Home CURIOSITA' OPPRESSIONE NEL SONNO

OPPRESSIONE NEL SONNO

Scritto da MadameBlatt

Il mondo dei sogni, e tutto ciò che accade mentre dormiamo, è senza dubbio uno dei più grandi misteri dell’umanità.
Nell’antichità, per tanti popoli i sogni erano uno strumento privilegiato per accedere alla dimensione trascendentale, con la quale potersi mettere in contatto con persone defunte e/o entità divine.
Ma i sogni potevano anche avere la funzione di mezzo premonitore per comprendere il futuro, o svelare i misteri del passato attraverso messaggi nascosti in sogni onirici.
Spesso, i segnali tipici di questi fenomeni erano il senso di soffocamento, l’impossibilità a muoversi, la sensazione di essere guardati.
Per la scienza si tratta di “paralisi ipnagogica”, ovvero “paralisi nel sonno”, un disturbo che provoca i disturbi di cui sopra, solitamente dura al massimo due minuti dal risveglio o pochi secondi prima di addormentarsi.
È possibile che, durante la paralisi del sonno, i lobi parietali che controllano i neuroni nel cervello comandino alla persona di muoversi, ma non rilevano alcun movimento effettivo negli arti temporaneamente paralizzati.
Questo può portare ad un disturbo nel cervello, che crea un senso di un’immagine corporea.
L’aspetto di un intruso nella camera potrebbe essere determinata dal cervello, che cerca di proiettare l’immagine del corpo della persona su una figura allucinata.
Tornando al mondo esoterico, la cultura popolare ha elaborato numerose spiegazioni riguardo ai “sintomi” di soffocamento o paralisi durante il sonno, attribuendoli spesso ad entità magiche o demoniache.

Ferdinand Hodler

In Italia, nel folklore abruzzese e marchigiano, si parla di “Pandafeche” o “Pantana”.
La “Pantafa” è una manifestazione onirica, raffigurata come una figura vestita di bianco, dagli occhi demoniaci ed un muso lungo ed appuntito, con il quale ferisce il dormiente.
La vittima, in condizione di dormiveglia, avverte una sensazione di soffocamento e la visione di una figura spettrale collocata di fianco a lui o di sopra, che gli provoca una sorta di paralisi.
La vittima non riesce a svegliarsi completamente, né a girarsi o invocare aiuto.
Secondo la superstizione, è possibile evitare tale incontro lasciando un fiasco di vino di fianco al letto, poiché la Pantafa è ingorda di tale bevanda, oppure lasciando una scopa con molte setole, o un sacchetto di sabbia o di legumi, in quanto è curiosa ed ama contare.
Mai bisogna piantare un coltello sul legno, poiché essa potrebbe andare su tutte le furie e tormentare il malcapitato tutta la notte.
In particolare, nell’area di San Benedetto del Tronto, appare un’anziana signora, chiamata “Pantàfana”, si dice morta di freddo ad inizio ‘900 nella zona del porto.
La presenza di tale donna si può percepire, camminando in solitaria di sera nella zona del porto e nelle vicinanze della statua del Monumento al Pescatore.
Non è consigliabile voltarsi, per evitare così la sua attenzione, che si potrà poi manifestare durante il sonno con la sintomatologia sopra descritta.

