L’Argan (Argania spinosa o Argania sideroxylon) è un albero diffuso negli aridi paesaggi, che caratterizzano il sud ovest del Marocco, coltivato anche in Algeria e Messico, Paesi che però non ne ricavano alcun prodotto.
E’ un albero molto longevo, che può arrivare fino a 150-200 anni di età.
Il frutto, che produce, è una bacca di colore verde, simile ad un oliva ma di dimensioni maggiori.
Al suo interno contiene un nocciolo particolarmente duro che, a sua volta, racchiude due o più mandorle, da cui si estrae il famoso olio d’Argan, che l’UNESCO ha classificato, nel 1998, come Patrimonio mondiale dell’Umanità.
L’olio di Argan nasce dalla spremitura a freddo dei frutti della pianta di Argan ed è di facile assorbimento, oltre a non lasciare tracce d’unto.
Il naturale processo di torrefazione conferisce all’olio di Argan uno spiccato aroma tostato ed un sapore particolare, che ricorda da vicino quello della nocciola.
Il colore è leggermente più scuro rispetto all’olio d’oliva.
A seconda che i noccioli vengano o meno tostati prima dell’uso, l’olio d’Argan può essere impiegato sia in ambito cosmetico che alimentare.
Le capre sono assai ghiotte del frutto di questo particolare albero.
Nella cucina berbera, l’olio di Argan, molto saporito, si usa in dosi minime per condire e per inzuppare il pane; in passato era utilizzato anche per l’illuminazione.
Per secoli l’olio d’Argan ha protetto le pelli delle donne arabe dall’aggressione del sole e dei deserti.
L’Argan è considerato un totem non ufficiale, che simboleggia l’indipendenza e lo spirito misterioso del Marocco.
Il folklore africano ci racconta la storia di come si sia sviluppata l’importanza dell’albero di Argan.
Secondo la leggenda, in tempi di grave povertà, faide sanguinose e malattie, l’uomo trascorreva i suoi giorni e le sue notti in preghiera, sperando di scoprire un giorno la radice del male e la via della salvezza.
Col passare del tempo, il male si manteneva e la gente continuava a perire.
Alla fine, una donna virtuosa con un’anima pura si unì alle preghiere dell’uomo e della natura, e in risposta consegnò, alla gente l’Argan, l’albero che dà la vita.
La gente imparò presto a usare il legno duro dell’albero, come materiale per le case e gli attrezzi, le foglie e i frutti per nutrire il bestiame, e dal nocciolo si estraeva l’olio di Argan, che serviva sia come olio da cucina, che come rimedio generale per le malattie, un conservatore di bellezza nelle donne e vitalità nell’uomo.
Si racconta che esista ancora il primissimo albero di Argan, decorato con un’illustre corona.
Ancora oggi, i Marocchini che vivono tra le foreste di Argan, continuano il loro culto di questo albero, la cui importanza rimane forte nella vita di molti di loro.
Oggi, l’olio di Argan viene utilizzato dalle grandi aziende di bellezza nelle loro gamme di cosmetici e, a sua volta, questa domanda globale sta creando un panorama affascinante per chi lo acquista.
Con la sua produzione ad alta intensità di lavoro, soprattutto per cooperative di donne, l’albero di Argan in Marocco rappresenta un’industria a sé, che aiuta ad alimentare un’economia, in un luogo in cui molti lottano per sbarcare il lunario, ma dove questa risorsa sempre preziosa può essere estratta, per cambiare la vita delle persone.
In Esoterismo, l’Argan è utilizzato nei rituali di protezione, guarigione, chiaroveggenza e meditazione profonda.
Il suo olio protegge da nemici occulti, inquietudini interiori da risolvere, necessità di uscire da una situazione nociva.