Verbascum è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae, che riunisce circa trecento specie di piante erbacee perenni ed annuali, originarie dell’Europa e dell’Asia.
Alcune specie sono molto diffuse anche in Italia, spesso come piante infestanti, come il Verbascum thapsus, conosciuto volgarmente col nome di Tasso barbasso.
Il nome deriva da “barbascum” = barbuto, con allusione alla lanugine che riveste la pianta.
Altre fonti dicono che, invece, potrebbe derivare dal latino verber = verga, bastone, in quanto i fusti di tali piante potevano essere utilizzati in antichità, come supporto per i ceri in varie cerimonie.
Da qui scaturirebbe l’altro suo nome popolare di “Candela regia”.
Nomi in altre lingue: Gewöhnliche Kleinblütige Königskerze, Molène thapsus, Candlewick plant, Flannel Plant, Common Mullein, Guardalobo, Mullein.
Il Verbasco Tasso barbasso può raggiungere i 2 metri d’altezza e presenta fusto eretto, forte, simile ad una verga, talvolta ramificato, foglie vellutate e i fiori giallo intenso.
Cresce in vegetazioni ruderali, nelle radure boschive, ai margini delle strade, in campi incolti, dal livello del mare alla fascia montana.
Il Verbasco attrae molti tipi di insetti e può essere utilizzato per attirare farfalle, api mellifere ed altri visitatori nel tuo giardino.
Prima dell’introduzione del cotone, si usavano le foglie ed i fusti della pianta come stoppini per le lampade.
I semi, se ingeriti, sono tossici e possono causare avvelenamento.
Plinio consigliava l´uso del Verbasco nei casi di lesione o di irritazione polmonare.
Le foglie ed i fiori del Verbasco sono usati per scopi medicinali, in quanto le foglie contengono una grande concentrazione di mucillagini, che possono avere azione emolliente ed astringente.
Decotti ed infusi venivano usati anticamente per calmare la tosse, in particolare quella secca; inoltre era utile nel rimuovere il dolore delle emorroidi e nel trattamento della diarrea.
I fiori contengono una resina, un glucoside, acido fosforico ed un olio volatile.
Con l’infuso di fiori si preparava un rimedio per catarri, coliche, ecc., e da essi veniva prodotto un olio di Verbasco, il quale veniva usato per il dolore e la pulizia delle orecchie.
Inoltre, l’olio di Verbasco era considerato un distruttore di germi di malattie: i fiori freschi, immersi per 21 giorni nell’olio d’oliva, fungevano da battericida.
In effetti, test di laboratorio dimostrano una forte attività antinfiammatoria negli estratti di Verbasco.
Inoltre, un estratto delle foglie può essere utilizzato, per prevenire la crescita delle larve di zanzara.
In Europa, le foglie essiccate venivano affumicate in normali pipe, per alleviare l’irritazione delle membrane mucose, così come usavano fare gli indiani Choctaw del Nord America.
I fiori immersi nell’acqua erano usati dalle donne romane, per tingersi i capelli di giallo.
Oggi sono utilizzati per aromatizzare liquori.
Si narra che Ulisse ne portasse con sé una certa quantità, allo scopo di proteggersi dai malefici della maga Circe che, come noto, trasformò in maiali i suoi compagni di viaggio.
Nell’antichità questa pianta era utilizzata in modo rituale, per proteggersi dagli spiriti maligni.
I Romani utilizzavano le sue foglie, per avvolgervi i fichi, ritenendo che in tal modo il frutto si conservasse meglio nel tempo.
Fra le essenze florali di Bach, il Verbasco è indicato per coloro che difettano di fermezza morale e che ricorrono alla disonestà o all’inganno, per risolvere i problemi quotidiani.
Nel folklore anglosassone di epoca medioevale, il Tasso barbasso aveva un uso magico consistente, che lo vedeva protagonista sia di incantesimi atti a scacciare i demoni e le creature del male, sia come ingrediente di pozioni magiche e stregonesche.
Infatti, un altro nome di questa pianta è “Hag’s Taper” (torcia) riferendosi ad una superstizione, secondo cui le streghe lo usavano per l’illuminazione nei loro incantesimi.
