Home MISTERO ISOBEL GOWDIE, LA REGINA DELLE STREGHE SCOZZESI

ISOBEL GOWDIE, LA REGINA DELLE STREGHE SCOZZESI

Scritto da MadameBlatt

Isobel Gowdie è considerata come una delle figure più influenti e più famose di Scozia, nella storia della Stregoneria del ‘600, ma andiamo con ordine…
Auldearn era sempre stato un sonnolento villaggio scozzese delle Highland, il tipo di posto da cui potresti passare senza nemmeno accorgertene.
Tuttavia, nel 1645, con la “Battaglia di Auldearn”, nella quale furono uccisi oltre 2.000 Covenanti*, attraversò un periodo turbolento, che gli fece guadagnare il suo posto negli annali dell’oscura storia della Scozia.

Auldearn-Ph. genuki.org.uk

*I Covenanti erano i membri di un movimento politico e religioso sorto in Scozia nel XVII secolo, così chiamati, durante la Guerra civile inglese, in quanto seguaci del Covenant, una specie di professione di fede religiosa nazionale.

Isobel Gowdie

In seguito, nel 1662, Auldearn divenne teatro di una delle più bizzarre ‘Cacce alle Streghe’, con le confessioni di Stregoneria di Isobel Gowdie, tra le più straordinarie mai registrate.
Per la cronaca, non è stato facile passare le informazioni riguardanti Isobel Gowdie, in quanto probabilmente c’è più mito e fantasia che realtà.
Ma vediamo di saperne di più.
Isobel era una giovane ed attraente donna dai capelli rossi, sposata con John Gilbert, che non ha alcun coinvolgimento nel caso di Stregoneria, alla presumibile età di 15 anni, all’epoca età legale per contrarre matrimonio.
Però, l’età media per sposarsi in Scozia, durante questa epoca, era di ventisei o ventisette anni.

Isobel Gowdie by Lawrence Rasson-ArtStation

Si presume che, all’epoca dei fatti di seguito narrati, ella avesse un’età indicativa tra i 40 ed i 50 anni.
Isobel e suo marito vivevano a Loch Loy, circa due miglia a nord di Auldearn e, molto probabilmente suo marito era un bracciante agricolo, forse un contadino assunto da uno dei fittavoli del Laird of Park e Loch Loy, un certo John Hay.
Come casale, Hay aveva fornito alla coppia un cottage ed un appezzamento di terreno, dove Isobel aiutava il marito a vendere “manzo” e ragnatele di stoffa, per “argento a buon prezzo” al mercato locale.
Secondo i racconti, la donna trascorreva le giornate mungendo le mucche, cuocendo il pane, diserbando e filando.
Infatti, i registri locali dell’epoca indicano, che gli inquilini del Laird of Park coltivavano lino per la vendita.

Isobel Gowdie: The Story of a Witch Condemned of Witchcraft
Nonostante Isobel non fosse in grado di leggere o scrivere, possedeva una buona immaginazione e sapeva esprimersi in modo eloquente, cosa che probabilmente la distingue dagli altri processi alle Streghe dell’epoca, proprio per il volume della sua confessione.
La descrizione delle sue confessioni scivolò nell’oscurità per quasi duecento anni, fino a quando furono pubblicate nel 1833, in “Ancient Criminal Trials in Scotland” di Robert Pitcairn.
Sebbene le confessioni siano state rapidamente diffuse, i documenti originali sono scomparsi, venendo ritrovati solo due secoli dopo negli archivi nazionali della Scozia, in una scatola di carte non catalogata, un tempo appartenente al padrone di casa di Isobel, il Laird of Park.

Nel giro di un mese e mezzo, Isobel confessò quattro volte la sua Stregoneria.

1) 13 Aprile 1662: La donna descrive un incontro con il Diavolo, da lei organizzato, di notte nella chiesa di Auldearn. In quell’occasione, la donna ha rinunciato al suo battesimo e il Diavolo le ha messo un segno sulla spalla, succhiandole il sangue da essa. Inoltre, Isobel ha parlato di altri partecipanti al rito, tra cui Janet Breadhead e Margret Brodie. Ha menzionato di avere avuto rapporti sessuali con il Diavolo, che ha descritto come un “uomo grande, nero, massiccio” molto freddo. Questo essere aveva piedi biforcuti e spaccati, che occasionalmente erano coperti da scarpe o stivali. La donna ha spiegato che delle scope erano state poste sul suo posto nel letto accanto al marito, per impedirgli di notare che era lei fosse assente. Questa congrega mangiava e beveva il miglior cibo nelle case in cui arrivava, volando in aria su cavalli magici ed entrando dalle finestre. A Downie Hill erano stati intrattenuti dalla Regina delle Fate, conosciuta anche come la regina di Elphame. Inoltre, afferma di essersi trasformata in una taccola (uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei corvidi) e che altri membri della congrega si siano trasformati in gatti e lepri.

