Il termine Rosmarinus deriva da “ros” = rugiada e “marinus” = marino, secondo altri da “rosa maris” rosa del mare, comunque sempre in riferimento al fatto, che queste piante vivono in prossimità del mare.
Il significato è stato mantenuto in numerose lingue: in spagnolo è chiamato “romero”, in francese “romarin”, in inglese “rosemary” ed in tedesco “Rosmarin”.
Gli antichi Romani fecero del Rosmarino il simbolo dell’amore e della morte.
Nella Grecia veniva bruciato al posto dell’incenso, per fare sacrifici agli dei.
Gli Egiziani lo utilizzavano per curare i vizi di stomaco, le congestioni epatiche ed il vomito.
Nei Capitolati di Carlo Magno, la specie è presente nell’elenco delle piante che non devono mancare mai negli orti del regno.
Secondo una leggenda, i fiori del Rosmarino una volta erano bianchi e divennero azzurri, quando la Madonna, durante la sua fuga in Egitto, lasciò cadere il suo mantello su una pianta di Rosmarino.
Al Rosmarino furono conferite anche virtù magiche: nel Medioevo veniva usato per scacciare spiriti maligni e streghe, durante le pratiche esorcistiche.
Per secoli venne usato come fumigante per disinfettare le stanze dei malati.
Ovidio, nelle Metamorfosi, racconta la storia della principessa Leucotoe, figlia del re di Persia che, sedotta da Apollo, intrufolatosi furtivamente nelle sue stanze, dovette subire l’ira del padre, che la uccise per la sua debolezza.
Sulla tomba della principessa, i raggi del sole penetrarono fino a raggiungere le spoglie della fanciulla, che lentamente si trasformò in una pianta dalla fragranza intensa, dalle esili foglie e dai fiori viola-azzurro pallido.
Da questa leggenda deriva l’usanza degli antichi Greci e Romani di coltivare il Rosmarino come simbolo d’immortalità dell’anima; i rami venivano adagiati fra le mani dei defunti e bruciati come incenso durante i riti funebri.
In Sicilia, si narra la leggenda di una regina sterile, che un giorno, passeggiando nel giardino del suo castello, vide una rigogliosa pianta di Rosmarino carica di nuovi germogli.
Allora fu invasa da una forte rabbia, perché le ricordava il simbolo della fecondità, e tornò nelle sue stanza infuriata con se stessa, affranta più che mai per il suo grembo sterile.
Non passò molto, che la sovrana si accorse di essere incinta, e al termine della gravidanza partorì una piccola pianticella di Rosmarino.
La regina accolse quel dono con tanta tenerezza, che decise di battezzarla Rosamarina; nutriva quella creatura ogni giorno con il proprio latte.
Ma un giorno, il nipote del re di Spagna incuriosito, rubò la piccola pianticella, piantandola poi nel proprio giardino e curandola a sua volta con amore, annaffiandola con latte di capra.
Il tempo passò, il ladruncolo divenne un giovane saggio sovrano, che sereno trascorreva il suo tempo a suonare il flauto nei giardini.
Ma un giorno vide apparire, dalla piantina di rosmarino, una figura femminile molto graziosa e dolce; il giovane se ne innamorò immediatamente.
Così da quel giorno il sovrano si recò spesso nei giardini regali a suonare il flauto per rivedere la delicata principessa del Rosmarino.
Ma un giorno, il re dovette partire per la guerra; disperato, diede al proprio giardiniere il compito di curare e proteggere quella magica pianticella a lui così cara. Le sorelle del monarca approfittarono della sua assenza, per malmenare la pianta e sfogare la loro rabbia, la loro gelosia immensa verso Rosamarina; la principessa sparì e lentamente l’arbusto cominciò a deperire.
Il giardiniere, spaventato, fuggì dalla reggia temendo la reazione del suo sovrano.
Esausto per la lunga fuga, il giovane si riparò su un albero per un sonno ristoratore, e si assopì; allo scoccare della mezzanotte, fu destato da un vociare che proveniva da sotto le fronde: un drago chiacchierava con la sua compagna. All’inizio il giardiniere si spaventò, ma ben presto si rese conto che quella coppia voleva aiutarlo; infatti il drago spiegò come ridare la vita al Rosmarino: entrambi si sarebbero sacrificati per la principessina.
Usando il sangue di lui e il grasso di lei, il giardiniere doveva preparare un unguento da spalmare sulla pianticella e questa sarebbe tornata rigogliosa e vitale.
Detto fatto, il giovane preparò l’unguento e pazientemente annaffiò e curò la pianta con l’intingolo dei draghi; finalmente l’incantesimo si spezzò, la principessa ricomparve e non si trasformò più.
Al ritorno del giovane sovrano si festeggiarono grandi nozze: Rosamarina ed il re vissero per tanti anni sereni.
Anche questa novella simboleggia l’immortalità del Rosmarino, un’unione sottile fra le vita e la morte, tra il mondo astrale ed il terreno. Ancor oggi in Sicilia, si racconta che tra i rami di Rosmarino sono celate delle figure magiche femminili, esili fatine pronte ad aiutare chi è veramente degno.
