Oggi parlo di un argomento sempre in auge, grazie anche alla cinematografia, molto affascinante ma tanto pericoloso.
La tavola “Ouija”, o “Scatola Weegee”, il cui nome sembra derivare dall’unione di “oui” e “ja” (si, in francese e tedesco), è un piccolo strumento usato per le comunicazioni medianiche, ideato nella metà del 1800 in Francia, quando un medium, probabilmente di nome Planchette (infatti la tavola può anche chiamarsi così), costruì un tavolino ed utilizzò un triangolo con una penna, per interrogare uno spirito.
Il triangolo, solitamente, scriveva i messaggi ricevuti.
Però, esiste una prima menzione storica, di qualcosa di simile ad una tavola Ouija, trovata in Cina intorno al 1100 a.C., ed anche un metodo di divinazione chiamato Fuji (tavoletta di scrittura); oltre ad averne trovate traccia presso i medium “Chi Shengs”.
In America arrivò nel febbraio 1891, quando sui giornali apparvero degli strani annunci pubblicitari:
“Ouija, the Wonderful Talking Board”
presso un negozio di giocattoli e novità di Pittsburgh, che descrivevano un dispositivo magico, che rispondeva alle domande “sul passato, presente e futuro con meravigliosa precisione” e prometteva “divertimento e svago inesauribili per tutte le classi”, un legame “tra il noto e l’ignoto, il materiale e l’immateriale”.
Un’altra pubblicità su un giornale di New York lo dichiarò “interessante e misterioso” e testimoniò, “come dimostrato dall’Ufficio brevetti. Prezzo, $ 1,50.”
Ma di cosa stiamo parlando?
L’Ouija è costituita da una superficie piatta, generalmente in legno lucido o in plastica, sulla quale sono disegnate le lettere dell’alfabeto, i numeri da 0 a 9, Si e No, altri simboli tipo Sole e Luna, il cui utilizzo è abbinato ad un indicatore mobile.
Quest’ultimo è usato per ottenere le risposte dalle anime dei defunti.
Nella cultura popolare, queste Tavole, molto in voga negli anni ’20, sono considerate una “porta spirituale” per contattare i defunti.
Quindi è utilizzata nelle sedute spiritiche: si pongono delle domande ad imprecisate entità (fantasmi, anime, ecc.) che, attraverso un medium, farebbero in modo che l’indicatore si muova sulla tavoletta e componga la risposta, utilizzando le lettere, i numeri o i simboli.
I partecipanti, seduti intorno ad un tavolo, evocano l’entità con cui desiderano comunicare, posando l’indice della mano destra sull’indicatore, ed aspettando che lo strumento inizi a muoversi, lentamente e poi con maggiore velocità.
Alcuni sostengono, che l’Ouija possa effettivamente mettere in contatto con il mondo dei defunti, altri che possa veicolare entità del piano astrale.
O ancora, che si tratti di suggestione inconscia, od ipotizza che il contatto ci sia realmente, ma che possa avvenire, oltre che con spiriti ed entità, anche con il subconscio di persone viventi, in quel momento ignare.
Infatti, chi non crede all’intervento di forze “esterne”, suggerisce che sia il movimento delle persone presenti, che poggiano il dito sul puntatore, a farlo muovere.
Quindi si tratterebbe di un effetto ideomotorio, cioè un movimento umano inconscio suggerito dalla psiche.
La maggior parte dei ricercatori del paranormale sconsigliano l’uso disinvolto dell’Ouija, perché è una porta verso dimensioni sconosciute e potrebbe scatenare spiriti malefici.
Il mondo invisibile si dovrebbe indagare soltanto con serietà assoluta, senza fini malevoli, ma soprattutto, e questa è una regola generale, affidandosi ad una guida esperta.
Purtroppo, molte persone, soprattutto giovani, scelgono questa pratica pericolosa, per trascorrere una serata diversa, per divertirsi o spaventare qualche amico, con curiosità, incoscienza e superficialità da lasciare stupiti.