Lu Laurieddhu, Palazzo Belli a Lecce-Ph. Visit Lecce

Nella tradizione salentina, abbiamo ” Lu Laurieddhu”, personaggio alto poco più di cinquanta centimetri, faccino rubicondo, bocca larga, cappellino rosso a forma di cono con la punta ripiegata all’indietro “lu capiddhuzzu”, casacchina sblusata nera stretta in vita da una larga cintura e scarpe con la punta rivolta all’insù.
Non è cattivo, ma molto dispettoso.
La notte si posa sulla pancia delle donne dormienti, non facendole respirare, oppure solletica i piedi degli uomini.
Ama i cavalli e, di notte, si introduce nelle stalle, intrecciando le criniere dei cavalli.
Custodisce dei tesori in una pignatta, nascosta in un luogo di cui solo lui conosce l’esistenza.
Il sogno di tanti contadini era quello di rubargli il “capiddhuzzu” per ricattarlo, facendogli confessare il luogo di sepoltura del tesoro.
Infatti, se a Lu Laurieddhu viene tolto il cappellino, diventa come un bambino singhiozzante, ma non bisogna lasciarsi commuovere, in quanto è solo una finzione per aver indietro il suo copricapo.
In Sardegna, c’è una vecchia credenza che identifica la causa della paralisi del sonno a un demone chiamato “Ammuttadori”.
Questa creatura spaventosa si siede sul torace della vittima addormentata, soffocandola e, a volte, strappando la pelle con le unghie.
Si crede anche che questo demone indossi sette cappelli rossi sulla testa: se la vittima resiste al dolore e riesce a rubare uno dei cappelli, presto troverà un tesoro nascosto come ricompensa.
Ora diamo un’occhiata nel mondo.
In Scandinavia, la paralisi del sonno è causata da “Mare”, spesso sotto forma di cavalla soprannaturale legata agli Incubi (demone di aspetto maschile, che giace con le donne, non solo per trasmettere sogni cattivi, ma anche per avere rapporti sessuali) ed ai “Succubi” (demone di aspetto femminile che seduceva gli uomini ed i monaci, per avere rapporti sessuali, rendendoli sottoposti alla volontà del succubo stesso).

Mare-Johann Heinrich Fussli

Mare è una donna maledetta e il suo corpo è trasportato misteriosamente durante il sonno.
In questo stato, lei visita gli abitanti del villaggio per sedersi sulle loro costole, mentre si addormentano, provocando l’esperienza di incubi.
Nelle isole Fiji, l’esperienza viene interpretata come “kana tevoro “, ovvero essere mangiati da un demone.
In molti casi il demone può essere lo spirito di un parente morto di recente, che è tornato per qualche attività lasciata in sospeso o è venuto a comunicare alcune notizie importanti ai viventi.
Spesso le persone, che dormono vicino alla persona afflitta, dicono: “kania, kania”, “mangiate! mangiate!”, nel tentativo di prolungare il possesso, per avere la possibilità di conversare con il parente o lo spirito morto e cercare le risposte per cui è tornato.
La persona, che si sveglia dall’esperienza, è spesso chiamata a maledire immediatamente o a inseguire lo spirito del parente morto.
Nella Carolina del sud ed in Georgia (USA), si parla della figura negativa della strega, che lascia il suo corpo fisico di notte e si siede sul torace della sua vittima.

Goya

La vittima di solito si sveglia con una sensazione di terrore, ha difficoltà a respirare, a causa di un pesante peso invisibile percepito sul suo petto e non è in grado di muoversi.
In Nigeria, viene spesso indicato nelle comunità africane come il “Diavolo sulla schiena”.
Nel mondo islamico, la paralisi del sonno è chiamata “Karabasan”, ed è simile ad altre storie di visita demoniaca durante il sonno.
Un essere soprannaturale, comunemente noto come “Jinn”, tradotto spesso come “genio”, è una creatura soprannaturale della cultura preislamica e musulmana.
Quasi sempre associato ad un carattere maligno, è spesso presente nei racconti e nelle leggende mediorientali, anche nel libro “Le mille e una notte “.
Anche il genio che esce dalla lampada di Aladino, tratto appunto questo libro, è un Jinn.
Queste creature sono generalmente di tre tipi: quelle che hanno ali e possono volare; quelle con sembianze di cane o di serpente; quelle che viaggiano perennemente.
Nonostante vengano descritti come principalmente maligni, alcuni Jinn non lo sono e posso arrivare ad esaudire i desideri degli uomini.

