccellenza, colei che dà la vita, e questo incontro diede luogo ai rituali con il fuoco, l’acqua e le varie erbe.
Gli antichi Druidi raccoglievano le erbe magiche con un falcetto d’oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare.
Nel magico periodo dedicato al Solstizio d’Estate, sono nate diverse leggende e superstizioni; eccone alcune.
I rami di vischio, al Solstizio d’Estate, assumono un aspetto dorato: il famoso “ramo d’oro dei miti”.

Ph. adege on Pixabay

 

Una leggenda narra, che il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, dato che la felce è una pianta pteridofta, ossia che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.
Un dei miti più celebri riguarda Stonehenge, precisamente la sua “Hell Stone”, detta anche “Fryar’s Heel”: << Il diavolo comprò le pietre da una donna in Irlanda, le avvolse e le portò sulla piana di Salisbury. Una delle pietre cadde nel fiume Avon; le altre vennero portate sulla piana. Allora il diavolo gridò: “Nessuno scoprirà mai come queste pietre sono arrivate fin qui”. Un frate rispose: “Questo è ciò che credi!”. Allora il diavolo lanciò una delle pietre contro il frate, colpendolo su un tallone. La pietra si incastrò nel terreno ed è ancora lì. >>

Fryar’s Heel – Ph. Wikipedia

Una leggenda italiana racconta, che una perfida maga, invidiosa dell’armonia che regnava a Capri, isola nel golfo di Napoli, impose un maleficio sul re e sul principe, trasformandoli rispettivamente, in ranocchio e lucertola azzurra. Proprio nel giorno del Solstizio d’Estate, una fanciulla stupenda, anch’essa vittima di un sortilegio e trasformata in una falchetta, commossa dallo sguardo malinconico della lucertola azzurra, la prese fra le zampe, prendendo il volo verso il Sole. Entrambi vennero liberati dal maleficio, ritornando all’isola, accompagnati da una luce abbagliante, segno della ritrovata felicità, liberando dal sortilegio anche il re. Ancora oggi a Capri, il Solstizio d’Estate è un giorno di festa, e da questa leggenda sono nate linee di gioielli molto note sull’Isola.

Un’altra storia narra che, nella notte del Solstizio estivo, il Sole e la Luna si sposino.
Numerosi sono i riferimenti all’acqua e al fuoco in questo giorno.

In provincia di Lucca, sorge l’antico Borgo di Pruno, frazione di Stazzema, dove il sole che nasce nel giorno del Solstizio trafigge il monte Forato, creando un’atmosfera unica e suggestiva.
Gli indigeni Aymara (popolazione stanziata sull’altopiano del lago Titicaca, Perù) già alcuni giorni prima del 21 giugno, iniziano i preparativi, per ricevere degnamente “Tata Willka”, il Padre Sole, masticando foglie di coca.

Monte Forato a Borgo di Pruno-Ph. Serchio in diretta

Per i popoli celtici, la foresta era la cattedrale dei santi.
Ogni albero era noto per avere un tipo di potere, per rappresentare una certa costante, per avere influenza su certe aree.
Stagionalmente, alcuni alberi guadagnavano importanza, mentre altri svanivano fino al ritorno del loro tempo.
La quercia, significativa per la sua altezza imponente e la sua magnifica forza, divenne il simbolo di lunga vita e saggezza, un albero dei re.
L’allungamento dei suoi possenti rami sugli alberi più piccoli della foresta era visto come protettivo, quindi personificava la stagione della crescita.
Accanto alla Madre Terra, il Re Quercia governava la terra mentre i raccolti, i fiori e il bestiame fiorivano sotto il sole estivo.

Il Re della Quercia (Oak) e il Re dell’Agrifoglio (Holly) erano fratelli gemelli e quindi non potevano avere la stessa importanza nello stesso periodo.
Ognuno rappresentava la metà mancante dell’altro, erano uno ma non erano la stessa cosa, erano luce e mistero, uno si alzava e uno declinava.
A metà anno, il Solstizio d’Estate, il momento più luminoso dell’anno, il Re della Quercia viene ucciso dal Re dell’Agrifoglio, il re oscuro che rappresenta il tramonto del sole e il ritorno del mondo nel letargo e nell’oscurità.
Da quel giorno in poi l’anno sta morendo.
La natura sempreverde dell’Agrifoglio è particolarmente significativa nei mesi invernali, quando le foglie cadono dalla grande quercia e la espongono ai venti gelidi, l’agrifoglio è ancora completamente ammantato del suo manto di foglie verdi appuntite e spinose.