Il maggiore problema del rito, non è tanto iniziarlo, ma saperlo concludere correttamente, perché la presenza, eventualmente manifestatasi, potrebbe rimanere in loco e, una volta spezzata la catena dei partecipanti, sarebbe libera di manifestarsi, infestando il luogo in cui si è svolta, od annidandosi nella psiche di uno dei partecipanti, senza che nemmeno se ne accorga.
I danni causati potrebbero essere visibili immediatamente, ma anche dopo tempo, manifestandosi con problemi psichici, depressione, alterazione della personalità, crisi suicide ed omicide, possessione, per quanto riguarda le persone; mentre nei luoghi, renderebbero impossibile la vita degli abitanti.
Le insidie più frequenti, sul piano eterico-astrale, sono quelle causate da entità involute che vi gravitano, attratte ancora dalle passioni terrene e, non avendo più un corpo fisico, si insinuano negli sprovveduti, ossessionandoli.
Queste si trovano soprattutto in prossimità dei grandi centri urbani, abitati da migliaia di persone.
Parlo dei “Gusci” e delle “Larve”.
I Gusci sono i residui dello spirito delle persone, che rimane sul piano astrale, quello che resta quando la persona si reincarna, oppure quando il suo spirito si evolve.
Si può venirne a contatto durante una seduta spiritica, o durante un viaggio astrale.
Nel primo caso, avviene quando ci si accosta a tali sedute in maniera inesperta, immatura e sprovveduta.
Non avendo la capacità di raggiungere un defunto in astrale, o non sapendo concludere la seduta spiritica nel giusto modo, si lascia aperta una “chiamata”, che viene sfruttata dai gusci per acquisire energia e per assillare e tormentare il malcapitato.
Le Larve sono entità provenienti dal piano astrale, che possono presentarsi con un vapore biancastro (simile ad una nuvola o dello zucchero filato), grigio oppure nero, che si sprigiona accanto alla persona seguita dall’entità, oppure nel luogo in cui questa abita.
Si nutrono di energia, principalmente emozionale, che sprigionano dalle vittime continuamente sottoposte a situazioni che le turbano.
Si attaccano a chi lavora nell’ambito esoterico ed è inesperto: le sue energie saranno fuori controllo e saranno sfruttate da queste entità.
Sono anche chiamate “larve-vampiro”, perché si nutrono delle forme di pensiero degli esseri viventi, arrivando a guidarne i pensieri e le emozioni, succhiando energia vitale.
Queste entità si possono scacciare in maniera molto semplice: non facendosi intimorire dalle situazioni o visioni che esse procurano, in modo da costringerle ad andarsene, a causa dell’assenza delle paure o tormenti del soggetto che le ospita, procurandole così assenza di nutrimento.
Racconto di un’esperienza avuta con una Larva, quando ancora non ero del tutto consapevole delle mie potenzialità, delle mie energie ma, soprattutto, di come gestirle.
In effetti, è stata causata da un surplus di consulti, che effettuavo in maniera quasi compulsiva, in un momento di scoperta del potere e di spirito di esaltazione.
Una notte, dopo aver accompagnato una mia cara amica a casa, dopo ore di tarocchi à gogo, ero in auto con i miei bambini, per tornare a casa.
Mentre percorrevo una strada di campagna, sotto un cielo terso e stellato, mi si è parata sul cofano una “visione”.
Ho frenato per non investirla.
Era un “essenza” evanescente, simile ad una nube, ma con parvenza di donna con i capelli lunghi, che si è avvinghiata all’auto, come un’enorme ragnatela.
Sul momento, non ho capito veramente ciò che stesse succedendo, ho cercato soltanto di calmare la mia bambina terrorizzata, e poi di scacciare questa “cosa” col tergicristalli, dicendo alla piccola che si trattava soltanto di una grande e brutta ragnatela nuvolosa.
Dopo, istintivamente, ho accelerato, riprendendo il viaggio di ritorno.
Senza chiedermi cosa e perché fosse successo, devo dire con assoluta calma.
In seguito, ho approfondito l’accaduto.
La presenza di mia figlia, il dedicarmi con calma e sangue freddo a lei, per tranquillizzarla, ha evitato che la “larva” si appropriasse in qualche modo della mia mente.
Ed ho fatto in modo che non accadesse ancora, mai più…