“Ciò che è in basso è come ciò che è in alto,
e ciò che è in alto è come ciò che è in basso”
-Copenhaver-
La ‘Dottrina delle Segnature’ (dal latino ‘firma’), chiamata anche ‘Teoria della Signatura’ o ‘Dottrina dei Segni’, è un’antica forma di conoscenza che studia l’aspetto, il segno, la forma con cui ogni elemento naturale di origine animale, minerale o vegetale si presenta, collegandolo per analogia a parti del corpo umano, per rivelarne la sua funzione terapeutica.
La Dottrina delle Segnature è ampiamente citata nella letteratura sulle piante medicinali, secondo la quale, alcuni attributi fisici delle piante servono come segni, per indicare il loro valore terapeutico.
Plinio il Vecchio, Dioscoride e altri primi studiosi classici alludono alla teoria, ma è stata sviluppata al meglio da Paracelso e dai suoi seguaci durante il Medioevo.
Nato Phillipus Auroleus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, Paracelso visse dal 1493 al 1541.
Occultista svizzero, guaritore, alchimista, astrologo, scrittore, filosofo, medico e padre della chimica moderna, Paracelso ha gettato le basi teoriche, per quella che in seguito sarebbe stata conosciuta come la Dottrina delle Segnature.
Egli ha attribuito l’idea che “simile cura simile” e ha osservato una relazione farmacologica tra l’anatomia umana e la forma, il colore e la consistenza di vari materiali vegetali.
“Noi uomini scopriamo tutto ciò che è nascosto
nelle montagne da segni e corrispondenze esterne,
e così troviamo anche tutte le proprietà delle erbe
e tutto ciò che è nelle pietre”
-Paracelso-
Jakob Böhme (mistico religioso tedesco) e gli erboristi inglesi Nicholas Culpeper e William Cole furono tra i suoi più forti sostenitori.
Jakob Böhme credeva che Dio fornisse aiuti visivi, per determinare il modo migliore per utilizzare ogni pianta, animale, roccia e altri fenomeni che apparivano in natura.
Nonostante la natura spirituale originale del suo libro ‘Signatura Rerum’ (La firma di tutte le cose), molti nella comunità medica presto adattarono e applicarono questa pubblicazione al loro lavoro quotidiano.
Nicholas Culpeper, botanico e farmacista rinascimentale inglese si rifece ad alcune delle teorie della Dottrina delle Segnature nei suoi scritti, come ‘Giudizio delle malattie’ e la sua opera classica ‘The English Physician’, pubblicata per la prima volta nel 1651.
Chiaramente, la teoria ha influenzato una generazione di osservatori vegetali, scienziati e guaritori, che condividevano l’obiettivo di ottenere l’accesso ai doni segreti, che le piante ospitavano per la guarigione.
William Cole, nel suo libro ‘The Art of Simpling’, che pubblicò nel 1656, scrisse: “Sebbene il peccato e satana abbiano fatto precipitare l’umanità in un oceano di infermità, tuttavia la misericordia di Dio, che è su tutte le sue opere fa crescere l’erba sui monti, e le erbe per l’uso degli uomini, e non solo ha impresso su di loro una forma distinta, ma ha anche dato loro firme particolari, per cui un uomo può leggere, anche in caratteri leggibili, il loro uso”.
A partire dalla metà del 1500, gli studiosi iniziarono a criticare la Teoria dei Segni, tra cui il medico ed erborista fiammingo Rembert Dodoens, il quale fu forse il primo a contestarne la validità.
Anche il naturalista inglese John Ray fu critico nei confronti della teoria, così come gli studiosi moderni, quasi universalmente d’accordo nello scartare la Dottrina delle Segnature, definendola assurda, fantasiosa, inverosimile, e pseudo-scientifico.
Tuttavia, i ricercatori continuano a fare riferimento a questa dottrina, come alla ragione per cui molte piante sono selezionate per uso medicinale.
Un’attenta valutazione della Dottrina delle Segnature mostra che essa non funzionava come un ‘indizio a priori’ del valore terapeutico, ma serviva come mnemonico, ed era particolarmente importante nelle culture pre-alfabetizzate in quanto, in un’epoca in cui la conoscenza delle piante medicinali veniva tramandata oralmente, si dimostrò un modo pratico per ricordare le proprietà di una pianta.
Questa pratica era in parte spirituale, poiché si credeva che Dio contrassegnasse le sue creazioni con una chiara indicazione o “firma” del suo scopo.
Si pensava, che gruppi di piante, che condividevano la stessa firma, avessero proprietà curative simili, o avessero un effetto curativo su parti simili del corpo.
