Home MISTERO ROSANIA FULGOSIO, IL FANTASMA DEL CASTELLO DI GROPPARELLO

ROSANIA FULGOSIO, IL FANTASMA DEL CASTELLO DI GROPPARELLO

Scritto da MadameBlatt

Gropparello è un Comune italiano situato in provincia di Piacenza, in Emilia-Romagna.
Il suo nome deriva dal longobardo ‘Groppo’, col significato di ‘formazione rocciosa tondeggiante’.
In cima ad uno sperone roccioso, su uno strapiombo che domina il torrente Vezzeno, formando un orrido di circa 85 metri di altezza, sorge il Castello di Gropparello, praticamente inespugnabile nei secoli, vista la sua posizione strategica.
Chiamandosi anticamente Rocca di Cagnano, intorno all’840, divenne di proprietà della Chiesa piacentina, quando il vescovo di Piacenza, Giuliano II, si recò a dorso di mulo fino ad Aquisgrana, per chiedere all’imperatore Carlo Magno la concessione di un feudo, che comprendeva appunto anche il Castello di Cagnano.

Castello di Gropparello-Ph. scopripiacenza.it

In seguito, nel periodo della guerra tra Guelfi e Ghibellini, appartenendo il Castello al vescovo, naturalmente guelfo, e rappresentando l’unica roccaforte guelfa nel territorio piacentino, divenne teatro dei terribili scontri, anche se i soldati lo attaccavano malvolentieri, non volendo commettere un sacrilegio.
Nel 1200, il maniero divenne dimora privata della potente famiglia guelfa dei Fulgosio, per lascito dell’allora vescovo di Piacenza, Filippo Fulgosio.
E qui inizia la storia che ci interessa.
E’ noto, che tutti i castelli abbiano i loro fantasmi, spesso anime inquiete dei tanti soldati caduti nelle battaglie a sua difesa.
Gropparello non fa eccezione, con la sua leggenda di rumori sinistri, passaggi segreti, stanze occultate e trabocchetti, contorno ideale storie affascinanti e malinconiche, ma la sua protagonista principale è Rosania Fulgosio.
La bellissima e giovane Rosania Fulgoso era sposata con Pietrone da Cagnano, matrimonio non certo dettato da un sentimento d’amore, bensì da ragioni economiche e politiche.

Castello di Gropparello-Ph. appenninoemilia.it

Però, si diceva che Pietrone, il quale con quelle nozze sarebbe divenuto il legittimo proprietario del castello e delle terre circostanti, fosse sinceramente innamorato della giovane donna che si accingeva a condurre all’altare, nota per la sua straordinaria bellezza e per la sua grande bontà d’animo.
Nonostante i festeggiamenti in pompa magna e la gentilezza del consorte, la fanciulla quel giorno era triste e malinconica, in quanto non ricambiava i sentimenti di Pietrone.
Sembra, che a spingerla a quell’unione fosse stata la madre, desiderosa che la figlia divenisse contessa di Cagnano e sposasse un uomo ricco e con grande valore militare.
Col matrimonio combinato, Rosania fu costretta a dire addio all’uomo che amava realmente, Lancillotto Anguissola, un giovane capitano di ventura, fedele al marchese Pallavicino, ma avversario dei Fulgosio e dei Cagnano.
Ad un certo punto della loro vita, Pietrone partì per la guerra e, senza il suo signore, il Castello venne conquistato dagli invasori, tra i quali c’era proprio il vecchio amore di Rosania, Lancillotto Anguissola.
Fra i due si riaccese subito la passione di un tempo e Lancillotto si stabilì al maniero, diventando l’amante di Rosania.
Furono giorni felici, finché Lancillotto ripartì per combattere nuove battaglie.
Quando Pietrone tornò dalla guerra, venne a sapere dell’offesa ricevuta da Verzuvia, un’anziana fantesca che in gioventù era stata sua balia, della quale si fidava ciecamente, e che aveva posto come cameriera personale della moglie.
Quindi, accecato dalla gelosia, e colpito nell’onore, decise un’atroce vendetta.
Con la scusa di costruire un nascondiglio sicuro e segreto in caso di pericolo, fece scavare un antro sotto le fondamenta del Castello, e costruì una stanzetta senza porte né finestre.
Poi, organizzò un sontuoso banchetto, narcotizzò l’ignara moglie e la rinchiuse viva nella camera fino alla fine dei suoi giorni, dove Rosania morì di stenti.

Castello di Gropparello-Ph. visititaly.it

L’omicidio della moglie spezzò in due l’anima di Pietrone, perché innamorato di Rosania, non riusciva a perdonarsi di averla uccisa.
L’uomo sfogò la propria ira contro Verzuvia, accusandola di essere la causa della morte della donna che amava, e la pugnalò, gettando il suo corpo nel torrente di Vezzeno, dove venne ritrovato poco dopo.
Poi, probabilmente distrutto dal senso di colpa, perse completamente il senno: indossò l’armatura, montò a cavallo e imbracciando la spada si gettò nell’orrido su cui si affaccia il Castello, trovando la morte sulle rocce del burrone.
Scomparendo, Rosania legò indissolubilmente il proprio nome e la propria vicenda all’unico testimone del delitto, ovvero il Castello.

Ph. Carlos Caetano-siviaggia.it

Da allora, il suo spirito si aggira tra le mura del Castello che protegge, facendo sentire i suoi lamenti durante la notte.
La povera sposa infelice si sente ancora gemere e piangere, alla ricerca della tanto agognata pace e dell’amore perduto.
Né Rosania né la stanza furono mai più mai ritrovate, ma ancora oggi, nelle notti di vento, si sente una voce invocare aiuto.
Gli attuali proprietari ed alcuni visitatori giurano di aver sentito, e più volte intravisto, la figura di una giovane donna coi capelli raccolti, che appare e scompare attraverso le pareti.
È lo spirito dolente della dolce Rosania, murata viva, che cerca ancora di fuggire dalla stanza segreta.
Dal 1994, il Castello è proprietà della famiglia Gibelli, che lo ha aperto al pubblico, con visite guidate e la creazione di ambienti tematici per bambini.

Ph. 3pietre.it

E, ancora oggi, lo spirito inquieto di Rosania abita le stanze del Castello, in special modo i sotterranei.
Fate silenzio ed ascoltate:
nelle notti ventose, si può sentire una voce invocare aiuto, piangendo sommessamente.
E’ lo spirito di Rosania, che chiede aiuto dalla sua stanza di morte…

 

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