Johann Heinrich Fussli

Secondo la tradizione, inoltre, Allah avrebbe dato loro i poteri che hanno, ma non l’indole malvagia ed essi sono quindi responsabili delle proprie azioni di fronte ad Allah e potranno andare in paradiso solo se lo meritano.
Uno dei loro poteri è quello di cambiare forma, potendosi trasformare non solo in oggetti o piante, ma anche in animali e addirittura uomini per raggiungere i loro scopi.
Sono estremamente veloci. Le vittime si svegliano per scoprire che non possono muoversi, anche se possono vedere, sentire e odorare, dando la sensazione di un grande peso sul petto e che ci sia una presenza sinistra o cattiva nella stanza. Per  liberarsi dallo Jinn, bisogna pregare Allah leggendo il Corano.
In Thailandia è conosciuto il “Phi Am”, si siede vicino al viso della persona o sotto le narici.
Alcune persone sostengono che questo spirito possa anche causare lividi.
Nel folklore orientale cinese, si pensa che un topo possa rubare il respiro umano durante la notte.
Il respiro umano rafforza il topo, permettendogli la longevità e la capacità di diventare umano durante la notte.
Nella cultura giapponese, la paralisi del sonno è chiamata “Kanashibari”, letteralmente “legato o fissato al metallo”.

Johann Heinrich Fussli

In Corea, si parla di  “Gawi Nulim” ( letteralmente, “essere pressato da qualcosa di spaventoso in un sogno”).
Spesso è associato alla credenza, che un fantasma o uno spirito sia sdraiato sul dormiente, quando è ammalato.
Nella cultura mongola, gli incubi in generale e la paralisi del sonno sono detti “Khar Darakh” , che significa “essere premuto dal nero”.
Khar significa nero e si riferisce al lato oscuro personificato.
In Tibet , si parla di “Dip-non”, che si traduce approssimativamente come “oppresso / colpito da tuffo “.
Per Tuffo , si intende ombra, una sorta di inquinamento spirituale.
Nel Laos, Cambogia e Tailandia abbiamo “Phǐǐ am”  e “Khmout sukkhot”.
Sono descritti come eventi, in cui la persona dorme e sogna che una o più figure spettrali siano a lei vicine o addirittura lo tengano giù.
Il malato non è in grado di muoversi né di fare rumori. Ciò non deve essere confuso con “Pee khao” e “Khmout jool” , ovvero possessione da fantasmi.
Nella cultura dei Hmong (gruppo etnico asiatico), la paralisi del sonno è causata da uno spirito di pressatura notturna, “Dab tsog”, che si siede sui petti delle vittime, a volte tentando di strangolarli.
Alcuni ritengono che il Dab tsog sia responsabile della sindrome di morte improvvisa.


Nelle Filippine , il  “Bangungot” è stato tradizionalmente attribuito agli incubi.
Le persone, che pretendono di sopravvivere a tali incubi, riportano sintomi di paralisi del sonno.
In Malesia, è conosciuta “Kena tindih” (essere pressato).
Gli  incidenti notturni del sonno sono comunemente considerati opera di un agente maligno.
Nella mitologia del Kashmir, la paralisi del sonno è causata da una creatura invisibile chiamata “Pasikdhar” o “Sayaa”.
Alcune persone credono che un Pasikdhar viva in ogni casa ed attacchi qualcuno, se la casa non è stata pulita o se il dio non viene adorato in casa.
Oppure se è una persona che prova piacere delle disgrazie altrui.
In Pakistan , il disturbo è considerato un incontro con “Shaitan” (Satana), o con i demoni che hanno invaso il corpo del dormiente e si chiama “Ghoul”.
Si suppone anche che ciò sia causato dalla magia nera eseguita da nemici e persone gelose.
Le persone, specialmente bambini e ragazze, indossano “Ta’wiz”, un amuleto per evitare il malocchio, incantesimi e maledizioni, che potrebbero provocare il Ghoul, sconfiggendo la persona.

Francisco Goya

Alcune case e luoghi sono anche ritenuti essere invasi da fantasmi cattivi, demoni ed altri esseri soprannaturali, che perseguitano gli abitanti soprattutto durante la notte.
Le persone benedette, tipo Imam, Sufi, Mullah, esercitano esorcismi sugli individui posseduti.
Le case, gli edifici ed i terreni sono benedetti e consacrati da Mullah, che recitano il Corano e l’Adhan (la chiamata islamica alla preghiera recitata dal Muezzin).
Nella cultura afghana , si parla di “Khapasa”.