Ma Paracelso, considerato il padre della chimica moderna, fece molto per rendere popolare la Dottrina delle Segnature e le sue applicazioni.
Infatti, credeva che le piante crescessero dove sono più necessarie; ad esempio le foglie di Lapazio/Romice (Rumex obtusifolius) venivano usate per curare le punture della pianta di ortica, e spesso si trovavano queste due piante a crescere vicine.
Gli aspetti della pianta che si pensava fornissero indicazioni al suo utilizzo includono:
♣ HABITAT: Il luogo in cui le piante vivono e crescono mostra molto sul loro rapporto con quella regione. Suggerisce anche il potenziale della pianta in una relazione di supporto con la forma umana.
La dottrina della posizione varia parecchio, in quanto non è necessariamente uno strumento visivo, ma invece, una vasta comprensione delle bioregioni e del terreno.
Il Regno vegetale è interamente connesso, comunicando tra sopra e sotto terra.
La personalità di ogni pianta è specifica delle condizioni di crescita di cui ha bisogno, per fotosintetizzare la luce solare e l’anidride carbonica nel nutrimento.
Ad esempio, la pianta di Aloe vera cresce in regioni aride e secche, come il deserto, immagazzina la sua acqua in queste condizioni povere.
L’interno della pianta di Aloe contiene il meraviglioso gel denso, idratante e rinfrescante, che si utilizza in molti prodotti erboristici, per la cura del corpo e persino alimentari.
L’Aloe vera, quindi, è spesso usata come pianta di primo soccorso per ustioni ed irritazioni cutanee, oltre ad essere utilizzata per aiutare con costipazione ed infiammazione dentro e intorno al corpo.
E’ una pianta meravigliosamente solidale e protettiva, non solo per se stessa, ma per l’ambiente e gli esseri umani che la circondano.
♣ COLORE (di fiori, frutti, radici o steli): E’ il metodo più semplice per osservare l’utilizzo della pianta che si potrebbe fare.
Per esempio, prendendo la Lavanda, con le sue morbide sfumature tra il viola e il blu, dovremmo chiederci a cosa ci fa pensare.
Il blu e il viola, come colori nello spettro cromatico visibile, hanno una frequenza più alta (vibrazione) ed una lunghezza d’onda più corta.
Ciò disegna una connessione tra i centri energetici del corpo umano e dove questa energia viaggia in noi.
Nei Chakra, blu, viola e magenta rappresentano i Chakra della Gola, del Terzo occhio e della Corona.
All’interno di queste variazioni di colore esiste la lavanda, che si protende verso l’alto e fuori dal corpo.
Questi centri energetici sono i luoghi in cui si tengono, si esercitano ed equilibrano comunicazione, ascolto, musica, visione, intuizione, canalizzazione, leggerezza, apertura e connessione con il divino.
Per analogia, la lavanda influisce sul sistema nervoso, lenisce il mal di testa, allevia la tensione trattenuta nei tessuti e può essere riparatrice.
Aiuta anche a portare chiarezza, purificando delicatamente e liberando l’energia bloccata in tutto il corpo, oltre che aiutare nell’area della comunicazione, offrendo articolazione di pensiero, discorso e ascolto perspicace.
Questa pianta è utilizzata in molti prodotti per la cura dei capelli, e ha un collegamento diretto all’attivazione del proprio Chakra della Corona.
♣ FORMA: Anche la forma ha la sua importanza, quindi bisognerebbe notare la direzione in cui le foglie crescono o, con un po’ di immaginazione, come le linee e le forme possono assomigliare a una parte del corpo, un animale o un corpo celeste.
Questi particolari possono indirizzarci verso l’energia della pianta e, inoltre, la sua possibile relazione con i sistemi corporei della forma umana.
Per esempio, il Pino bianco (Pinus strobus) che, con le sue radici profonde ed il tronco forte, possiede molta forza per resistere alle intemperie e al tempo.
Osservandolo, si può percepire il suo radicamento e, poiché gli alberi assomigliano alla forma umana in posizione eretta, e la forma dei rami e degli aghi del pino sono piuttosto intricate, imitano visivamente le camere del sistema respiratorio umano.
Pertanto, il pino è un forte supporto tonico polmonare con proprietà antibatteriche e antiossidanti ed apre le vie aeree, aiutando a liberare l’energia bloccata, portando calma e stabilità.
Altri esempi molto rinomati includono piante come la Polmonaria (Pulmonaria) le cui foglie maculate si credeva assomigliassero a un polmone malato, o le Noci, che erano considerate a forma di cervello umano e la radice di Ginseng, che era usata per aiutare la vitalità sessuale maschile, per la sua somiglianza con l’anatomia riproduttiva maschile.