2) 3 Maggio 1662: In questa confessione, Isobel ricorda i soprannomi dei membri della sua congrega e di tutti gli spiriti che servono. Il suo stesso spirito servitore, vestito di nero, era conosciuto come il Read Reiver. In questa occasione, la donna rivendica la loro capacità di trasformarsi in animali, con canti individuali usati per trasformarsi in un gatto, cavallo o vari altri animali. Nel corso delle sue confessioni, ha pronunciato un totale di ventisette canti benevoli o malevoli, ovvero più che in qualsiasi altro caso di Stregoneria britannica.

3) 15 Maggio 1662: La trascrizione, come la sua prima e la seconda confessione, inizia descrivendo in dettaglio il suo patto con il Diavolo, dopo che lei lo ha incontrato nella chiesa di Auldearn. Continua, narrando come, mentre era nella forma di taccola, fosse inseguita da un branco di cani, quindi era corsa di casa in casa, finché non aveva avuto l’opportunità di pronunciare il canto, per trasformarsi di nuovo in un essere umano. Dice che, quando una Strega assumeva la forma di una lepre, i cani potevano morderla ma, mentre non potevano ucciderla quando era in fase Mutaforma, i segni dei morsi e le cicatrici sarebbero rimaste visibili una volta ripristinata la forma umana.

4) 27 Maggio 1662: Ultima confessione, nella quale Isobel sostanzialmente conferma le tre testimonianze precedenti, mentre il Tribunale tenta anche di ottenere maggiori informazioni sui membri della congrega, al fine di portare accuse contro di loro. A seguito delle dichiarazioni di Janet Breadhead ed Isobel Gowdie, 41 persone vengono state arrestate.


Naturalmente, Isobel non confessò di sua spontanea iniziativa, ma sembra che almeno sfuggì agli orrori della tortura giudiziaria o della tortura fisica illegale dell’epoca.
Pare probabile che sia stata sottoposta agli orrori della privazione del sonno, anche se si sospetta che possa anche aver subito un’umiliazione di fronte ad un ‘pungitore di Streghe’, uno che all’epoca era noto per essere attivo a Moray e che si chiamava John Dickson.
In seguito, si scoprì che il signor Dickson era in realtà una donna, di nome Christian Caddell, la quale fu deportata alle Barbados nel 1663, per il suo comportamento fraudolento.


Comunque, può apparire strano alla mentalità moderna, che qualcuno si potesse alzare spontaneamente in tribunale e confessare di aver stretto un patto con il Diavolo, o di aver eseguito un rituale o un incantesimo, causando la morte di un bambino, e così firmare la propria condanna a morte.
Eppure molti lo fecero…

Altri invece furono sottoposti alle torture in uso all’epoca:

˜ TORTURA GIUDIZIARIA- era l’applicazione della coercizione fisica nell’ambito del procedimento giudiziario, per estorcere una confessione, ma solo con il permesso concesso dal Privy Council (Consiglio privato di Sua Maestà). Ciò includeva anche l’uso di viti a testa zigrinata e lo stivale di ferro. La maggior parte dei casi di Stregoneria si svolgevano nei tribunali della Chiesa, che però non sono mai stati legalmente autorizzati ad usare la tortura diretta per ottenere una confessione. Nonostante ciò, è provato che i dispositivi di tortura erano usati illegalmente.

˜ MARCHIO DI STREGA O PUNGITORE- questo metodo era considerato legale e c’erano persone appositamente impiegate per ciò. Il pungitore doveva cercare come segno del Diavolo, un punto sul corpo della presunta Strega, in cui uno spillo poteva essere infilato senza sanguinamento o dolore. Ciò era visto come una prova che la Strega aveva stretto un patto con il Diavolo, ottenendo poteri per causare il “maleficium”. Il pungitore iniziava spogliando la vittima e radendola dalla testa ai piedi. Quindi si infilava più volte un oggetto (spesso era una rozza spilla fatta a mano, molto spessa e lunga molti centimetri) nelle carni della vittima, fino a trovare il punto giusto. A volte la vittima sveniva durante l’esperienza ed era incapace di gridare dal dolore. In altri casi, parti del corpo si martoriavano fino all’intorpidimento. E molto spesso, il pungitore di Streghe usava una lama retrattile, in modo che potesse sembrare che lo spillo fosse entrato nella carne dell’accusato, quando in realtà la lama era stata ritirata nell’asta del manico. La maggior parte delle vittime accusate erano donne, che venivano spogliate nude in pubblico e maneggiate su tutto il corpo, un umiliante abuso sessuale. Così tante confessavano pur di farlo smettere.