Così, l’albero di agrifoglio rappresenta l’immortalità e la vittoria oltre la morte, oltre l’oscurità ma, nella forma del Re dell’Agrifoglio, rappresenta anche il lato morente dell’anno.
Al Solstizio d’Inverno, il Re della Quercia si alza ancora una volta dal sonno e uccide il Re dell’Agrifoglio, regnando e garantendo la fertilità dell’anno che cresce, la promessa di giorni sempre più lunghi e la consapevolezza, che le foreste torneranno a fiorire e si riempiranno del fruscio delle foglie di gli alberi.
Ed è per questo che, vedere un pettirosso, che è il compagno del Re della Quercia, indica l’inizio della primavera, quando il Re Oak sta per tornare alla ribalta.

Nüwa dea madre ed eroina – Taccuino d apprendista ceramica

Una leggenda cinese racconta, che Gong-gong, il Dio dei diluvi, aveva la testa di un uomo dai capelli rossi, con il corpo di un enorme drago nero.
Discendente dall’Imperatore della Fiamma, si diceva che il drago fosse in parti uguali crudele, ambizioso e stupido.
Gong-gong era insoddisfatto della Corte celeste, non molto tempo dopo che Zhuanxu, l’Imperatore del Cielo, ricevette il Trono del Cielo.
Zhuanxu si curava poco dei suoi simili, né dei mortali sottostanti.
Allora, Gong-gong e un gruppo di Dei sostenitori fecero un tentativo di ribellarsi, facendo segure una battaglia prolungata e devastante, che annientò uno ad uno gli alleati di Gong-gong.
Egli stesso era così potente, che l’imperatore non poteva sconfiggerlo, ma solo allontanare sempre più a nord-ovest.

Nüwa dea madre ed eroina – Taccuino d apprendista ceramica
Il drago, ferito e sconfitto, causò molti danni, mentre i suoi inseguitori forzarono la sua ritirata sul monte Buzhuo, quel possente pilastro che sosteneva la direzione nord-est del cielo.
Quando fu chiaro che il suo tentativo di prendere il Trono del Cielo era fallito, in un accesso di rabbia terribile, Gong-gong sbatté la testa contro la montagna.
L’impatto su quel pilastro fu così devastante, che il cielo si squarciò, spostando la sua base.
Quindi, il monte Buzhuo non poteva più sostenere la direzione nord-est.
Quando quella pietra angolare dei cieli spostò il suo allineamento, fece inclinare il cielo a nord-ovest, costringendo la terra a sud-est, dove sembrava chiaro che sarebbe stato spazzato via nel mare.
Sulla Terra c’erano tremende inondazioni, le persone fuggivano per salvarsi la vita mentre i cieli, il sole, la luna e le stelle erano sbilanciati.
La Dea creatrice Nŭ Kua, vide la difficile situazione del popolo e tornò dai cieli, per vedere cosa si poteva fare per riparare la sua creazione.
Con uno sforzo tremendo, Nŭ Kua fu in grado di riparare il danno al Pilastro, ma non riuscì a compensare l’allineamento danneggiato del cielo, motivo per cui sperimentiamo i Solstizi e gli Equinozi.
I Cinesi dicono, che questo disallineamento del monte Buzhuo sia anche la ragione per cui, tutti i fiumi in Cina scorrono verso sud-est, mentre il sole e la luna viaggiano a nord-ovest.

Ph. Markus_KF on Pixabay

Il Solstizio d’Estate è un ottimo momento, forse il migliore, per fare divinazioni d’amore.
Per esempio, guarda il tuo riflesso nell’acqua e, se sei fortunato, vedrai l’immagine del tuo futuro partner!
Un rituale da fare nella notte tra il 23 e il 24 giugno, propone alle giovani donne di bendarsi, cogliere una rosa il giorno di mezza estate, a mezzogiorno, mentre l’orologio batte le dodici.
Poi dovrebbe infilare la rosa in carta bianca e metterla via fino al giorno di Natale.
Se eseguirà ciò correttamente, ritroverà a dicembre la rosa ancora fresca.
Quindi, dovrà mettersela sul petto e, quando uscirà, incontrerà il suo promesso sposo.
Un’altra pratica consiglia ai single di raccogliere l’Erba di San Giovanni (Iperico, leggi articolo) alla vigilia della notte di mezza estate.
Se l’erba sarà ancora fresca al mattino, si sposeranno entro l’anno.

Oppure si potrebbe andare in un cimitero, alla vigilia del 24 giugno.
Allo scoccare della mezzanotte, correre intorno alla cappella del cimitero, spargendo foglie di rose e rosmarino, cantando:

“Foglie di rosa, foglie di rosa,
foglie di rosa che spargo,
colui che mi amerà,
vieni dietro a me ORA!”

by Buntysmum on Pixabay

NdA: Non sono sicura che il vero canto intenda la parola “ora” alla lettera. Sarei un po’ nervosa, se qualcuno improvvisamente mi rincorresse in un cimitero a mezzanotte…

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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