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MANDRAGOLA, LA LAMPADA DEL DIAVOLO

Scritto da MadameBlatt

Mandragora è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, conosciuto anche come Mandragola.
Il suo nome deriva dal persiano ‘mandrun-ghia’ = ‘erba-uomo’, per la forma antropomorfa delle radici.
Altri nomi sono: Herbstalraune, Mandrake, Mandragore.
Si tratta di piante erbacee perenni fetide, poste a livello del terreno, alte fino ad una trentina di centimetri, con foglie disposte in rosetta basale, al cui centro nascono i fiori di colore dal bianco-verdastro a blu pallido o viola.
Tra le varie specie, una è Mandragola mediterranea (Mandragora officinarum) di origine appunto mediterranea, radice eretta spesso ramificata, e fiori campanulati bianco-verdastri, seguiti da bacche gialle o arancioni.
Un’altra specie è la Mandragola autunnale (Mandragora autumnalis), di origine balcanica e con fiori violacei.

by eriktx on Pixabay

La Mandragola è una specie estremamente tossica, contenente alcaloidi simili a quelli della scopolamina, josciamina ed atropina, presenti anche nella Belladonna  e nel Giusquiamo .
Dosata moderatamente viene talvolta utilizzata come preanestetico e nella cura degli spasmi intestinali, oltre che nell’omeopatia come rimedio sedativo nei casi di asma e tosse.
A causa di questi alcaloidi tropanici allucinogeni deliranti, che causano appunto delirio ed allucinazioni, e la forma delle loro radici che ricordano figure umane, nel corso della storia, la Mandragola è stata sempre associata ad una varietà di pratiche religiose e spirituali.
E’ stata (ed è ancora) a lungo usata nei rituali magici, nelle pratiche pagane contemporanee come Wicca ed Heathenry.
Tuttavia bisogna precisare, che le “Mandragole” utilizzate in questo modo non erano sempre specie di Mandragora, ma spesso si trattava di Bryonia alba.

La Mandragola è una pianta sacra, sia nella sua accezione positiva sia negativa: può dare la vita come la morte.
Evocando il corpo umano, essa rappresenta la panacea, ma contiene anche una forza malefica.
Si pensava che, strappare dal terreno una Mandragola, provocasse una morte istantanea, in quanto essa era lo strumento di Dio come del diavolo.
Infatti, nell’ epoca romana, si credeva che la Mandragola, svellendola dal terreno, avrebbe risvegliato il demone.
Quindi, si suggeriva di disegnare tre cerchi e di legarla al collo di un cane con un filo nero, per evitare l’evocazione malefica.

Ph. cronachediscienza.it

Nelle regioni appenniniche del lago Scaffaiolo (Modena), la Mandragola era considerata un potente rimedio contro i temporali e le bufere.
I pastori del luogo guardavano di mal occhio gli escursionisti, temendo che essi raccogliessero la pianta, spesso maltrattando i malcapitati soprattutto dopo una tempesta, ritenendoli responsabili delle perturbazioni atmosferiche.
Si narra che, quando la magica pianta viene estratta dal terreno, emetta un grido che fa morire chi lo sente.
Gli Assiri impiegavano il fumo della radice bruciata come esorcismo, soffiandolo sul corpo della persona da guarire, per cacciare il male, così come in Armenia si bruciava la radice per allontanare gli spiriti malvagi, mentre in Israele era nota come amuleto per rendere fertili.
Nel Testamento di Salomone (I – III secolo d.C.), si fa probabilmente riferimento alla radice di Mandragora dicendo, tra l’altro, che sotto la pietra preziosa dell’anello magico di Salomone, portatogli dall’arcangelo Michele, ci fosse un pezzo di radice della pianta, e che tale anello servisse per assoggettare gli spiriti e curare gli ossessi.

Mandragora officinarum-Ph. magicgardenseeds.it

I nomi ebraici ed arabi per la pianta si riferiscono ad essa come “l’ardente“, o “Lampada del diavolo”, in quanto si credeva che brillasse di notte con una fiamma ultraterrena.
L’uso farmaceutico di questa pianta risale ai tempi più antichi e, superstiziosamente, gli uomini la credevano capace di provocare l’amore e di creare ricchezza.
Per queste virtù la Mandragola era nota anche come Circea, alludendo alle meravigliose ed incantevoli arti della maga Circe.
Ciò si spiegherebbe, in quanto la Mandragola era la pianta per eccellenza di Ecate, la quale probabilmente, in origine, era una Dea asiatica della Terra.

