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Scritto da MadameBlatt

I migliori cavalli in Paradiso non hanno coda

I migliori cavalli in Paradiso

non hanno la coda.

Questa Γ¨ una regola che tutti conoscono

senza eccezione.

Quando arriva un nuovo cavallo

con una coda tagliata,

tutti sanno che quel cavallo

ha fatto un ottimo lavoro.

Il suo proprietario non poteva sopportare

di separarsi dal suo amico

così ha conservato la sua coda intrecciata,

avvolta in nastri

per tenere con sΓ© il suo ricordo

in un modo così amorevole.

Entrare in Paradiso senza coda

Γ¨ un onore, un messaggio

che, senza eccezione, annuncia a tutti,

vicini e lontani, che quel cavallo

era piΓΉ di una splendida cavalcata.

Ma che quel cavallo era amato

e adorato da qualcuno e, quando il suo tempo

al servizio su questa Terra Γ¨ terminato,

ha lasciato dietro di sΓ©

un cuore spezzato e un’anima

da cui non si separerΓ  mai.

-Miska Carlberg Paget-

Fortunatamente, con il tuo migliore amico a quattro zampe non c’è bisogno di parole, ti lancia uno sguardo e tu comprendi….
Ma, a volte, arriva un giorno in cui tu credevi, ed hai cercato, di essere mentalmente preparato il piΓΉ possibile, a dovergli dirgli addio.
E’ triste, Γ¨ agghiacciante, Γ¨ indescrivibile, forse te l’aspettavi, ma davvero rimane sempre un momento comunque inaspettato, inderogabile e devi essere pronto a perdere il tuo amore peloso in un batter d’occhio, anche se fuori splende il sole e si sente il profumo dei fiori.
E poi… se ne va…
Indipendentemente dal modo e dal momento, Γ¨ qualcosa con cui prima o poi tutti noi amanti/proprietari di animali dobbiamo fare i conti.
E questo Γ¨ il prezzo che paghiamo per amarli.
Anche se sappiamo che, nel migliore dei casi, ci sarΓ  una naturale scadenza, il tempo che trascorrono con noi non sarΓ  mai lungo quanto vorremmo.
Una cosa che tanti di noi spesso fanno, per assicurarsi di poter tenere fisicamente con sΓ© un pezzo del proprio amico, Γ¨ tagliare una porzione del suo pelo.
E’ come se fosse il suo ultimo regalo per noi, Γ¨ qualcosa impregnato d’amore che si puΓ² mettere in un ciondolo, si puΓ² legare al polso sotto forma di braccialetto, appendere alle chiavi, o conservare in una scatola delle ombre commemorativa, ovvero quel contenitore che raccoglie una varietΓ  di oggetti sentimentali come ciocche di capelli, lettere d’amore e fiori secchi, che diventano preziosi ricordi di relazioni romantiche e legami familiari ed affettivi.

Ph. Tyna_Janoch on Pixabay

I proprietari dei cavalli, per esempio, tagliano una porzione di coda o di criniera da intrecciare, prima che arrivi il giorno di dire addio.
L’intreccio dei crini di cavallo risale a centinaia di anni fa, all’inizio poichΓ© questi animali, diventati addomesticati, erano utilizzati come uno dei principali mezzi di trasporto, e quindi intrecciare le loro criniere era il modo migliore, per evitare che i peli si aggrovigliassero nell’equipaggiamento da equitazione.
In seguito, questa pratica fu implementata anche tra contadini e braccianti, come mezzo per impedire al cavallo di danneggiare la propria criniera o coda, impigliandosi nell’attrezzatura agricola.
L’intrecciatura divenne sempre piΓΉ popolare, diventando anche un modo per distinguere i cavalli l’uno dall’altro: trecce e posizioni specifiche servivano a distinguere un cavallo prestigioso da uno di rango inferiore, come quelli usati per le battaglie e le cacce.
A volte, perΓ², succedeva di trovare il proprio cavallo con una treccia particolare tra il crine e si diceva, che fosse stata fatta da un ladro che aveva distinto l’animale in quel modo, affinchΓ© sapesse quale cavallo tornare a rubare.
Nel corso della storia, ci sono state numerose spiegazioni per questo genere di evento, che non si riusciva a spiegare del tutto: il ritrovamento di coda o criniera del proprio cavallo, annodate od intrecciate.
Secondo l’antico folklore, sono state le Fate a dare inizio alla tradizione dell’intreccio.
A quanto pare, queste creature amavano visitare i cavalli quindi, nel cuore della notte, andavano nelle scuderie e facevano nodi nelle criniere degli animali, noti come “Nodi di Fata” oppure β€œNodi elfici“.

