NEGROMANZIA, L’ARTE OSCURA
Negromanzia deriva dal greco “nekromantéia” = “predire con i morti”, in seguito evolvendosi in Necromanzia o anche Psicomanzia (dal greco psycho= anima).
La Negromanzia era molto diffusa nel mondo antico e la sua pratica esiste fin dalla Preistoria, passando per gli Assiri, i Babilonesi, gli Egizi, i Greci, i Romani e gli Etruschi.
In particolare, Ulisse voleva invocare ed interrogare lo spettro del veggente Tiresia, affinché gli indicasse la strada del ritorno.
Erano luoghi in cui i fedeli venivano a parlare con i loro antenati defunti, credendo che i luoghi sacri fossero la porta dell’Ade, inteso sia come divinità che il luogo dei morti.
Nell’Europa medievale, si arrivò a credere che la pratica della Negromanzia non fosse altro che l’evocazione di demoni, che assumevano l’aspetto di anime pertanto, non facendo assolutamente alcuna distinzione tra essa e la Demonologia fu condannata dalla Chiesa.
Molto gettonata era la notte di Halloween, per esempio.
L’accordo più utilizzato era di assicurare ai morti, che li avrebbero lasciati indisturbati in futuro, in quanto avrebbero bruciato il loro corpo o lo avrebbero seppellito nella calce viva.
Al di là di ogni descrizione e racconto, è risaputo che, finché le persone continueranno a morire, ci saranno sempre coloro che cercheranno di entrare in contatto con i defunti.
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