˜ PRIVAZIONE DEL SONNO- L’imputato era tenuto in isolamento e sorvegliato dalle guardie. Questa non era considerata una tortura, e probabilmente era il mezzo con cui la maggior parte degli accusati di Stregoneria furono dichiarati colpevoli. Uno degli effetti più pronunciati della privazione del sonno erano le allucinazioni.

˜ CONDIZIONI CARCERARIE DURE- Era inclusa la mancanza di cibo e calore, oltre ai vari maltrattamenti da parte delle guardie, comprese le percosse.

˜ VIOLENZA DELLA FOLLA

˜ MINACCIA DI UNA ESECUZIONE CRUDELE

Regina delle Fate by Henry Meynell Rheam

Tra i vari racconti di Isobel circa le sue esperienze stregonesche, ce ne sono alcuni sulle Fate.
La donna ha affermato di essere andata sulla collina di Downie, e di aver banchettato con il re e la regina delle fate.
Il re era un simpatico uomo dalla faccia larga, mentre la regina era vestita con delle lenzuola bianche.
Quando era lì, Isobel si è spaventata molto per i “Tori d’acqua”, creature mutaforma che possono trasformarsi con sembianze umane, che ha incontrato.
Isobel, trasformatasi con sembianze di un corvo, poi si è intrufolata nelle cantine e nelle cucine dei castelli e delle case di quel luogo, per mangiare il loro cibo, rubare la birra dai barili ed eseguire rituali magici.


Ha affermato di aver viaggiato verso la “Casa degli Elfi”, dove ha visto giovani Elfi che intagliavano teste di frecce elfiche.
Lei e le sue compagne hanno fatto degli incantesimi con cannucce di mais poi, gridando “Cavallo e Cappello nel nome del diavolo!” sono volate in aria, sparando frecce di elfo ai passanti.
Poiché non avevano archi, le frecce venivano lanciate con un colpo sul pollice.
Isobel ha raccontato, che la sua congrega aveva ucciso molte persone con queste frecce, poiché la morte era inevitabile se si veniva colpiti da una di esse.
Inoltre, ha confessato di aver fatto almeno una trentina di incantesimi, tra cui quelli di trasferimento di malattia, in cui un individuo viene curato, deviando la sua malattia su qualcuno o qualcos’altro.
Isobel ha descritto un rituale, in cui una malattia è stata trasferita da un bambino stregato alla cintura della sua culla e poi su un gatto o un cane.
Ha narrato, quindi, di aver fatto anche rituali ed incantesimi per guarire le persone, tanto che parecchi la vedevano come una sorta di “donna saggia” che, in assenza di dottori, si dedicava alle esigenze mediche dei poveri.
Non esiste una documentazione circa l’esecuzione di Isobel, e non è una cosa insolita visto che, a quei tempi, circa il novanta per cento degli esiti dei processi alle Streghe scozzesi non veniva conservato con cura.
E’ molto probabile, comunque, che Isobel Gowdie e Janet Breadhead siano state giudicate colpevoli in un processo locale tenutosi a metà luglio poi, di conseguenzao al verdetto, siano state trasportate su un carro a Gallowhill, alla periferia di Nairn, dove sarebbero state strangolati e bruciate.
All’epoca si usava bruciare il corpo defunto di chi era ritenuta Strega, per evitare qualsiasi tipo di Stregoneria post mortem.
Inoltre, l’esecuzione doveva essere pubblica, con l’intera comunità costretta a partecipare, per testimoniare i fatti.

Isobel Gowdie ha raggiunto la notorietà anche in tempi moderni, essendo stata oggetto di numerose opere tra cui:
La confessione di Isobel Gowdie (1990), un acclamato pezzo orchestrale di James Macmillan.
L’amante del diavolo (1915), un romanzo di John Brodie-Innes.
The Drowning Pond (2005), un romanzo di Catherine Forde.
Isobel (1977), un romanzo di Jane Parkhurst.
Night Plague (1994), un romanzo di Graham Masterton.
The Witch of Auldearn (2007), un’opera teatrale di John Lawson.
Isobel Gowdie (1972), una canzone dei Sensational Alex Harvey Band, dal loro album “Frame”.

Isobel Gowdie, by folkhorrorrevival.com

Insomma, Isobel è diventata così famosa, non solo per la sua capacità di lanciare incantesimi e profetizzare, oltre a predire il futuro guardando nelle tazze da tè delle persone, o leggendo i palmi delle loro mani.
A volte veniva chiamata “Isobel dalla barba lunga”, per i suoi lunghi capelli bianchi, oppure “Green Lady” per la sua dimestichezza nel maneggiare ed utilizzare le proprietà delle piante.
Fatto sta, che il suo fantasma perseguita ancora l’area intorno ad Auldearn, come raccontano diverse testimonianze.
State attenti…

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