Pertanto, si racconta che, durante la notte, un gruppo di Fate errava in cerca di cavalli e, una volta trovato quello ideale, gli torcevano il crine, per formare piccole staffe e redini sull’animale.
Poi cavalcavano i cavalli per tutta la notte, coinvolgendoli in avventure magiche.
I cavalli venivano sempre restituiti al mattino, ma i nodi rimanevano fino al ritorno delle creature fatate.
Si dice, che snodare la criniera avrebbe portato sfortuna in quanto, quando le fate fossero tornate, avrebbero dovuto rifare tutto il loro duro lavoro, prima di poter cavalcare ancora una volta; e questa cosa le avrebbe fatte adirare.
Mentre, lasciando la criniera del proprio cavallo intrecciata, avrebbe reso benevolenti le Fate, le quali lo avrebbero cavalcato con piΓΉ eleganza.
Questo mito urbano Γ¨ cambiato nel corso dei secoli, spostando la colpa da una creatura mitica all’altra.
Secondo un’antica leggenda inglese, i cavalli agitati ed irrequieti al mattino, con la criniera e la coda aggrovigliate e contorte, sarebbero stati cavalcati di notte dai Folletti.

Alexas_Fotos on Pixabay

Alcuni, invece, credono che l’origine risieda nella “Caccia selvaggia“, un antico mito popolare europeo, descritto per la prima volta dai fratelli Grimm, che narra la storia di un gruppo di cacciatori spettrali, i quali si lanciano in una folle corsa attraverso i cieli a cavallo.
Questa storia potrebbe non sembrare troppo spaventosa ma, se hai letto la Caccia Selvaggia, saprai che precedeva una qualche catastrofe come una guerra, una peste o la morte di chi ne era stato testimone.
E per coloro che erano particolarmente superstiziosi, sarebbe stato piuttosto spaventoso.
In Brasile si narra di Saci-pererΓͺ, un ragazzino di colore con un berretto rosso in testa ed un’unica gamba, malizioso e giocoso, che vive nascosto nei boschi e foreste, per spaventare quelli che distruggono la natura.
Tormenta le persone, affinchΓ© non tornino mai piΓΉ e smettano di degradare l’ambiente, ma possiede anche il potere magico di scomparire e di far nascere turbini di aria, per non essere catturato dai cattivi.
Tra le altre sue caratteristiche, come nascondere oggetti, immobilizzare le persone, ecc., troviamo anche fare delle trecce alla criniera dei cavalli.

Tomtenisse

In Scandinavia, invece, troviamo i Tomtenisse, cioΓ¨ degli Elfi tipicamente associati al Solstizio d’Inverno ed al periodo natalizio, descritti come bassi, con una lunga barba bianca, i quali indossano un cappuccio conico di maglia grigio o rosso, o qualche altro colore brillante.
Essi vivono nelle case e nei fienili delle cascine, agendo segretamente come loro guardiani.
Se trattati bene, proteggono la famiglia e gli animali dal male e dalla disgrazia, aiutano anche nelle faccende e nel lavoro di fattoria.
Ma attenzione, sono noti per essere molto permalosi, soprattutto quando offesi quindi, una volta insultati, di solito giocano brutti scherzi, rubano oggetti e persino mutilano o uccidono il bestiame.
Il Tomtenisse Γ¨ collegato agli animali da allevamento in generale, ma il suo animale preferito Γ¨ il cavallo, facilmente riconoscibile quando Γ¨ un suo prescelto, in quanto sarΓ  particolarmente sano e ben curato.
A volte il Tomtenisse intreccia anche la criniera e la coda e, annullare queste trecce senza permesso, puΓ² significare disgrazia per chi ha commesso il fattaccio, vista l’ira profonda di questa creatura magica, la quale potrebbe far impazzire le persone o morderle.
Il morso di un Tomtenisse Γ¨ velenoso, e di solito Γ¨ necessaria la guarigione ultraterrena.
Dulcis in fundo, non potevano mancare le streghe…

