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CHITONOMANZIA E SKYCLAD

Scritto da MadameBlatt

La Chitonomanzia, dal greco “chiton” = tunica, è l’arte di trarre i presagi dal modo in cui ci si veste, soprattutto su come si indossa la camicia.
Nell’antica Roma, era cattivo auspicio indossare un abito o calzare una scarpa al contrario.
Invece oggi, infilare una maglia al rovescio, indica “lieta sorpresa” mentre, infilarsi le calze al contrario indica “sicuro guadagno”.
Con gli indumenti si praticavano anche altre mantiche.
In Bretagna, per esempio, quando un bambino si ammalava, si portava la sua camicia alla fontana: se l’indumento galleggiava il bambino sarebbe sopravvissuto, se affondava sarebbe morto.


Nella società, l’abbigliamento è sempre stato uno strumento di controllo ed espressione di sé.
Basta guardare le uniformi nelle scuole, nelle forze armate,nelle carceri, che cercano di eliminare l’individualità e definiscono il ruolo generico dell’indossatore.
Oggi, l’abbigliamento consente un livello di versatilità e d’espressione personale, accessibile alla maggior parte delle classi sociali, definendo il rango, la classe, l’identità interiore, la ribellione o il successo.
Quindi, si può affermare che l’abbigliamento o la nudità sono strumenti potenti nel mondo quotidiano.
L’abuso di tali strumenti può provocare ferite profonde nella propria psiche.
In esoterismo, esiste la “nudità rituale”, Skyclad (vestirsi di cielo), che è una pratica soprattutto della Wicca e di altri gruppi neopagani.

by Arthur Rackham

La nudità rituale contemporanea è tipicamente attribuita all’influenza di Gerald Gardner o all’opera “Aradia o del Vangelo delle Streghe” (scritto da Charles Godfrey Leland nel 1899), e come tale viene principalmente attribuita alle congreghe wiccan Gardneriana e Aradiana.
“Gardner’s Witchcraft Today”, di G. Gardner, è un libro pubblicato nel 1954.
Esso si riferisce alla pratica contemporanea della stregoneria religiosa pagana in Inghilterra, che si suppone fosse sopravvissuta come religione sotterranea per secoli.
La nudità rituale era inclusa come una parte normale della pratica Wiccan.
La “carica della dea”, una parte della liturgia rituale Gardneriana, istruisce i Wiccan a praticare il rituale nudi.
Gardner ha trascorso diversi anni in India e potrebbe aver ripreso il concetto dai Digambara Jain, una setta religiosa in cui i monaci non possono indossare abiti.
Lo Skyclad è un passo verso il cambiamento e la guarigione da tutto ciò che avvelena la propria vita.
E’ una modifica che, per realizzare se stessi, richiede tempo, fiducia e comprensione.

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E’ un evento magico, ma anche una scelta personale e privata.
Originariamente, i rituali di Skyclad erano destinati a far sentire l’individuo il più naturale e confortevole possibile, nell’abito che gli Dei avevano dato, ovvero la propria pelle.
Alcuni credevano che i vestiti interferissero con la magia che si praticava.
Ma anche a rimuovere ogni traccia di rango, in modo che tutti i presenti si sarebbero sentiti uguali.

Inoltre, praticare lo Skyclad creava intimità e consentiva ai partecipanti di accettare gli altri come sono.
Nella stregoneria, lo Skyclad era praticato solo per sei mesi all’anno, mentre durante gli altri sei mesi, si usavano vesti cerimoniali.
Ma non tutte le streghe praticavano la nudità rituale, così nacque l’indumento della strega: in base al suo lavoro magico, si scelse un colore, che corrispondeva alla sua energia vibrazionale.

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Di seguito, alcuni colori per gli abiti rituali, a seconda dell’intento da raggiungere.
Giallo: colore eccellente per chi pratica la divinazione.
Viola: ottimo per lavorare con il potere divino puro o se si vuole approfondire la propria consapevolezza spirituale.
Blu: adatto per i guaritori e per quelli che lavorano con la propria consapevolezza psichica, o per coloro che vogliono armonizzarsi con le energie del Cosmo.
Verde: dà forza a chi pratica magia verde o attinge energia magica dalla natura.
Marrone: armonizza con gli animali o gli empatici.
Bianco: simboleggia la purificazione e la spiritualità pura, ed è anche perfetto per i rituali di meditazione e pulizia.
Arancione o Rosso: adatti per i Sabbat, per i riti d’amore e della passione.
Nero: simboleggia assenza del colore, protegge e rappresenta la notte, l’Universo e la mancanza di falsità. Vestendosi di nero, ci si inoltra nell’oscurità dello spazio profondo, fonte suprema dell’energia.

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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