L’Erboristeria moderna ha confermato alcune di queste osservazioni precedenti, ad esempio la Polmonaria è un’erba espettorante, usata per aiutare a eliminare il muco dai polmoni e le noci, con il loro contenuto di Omega 3, sono considerate benefiche per la salute del cervello.
♣ STRUTTURA: Spine, peli, resine e oli sono prodotti dalla maggior parte delle piante, come mezzo di protezione ed impollinazione.
Le loro variazioni di consistenza sono indicatrici della personalità di una pianta e della capacità di supporto alla salute.
Un esempio lampante è il Verbasco (Verbascus thapsus), le cui foglie sono morbide, simili al tessuto ciliato dell’apparato respiratorio.
Quindi, per coloro che necessitano di un aiuto a breve termine, per tosse o un’infezione polmonare, o di un supporto a lungo termine per l’asma, il Verbasco è una scelta affidabile e molto utilizzata in erboristeria.
Infatti, è stato usato tradizionalmente per molti anni, come tonico ed espettorante per i polmoni ed è preparato in una miriade di modi per ottenere benefici curativi.
♣ ODORE: Il profumo è probabilmente una delle ‘firme’ di questa Dottrina più piacevoli e dirette, per ricevere i benefici per la salute da una pianta.
Ciò comporta la pratica dell’aromaterapia, un’arte!
Alcune piante, in particolare le piante da fiore, contengono oli aromatici volatili, che sono interiorizzati attraverso i recettori nel naso ed hanno un effetto diretto sui nostri corpi, attraverso il bulbo olfattivo nel cervello.
Un ottimo esempio è la Menta piperita (Mentha piperita) che con il suo profumo pulito e rinfrescante, invita alla chiarezza ed alla calma tutto il corpo.
Sentendo l’odore della Menta piperita, viene dato un segnale al cervello, che risponde inviando messaggi a diverse aree del corpo, provocando una varietà di effetti sulla salute.
Non solo questa pianta aiuta a regolare le febbri, ma può anche aiutare a calmare un mal di stomaco e un sistema nervoso iperattivo, tutto grazie al suo profumo stimolante e rinfrescante.
La Dottrina delle Segnature, sviluppata da medici, alchimisti e botanici durante il Medioevo ed il Rinascimento, si basava sulla corrispondenza ermetico-filosofica tra Macrocosmo e Microcosmo, supponendo un rapporto di ‘simpatia’ inteso come affinità tra il Mondo e l’essere umano, per cui ad esempio un fagiolo aveva una ‘relazione occulta’ con i reni, a causa della loro somiglianza.
Questo studio veniva applicato soprattutto alle piante medicinali e si estendeva ai nessi, oltre a quelli sopradescritti, anche a: tempi di manifestazione, caratteri, esiti patologici, temi astrali e temperamenti umorali, che formavano un comune archetipo spirituale.
A questo proposito, il sopracitato Jacob Boehme credeva fermamente, che alcune stelle governassero le piante e, per questo motivo, alle persone poteva essere diagnosticata e curata una malattia, usando gli effetti dell’influenza astrologica delle piante stesse.
Boehme è stato uno dei tanti scrittori e mistici che hanno dimostrato la loro comprensione di questo concetto, inclusi Platone, Gerard, ed i succitati Culpeper e Paracelso.
Per comprendere meglio la connessione di una pianta con il Cosmo, all’interno della Dottrina delle Segnature, si potrebbe leggere un libro eccellente e completo: ‘The Language of Plantes: A Guide to the Doctrine of Signatures’ di Julia Graves.
Altre piante comprese nella Dottrina delle Segnature:
SANGUINARIA CANADESE (Sanguinaria canadensis): Il colore rosso sangue dei rizomi di questa pianta la rendeva l’erba preferita, da utilizzare per tutte le malattie del sangue. Al giorno d’oggi, è stato scoperto, che l’uso eccessivo di questa erba deprime il sistema nervoso centrale, che può portare alla morte.
ERBA FEBBRIFUGA (Eupatorium perfoliatum): Questa erba è stata usata per trattare la ‘febbre delle ossa rotte’. Nota anche come ‘febbre dengue’ (virus che si trasmette tramite puntura delle zanzare Aedes), era un tipo di influenza che causava forti dolori ossei e muscolari. Gli steli di questa pianta sembrano crescere direttamente attraverso le foglie della pianta, il che potrebbe essere indicativo del fatto, che essa potrebbe essere utilizzata per aiutare a fissare le ossa. Tuttavia, sono stati i dolori del corpo associati a forti febbri, che sono stati aiutati dall’uso di questa pianta. Gli erboristi moderni prescrivono cautela riguardo l’utilizzo di questa pianta, in quanto un sovradosaggio può causare nausea, vomito e probabilmente malattie del fegato.