Khapasa

Si tratta di un fantasma senza pollici, che cerca di soffocare la vittima premendogli la gola e sedendosi sul petto.  Tuttavia, poiché il fantasma non ha pollici, non può soffocare in modo efficace utilizzando solo l’indice e le dita medie di entrambe le mani.
Nel Nepal, la paralisi del sonno è conosciuta anche come “Khyaak”, in cui una figura simile a un fantasma risiede nell’oscurità, sotto le scale di una casa.
Nella cultura araba , è spesso “Ja-thoom”, letteralmente ” cosa che preme pesantemente su qualcosa”.
Nel folklore nei Paesi arabi, il soffocamento è esercitato da un “Shaytan”, che siede sulla persona e la soffoca.
Si dice che può essere impedito, dormendo sul proprio lato destro e leggendo il  Throne Verse del Corano.
Per i Curdi, la paralisi del sonno è spesso chiamata “Motakka”.
Si crede che un demone attacchi la gente nel sonno, in particolare i bambini di giovane età, e ruba il loro fiato mentre respirano.
“Ogun Oru” è la spiegazione tradizionale per i disturbi notturni in Nigeria; Ogun oru (“guerra notturna”) provoca un acuto disturbo notturno, culturalmente attribuito all’infiltrazione demoniaca nel corpo e nella psiche durante il sogno.  Si ritiene che sia curabile, attraverso preghiere cristiane o elaborati riti tradizionali, ideati per esorcizzare gli elementi demonici imbibiti.

Goya

Nello  Zimbabwe, la parola “Madzikirira” viene usata per far riferimento a qualcosa che preme con forza.
Ciò si riferisce principalmente al mondo spirituale in cui un certo spirito, specialmente malvagio, cerca di usare la propria vittima per qualche scopo malefico.
La gente crede che le streghe, per raggiungere il loro obiettivo, possano farlo solo con persone di stretta parentela, quindi esse spesso cercano di usare il proprio spirito per riabbracciare i propri parenti.
Nella cultura etiopica si usa la parola “Dukak” (depressione), che si crede essere uno spirito maligno che possiede le persone durante il loro sonno.
Praticamente è la personificazione antropomorfa della depressione, che spesso deriva dall’atto di smettere di masticare il “khat” (droga naturale costituita dalle foglie fresche dell’arbusto Catha Edulis).
Dukak spesso appare nelle allucinazioni, punendo le persone, per esempio, mettendole in una bottiglia che viene scossa vigorosamente, oppure gli fa inghiottire una bustina di ghiaia.
A  Malta, la cultura popolare attribuisce la paralisi del sonno ad un attacco di “Haddiela”, che è la moglie di Hares, un’entità della cultura popolare maltese, che incanta l’individuo in modi simili a un Poltergeist.
Per liberarsi dell’Haddiela, bisogna mettere un pezzo di argenteria o un coltello sotto il cuscino prima di dormire.
Nella leggenda popolare della Catalogna, la “Pesanta” è un enorme cane (o talvolta un gatto), che accede nelle case della gente durante la notte e si mette sul petto, rendendo difficile loro respirare e provocando gli incubi più orribili.
La Pesanta è nera e pelosa, con zampe d’acciaio.

by Yuri_B on Pixabay

In Lettonia, la paralisi del sonno è chiamata tortura o strangolamento da “Lietuvens”.
Si pensa che si tratti di un’anima di una persona uccisa in modo violento (strangolata, annegata, impiccata) e attacca sia le persone che gli animali domestici.
Quando si viene attaccati, si deve spostare la punta del piede sinistro, per liberarsi dall’anima cattiva.

In molte parti degli Stati Uniti meridionali, il fenomeno è conosciuto come un  “Hag” e si dice che porti a una tragedia, o un incidente si avvicina.
In Brasile , c’è una leggenda su un essere mitologico chiamato “Pisadeira” (lei che passa).

È descritta come una vecchia donna alta e magra, con lunghe unghie sporche nelle dita asciutte, capelli bianchi intrecciati, un lungo naso, occhiati rossi, denti verdognoli e risata malefica.
Vive sui tetti, in attesa di camminare sul petto di coloro che dormono a stomaco pieno.

You may also like

MadameBlatt.it
“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

Per offrirti una migliore esperienza di navigazione online questo sito web usa dei cookie, propri e di terze parti. Continuando a navigare sul sito acconsenti all’utilizzo dei cookie. Scopri di più sull’uso dei cookie e sulla possibilità di modificarne le impostazioni o negare il consenso. Accetta Maggiori informazioni