Ecate

Madre delle maghe Circe e Medea, viveva in Caria (Asia Minore) ed era la Dea ctonia degli Inferi, la “Signora del mondo sotterraneo”, a cui erano rivolte formule di incantamento, oltre ad essere la Dea delle streghe, degli spiriti notturni, delle nascite e dei trivi.
Causava nell’uomo sonno pesante, sogni gravosi, stati di coscienza mutevoli, epilessia e pazzia, e portava una corona composta da serpenti e rami di quercia (esiste un’associazione tra Mandragora e quercia, secondo una leggenda francese del picchio).
Il cane era il suo animale sacro e spirito aiutante, ed essa stessa appariva come fantasma di un cane, oltre al fatto che era evocata come “nero cane”.


Pertanto, il cane era l’animale da sacrificare e dedicare a Ecate, durante la raccolta della radice di Mandragola, offerto anche nei templi a lei dedicati.

 

Miniatura Francia, XIV sec.

Spongia Somnifera

Esiste un’antica forma di anestetico, che utilizzava gli effetti inebrianti ed antidolorifici di piante come la Mandragola, il giusquiamo insieme all’oppio e ad altri ingredienti.
I liquidi volatili delle piante venivano assorbiti da piccole spugne, per immagazzinare il liquido una volta asciugato.
Quando era pronta per l’uso, la spugna inumidita veniva posta sotto il naso del paziente ed inalata, per beneficiare dei suoi effetti anestetici.
Le prime testimonianze delle spugne risalgono all’antico Egitto.

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Per la rassomiglianza della figura umana, la cui radice ricorda gli arti inferiori dell’uomo, Pitagora la chiamò Anthropomorphos e l’iconografia, che sin dai tempi più lontani fu ricchissima, non abbandonò mai tale fantasticheria.
L’uso della pianta come “semplice” fu enfatizzato con l’avvento della “Dottrina delle Segnature” , che sfruttò altresì la già esistente atmosfera magica attorno ad essa.
Nel Medioevo, la diffusione della Mandragola fu enorme e divenne il simbolo delle arti occulte.
In tutte le pratiche magiche se ne fece un largo impiego, sfruttando gli effetti allucinogeni delle polveri e dei succhi.

Alraun-1491

In antiche tradizioni germaniche, si utilizzava il corpo della radice di alcune piante antropomorfe, soprattutto la Mandragora, come contenitore per lo spirito.
Venivano eseguiti preparativi rituali, per portare lo spirito nel feticcio e venivano fatte offerte regolari, per mantenere il tutto attivo.
Questa radice/contenitore/feticcio era conosciuto come Mannakin, Mandragora o Alraun, e veniva trattata con tutti gli onori.
Il Mannakin agiva come uno spirito familiare, protettore ed insegnante.

Alraun by DeepWithintheHollow on Etsy

Il feticcio e il suo spirito venivano spesso tramandati di generazione in generazione, mantenendo il contratto con lo spirito originale, ed erano spesso conservati in una scatola simile a una bara, che era tenuta in un luogo segreto, poiché il Mannakin doveva sempre rimanere invisibile.

Homunculus

Altre fantastiche storie riguardano la nascita della pianta che, essendo di fattezze umane, non poteva altro che provenire dall’uomo, secondo il mito del “Homunculus”.
L’Essere innaturale, simile all’uomo, era ottenuto dallo sperma umano posto nelle più differenti strutture biologiche.
Così la tradizione popolare cercò fra gli uomini, chi poteva essere l’inseminatore e lo trovò in Adamo, il cui sperma, caduto sulla terra, originava la magica radice. Anche lo sperma degli impiccati, avendo trovato alcune piante sotto i patiboli, fu reputato in grado di generare la Mandragola.

Homunculus

Tutto ciò portò ad affermare, che la pianta, posta in un vaso accanto a sperma e mestruo femminile, potesse creare quindi l’Homunculus, cioè l’Essere innaturale dotato di poteri formidabili.
A seguito delle conoscenze che i Crociati portarono in Europa al ritorno dalla Terra Santa, la Mandragola era il rimedio più costoso in assoluto.
Quindi, si ritiene che molte leggende siano state create appositamente, per mantenerne alto in prezzo visto che, per esempio, nel 1690 una radice costava lo stipendio annuale di un artigiano medio.
Esistevano vari rituali per arricchirsi con la Mandragola: messo un pezzetto di radice in una cassetta o borsa con delle monete, le decuplicava in un giorno.


Nel ‘400, durante la luna di maggio, in Francia si preparavano talismani e amuleti con la polvere o le foglie seccate, in modo che procurasse amore e denaro, credenza talmente diffusa, che si faceva bruciare le Mandragore che la gente teneva in casa, sicuri che, in quel modo, non sarebbe mai diventata povera.
Anche se in seguito, un articolo del diritto di Bordeaux prescriveva pene severe, per chi usava la Mandragola con l’intento di procurarsi ricchezze.
Giovanna d’Arco portava la Mandragola nel corpetto, per avere “buona sorte, ricchezze e cose temporali”, coraggio e poteri particolari, e che le faceva udire le voci misteriose: tutte cose che la portarono al rogo.