Il Rosmarino era indossato dalle spose medievali e portato dagli invitati al matrimonio, come segno di amore e virtù.
Una tempo, i Cristiani credevano che la pianta di Rosmarino facesse riferimento alla vita di Cristo, crescendo per 33 anni fino all’altezza di un uomo, poi morendo.
Si racconta anche,che un rametto, messo sotto il cuscino, aiutasse a sognare mondi fantastici ed allontanasse gli incubi.
Comunque le giovinette, tempo fa, non usavano ramoscelli di Rosmarino solo per sognare, ma veniva anche impiegato per lavarsi i capelli; si mettevano delle foglioline verdi sminuzzate nell’acqua piovana e l’infuso rendeva la chioma più lucida.
La qualità antisettica del Rosmarino è stata riconosciuta fin dall’antichità, forse per questo si usava bruciare ed appendere i ramoscelli, per allontanare le malattie e pestilenze.
Anticamente, le partorienti venivano lavate con l’infuso di questa pianta, ed anche il neonato veniva delicatamente deterso con l’acqua precedentemente bollita con foglioline di Rosmarino; questo avrebbe protetto entrambi dalle infezioni.
Nella simbologia cristiana, si narra che il Rosmarino abbia preservato la Madonna e Gesù Bambino dall’inseguimento dei soldati, occultandoli tra i suoi rami, mentre fuggivano verso l’Egitto.
Il Rosmarino non è solamente una delle pianticelle principali del Solstizio d’Estate, ma veniva usato con la ruta, la lavanda e l’iperico per l’acqua di San Giovanni, chiamata anche “guazza di San Giovanni”: si metteva dell’acqua in un bacile, che veniva esposto alla notte prodigiosa con foglie e fiori, poi utilizzata come acqua fatata, per aumentare la fecondità, la buona salute e difendersi dalle fatture, in modo particolare quelle ai bambini.
Si racconta che le massaie, il giorno di mezza estate, preparassero il pane con quest’acqua, senza usare il lievito e formulando un rituale magico.
I moderni erboristi riconoscono il Rosmarino come pianta utile, sia come olio essenziale che nelle sue forme vegetali.
Ogni parte della pianta può essere utilizzata in medicina: sia l’olio che l’erba possono essere usati come carminativo, cioè offrono un’azione benefica e curativa sull’apparato digerente e coadiuvano la riduzione dei gas e la digestione del cibo
Il Rosmarino, sotto forma di tè o tintura, può anche essere usato per calmare i nervi.
Infine, è molto utile nei lavaggi dei capelli, per rafforzarli e stimolare la ricrescita (uso spesso un aceto infuso con Rosmarino!)
Essendo noto per le sue notevoli proprietà protettive e purificatrici, portato su di sé costituisce un valido amuleto anti malocchio.
Alcuni guaritori scaricano le energie negative accumulate con infusi di Rosmarino e Ginepro.
Per esempio, bruciandoli insieme, si allontana la vecchiaia da una casa, dopo una lunga e persistente malattia.
Le proprietà magiche del Rosmarino sono molteplici e TUTTE potenti.
E’ ottimo come protezione, per l’amore, la lussuria, la memoria e la chiarezza mentale, aiuta il sonno ed attrae gli elfi.
Bruciare un fascio di Rosmarino, rimuove le vibrazioni negative associate a cattive condizioni di salute e malattia.
Per non parlare del fatto che ha un profumo incredibile!
E’ perfetto nei bagni rituali.
Purifica l’aura, promuove la guarigione di tutti i tipi di malattie e libera la mente dai detriti energetici negativi.
È potente nel rimuovere iettature, vibrazioni negative e malocchio
Una coroncina di Rosmarino, posta sul capo, stimola la memoria, libera la mente e ha un odore divino.
Una donna sposata può tenere una bustina di Rosmarino vicino all’ingresso di casa sua (o sotto il letto), per assicurarsi un partner fedele e obbediente.
Un cespuglio di Rosmarino nel giardino attira gli elfi e respinge i ladri.
OLIO PER LA MEMORIA
Puoi preparare un olio, usando foglie di Rosmarino.
Spesso mi piace usare una combinazione di Rosmarino e borragine, ma puoi usare altre combinazioni di piante.
Per fare il tuo olio, schiaccia il Rosmarino fresco o secco e mettilo in un barattolo di vetro. Copri il barattolo con olio di mandorle o d’oliva. Attendi 1 settimana (per erba fresca) o un ciclo lunare (per erba essiccata) e poi filtra. Per un effetto più forte, aggiungi olio essenziale di Rosmarino (diluizione al 2% o circa 10-15 gocce per tazza di olio).
Conserva il tuo olio di Rosmarino in un barattolo e strofinalo sulle tempie e sul cuore per qualsiasi tipo di visione o lavoro della vita passata.
Esso funge da eccellente olio di “memoria”, se si vuole fare un’introspezione nella memoria, o voler conservare qualcosa di importante nella propria memoria e non perderlo.
E’ molto utile anche strofinato sul corpo, per lenire i dolori reumatici.
Il pianeta che governa questa pianta è il Sole, anche se risente al tempo stesso di una forte influenza di Marte.
Elemento: Fuoco