ERBA MOSCATELLA O SALVIA VERBENA (Salvia sclarea): I semi, immersi in acqua, producono un rivestimento mucillaginoso. Questa pianta è stata utilizzata per il trattamento di tutte le malattie degli occhi ed i suoi semi servivano per schiarire la vista, in quanto con essi si creava un gel mucillaginoso, che aiutava a eliminare le ostruzioni dagli occhi. Oggi l’olio essenziale viene utilizzato per aiutare a migliorare la vista e contro il calo della vista legata all’età. Si immerge un panno in acqua tiepida con l’aggiunta di qualche goccia di olio di Erba moscatella, si strizza il liquido in eccesso, quindi si posiziona il panno sugli occhi per un massimo di dieci minuti, per dare sollievo agli occhi stanchi e affaticati.
EUFRASIA (Euphrasia officinalis): Poiché i fiori assomigliano a un occhio malato e iniettato di sangue, si pensava che questa pianta fosse un rimedio per alleviare tutti i problemi dell’occhio. Sebbene questa erba sia usata occasionalmente oggigiorno, l’uso eccessivo può causare confusione mentale, insieme a una varietà di problemi agli occhi come prurito, gonfiore e arrossamento.
NON TI SCORDAR DI ME (Myosotis scorpioides): I boccioli di questo fiore si sviluppano in uno schema a spirale, che sembra assomigliare alla coda di uno scorpione. Si credeva, quindi che questa pianta fosse un rimedio per i morsi di serpente e le punture di scorpione.
MIGLIASOLE (Lithospermum officinale): Si pensava che i semi, simili a piccole pietre, fossero in grado di sciogliere la renella, ovvero calcoli renali e vescicali. Questa erba può essere usata come tonico, per eliminare le tossine dal corpo e può aiutare a curare l’epatite e altri disturbi del fegato.
VIOLA DEL PENSIERO (Viola tricolor): Si credeva, che la parte superiore dei fiori assomigliasse ai lobi superiori del cuore, rendendola l’erba ideale per tutti i problemi legati a questo organo. Una volta veniva prescritta come tonico cardiaco generale e per aiutare ad alleviare il dolore emotivo di un cuore spezzato.
EPATICA O ERBA TRINITA’ (Hepatica nobilis): Le foglie ricordano vagamente la forma e il colore del fegato, quindi questa pianta veniva utilizzata per curare i disturbi di questo organo. Sebbene non sia spesso prescritta ai giorni nostri, l’Erba epatica è occasionalmente usata come tonico generale del fegato e digestivo.
CAPELVENERE (Adiantum capillus-veneris): Il nome latino di questa pianta significa i ‘capelli di Venere’, che potrebbero spiegare il motivo per cui si pensava che questa pianta fosse in grado di promuovere una sana crescita dei capelli. Oggi sono disponibili vari mix contenenti capelvenere, in quanto può aiutare a trattare i punti calvi causati dalla tigna.
RANUNCOLO FAVAGELLO (Ranunculus ficaria): Si pensava che le radici di questa pianta, con estremità globose assomigliassero alle varici emorroidarie, quindi, ancora oggi è utilizzato come uno degli ingredienti di una lozione, che può aiutare a ridurre le emorroidi dolorose.
PRUNELLA O BRUNELLA (Prunella vulgaris): La corolla del fiore ha la forma di un uncino, quindi secondo la dottrina, la Prunella era usata per curare le ferite risultanti da strumenti affilati. Gli erboristi moderni usano un’infusione esterna dell’erba, per aiutare a fermare l’emorragia e ridurre il gonfiore dovuto alle punture di insetti.
ARISTOLOCHIA SERPENTARIA (Aristolochia serpentaria): Ha molte radici lunghe e sottili, che danno origine al nome comune Serpentaria. La pianta un tempo era usata per curare i morsi di serpente ed i morsi di cani affetti da rabbia. Questa pianta è risultata velenosa, causando danni al sistema nervoso e persino la morte, a dosi più elevate.
CARDAMINA (Cardamine concatenata): Questa pianta ha rizomi color avorio, ricoperti da tante piccole escrescenze, che ricordano una mascella piena di denti. La pianta era usata per curare il mal di denti e altri problemi dentali.
CURCUMA (Curcuma longa): Secondo Nicholas Culpeper, il colore giallo di questa spezia serviva per aprire ostruzioni, era vantaggiosa contro l’ittero giallo ed il freddo cimurro del fegato e della milza. Oggi, i rizomi di Curcuma possono essere utilizzati internamente per l’ittero e le malattie del fegato e sono reputati adatti per abbassare i livelli di colesterolo.