Nel XVI secolo, era vietato ai carcerati il possesso di radice di Mandragola, perché si credeva che avesse il potere di aprire qualsiasi serratura, specialmente quelle di ferro vecchio, e soprattutto quelle di forzieri contenenti tesori .
Ciò ci riporta alla leggenda su citata del picchio, che usa la stessa radice per aprire il suo nido chiuso.
In Inghilterra, si credeva che la Mandragola avesse il potere di far vincere i processi e di far ottenere grandi vantaggi in carriera e nel gioco, mentre in Austria si pensava che, chi otteneva improvvisamente una grande fortuna, avesse una radice di Mandragola in tasca.


In Romania si racconta, che il possessore della Mandragola possa chiederle qualunque cosa ed arricchirsi rapidamente e, a tale proposito raccomanda:
Una domenica, recati a cercarla nel campo, dalle da mangiare e da bere (del vino o del pane) e portala a casa tua, circondata da musicisti e da folla; se le rendi, in seguito, gli onori che merita, se le mostri un volto allegro, se non litighi e non bestemmi (stai attento a non dimenticare nessuno di questi consigli, perché essa ti ucciderebbe), potrai inviarla ovunque, chiederle qualunque cosa ed essa te la concederà. Ma stai attento: non far trascorrere una domenica senza condurre presso la pianta musicisti o uomini del villaggio per danzare; e non cessare di essere sempre allegro, specialmente in quel giorno”.


Inoltre:

Se vuoi ottenere fortuna, cuci con le tue mani un sacchetto di stoffa blu e inserisci polvere di Mandragola, grano o farina, una piccola pietra di alta montagna, una margherita e un’oliva e, all’alba di un giovedì di dicembre, tenendolo stretto nelle mani, pronuncia le seguenti parole magiche: “Beliaz-Ivhaz-Avanhaz-Sira-Manuta-Ilka”. Poi indossalo appeso a un cordino blu, senza che sia mai toccato da alcuno tranne che te.

Se vuoi ottenere ricchezza, recati a mezzanotte di ogni luna piena, nel luogo dove cresce la Mandragola, versale intorno in circolo del latte misto a vino tenuto in una brocca d’argento, poi inginocchiati davanti a lei, pregala di voler esaudire il desiderio ed infine sotterra vicino alla radice una moneta d’oro o d’argento, dicendo mentre ricopri con la terra: “Zibak-Izerav-Afraun”. Gli affari ed i guadagni prospereranno di molto se la moneta è d’argento, di moltissimo se d’oro, ma ricordati di ripetere il rito ogni mese, durante la luna piena, almeno per tredici mesi, altrimenti lo spirito della Mandragora si adirerà, causandoti miseria.

Se vuoi vincere al gioco, scrivi il tuo nome su un biglietto di carta bianca con inchiostro magico blu, seguito dalla parola RHALAZ, poi arrotolalo intorno ad un pezzetto di radice di Mandragola e fissalo con un filo o una catena in oro, o con un nastro blu, e tienilo sempre in tasca, dalla parte del cuore.

Se vuoi ottenere denaro extra, metti in una scatola di legno del denaro in banconote, denaro in monete, una moneta d’oro, una d’argento, un anello d’argento o oro bianco con zaffiro, grani d’incenso, semi di girasole, alcuni chicchi di grano, un po’ di farina, un po’ di zucchero, una bottiglietta d’olio, una pietra raccolta in un fiume, e della polvere o foglie o radice di Mandragola.

Se vuoi protezione contro invidia, malie e sortilegi, cuci con le tue mani un sacchetto di stoffa rossa e inserisci un po’ di polvere di Mandragola, timo, ruta, incenso, sale, tre spine di rosa, un pezzetto di legno di olivo e un pezzetto di carbone. All’alba di un martedì di marzo, tenendo il sacchetto nelle mani, pronuncia le parole magiche: “Issax-Bezak-Makan-Ezeliah-Zanan-Ezeliah-Myrzah”, poi, indossalo legato a un cordino rosso, facendo in modo che non sia mai toccato da estranei.

Se vuoi fare una strabiliante vincita al gioco, all’alba del giorno di San Giovanni, metti in un piccolo sacchetto di lino blu o bianco, della polvere di Mandragola mischiata a polvere d’oro e d’argento, chiudilo con nastro rosso e tienilo sempre con te.

PIANETA: Mercurio
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Capricorno
CHAKRA: 1, Mūlādhāra (C. della Radice)

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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