Si diceva che le donne quacchere, che non potevano usare i cosmetici, si strofinassero le foglie sulle guance per renderle rosse, simili al fard: l’effetto sarebbe durato un po’, ma purtroppo si trattava di un arrossamento causato dall’irritazione della pelle dovuta ai peli uncinati sulle foglie.
Un colorante verde permanente può essere ottenuto dalle foglie del Verbasco, estraendo il pigmento ed aggiungendo acido solforico (non è esattamente una ricetta casalinga).
Maud Grieve (autrice della scuola ‘The Whins Medicinal and Commercial Herb School and Farm a Chalfont St. Peter), sosteneva che la cenere della pianta, trasformata in sapone: “ripristinerà i capelli che sono diventati grigi al loro colore originale“.
Nel Medioevo, si diceva che la Madonna viaggiasse attraverso la Terra durante il raccolto, benedicendo tutto con il Verbasco.
Da qui deriva un altro nome, “Candela di Nostra Signora” ed anche un detto:
“La nostra amata Signora passa per la Terra, portando il Verbasco in mano!“
Si diceva persino, che a volte toccasse i malati con uno stelo di Verbasco e li guarisse.
Dal bellissimo libro “Medicina della Stregoneria”, riporto il rituale relativo alla raccolta del Verbasco e di altre erbe da utilizzare nei riti di questo periodo dell’anno:
“…le erbe per la festa di agosto (Lammas) devono essere raccolte prima del sorgere del sole dalle donne scalze, che pronunciano gli incantesimi, in silenzio e nude, senza essere visti e senza pensare a niente. Non tagliare mai con un coltello di ferro o scavare con una vanga di ferro, perché toglierebbe il potere dell’erba”.
Secondo James George Frazer in ‘The Golden Bough’, il Verbasco si passava attraverso il fuoco di mezza estate, per creare un incantesimo per proteggere la mandria di bovini.
Si metteva anche nei bidoni del burro in Irlanda, se il burro ancora non fosse stato pronto.
I semi del Verbasco contengono piccole quantità di rotenone e cumarina e, mangiati dai pesci, possono renderli abbastanza inattivi da essere catturati a mano; per questo motivo la pianta veniva utilizzata come aiuto per la pesca.
Solitamente usato in magia contro i demoni, se una persona porta con sé un ramoscello di Verbasco, non sarà terrorizzato da alcun timore, né gli farà male una bestia selvaggia, né si avvicinerà alcun male.
Una storia popolare, che mi piace, racconta che la gente di campagna medievale usava il Verbasco, per sapere se il loro amato era fedele.
Piegavano la pianta verso la casa dell’innamorato: se riprendeva la posizione verticale, tutto andava bene, ma se il Verbasco si ammosciava, quel sentimento era falso.
Un altro modo significativo dice che, se tocchi il Verbasco piantato fuori la casa di una persona, e la pianta si china verso l’abitazione, chi ci vive, ti ama.
Il Verbasco può aiutarti ad addormentarti, poiché è leggermente sedativo, ma incoraggia i sogni lucidi e profetici, così come i viaggi astrali.
ATTENZIONE: I piccoli peli, che ricoprono ogni centimetro di una pianta di Verbasco, sono molto irritanti per la pelle e le mucose. Prestare attenzione durante la raccolta e filtrare sempre molto bene i liquidi con il Verbasco, per rimuovere i piccoli peli prima di ingerirli.
CANDELA DI VERBASCO PER OPERE NEGROMANTICHE
Prendere una singola foglia di Verbasco e, quando sarà asciutta ma non secca, arrotolarla delicatamente in maniera tubolare.
Immergerla nella cera d’api o nel sego e nella luce.
Metterla in una ciotola con della sabbia ignifuga ed usarla in
Rites of the Dark year (Riti dell’Anno oscuro) o per il lavoro spirituale.
TORCIA DI HAG
Raccogli gli steli interi secchi di Verbasco ed immergili o spennellali con sego o cera.
Mettili allo stesso modo di cui sopra, nella sabbia o conficcati nel terreno, lontano da sostanze infiammabili ed osserva attentamente. Mentre il momento si avvicina, immagina i tuoi riti del raccolto illuminati da grandi torce di Verbasco.
Sarà un bellissimo effetto.
“Benedici il raccolto,
benedici questa terra.
Fai del bene con amore
e mantieni le vecchie vie”