L’Agrimonia Eupatoria è una pianta perenne, di aspetto erbaceo, diffusa in gran parte delle regioni del mondo.
In Italia è specie comune in tutto il territorio, nei pascoli, nei prati, nei luoghi incolti, nelle siepi, ai margini dei prati soleggiati; predilige i terreni ben drenati in posizione soleggiata.
Fiorisce da giugno a luglio, sino a 1.200 metri.
E’ conosciuta anche come: Eupatorio, Erba di S. Guglielmo, Erba del taglio, Erba dell’andata, Agrimony, Aigremoine, Acrimony, Harvest lice, Stickwort, Odermennig, Herba Agrimoniae, Agrimoniae herba.
L’origine del nome è molto discusso: alcuni dicono che Agrimonia sarebbe un’alterazione di Argemone (riferito ad una specie di papavero), pianta in grado di guarire le ulcere dell’occhio (in greco “argema”).
“Eupatorium” farebbe riferimento a Mitridate Eupatore (I-II sec. a.C), re del Ponto, che per primo avrebbe introdotto l’uso terapeutico della pianta.
Per altri Eupatorium sarebbe un’alterazione latina del greco Epatorion, da Epatitis e da Epar (fegato), visto che l’uso principale della pianta era proprio nella cura delle malattie epatiche.
Santa Hildegarda (sec. X) reputava la pianta uno dei più grandi rimedi nelle malattie mentali.
L’Agrimonia ha una storia antica.
Già in stazioni neolitiche, sono state ritrovate grandi quantità di frutti di questa pianta.
L’uso in fitoterapia fu introdotto da Miriade Eupatore nel I secolo a.C., utilizzandola per le applicazioni più svariate: morsi dei serpenti, problemi di vista, perdita di memoria.
È sempre stata un’erba usata per medicare le ferite: era infatti un ingrediente de “l’eau d’arquebusade”, una lozione francese che, in origine, era appunto applicata sulle ferite d’archibugio.
In esoterismo, si usa spesso nei sacchetti e nelle ritualistiche di protezione atti a scacciare le negatività.
Inoltre, nella pratica magica l’Agrimonia serve soprattutto per rimandare al
mittente negatività, fatture ed incantesimi.
Unita all’Olmo (Ulmus procera, chiamata volgarmente “tapa boca”) dà origine ad una mistura che combatte le malelingue e ogni tipo d’influenza nefasta causata da terzi, che possa danneggiare un’unione.
Se si desidera spezzare e rimandare al mittente sortilegi fatti in un luogo o in un locale ben definito, occorre spargere Agrimonia in polvere e sale, ben mescolati insieme.
Successivamente si devono eseguire delle pulizie, atte a proteggere e ad armonizzare.
Se invece si desidera mandare al mittente il malocchio, occorre mescolare quest’erba alla ruta, creando una polvere finissima, che si impiega in fumigazioni, bagni, amuleti o messa nelle scarpe.
Se si pensa che qualcuno voglia utilizzarla magicamente, o si abbia subito minacce in tal senso, sono raccomandate fumigazioni con una polvere speciale composta da Agrimonia, sangue di drago e verbena.
Uno dei suoi primi nomi comuni è stato “bacchetta di fata”, perché durante un processo alle streghe in Scozia, nel XVIII secolo, l’Agrimonia fu menzionata in quanto usata dalle streghe, sotto forma di bacchetta, per le persone che erano state “colpite da elfi” o che soffrivano di malattie inspiegabili.
L’Agrimonia, messa sotto il cuscino, è usata per provocare il sonno e per difenderlo.
Ma attenzione…
NON bisogna usarla per curare l’insonnia poiche’, secondo la leggenda, in tal caso “chi si addormenta, non si sveglierà fino a che l’erba sarà rimossa”….
In alchimia è un potente alleato, per spezzare una delle maledizioni più comuni: quella che l’uomo impone a se stesso attraverso il senso di colpa, l’autopunizione, i timori e le paure, reali o immaginarie che siano.
Aiuta a liberarsi da ogni sentimento destabilizzante, anche quelli che non si ammette di provare.
La raccolta dell’Agrimonia segue un rituale preciso ed è un’erba custodita come un tesoro da tutti i membri della congreghe esoteriche.
Se volete ottenere una risposta ad un quesito importante, o avere una visione, durante la luna nuova recatevi presso il luogo in cui cresce la pianta d’Agrimonia e ringraziate la pianta, ponendovi un’offerta (latte, pane, acqua, ecc).
Lavatevi le mani e prelevate la pianta, riponendola in un sacchetto di tela.
Ritornati a casa, lavatela bene, tagliate la radice e fate bollire il resto in mezzo litro d’acqua per 30 minuti.
Filtrate il decotto, riempitene un bicchiere ed aggiungete un chiodo di garofano e un cucchiaino di miele d’acacia.
Ponete il bicchiere sul davanzale e lasciate raffreddare completamente.
Quando si sarà raffreddato, stringete la tazza tra le mani e dite:
“Nume della terra infondi a questa tua creatura e a me il dono di vedere in sogno; questo voglio, questo comando, così sia”.
Bevete la pozione e andate a dormire con la ferma intenzione di vedere in sogno ciò che vi interessa o di ricevere la risposta a qualcosa.
ASSOCIAZIONI:
Pianeta: Giove
Elemento: Aria
Segno Zodiacale: Cancro
Cristallo: Ametista