Ph. christels on Pixabay

Sempre in Brasile, troviamo la β€œCrina de Bruxa” (Criniera della Strega), che non Γ¨ altro che una criniera aggrovigliata, in cui il crine del cavallo Γ¨ disposto in modo tale da assomigliare ad una treccia.
Quando gli animali appaiono con la criniera tutta aggrovigliata, si dice, quindi, che sia opera delle streghe.
Ma oggi, razionalmente, si spiega che, dietro i peli aggrovigliati nella criniera del cavallo, si nascondano pipistrelli vampiri, che si nutrono di sangue.
PoichΓ© si attaccano alla criniera del cavallo per potergli succhiare il sangue dal collo, si consiglia di praticare dei piccoli fori nel collo dell’animale, in modo da far defluire il sangue, permettendo cosΓ¬ ai pipistrelli di nutrirsi…
Sempre a proposito di Streghe, un’altra leggenda racconta che le streghe rapivano gli esemplari piΓΉ belli di cavalli, da cavalcare verso luoghi misteriosi e lontani e che, per renderli ancor piΓΉ maestosi e regali, intrecciavano code e criniere con bacche o fiori colorati.
Quando le streghe facevano ritorno, e non avevano piΓΉ la necessitΓ  di usare quel cavallo, con i loro incantesimi risucchiavano la forza dall’animale, lo restituivano al suo padrone nella stalla, e lasciavano le trecce intatte, come ringraziamento.
Al contrario, alcuni proprietari intrecciavano le code dei cavalli con dei nastri, a cui venivano aggiunti talismani adatti a proteggerli dalle streghe.

Ph. Alexas_Fotos on Pixabay

CiΓ² accadeva, in quanto si pensava che i cavalli avessero potere chiaroveggente e che quindi fossero bersagli particolari per le Streghe, le quali li rubavano dalle stalle o dai campi.
Esse li utilizzavano per tutta la notte, per poi riportarli indietro, sudati ed esausti, poco prima dell’alba.
I proprietari, quindi, intrecciavano nastri protettivi incantati su code o criniere, chiamati β€œNodi di Magia”, per proteggere il loro cavallo dalle Streghe, cosa che ancora oggi rimane nella superstizione.
Infatti, modificandola un po’, si crede che si debbano tagliare la coda e la criniera ai cavalli, prima che essi arrivino al Ponte dell’Arcobaleno, ai quali poi lΓ¬ sarΓ  concessa una coda ed una criniera speciale.
Con questo atto, i cavalli potranno dimostrare che, erano talmente amati sulla Terra, che i loro padroni ne abbiano conservato alcune parti, per un perpetuo amorevole ricordo.
Per questo motivo, sono nate delle attivitΓ  che creano ricordi utilizzando il crine di cavallo, e spesso anche di altri animali, affinchΓ© i proprietari possano assicurarsi di poter tenere con sΓ© una parte di loro, anche quando non saranno piΓΉ qui fisicamente.
PerchΓ© i nostri amati cavalli (ed altri animali), non sono mai solo cavalli per noi.
L’amore e la passione che abbiamo per loro, non possono essere spiegati.
Anche perchΓ© non ce n’è davvero bisogno…
Mentre il tempo farΓ  svanire le loro impronte di zoccoli, quelle che rimarranno nei nostri cuori, non scompariranno mai!

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β€œLa speranza Γ¨ il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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